30 novembre 2006

Uikly N°3 Sentenziosi People

E' uscito il nuovo uikly. Il numero di questa settimana è completamente inedito. Due pezzi mai visti su sentenziosi e battuti dalle tastiere amiche di due vecchie conoscenze del blog. Dory&Friend (ora su volontà di sua maestà l'Incommensurabile Butel 0 butela 2 e 3) e l'amico Alba. Scaricalo subito cliccando qui (tasto destro--> salva oggetto con nome)

News.

Le novità su sentenziosi non finiscono mai (si lo so sembra una promozione del galassia) e da sabato, e solo il sabato, verrà lanciato il post usa e getta.

Un nuovo tipo di post che durerà al massimo sei ore, dopodichè scomparirà (come Keyser Soze..) Conterrà informazioni segretissime sui butei autori del blog (chi sono?dove sono?che auto hanno?è forse un cayenne o una mini??) e piccoli indizi sull'incommensurabile butel 0. Il tutto in una fascia oraria (9 a.m.--->3 p.m. sat.) che sfugge alla longa manu dell' incommensurabile stesso.
Vi aspettiamo aiutateci a fuggire (ndButel1: sì scusatelo, Butel2 questa settimana si dev'essere un pò rincoglionito a forza di patatine, fumetti e cd degli Wham) (ndButel2: si scusatemi sono rimasto sotto da martedì.. all' ailander.. voglio essere un nerd.. perdono).

28 novembre 2006

I martedì alternativi dell'Highlander

Ore 21.00 Bar Frinzi, preoccupazioni sul proprio futuro da veri butei affliggono i butei.
Butel1: "Ma sai vecio, questa sera ghe i martedì dell'Highlander in via Leoncino"
Butel2: "Ok. Bello. Andiamo."
Butel1:"Sì ok, 'ndemo. Ma la, sa fasem?"
Butel2:"BIRRETTA VECIO"
Butel1:"A posto".

Ore 22.20, davanti al pub Highlander, via Leoncino, Verona.
I butei entrano.
Situesciò: rapido screening a 360°, la popolazione del locale è variegata (ma forse nemmeno troppo eterogenea...), si nota la predominanza della componente "heavy metal" - alternativa, sicuramente a tema con la musica leitmovit della serata.
I butei per non sentirsi fuori luogo, ordinano due Beamish, servite con tanto di coltello e si accomodano. Birra dalla pesantezza indiscussa.
Butel1: "Ma qual è la caratteristica di questi alternativi?"
Butel2: "Molteplici" (notare l'ermetismo)
Butel1: "Sì beh... ma questi capelli lunghi non erano di altre culture precedenti?"
Butel2: "Può essere. Tuttavia, sono indispensabili per il pogo".
Butel1: "Capisco. E questi pizzetti lunghi e incolti tanto osannati?"
Butel2: "Eh... sono per quelli che non possono pogare coi capelli".
Butel1: "Ma che poi, questi qui, che lavoro fanno?" (notare la chiusura provinciale delle sue affermazioni)
Butel2: "Mah sai, se escludi la banca, direi: bar per alternativi..."
Butel1: "..ma anche negozi di cd per alternativi, come pure ONG per alternativi"
Butel2: "alternativi-alternativi. Ma che c'entrano i nerds allora?""
Butel1: "Semplice, sono colleghi: ecco che lavoro fanno, il webdesign! Per alternativi"
Butel2: "Alternativi" (notare la leggera ridondanza, che fa molto alternativo)

32 minuti dopo, il tempo necessario per bere una pinta di birra Beamish, conclusioni critiche dei butei:
Butel1: "Ma sti martedì alternativi dell'Highlander... ma alla fine cos'hanno di diverso dai venerdì dell'Highlander?"
Butel2: "Beh, praticamente, sono come i venerdì dell'Highlander, ma tre giorni prima".

Chicche della serata: esclusi capelli lunghi e pizzi altrettanto lunghi (tanto che non si capisce dove finiscono i capelli e inizia il pizzo) che sono una sorta di uniforme o divisa, l'Alternativo Award va all'uomo con cinturone di proiettili (con tanto di proiettili, quello non scherza!) stile Full Metal Jacket, vers. alternative 2.0.

note
*scritto a quattro mani da butel1 + butel2

New Age Club Treviso - Chikinki in concerto

Il vostro corrispondente dal Friuli ieri sera è riuscito a sfuggire dalle asfissianti arie del centro di Udine che lo rendono un prigioniero alla vostra stregua.
Da sempre informato circa qualsiasi evento musicale ed artistico sul territorio del nord Italia, Frut1 si è diretto verso la magnifica cittadina di Conegliano la quale, per chi non sapesse, si trova a nord della provincia di Treviso. "Motivo?", vi chiederete voi. Giustamente, il concerto di una band molto attesa dal sottoscritto: non che meno i Chikinki. Anzitutto diciamo che la decisione di andare o meno a Conegliano è stata in ballo fino all'ultimo perchè un'altro evento, sempre nell’allegra provincia di Treviso, aveva destato il mio interesse (talvolta pure morboso): al New Age di Roncade suonavano gli Asia Dub Foundation collettivo alquanto conosciuto nella scena alternativa. Nonostante il magnetico richiamo esercitato da quest'ultima band, non ho resistito al fascino e alla curiosità di ascoltare il sound indie-trendy-pop britannico dei giovani Chikinki. il concerto si è tenuto allo Zion Club, uno dei numerosi circoli Arci presenti nel Triveneto.
Qualche pillola sul locale:

situato nella zona industriale di Conegliano lo Zion Club è stato ricavato all'interno di un capannone. Di modeste dimensioni, l'interno risulta accogliente e dal design semplice ma curato. Monocromatico sul nero ma con qualche spruzzo di rosso, tra cui le luci, l'atmosfera si fa nonostante tutto accogliente. Alle pareti immagini regalate dal collettivo Malleus fatte unicamente per il club; inoltre un maxi schermo proietta costantemente video di vario genere. Un lungo bancone permette ai giovani di abbeverarsi durante le serate mentre divanetti e tavolini sono sparsi qua e là e, anche appartati, permettono di riposare le stanche membra in seguito alle sfrenate danze gggiovani. Presenzia un palco per le esibizioni live mentre al centro del locale si erige una piattaforma per i dj. La clientela è molto alternative-glam: siamo nella provincia di Treviso ragazzi, qui anche gli alternativi vanno in giro firmati da testa a i piedi. Appunto per i maschietti: sì, c'è parecchia figa sia durante i concerti ma soprattutto dopo le esibizioni live del dj-set che si protrae fino alle 4.00 del mattino.
Ma torniamo a noi. La serata del 24 offriva l'esibizione dei Chikinki.


Chikinki, questi sconosciuti: elettroquintetto di Bristol, fondono chitarre, elettronica e maschia spavalderia rock'n'roll in un ibrido future-glam audace e sexy che nasce dalla chimica spumeggiante della citta' musicalmente piu' innovativa d'Oltremanica. Pop effervescente, giocoso, appassionato e malizioso del quel qualcuno scrive:

"Un modo nuovo e particolare di creare musica, mischiando la tradizione più mainstream di certi giri di chitarre pop ai suoni futuristici di una sezione ritmica dai bassi con sonorità parecchio artificiali, che naviga su un mare di suoni elettronici prodotti dall'immancabile synth, che contribuisce notevolmente alla costruzione della melodia presente nei pezzi".

e io confermo.

La serata si sarebbe poi conclusa con il mixare alla consolle del dj Boosta, sempre un "ottimo" guest per "sana" musica house. Ne parlerò oltre.

Il quintetto sale sul palco con un abbigliamento molto Strokes. Iniziano a suonare un incalzante ritmo elettro-punk in salsa future-clash che induce al ballo sfrenato in pista... ma a dimenarsi è il cantante che diventa la star della serata con le sue movenze e la voce a tratti languida e a tratti sofferente. Sotto strani convulsioni (e probabilmente sotto qualche strano effetto) il tastierista per l'intera durata del concerto mostra movenze da far sfigurare lo stesso Celentano… dinoccolato. Tocca dire che purtroppo la loro esibizione dura solo 45 minuti, ma sono abbastanza per scaldare gli animi ed emozionare con la fusione di chitarre, elettronica e rock`n`roll in un suono sexy e glam.

A concerto terminato la band si mimetizza tra il pubblico, qualcuno di loro in cerca di qualche fanciulla dall’animo groupie, gli altri da buon inglesi al bancone per qualche birra. Divertito dall'atmosfera festosa e amichevole del locale ho fatto la conoscenza dei membri della band che cordiale e gioviale si intrattiene a chiacchierare con noi gggiovani di musica, di serate e cose da gggiovani.. insomma di figa. Studenti universitari a tempo perso, ora girovaghi per l'Europa, vivono alle porte di Londra dove amano cazzeggiare e suonare nei mini club underground della capitale. Rock-star de no' ialtri, ma mitici davvero.

Ed ecco la nota negativa: perché tutto avviene mentre quel cazzone di Boosta suona una house pesante che solo le classiche quattro fighette di gomma e due fattoni si mettono a ballare davanti alla consolle. Il resto del popolo di Zion è al bancone a fare festa con la band e con le bariste.

Riuscito a scappare dall'attrazione gravitazionale della massiccia massa piazzaiaola di Udine, mi sono ritrovato catapultato in una serata finalmente diversa dove lo spritz non spopola né esiste e dove la gente riesce a divertirsi senza gli atteggiamenti da wannabes, da poseurs o, semplicemente, da sprtzati di felicità

25 novembre 2006

Tentativo di fuga n°71

Sicché mi tocca. Come al solito: tracotante lunghezza e note a fondo pagina. (Sì Butel 2 lo so che un giorno di questi m'ammazzi).

Di questa settimana la mia lontananza dal blog(1), causa impegni personali e bla bla bla(2). Ho seguito ad ogni modo gli sviluppi anche dalla mia torre d'avorio(3), fuori dalle mura di Verona. Noto peraltro che: 1- non è andato a puttane; 2- Frut 1 è uscito dal suo periodo ermetico(4); 3-Butel 2 ha utilizzato il logo di "Kill Spritz" così, a casaccio, per il post di cui sotto.
Procedo con analitica suddivisione(5).

Kill Spritz
Ne riparleremo presto, ne trarremo una sorta di iniziativa o contest in extremis. Oltre a degli stickers bellissimi che allieteranno il lavoro delle donne delle pulizie in ogni bagno di questa maledetta città. Iniziamo con un annuncio teaser, ad ogni modo:

"I butei sapevano che prima o poi sarebbe giunto il loro momento...
ai cagoni già era costata cara....
ora restavano solo loro...
l'incosciente e impenitente spritzare dei butei in Piazza a suon di saluti-pacche sulle spalle non sarebbe potuto continuare in eterno...
Spritz e la sua Butei-squad avevano i giorni contati..."


...to be continued.

Tentativo di fuga 71
Ecco dove mi sono riparato questa settimana: nella "ridente" Milano, motore e traino economico italiano, nel "ricco" lumbard(6). Per lavoro, quindi costrizione, s'intende. Ué, figa(7), cioé un tour de force lavorativo, in centro nonchè nell'hinterland.
Insomma, un post milanese a quanto pare; ma nemmeno troppo: non si lasceranno sfuggire le somiglianze con certi ambiti lavorativi scaligeri.
Partenza in mattinata, lunedì. Ed eccola lì, l'occhio scorge Milano. Bella come sempre: unta, sporca, inquinata, crema de la creme ambientale. Ma Milano è una città che non ha mai cercato di essere né sembrare bella, quindi passiamo oltre.

Terminati gli appuntamenti di lavoro del giorno, giravo per i fattaci miei la blasonata Milano by night in compagnia alternata di alcuni cummenda del posto o fighe milanesi. Le quali, anzitutto, non hanno marcatissime differenze intellettuali con quelle veronesi (a parte accenti e intercalari vari: a ognuno il suo), ma sono spesso e volentieri più gioviali e predisposte alla conversazione. 1-0 per la fighetta milanese (vabbè, facile direte voi: la fighetta veronese perde sempre).

