Aggiornamento
Ribadisco totalmente il mea culpa: questo articolo andava semplicemente pubblicato e commentato riga per riga, stronsada per stronsada, esattamente come si fa ad una prima lettura. Come non farsi provocare da lievi momenti di tenera ilarità leggendo di:
-"E' il momento dei blog". Nel 2007. Il top della gamma. Entrano comunque in chart:
-"RITI E MITI DI INTERNET". Ovvero? Quali, chi? P-prontooo??
-non posso credere che ci abbia spiegato "«Sito mona?», gioco di parola dal sul doppio significato di «sito»"
-"i fili della ragnatela elettronica globale", cioè la internet, sulla quale navighi con la tua zattera in silicio-plastica
-"questi diari in pubblico che sono i blog" ah sì è vero, e poi ci fu nel 2003-04 il momento in cui tutti definirono il blog il diario personale
-fermo restando (by Upstream) che la sparata de IlVeronese da "Lei non sa chi sono io" (Eh no che non lo so, chi cazzo siete, che ve conosce?) è subito vincitrice ex aequo: "...lei Beltrame non si rende conto...". E tutti a slacciarsi le cinte e mollare pertiche di 7,2 cm con sicura eiaculatio praecox
[fine]
L'Arena scopre ed elenca alcuni blog veronesi in un pezzo piuttosto tragi-comico. Ma si dimentica di sfotterli e finisce per sfottersi. Perchè, come hanno detto al Beltrame, c'è sempre il sospetto che il blogger sia un segaiolo (cit. da VeronaBlog "Non vorrei dar ragione a quel mio amico che sostiene che troppi blogger sono dei frustrati esibizionisti e segaioli"). Certo che lo è, almeno quanto il giornalista.
Tra tentivi di pubblicazione e autocensura, Sentenziosi propone una fino a questo punto inedita analisi sulla discussione, analisi che sì è caustica ma rischia di essere quasi seria e poco burlesca. Sottolineo quasi e non poco. E vi espone un paio di punti di vista divenendo piuttosto sbruffona. Poi comunque da in pubblicazione il pezzo originale e allora la butta in vacca come sempre.

Polemica sì, polemica no: contropolemica!
Salve. In origine avevo dato genesi alle righe presenti di seguito un paio di sere fa per noi farci (il pronome inclusivo vuole richiamare attenzione sul sottoscritto, sui co-editori, nonché sui 7 lettori rimanenti) una risata lievissima e gratuita su un altro nobile esempio di giornalismo locale che marginalmente - molto marginalmente a onor del vero - chiama in causa il sito degli editori che qui poggiano il proprio deretano.
0,1 secondi dopo, già fiutavo aria di mediocritate in arrivo, il trashometro ovvero Scala Butelli certe cose come sempre le prevede: l'innocente pezzullo sui blog veronesi ("La febbre dei blog contagia l'Afric... ehm Verona") di Giancarlo Beltrame sull'Arena, Il Giornale di Verona - ah, che giornale... - di un paio di giorni fa, ha prontamente e "insospettabilmente" dato il via al nuovo sport locale "Daje al Beltrame daje".
Abbiamo preferito arrestarci. Non c'è gusto a fare la coda, se la polemica non è underground e non ci arrivi per primo o pseudo-primo, lascia stare, il tuo egotismo ci guadagna. Ok, ok, il Beltrame ha tutte le proprie colpe speculative ed è giusto che espii con doppia pubblicazione giornaliera su l'Arena (brrr), ma si è chiuso facilmente l'occhio su altri dati di fatto quali ad esempio la disinteressata sottovalutazione della galassia/filosofia blog che getterebbe sulla stessa una luce un po' sdegnosa. E va bene, si aggiunga.
A questo punto il mio intervento meritava una correzione: aggiustare il tiro, superare la mancata polemica, lanciarsi nell'inutile contropolemica. Quasi riuscito.
Infine pubblico a mo' di contranalisi e retrospettiva - prassi già cara allo stesso Beltrame che certamente comprenderà e mi stringerà la mano in segno del celebre (eh?) onor di cronaca in differita - introducendo tre ulteriori precisazioni, nuova anima di un vecchio post.
