30 ottobre 2007

Who Killed Butel2?

Vogliamo davvero credere alla versione ufficiale dell'accaduto?

Può un uomo di grande esperienza come b2 cadere per mano di un infausto bicchiere di spritz?

La pista del subdolo avvelenamento non regge signori miei, qui c'è del torbido.

Chi ha ucciso laura palmer butel2?




Nessuno si senta tranquillo.

Nemmeno te b1 che hai appena acquistato una multiproprietà alle Cayman con i proventi della biografia del povero b2; o te fruttone che hai già preso accordi in via sotteranea con alcuni editori per far diventare sentenziosi una succursale di Rumore..

Ho ricevuto diverse pressioni da ambienti istituzionali per non pubblicare questo post, rifiutando anche la scorta messami cortesemente a disposizione dalla "ghe da darse srl" (sede legale: piazzale antistante allo stadio).

Rimango fermo nel proseguire questa battaglia, consapevole che molte teste
verranno sacrificate sull'altare della Verità.

butel2 vive.

28 ottobre 2007

Biografia di Butel2, Una verità scomoda.

Uscirà domani, in tutte le librerie, l'autobiografia di Butel2 - curata da Butel1 - basata su reali testimonianze del defunto

"Un libro atteso e commovente. Al contempo una prova di lucida analisi storico-sociale della realtà scaligera e una recherche tesa a liberarsene. Un must per ogni Butel, anzi, per ogni ggiovane veronese e non solo!"
Vittorino Andreoli
Inoltre, sempre domani, alla Fnac di Via Cappello alle ore 18.30, si terrà una breve presentazione del libro assieme a Butel1, Fezzi, Upstream, Andreoli, Smaila e Andrea Riello.
L'autobiografia si intitola "Butel2, Una verità scomoda" e contiene gli scritti inediti di Butel2, la sua biografia curata da Butel1 (di cui qui pubblichiamo una sintesi) le foto, i pensieri e il racconto dei suoi amori piccanti.

biografia di Butel2

"B2 Nasce a Verona il xx/xx/xx , trascorre gran parte della sua esistenza tra il Caffè Malta e Piazza delle Erbe, convinto che non ci sia alcun mondo migliore al di fuori della piazza o la possibilità di costituire un diverso tipo di mondo. Seguace di uno stile di vita semplice e attento alla Regola Mona.stica (bear-magnar-gussar-darse) B2 aderirà presto alla parrocchia dell'alcool (15 anni circa) preferendola alla parrocchia della droga ma frequentando in maniera trasversale quella del sesso. Il suo cursus honorum è di tipo classico e si svolge prevalentemente al bancone del Caffè Malta concedendosi anche delle escursioni in Sottoriva 23 per gustare l'assenzio di butel730.
In seguito alla decadenza dei fasti Maltesi inizierà l'egira dello stesso, accompagnato dal fido B1, alla ricerca di una nuova mecca. Giunto dapprima presso i lidi di via Roma 33, in seguito approda brevemente a Riva Mancina un bar da lui stesso definito "Un trust di Beoti, coglioni e puttansuore, per altro un microcosmo molto rappresentativo di Verona" per trovare infine la via della Piazza e convergere definitivamente dapprima al caffe Mazzanti e in seguto, dopo la chiusura di quest'ultimo, si dividerà equamente tra Osteria Verona, Anselbloom e Lamberti.
La fase rilevante della sua formazione alcolico voyeristica avviene fondamentalmente nel periodo Maltese, qui assimilerà alcuni importanti concetti del poseur lifestyle (il dress code, il rapporto simbiotico col bancone, la parlata sbiascicata, i saluti, le strette di mano all'ultimo sangue, ecc).
La stagione del Malta, tuttavia, durò un solo lungo anno. B1 e B2 e il bancone ormai erano una sola creatura, in questo periodo i due futuri Sentenziosi avevano sbrasileggiato più di chiunque altro in quel locale e probabilmente in tutta Verona.
Nel suo diario B2 circa quel periodo annota queste righe: "... Eravamo delle vere celebrità a quel tempo. Ci conoscevano o ci riconoscevano tutti. L'happy hour se non arrivavano i butei si chiamava semplicemente hour. Ricordo poi che ad un certo punto tutti chiamavano B1, per il suo portamento maestoso, il principe e la gente quando passava diceva: "Hai visto c'è il principe... sai chi è?" "No!" "Ma come no! Lui è il personaggio di Verona! Cioè."
Butel2 invece in quel periodo era conosciuto anche come il playboy. Conosceva tutte le pheeeghe e nessuno a Verona se ne era quasifatte tante come lui.
I fasti maltesi verranno interrotti dall'avverso provvedimendo delle telecamere in ZTL.
B2 commenta così nel suo diario il 17/5/05 a poche settimane dall'entrata in vigore dell' ammenda: "... Ieri sera, al Caffe Malta oltre a me e B1 ci saranno state al massimo altre 10 persone. Non più di due settimane fa eravamo almeno 100 giovani, forti e scalpitanti al bancone del Bar ad implorare don Max di servirci il suo nettare divino. Questa maledetta storia delle telecamere sta portando scompiglio, il movimento si sta spaccando ognuno sta prendendo la sua strada, butel21 mi ha addirittura rivelato che lui sta pensando di ritirarsi dalle scene."

"Seguirà un lungo e angoscioso periodo in cui B2 e il suo fido compagno di sbronze passeranno a rassegna tutti i locali del centro in cerca di una nuova casa per le loro serate, partendo dallo Square passando per il Cappa, poi ancora sperduti attraverso Via Roma 33, l'M27, Riva mancina, ex Bukowski, Ptre, Lui e Lei, Madonna Verona fino a toccare il fondo con le frequentazioni notturne del circolo dei rejetti meglio conosciuto come la Vecia Veronetta.
Qui si consuma l'episodio che coincide con l'apice della tensione nonchè della disperazione dei butei. Prima accettati poi respinti in tutti i bar delle elites veronesi ai futuri Sentenziosi non rimane che rifugiarsi in questo covo di animali notturni.
Uno dei pochi locali veronesi ad essere aperto fino alle 4 questo spazio sporco, oscuro, lugubre e angusto raccoglie in se puttane (di nuovo?), spacciatori, fancazzisti e cattosquatter. Proprio in questo teatro, i butei, troppo eclettici, per quest'ambiente postconservativ al seguito di una serie di lotte intestine con gli abituè del posto metteranno in atto una rissa storica. Un avventore della Vecia Veronetta, un pezzo grosso della Verona da bere noto come il pusher a causa del suo giro di spaccio, ne rimarrà mortalmente colpito. Butel 1 e 2 in qualche modo scappano."

La prima fuga dalla terra natia.

"Adottati e presi sotto la sfera protettiva di Frut1 a Udine, i Butei in terra friulana scopriranno che è possibile bere molto più di quanto può fare un veronese medio, che l'americano è più buono se ne viene ordinato a multipli di quattro per ciascun bevitore e che lo spritz nulla può nei confronti del potentissimo Negroni.
Ma soprattutto, è qui che i butei acquisiranno la tecnica fondamentale per raggiungere lo stato di supersbronzo di terzo livello. Chetate le acque e sotto nuove spoglie i butei tornano in terra natia. Dopo pochi mesi dalla loro dipartita lo scenario è completamente cambiato.
I bar di riferimento della Verona da bere furono soppiantati dalla Piazza, seguendo la teoria della migrazione inconscia teorizzata dal dott. A. Fezzi in "Sognando un Negroni", i ggiovani, la gggentechepiaceallaggentechepiace, i Maltesi si erano d'un tratto trovati uniti e accasati in Piazza delle Erbe.
Quindi non più un locale, non un punto di riferimento ma molteplici locali, molteplici realtà, molteplici punti di riferimento tutti uniti in unico grande movimento: lo spritz, l'aperitivo lunghissimo, l'alcol.
Tascorso un anno di serate passate in Piazza a spritzare allegramente. Ritrovato finalmente un certo equilibrio, i butei si accorgeranno di essere definitivamente prigionieri della Piazza, ovvero di non trovare nessuna soluzione migliore ai comportamenti e riti dell'aperitivo/serata in Piazza per approcciarsi alla vita. Uno schematismo esemplare che riconduce tutto il flusso degli eventi e della socializzazione a 4 semplici fasi.

1) saluti (reciproco riconoscimento)
2) pacche (a.Positive. Gli individui si piacciono e si compiacciono. Si creano legami più o meno duraturi - max 15 minuti- b. Negative. La rissa. Scatta la lotta per il dominio della specie)
3) Alcol (socializzazione estrema. Aiutati dall'alcol due o più butei tentano di portare la conversazione oltre i 15 minuti)
4) Balla (ubriacatura estremizzata. Si tenta di raggiungere l'Immanente. Le conversazioni trascendono il reale. La realtà si colora di confini puramente ideali)*.

Ricongiunto così il molteplice all'uno i butei finalmente ritrovano l'armonia, per almeno un lungo anno (05-06) passato a spritzare e a sottoporsi ai grandi interrogativi universali (dove vanno le pheeeghe dal lunedì al giovedì sera? Chi pensa per le pheeeghe? Ma soprattutto perchè le pheeeghe hanno sempre un drink in mano e i butei no? Indi per cui, natural conseguenza, chi paga i drink delle pheeghe?).**

Anche questa felice fase dell'esistenza di Butel2 sarà presto conclusa. Al termine di un lungo e interminabile spritz durato un anno la voglia di sapere lo porterà a domandarsi di nuovo. Esiste qualcosa oltre lo spritz, oltre la piazza a Verona? Queste due semplici domande lo porteranno a fondare con Butel1 l'ormai celebre blog Sentenziosi.

Sentenziosi nasce appunto da un accellerazione ipercritica del pensiero originario dei Butei ovvero: la Piazza è bene. Ma poi? Che cazzo c'è da fare? Pochi infatti sanno che il nome iniziale del blog era Scettici e non Sentenziosi ma la fase scettica, durata circa tre giorni, verrà presto sopraffatta da quella ipercritica e da qui Sentenziosi.
Mentre nella fase scettica i Butei, disarmati prendono atto dell'immutabile realtà scaligera, in quella sentenziosa dopo averne preso atto iniziano a esprimerne una severa critica pur rimanendo piazzaioli, del resto l'alternativa alla piazza per Butel2 non esiste o non è stata scoperta ancora (periodo nero, nerissimo).
In un secondo momento dopo i primi sei mesi del blog Butel 1 e 2 cercano di allontanarsi dalla piazza alla scoperta realtà nuove e altrenative, ma il destino avverso li spinge malevolmente indietro all'ombra della colonnina dell'Osteria Verona (periodo grigio, va un pò meglio ecco).
L'ultimissimo periodo, sempre più critico, li vede fuggire non solo da Verona ma addirittura dall'Italia. Il pensiero è sempre più radicale, il buteismo è forse morto. Nessuno a Verona e in Italia sembra più aver voglia di uberdivertirsi, di portare ad essere le proprie serate alla stregua di vere e proprie opere d'arte (periodo fucsia o dannunziano).
Seguirà guindi un percorso vorticoso tra Parigi, Londra, Berlino, Tokyo per poi fare ritorno a Milano che però verrà così etichettata dallo stesso Butel2: "Milano è la discarica di tendenze più grande del mondo. Se si esclude il design per tutte le altre arti inclusa la nightlife a Milano si respira solo ed esclusivamente tutto ciò che è già stato fatto a Londra, Berlino o New York."

Sull'ultima fase della vita di Butel2 abbiamo poche notizie. Scomparso dalle scene da ormai qualche mese pare che si sia ritirato in zone depresse e isolate convinto di aver già visto tutto quello che si poteva vedere e di non aver più nulla da dire.
Queste le ultime parole scritte sul suo diario: "Tutto è già stato fatto. Alziamo i calici, brindiamo alla fine del mondo"

Muore assassinato il 10/10/07.