Che poi, chiariamo subito: a Milano tutti vi lavorano, tutti vi vivono durante la settimana, nessuno è di Milano. Durante i propri incontri a cena o nei locali la domanda più gettonata resta infatti: "Di dove sei?". Quando ho risposto: "La Piazza" si sono levate facce straniate. Il concetto di Piazza a quanto pare sopravvive alle Colonne (S. Lorenzo) e a Porta Garibaldi. Ma nemmeno eccessivamente. Insomma, tutti la "sognano" (chi vi lavora, chi vi studia, chi vi vive a tempo determinato, chi vi scopa), ma in fondo fondo, Milano fa proprio cagare ai molti.
Comunque, sì! Ero fuori luogo, l'aria veronese era lontana.
In apparenza.

Bestiario lavorativo milanese
Ovvero, excursus circa le figure mitologiche dell'ambiente lavorativo milanese. Torniamo infatti al quid. Mi trovavo a Milano per lavoro, si diceva. Quale lavoro? "La Piazza".
Sono stati diversi gli incontri con segretarie, dipendenti, consulenti e managers più o meno avvenenti. In buona parte mi è così possibile tipizzare e dettagliare alcune tipologie ricorrenti.
Osservazione preliminare: il milanese e il lavoratore milanese, cioè la persona e il personaggio che porta il guadagno per la persona, sono la stessa cosa. Difficilmente il milanese medio che ho incontrato separa la vita personale dal lavoro (resto ancorato alla Milano che lavora: uè figa, loro fanno lavori della madonn, mica si possono perdere opportunità produttive per colpa di un aperitiv).
Seconda osservazione: non ho mai capito se fosse dialetto (propendo per il sì), ma il milanese usa e perservera in quel fastidioso intercalare: ogni periodo si propone con "Uè", termina con "figa" e non disprezza i vari titoli d'onorificenza "dott.!", "avv.!", "ing.!" fino al più mite "commendatore" o "cummenda" a seconda delle preferenze. Ma non finisce qui.
Terza osservazione: oltre a quello ambientale del suo particolato, Milano è vittima più di altre città dell'inquinamento linguistico anglosassone, che sul lavoro trova la propria Eldorado. E allora vai con inclusioni markettaro-amatriciane in ogni frase a legittimare la propria professionalità: "advertising", "push", "mark-up", ecc. fino ai più comuni "flow chart", "conference call" senza mai dimenticare gli onnipresenti "meeting", "target" e "business" ("fare business", "creare business", "essere business" - eh sì eh, queste sono aspirazioni, essere business...) nonché imbarazzanti coni quali "single side" per descrivere l'unilateralità di un'azione marketing (ero spiazzato, amemtto).
Iniziamo.
n.b. quando metterò il più + le mie risate e la mia pazienza stanno per esplodere.

La segretaria: tradizionale (leggi: schiava) o centralinista (schiava insieme ad altre). Generalmente non esibisce prelibati titoli di studio, ragion per cui "m'han fatto segretaria, merda" (gli altri, lei non si assume responsaibilità in merito). E se questa non è certo una colpa, non si può dire ch'ella cerchi una qualche forma di riscatto: no, a lei va bene così, stress e frustrazione per un lavoro insoddisfacente e via così. Quella per intenderci che fa parte del famoso cluster "commesse", che si sollazza a casa con reality show e letture romantiche (Harmony), che vede lo stipendio come forma di sostentamento necessario ai propri divertimenti e del lavoro se ne fotte, senza tuttavia essere epicurea quindi aver trovato la felicità. Quelle che ho incontrato mi hanno colpito per incompetenza e incapacità discorsivo-descrittiva. Vediamone una: "Salve, sono Butel 1, ho un appuntamento con xxx" e lei "Provo a sentire, così provo a vedere se c'è, che magari provo a capire se viene a prenderla; se no provo a darle un badge"; Butel1: "Provi". Dopo venti minuti d'attesa, scopro il nulla di fatto: "Mi scusi, ha provato?"(+). Altri venti minuti e incontro il mio appuntamento per i corridoi: all'oscuro del mio arrivo, nessuno aveva provato ad avvertirlo (++).
Ma va a cagher!

Il consulente: ogni super-consulente lavora o quanto meno si muove a Milano. Per la cronaca, il consulente esibisce un'ottima formazione (accademica) e diversi precedenti lavorativi in società più o meno da sti'cazzi e mette entrambe a disposizione di un terzo cliente. In sostanza, il consulente è uno che arriva in azienda(8) e rompe i coglioni a tutti, perchè è il suo lavoro, perchè se no non lo pagano (e lui non scarica) e al termine del meeting è meglio che si levi dalle palle se no i dipendenti lo linciano. Abbronzato, giovanotto di trent-quarant anni, veste in maniera discutibile quanto la sua cultura extra-aziendale. Un esempio. Durante l'incontro, al quale si presenta con camicia quadrettona e 4 colori, gli può capitare di sottolineare che "Le osservazioni nella mia analisi sono frutto di uno studio combinato di due studi di consulenza associati e specializzati nel b2b". Pausa caffè, Butel1: "Senti ma stasera c'è mica qualche musical in giro?". Lui: "Cioè? N-non capisco..."(++). Butel 1:"...e insomma b2b si diceva...".
Ma va a ricagher!

Il manager: costui, una volta, era uno arrivato in alto, magari un ex arrivista giunto infine in cima al proprio percorso. Oggi tutti sono managers, ne consegue che chi si presente come tale, può perfettamente essere il pirla dell'anno che si vanta giusto un pò: se ti assumono come factotum del magazzino, sei il Logistics Manager; vendi un prodotto particolare (magari sei l'unico in azienda)? Sei il Product Manager. E così via. Caratteristiche del manager sono l'uso di un registro markettato ben studiato o per niente studiato e la insistente consapevolezza di essere qualcuno e di avere qualcosa da dire che si tramuti in ordine per i terzi. Tra le varie tipologie, il mio preferito di questi giorni è stato il Marketing Director, un manager che non ci pensa due volte, non si perde in discorsi: "Qua, ragazzi, bisogna fare business"(+), "Ok, ma se ci muoviamo così non si fa business"(++), "Allora, qua ora bisogna dare il push e tirare su un pò di business"(+++), "Il mercato consumer mi attira, ottima opportunità di business" (++++), "Figa, è un market group che non crea più business"(+++++), "Uè, ma ci rendiamo che il market share di questo secondo quarter è andato a puttane?" (++++++). Vi risparmio le scene da macchietta quali: presentarsi e contestualmente esibire il proprio lussuoso bigliettino da visita(9), squadrarti l'abito (per lui fonte evidente di invidia) e menartela sui soldi che ha fatto di qua e di la con citazione dal proprio parco macchine.
E va a stracagher!


Commendatore: tecnicamente, non esiste. Figurativamente, ogni milanese (come ogni veronese) medio è un pò cummenda dentro. Lo è un pò il consulente, lo è certamente il manager medio. Il cummenda è la trasposizione figurata del pirla col Cayenne. Il cummenda è punto di partenza e d'arrivo di ogni esibizionismo dell'uomo medio. Il classico cummenda è più o meno grasso, tonto e convinto di avere il meglio dalla vita (uno o più auto sontuose e visibili), dal portafoglio (qualche rata da pagare), dalla tecnologia disponibile (diversi cellulari bluetooth e portatili che, comunque, non saprà usare), fossilizzato all'interno delle sue mediocri abitudini perchè non conosce altro o non ha mai osato guardare altro. Ecco, a Milano il cummenda è un must: "Cioè, guardi Butel1, insomma lei pensi, che se io guadagno 100.000 € all'anno, che un pò me li investo in azioni, mi mantengo il Cayenne e la Smart, l'immobile, magari d'estate mi prendo lo yacht [in affitto] per andare in Sardegna, che poi anche le fighe costano insomma... beh ma secondo lei, uno che fa il manager cosa dovrebbe fare per sopravvivere oggigiorno, se non votare Berlusconi?"(+++++++++++++++++).
Non so perchè a questo non gli ho dato una ginocchiata nei coglioni.

Conclusione: Milano ha pro (moltissimi, ve l'assicuro, le serate durante la settimana sono spassose) e contro (molti altri). Quindi, Milano fa bene ogni tanto, a piccole dosi. Comunque spero di non diventare mai un cummenda. Nè a Milano nè a Verona. Dove, infine, sono tornato, strisciando. E siamo andati al Dancing Le Cupole. Sì, proprio li. Recuperemo la serata al prossimo post. Saluti.
Note:
1-Un altro tentativo di fuga fallito
2-Credevate fossi andato a puttane, eh? Ma butel1 lavora per mantenere questo blog e voi (Butel2, 3, Frut1)
3-Una stanza in piena periferia milanese al costo di un quadrilocale nel centro di Verona
4-Frut1 ha una formazione tecnico-scientifica: tutto ciò che non ha rigore e validità scientifica, ad esempio il linguaggio, viene da lui trascurato in toto
5-Un recento studio sui tempi di lettura medi dei miei post, dimostra che il lettore medio si scoraggia verso la metà, quindi conviene tagliarvi il tutto a fettine dandovi l'illusione che siano più corti
6-Mentre il Veneto, invece, è proprio povero...
7-Devo ancora liberarmi dal mio intercalare milanese; sono anche afflitto da un'insensibilità ad ogni esibizione pubblicitaria: Milano è tappezzata di spazi publicitari, ovunque, anche sotto il culo (mitico lo spazio pubblicitario di Armani con la scritta di alcuni ragazzi: "Giorgio, ti piacciono i graffiti?")
8-Il necessario luogo fisico che ingabbia ogni lavoratore, si veda la prima trilogia di Fantozzi a riguardo
9-a riguardo si veda la scena dei bigliettini da visita in "American Psycho" (2000, con Christian Bale, da un libro di Bret Easton Ellis)

SPANNUNG

Aveva creato l'attesa..
Lo stavano aspettando ormai da giorni..
Il pubblico fremeva..
Si mormorava che non sarebbe più tornato..
O che avrebbe assunto nuove sembianze..(butel1ilgrigio)
I suoi vecchi fan (butel2..altri?) avevano perso ormai ogni speranza..
I suoi nuovi fan non ne avevano ancora scoperto l'esistenza..
Quando..
Una luce in fondo al tunnel..
Eccolo è lui. E' butel1 e sta tornando più sentenzioso che mai con un nuovo post.
Oggi.Non perdetevelo.
Al scinema?No solo su sentenziosi.

24 novembre 2006

Vita da Frut1...Udine e la sua prigionia


Scrivo per rispondere alla domanda che alcuni di voi hanno posto di recente: "Caro Frut1, ma a Udine, ghe la Piazza?".
A Udine i prigionieri della piazza non ci sono o, meglio, non c’è la "piazza", se non nel senso fisico-architettonico del termine. Precisamente, di piazze ce ne sono molte ma nonostante la capienza di cui dispongono ed i locali che possono offrire, per la maggior parte del proprio tempo le piazze di Udine sono deserte! La prigionia della piazza non si fa sentire, il desiderio di aggregazione in un unico punto della città, per appunto la piazza, non fa parte dello spirito festaiolo e aggregatore del gggiovane udinese. I frus (=i butei di Udine) vogliono sicurezze, certezze, punti di riferimento...ad ognuno il proprio bar e la gente che ne fa parte. Qui, il gggiovane si deve sentire a proprio agio durante l’intera serata. Questo rapporto simbiotico con l’atmosfera del locale, un rapporto quasi osmotico, il frut lo può trovare interagendo col tessuto sociale a lui congeniale; ovvero unicamente in mezzo ai suoi simili. Facciamo un esempio frivolo e lineare: al bar Savio ci sono i cosiddetti squatter, al Visionario i sinistroidi "ingellati", al Peperoncino ed al Conte Arena i cagoni (ndr. Butel1-2: ah, ma ci sono anche li allora!), al P-greco i ricchionauz, ai Piompi gli sportivi, al No Fun gli anarchici intellettuali, al Sa di Tappo i liceali figli di papà, da Cauchig i poeti e i jazzisti, al Madrid la miriade di studenti spagnoli in erasmus e tutti quegli studenti friulani che l’erasmus lo hanno fatto nelle svariate province della penisola iberica; rientra insomma tutto in una certa "routine dei locallllini", ragion per cui non poteva mancare una Taverna dell’Angelo, ove risiedono gli alcolizzati e basta.
Le appartenenze sono dettagliate quanto serrate creando talvolta veri e propri schieramenti: ad Udine i locali di uno non sono i locali dell’altro, ne consegue che se si deve trovare (o evitare) qualcuno basta sapere con quale partito (non politico, intendiamoci) questi si schiera e collocarlo nel locale opportuno. Fidatevi, quella persona sarà proprio in quel posto! Io, Frut1, esco la sera e so con rigore matematico-alegbrico che qualora mi recassi nel posto X, vi troverei la solita gente Y.
Solo pochi eventi all’anno riuniscono la città senza alcuna distinzione. Unico scopo: una "mina" colossale e tafferugli per scaricare le tensioni prodotte dall’insoddisfacente vita che offre una provincia come quella di Udine.
Comunque, tutto deve stare al proprio posto, si tratti di farsi una birra, cabernet oppure tocai, dal rigore non v’è fuga: dopo la mezzanotte tutti a casa altrimenti la macchina torna ad essere una zucca ed i vestiti degli abiti sgualciti e strappati.In estate si è costretti ad andare a Lignano perchè la desertificazione del territorio in quel periodo dell'anno giunge fino ad Udine centro.
Così vi presento il primo approccio alla fenomenologia della mia città.