[a chi servisse anzitutto prendere visione dell'articolo dell'Arena, l'integrale si trova in fondo]
Tre ulteriori premesse, la seconda sull'articolo, la prima no, la terza insomma
1) Fissatevi questa percentuale del 99, grazie. Sentenziosi sposa quel corpus di tesi che generalmente vedono essere il blogger "quello con le occhiaie" e, sostanzialmente, il 99% della blogosfera come un concentrato di onanizzatori incalliti, intimamente convinti di produrre e diffondere contenuti di mi sfugge quale rilievo attraverso mi sfugge quale forma di scrittura creativa di qualità. L'altro attacco generale che sovente è rivolto al blogger è quello di sostanziale inettitudine, quasi fossero tutti i blogger dei novelli Zeno Cosini in erba: la serietà con la quale il blogger medio s'imbarca nella sua religiosa professione (quale?) non sarebbe controbilanciata da un'adeguata redditività (appunto!). Del resto se ciò che fai nel mondo e nel tempo che hai a disposizione ti qualifica e magari ti da da vivere (magari), come giudicare l'utente di blog, l'utente di un modello economico nel 99% dei casi (ridaje) non vincente? E come dimenticare che il blog (=non tanto weblog, ma sinonimo di "sito semplice") è geneticamente il mezzo dell'utente internettiano inesperto. Per blindarci da ripercussioni e percosse su questo punto - punto che non si discute a mio avviso - ci tiriamo immediatamente dentro il fenomeno e ci masturbiamo con tutti voialtri (da qui l'odio per noi stessi, bla bla bla), così la fate già finita e passate oltre.
L'altra parola d'ordine - almeno qua in Europa, specie in Italia in questo momento, perchè negli states l'ossessione è molto inferiore - è 2.0. Tutto dev'essere dueppunttozzzero, il blog è tra le modalità al centro della rivoluzione dueppunttozzzero. Sostanzialmente trattasi di una presunta e sedicente rivoluzione copernicana di internet che rivaluta completamente l'utente mettendolo al centro di ogni logica, di ogni attenzione, dandogli tutto lo spazio che merita e facendogli fare quel cazzo che vuole, l'importante è ascoltarlo e fargli creare i suoi fottuti contenuti (dei quali ovviamente non frega un cazzo a nessuno esclusa la propria solita cerchia di conoscenza, ridotta dell'xx% ovvero di quelli che in rete non ci vanno) , perchè hey sì cioè è bello così.
Sentenziosi, sicuramente nella mia butelissima persona, trova ancora forti simpatie per il modello di comunicazione 1.0, in particolare per l'immortale logica vecchio stile (tradizionale millenaria, mica cazzi) del "Io sono la star di questo show, Io sono dio, Io creo i contenuti, tu li ciucci, se ti piacciono mi adori pure, ad ogni modo non hai diritto di replica, stronzo! (ma puoi sempre evitarmi, fatti furbo)"
2) Se pur si può criticare l'innocente speculazione(?) beltramiana, non vedo perchè concentrarsi su obiettivi ("Scrivere per i propri lettori") e risultati ("I propri lettori sono potenziali rincoglioniti") dell'articolo del Beltrame.
Ma cristo santo, a tutti sfugge che quell'articolo è dannatamente divertente, comico anzi tragicomico? Noi abbiamo riso ogni tre righe, forse ogni due, ok ogni riga. Questo è il fatto: l'articolo di Beltrame fa ridere. Involontariamente ridere, s'intende. Stop.
3) Siccome lo zoppo va col cieco o come cazzo era quel detto, IlVeronese.it entra a gamba tesa nella discussione sempre su VeronaBlog

forte dell'art.101 della legge/codice ad minchiam e comunque nel segno non tanto di facili moralismi (nooo) ma di un buon giornalismo (quale? Il loro? Che è, hanno bevuto?),
richiama l'attenzione del Beltrame sull'articolo a fianco - sì, è assurdo, tutto parte da un articolo e si sposta su un altro, prossimo non per tematicità ma per... misure! - in cui una grande, magnifica intervista al grande, magnifico Gioba da' adito ad un grande, magnifico copia-incolla. Mh, se è vero, qualcuno (=il Nostro, sempre Beltrame ovviamente) ha frainteso Weinberger, uno dei maggiori guru in materia: "Honor the conversation" (onora la conversazione) e non "Copy&paste the conversation, in particular way those stupid conversations from the IlVeronese.it" (copia e incolla la conversione, in particolare le stipidate del Veronese - oh dice cisì, non è una coincidenza meravigliosa?). Scherzi a parte. Poveri tutti.