* N. Abbagnano, Butel2; Antologia del pensiero filosofico dei Butei. Ed. Paravia
** V. Lenin, Butel2; Pheeghe, Che Fare? Pubblicazioni Iskra.

27 ottobre 2007

Berfi's 2007 e 2Night.it

Aggiornamento
Un commento dettagliato sugli ultimi venerdì trascorsi al Berfi's, non è esattamente illuminante: nel senso che nessuno qui si è sorpreso.
(fine aggiornamento

Ah, se tutti fossero Sentenziosi anziché copywriters
Discutiamo flyers e promo delle discoteche, prendendo un caso di studio.

Premessa
Di qualche settimana fa (prima della morte di B2), secondo il famoso assunto scaligero "Verona: new season, same shit", la decisione di Sentenziosi di non tornare più sui vetusti luoghi del delitto (recensioni delle solite discoteche / bar a Verona), salvo nuove aperture o casi straordinari quali il recente Old and Veshio.
Pardon. Salvo nuove aperture, casi straordinari e 2Night.it, portale di riferimento del giornalismo della notte nostro idolo di casa che - siamo sicuri - anche per la stagione dei divertimenti (e che divertimenti...) 2007-2008 saprà spalleggiarci quale ghost suggester e proporci nuovo esilarante humus per eventuali considerazioni semiserie. E poi, non saprei dirvi perchè, c'è questa cosa che io mi sento dentro, che lo stesso staff di 2Night.it ogni tanto passa a darci una letta e si fa pure quattro risate. Magari seguite da altrettante imprecazioni, ma sono inezie.

Per dirla con Veltroni, "Noi quest'anno non parleremo del Berfi's di Verona, no, noo! Ma anche sì!". Se poi te le vengono anche a servire... questa la promo su 2Night.it per sabato sera

berfi's verona


Manage a trois. Bene.
Che dovrebbe essere la versione napoletana della celebre pratica del ménage à trois della quale i più esperti e fortunati sanno e godono. Al limite, avete presente Jules et Jim (Giull'e Gimme, nella loro versione)? Ammetto che in un primo momento la cosa aveva pure funzionato, pensavo ad una brillante operazione morfologica. Poi mi si sono aperte alcune strade che ovviamente non potevano(?) essere percorse:
- Maneggio a trois: tre equini cagano di gusto al Berfi's, sono evidentemente dei critici di livello
- Mannagg' a trois: tre napoletani incazzati si insultano per li porchi perchè non sono entrati al Berfi's
- Manate a trois: tre napoletani cretini se le suonano per li porchi perchè sono entrati al Berfi's, e non gli piace
- Mannagg' a Truà: la discoteca gioca al tiro al bersaglio con Truà, mascotte rumena dell'evento

Ora, o qualcuno a 2Night non sa fare il proprio lavoro (sicuramente non è così) o il Berfi's potrebbe considerare di farsi ridare i soldi della sponsorizzazione. E constatando che abbiamo appena preso le parti del Berfi's, questo post si autodistruggerà tra 5 secondi.

Professione copywriter
Ma è il minimo. Se è vero che tutti nella vita siamo quotidianamente operatori marketing (di noi stessi), dal momento della prima specchiata, della scelta dell'abito, sino alla chiavata serale cum pubbliche relazioni coi butei "Cioèèè mi sono fatto una guarda...", non è invece vero che tutti siamo copywriter, ok?
Quando il Berfi's di Verona incontra la costola veronese di 2Night, questa ovvia considerazione si perde nei meandri dello scarico dell'ospizio degli ottuagenari. Il Berfi's inaugurò negli anni '70. "Notti modaiale" "il pubblico più esigente" "in consolle solo il top" "special voice" "stupenda serata"... sono fossili delle promo di quegli anni, è evidente.

Il flyer ovvero la ridu della disco vecchio
Negli anni ho compreso che dietro alla genesi di 'sti cazzo di bigliettini si nascondono strani processi decisionali. Es. "Mettiamo il nome del dj o del dj set?", "Scriviamo super serata o one night fashion?"
Vogliamo capire o no che per comunicare con (e magari invogliare) la gente occorre magari fornire un approfondimento, ad esempio almeno il genere proposto? I flyers migliori girano a Parigi e Londra (non tutti, per carità), sono delle piccole guide alla serata e offrono quelle info che il non frequentatore apprezzerà e utilizzerà per compiere una scelta. Al Batofar - discoteca su di un battello ormeggiato sulla Senna - la sera X suonano hip-hop e altra negratia. Se non lo sai e ci finisci e sei Butel2, ti tagli le vene [e infatti è morto]. Ma ciò non può succedere [però è morto lo stesso, che vuoi], perchè il flyer e il sito aggiornatissimo, ti evitano spiacevoli disinformazioni.
Da noi si punta ancora troppo sul visual e poco sulle info, secondo me, fallendo in parte nella comunicazione (nel suo etimo classico). Per me questa promo è aria fritta, e non poche volte ho sospettato che i locali ci campassero sopra (noooo).

Chi nella vita (giustamente) dei dj proposti in una discoteca se ne frega di brutto brutto brutto eh e semmai sceglierà di orientarsi secondo il genere o il tipo di playlist proposto, leggere di: "Simone Ciuffo, Ricky Montanari, Criminals, Cincill, Ricky Sixchic, Paolo Bolognesi, Henry Pass" (quest'ultimi due sono anche nomi più o meno rinomati), Pinco Pallino e Joe Munnezza (questi ultimi due me li sono appena inventati, ma non è escluso possano esistere), può o non può strappare il volantino e, se magari gli girano pure le palle, augurare il mal di pancia a chi non l'ha avvertito del pericolo sbobba una volta entrato? La domanda è retorica ovviamente.

Uno dei pochi pregi della rivoluzione MySpace consiste appunto nell'etichettare gli artisti secondo genere e relative influenze. Agevola parecchio una prima scrematura, precedente l'ascolto, evita "fregature", ci guadagnano tutti. Come utente di discoteche in questi ultimi anni, ho sempre avuto l'impressione che in Italia a questa parte, alla centralità della musica e relativa promozione "corretta", sia riservato un ruolo secondario, anticipato anzitutto da flyers dall'impatto visivo accattivante ma privi di contenuto funzionale ad altro se non al "brand": ovvero a tutte quelle cose che nell'ambito della nightlife non esistono o non dovrebbero esistere.

Ad ogni modo, per non dimenticare, trovate tutte le recensione della Discoteca Berfi's qui

26 ottobre 2007

Epitaffio di Butel2

"Non ha ragione d'esser scolpito. L'epitaffio di Butel2, il ragazzo ha le spalle robuste, se la caverà. Ah, è già morto? E come? Beh… questa poi. Io lo scriverei. Sono d'accordo" (Butel3)

Qui giace Butel2
epitaffio di Butel2
Verona me genuit, Londra rapuere, tenent nunc
Forum Herborum: cecini spritz, nox, butei.

p.s. omaggia B2 anche BombaNelCulo.com
courtesy of Bombanelculo.com

24 ottobre 2007

Addio Butel2

Abbiamo cercato di contenere la notizia ma non ci siamo riusciti, non volevamo crearne un fenomeno pubblico ma oramai già lo è e a noi non rimane che confermare i tristi eventi. Butel2 è morto e i Sentenziosi, commossi, si raccolgono attorno all'amico defunto.
E' trascorsa ormai una settimana dalla sua scomparsa, avvenuta Mercoledì 10 Ottobre in circostanze misteriose sulle quali le autorità stanno ancora indagando. Le ultime ipotesi sostengono sia stato avvelenato da uno spritz offertogli da un esercente offeso da una delle sue controverse recensioni.
Butel2, in verità, ci aveva già abbandonato da tempo, Butel2 si era autoesiliato alla ricerca di una nuova identità, per sè, per il blog, alla ricerca di nuove tendenze da screditare, locali da infamare gggiovani da parodizzare. In un ultimo tentativo di riavvicinarsi a quel mondo che non riusciva più a capire, nella sua pazza fuga dalla piazza, è morto, assassinato.

Le sue ultime parole sono state: "Spritz like a star.. Spritz like a star.."

Sentenziosi, ancora sconvolti dagli avvenimenti e riuniti per le commemorazioni, danno il via ad una settimana a lui dedicata, tutti i post sarranno perciò firmati con il suo nome.


Ciao Butel2, ciao. Vogliamo ricordarti così.

23 ottobre 2007

Trabant - Teatro Miela,Trieste

Aggiornamento
Michele dei Trabant ha gentilmente replicato alla recensione del Fruttone:
"Attento perchè quella biondina che tu chiami phighetta è la MIA RAGAZZA ha un nome e non mi piace che venga chiamata così.
distinti saluti
michele(chuk)"
[Avvio modalità suocera]
Occhio Frut, se ti becca chuk so' cazzi, ah beh, quella è LA SUA RAGAZZA, SUA ok? No dico, ma che hai pensato Frut, di poter dare della pheeghetta a tutte le ragazze che non conosci? Ma guarda te, guarda...
[Termine modalità suocera]
Bene. Al concerto non ero presente. Non conoscevo i Trabant prima della recensione del Fruttone. Nemmeno mi piacciono troppo, ad essere onesto (ma tal'è, de gustibus). Saranno anche delle grandi rock stars(?) dalla nomea internazionale(?). Sicuramente, ora so perchè l'album si chiama Music for Losers. Magari considerare un cambiamento in Music from Losers, eh?
La capacità di certo pseudo-artistame italiano di ergersi sopra lo spirito (ggiovane) comune presenta una stridente dicotomia: da un lato m'incute mesta indifferenza, dall'altro so di averne bisogno perchè è dannatamente divertente.
Butel1 - Fine aggiornamento


Trabant ieri. Appena sentito nominare questo gruppo, come non pensare subito alle autovetture in lamiera cartapesta del popolo tedesco che sfrecciavano per le vie della Berlino dell’est cercando anche di tanto in tanto di sfondare qualche check point con la speranza di lasciare il regime autoritario sovietico? Chiaramente tentativi vani, s’intende, anche se con i motori di questa vettura, due tempi da 25 cavalli (roba ridicola) riuscirono ad attrezzare piccoli aeroplani ed oltrepassare il muro. Surreale.
Trabant oggi. Lasciando alle spalle il passato viviamo il presente e pensiamo al futuro, parlando dei Trabant, band triestina pronta a fare breccia nella scena musicale italiana con un sound energico dai testi ironici e gggiovani.

La band: i Trabant


trabant

Nell’ultima agenda avevo già parlato di questa formazione come di ”una band pop, dalle sonorità orecchiabili anche se pur loro come la maggior parte delle band dello scenario indie non fanno mancare all’appello quel pizzico di new wave e sonorità electro-groove che permettono di scatenare le danze tra la calca degli spazi sotto il palco[…]. Speriamo che il loro electro-pop dal tiro molto rock possa essere vincente[…].
Ho buttato sul fuoco una vasta quantità di generi musicali convinto che mescolandoli e shackerando il tutto potesse uscire il genere del quale i Trabant si fanno portavoce. Durante il concerto ho avuto seri ripensamenti a riguardo, qualche dubbio insomma ma anche delle conferme. Oramai definire un genere musicale è impresa sempre più ardua per cui si preferisce stabilire un paragone con questa o quella band caposaldo di quel genere, all’interno della musica internazionale attuale. Per non rischiare di confondervi le idee fino al punto da affiancare il nome dei Trabant a quello dell’orchestra di Raoul Casadei, mi rifarò ad alcuni confronti (se poi capite, capite, altrimenti ‘zzi vostri).
Quando leggo su Blow-up la definizione p-funk ma soprattutto indie-fashion, vuol dire che non siamo alla frutta ma all’ammazza caffè, sta messo male il giornalismo di settore, figurarsi voi poveri lettori che vi fate traviare (lo sapete che è così, dai).
I Trabant dopo un inizio di carriera indirizzato verso il genere dub, con il passare degli anni e delle mode hanno dato al loro sound una piega diversa portando la loro musica verso un genere rock per gggiovani.