Aggiungo un’ultimo paio di cose, poiché ravvedo alcune evidenti somiglianze con Verona. Teniamo infatti presente che la maggior parte dei locali vive avvolta nella leggenda più incredibile perchè aperti in periodi tanto remoti da aver perso tracce tangibili dei loro trascorsi e nel corso degli anni l'unica cosa a cambiare è stata la gestione (avete presente la frequente frase: "Ha cambiato gestione"?). Gestione a parte, s’intende che il resto è rimasto tale e quale. Quindi ricollegandomi alla moda delle inaugurazioni, anche a Udine tutto ciò che è stato aperto di recente di nuovo ha soltanto l'immobile, laddove la gestione del locale sa di già visto poiche, ad amministrare gran parte dei locali udinesi, è sempre qualcuno de "I TRE". Si tratta di tre persone (ora milionarie) che gestiscono, organizzano, monopolizzano ed indirizzano(verso dove non si sa..) il divertimento dei gggiovani udinesi. Al frut, peraltro ben conscio di ciò, la faccenda non scoccia, anzi lo rassicura e non si porrà mai alcuna domanda circa il "perchè provare qualcosa di nuovo?". Il frut, stoico ed epicureo al contempo, sa che non vi sarà nulla di diverso nel corso della propria serata per cui uscirà con la certezza del divertimento ridondante ma rassicurante.
Cosa ci si può aspettare vi chiederete? Semplice:la gggente, tanta gggente, per inciso sempre la stessa; la musica, pessima huntz-huntz o yo-yo, per inciso sempre la medesima, già sentita in tutti i locali di proprietà della famelica triade. Conclusione rassicurante che guida il frut nel corso della propria ripetitività sociale: alcuna difficoltà, no problem, seghe mentali nessuna.
Dunque rettifico: ciò che vi ho appena descritto corrisponde in effetti ad uno stato di prigionia! Si arriva, extremis, a serata dove tutto è talmente privo di iniziativa e senza alternative che il frut diviene veggente e, ben prima di tuffarsi nel vivo della serata, già sa cosa attendersi. Ho il pressante presentimento che ciò sia frustrante, molto frustrante. Ma così sia: tutto ciò che esce dai canoni standard della "serata" viene snobbato e ben presto (parlo di pochi, pochissimi mesi) condannato all'estinzione; di fatti sono rare le volte che qualche iniziativa resiste grazie alla ristretta nicchia di persone che vogliono uscire dalla noiosa monotematicità della città. Anche queste hanno i giorni contanti; forse i mesi contati; alla meglio, gli anni contati!
Concludo.Perfettamente conscio di non aver aggiunto nuova e sostanziale linfa alla discussione "piazzaiola", all’urlo di "Non se ne può più", mi ravvedo sulla necessità di un cambiare regime.Ed è quello che ho fatto! Qualcosa ancora salva le serate di frut1 e di altri frus; ma ora è terminato il mio spazio, vi aggiorno prossimamente. To be continued...

22 novembre 2006

Lo Spleen

In piazza, oggi, l'aria è carica di malinconia.
Le ultime foglie gialle si attardano sui fassinei rami, respirano, prendono tempo prima del triplo carpiato che le porterà definitivamente al suolo.
Il freddo inizia a mordere, le donne si stivalano. Ma questo non vuol dire granchè.
L' Italia è un paese di meteopatici intitolava ieri il prestigioso leggo e Verona è la sua capitale aggiungo io.
Ben presto allora la piazza sarà vuota preda del freddo e delle nebbie prima, del gelo e della neve poi.
Ma io e Butel1 saremo lì, ancora prigionieri con i nostri spritz carichi di aperol e ricordi, aspettando l'estate, o più semplicemente un negroni.

A proposito di aspettare negroni. Lunedì si è definitivamente spento il blog del Fezzi. Ieri sera io e butel 1 ne abbiamo celebrato con rito abbreviato le esequie (du spriss). Subito dopo la funzione è seguita la proiezione privata di TOP SECRET (con tanto rewind-repeat rewind- di alcune scene. Ad es. val kimer trottola nella der pizza haus)

20 novembre 2006

Gli esercizi spirituali dei butei

Alè, ci risiamo: l'abbiamo ri-fatta grossa.
Sulla falsariga di Hume che svegliò Kant dal proprio sonno dogmatico, oggi ci sentiamo un pò dei demistificatori che, in seguito agli sproloqui su Verona, sulla sua blasonata Piazza e, naturalmente, sui butei, portano infine a galla una nuova e magniloquente voce.

Per la sezione "La voce ai lettori ta-ta-ta-ta", nel giorno 20 novembre dell'anno di Nostro Signore (Butel0 o 8? Vd. oltre. Ed è subito teo-contest) 2006 ci scrive Duchamp alias AlbaDoltreVita.
Nella propria puntuale e precisa trattazione, Alba/Duchamp, ci illumina circa alcune vistose somiglianze tra i butei nel mentre del rito aperitivesque in Piazza e gli esercizi spirituali dei gesuiti. Le sue precisazioni potrebbero servire, extrema ratio, da promemoria per un'apologia della fuga dalla Piazza. Altrimenti, ci si condanni allo spritz+pacche a vita.

Un commento originale, una via di fuga decisamente mistica; ma che dico mistica, spirituale; ma che dico spirituale, spiritata; ma che dico spriritata, spritzata.
Non mi dilungo e invito sin d'ora a commentare apertamente. Ecco il nostro ospite:

"GLI ESERCIZI SPIRITUALI DEI BUTEI
prolegomeni verso una mistica della fuga

PREMESSA NECESSARIA
Premesso che il butel sente l'impresa della fuga come un qualcosa che ha del soprannaturale, è proprio al di_vino che il butel si rivolgerà per fuggire dall'agorà piazzaiola che lo opprime. A tal fine gli esercizi spirituali di Sant'Ignazio di Loyola, rappresentano uno strumento indispensabile, il legame tra vin santo e spritz, balza agli occhi in tutta la sua essenza mistica.

RIFERIMENTI STORIOGRAFICI
Nel 1548, il Duca di Gandìa (Spagna), Francesco Borgia, pronipote di Papa Alessandro VI, chiede al Pontefice Paolo III l'approvazione pontificia di un libretto di Esercizi Spirituali, scritto da Ignazio di Loyola, Fondatore della Compagnia di Gesù, congregazione ecclesiastica fondata ed approvata con bolla papale otto anni prima.
La risposta del Papa venne il 31 luglio 1548: "Avendo fatto esaminare detti Esercizi e udite anche testimonianze e rapporti favorevoli abbiamo accertato che detti Esercizi sono e saranno molto utili per il progresso spirituale. Esortiamo i fedeli d'ambo i sessi, ovunque nel mondo, di avvalersi dei benefici di questi Esercizi e di lasciarsi plasmare da essi."
I punti di meditazione dovevano essere brevi, perché vale più quello che l'anima scopre da sè stessa. Chi è formato dagli Esercizi spirituali ha un vero e proprio training alla volontà. La persistenza nell’animo del lettore dei sentimenti evocati, contribuisce all’educazione ed alla fortiFICAtio.

ESERCIZI SPIRITUALI - sovrapposizioni -
Vale la pena di introdurre l'argomentazione con una frase di Sant'Ignazio:
"Come il passeggiare, il camminare, il correre sono esercizi fisici, così si dicono Esercizi Spirituali ogni modo di preparare e disporre l'anima a togliere tutti gli affetti disordinati e, dopo averli tolti, a cercare e trovare la volontà nella disposizione della propria vita, per la salvezza "

Ed ecco il modo di procedere:
Il Santo raccomanda anzitutto di fare gli Esercizi Spirituali in un luogo diverso dal proprio ambiente abituale (!) in modo da permettere quella concentrazione, quel "deserto"esteriore e favorire il silenzio interiore.
Sovrapposizioni: Anche i Butei dovranno conformarsi a detto precetto, cercando la concentrazione per ogni dove, che non sia il disordine morale della piazza. Nella piazza si va per mettere alla prova gli esercizi a casa.
Ciò detto, Ignazio di Loyola divide gli esercizi in quattro settimane, da intendere soprattutto come temi da trattare denominate attraverso quattro tradizionali parole latine, delle quali ne esprime la finalità.
Sovrapposizioni: anche i Butei si daranno una tempistica di tale entità, onde pervenire alla riuscita della fuga

Quindi cari fratelli e frittelle, iniziamo:

I Settimana (tappa): "Deformata riformare", eliminare cioè dall'anima le deformità causate dal peccato. E' un modo di conoscere noi stessi e il grave disordine creato dal peccato, oltre al pericolo della dannazione cui ci espone!
Sovrapposizioni: il Butel dovrà prendere anch'esso coscienza del suo stato di totale disordine ed abbandono. Riconoscere i propri limiti pericolosamente estrinsecati nella amoralità della piazza.

II Settimana (tappa): "Reformata conformare". Siamo invitati a rivestirci di assoluto. L'uomo riformato deve conformarsi. E' il tempo della scelta del nuovo stile di vita: io in concreto devo innalzarmi spiritualmente
Sovrapposizioni: I Butei Annunciano al mondo intero la volontà di fuga, verso un nuovo status. La concretezza si fa concreta …

III Settimana (tappa): "Conformata confirmare". Cioè rinsaldare i propositi di adesione all'assoluto, mediante la contemplazione. La supplica come viatico: "Padre, se è possibile, allontana da me questo calice"
Sovrapposizioni: Anche i Butei di conseguenza allontanano da sè medesimi il calice divenuto ormai orpello inutile di una vita obsoleta. Fardello da cui liberarsi con volontà invocando: "Butel8, dammi la forza" (dove 8 sta per l'Assoluto)

IV Settimana (tappa): "Confirmata transformare". "Io entro nella vita" scrisse Ignazio. E infatti canta: "De Vita mutatur". A conclusione della quarta settimana, vi è la "contemplatio ad amorem". Si ritorna col pensiero alla Creazione e alla Redenzione.
Sovrapposizioni: I butei a questo punto, liberati dal giogo, cantano le lodi all'Assoluto Butel8, Creatore e Signore dei cieli della terra e della piazza.

RACOMANDAZIONI
Perseverare butei, perseverare, perseverare !!!

Concludo con queste parole di Papa Paolo VI "La pratica degli Esercizi costituisce non solo una pausa tonificante e corroborante per lo spirito, in mezzo alle dissipazioni della chiassosa vita moderna, ma altresì una scuola ancora oggi insostituibile per introdurre le anime ad una maggiore intimità, all'amore della virtù e alla scienza"

p.s.
mutatis mutande
se la semina degli esercizi nell'arco delle quattro settimane non ha prodotto risultati, sono cazzi tua … sei condannato a spritzare ad vitam (schei feste e fighe forèste), finchè il fegato non si separi dall'anima, amen.