Questo è quanto.
DI SEGUITO IL POST ORIGINALE "Beltrà, te che ce sai de internette, c'o scrivi te er pezzo su li blogghe?" [un evergreen targato Macchianera, già GnuEconomy, giusto per non piasciare fuori dal blog-vaso]
sottotitolo: combo-divertissment del giornalismo scaligero
ovvero
"Gianca, ti che si bon de usar l'internet, saressito mia anca bon de scrivar qualcosa de sti blog, dio bono?". No, non siamo all'Osteria ai Preti e no, non siamo sbronzi.
Si tratta di una delle possibili consegne rivolte dal capoccia del peggior giornale locale in circolazione - che dite, L'Arena? Sì, L'Arena (hey, ma come avete fatto a indovinare mi chiedo...) - al buon Giancarlo "voia de lavorà saltame addosso" Beltrame, in evidente e inedita(?) crisi depressivo-culturale.
Fatto L'Arena, nella penna di Giancarlo Beltrame, indaga labilmente la galass... pardon quell'
agglomerato di sputi culturali costituito dai blog veronesi, tra i quali il nostro real giallone sentenzioso. Il pezzo trasuda riga per riga lo sbigottimento e lo stupore palesatesi media res dell'acuto giornalista, emozioni paragonabili a quelle provate da un dodicenne che scopre da solo "certe" cose, e non gli sono state spiegate dai propri genitori:
a)
il Beltrame si avvede dell'esistenza di una serie di blog a Verona: ci sono dei blog a Verona, ed esistono pure delle premiazioni di categoria, "che bravi, che belli 'sti blog!"
b)
"Blog?", conseguentemente scopre su Wikipedia (trafiletto a fianco) cosa è un blog. Non capendo ad ogni modo una fava, opta per un agile copia-incolla dell'intera voce d'enciclopedia.
Ci si stuzzica il riso.
Sentenziosi prende mano allo scrigno degli inenarrabili segreti di stato e vi rivela le altre consegne in lizza di plausibilità per la creazione dell'articolo del Beltrame
-
"Beltrà, li ragazzi der delitto de Peruggia e quer tifoso d'a Lazio c'hanno er blogghe, perchè non ce scrivi che mo' vanno de moda li blogghe?", sicché Giancarlo "l'internet è robba mia" Beltrame non perde l'occasione per passare dal particolare all'universale non senza una certa imperizia: se persino chi ha ucciso Meredith ha un blog e persino chi tifa Lazio ed è stato ammazzato ha un blog, dannazione allora sì che i blog sono un fenomeno che contagia, ora sì che i blog sono di moda. Ecco l'incipt che ci vuole:
SE recenti fatti di cronaca nera --> ALLORA "la febbre dei blog contagio anche Verona". Non fa una grinza, mh...
-
"Beltrà, che ce l'hai scritto er pezzo de cultura? A' consegna sta tra cinque minuti Giancà", cui Giancarlo "mamma mì se sto annoiato" Beltrame, colto in flagrante mentre giocava a solitario col proprio Windows 95, rimedia digitando nella barra indirizzi del proprio browser (quella roba, per andare su internet insomma) le lettere che compongono il dominio Veronablog.com, studia velocemente il contenuto ("Verona + blog... mh... un blog di Verona, tah! Quello che mi serve, evvai di pacchia!") quindi scrive il pezzo
divulgando la non-notizia.
"Tanto che nei mesi scorsi sono stati creati persino i Verona Blog Awards, gli Oscar delle pagine personali scaligere". Appunto, nei mesi scorsi, normale analizzarli oggi. Puntuale come il regionale Trenitalia. Particolarmente risibili i toni da velata scoperta dell'acqua calda.
Come se a novembre uno si concede un reportage degli scorsi Oscar di febbraio, ma per favore.
-"Beltrà, c'a famo mica a infilaje n'artro pezzo de finta cultura n'a cronaca?", cui Giancarlo "chiamatemi Beltra, James Beltra" Beltrame risponde, non senza ampi cenni di ammiccante compiacimento come di chi ha la pronta risposta alla più ovvia domanda, con un pezzo ad occhio preparato settimane prima, ovvero in occasione dei VeronaBlog Awards - perchè è di questo che si sta parlando - e mai utilizzato, magari letto proprio sulla concorrenza (Il Verona pubblicò un articolo di foggia molto, molto simile)
-
"Beltrà, vedi de non fa' er furrbo, leggili 'sti blogghe, me raccomanno!", cui Giancarlo "tra cinque minuti stacco" Beltrame risponde con gli ennesimi pregevoli, comodi, non impegnati e non impegnativi copia-incolla.
