28 ottobre 2006

Il Gioca Jouer della Piazza

Ieri, con onestà, la sortita in Piazza è stata di quelle fugaci: cinque minuti in tarda serata, così, giusto per dire "io c'ero" (ndr. e chissenefrega). E, sapete, colpisce accorgersi che la propria capacità sintetica abbia raggiunto livelli di elaborata precisione: cinque minuti in Piazza Erbe, possono essere sufficienti per capire che nelle tre ore precedenti le cose si sono svolte alla medesima maniera delle tre ore precedenti della settimana precedente; e delle tre ore di quella precedente ancora, e così via. Per non parlare delle due ore seguenti, e così via.
Quindi: la Piazza vive congelata in un proprio bozzolo, entro un vuoto pneumatico, fuori dal tempo per bandire ogni intrusione che ne possa guastare la stasi: quella della Piazza sembrerebbe ancora una belle epoque, al riparo d'ogni cambiamento "spiacevole".

M'è così capitato di riflettere, sulla scia di un mio recente commento, circa le routine psico-comportamentali degli avventori della Piazza. Con routine vorrei indicare, appunto, quelle rigide costanze che vediamo manifestarsi in Piazza a partire da certe ore. E' infatti da anni che si palesano in Piazza (e a Verona tout court) certe pose: i saluti (stretta di mano macho stile braccio di ferro), le pacche (fisse, sulle spalle), la bevuta (il bicchiere è protesi della mano e può essere sempre lo stesso, vuoto o pieno che esso sia), l'alcol e la balla (allegra o molesta, con un bicchiere o con dieci, secondo una teoria ancora tutta da spiegare). Questi gesti, ormai cristallizzati in abitudini che, immagino, non andranno perse nel corso dell'intera esistenza dei butei, vanno a formarne la routine di vita, un ritmo... una canzone.

E la Piazza per i butei diventa un pò come il Gioca Jouer di Cecchetto:
ore 22.00 uscita
ore 22.20 piazza
ore 22.21 saluti
ore 22.22 saluti
ore 22.23 pacche
ore 22.24 saluti
ore 22.25 alcol
ore 22.26 bere
ore 22.27 bere
ore 22.28 saluti
ore 22.29 pacche
ore 22.30 bere
ore 22.31 alcol
ore 22.32 pacche
ore 22.33 saluti
"Hey, hey, hey, ora si fa più difficile ragazzi, attenti a fare bene il gesto del bere alcol e a non confondere i saluti con le pacche!"
ore 22.50: balla allegra
ore 23.00: balla
ore 23.01: saluti, pacche
ore 23.02: saluti, pacche
ore 23.30: balla molesta
fino alle 01.00: saluti, saluti, pacche, pacche.
fino alle 02.00: saluti, pacche, soddisfazione e autocompiacimento per gli stati di assuefazione ed ebbra maturità & simpatia raggiunti nell'arco della propria magnifica serata. Saluti, pacche
ore 02.01: tutti a casa. Saluti. Pacche.
"Hey, hey, hey, ricordate che questo è un ritmo di vita che il butel, da ammirare per la proprio perseveranza, non abbandona e tende da osservare con rigore pure i giorni seguenti. Attenti, perchè ci fermeremo al giorno dopo!"
Il giorno dopo. Saluti. Vecio. Pacche. Racconti ("Vecio, ieri balla pericolosissima").
Pacche. Saluti. Racconti ("E poi, in Piazza, cioè pien de fighe vecio").
Saluti. Pacche. Bere ("Vecio, ndemo a far appperitivo?")
Bere.
Alcol.
Saluti.
Pacche. (to be continued, for a long, long time)

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Il rito è tale perchè si ripete!
Carina l'idea di Gioca Jouer della piazza.

Tra parentesi, il buon Claudio Cecchetto prese spunto, per il riff della canzone, da "Celebration" della PFM.

Urbano2000

Anonimo ha detto...

è incredibile..è veramente incredibile..l'omologazione sta irreversibilmente dilagando..corrode e avvelena la natura umano-veronese..bisogna fare qualcosa per fermare questo fenomeno..vi prego butei..non lasciate que qsta droga vi uccida ed elimini la vostra possibilita'di essere esseri umani con menti/vite proprie..

Anonimo ha detto...

Premesso che sono d'accordo con te (e quindi sono sconvolgentemente scontato), secondo me per alcuni è troppo tardi.

"Il divertimento non lo trovi, te lo inventi", diceva qualcuno. Che poi io non ricordi più chi era costui, è già tutto dire.

Ad ogni modo resta sintonizzato su queste bande, ogni tanto scriveremo dei nostri tentativi di portare umili ventate di novità.

Anonimo ha detto...

"....pensa se un giorno
decidessimo di credere
che c'è un alternativa a questo
che possiamo decidere
vedresti bruciare questa città
e far fumo la sua falsità
tra le giacchette dei burocrati
e le serate aristocazziche..."

Anonimo ha detto...

Citazionista. Seguo.

"Niente mojito e niente narghilè
[...]
Ti canto una hit song, che possa salvare un minuto dalla banalita' del tempo, dal kitsch del tuo capoufficio"

Anonimo ha detto...

Bravo!
ti avevo sottovalutato!sempre che sia farina del tuo sacco...10 punti

Anonimo ha detto...

Tse!
;-)

Anonimo ha detto...

mi fai un baffo eh?beh,probabile...però la prossima volta sarà più difficile

Anonimo ha detto...

A disposizione! (e nel dire ciò tendo la mano e sorrido da ebete sicuramente compiaciuto come il più clamoroso degli arrivisti).

Ad ogni modo un consiglio: di commentare sempre il post più recente, quando giunge un commento (su qualsiasi post) veniamo avvisati ma sto minchione di Blogger mica ci dice a quale post fa riferimento il commento e passarli a mano uno per uno alla lunga stanca pure noi (nonostante mi capiti ci compiacermi ogni volta alla rilettura delle mie sentenziose carte, non senza una buona dose di arroganza gratuita).
Basta andare in home page

Rischia, altrimenti, di sfuggirci il contatto col lettore (amabile o meno) e in questo caso me l'avresti fatta. Cosa la quale detesto quanto l'herpes, subito sulla bocca di tutti ;-)