Addi 20 novembre anno Domini 2006
In calce, Duchamp alias AlbaDoltreVita"


Grazie Alba/Duchamp, l'augurio finale è decisamente butelesco*

*fino esaurimento scorte fegatizie

19 novembre 2006

Lucille Rock'n'Roll House+The pretty face+Sixties (forse)

Aproffittando della nebbia novembrina, che tutto ofusca, ci siamo concessi una mordace fuga dalla piazza al vicino Lucille Rock'n'Roll House. Situato nella ex zona industriale veronese, questo giovane locale nasce dall'idea di portare la musica dal vivo a Verona senza dover percorrere 40 chilometri in macchina (vd. Jack the ripper- Roncà - praticamente introvabile). Tentativo assai nobile di diversificare, fuorviare, la serata tipo del popolo dello spritz dallo schema fisso piazza-alcool-pacche-saluti. E, proprio per qusto motivo voglio premiare il locale con un voto positivo a priori, un incoraggiante 6, tutto da riconfermare ma quanto meno incentivante.

Ad ogni modo finiti gli smielensi convenevoli, torniamo a noi, alla nostra missione: sentenziare!!
Ispirato all' idea di quei locali di Londra o New York, strettissimi fumosi e maleodoranti dove le band emergenti devono convincere sofisticatissimi e iperglamour gruppi d'ascolto,per poi essere pronti a spaccare il culo al mondo (vd. strokes), il Lucille non è nè piccolo, nè fumoso ma soprattutto e male maximum ha un acustica da cazzo (ebbene si oggi sono un pò volgare ma è lo slang del mondo del rock, di noi giovani rocker.. non biasimateci). La qual cosa, per una rock 'n' roll house è un difettino non da poco.
Permettetemi inoltre qualche nota estetica. Lo spazio quadrangolare è un pò dispersivo per cui anche se ci sono 100 persone sembra vuoto. Le pareti sono di 4 colori che non c'azzeccano uno con l'altro, nell' ordine: rosso-viola-marrone-nero più soffito a scacchi bianconeri e pavimento di cotto che urta vagamente la mia sensibilità estetica.

Scelta dei gruppi. Alcuni azzeccati altri meno. Ma qui, de gustibus. Per esempio non sono un grande appassionato della scena metal ma viene controbilanciata da una vasta gamma di concerti sixties e qualche cover band di apprezzabile livello.
Ieri sera era il turno dei The pretty face formazione garage rock sixties italiana, con testi in inglese, il cui sound era molto poco sixties e un pò piu seventies. Tuttavia orecchiabili se pur resi inascoltabili dal bilanciamento(batteria e microfono coprivano tutto anche la magnifica hammond. cfr butel 4) e dall'acustica. Qualche pezzo loro, qualche cover, buoni gli arrangiamenti con l'armonica e le movenze animalesche del frontman (federico). Look abbastanza glam, old school style black-red-black (exempla: franz ferdinand nel video do you want to). Gente ce n'è voglia di trascendere lo sprtiz, pure e vai di swing. (Per il dj:dove hai preso quella super camicia aereoportual?).
Insomma un concertino ascoltabile l'unico problema, che poi è anche un problema del locale, è quello di non saper assolutamente autopromuoversi e creare l'aspettativa dell'evento tra gli avventori del locale. L' unica fonte di conoscenza del concerto di ieri sera era livepoint.

In breve. Il Lucille Rock'n'Roll House in quel della Zai di Verona può essere un ottimo posto dove passare una serata quantomeno con un sapore diverso dal solito. Peccato per l'acustica e la gestione un pò..rustica. Tuttavia c'è sempre un certo giro e la clientela è sempre festosa e accogliente diversamente da quei 4 stronzi che vivono con lo spritz in mano affetti da ipercritizism (Butel 2 rocks yeah).

17 novembre 2006

Appaio nelle sere d'autunno..butel3

Remember remember....vivo l'esperienza come un passato che torna ogni settimana sempre uguale a sé stesso eppure sempre in ciclica evoluzione. Parlo dell'aperitivo trentino, un aperitivo consunto di tradizioni importate e mal assimilate. Divertente insomma. Ne traccerò d'ora in poi una breve mappa che si contorce un po' su sé stessa, limitandomi ai luoghi più frequentati ed estendendo la mia sotterranea osservazione anche ad alcuni luoghi di aggregazione serale. Partiamo da questa parola: aggregazione; nel caso di Trento è corretto parlare di aggregazione? Ritengo che timore di disaggregazione trentina. Non c'è un solo luogo che in quattro anni di frequentazione di questa bella città abbia saputo attrarre e calamitare l'attenzione di individui in modo da divenire un riferimento in termini assoluti per la popolazione universitaria. Occorrono precisazioni contestuali. La gioventù si frammenta e polverizza nella tutto sommato soddisfacente offerta di bar, locali, discoteche di bassa lega ma dal discreto fascino, presenti a Trento..non c'è il “catch all party” ( enorme gioco di parole ) in grado di mobilitare in maniera convinta e massiva gli universitari. Si esiste un bar, il Fiorentina, che il martedì raccoglie presso i suoi lidi una discreta folla di giovani attratti dalla birra ad un euro e spritz ad un euro e benzina al basilico gratis se la vuoi la bevi. Questa folla fa dell'instabilità e dell'eterogeneità i suoi due caratteri principali....va si muove torna si sposta perché passa l'autobus va in letargo dato l'inverno di rigida fede come lo si usa qui per poi svegliarsi ed esplodere la bella primavera. Cosa dici andiamo al Fiorentina? Un adepto vero come potrebbe rispondere?...e invece? Si dai, passiamo poi se mai vediamo cerchiamo. Più che un locale è un call center..arrivo-cerco-bevo-vado il servizio costa 1€ a birra più lo scatto alla risposta. Quindi è una massa di movimento che mal si presta ad una qualche definizione..ma non sfugge al libro bestiario. Ci sono, partendo dal fondo, gli spritzatori autoprodotti, seduti sui gradini con decine di bottiglie oramai vuote tra le gambe e sui quali mi dilungherò previo sommo consulto onirico con il Sommo Butel0; ci sono poi le scimmiette sulle spalle..gli studenti della scuola media superiore che mossi da foga alcolica e di consumo della vita presta rappresentano una buona fetta dell'aperitorta; sulla strada imperversano poi i giureconottami, strane bestie che marcano il territorio appoggiando bicchieri di plastica a terra fino a costruire palchi nuziali di corteggiamento per le femmine delle loro specie, i giureconottami sono animali altezzosi, prepotenti forti del loro numero e dalle strane fogge antistoriche; ai margini del bosco ecco i più mobili di tutti, i r.d.p.v che neanche il tempo di notarli e sono già spariti, eccesivo il costo della chiamata?; ci sono i sociali pupazzi colorati di sociologia che si muovono allegri da un gruppo all'altro. In tutto questo parlare spiccano i personaggi così come piacciono a noi..ma tutti me compreso ci perdiamo nel niente e nello sguardo di un anziano umano che passando poco lontano ci vede come mostri..quando cala la sera a Trento è davvero meglio uscire. Tutti.


Non c'entra nulla ma..sto guardando il programma di M. Santoro: ma la Borromeo bionda e carina? Ma che cazzo..ma gli autori cosa le scrivono.. non lo scrive lei..vero? Vero?


A presto..the 5th of November.

Butel3

Ne resterà soltanto uno

Premessa minor: un post così, un po' off topic come si dice in gergo.
Premessa maior: nel mentre di alcuni usuali giri per i blog scaligeri, capito sul blog dello Scrittore e leggo questa notizia. Si tratta di una pausa, a quanto pare.

Coccodrillo (trasfigurato in poderosa leccata di sedere)
Mi pare quanto mai d'uopo omaggiare l'Imperatore dei blog di Vr per la creazione/gestione dell'ottimo punto d'incontro e dibattito creato online. Personalmente sono giunto pure tardi e mi sono infilato nelle discussioni lì sorte solo in extremis. Il nostro plauso ad Alberto Fezzi.
Lo scrittore made in Verona, noto anzitutto per il proprio bestseller sulla sagra sociale della pearà nonchè propria opera prima, "Sognando un negroni", è stato in effetti il primo ad affrontare certe tematiche scaligere in un certo modo: prendendo e prendendosi per il culo. Formula la quale noi, non vogliamo nasconderlo, abbiamo ripreso (o quanto meno cercato di recuperare, ahilui) sin dall'inizio di questa nostra ludica recherche all'interno della fauna veronese.
Dunque Fezzi, buon lavoro e buona fortuna. Ci si vede magari alle tue presentazioni o, sicuramente, ci si vede in Piazza, quella vera o quella "nostra": come ho già precisato dalle tue parti, qui sarai sempre il benvenuto. Ergo, "con Sentenziosi, sarai sempre in lista omaggio vecchio".

Conclusione
Insomma, diamo a Cesare quel che è di Cesare: Fezzi, sei stato il nostro vate, l'avanguardia (del negroni, ma non solo dai), un capostipite. La "dipartita" (del blog) di Fezzi segna un pò uno spartiacque, è stato un po' un socratico che con la maieutica ci ha indicato la via, e un po' come Socrate (con i dovuti ridimensionamenti, chiaro) ha decretato la successiva distinzione tra pre- e post-socratici, i blog post-fezziani come il nostro hanno imparato a prendere per il culo Verona prendendo, anzitutto, per il culo se stessi.

Melanconia a parte: "so what?"
Detto questo, ora che il leading blog veronese, ha quasi tirato le cuoia(1) e che, contestualmente, VeronaBlog pure potrebbe tirare le cuoia(2), è aperta la lotta per la posizione di princeps dei bloggers veronesi: ne resterà soltanto uno(3)

1. si scherza e, comunuqe, toccata di palle consigliata
2. si scherza novamente anche se, com'è noto, la rassegna stampa di questa settimana è gestita dai sottoscritti e, dai primi commenti, pare in maniera disastrosa. Meno male che VeronaBlog, a differenza della nostra urbe, concede spazi e opportunità a tutti
3. ci si chiama fuori, visto che siamo in due [ndr. butel 1 e 2 iniziano a rivolgersi guardinghi sguardi]

16 novembre 2006

Tentativo di fuga n° 70

Intorno alle ore 17 di un ennesimo pomeriggio da cani a Verona, ora durante la quale si va già avvertendo la stretta esercitata dal rito venturo dell'aperitivo (lì lì per approssimarsi), appena in extremis riusciamo a smagnetizzarci dalla Piazza e via, via da Verona.

Sì ma... dove, dove si va? E' momento di aria nuova, si giunga dove non s'era mai stati.

Da un certo tempo sentiamo parlare di un certo posto, poco fuori città, un modello di mini città, una sorta di polis ideale, una piazza con tante piazze al proprio interno, un luogo visitato da gggiovani di tutte le bande, un melting pot della pearà, idolatrato anzitutto dai papà made in Verona e provincia i quali infine realizzano se stessi trovando il giusto impiego per il proprio suv pagato a rate avendo a disposizione nientepopodimeno che tale tracotanza di parcheggio

le corti venete centro commerciale

omaggiato dalle famiglie che vi trovano la pace dei sensi, mamme e bambini a seguito con mattinate o pomeriggi liberi (o mattinate+pomeriggi liberi, quindi ottimo anche per una vacanza: c'è infatti chi entra alle 9 ed esce 12 ore dopo), un luogo dove, si dice, l'uomo medio possa realizzare tutti i propri desideri perchè vi si troverebbe praticamente tutto. Un luogo, in poche parole, in cui è impossibile non trovarsi a proprio agio e del quale non s'è mai osato parlare male.

Stiamo parlando del centro commerciale Le corti venete, la nuova e già blasonatissima mecca del consumismo post-moderno scaligero, comodamente situato all'uscita del casello autostradale di Verona Est, nel comune di San Martino Buon Albergo.