L'articolo s'arrotola su se stesso e prende una piega da Pagine Gialle. Sospettiamo (e con sospettiamo intendiamo abbiamo la certezza) che
Sentenziosi, tra i blog citati, non sia nemmeno stato visitato - e si tratta di una scelta azzeccata, siamo d'accordo in primis e ci stringiamo italianamente al Beltrame nella sua scelta di sostanza - perchè, non scherziamo, se la citazione si riduce a:
"Per la provocazione sui temi cittadini, come fanno i «Sentenziosi» su http://sentenziosi.blogspot.com, che si autodefinisce «Un blog intento a prendere per il culo locali, discoteche ed eventi a Verona (e non solo) ma anzitutto se stesso», all’insegna della parola d’ordine «non aver nulla da dire ma sentenziare su ogni cosa»,
allora mentre copia-incollava la descrizione del nostro header, gli sfuggiva il menù a destra, le altre dieci città. Per il resto,
Sentenziosi tratta Verona solo quando ha qualcuno da sputt... ehm nobili argomenti scaligeri di cui disquisire all'insegna di una sana stima reciproca (ooohh). Tipo... questo articolo de L'Arena?
Ad ogni modo ce l'hanno chiamato un po' in tutti i modi 'sto sito, ma tale e quale alla descrizione della prima riga mai. Almeno mettici un sempreverde
"Video choc!", dico io!
-"
No Beltrà, leggili vabbuò, ma non è che adesso te ddevi sforzà de imparà tutt'a storia di 'sti ragazzì cor li brufoli, mettisce un titolo fascile pe tutti!" e Giancarlo "mica mo faccio dì du volte" Beltrame è lì lì pronto che non aspetta altro, sicchè l'iniziale sinossi del tutto che questi propone è semplicemente:
"La febbre dei blog contagia Verona. RITI E MITI DI INTERNET. Portati alla ribalta da recenti vicende di cronache, sono sempre più diffusi anche da noi, tanto che i migliori sono stati addirittura premiati" Titolo nemmeno malvagio, ammetto infatti che mi ha spiazzato il mancato varo del titolo
"La febbre dei blog del sabato sera", solitamente ottimo incipit per descrivere il fenomeno blog come quello (e al 99% si tratta del verosimile) di giovani sfigatissimi geeek/nerd del sabato sera i quali dalle 20 sino alle 06 stanno sul loro blog a conteggiare commenti che puntualmente non arriveranno, titolo che probabilmente fino all'ultimo ha spalleggiato con "Blog? Sì grazie!" e "Ed è subito blog..." e magari "Verona blogissima" (brrr)
-
"Ah, stamme a sentì, Beltrà, rricorddate che abbiamo a che fa' cor publico che sa n'cazzo de compiuder, de internette, fa 'na cosa semplisce, magari fa 'na rassegna velosce e via" e figurati se Giancarlo "lista della spesa in the house" Beltrame non aveva già la lista della spesa in the house. Eccolì là, i migliori (e pensa gli altri) blog di Verona in elenco, ripescati in overtime direttamente dai Blog Awards con url e breve descrizione (in genere farina del proprio sacco) di uno-due righe. Ora il pubblico è certamente edotto riguardo alla materia e domani al bar il lettore medio de L'Arena saprà infilarsi a gamba tesa in ogni discussione e argomentare di gran gusto che
"Seto che a Verona ghe i blog?"
"Cioè?"
"Niente. Sa bevem?". Buona la prima? CertoPlausibile reazione di un direttore, di un caporedattore qualsiasi, della donna delle pulizie: "Ah Giancà, ma vavang... va'!" [Oh, loro direbbero così, con tutto il rispetto per Beltrame e per i bambini eh]
Reazione negli uffici L'Arena: "Ottimo Gianca".