Rock per ggiovani, consigli per l’uso
Rock costituito di sonorità che istintivamente ti portano a ballare ma soprattutto a far danzare le pheeghe. Ottima mossa guys! E’ la chiave di volte, segnare, prendere nota: se non c’è pheega… non ci saranno mai i butei.
Il Trabant sound richiama molto quello dei Rapture, quello dei Q And Not U, anche quello dei nostrani Disco Drive con un pizzico dei Tre Allegri Ragazzi Morti.
Il concerto è stato un’operazione di mercato per lanciare il nuovo e primo disco ufficiale della band. Per festeggiare l’uscita dell’album con una major più o meno “importate”, il tour parte nella propria città (Trieste) dando vita ad un evento che ha spinto il popolo triestino fuori dalle proprie case ed a radunarsi al teatro Miela per una serata piena di energia positiva e sano divertimento.


trabant concerto teatro miela trieste

Frut1 mesto si è presentato ben pettinato e profumato con l’intento (e la speranza) di limonare-duro, sotto il palco, con le fans in delirio e qualche groupie che o per droghe o per alcol lo avrebbero potuto scambiare per il leader della band.
Ovviamente nulla di tutto ciò accadde. [ndSentenziosi: mh… aspetta aspetta… dov’è che l’ho già sentita questa?


Domande, per avere certezze
Alcune domande mi assalgono ed ingarbugliano tra loro quei pochi neuroni rimasti nel mio cervello:
1) quindi questi Trabant avranno (un giorno) successo? Oppure li vedremo in una puntata di Meteore condotta dalla coppia Mastrota-Merz, per poi rivederli sparsi per reality con lo scopo di rilanciasi come hanno saputo fare Dan Harrow e Sandy Marton? [ndSentenziosi: Sandy,chi?].
2) Inoltre, perché ovunque io vada mi trovo lo Scuola Furano (il pelato dei due) affianco e per giunta con il solito berretto in testa? Ma se lo leverà mai quel capello oppure ci va pure a dormire?
3) Vuoi vedere che neanche a Trieste trovo una girl che mi si concede con impudicizia?

Aspettando delle vvvibrazioni pppositive e conferme dal quartetto triestino, arriviamo al nocciolo della questione:
4) Ma alla pheega piace ‘sta musica o amano solamente la disco-music ed i revival anni ‘80?
5) diamo poi voce al lettore medio, soprattutto: ”Frut1, ma al concerto di ‘sti minchia di Trabant c’era pheeegaaaa??” Rispondo subito e velocemente: , c’era pheega, eccome. Conclusione logica: se la pheega c’è, la serata è okay.

trabant live Qualche adorabile fanciulla* del Miela


Concerto
Già verso le dieci c’era quasi il tutto esaurito, l’affluenza al teatro Miela era incessante e costante, continuava ad arrivare gente e nell’arco di un’ora l’interno del teatro era gremito.

trabant trieste
Tutto pronto per il concerto, si spengono le luci e tastiera e chitarra danno il via alle danze. L’intro ricorda molto i Pink Floyd in Echoes; poi i Trabant, messa da parte la loro vena psichedelica, si svelano per quello che sono: una band indie-rock carica di energia [ndSentenziosi: se vabbè, ridatece Blow up]
Il pubblico è coinvolto, danza e canta. Uno stuolo di fanciulle che mi circonda (ricordo che sono bello faccio u modello) sembra conoscere tutti i testi mentre Frut1 e lo Scuola Furano si limitano a boffonchiare qualche strofa ed a muovere le spalle, tanto per non sfigurare tra la folla femminile in delirio. La band tiene bene il palco interagendo con il pubblico e scherzando.

band trabant
Il concerto prende un’ottima piega, le canzoni e le musiche sono convincenti e l’aria si fa palpabile d’effluvi. Atmosfere new age, shanti shanti. Che dire? Ottima performance per un gruppo sul quale non avrei scommesso neanche un euro. Anche perché l’avrei utilizzato per pagarmi una birra.






Trabant after party
Finito il concerto dei Trabant, la serata al teatro Miela continua con dj set, bancone del bar è preso d’assalto fino a tardi, poi la festa continua al Tetris fino a tarda notte.
Frut1 ha abbandonato presto i festeggiamenti con i tedeschi della Germania dell’est e parcheggiati i Trabant si è immerso in una festa universitaria privata in un appartamento non lontano dal teatro.Santa miseria puttana, segnare SUBITO in memo: riprendere a frequentare i festini universitari! Tanta pheegaa, tutta sbronza ed arrapata nonché disponibilissima non l’ho vista mai, ok? Aggiungiamo che era tutta concentrata nei soli 100 mq di casa e vi farete un’idea dell’effetto sandwich-arrapao. All’urlo di ”voglio solo limonare, limonare, limonare”, “com’è bello far l’amore da Trieste in giù”, mi trasformo nel Patrick Batemen di American Psycho: desiderose (= vogliose) ventenni, fate spazio, I’m the right man for this job, ok?
Quantità e qualità, quantità e qualità. I Trabant? Ah sì, bravi bravi [fuori onda: e chi cazzo sono adesso i Trabant?]

(*) al nostro usale termine pheeghetta abbiamo dovuto ovviare con un'espessione sobria e "non offensiva" a causa di sollecitazioni da parte del fidanzato della ragazza bionda fotografata da quel maniaco di Frut1.Tale ragazza sembra avere un nome,quale esso sia non ci è noto,ma sta di fatto che per noi della crew rimarrà sempre e comunque un pheega.Sorry guy.

20 ottobre 2007

Gardaland

Gardaland

Se "non esiste mondo fuor dalle mura di Verona", è pur vero che a due passi, esattamente a Castelnuovo del Garda, esiste il Pianeta della Stronzata, in gergo Gardaland. Qualcuno mi ci portò all'età di 6 anni. Il pretesto ancora rimbalza nella mia testa: "Sai Buteleto1, a Gardaland TUTTI si divertono, quel posto è stato costruito apposta perdiana". Pregai quel qualcuno - uno dei miei padri adottivi direttamente dall'Argentina - di non farlo mai più, o sarei diventato gay. Ci riprovò l'anno seguente, attaccandomi alle spalle dannazione, e nuovamente lo pregai di non farlo mai più, ché avrei preso in ipotesi di diventare donna per dispetto. Lo rifece e io ci ricascai.
Oggi, dietro le quinte di Sentenziosi, mi chiamo Cessica e di recente mi sono sottoposta ad un'operazione di ri-attribuzione chirurgica del sesso.

Gardaland che bellezza
Tutto è dannatamente trash in quel posto, alcun cm quadrato del parco divertimenti Gardaland si salva da quell'asfissiante aria yankee "oh sì che bello me sto a divertì con la famiglia wow questo sì che è spendere bene il proprio quality time [altro concetto yankee da cestinare nell'immediato] madò che soddisfaziò ", intendo proprio tutto a cominciare da quella declinazione mongoloide del Gabibbo che è l'odiosa mascotte Prezzemolo, sino all'ultimo degli ottovolanti che annualmente si rinnovano ma visto uno visto tutti, passando per bar e ristoranti a tema, ecc.
Io sono un settaro anagardalandista: opino che l'esperienza a Gardaland vada consumata - perchè va consumata, uno deve sapere e provare un po' di tutto naturalmente - una tantum e in età adulta, fermiamo il protrarsi della violenza su 'sti poveri bambini (Telefono Azzurro-Sentenzioso c'è)

Ho detto Gardaland una tantum, una tantum!
Ma come sempre qualcuno esagera. Fateci caso c'è da una tripletta d'anni circa 'sto fenomeno curioso di questi ggiovani nostrani che prendono d'assalto Gardaland per i soliti motivi di diporto e svago ("Superseratavecchio", mica cazzi) in orario serale, dalle 20 in poi (credo ci sia un biglietto ridotto). Ma che è?
La cosa qualche stagione fa assunse estensioni talmente endemiche che la Piazza si svuotava dopo l'aperitivo per riempirsi nuovamente dall'una in poi, dove quell'ora di differenza dalla mezzanotte di chiusura di Gardaland si consuma interamente nella coda Castelnuovo del Garda - Verona creata dagli sballati anzi sballatissimi(?) avventori. C'è chi sceglie di pagare comunque l'ingresso intero, tanto il giorno dopo sarà ancora lì.
Mi è sempre sfuggito il perchè di questo successo serale di Gardaland, ma infine ho isolato una serie di plausibili motivi, tutto dominati da un unico leitmotiv:
a) l'ebbrezza di vomitare cena e frattaglie in faccia al rompicoglioni del sedile davanti (motivo condivisibile tra l'altro)
b) la ricerca del nuovo, nello specifico di un motivo per vomitare alternativo a quello usuale. Es. di tale comportamento nuovo:
B1: "Sei sbronzo?"
B2: "No, ma a testa in giù vomito bene lo stesso grazie"
c) stimi e rispetti, ti piace il vomito in generale
d) sei bulimico nervoso
e) il revival della gita delle medie, dove ti fai le prime tipe e sbronze vomitando di gusto o per la sbronza o per il suo apparecchio ricolmo di fauna/flora batterica e non

Noi qua a Wonderland che ce ne facciamo di Gardaland?
In quel periodo giravo in Piazza col fucile come uno sceriffo - sceriffo a Verona in tempi non sospetti - pronto a sparare a vista ai sedicenti ribelli del divertimento indotto a suon di giostre di Gardaland e puntalmente pronti a menartela che "l'è na figada vecio". Non so se quello fosse il massimo, nemmeno potrei mettere la mano sul fuoco e dire che quello è il minimo perchè a Verona ne salta sempre fuori una zioskan. Hey, noi qua a Wonderland che ce ne facciamo di Gardaland? Nel mio immaginario (comprovato dal reale) la gita a Gardaland si assesta sui binari della monotonia. Esempio di serata a Gardaland:
B1: "Ti stai divertendo?"
B2: "No"
B1: "Sei sbronzo?"
B2: "No"
La dimostrazione scientifica vi è stata presentata dai nostri laboraduar.

19 ottobre 2007

Atomic Bar - Milano

Continua la guida ai locali milanesi. Dopo il Gasoline Club, Plastic e Sottomarino Giallo, parliamo di:


Atomic Bar

atomic bar milano"A suo avviso gli Atomic sono tra i migliori scii in circolazione e Frut1 scende per le piste di Bormio solamente con ai piedi i suoi affidabili Atomic rosso fiammante. Bene. Di queste considerazioni fuori luogo possiamo e dobbiamo fare a meno e Frut1 può e deve tornarsene tra la candida neve sperando un giorno di emulare il suo idolo di sempre: Alberto Tomba, probabilmente l’unico uomo che in quanto a capacità di espressione/articolazione verbale annaspa agli stessi (imbarazzanti) livelli".

Dopo aver svelato ai lettori di Sentenziosi che Frut1 come ogni buon italiano medio si fa l’inverno a Cortina o Brunico sciando con la sua tutina attillata estremamente anni '80, possiamo tornare sui nostri passi e focalizzarci sull’argomento del post: l’Atomic, uno dei locali top della Milano by night.

bar atomic milano(grazie MilanoTonight, grazie)

L’Atomic bar è sempre stato un punto di riferimento per gli appassionati nottambuli milanesi, che lo affollano con divertita assiduità. Ha aperto nel 1994 gustando degli ultimi, ma proprio ultimi residui della cultura paninara ed ha imposto subito un nuovo modo di concepire il clubbing milanese appropriandosi del ruolo di locale underground, adatto per conoscere, socializzare ma anche solo per bersi una buona birra in compagnia. In fondo devo dire che è tutto sommato qui, più che altrove, che trovate la Milano multiculturale, unconventional e soprattutto libera dai comuni schemi. Per quanto ve ne possa fregare, s’intende.