PROGRESSIONE DELLA FUGA E IMPRESSIONI
-Ed eccoci partire a quattro ruote, statale per Vicenza. 10 minuti buoni di strada.
Siamo eccitatissimi.
Butel2: "Hai sentito come ne parlano bene, eh?"
Butel1: "Come non averne sentito".
-Uscita San Martino Buonalbergo; scorgiamo una nuova e intricata serie di tunnel, rotonde e semplicifazioni viarie; scorgiamo anche dei lavori in corso e qualche striminzito cartello.
Butel2: "Visto che lavori hanno fatto qui, eh?"
Butel1: "Eh sono stati bravi, dev'essere veramente un posto incredibile."
-Inspiegabilmente finiamo in Autostrada. Altri 10 minuti per arrivare a San Bonifacio. Usciamo dall'autostrada.
Butel1: "Voglio assicurarti che il mio umore non si guasterà per questa goffa deviazione"
Butel2: "Ti conosco e lo so"
Altri 10 minuti di statale per arrivare, infine, qui:

le corti venete centro commerciale


-L'aspetto magniloquente del frontone di questo super competitor de La Grande Mela e del Galassia parla da sè e sembra proprio dire: "Venite dentro, ce l'ho duro!".
-Parcheggiamo nel suddetto park place. Che è pieno. Giriamo per circa 10 minuti. Infine un'allegra famiglia decide che per oggi ha avuto anche troppo dalla vita e ci lascia un posto.
Butel1: "Certo che non abbiamo fatto proprio in fretta. Ma sono eccitato ugualmente."
Butel2: "Anch'io. Eccitatissimo".
-Raggiungiamo una rampa d'accesso che ci proietta verso il piano superiore.
Butel1: "Scala mobile. Per caso respiri anche tu già una strana aria da mega store americano?"
Butel2: "No way man, per me niumero uno"
Butel1: "Mh..."
-Ecco dove sbuchiamo:


le corti venete centro commerciale le corti venete centro commerciale

ART ATTACK
-Ora: imprimete le due foto nel vostro immaginario. FFFatto?
-Riempite questi pavimenti patinati di centinaia di persone. FFFatto?
-Agitate la promenade in modo che di gran corsa s'aggiri con occhi lustri e fare impegnato per gli ampi quanto angusti spazi de Le Corti Venete alla ricerca di "qualcosa". FFFatto?
-Cosa? Prendete qualche decina di negozi di tutte le categorie merceologiche: dal sapone ai cappelli, dall'alimentare all'orologeria, dall'abbigliamento alle autovetture, dai videogames alle tende, dai ristoranti alla valigeria. La parola d'ordine è: tutto (ndr. questo centro commerciale è tremendamente pop). FFFatto?
-Ora, in tutti questi negozi, inserire commesse/i con difficoltà linguistico-grammaticali e descrittivo-esplicative, nonchè una gran voglia di "laurà" oggi come ieri (con lo spettro del: per tutta la vita) in un posto non proprio allegro. FFFatto?
-Mi raccomando, non dimenticate bambini rompicoglioni, donne con crisi di nervi ("Avrò comprato abbastanza per la dispensa del cane?") , sedicenni imbarazzantemente imbellettate come mignotte in cerca d'approvazione da shopping e padri con atteggiamenti da sceriffi strafottenti in cerca di rispetto. FFFatto?
-Mescolate il tutto e buttateci in mezzo due butei con le palle sempre più girate perchè era passata quasi un'ora dalla partenza e la ricompensa non si dimostra certo lauta. FFFatto?

CONCLUSIONE
Butel1 (pseudo-analitico): "Ma che è sta cosa? Aria viziatamente fetida, scale mobili, autovetture sponsorizzate, sala giochi, pavimenti marmorei e luccicantemente kitsch, supermercato, ristorante, elettrodomestici, orologi, dischi, calzature, valigie, negozi di moda di serie b, negozi di moda di finta serie A (Zara - pron. "Tsaira, la beshtia" - un must per essere alla moda spendendo il meno possibile), beoti sorridenti e assuefatti per l'acquisto record del 3x2, donne impettite dal marketing de "Ai prezzi più bassi", famiglie che vengono da chissa dove fanno avanti e indietro tutto il giorno e comprano mezzo chilo di pasta Barilla, single di passaggio per caso per cercare una cosa che non trovano e se ne escono col plasma nuovo, coppie che camminano guardinghe misurando con lo sguardo il grado di felicità apparente delle coppie che incrociano, butei in cerca di figa, figa tutta scortata da plurime forze armate butelesche. Ripeto e mi chiedo: che è sta cosa?"
Butel2 (ultra-sintetico): "Las Vegas amico, Las Vegas magna cum populismo veneto: appunto, Le Corti Venete".
-ci mettiamo in moto verso le rispettive abitazioni. C'è traffico. Altri 40 minuti.
-stasera giretto in Piazza: a chiedere perdono, spritzando. Ma niente festa universitaria all'Alter: per oggi ci siamo eccitati abbastanza.

COMPRENSIONE DEL TESTO
-Perchè i centri commerciali esistono?
-Perchè chi abita in città dovrebbe recarsi al Centro Commerciale Le Corti Venete?
-Chi cazzo ha sistemato i cartelli e coordinato i lavori stradali lì?
-Perchè chi vi è stato, ne parla come del posto definitivo?
-Perchè al Centro Commerciale Le Corti Venete il veronese medio si esalta svenandosi giungendo a finanziare a rate i propri lauti acquisti, quindi esibendoli con smorfie compiaciute?
-Perchè i vestiti di Zara c/o Corti Venete sono modellati sugli obesi?

FINE
Butel1: "Non sono deluso e ci tengo a precisare che il mio umore è ancora ottimo"
Butel2: "Fanc**o a tutti ca**o, cosa siamo venuti a vedere qua porca tr***, due ore della nostra vita per assistere alla fiera populista made in Verona?"
Butel1: "Yeah man"
Butel2: "E mo basta con sto slang americano.."
Butel1: "Awesome!"

14 novembre 2006

SENTENZIOSI UIKLY N° 2 feat. Fieracavalli

I cagoni i butei, cagonismo buteismo, chi scende chi sale.. Se ne è parlato molto in questi giorni in piazza e le nostre riflessioni sono state raccolte nel secondo numero della versione settimanale del blog. Potete trovare il .pdf Sentenziosi Uikly n°2 (tasto destro-->salva oggetto con nome) con nuovi dettagli, coi post che hanno caratterizzato l'intera discussione, i commenti rilevanti, i personaggi vecchi e nuovi e tanto altro (?).

A proposito della settimana passata mi sono dimenticato di spendere due parole sull'evento trascorso: FIERACAVALLI. Ovvero la reunion del maranza, il contest della grezzura, l'affermazione del tamarro power.
Cosa succede in questi 4 giorni? La risposta dell'ingenuo è semplice: appassionati di cavalli e cultori del settore da tutta italia e dal mondo si riuniscono a Verona per incontarsi in una 4 giorni di festa. E invece no.
Ve lo dico io cosa succede. In questi 4 giorni all'urlo di: "Tamarri di tutto il mondo unitevi" viene concesso a quegli individui solitamente considerati nulli dalla società (ogni genere di tamarro-vaccaro che indossa stivali pitonati viola/espone con fierezza delle corna di vacca sul lunotto posteriore dell'auto) di spadroneggiare. In qualità di ricompensa di 361 giorni all'anno di soprusi, sfottò e insulti subiti per la propria inadeguatezza viene concesso loro di sentirsi importanti. Per 4 giorni. A Verona. Così succede che scorazzano fieri sui loro quattrozampe, guardando te sciocco bipede dall'alto verso il basso, e pensando:"Si si chi è adesso il tamarro eh?" e tu li guardi con una certa disperazione, con le narici piene del loro fetore e contando i minuti che mancano alla fine di questo atroce spettacolo.
Tristezza..

13 novembre 2006

Il frut di Udin

Come detto, siamo il blog della settimana su VeronaBlog; urge un saluto ai nuovi lettori: entusiasmo, entusiasmo. Bene, di questioni se ne sono discusse differenti questa settimana. Vediamo come procedere:
1-ho fatto un punto della situazione al post precedente per chi si fosse sintonizzato solo ora; invito caldamente a leggerlo per non perdere il filo. Se fossero anche dalla vostra voglia e tempo, vi invito inoltre a leggere i nostri post dall'inizio (partendo dal fondo): di alcune facezie scaligero-piazzaiole s'è già avuto modo di scrivere e non si tornerà sull'argomento tanto presto;
2-Avevamo annunciato che Sentenziosi sarebbe divenuto 'ntennesciunal, accogliendo nell'organico nuovi prigionieri che, apparentemente, ce l'hanno fatta a telare ma ai quali, ironia della sorte, è mica andata tanto meglio: abbiamo già fatto le presentazioni di Butel3 neo-trentino, ora un benvenuto all'ex butel Fruto1 resident in quel di Udine. A lui la parola:

"Deluso da Verona ho fatto fagotto delle mie cose ed imboccata l'autostrada del sole mi sono diretto con la mia Fiat verso est!...verso una nuova città!…verso la liberta..?!
Dopo miglia e miglia…un bivio! A destra Slovenia…il mondo dell’est…le fighe dell’est! ed a sinistra UDINE! Mannaggia che finocchio…ho scelto Udine!
Giunto in questa nuova e sconosciuta città sono stato accolto (anche se a gran fatica) dal popolo friulano ed infine da questo adottato.
Quello che una volta era un butel de Verona è diventato oggi un FRUT DI UDIN!
Dopo anni di scorribande tra il centro e le province del Friuli Venezia Giulia, indovinate un pò? Mi ritrovo ad essere altrettanto deluso dell'approccio "gggiovane" alla vita dei miei nuovi concittadini: i richiami scaligeri si sprecano (chi ha detto tutto il nord Italia è paese?).
Prigioniero della Piazza? Prigioniero dell’osteria? Forse no, ma in fondo pure qui imprigionato da una realtà fatta di spritz, di giubbetti di pelle nera, di intercalare sbiascicati e striminzite intelligenze, di fighe di gomma, di paesani che sembrano appena scesi dagli alberi saltando tutta l’evoluzione dell’essere umano.
L’aperitivo, il giro in centro, le pacche sulle spalle, la fede calcistica, i cerchi da 17'', il pakistano con le rose, il bisogno di sentirsi parte di qualcosa per paura di non essere qualcuno…insomma Udine non è diversa da Verona e così ho deciso di raccontarvela. Piano piano, poco a poco come direbbe qualcuno. Magari la sera appunto, di ritorno da una sbronza occasionale. Anzi, chiedo venia: a Udine non esistono sbronze occasionali, solo consuetudinarie. In pratica una a sera: santoiddio quanto bevono questi non avete idea.
Alla prossima con l'inizio delle cronache socio-fenomenologiche di Udine by-day and by-night,
vostro Frut1"

12 novembre 2006

Butei vs Cagoni: rivediamoli

Se ho ben capito, a partire da lunedì saremo il "Blog della settimana" su VeronaBlog: oltre a salutare i nostri nuovi avventori e in attesa di capire se tra i poteri conferitici v'è quello di fare all'amore con tutte le butele con cui mi va, occore fornire ora un breve punto sulla situazione. La parola d'ordine è chiarezza. A ragion di chiarificazione per i nuovi venuti, aggiungerò qua e la delle simpatiche note (1).

S'è fatto un gran parlare, nel corso di questa settimana, della dicotomia tra butei® e cagoni® (presunta per alcuni o tale per altri). Voci si sono levate pro e contro dell'una o dell'altra "razza" (2).

Time out (3), grazie. Invito ad una riflessione/distensione. Personalmente sento giunto il momento di un sintetico recupero della vicenda, in attesa di introdurre il prossimo argomento: "Buteismo (striminzita mitologia)". Dunque, flashback, vediamo come s'è snodata la vicenda sinora. Ad ogni modo, tra pochi giorni sarà disponibile il pdf "Sentenziosi Uikly" aggiornato sulla faccenda.

[n.b. s'attua una modifica cavernosa della voce, che diventa rauca quasi quanto quella del doppiatore di Gandalf. Ecco, è un espediente del narratore]

Exordium (4)
Debbo quindi premettere dell'esistenza, da ottobre, di un blog (5) che va parlando di Verona, dei suoi abitanti e delle bellezze architettoniche di questa città. Rectius: il blog di cui sopra, nello specifico parla della ripetività di usi e costumi inscenata a furor di popolo a Verona e nella sua blasonata Piazza Erbe, "centrum multisociale di ogni filosofia pop pura e applicata", luogo prediletto di serali adunanze dei giovani veronesi (cosiddetti butei) che a mo di mistero e consuetudine vivono qui imprigionati tra uno spritz e un cocktail >5,00€. C'è poi appunto chi s'è accorto che forse c'è di meglio nella vita e ha appunto inaugurato un blog e bla bla bla.