Torniamo seri-
Chi si sorprende? Per quale motivo? Da anni leggiamo su quotidiani e altri media italiani, di giornalisti che - con esiti piuttosto tragicomici - scoprono e presentano il web e le nuove declinazioni di contenuti personali che la rete sa produrre o meglio distribuire, amplificare. Ovviamente approcciano il fenomeno da neofiti, inesperti, spesso incompetenti. Il che in fondo trova pure un fondamento generalizzato, si tratta di un comportamento ancora diffuso nel nostro paese, il web cresce soprattutto (com'è normale, quando si parla di tecnologie) nella nicchia gggiovane. Sotto sotto
alberga sempre il sospetto che 'sta internet sia una cazzata, mezza o intera (e, ripeto, spesso lo è,
vedi il 99% dei blog). Sì d'accordo, si manda qualche mail, si visita ogni tanto qualche sito interessante, stop. Inutile dire che le materie IT e web richiedono specifiche competenze (come in ogni campo e soprattutto nei campi dell'informazione, mai visto un vaticanista che scrive di mercati azionari statunitensi), perlomeno se si sceglie - e probabilmente dovrebbe essere questa la linea editoriale di una testata - la strada della qualità.
Ooopps! -grazie a dio, Beltrame non ha scoperto l'etichetta
2.0, altrimenti ora staremmo a spiegargli che
"No, non si tratta del blog della Biennale".
-solo noi ci siamo accorti del generale
alone anni '90 dell'articolo? Nei primi anni '90, diciamo fino alla diffusione su larga scala della connettività e dell'ottimizzazione dei primi veri e seri motori di ricerca, accadeva che fossero i giornali a segnalare i siti web da visitare, secondo un normalissimo metodo word of mouth
-volete ridere? Meraviglie delle meraviglie (certo, non c'è mai fine al peggio, che vi pensavate?), in tema di lotte giornalistico-intestine ovvero carta&straccia,
IlVeronese.it lancia il proprio personalissimo J'Accuse (se vabbè, in verità è più un peto, forse un belato di pecora) al Beltrame perchè l'articolo in fianco, su tale Gioba, sarebbe integralmente ricavato/mutuato da contenuti originali del loro quotidiano online. Sì, avete capito bene:
a) all'Arena avrebbero (avrebbero? L'imputato è proprio il Beltrame) mutuato contenuti dal Veronese.
Ma si può? DAL VERONESE? Sulla Voce di Molfetta non aveva trovato niente?
b) (forse) copia, e viene
colto con le mani nella marmellata praticamente subito. Ma si può? Le operazioni di copia-incolla, come Frut1 insegna ("Dio salvi il copia-incolla!"), se si fanno, si fanno di livello, eh!
Per il resto il discorso dei contenuti mutuati/copiati/clonati dal web è vecchio come il cucco (Mike Buongiorno), a tutti i livelli, in tutti i settori di business, è una diatriba di metà anni '90 alla quale ora certamente non sapremmo aggiungere tasselli mancanti. Si dica solo che siamo di fronte alla colma misura, al doppio livello di disperazione, ad una coppia di disperati: se L'Arena per sopravvivere avrebbe mutuato IlVeronese.it meritandosi de iure e de facto il rilievo in fronte della "L" di "Loooosers" (eppure sospetto sappia fare di peggio), i toni seriosi di questa
[Veronablog.com]fregnaccia de IlVeronese.it sono da incorniciare nella bacheca "Anch'io vorrei stare coi looooosers! (e ci sto riuscendo alla grande)"
-notare l'impiego di un linguaggio da novellista di inizio, forse metà Novecento
"lungo i fili della ragnatela elettronica globale"
Novellista ubriaco, del Novecento.
-giacchè Beltrame forse si è voluto inserire nella fessura del giornalismo di servizio, voleva offrire insomma una serie di indicazioni di utilità e interesse, vorrei far presente che nè domenica nè lunedì le visite al nostro sito di coloro che vanno a digitare direttamente sentenziosi.blogspot.com sono rimasti invariati. Praticamente l'articolo non ha sortito - almeno per noi - alcun effetto. Molto bene.