Locale decisamente small, arredamento vintage poiché tutto al suo interno ha quell’aria di vissuto anzi consumato: dal divano peloso alle poltroncine lacere, dai tavolini appiccicosi (c’è gente seduta li’ suo malgrado dal ’94, condannata ad aver di fronte la stessa birra che ovviamente non si stacca) alla poltrona da parrucchiere dal design anni '60 che dici "Ma che c'azzecca?" eh c'azzecca, c'azzecca. Tutto ciò infatti è inserito in un ambiente psichedelico ed a tratti underground per via dell’illuminazione tenue e delle pareti dipinte da un affresco/murales che riproduce la scena di un picnic, o meglio, la preparazione di un picnic in uno scenario di quiete agreste (il colore dominante è il verde erba appunto) post esplosione nucleare arricchitto dalla presenza qua e là di simpatiche donnine in atteggiamenti sadomaso.

locale atomic di milano


Non è sicuramente un locale chic e curato nei dettagli, come ci si potrebbe aspettare in questa Milano ‘07 che fa del design il suo marchio di fabbrica. All’Atomic tutto sembra recuperato da qualche soffitta (e magari tutto è recuperato da qualche soffitta...) non permettendo alcuna collocazione storica del locale bensì mostrando un passaggio, un'osmosi tra le epoche e le mode passate che hanno caratterizzato la seconda metà del ventesimo secolo.
Il locale prende vita, mostra il passare degli anni tra le sue pareti che hanno visto e sentito i cavalieri della notte passare di lì durante le loro scorribande notturne [ndSentenziosi: "cavalieri della notte" e "scorribande notturne"? Addio amico, addio]. Credo che un locale per essere bello ed esprimere/esplicitare qualcosa ai suoi clienti debba avere un’anima: l’Atomic ha un’anima.
Lo frequenti e ti senti a tuo agio, a dispetto del numero talvolta esagerato di avventori e dello spazio per muoversi sempre sacrificatissimo. Del resto il locale si riempie in fretta, non é certo grande, ma anche stare in piedi non é male, permette di lasciarsi trasportare dalla musica e dal divertimento che vaga nell'aria come Ambi-Poor nel cesso.




L’Atomic presenta un ingresso che sembra quello di qualche bisca clandestina o club privè ed ha una pianta a T. Entrando si ha sulla sinistra il bancone, qualche tavolino ed agli shaker un paio di ragazze nonché un ragazzo forse brasiliano sosia 100% di Basquiat


recensione atomic bar milano


che continuerà a guardarvi in modo ambiguo e lascivo, mentre in fondo (la testa della T) trovano posto una pista da ballo rialzata con il banco del dj nonchè due salette laterali alla dancefloor molto intime ed accoglienti.

Gggente da Atomic Bar di Milano
Una clientela simil-Plastic ma meno melodrammatica, del resto buona parte di questa nel weekend dopo una birra e due chiacchere si dirige al Plastic, Frut1 e Butel1 compresi. Vi trovano poi posto i disadattati (vd. punto 7) e gli infiltrati, coloro che nel marasma fighetto-alternativo hanno deciso che basta frequentare locali e avventori della siffatta e confondersi sostando a 30cm da questi, per essere fighetto-alternativi tramite trasfusione d’identità, finendo ovviamente per essere la ciliegina del cluster "sfighetto-disalternativi = tamarri".

Avvertenze atomiche
1) come ogni club alternativo milanese i bagni sono piccoli e tremendamente lerci. La gente entra per pisciare e torna accompagnata verso l’uscita da uno spazzino. O con l'ebola.
2) i cocktails sono discreti e molto alcolici
3) il parcheggio: scordatevi di trovare un posto auto in zona, conoscete la parola mai? Ecco, sappiatela applicare ora: mai!
4) la birra è buona ed economica
5) i drink si consumano solo dentro il locale, fuori si fuma soltanto. Poiché non è una legge scritta, deduciamo che è una legge non scritta (per esclusione, insomma)
6) c’è un buttafuori, salutatelo ma non occorre lasciargli monetine nel bicchieri, anche se so già che vi farà molta pena ma non è un mendicante. Sto parlando di questo, qui in coppia con B1


eventi all'atomic bar di milano

Azz, ho oscurato quello sbagliato dei due!

Atomic Bar: programma
lunedì: miscela di suoni che vanno dal post rock all’indie più smaliziata. Senza scordare origini(70s-80s) e futuro prossimo venturo.
Martedì: la bella chitarrista delle Bambole di Pezza, sale come ogni martedì dietro alla console dell’Atomic Bar per deliziare e sconquassare il suo pubblico. Non aspettatevi un dj set di quelli canonici, quanto piuttosto un diluvio di chitarre incendiarie punkeggianti e classici indie rock, ma anche electro se necessario.
Mercoledì: serata Whatever, animata dalla brava DJ S/HE, che propone una selezione musicale imprevedibile. New wave, punk, indie, brit-pop, altri suoni ed electro fulminante. Atmosfera londinese assicurata. Che vuol dire tutto od un cazzo.
Giovedì: Super Party [ndSentenziosi:Super Party?] volto a portare le atmosfere dei migliori club indie del globo, brani rock, indie, electro-wave e dance che ognuno di voi [ndSentenziosi: noi perdenti?] non si stancherebbe mai di ascoltare.
Venerdì e Sabato: i dj-set variano molto a seconda degli ospiti che si alternano in consolle durante la stagione.
Domenica: serate speciali per gggente speciale e curiosa

Conclusione
Se nella Milanodabbere nulla dura per sempre – come gli amori tra diciottenni - l’Atomic bar di Milano è l’eccezione della regola: è impermeabile alle mode, resiste da anni immemori in quantità e qualità, si dice addirittura da prima che Sentenziosi inventasse il “Fare serata vecchio”, ma pochi sopravvivono per raccontarlo.
A nostro avviso è ancora il must per il pre-serata e il post-aperitivo: ci si passa verso le dieci, forse dopo, e si inizia con la prima parte della mina (poi tutti in taxi, in fondo ci siete anche venuti col taxi, al 90%) per poi calarsi nei panni del clubbing man.

17 ottobre 2007

Mostre a Verona - Selezione di mostre a Verona, in corso

Nuove mostre a Verona con la Giornata del Contemporaneo

"Senta, Nitsch, ci spieghi perchè ha mollato la
filosofia superomistica per l'arte contemporanea..."

Butel1


In questo post Verona sfoggia inattese tinte contemporanee e Sentenziosi intervista un artista contemporaneo quotatissimo. C'è poi un filmato truculento, non adatto a tutti.


terza giornata del contemporaneo


La Terza Giornata del Contemporaneo
Quando il Fruttone mi sottopose un inusuale itinerario artistico per sabato 6 ottobre con destinazione varie gallerie d'arte a Verona città, ammetto un primo lievissimo sussulto di sorpresa. Oltre, il nostro mi spiegherà che a Verona capita quindi questa giornata dedicata all'arte contemporanea, appunto la Giornata del Contemporaneo. Ammetto un altro sussulto, questa volta meno lieve. Già, ci sono delle mostre a Verona, nuove, fresche. Frut1 ormai sa come prendermi per la gola, tant'è che si riserva il piatto forte sul finire: tutto ciò, è coordinato da Maurizio Cattelan, mica cazzi. I sussulti ormai sono diventati vere doglie. Specifica inoltre che il progetto vede collaborare diverse gallerie della città che presentano alcuni protagonisti recenti e meno recenti dell'arte contemporanea. Il Fruttone prosegue nel suo serrato racconto, la sua passione sembra sincera e accorata, di lessema in lessema sento di potergli donare tutto il mio corp... ehm tutta la mia fiducia. Non si ferma più. Massì, prendimi Fruttone, fammi tuo a suon di Cattelan.
Vola la fantasia perchè tutto ciò, lo ricordo, sta per capitare a Verona, dove - non fosse per Palazzo Forti e tre-gallerie-tre del centro - a momenti l'arte contemporanea rischia di fermarsi a sputi d'autore quali quelli visti ad ARTsenale (risparmiatemi il sequel, pietà!).

Collettivismo, va un casino in questo periodo
A questo punto sono le ore 15 di sabato 6 ottobre e sinora so - tramite la mediazione del compare - che la Giornata del Contemporaneo è un altro esempio di quella voga recente del collettivismo artistico, inteso o come produzione artistica di gruppo o, ed è questo il caso, come mostre e opening collettivi con l'intento massimo di valorizzare un'idea centrale intorno alla quale enucleare tutto il progetto. Per la Giornata del Contemporaneo organizzata da Amaci il tema è evidentemente l'arte contemporanea più recente, sdoganandola al pubblico magari tramite un open day: cioé le gallerie di arte contemporanea fanno sistema e presentano il medesimo giorno ognuna un artista e invitano chiunque a visitarle, un'offerta al pubblico, l'accesso è libero.

L'accesso è libero
Dice: "il che è un bene, no?" Certo. Peccato non serva praticamente a un cazzo. Se le statistiche ci raccontano di una libreria (e ho detto libreria, il tal posto dove puoi acquistare o sfogliare dei libri, non Fiera di Campionario della Saggistica Modernista Inglese dal 1910-30) vissuta dal cittadino medio quale luogo di cultura elitaria, figuriamoci le gallerie d'arte. Specie d'arte contemporanea. Guarda, quasi quasi rido un attimo. Haha. L'ho fatto.

La fonte
Ancora vivo il mio personalissimo shock anafilattico. Mi sento in colpa come una colf che rompe un vaso in casa dei propri "padroni" quando questi sono fuori casa e mimetizza tutto, forse sono stato prematuro nel mio giudizio in toto negativo su questa città, sui suoi usi e costumi. Insomma, se Cattelan s'immola per la pearà, qualcosa sta cambiando, ci siamo, sì, prossimi ad un'epocale svolta sociale. Parte il countdown. 5-4-3... hey, chi è che rompe?
Frut1: "Tieni, ho letto tutto qui".
E mi porse L'Arena. 0,1 secondi dopo, il sordo tonfo delle mie membra che impattano a peso morto contro la pavimentazione si amplificano per l'ambiente circostante.

L'Arena
Che senso può ricoprire questa testata nell'arco di un'esistenza intelligente? E ci tengo a sottolineare che maturai tale giudizio dopo averla sfogliata ben due volte, ovvero una più del necessario. Bacchettiamo il Fruttone, eh eh, che "nobili" letture son quelle? Non prestai attenzione a quell'articolo strappato, strapazzato e ripiegato scientificamente con l'ausilio di credo MacGyver, quindi ora non so davvero SE L'Arena spacciò la cosa come fenomeno circoscritto a Verona o SE il Fruttone la interpretò così o SE io sia uno di quegli inetti sveviani che amano costruirsi castelli per aria. Faccio finta di niente e serbo intatto il mio entusiasmo. Anzi va', gioco d'astuzia e sicurezza: per raddoppiarne le scorte, mi faccio un Jack Daniel's (Tennessee Whiskey aaaalright), comunque vada sarà una grande giornata di arte contemporanea.
Dopo una veloce chiamata col Sentencephone in quel di Torino, dove una vecchia conoscenza di arte vive e lavora, tutto torna alle dimensioni che ci si addicono: inutile dire che l'evento si dispiega su base nazionale e che per questa edizione si è deciso di coinvolgere anche i piccoli centri. Il trashometro inizia a picchettare. Cameriere, bis! Eppure le premesse per una certa qualità ci sono (ed ex post, confermo che c'erano, ottima iniziativa).