Narratio
Pochi giorni fa, Porfiria, una lettrice forse in assonanza con le considerazioni dell'umile tematica trattata su tale blog, decide di sottoporre ai curatori (6) del blog la sua personale quaestio: "Non ci sono più gli stronzi di una volta: dove sono finiti i cagoni?".

Argumentatio
La Porfiria scaligera argomenta circa l'espugnazione della decennale Roccaforte dei Cagoni ad opera di un'inedita e recente concrezione sociale: i Butei, quelli del "che miina ieri sera vecioo!" e "oh vecchio, Alter dopo, vero?" e "a fighe e cash come siamo messi?". E fin qui, mi permetto, ci siamo arrivati un pò tutti, vecia. Il cagonis cagonis sarebbe così stato, ad una prima analisi, sostituito tout court; e attenzione, trattasi di sostituzione fisica (via loro, arrivano i butei) e non funzionale (giunge un nuovo genere di cagone). Durante la loro Bèlle èpoque, terminata a quanto pare intorno all'anno di nostro signore (7) 2002, i cagoni facevano mostra di sì e del proprio lusso sferzante (8) al di qua delle mura di Dite (Portoni Borsari, loro colonne d'Ercole).

Peroratio
Come ben si sia svolto il passaggio di testimone cagone--> butei non è chiaro, ma qui si va affermando altro: i cagoni, non ancora estinti ma in avanzato stato di estinzione, sarebbe infrattati e asserragliati all'interno dei loro castelli ingoiati dalla nebbia, ove lanciano malefici ed anatemi all'indirizzo dei butei, usurpatori della LORO Piazza: laddove il centro è stato fissa dimora del cagone, che con fare molto liberal e molto populista, lasciava saggiare ai non-cagoni (esponenti che ancora non realizzavano la forza loro conferita da un'identità comune o, per dirla con Aristotele, dei butei in potenza) le meraviglie circomprese dalle mura della nostra urbe, ora i butei spritzano allegramente. Il cagone è off limits, ma tal'è che questi tenta occasionali quanto fugaci apparizioni qua e là in Piazza, la sua Mamma Erbe.

Peroratio ex post + profilo personaggi coinvolti nella diatriba cagoni-butei (che ormai va configurandosi come un'aggiornamento della diatriba classici-moderni)
Hanno cercato di tirare le somme dando inizio ad un percorso semi-dialettico i curatori del blog nonché diversi lettori intervenuti in commento. Nel dettaglio:

Butel1: si dichiara estraneo all'avvenimento dello scambio di testimone cagone-butei, ma dev'essere stata una bella battaglia con tanto di schizzi di aperitivo. Non è totalmente convinto circa la prossima estinzione del cagone, trovando come filo d'arianna il pirla con Cayenne e macchinoni vari, sempre forti del parcheggio con vista Piazza; inoltre, gli preme sottolineare la complementarità dell'esistenza del cagone e del butel, i quale spesso peraltro interagiscono ("es. il tavolo a Le Plaisir: organizzato e pagato dai primi, abusato e scroccato dai secondi").

Upstream (9): dalla sua torre d'avorio, anche questi si dichiara ignaro circa il presunto passaggio di testimone. Anzi, è fra i primi ad azzardare l'inazzardabile: "nessun regolamento di conti, ma semplice commistione con solo imbarbarimento del look e dello slang nel corso degli ultimi anni". Così, sia detto che quello del cagone, che quanto meno ha vissuto una stagione in sottoriva a bere una birretta o un vinello dal Gianca agli Scali, è quanto mai un canto del cigno.

Orgoglio Cagone (10): egli giunge a confermare che i cagoni esistono e respirano tuttora: questi è costretto a seguire suo malgrado le speculazioni intorno alla diatriba butei-cagoni, da lontano e passivo spettatore; la specie cagone, egli precisa, osserva indignata lo spritzare dei butei. Ma sottolinea che arriverà anche per i butei l'ora dell'estinzione, l'ora in cui si festeggerà il ritorno del cagonez in pompa magna: e non sarebbe questione di Trickers e Woolrich, il neo-cagone (o quanto di essi rimasto) predica l'understatement e il low profile. Aggiunge un ulteriore elemento di rilevante complicazione alla diatriba: pare che, tra i cagoni, vi sia stato un Giuda; e i traditori superstiti, vanno oggi spacciandosi per butei e vivono in mezzo a quest'ultimi mescolati in un blend bastardo.

Butel2: a questo punto tocca al nostro eroe precisare quanto il buteismo sia un fenomeno più articolato di quello che sembrava agli ingenui occhi suoi e di butel 1 e fornisce il primo vero approccio speculativo non-dogmatico al fenomeno, ovvero il primo scritto di quello che diverrà, nel corso delle settimane/mesi, un Manifesto programmatico dei Butei (11).

Questo è quanto. La discussione non ha ancora trovato termine.
Updates coming soon.

Note:
1) Esattamente come questa; il "celebre" precedente è quello di un postr ad opera del mio socio Butel2
2) Termine utilizzato da Porfiria nel corso del suo intervento (si veda oltre)
3) Non si tratta di un riferimento al locale in fianco alla facoltà di economia, bensì della semplice richiesta di concederci una pausa
4) Non si sta tentando alcun approcio retorico ciceroniano, quanto mai fuori luogo: per il butel Cicerone dev'essere stato un famoso barista o forse un giocatore brasiliano dell'Hellas
5) Si tratta evidentemente del qui presente blog, http://sentenziosi.blogspot.com
6) Di loro si conoscono i nomi (Butel1, Butel2 e - new entry - Butel3 e Frut1 from Udine), non le identità: c'è chi presume dietro a loro si celi un organico di trenta persone; per altri i Butei, sulla scia di Omero, sarebbero non autori ma legittimi ereditari di una tradizione di racconti orali sulla Piazza che ora decidono di pubblicare sul suddetto blog e che, a quanto pare, risultano ancora attuali dopo decenni e forse secoli a sottolineare come a Verona certe cose non paiono cambiate; per altri sono solo due cretini patentati che ogni tanto aggiornano sto blog per farsi quattro risate prendendo per il culo sé e gli avventori piazzaioli tipizzabili (personalmente sostengo quest'ultima tesi)
7) L'Incommensurabile Butel 0: come si ebbe modo di dire sul primo numero di Sentenziosi Uikly, non è tuttora chiara l'identità di questo Butel che muove le fila delle nottate dei butei: cadono forti sospetti su Gigi dell'Alter Ego e sul fu Gianca della ex taverna Agli Scaglieri; ad ogni modo egli sa e vede, agisce ed impedisce, in maniera indiretta ed immanente
8) Tricker's e Woolrich, quale divisa d'ordinanza per il Cagone; sostituita più avanti dalla divisa più sobria del Butel: ai piedi le Tiger o le AllStar, il jeans a vita bassa e la giacca in pelle (possibilmente in combo con la felpa cappucciata)
9) Per saperne di più circa questo intrigante quanto misterioso personaggio che sui butel e sulla Piazza sembra sapere più di quanto dica, visitate il suo blog Vico Quattro
10) Da quanto c'è dato di sapere, si tratterebbe di uno degli ultimi esemplari autoctoni di cagonis cagonis, alla upotica ricerca del riscatto sociale
11) Finora pubblicati per Ed. Sentenziosi: "Butelismo (rudimenti)"; come anticipato, seguirà "Buteismo (striminzita mitologia)"

08 novembre 2006

Buteismo (rudimenti).

Pare che il buteismo sia un fenomeno più articolato di quello che sembrava agli ingenui occhi miei e di butel 1. Questi cagoni estinti perchè si sono estinti?si sono estinti o sono stati travolti dalla forza trascinante di questo fenomeno nato e affermatosi negli ultimi 5 anni?Ragioniamo.
Il Buteismo, corrente di pensiero social-filosofico-morale è una dottrina onnicomprensiva. Non è politica tuttavia influenza e condiziona il comportamento dell'individuo in maniera socialmente rilevante.
Ovvero: il soggetto (butel) che decide di conformarsi a questa corrente di pensiero, ne asseconda i dettami,agendo secondo determinati schemi, parzialmente o totalmente (E qui si sviluppano due tipologie diverse di butel che tratteremo più avanti. Eh, sono il narratore onniscente, faccio un pòò come cazz mi pare).
Le basi storico filosofiche di questa ideologia totale sono semplici e trasversali.
-Storiche:Il me ne frego fascista. Il butel si fa beffe dell'avvenire. Non solo evita come la peste problemi che turbino la sua spensieratezza fisiologica ma, apostrofa inoltre con un singolare CASSO ME NE FREGA qualsiasi evenienza che in un qualche modo fuoriesca dai suoi consolidati e rodati sistemi mentali. Non si tratta di chiusura mentale. No, assolutamente. Questo è un caso di certezza di fuzionamento ottimale del modello.(1)
-Filosofiche: Rielaborazione dell amicizia epicureiana. Laddove epicuro elogia l'amicizia come unico vero legame senza secondi fini il Butel rilegge il fenomeno come unico vero legame che non necessita di spiegazioni o di fastidiose e inspiegabili complicazioni (che so come un rapporto a caso..butel-donna o butel-computer).(2)
-Religiose: Per gli adepti del buteismo lo scorrere incessante del tempo ha una sola dimensione. Il presente . Nessun progetto, nessun rimpianto. (cazz me ne frega).Non si prega per il futuro non si chiede perdono per gli sbagli. Dio ha una nuova dimensione intima,viene vissuto quotidianamente e lo si invoca spessimo in tutte le sue manifestazioni (buono, cane ,selvaggio,boia,santo..) quasi ad interrogarlo sui fenomeni di straordinaria bellezza che irrompono sulla strada del butel. La metafisica dei butei contrariamente a ciò che si pensa è abbastanza complicata. Credono nella metempsicosi che generalmente avviene dal 4 spritz in poi. Per raggiungere il nirvana e necessario coaudiuvarsi di almeno un negroni.(3)

Riassumendo. Il butel realizza se stesso nella massa (butei) la quale seppur articolata nelle sue manifestazioni e basata su rapporti semplici tipo amicizia e in catene di tipo binario. Ovvero: un butel(A) conosce un butel(B) che a sua volta ne conosce un altro(C) che ne conosce un altro(D). Sono legati da un sistema continuo (A conosce D) ma non irreversibile (cioè se B diverso da C,A diverso da D). Quindi otteniamo che i Butei sono una corrente piuttosto vasta e aperta ai vari modi di rappresentare la propria butelità( rutti, peti, macchine più o meno sportive, camicie belle ma anche brutte, gradimento agli alcolici, ricchezza, povertà si ma mascherata).

Sciolta la premessa torniamo al busillis della questione. Qual è il motivo dell'estinzione precoce dei cagoni (cagonis cagonis) e frutto di discussione odierno?
L'estinzione della razza, come è stata definita da Perfidia(4), in verità trattasi di un assorbimento. I cagoni , o ancor meglio il cagonesismo e stato di fatto assorbito dalla teoria onnicomprensiva del buteismo. In una grande rivoluzione pop.
Verso la fine degli anni novanta un elitè di veronesi spadroneggiava imponendo il poprio lifestyle in tutti i campi. Abbigliamento:il woolrich prima il belstaff poi , musica:house prima lounge poi , locali preserata:calypso-disco:mazoom etc. Insomma una vita all'insegna dell'eccesso ostentato.
La grande rivoluzione pop del buteismo in cosa è consistita?Nell'assorbire tutti questi canoni estetici, metabolizzarli, rielaborarli secondo quel tipico qusto un pò kitch che contraddistingue il buteismo e infine riprodurli cercando di copiare creativamente i dettami del cagonismo.
In pratica là dove c'era il woolrich è arrivato il refrigi prima il peuterey poi , laddove c'era il mazoom arrivò il berfis, laddove c'era la house l'hip hop, laddove c'era il calypso...la piazza.

Conclusioni. I Cagoni non sono estinti. Sono stati assorbiti. Rappresentano un elitè che si confonde nel pluralismo lassista liberal giolittiano delle teorie buteische cercando una nuova identità da proporre ed imporre.