Alleghiamo l'articolo originale pubblicato su L'Arena
La febbre dei blog contagia Verona
di Giancarlo Beltrame
domenica 18 novembre 2007 cronaca pag. 20
RITI E MITI DI INTERNET. Portati alla ribalta da recenti vicende di cronache, sono sempre più diffusi anche da noi, tanto che i migliori sono stati addirittura premiati
È il momento dei blog. I più clamorosi dei recenti fatti di cronaca - dall’omicidio di Meredith a Perugia alla morte del tifoso laziale nell’area di servizio sull’Autosole - sono stati ampiamente illustrati su tutti i media dalle fotografie e dalle parole dei blog dei protagonisti, come nel caso dei presunti assassini Amanda Knox e Raffaele Sollecito, o delle vittime, come per Gabriele Sandri. E i blog sono sempre più usati anche dai e dalle veronesi. Tanto che nei mesi scorsi sono stati creati persino i Verona Blog Awards, gli Oscar delle pagine personali scaligere. E ci sono stati fior di vincitori, rigorosamente divisi, per rendere effettive e non solo virtuali le pari opportunità, tra maschi e femmine.
La miglior blogger dell’anno, che si aggiudicata il titolo di Giulietta del Verona Blog (http://www.veronablog.com), la rete che raggruppa i blogger scaligeri e ha organizzato l’evento, è la realizzatrice del Gazebo di zia Petunia (http://ilgazebodiziapetunia.splinder.com), che nel profilo di presentazione dice solo di essere nata il 31 agosto (di quale anno non si sa) e di essere «Una pazza ;)», con il classico simbolo del linguaggio web per il sorriso con la strizzatina d’occhio. Il miglior blogger dell’anno, cioè il Romeo, è l’autore di «Tutto è contingente - Il mondo secondo Lemi» (http://www.contingente.blogspot.com), che col titolo «Ci ghe dirli» si definisce «Pseudomusicista negli Stand nel mondo del rock e, in acustico, come Eddie Rhodes. Filosofo senza portafoglio e strampalato teorizzatore di mille idee quasi mai realizzate. Come si confà ai filosofi». Il premio Shakespeare della critica è stato invece consegnato al blogger «Coniglione» (http://coniglione.iobloggo.com) con una motivazione che lo descrive come «affabulatore avvincente e documentato», la cui «produzione ha sempre espresso un tema attuale e ricorrente: l’inquietudine del cuore umano sospeso tra figaggine e non figaggine».
Miglior blog umoristico e Mercuzio dell’anno è «diarioacido» (http://www.gianfalco.it), che quotidianamente commenta il fatto del giorno in maniera ironica, alternando vignette e testi satirici, e si aggiudicato pure il Tebaldo per miglior blog artistico. Mentre quello culturale, con il relativo titolo di Padre Lorenzo, è andato a «RosadeiVenti» (http://rosadeiventi.iobloggo.com), dietro cui c’è un gruppo di amici residenti in un paese nella provincia, che ha scelto quale motto una frase di Albert Camus: «La libertà non è che una possibilità di essere migliori, mentre la schiavitù è certezza di essere peggiori». La Balia, per il miglior blog di servizio, è «El pesegato moro» (http://www.elpesegatomoro.com), versione locale e ben documentata della guida del Gambero rosso. La migliore grafica, che assegnava il titolo di Paride, è stata giudicata quella di «Alebino», «the king of the trash» (http://www.alebino.it/blog), nominato pure Principe di Verona per il miglior «post», ossia il miglior messaggio, intitolato «Secondo me le Majorettes sono incazzate col mondo», dedicato all’ultima edizione del Bacanal del Gnoco.
Ma in questi diari in pubblico che sono i blog c’è spazio per tutto. Per la politica, come in quello di Stefania Bozzi, nato per la campagna elettorale alle comunali di maggio e diventato punto di riferimento per il dibattito sulla nascita del partito democratico. «Concretezza, Cuore, Cultura» è il suo slogan e lo si trova all’indirizzo http://www.stefaniabozzi.com. Per la provocazione sui temi cittadini, come fanno i «Sentenziosi» su http://sentenziosi.blogspot.com, che si autodefinisce «Un blog intento a prendere per il culo locali, discoteche ed eventi a Verona (e non solo) ma anzitutto se stesso», all’insegna della parola d’ordine «non aver nulla da dire ma sentenziare su ogni cosa». Per la filosofia spicciola in chiave ironica, come in «Sito mona?», gioco di parola dal sul doppio significato di «sito», che si dedica ad «Acute osservazioni sul genere umano».
Insomma, lungo i fili della ragnatela elettronica globale, sempre più veronesi si stanno ritagliando il loro angolino tra pubblico e privato, mettendo in rete parole, immagini, filmati, musiche e quant’altro la fantasia suggerisce e la tecnica concede di realizzare