L'itinerario dei Butei
In effetti erano diverse le gallerie che avevano aderito all'open day, con mostre a Verona e fuori città. Ergo, o ci dedichi svariate ore di una giornata oppure due al massimo, soppesando a dovere gli artisti. Certo, se a quel punto gli artisti li conosci magari... Allora piuttosto soppesi le gallerie. Ah non ti dicono niente pure quelle? No problem, vai a caso, tanto l'arte contemporanea rivaluta massimamente il ruolo attivo dello spettatore, sei autorizzato a fare un po' come cazzo ti pare, vai senza remora, sei tutti noi, campioni del mondo, campioni del mondo.
E' ovviamente la classica "fregatura" dell'arte recente: chi saranno mai, gli autori di queste opere? Sentenziosi non sa, non dice: se non sono inseriti in alcun canone, se non fanno notizia, evidentemente un Hado Luna non è che vi possa dire molto (e ora naturalmente salta fuori che è il n°1 del movimento tal dei tali).

Manco fossimo al Mc Drive, noi prendiamo:
-un Hermann Nitsch alla Boxart in via dei Mutilati, col ketchup magari, tanto a questo piace il sangue;
-una personale di Pierluigi Rampinelli alla galleria Scala Arte in via Cantarane
-una gita a Palazzo Forti per spulciare tra la permamente L'Infinito oltre lo sguardo, "originalissimo" titolo che rivisita un tema vecchio come il cucco (per fare un paio di paragoni giornalistici, l'articolo dal titolo "X? No grazie" o la sempre celebre infrazione al codice poetico "Ed è subito X")
-e, senta, aggiunga pure una Out of true alla Byblos Art Gallery (che magari l'ha pure spacciata per novità ma ha in cantiere quella mostra da un po', appena dopo la debolissima mostra sulla Street art curata da Alessandro Riva)

Hermann Nitsch - Boxart
Uomo oltre la provocazione, tra i tanti l'austriaco di Vienna classe '38 era l'artista maggiormente quotato, e la galleria ha un'ottima tradizione. Hermann Nitsch in mostra a Verona, comunque sia, non è una cosa che si vede tutti i giorni. Anzi, è un evento piuttosto raro, molto raro, visto il calibro del personaggio, massimo esponente dell'azionismo austriaco. I dettagli a seguire.

Opera con due-tre variazioni stilistiche, anche se ovviamente il filone "provocatorio" è quello che maggiormente salta all'occhio e rischia di essere l'unico che s'imprime nella memoria, sicché se un giorno qualcuno ti dovesse chiedere "Conosci l'artista Hermann Nitsch?" con molta probabilità gli risponderai "Chi, quello che sgozza/trucida/dipinge col sangue?".


giornata del contemporaneo

Vabbè, lo sviluppo plausibile della discussione, siamo pure sempre a Verona, sarebbe il solito ovvero "Sì sì quello" "No guarda, non me lo ricordo. Comunque darei due colpi a quella pheega lì" "Anch'io vecchio" "Grrande vecchio, spritz?" ecc. ma ora non importa.

Chi è Hermann Nitsch?
Di cose da dire sull'opera del viennese, ce ne sono un bel po':

-Hermann Nitsch insieme ad altri è il fondatore del cosiddetto azionismo viennese o Wiener Aktionismus che chiama al centro il coinvolgimento completo del corpo (azione in questo senso) e che, come rivela l'espressione, paga anzitutto un debito nei confronti del movimento d'azione più celebre della recente storia dell'arte nonchè della storia dell'arte in generale: l'action painting, movimento statunitense che si esaurisce prematuramente intorno al '58-'59 alla scomparsa della star principale Pollock (ovviamente suicida, per questi arte=vita, gente leggermente "complessa"), nonostante l'attività proficua pure di De Kooning e altri. Succede così che negli anni '60-'70 nasca l'asse INSOSPETTABILE - chi MAI c'avrebbe scommesso una lira? - New York-Vienna, che ovviamente è più che altro un asse virtuale ma di fatto c'è un trasporto di idee da una sponda all'altra e Nitsch e compagnia si mettono d'impegno a lavorare sul loro orientamente, poco culturale e molto pragmatico.
-le sue azioni si fondono naturalmente con la sua tecnica, ma di più le sue azioni sono al contempo forma e contenuto
-a proposito di azioni e tecniche, Hermann Nitsch è definito esperto del truculento: soggetti/attori trafitti, tele insanguinate, interiora di animali, animali sgozzati, pomodori, frutti spappolati, "ed altri liquidi organici sui quali è meglio non indagare", che talvolta - meno male non è questo il caso, avevo l'Armani nuovo zioskan - vengono spalmati o gettati addosso ad alcuni dei partecipanti all'interno di quel suo Teatro delle Orge e dei Misteri. Ovviamente il tutto va visto in chiave e simbolica e provocatoria, di liberazione e "catarsi"(?), tutto si collega poi al tema del mistico, del sacrale.


hermann nitsch verona

-il passaggio a Verona è si raro ma non così casuale, in passato s'instaurò una sinergia col veneto Francesco Canz e l'artista ha pure una residenza dalle parti
-dominano la mostra gli Schüttbilder ovvero le tele versate, di dimensioni variabili ma in genere piuttosto grandi, con tinte del rosso sangue e diversi collage di tessuti (ad esempio t-shirt), tele che trasmettono anzitutto molto nervosismo, inquietudine, "violenza e sacralità"
-ai piedi delle opere ci sono delle tuniche. Boh, che ci fanno lì? E qui veniamo alla sua declinazione dell'azionismo: azioni sono le sue performance artistiche (sono presenti video e foto che documentano il tutto) una sorta di sabba rituale di tortura (tutto è finto, ovviamente - o così ci auguriamo) durante il quale l'artista e i suoi collaboratori con indosso delle tuniche bianche si dilettano a fare i boia macellando/tagliuzzando/infilzando gli animali, ma abbandonandosi pur al massacro sugli uomini magari crocifissi per l'occasione che al termine gronderanno di sangue e saranno figurativamente morti. Il tutto al ritmo di un orchestra ai lati. Quando queste azioni prendono forma in musei e gallerie, ovviamente intorno l'audience passa e ammira, ed è in genere un evento di "classe", nel senso che girano abiti da sera, a due passi dalle pozzanghere di sangue. Decisamente singolare, sarete d'accordo.

Difficile da capire, se non lo vedi
Attenzione: ASTENERSI ANIMALISTI E IMPRESSIONIABILI DI OGNI SORTA. Va invece benissimo per chirurghi, satanisti e fan di Marilyn Manson:






-le sue Aktionen durano anche 24 ore, e sono numerate progressivamente, nel 2002 la 111 a Napoli è durata dal pomeriggio all'alba. Lo spettacolo completo e più lungo - una sorta di peregrinazione cristiano-messianica che sfocia nel dionisiaco - è durato 6 giorni!
-evidentemente questi artisti passano oltre l'action painting perchè richiamano a sè l'assoluta importanza di una performance eloquente
-anche se poi c'è una serie di opere più "pulite", "vecchia maniera", che questa volta sì strizzano l'occhio all'action painting, più che mai direi

giornata del contemporaneo verona

-presente anche una delle sue opere più famose, una sorta di rivisitazione dello studio vitruviano di Leonardo in chiave replicativa [ndSentenziosi: B1 esci da quel corpo, esci da quel corpo!]

hermann nitsch azionismo viennese


L'artista viennese - che usualmente dimora in un castello in Austria, era presente in galleria anche al nostro arrivo nel tardo pomeriggio, vecchio, sboldro e barbone.


hermann nitsch

Poteva fare tre cose nella vita: l'artista, il barbone, il vecchio porc... ehm il filosofo. Resta un dubbio sulla prima. Scherzi a parte, lui è lì alla Galleria Boxart di Verona che borbotta con gli "esperti" (dialoghi peraltro da registrare: mai capito con quale titolo e merito saltino fuori sedicente esperti d'arte, mah) ma infine trova cinque minuti per concederci una rapida intervista.

Sentenziosi intervista Hermann Nitsch
Che roba, eh? Partiamo per una mostra a Verona e ti finiamo con intervistare la star della giornata. Ottima cosa; sulla carta. L'intervista termina dopo 40 secondi.

B1: "Senta Nitsch, cosa l'ha spinta ad abbandonare la filosofia di fine ottocento per la pittura?"
Nitsch: "TU KOSA DIGE?"
B1: "... voglio dire, lei un giorno di poco oltre cento anni fa annuncia che Dio è morto e allora siamo tutti liberi di costruirci nuove scale morali ogni giorno, il tempo in fondo è un eterno ritorno del medesimo e l'uomo è la sorgente di tutti i valori e delle virtù della volontà di potenza e c'è la possibilità di fare domani tutti quanti gli oltreuomini, sputa in faccia prima a Socrate e Platone, a Schopenhauer e Wagner poi... certo... ma ad un certo punt0 lei molla tutto e si mette a fare dell'azionismo, cosa ci può dire a riguardo?"
Nitsch: "TU VA FAKULO!"
B1: "Grazie mille per il suo prezioso tempo e occhio ai cavalli. Vabbè che lei li sgozza"

-Il paragone Nitsch-Nietzsche, comunque, non è nemmeno tanto campato in aria e va oltre l'assonanza, penso soprattutto all'ebbrezza dello spirito dionisiaco perchè "Nelle descrizioni sul progetto del Teatro di Nitsch, infatti, c’è [anche] un elogio alla bellezza delle vigne e al loro accompagnare i bevitori all’ebbrezza della sbornia". Secondo Nitsch tali performance teatrali “orientate psicanaliticamente permettono al dionisiaco di irrompere all’esterno del nostro inconscio, aree soppresse di impulsi interiori sono rese visibili. Queste azioni con carne, sangue e animali macellati scandagliano il nostro inconscio collettivo”.

Mostra promossa, se l'arte non sa più essere provocatoria che gusto c'è?
Come inizio, questa Giornata del Contemporaneo può dirsi ok. Questo di Nitsch non è il nostro gusto, ma l'evento ripeto è piuttosto raro, lodevole. Vediamo che ci riservano queste altre mostre a Verona.
Riguardo all'arista. Nitsch è un grande e "vero" arista? O un grande provocatore? Oppure un malato di mente, perchè uno che si mette a giocare gioiosamente col sangue mica è normale, no? C'è poi l'opzione quattro: un venerando rincoglionito che abita in un castello e che scambia la passata per vernice e che ama la carne cruda perchè per questioni di diabete non può cucinare e si da il caso che gli stiano pure un po' sul culo le persone, tutte.

Ricordo altre due cose:
a) la quantità dei libri e compendi critici vari dedicati all'opera dell'artista, molti e con indagini tematiche disparate, non avrei mai detto che 'sto barbone - questo è, tu lo vedi e pensi che faccia il barbone - godesse di tanta attenzione internazionale, invece il Frut mi conferma che Hermann Nitsch espone in gallerie di tutto il mondo.
b) la biondissima gran pheega sui 20 figlia della moglie del gallerista/dipendente/amico insomma la figlia di una che era inserita lì e allora tutti si conoscono e un tripudio di presentazioni e... niente, se il Frut la becca in giro da sola quella - dopo il rischio bava già consumatosi in loco - è a forte rischio "ciò che resta, dopo la bava", garantito. Quando compie i 25, tocca a me. [Bwuahhaaahaah] Ok, ricomponiamoci, merci.

Continua al post successivo

16 ottobre 2007

Agenda eventi

Aggiornamento*

Sentenziosi segnala (e consiglia) alcuni eventi infrasettimanali:


Mercoledì 17 ottobre - Teatro Miela di Trieste

Location prestigiosa che ha già ospitato artisti come Liars, Pan Sonic, Mouse on Mars, vedrà sul palco i Trabant in un concerto per festeggiare l’uscita del loro primo disco. Chi sono i Trabant? E chi li conosceva prima dell’altro ieri (nel senso di domenica). Qualcuno definisce la loro musica “party oriented”, che vuol dire tutto e un cazzo. Più nel dettaglio, la rivista Blow Up li ha paragonati a una moderna versione dei Lipps Inc. Sono certo che ora è certamente tutto chiaro. Giornali di merda…

Sono fondamentalmente una band pop, dalle sonorità orecchiabili anche se pur loro come la maggior parte delle band dello scenario indie non fanno mancare all’appello quel pizzico di new wave e sonorità electro-groove che permettono di scatenare le danze tra calca e gli spazi sotto il palco. Mercoledì giocheranno in casa, a Trieste, lanciando il loro primo album “Music 4 Losers” sperando che il loro electro-pop dal tiro molto rock possa essere vincete, a differenza del titolo affibbiato all’album. Frut1 sarà presente alla serata per vedere un po’ di pheega, giustamente.






Giovedì 18 ottobre - Cuore Milano (*)

Riapre il bar Cuore,locale situato nel vivo quartiere di Porta Ticinese(via San Giacomo Mora).Un concentrato di ultimo design e arte contemporanea arreda il Cuore rendendolo una vera e propria vetrina di stile metropolitano e l'apologia del design d'interni.Vi consiglio vivamente di farci un giro,se non per fare l'aperitivo almeno per vedere l'arredamento del locale e salutare "la Sere".





Giovedì 18 ottobre - Rocket Milano

Il giovedì del Rocket è un appuntamento fisso per gli amanti della scena underground alternativa milanese, sicché è molto più alternativo non andarci. Però la serata merita (quasi) sempre: ogni settimana salgono sul piccolo palco del Rocket band o djs che sanno il fatto loro. Giovedì 18 è la volta dei Lesbians on Ecstasy che animeranno la serata nel piccolo e grazioso club di via Pezzeotti 52 con il loro electro-funk. [ndSentenziosi: sssì-sssì rrragazzo, più 2Night, più 2Night se possibile!] [ndFrut1:ormai scrivo come quelli di 2Night...che tristezza]





Mercoledì 24 ottobre - Hollywood Milano Bugged out!

Torna all’Hollywood di Milano la serata Bugged Out con in consolle il berlinese Boys Noise apprezzato nelle dancefloor di tutto Europa e pronto per brillare insieme alle altre stelle dell’electro-music quali Daft Punk, Justice, Simian Mobile Disco. Eccellente remixer, ora con un infuocato prima album molto clubbin’. Che il sound tedesco – già ribattezzato in tempi non sospetti da Butel1 “Le acciaierie tedesche” - sia pronto alla ribalta dopo l’egemonia francese degli ultimi mesi?

White Russian

Impressioni di metà ottobre, tra un white russian e l'altro

White Russian?
Con imbarazzante puntualità, manco bevessimo orologi svizzeri, nuovamente inaugurata la grande stagione del white russian. Tra i tanti e idioti, un rito questo che Sentenziosi sempre accoglierà a braccia aperte, mani unte e palle sudate per l'emozione e l'ardore. Come un diciottenne che fa all'ammore con la propria prima ragazza, ed è molto figa.
Scordate quella ciofeca del negroni, spazzato via con vis da quel mix esatto di "vodka, liquore al caffè (Kahlua o Borghetti), panna: e via, verso quell'ebbrezza che ci scalda el core e l'alma", al contempo bomba calorica e bomba alcolica, il white russian è il drink autunno-inverno ufficiale della Maison.

white russian

Chi non assaggia un buon russo bianco in questo periodo, conduce un'esistenza confusa. O è iscritto a Scienze della Comunicazione, vale contestualmente come causa e jolly alle proprie sfighe.

"Inaugurazioni vecchio!"
"Secondo il 99% degli utenti della notte con una higher education, le inaugurazioni di una discoteca sono delle stronzate" (fonte. Sentenziosi.com, da una statistica che mi sono appena inventato).

White russian a parte, è pure ottobre, siamo ai soliti blocchi di partenza per la maggior parte delle discoteche, delle serate, delle situazzzioni. Abbiamo già riferito riguardo l'Old and Fashion presso La Scala. L'inaugurazione. Il vernissage di una discoteca veronese, momento di estremo non-sense, una questione esclusiva quanto una corsa in autobus da via Tombetta verso stradone S. Fermo, l'Eldorado del presenzialismo, strunzata d'a strunzat. Chi ha bazzicato Piazza Erbe questo venerdì anche per cinque soli nanosecondi come i qui presenti, sa.
Citando nuovamente il sottoscritto (questo non è un post autoreferenziale e comunque mi appello al Quinto Emendamento), l'attesa creata da un'inaugurazione discotecara scaligera è pari alla "magnetica" suspence esercitata da una puntata di Lost ovvero alla suspence indotta dal proprio russare, sapendo di essere dei russatori.

Amarcord
-scoprire che non è vero che l'unica costante è il cambiamento: bere nel fine settimana è sempre importante. Sbronza significa capire meno e/o capire diversamente. Dalle nostre parti ciò rientra nei bisogni primari, nemmeno Epicuro saprebbe negarlo.

-sentire quella trentenne/tardona di turno che alla domanda "Vieni su?" [trad. "Verresti anche tu per caso a ballare presso la discoteca Alter Ego, sita in cima alle Torricelle?"] risponde "No cioè stasera non ce la faccio, non combino", rischia di metterti di fronte al fatto compiuto che il Caffè Lamberti non sia un bar bensì una macchina del tempo, e che il barista preparando un negroni sbagliato abbia intrapreso uno sbagliato e basta, nota miscela che infrange le regole spazio-temporali resettando il tutto al 1992. Eh sì, si sentiva proprio il bisogno di una rimpatriata all'Alter Ego delle nostalgiche indolenti mandrie di cariatidi

-sentire la contropartita "Vieni giù?" [trad. il corrispettivo piano dell'andare su, ovvero "Mi accingo a recarmi a ballare nella discoteca Berfi's, sita nella ridente Zona Agricolo Industriale", che se non ti piace la discoteca, trovi a due passi a tutte le ore un commerciale della Bauli che ti vende un pacchetto di brioches], pronunciata in genere da qualche giovanissima che cerca di trascinare uno o più uomini "pé scarrozzà le pheeghe da portà a l'inaugurazione" - nulla di più semplice del resto, hanno gioco facile: "Vien..." e 0,2 secondi dopo sono tutti davanti alla finta coda chilometrica, senza ausilio di macchina del tempo - ti riporta per un attimo coi piedi per terra. Esattamente lì lì per pestare una merda

-parlare con alcuni pr della nnotte ggiovane non può più dirsi la ciliegina sulla torta, ormai sai come vanno certe cose, ormai sai che queste persone frequentano un mondo tutto loro fatto di pacche, strette di mano, meta-auto-esaltazione e bbella ggente, sicchè quando per la sesta volta piace loro ribadire che "Heeeeyy vecchio, non puoi mancare proprio tu!" perchè da un lato è nuova la situazione (a ridaje) e dall'altro hanno rinnovato la discoteca (wow), piace a te pensare che in effetti potresti anche anche in fondo in fondo rischiare di mancare e continuare a gustarti il white russian di stagione coltivando il tuo nulla in un angolo anonimo ma gentile

-sapere che essere mancato di proposito a tutte le inaugurazioni non ti rende un uomo migliore, ma certamente non ti peggiora. E comunque tu hai Mastercard, cazzo te ne frega...

-accennare ad un paio di leggeri risi d'espressione quando l'indomani alcuni fedelissimi ti riversano il proprio sdegno per l'esperienza traumatica subita nei loculi di cui sopra, perchè "è il momento che questo sporco lavoro lo faccia qualcun'altro, porcavaccamiseriaputtanascuoiatissima a te Butel1 de merda!"

-scoprire che i pericoli esogeni che attentano alla tua salute non sono solo quelli materiali, sicchè non è con l'alcol che ti fotterai il fegato o meglio non direttamente tramite le tue proprie razioni alcoliche: il Butel2 Tonight Show è un condensato di cretinaggine adolescenziale da Übermensch, laddove l'idiota è semplicemente troppo sbronzo, traendo nell'occhio del ciclone pure l'audience che bocceggia di minuto in minuto per l'immane sforzo di contenimento del riso

Conclusione
Fatevi un white russian in più, lasciate perdere le inaugurazioni: da che mondo è mondo sono delle stronzate di mendace qualità, da snobbare sempre e comunque. Salvia siano esse vernissage artistici o il battesimo di fuoco della professione di una pornostar svedese (o comunque non dell'est).

12 ottobre 2007

Milenasong - Villa Zamboni, Valeggio sul Mincio (VR)

Concerto di Milenasong - Villa Zamboni

villa zamboni verona
Oltre a piegarsi spesso a novanta per esigenze dell’ammmore, Sentenziosi – o parte di essa (eccomi, Frut1) – sa perfezionarsi a 90° anche nei riguardi del divide tecnologico: da un po’, stiamo coltivando una serie di amicizie sul social network MySpace. Qui diversi utenti – per lo più gruppi, s’intende - ci informano di continuo sugli eventi proposti sul territorio locale, nazionale e, massì, pure a livello mondiale: a cavallo tra stronzata e perditempo, e comunque “Grazie per l’add!”, MySpace talvolta si merita l’elogio del word to mouth. Sentenziosi dall’alto osserva, pianifica, intraprende, camaleontici ci nascondiamo e da buoni osservatori non ci facciamo sfuggire nulla e ‘sto cazzo di MySpace oramai è un canale in più, anche perché abbiamo talmente tanto tempo libero che oltre a pensare a noi stessi ci facciamo anche i cazzi vostri, anzi ce li stiamo già facendo, che credete. Sto parlando con te, non far finta di nulla, lo so cosa hai fatto la sera del… [ndSentenziosi: del? Quel che si dice un incipit efficace].

Torniamo a noi [ndSentenziosi: no no, torniamo a te: del...?]. L’altro giorno controllando i messaggi in bacheca, noto che un’amica veronese ci informa del concerto di Sabrina Milena in arte Milenasong, un evento promosso da L'Ammucchiata presso Villa Zamboni a Valeggio sul Mincio. Inizio a pensare e meditare su questa proposta: [ndSentenziosi: oddio no, no! Inizia la lista della spesa del fruttone. Addio… (bang-bang)]
a) ho bisogno di una pheega altrimenti impazzisco
b) cazzo la peperonata a pranzo mi è rimasta sullo stomaco, senti qua che rutti al peperone, terribile, mai più!
c) ah si, concerto
d) mmmh Villa Zamboni a Verona, la location mi intriga e immediatamente nell’esiguo spazio di neuroni compressi nel vuoto pneumatico della mia zucca, si fanno strada magniloquenti congruenze: Villa = “robba che conta” = “robba che conta” = “gggente che conta, insomma villa” = ci deve essere per forza della pheeega, eh!
e) senti qua, ho lo stomaco a pezzi e poi mi scappa pure la cacca. Spero che al cesso ci sia ancora “Chi”! Non riesco ad espletare senza leggere le notizie offerte da quel pettegolone di Signorini. Ovvero, come coltivare merda al quadrato.
f) Valeggio sul Mincio, e dove è? Vi andavo da piccolo a mangiare i tortellini, ricordo vagamente che è vicino al Lago di Garda ma… come si fa ad andare ad un evento a Valeggio, cioè io viaggio alto non sono mica quella persona che va a fare serata in paese, cioè
g) Milenasong, diamo un primo ascolto alla sua proposta musicale. Non sembra male, il sound è bbuono, lei è pure una bella pheega (una mezzosangue, slovena di origini norvegesi… una sicurezza gli incroci del genere). Aggiungiamo per giunta che le artiste mi arrapano a prescindere: Milena oltre ad essere una musicista è pure una pittrice!
h) che faccio, ci vado o non ci vado?

La seduta in bagno è portatrice di consigli: vengo a sapere che la Chiatti se la fa con Arca e la Chiabotto intende fare sul serio con… insomma non c’è fine alla mediocrità, salcazzo se non posso fieramente recarmi alla mia fottuta serata mediocre a Villa Zamboni.

Ora occorrono rinforzi:
1-
Telefono. 2- Caccia al partner per la serata. 3- Chiamato Butel2 ed aver ricevuto un immediato NO, era giunto il momento di andare sul sicuro, Colui che non potrebbe mai abbandonarmi in una così precaria e anomala serata: Butel1, anzi Pres. Butel1. Dove Pres. sta per IL Presenzialista.
Frut1: ”Vecchio, concerto stasera?”
Butel1, grattandosi ampiamente i tripli maroni: ”Yeeoowwn… concerto?”
Frut1: ”Sì vecchio, concerto a Villa Zamboni a Valeggio sul Mincio”
Butel1:”Ora aspetta, aspetta, ci penso ancora un secondo, ancora un attimo davvero, hey non avere fretta, ok? E' una decisione difficile, ho sentimenti contrastanti io, mi stai dando troppe responsabilità tu, sono sotto pressione, non so cosa fare, oddio se solo avessi superato tutte le mie insicurezze in questi anni, dammi ancora un attimo, si ci sono quasi, ecco che arrivo…
…NO [aggiungere pernacchia da terza media]!”
Frut1: ”No?”
Butel1:”Certo, ora ti potrei dire che è un duro colpo e che quando arriva arriva e lo devi accettare, MA la verità è che non me ne frega uno stracazzo, perché stasera sono fuori con una pheega [aggiungere esplosioni multiple di pistole da cowboy + cavallo scalciante]

Prontissimo ad immergermi in una serata in solitaria e dalle atmosfere folk-sperimentali-psichedeliche. Non chiedevo altro [ndSentenziosi: seeee, ma va in cul va'!]. La mia popolarità non era più quella dei bei tempi [ndSentenziosi: pardon, quali?], per non parlare della credibilità [ndSentenziosi: pardon, quando mai hai avuto credibilità all’interno della crew?].
Un’ora di training autogeno e yoga dopo, ho ritrovato il mio benessere interiore e realizzato che era giunta l’ora di volgere verso Valeggio sul Minchio. Munito di cartina made by Frut1 (a tutto il mondo sconsigliata) sono partito accompagnato dal sound dei Death in Vegas con il buon auspicio di non trovare Death in Valeggio.
Cinque minuti dopo, accortomi che con la piantina “OnlyPlanet Frut1 production” mi è anzitutto – e solamente - possibile fare un aeroplanino, è già tempo di “Indiana Frutjones e la villa te possino ammazzà”: guidato da un settimo senso e da un mitologico quanto famelico (e bavoso) fiuto per la pheega, finisco per attraversare Valeggio senza accorgermene. Aggiungiamo una trentina di imprecazioni e la scoperta di essere in via Zamboni da venti minuti. Son cose.

Villa Zamboni
Villa Zamboni è una villa, pensa un po'. Location molto piccola ma confortevole, munita di divani, poltroncine e puff. Luci soffuse che con le pareti color rosso creano un effetto da night-club dei bassi borghi. Una saletta è stata allestita per il concerto offrendo intimità e un’ulteriore serie di divani per lunghe limonate sotto quell’intensa luce rossastra che avvolge l’intera sala.
Al mio arrivo c’è ancora pochissima gente. Mossa numero uno: accaparrarmi un divano e spalmarmici sopra, aspettando che arrivassero un po’ di gggiovani ma soprattutto della pheegaa. Con il passare del tempo divengo un tutt’uno con il divano, una pertinenza dello stesso, mentre il locale inizia ad affollarsi ed eccole compaiono le prime pheeghe. Inizia il mio necessario risveglio “Simpatia portami via”. Verso le 23 il locale è decisamente pieno e finalmente da una porticina si fanno strade le necessarie forniture di birra e alcool per tutti, fiesta!


villa zamboni



Ma… dov’è Milenasong?
Voglio dire, il locale è piccolo, non ci sono camerini o un “dietro le quinte” per cui dove può essere l’artista? Dopo una breve riflessione sono giunto alla conclusione che fosse in giro a riempirsi la pancia di tortellini e vino, Valeggio è una zona tipica di questo prodotto enogastronomico. E infatti: origliando vengo a conoscenza che l’artista ed il suo partner sono effettivamente seduti al tavolo di un ristorante pasteggiando a tortelli in brodo e vino rosso di Custoza.
Pieno di certezze – manca ALMENO un’ora - e di birre in mano ho preso posto su di un instabile puff di vimini in prima fila per potermi gustare meglio la performance dell’artista. Il concerto ha finalmente inizio.


Milenasong in concerto
L’artista che ho davanti nel suo splendore mi incanta con il suo rock-folk crepuscolare e misterioso sorretto da una bella voce piena di energia ed intensità espressiva. Supportata da un partner con chitarra e innesti elettronici sobri ed efficaci, Milena con la sua voce, e in alcune canzoni con la sua chitarra, crea emozioni intense a chi l’ascolta.




Blow Up scrive: "Il primo approccio incuriosisce per i suoni, per questa eterna sospensione tra songwriting tradizionale ed elettronica da corrieri cosmici. Poi inizia a fare caso alle canzoni e le emozioni si fanno spazio. Un esordio destinato a rimanere"


milenasong


Le canzoni non sono troppo lunghe ma di intensa carica emotiva contraddistinte da un mix di energia e malinconico loop che in forma di campionature fa da cornice al suono della chitarra e all’energica voce. Sul palco i due artisti si sentono a loro agio interagendo con il pubblico, scherzando e non negandosi a domande che trovano risposte generatrici di risate, sorrisi e applausi di approvazione. Il contesto è sereno e pacato, il pubblico sembra gradire e si fa ipnotizzare ed anche un po’ cullare, rea la comodità delle poltrone e dei divani, trovando attimi intimi e di relax.

milenasong live


Ottima performance che mi lascia entusiasta ed è subito amore per Milenasong, purtroppo non corrisposto. Sulla nostra liaison mancata – una storia risaputa – c’è poco da dire: io ambisco a penetrare Milenasong, lei non ambisce ad essere penetrata da Frut1. Nulla di più semplice.

villa zamboni valeggio sul mincio verona



L’album d’esordio si chiama Seven Sisters: ”Un piccolo grande disco che vale la pena indagare, ed ascoltare, con l'orecchio poetico e percettivo dilatato. Un qualcosa di evanescente, fantasmagorico anche, aleggia sempre su queste musiche. Album intenso, emotivo, avaro di riempitivi”.

milenasong


Conclusione
Serata ottima, location molto carina e suggestiva, gggiovani partecipi e qualche bella pheega. Promosso l’evento by L'Ammucchiata, aspettando i prossimi e sperando siano altrettanto interessanti. Bravi.

10 ottobre 2007

Anniversari



Tornato brevemente dal luogo del mio aventino segreto, irrompo per segnalare il 40 anniversario della messa in onda della science fiction IL PRIGIONIERO (The prisoner).
Apprendo da GQ che il 29 settembre 1967 apparve sugli schermi britannici la serie tv più avanguardistica di ogni tempo, 17 episodi ambientati su un'isola da cui è impossibile fuggire. Un' utopia negativa attuale come non mai.
Confinato da un potere misterioso e inesorabile in un isola all'apparenza paradisiaca, il protagonista (che scoprirà di essere il Numero 6) lotta in ciascuno dei 17 episodi per per resistere al controllo totale al quale è sottoposto.
Tutti coloro che abitano l'isola, sembrano aver perso carattere e personalità. Intercabiabili gli uni con gli altri appaiono intenti a spostarsi, spesso senza scopo, scambiandosi sorridenti il bizzarro saluto " Be seeing you"
(Non vi sovviene nulla?)
Se questo telefilm non fosse esistito forse non esisterebbe sentenziosi, o forse non sarebbe così configurato. Respect.

I am not a number, I am a free man.

Adieu


09 ottobre 2007

Old and Fashion - Verona

Old and Fashion, La Scala: step one. Last one.

In questo post più atteso della settimana Butel1 e Butel2, portatori sani di George Clooney, fanno esperienza di una coda. Solo quella. Nulla di più. I dettagli salienti, sul finire.


Ma prima di iniziare...
"ore 2.00 locale ESAURITO.. ci scusiamo per i disguido, ma abbiamo fatto entrare più gente possibile. per chi non fosse riuscito ad entrare.. questo sabato magari venite un pò prima visto che apriamo dalle 23 per festeggiare il compleanno del Gire... ciao a tutti.. e grazie per la magnifica serata.." Angelo, Old and Fashion Pr Manager Senior.

E' quando sento simili "sante" parole, da parte di un certamente obiettivo organizzatore dell'evento stesso, che mi rendo conto che Sentenziosi vive in un mondo non suppletivo al vostro. E ce ne vantiamo. Non se la prenda Einggellou, seguono sprazzi di soggettiva (oggettiva?) verità.

"C'era una volta la selezione all'ingresso..."
E poi tutti sono entrati. Solo che eravamo a Verona, e allora non è che proprio tutti sarebbero dovuti entrare (in virtù appunto della selezione). Quindi, qualcosa non ci torna.
L'aver scrutato per filo e per segno l'umanità costituitasi in coda per entrate all'ambita inaugurazione dell'Old and Fashion (attualizzazione in chiave fichetta e pseudo-snob di quel rottame di locale chiamato La Scala, in via Provolo a Verona Città) questo sabato e aver conseguentemente notato quale logica perversa, diabolica, mefistofelica, patologica è applicata dal temutissimo selekta all'ingresso, ci costa:
a) prima la fuga senza entrare
b) oggi il rifugio in una torre d'avorio, dalla quale esprimerci mediante stilemi pregni di ermetismo:

"M'illumino d'merda"


Col tempo, riusciremo sicuramente anche noi a vivere tutta l'importante atmosfera di questa (cit. quasi testuale) "Nuova situazione a Verona". Intanto, la situazione più in a nostro avviso resta il divano della Maison Sentenziosi. Col tempo, poco poco, piano piano, un po' alla volta. La prossima magari arriviamo al guardaroba, va'. Comunque sia, il report si fa lo stesso, qualcosa da dire, c'è sempre, se no che cazzo ci stiamo a fa'?
Driiin-driinnn. Ops, scusate, devo rispondere al sentencephone:
Butel1: "Sì pronto?"
Braveheart: "Libertàààààààà!"
Butel1: "Grazie"
Proseguiamo.

Premessa
E' dai tempi della pizza e della pasta che questo dannato paese non sa lanciare un business di livello, ché la Ferrari in fondo è lamiera ambulante che inquina. Potevano forse riuscirci quelli dell'Old and Fashion? Che domande.
Se le aspettative medie di Sentenziosi su una serata a Verona sono pari a 0 (e nonostante ciò, si riesce a trovare da recriminare), le aspettative per questa serata erano pari a -1. Non serve infatti citare la blasonata presentazione in pompa magna della serata per mano dello stiloso(?) staff Old and Fashion, già ampiamente documentata e chiosata da Upstream. Serve invece riepilogare cosa avrebbe (dovuto avere) questa serata di magicamente diverso dal solito. E ancora non mi capacito di aver scritto "diverso dal solito": la selezione all'ingresso.

Eh no, 'zzi vostri!
Se è questa la tematizzazione che si sceglie, le attese che si creano sono chiare, poichè è chiaro il messaggio che si vuole lanciare: "Venite alla Scala bella gente, starete tra altra bbbella gggente, sì sì come godo, questo è IL rifugio della bbbella gggente". Dove "bella gente" è preso letteralmente dalla presentazione, mica cazzi.
Allora, sinceramente, del locale non frega più un cazzo a nessuno - e ciò è un pregio - e tutti vogliono vedere che bbbella gggente c'è e come si veste e cosa fa - e ciò non è malissimo, se proprio vogliamo dirla tutta e rendere merito al poseur che alberga in ognuno di noi - e a nessuno gliene fregherà un cazzo della musica (ciò è malvagio oltre ogni limite!).
Così sia: non veniamo a sondare il locale, anche perchè ne abbiamo decisamente avuto abbastanza in passato, veniamo a sondare la bbbella gente e le modalità di selezione. Insomma, passiamo per pura curiosità, di tutto il resto non ce ne può fottere di meno.

Bella gente

Una di quelle espressioni "Cazzo vuol dire?" sulle quali MAI si potrà argomentare in maniera univoca, tipo "la qualità della vita", "lo Zeitgeist", ecc. Comunque sia, sforzandoci - e lo sforzo richiesto è di quelli che stenderebbe un elefante - riusciamo pur a trovare un comune denominatore sulla questione estetica: insomma, si tratta di vestirsi in un certo modo, perchè qui, all'Old and Fashion vecchio, i fenomeni da circo ai quali tanto piace animare la vita notturna scaligera non entrano. "Avete capito? Non entrate, barboni! Cogliete l'occasione per andare a lavorare e farvi un abito". E siccome da queste parti l'ipocrisia non è troppo gradita, aggiungiamo pure noi: magari, si facessero almeno un abito [ehm, dipende dall'abito, osiamoun attimo immaginare cosa saprebbero tirare fuori questi?].

La selezione: look vecchio!
Il look è quindi fondamentale. Da qualche ventina d'anni non aspettavamo altro. Yippy ya yeah! Il reparto Stili e Mode di Sentenziosi (quattro buzzicone di segretarie mandate 2 volte all'anno a Milano e Parigi per scattare un po' di foto alle sfilate della moda uomo) è sui blocchi di partenza e parte un primo screening della situazione. Anzi anzi, della situazzzzione, giusto per pierrizzarci un po'.

Ore 00.30, Butcaverna
L'osservazione di Butel2 intanto svela l'arcano: Old and Fashion è la traduzione di "Vecio, fashion!". Il che non fa una piega. Il che getta inquietanti dubbi sul carozzone vestiario che ci potrebbe attendere al varco. Il che implica una revisione a 360° del nostro piano. Butel2 si riunisce subito nella sala briefing con il reparto Stili e Mode, il cui staff (le stesse quattro buzzicone appunto) con alcuni sorrisi di circostanza, con alcune pacche sulle spalle, boccia la nostra soluzione A, il total look Dior


quindi, non senza battere con sentimenti di rabbia i tacchi un paio di volte, boccia pure la soluzione B, il look "so' bello faccio u'modello e mo' beccati 'sta muscolata"



infine ci presenta la busta C: il look del veronese medio che si tira per la bella occasione (fallendo in toto), all by Grezzoni.
1,1 secondi dopo si sento un sordo tonfo: Butel2 ha un collasso verticale, quasi fatale. Gli facciamo aria. Niente. Butel1 gli applica un massaggio cardiaco. Frut1 gli soffia in bocca. Niente. Allunga pure la lingua, l'ho visto! Macchè, ci vorranno le foto del calendario della Santarelli per farlo riprendere. Ad ogni modo, non sarà mai più lo stesso. Perchè?
Scegliere la busta c significa che o troviamo subito la materia prima - ce la faremo prestare, non ci sono alternative - o stiamo freschi, poichè essa prevede:

- le scarpe maron cacarella, nelle due varianti chiaro-scuro




- la camisetta a quadri




- el jeans chiaro slavato e anca un po' scampanado





- el maionsin - ovviamente con un po' di fantasie geometriche e abbinamenti cromatici fuori dalla grazia di Dio - da metar su le spale, che fa molto Cristina De Sica, cioè




Questo il nostro (sciagurato) look, giudicato l'ideale per mischiarci e non rischiare di venir segati dalla selekta veronese, forse uno dei più grandi affronti della storia dopo il bombardamento di Pearl Harbour.

Ore 01.00, Old and Fashion, La Scala - Verona
La coda all'ingresso è quella delle grandi occasioni. Del resto, che cazzo di inaugurazione sarebbe altrimenti? Veramente veramente veramente, la gente ad essere onesti e precisi - faccio notare che a questo punto siamo anche noi in modalità selekta, grazie - non ci pare altrettanto quella della grandi occasioni. Eh sì, la gente non è tanto bbbella, assurdo eh, l'avreste mai detto?
Torniamo sulla coda a breve.

Oltre alla coda che va tenuta più lunga possibile a tutti i costi, gli elementi a corollario del tutto sono i classici pontifica-status, svetta su tutto un angolo di 2 metri quadrati e tre-quattro Porsche. Saranno state le vetture del proprietario. Inoltre: la polizia (municipale, notoriamente dei disperati) che pattuglia guardinga, uno dello staff che esce con fare spaccone a sincerarsi che la pula non sia lì per mettere i bastoni tra le ruote (macchè, quelli erano due morti di sonno dentro un'auto ferma che cercavano un po' di pace e riposo), la parete boss + vassalli + valvassori a scrutare con fare soddisffatto la quantità di bbella ggente (nel loro immaginario la ggente resta bbella, ovviamente).

Rieccoci sulla coda
Veniamo al nocciolo, il clou, la chiave del post, il motivo del nostro argomentare nonchè della nostra presenza lì:
- quanto è bella la gente dell'Old and Fashion?
- come funziona la selezione, ovvero quel sistema normativo/precettivo che certifica tramite bollino applicato in fronte la qualità della bella gente? (dividendo il mondo in due categorie: bella gente vs. wannabes)
In quei venti-trenta minuti nei quali restiamo defilati rispetto alla coda, osserviamo, ri-osserviamo, forse non crediamo ai nostri occhi, ce ne andiamo, dimentichiamo il tutto (questo post è una sorta di ripescaggio dalla memoria di un narratore proustiano).

Composizione media della coda
- 20% tipica gente che trenta secondi prima sostava in Piazza Erbe. Alcuni vestiti secondo decenza, qualunque cosa essa sia
- 20% tipica gente che sostava altrove, ma è sostanzialmente la stessa di Piazza Erbe. Alcuni vestiti secondo decenza, qualunque cosa essa sia
- 60% (arrotondato per difetto) gente che una selezione "seria" non la passerebbe nemmeno per fare gli esami della patente, nel senso letterale di non venir ammessi a sostenere le prove di esame perchè, insomma, non si può fare un esame vestiti così.
Abbiamo perso il conto delle scarpe maron cacarelle e dei jeans chiari tutti su'pe'u'culo e/o svasati (termine cacofonico). Non mancano tracolle e giacche e camicie improbabili. Ma non scordiamo che questa nostra città è Wonderland, tutto è possibile.

Le pheeghe sono le solite, forse addirittura più pheeghette veronesi che mai. Altra cosa della quale tener conto: l'età minima per garantirsi l'accesso è 22. Intorno a noi ci sono ragazze visibilmente sotto i 22 che fanno un gran parlare di "non ci fanno entrare, qui non si entra, oddio oddio...". Scoprire se erano più eccitate per via dei trentenni brizzolati che già se le stavano spartendo in vista di un'auspicabile (ma negata) scopata o per via del ciclo mestruale, è arduo.
L'età media si attesa 25-26 (molto buono), con una buona serie di esemplari vecchiardi (non molto buono) e leggermente sul baccanazz.

"Moseca, maesctro!"
L'orecchio intanto è negativamente colpito da quei suoni disco sbobba che troppo bene conosciamo e dei quali nulla vogliamo più sapere. Casca il palchetto in questo modo, scopriamo subito chi è il vip: l'ospite della serata è Giorgio Mastrota, che sta suonando le pentole della sua ultima televendita Mondial Casa. Ci avevate fatto la sorpresa, eh? Simpatiche carogne, eh-eh!
Ma - ripetiamolo - noi non siamo qui per la musica, siamo qui per la bbella ggente, e che cazzo.

Ore 01.05
Entra una vistosa camicia a quadri con felpa blu recante marchio d'abbigliamento

Ore 01.06
Entra donna con insostenbili alla vista abbinamenti di verde, in diverse sfumature: fosforescente, caccola, merda

Ore 01.07
Entra un gruppo di tamarri di medio livello. Ci sta, fanno sempre situazzzione.

Ore 01.08
Questi due si salvano, evvai! Le percentuali finora sono confermate.

Ore 01.09
Ecco all'appello esponenti portatori del quartetto: scarpetta maron ecc.

Ore 01.10
Breve appunto sul pierre (selekta) all'ingresso, quello con la leccata di vacca in fronte al posto del capello, quello che da le spalle all'insegna di cartone Old and Fashion appesa ad un cancello, un'insegna che la dice assai lunga evidentemente. Comunque. Uomo, a noi va bene l'abito nero con camicia nera e cravatta nera. Non va affatto bene quella tracolla nera, non si può fare quella cosa lì, no no, devi dare il buon esempio perdiana, ok pikkole pampino kattifo?

Ore 01.11
Chi diamine ha fatto entrare quello con la felpa verde - sempre fosforescente - sulle spalle e la maglia bianca più oscena della terra?

Ore 01.12
Entra un altro gruppo di gente di cui a tre punti precedenti. Si aggregano inoltre altre curiose creature. Mentre chiudiamo un occhio (uno, di una lunga serie), sorge un primo dubbio... ma forse è presto per dubitare del tutto.

Ore 01.13
Bis.

Ore 01.14
Ter.

Ore 01.15
Quater. Mh... il dubbio funesto si ripropone. Ma com'è che entrano tutti?

Ore 01.16
Entra

Chuck Norris.
Vabbè dai, ci sta, mettiamoci nei panni del selekta: prova tu a fermare Chuck Norris, senza prenderti un calcio rotante in faccia o una gomitata dal negro!

Ore 01.17
B1: "Questo ora lo segano, figurati"
B2: "Già assaggio il momento delle sue isteriche scuse, bwuhuhuahaaaaa"
Niente, entra anche



il Gabibbo. Se prima la selezione stava sgricchiolando, ora l'ipotesi di una selezione creativa e lassista si è fatta certezza.

Ore 01.17-25
Già. Entrano nell'ordine:


He Man


i G.I. Joe



Cristiano Malgioglio e altri.
Basta, ce ne andiamo: Sentenziosi fa la selezione alla selezione. In realtà ci tirano dietro uova, pomodori - scarpe maron cacarella, bastardi! - ma la stampa, per una volta dalla nostra, ha già insabbiato il tutto, fiuu.

Conclusione
- Old and Fashion fa il pieno all'inaugurazione, diamo atto. Il Berfi's a ragione è preda di attacchi di cagotto.
- Ecchissenefrega? La selezione dell'Old and Fashion a La Scala è una cazzata colossale, pubblicità ingannevole, ennesima invenzione stronzissima a cui solo la mente disturbata di un pr veronese poteva dare genesi.
- E' vero, la prossima volta potremmo anche entrare, giusto per sincerarci della restante umanità del baraccone. O anche no, che è meglio va'.