Note

(1) Metodo e modelli M. Refraschino (grande libro di mate delle superiori dei butei)

(2) Lezioni di pc Butel 1 spiega a Butel 2 come costruire una pagina web. Senza riuscirci. ed butei tennesciunal

(3) Sognando un Negroni A. Fezzi Bonaccorso editore.

(4) Si veda sentenziosi.blogspot.com : http://sentenziosi.blogspot.com/2006/11/richiesta-le-butele-ovvero-i-butei.html .

A richiesta: le butele. Ovvero i butei coinvolgono le lettrici.

Per dare un seguito ragionevole alla bagarre femminile scatenatasi a commento di un recente post, abbiamo deciso di pubblicare le opinioni del gentile sesso che è stato solito leggerci in questo nostro primo periodo. In attesa di news da Butela1 (la quale non è, comunque, mia moglie né il mio alter ego), mi giunge nella cassetta di posta elettronica un pungente scritto di Porfiria (n.d. Butel2: la quale, mi permetto, potremmo ribattezzare Perfidia).

L'oggetto del pamphlet indaga una delle trasformazioni socio-composizionali che hanno coinvolto gli avventori della Piazza in questi ultimi anni. Pubblicare scritti terzi e prendere le distanze non s'ha da fare; tuttavia, diciamo, non è farina del nostro sacco, ecco. Anche se non nego di essermi domandato anch'io: ma dove sono finiti i "veri" cagoni® ? Quelli original, m'intendo. Che sia stata colpoa dei Butei? E se sì, quali? Non mi dilungo e vi lascio alla lettura dello scritto della nostra dama:

"COME ERAVAMO

Vorrei segnalare [per stratificare la FENOMETASOCIO-LOGIA DELLA PIAZZA (nello specifico, Delle Erbe) ma anche PER NON DIMENTICARE] che una Specie si è estinta e con essa è tramontata la Bèlle époque della piazza dicui sopra. Ovvero: non ci sono più gli stronzi di una volta.

CONTESTUALIZZIAMO:
Apogeo Bèlle èpoque-->'96-2002
SPECIE ESTINTA:
Cagoni

ARGOMENTIAMO (lasciando ai buontemponi il fottuto evoluzionismo dell'eppure buono ma pure estinto Darwin):
La decennale Roccaforte dei Cagoni (discendenti del Duca dei miei Rognoni e della Marchesa del Mignottone, battezzati da discendenti di Re Orfani di Trono da secoli, vincolati da parentele evidentemente incestuose, aggregati a circuiti chiuso impermeabili dal nuovo/plebe che avanza, corporativismo degno dell'Italia dei Comuni...) è stata espugnata senza spargimento di sangue da un'inedita concrezione sociale, dai Butei tutti pacche sulle spalle e "che miina ieri sera vecioo!" e "oh vecchio, Alter dopo, vero?" e "a fighe e cash come siamo messi?" e "per il mio comple, tavolo prestige al Malta, roba seria eh" e "che sboro che ghè! Stronzo, sa beemo? Offre il papi..." e "par mi solo cosa rosa o erba de Lugano, vien fora seratona!" e ancora "vecchio. Femo sciabola?"
Eccesso di citazioni. Rischio di capitolare, quindi
RICAPITOLIAMO: la decennale Roccaforte dei Cagoni è stata espugnata dai Butei. I blasonati cagoni si sono ritirati di buon ordine, incalzati dagli epigoni di Jerry Calà, Franco Oppini, Umberto Smaila and so on...
I cagoni risiedevano asserragliati al di qua delle Mura di Dite (Portoni Borsari, loro Colonne D'Ercole).
Il butellame, abita al di là del Mondo Conosciuto, Borgo Roma-Milano-Venezia, Villaggio dell'Oca (Saval), San Zeno. Può anche riemergere da territori paludosi da poco bonificati (tipo da sessant'anni).

DELUCIDAZIONI/AVVERTENZE:
i cagoni paragonano i Butei ai Ragèes delle Banlieux parigine, ai bolscevichi all'assalto del Palazzo d'Inverno. Liberissima quanto insconscia associazione d'idee. Libera e inconscia non per piètas, ma per deficit neurologico/informativo (dai, nu'gle 'a fanno..).

UN DUBBIO CI CORRODE, IL VENTO DEL SOSPETTO SOFFIA.. SOFFIA: Dove cazzo si sono infrattati i cagoni?? (Hamlet ce fa 'na pippa..)

ENIGMA PRESTO RISOLTO:
Vagheggiano deliranti gli antichi fasti in castelli ingoiati dalla nebbia (e dalle più scrupolose mappe storico-geografiche). Corone di cartaigienica sul capo, vellutati candidi culi posati sulle natie rovine, lanciano malefici ed anatemi della LORO Piazza.

ATTENZIONE:
Siate vigili e accorti.
Ogni anno nella Notte di Valpurga, avvolti dal vuoto infinito (non quello del caro estinto, pure lui, Giordano Bruno) tentano di riorganizzarsi armati di stemmi araldici, tortuosi alberi genealogici, bastoni d'avorio pomellati in oro, al grido di battaglia di: SFIGATI! TREMATE! I CAGONI SON TORNATI!

Si attende con ansia lo scoppio della latente lotta di classe ed il nuovo insediamento nei territori occupati. Frattanto, qualche reduce/esemplare razzola nottetempo (occhi smarriti in volata verso la follia in olimpico e sdegnoso isolamento) nella sua e dico SUA! Mamma Erbe.

Infatti stamane ho calpestato uno stronzo".


Bene, qui si chiude il suo "pacato" intervento. Seguono alcune mie prime e sobrie considerazioni a riguardo della tua analisi:
1-Ok allora la piazza è dei butei ma non è dei butei, perchè apparterrebbe ai cagoni figli di mamma erbe ed è da questi che gli attuali butei (noi e voi) l'hanno recuperata: minchia, ma dove sono stato io? Dev'essere stata una curenta battaglia a colpi di spritz e camicie a quadri all'insegna del folklore! Peccato non esserci stato, mi sono certamente perso l'happy hour più elettrizzante di Verona.
2-Siamo tanto sicuri che non vi sia alcun legame tra i nobili cagoni decaduti e l'attuale pirla col Cayenne, Lamborghini, Z4 ecc.? Cambiano i protagonisti, restano le manie.
3-Hai lasciato fuori Borgo Trento; a ragione: ogni microcefalo che si rispetti vive ancora nel mito di "una casa in centro o, che sò, in Borgo Trento, sarebbe il massimo". Ma ritengo che il cagone, se è vero ch'egli esiste, abbia ben pensato di disertare la città a favore di una comoda e vicina... S.Maria di Zevio, per esempio. (ndr. saluto i nostri lettori di S. Maria di Zevio, so che ne abbiamo un paio: questa citazione è anche per voi. Con affetto).
4-ammettiamo che cagoni vs. butei sia uno scontro di identità; non possiamo dimenticare che, tuttavia, sono due facce della stessa medaglia che spesso e volentieri convergono (es. il tavolo a Le Plaisir: organizzato e pagato dai primi, abusato e scroccato dai secondi).

Immagino che qualcuno avrà da dire o ridire. Accomodatevi, Porfiria è stata avvisata.
E, da quanto comprendo, non penso le dispiaccia. Chi ha parlato di cielodurismo femminile?

07 novembre 2006

La keyword del giorno. E relativo rimedio.

Il comitato redazionale in seduta plenaria, un comitato di veri butei, ergo di veri maschi attempati ed eccitatissimi nella costante ricerca di belles femmes da amare e/o usare per soddisfare i propri repressi capricci animali, desidera fortemente manifestare il proprio allibito stupore nei confronti della correlazione tra il blog curato dai butei di cui sopra e la parola chiave cercata su google, che proiettò il nostro blog nella prima pagina dei risultati, in quinta posizione per l'esattezza.

Trattasi di: "via basso acquar omosessuali". Documentazione allegata a seguire.



Esterreffatti, no comment. Certi della vostra comprensione ma ancor più certi e consci della nostra libidinosa mascolinità, i butei chiamano al complotto. Siamo diventati scomodi, è quanto mai certo.

Butel1 desidera rilasciare una personalissima nota:
"E' a voi che parlo, lettori e soprattutto lettrici, ho infine dovuto assecondare l'uso del pronome inclusivo - noi - utilizzato nel pubblicare la sentenziosa smentita, ma sinceramente, ho sempre avuto qualche dubbio su Butel2. Ad ogni modo, per non insinuare più dubbio alcuno, oggi ho deciso di rilanciare la mia immagine concedendomi una vera giornata da Butel. Segue planning delle mie attività odierne. Saluti, Butel1"

GIORNATA DI BUTEL1
6:00 sveglia che suona
6:15 pompino
6:30 sigaretta caffè e cagata mostruosa mentre si legge una rivista per soli uomini con sega finale
7:00 colazione cappuccino con gnocco fritto e prosciutto
7:30 arrivo del taxi
7:45 Gin tonic all'aeroporto
8:15 jet privato per Montecarlo
9:30 taxi per il casinò
9:45 seduto alla roulette perdere un milione
11:45 pranzo due dozzine di ostriche con una bottiglia di vino bianco a produzione limitata
12:15 pompino
12:30 seduto ancora alla roulette vincere due milioni e mezzo
14:15 taxi per andare in Hotel due Gin tonic
14:30 ingresso nel Hotel più costoso di Montecarlo: pennica davanti alla televisione dopo doccia calda e sega
15:15 escursione in barca con un equipaggio di fiche in topless
16:30 riuscire a fare lesbiche due di loro e masturbarsi mentre si beve champagne e si mangiano fragole
17:00 di nuovo in camera dell'Hotel e farsi fare un massaggio da una Tailandese nuda
19:00 sdraiato sul letto a guardare il telegiornale
19:30 cena, aragosta, Don Perignon del 68 impepata di cozze e grigliata mista di pesce.
21:00 Relax dopo cena con un Augler Cognac del 1789 e una canna di marocchino di prima qualità
22:00 scopare con due diciottenni ninfomani
22:30 scoprire che una di loro e un trans ma fregarsene
23:00 massaggio e jacuzzi
23:45 andare a letto
23:50 scoreggiare 4 o 5 volte e compiacersi della propria puzza
23:55 sentire la tv in sottofondo e addormentarsi grattandosi i maroni.

p.s. mentre vo scrivendo, si sono fatte le 15.15 e devo uscire in barca con le mie ladies, in topless (su poltrone in pelle umana, ecc. ecc.)

06 novembre 2006

Butei reloaded: Butel 3, on board


Butel3..si muove silente sta in disparte ma osserva e conosce molto (tutto?).. mi presento indossando maschere di Fawkes nelle notti Trentine e Veronesi..detto questo avrete presto mie notizie Butel1 e 2

Sentenziosi Uikly

E' arrivato. Quasi. Intanto, il primo numero non è proprio weekly.
Per inaugurare il nostro primo mese (lg. post precedente circa le inaugurazioni ritardate, tanto di moda in questo periodo a Vr), abbiamo raccolto un best of del nostro primo mese di postate: "Remember 1 mese".

Trattasi di un bello e ruspante .pdf (non per niente realizzato artigianalmente con applicativi absolutely free) in cui facciamo brevemente il punto della situazione e ci permettiamo di:
-stabilire una breve cronologia del blog;
-introdurre le new entries e le pending entries (butela1, già in bagarre con porfiria: oh sì, babies, dateci dentro!);
-parlare degli editori coinvolti nel progetto, ergo rivelarvi (come vuole un recente furorino di popolo) le nostre identità*: nomi e cognomi, foto e indirizzi, e-mail e n° di cellulare.

Chi sono i butei 1, 2, 3 + Frut1? Scopritelo** scaricando il .pdf "Remember primo mese" (tasto destro, salva oggetto/destinazione con nome)


*, ** :non si va garantendo la veridicità di queste ultime due osservazioni

05 novembre 2006

Fenomenologia di venerdi 3

Ore 22 Butel 1 e butel 2 come da accordi con la vico 4 entertainment sono in piazza.
Si guardano intorno chi sarà mai upstream? Cercano una giacca verde o una sciarpa rosa o tutt'e due..ma niente nessuna sciarpa nessuna giacca..Molti refrigi neri e altrettanti woolrich.
Butel 1 parte in solitaria alla ricerca di upstream..forse lui sa chi è?Forse vuole depistarmi..forse è lui upstream??
Ore 22.45 due allegri beoti davanti al caffè lamberti accennano alla rissa. Ecco fatto ci siamo che abbiano inizio le danze, penso io. E invece no la rissa è presto sedata niente a che fare con il porgi l'altra guancia contest.
Butel 1 ferma qualche passante ,in una ricerca assennata all'uomo , e domanda informazioni: "Sei upstram?""Cosa ghe?""No no cioè io faccio le promozioni per stream ecco.."(che per altro non esiste più da anni).
Nessuna traccia di up,vico e del contest.
Da qui in poi allo sbando,privi di un obbiettivo,i nostri si perdono in un escalation di fatti e spostamenti senza senso (attenzione non dimentichiamo che il target finale era il buon vecchio alter)
H 24.Amarezza.Troppo freddo per la delusione ripartiamo lesti per il malta white russian d'ordinanza e siamo pronti per l'alter.
H 01. Ancora malta stiamo per partire.
H 1.30 Quasi partiti
H 1.35 Telefonata urlante di butel 8 dall'alter:"ma ndo casso sio???"
H 1.40 Quasi alla macchina
H 1.45 messaggio butel 321 " Passate al lui & lei "
H 1.46 Devaizione
H 1.50 Saluti-pacche-bere-saluti (il gioca jouer si sposta dalla piazza al lui e lei)
H 2.00 Incursione al ptre.Considerazioni:
a) ribadisco come cazz si pronuncia
b) varie ed eventuali.
H 2.00 4.00 sosta al ptre. Su questa fase abbondano gli interrogativi. che cazz abbiamo fatto al ptre due ore??(per maggiori informazioni chiedere all' incommensurabile Butel 0)
H 4.00 Pronti per partire per l'alter.che odissea.
H 4.05 I butei si soffermano un attimo per una breve valutazione sull esatto approccio economico da conferire all'imminiente spostamento.Alter o kebab? Dunque:l'alter per mezzora diciotto euro equivale a 0.6 €/minuti; kebab 3 euro per sei minuti d'intensita, 0,5 euro/minuto. E' subito kebab.
H 4.10 kebab
H 4.16 Rutto.
H 4.30 Tutti a casa.Fallimento. (Butel 8 stiamo arrivando..).

Ad ogni modo presto(prestissimo) uscirà il bellissimo sentenziosi uikly.Non mancate.Ciao.

04 novembre 2006

Sentenziosi inaugura. Dopo un mese. Che volete, ci tocca, è tendenza.

Domani, 5 novembre, il nostro novello e gggiovane blog sull'umile argomento delle serate gggiovani delle nostra fatal urbe veronese (e circa come fuggire dalla ripetitività sociale qui inscenata, salvo poi non esperire per tornare costantemente alla Piazza che magicamente e fortemente ci attrae a sé) compie un mese di vita. Un primo mese, un'opera prima di osservazioni e utopiche fughe.

Ok. E' tempo d'organizzare qualcosa. E che facciamo, festeggiamo l'anniversario? Un'occasione per conoscerci meglio. Per passare del tempo insieme ai nostri lettori, magari allegramente "sprizzando". Cogliendo spunto per ringraziare di lettura&partecipazione vostre.

Macchè! Inauguriamo il blog! La parola d'ordine di questi ultimi mesi a Verona è: inaugurazione. Verona mette al bando e reinterpreata i pluralisti: nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si inaugura. Già, nella nostra urbe scaligera tutto inaugura prima o poi. Riguardo al fattore tempo: i recenti trends estetico-markettari vedono un locale (o un soggetto xxx qualsiasi) concedersi un'inaugurazione anticipata (per poi, magari, non vedere mai più la luce) o posticipata ("Siete caldi, ora?").

Si potrebbe argomentare ampiamente riguardo le ragioni alla base di questa recente politica veronese delle inaugurazioni "ritardate": perchè s'erano dimenticati di farla? Per creare l'attesa? Per fomentare la promenade in cerca di un posto dove scroccare e sbaffare? Forse, perchè il locale è talmente esclusivo che l'inaugurazione è un evento al quale prepararsi psicologicamente?

Si avanzino spiegazioni, grazie. Ad ogni modo, non potevamo né volevamo essere da meno. Da un punto di vista commerciale, ogni inaugurazione è un inizio. Ciò che viene prima, non è. Ne consegue che, ad esempio, al Caffè Porta Nuova abbiamo sinora versato monete a titolo d'investimento per l'agognata inaugurazione. Qui i dettagli. [I butei, ad esempio, non potranno mancare]. Inagura il PTRE, altro esempio, e "il locale non sarà mai più come prima" (ndr. ha cambiato nome).

C'è un'inagurazione, segue un reset.
Inaugurazioni? E mo'basta veramente però!

Per una vera inaugurazione, contestualizzando, dovremmo fare come se tutto questo primo mese non fosse mai trascorso, come se questi primi 30+ post non fossero mai stati pubblicati, come se le vostre visite a migliaia non ci fossero mai state, come se voi butei/butele non aveste mai partecipato alla discussione commentando.

Ma non ci sarà bisogno perchè, hey novità, la Piazza non accetta inaugurazioni. Nel nostro caso, infatti, questo reset tipico da inaugurazione si presenta senza scopo: quali nuove potrà mai portare un'inagurazione? I comportamenti dei gggiovani veronesi sprizzati e piazzaioli che andiamo indagando, resteranno i medesimi del mese precedente, come pure di quello precedente e via. Abbiamo già avuto modo di dire che Verona e la sua Piazza vivono fuor dal tempo, congelati in un bozzolo. Le persone che saranno in Piazza stasera, erano in Piazza anche ieri sera; ed erano state in Piazza il mese scorso. E sprizzeranno allegramente come sempre. Inaugurazione o meno.

Ma noi, un mese l'abbiamo fatto e l'inaugurazione ci tocca. Fa tendenza. E anche noi siamo plenty of news. Sì, scattano le novità.
Il blog dei sentenziosi esce dalle mura cittadine e si "internazionalizza" (passatemi il termine: un butel doc difficilmente abbandona le quattro mura cittadine, un butel considera il Veneto stato membro del Ue). Così ecco la venuta in compagine di Butel3, in esilio a Trento, e di Fruto1 (curatore della rubrica Tuti Frutis) accampato da qualche anno ormai in quel di Udine. Perchè anche Trento e Udine hanno la propria Piazza Erbe. Forse.

E l'aperitivo s'impenna...

02 novembre 2006

Pachanka e controtendenza, ovvero tentativo di fuga 69.

Mentre metà o quanto meno buona parte della Verona gggiovane, domenica sera, si trovava a convergere con modi guasconi al Gate52 per la festa organizzanda Le Plaisir, noi, non senza indiscutibile controtendenza e attirati come due pirla [commento ex post] da una simile inserzione ospitata sul mai troppo declassato 2night.it, ovvero:

"Colori, luci, suoni si mescolano ad un design d'avanguardia, che vi porta oltre il tempo e lo spazio, in un'atmosfera che riporta alla mente gli anni d'oro dei club newyorchesi come il mitico Studio54"

ma soprattutto dalla seguente precisazione, ovvero:

"INGRESSO COMPLETAMENTE G R A T U I T O!!"

decidiamo che, hey hey hey, sia infine giunto il momento di fare le valigie per lanciarci alla volta delle vergini terre della provincia veronese, di cui molto s'è udito e poco s'ha praticato. La rotta è presto tracciata: Soave. Sorge lì, adagiato ai margini di una statale, la discoteca (?) in questione: Pachanka, figlia dell'italianissimo vezzo di edificare i club destinati ad accogliere i gggiovani butei della notte in sperdute zone agro industriali (un'anonimo Viale del Commercio).

Per aver dalla nostra maggior sicurezza, decido che urgono testimonianze preliminari; provo a sentire Butel9, ex dj ed occasionale frequentatore delle lande provinciali: "Pachanka? Ma sito fora? Bacani e basta!". "Ma suvvia, che facciamo: i superstiziosi? Dicerie, dicerie", affermiamo noi più sbarazzini che mai. Ché, diciamocelo, a Verona si parla gran male di questo come di quel locale; e viceversa: i locali che meriterebbe ben qualche cliente, vengono snobbati con leggiadra ignoranza e fervida mancanza di gusto. Forti delle nostre convinzioni, eravamo ormai giunti al parcheggio del locale. S'entra. L'emozione era tanta, capirete, la fuga pareva vicina. Poca gente, in un primo momento. Non promette così male, anche se l'aura kitch era già da ste bande. Ma non s'era delusi, salvavamo un pò il tutto [per il momento, commento ex post]. Ecco cosa ci siamo trovati di fronte una volta entrati:


Non male, in fondo. Ed era gratis, l'ingresso. Ai prezzi più economici, i drinks. Tiriamo fuori il distintivo (non quello da poliziotti, quello da abitanti della città) e facciamo qualche domanda in giro, in particolare alla sexy e ruspante barista. Scopriamo che si tratta della domenica sera, la famosa Fashion Night del Pachanka: "E qui, stasera, cioè è una delle serate migliori e la gente si veste più giusta, diciamo". Diciamo [ma forse è meglio se lo dici solo tu va, commento ex post]. Ora, s'attendeva l'affollamento, il sopraggiungere della promenade della moda e del gusto "giusto", diciamo.
Nel giro di venti minuti, ecco giungere un pò tutto fuorchè la manna che c'era stata promessa pochi attimi prima. S'appressano nell'ordine:
-ragazzi brufolosi con cappellini bboy, pantalone scampanato e scarpe ginniche diversamente assortite;
-attempate trent-quarant-enni alte 1.60 forti di "qualche" chilo in più e visibilmente di biondo tinte o da colpi di sole baciate (in merito vorrei ricordare la domanda di Butel2: "Vanno dal parrucchiere una volta a settimana, giusto?");
-teenie-mignotte con gonne "tutte su pe'u'culo";
-i sempregiovani: avere trenta-quaranta-cinquanta anni e dimostrarne quindici, anche se a noi non pare sufficiente indossare un capo qualsiasi color pastello e ingellarsi che manco in "Grease";
-l'immancabile e sparuto gruppo di fashion victims de no'altri: jeans strappati, camicie a quadri o a rombi o a pentagoni, doppio colletto, cravattoni tirati fino al naso, maglietta della salute a fare fiera spunta di sè sotto la camicia, la giacca è larga, la scarpa è esageramente, mostruosamente a punta (D&G docet); altrimenti è squadrata e il piede ci guadagna "elegantemente" in larghezza: ehi, qui non esistono mezze misure ok? E' la fashion night, loro non Sono alla moda: loro Fanno la moda, alla Discoteca Pachanka di Soave, Verona.
-quelli del "perchè no?": stivali da cowboy pitonatissimo a punto quadra, felpe e tuta
-il must: Mr. 11 colori, jeans in tinta unita escluso; come vi sia riuscito? Misteri [da idolatrare! commento ex post];
-avanti sul leitmotiv sin qui illustrato.

Intanto imperversa già quella musica un pò hip un pò hop e un pò rap e un pò flop che tanto aiuta a lanciare la gente in pista: ecco che le e gli trent-quarant di cui sopra, già battono sonoramente le mani. Pensiamo contestualmente che, a questo, punto il locale sia sopravissuto alla propria utilità per noi e, all'urlo unisono di "Viaaa", decidiamo di levar le tende.
Ma, vi prego, facciamo le cose con eleganza. D'obbligo il passaggio in cassa, Butel2 s'accinge a pagare; non appena ottenuto il mio visto d'uscita, mi fiondo a carponi verso la vettura. Metto in moto e sgommo (per quanto possibile far sgommare il mio aspirapolvere a cinque marce). Butel2 sale al volo con ingresso via finestrino, saltiamo i dossi e torniamo sulla statale (a questo punto mancava lo sceriffo Rosco e la puntata pilota di Hazzard in Soave era fatta).
Questa volta la fuga è stata boicottata dall'interno: meglio fuggire dal Pachanka che dalla Piazza.

Infine, al Pachanka, Discoteca di Soave, Verona, avevamo lasciato questo: