02 agosto 2007

Italia Independent

Italia Independent è (di) moda

In beffa al solleone, il trashometro di Sentenziosi si è attivato, segna uno sconcertante quinto grado della scala Butelli. Non ne posso più, devo infilarmi il costume sentenzioso da cretino pure a trenta gradi all'ombra. Premetto che il post può apparire lungo e magari lo è pure, ma se mi seguite cerco di giungere ad una conclusione, o a qualcosa che ne potrebbe assumere l'apparente fisionomia.

Interrompo così a gamba tesa le concertazioni parigine proposte da Butel2 in questi giorni per cambiare le carte in tavola una tantum e affrontare, da un lato, l'ennesimo caso di mediocritate. Mediocritate italian... pardon Made in Italy 2.0, che gaffe. Dall'altro, visto che ci facciamo fregio di un'apposita categoria sull'argomento, analizziamo e discutiamo un case study di (marketing della) moda. O sedicente tale. Italia Independent, la linea di moda di Lapo Elkann.
[E giuro che non farò riferimento alle solite battute sul tema Lapo (es. "Non svegliate El Kann che dorme", "Un uomo col fiuto per gli affari" e via dicendo)]

blog italia independent

Ma procediamo con ordine
Vedo di ricostruire un fil rouge dotato di qualche fondamento logico. Ci trovavamo infatti proprio a Parigi, a due passi dal Louvre, ad un passo dalla fermata metrò, di fronte al giornalaio. E ci sbuca il faccione sornione (quello che conosciamo bene tutti, c'è bisogno di ripescare le varie parodie sull'argomento?) del buon vecchio
italia independent lapo elkann

Lapo Elkann, immortalato sulla copertina di una nota rivista nazionale con un titolo che se non fa ridere, fa ridere. Perchè, se non comprendo male, qua si rischia che Lapo vada spendendo a dovere la propria immagine all'estero (in Francia in questo caso), e vabbè non ci sarebbe niente di male, ma il drammatico posizionamento mediatico che se ne sta ricavando fa sì che Lapo vada anche rappresentando l'immagine dell'Italia tout court. Che culo. Oh scusate, avevo detto niente battutine.
Sulla prima la cosa ci regalò un sorriso altrettanto sornione. Forse un po' più beota se vogliamo, ma comunque fu un istante di simpatica condivisa, ché del resto si trattava pur sempre di un piccolo angolo d'Italia nel cuore di Parigi. E noi si sorride e si scherza sulla cosa, come ci può stare dai, tipo:
B1: "Ah, ma guarda te 'sto vecchio cazzone di Lapo dove'è finito... ah-ah però è simpatico dai... fa tutto un po' ridere..."
B2: "Ah-ah, massì dai, anche se la foto non gli rende giustizia, sembra sofferente, pare gli abbiano infilato un palo in culo..."
B1: "Non dubitiamone" (vedi scuse di cui sopra)
'Sti dieci secondi li dedicammo a Lapo, a Parigi coi Butei. Scatto la foto? Massì va, così nel post su Parigi ad un certo punto, chessò, potrei infilarci la battuta del tipo: "Volevate sapere che fine aveva fatto Lapo Elkann? E' qui a Parigi - un'esclusiva Sentenziosi".

1,3 secondi dopo quello scatto
Ci guardiamo allibiti: "Ma che stiamo dicendo, ma chi se l'incula ancora Lapo?" (a parte i soliti amici sua, voglio dire - scuse rinnovate). E rapidi come due diciotenni che soffrono di eiaculazione precoce, dimentichiamo la faccenda.

E invece: Italia Independent
Ce n'è ce n'è, di gente che s'incula Lapo. Ribadisco: non i soliti amici sua, anche altre persone insomma (oddio, ora basta con questa gratuita carica maliziosa, che stupidini che siete).
Vi sarà sufficiente dare un'occhiata a http://www.italiaindependent.com/ (attenzione: vogliate staccare in fretta la musica, presto), il sito dell'omonimio marchio di abbigliamento di mod... fashion, volevo dire fashion di Lapo Elkann.
Accediamo. Il filmato ci spiega subito di che si tratta: "Made in Italy 2.0" quindi partono le solite stronzate in inglese (ma non era tutto made in Italy?) "Being independent means writing one's own story each day. This is the first page". Eh sì che culo, sento che ci siamo, può essere la svolta per la mia vita Lapo, sì mi sento già avvolto da un sogno. In questo sogno io sono un cazzo di imprenditore ignorante ma bello e ricco, ho proprio tutte le fortune. Quindi segue la catena di S.Antonio della carica motivazionale di serie C: "Be amazing... Be strong..." e poi facciamo anche basta perchè non ci credo che qualche webdesigner (o lo stesso Lapo) abbia creduto che la gente si potesse ciucciare 'sta fregnaccia, dai.

Ma non solo
C'è un blog. Il blogger è Lapo in persona. Non è proprio un bravo blogger, diciamo così. Qualunquismo a palate, mediocrità a getto, camionate di finto-intellettualismo (Lapo Elkann, ma ci ricordiamo un attimo con chi abbiamo a che fare?) fintamente-impegnato (nella pipe line è atteso a breve il post sulla fame nel mondo, sempre che non sia già passato), la sagra del luogo comune, pulmanate di osservazioni già viste, già sentite da altri blogger e meglio viste e meglio sentite, osservazioni da parte di un uomo qualunque (?) che tenta una strada qualunque. Sterzate di populismo a iosa. Cose delle quali non c'è mai abbastanza. H2O. Qualcuno mi soffochi.

Parte la rubrica: "Settimana trash"
Ci scoverete vere chicche quali il trashissimo post della settimana dal titolo "Spor-c", un accorato e nobile tentativo (davvero impervio) di tingere delle tonalità della falsità e della truffa un mondo, quello dello sport, secondo lui sporco. Da cui il blend spor-c, che mia cugggina di otto anni ha definito banale. E allora se ne parte che "è tutto sporco", "è una vergogna", "mamma mia che schifo", "anvedi tutta 'sta ggente che se dopa", ecc. (sintesi mie).
Che uno si chiede: "Ma da che pulpito, Lapo?". Immagino non serva questa rinfrescatina (ma nel dubbio...):
occhiali di lapo elkann


Ma è simpatico
Ammetto pure che mi sono brevemente affezionato al blogger di Italia Independent e m'ha preso la fissa di rispondergli, magari sfottendolo un po', nella speranza di far scattare una bagarre tra i commentatori (un'apologia tipo "Lapofans vs. Butel1" per poi trasferire il tutto su Sentenziosi, quelle polemiche gratuite ma fruttuose come piacciono a noi). Niente da fare. Come vi dirò di seguito, li c'è un muro di martiri che non vuole nemmeno saperne dei detrattori.
Allego il mio intervento, in primis si finisce sempre in moderazione ma a quanto pare è solo una moderazione sul buon gusto:

italia independent


Siccome la funzione marketing del blog di Italia Independent è in fondo anche quella di comunicare con e di stimolare il proprio mercato di riferimento (il cluster: deficienti), fino a divenirne un punto di riferimento (a posto...), vi scrive occasionalmente tale Antheus, una sorta di fashion consultant (?) con un nome very Made in Italy, il quale non scorda anzitutto la massima nazional-popolare "La ggente è stufa" e subito si lamenta poichè a suo avviso "Alla fine è solo in Italia che ad agosto si ferma tutto. Ma non vogliamo certo far polemiche, anzi", cui ho tentato di rispondere

occhiali italia independent

che, forse, non è solo un fenomeno italiano, che, forse, è stato un po' azzardato spararla lì così giusto per dare un po' di colore ad un post che, in scia alla filosofia "100% made in Italy, grazie", è uno spot vivente e propone alcuni consigli di "summer fashion", non senza gustosissime esaltazioni di Very Italian Independent People. Chessò, beccatevi allora la canzone di "Roy Paci. Lui è un vero italiano indipendente. Trombettista, compositore e arrangiatore italiano" (e quindi? L'italiano indipendente è quello con partita Iva?) e magari per le ragazze, vediamo, "una delle borse della linea Brandina, realizzate con le grafiche e i materiali dei lettini e delle sdraio da spiaggia. Retrò e italianissime". Italianissime, chiaramente. Magari ricavate proprio dalle sdraio della Riviera, made in Italy insomma. Beh, ma già che ci siamo, aspetta che "vogliamo segnalare anche l’ultimo occhiale I-I, ovvero quello con le lenti 24H, lenti chiare speciali che di giorno schermano i raggi UV e che di notte proteggono gli occhi grazie ad un trattamento anti riflesso. Pensate solo alla paranoia di guidare in autostrada e togliersi continuamente gli occhiali da sole quando si entra in galleria". Sarà vent'anni che girano quelle lenti, ma me li vedo a ideare la cosa. Tipo: "Uè Lapo ma c'hai presente quando guidi che c'hai lì il sole cioè arriva la galleria?" e questi risponde: "No no cioè guarda, fossi matto, tutta sta paranoia neanche voglio immaginarla cioè, tiriamo subito fuori un occhiale 100% made in Italy e facciamola finita".

Lapo fans
Se Lapo resta scusabilissimo - quello è il suo lavoro, Italia Independent il suo progetto, ci fa quel caspita che gli pare e come gli pare, a noi non resta che prendere atto e corroderci di caustica ironia - e anzi rischio pure di fargli i complimenti, vanno presi a sentenziose badilate quegli inadeguati rappresentanti della psicologia umana dei suoi seguaci: le sue schiere, i groupies, truppe da fronte, carne da macello per i suoi occhiali da 1.007 € (che poi perchè ci deve fare la cresta di sette euro, qualcuno me lo deve spiegare).
Gente che si fila Lapo ce n'è appunto, hai voglia: una parte di navigatori italiani per i quali Lapo è un feticcio, un idolo, sul blog di Italia Independent è in atto una vera Lapo mania, un'esegesi elkanniana, commentatori lì lì a sperare che il maestro scenda dalla cattedra per omaggiarli di un saluto, magari di una carezza per guarire e tornare a camminare. Uno è talmente ossessionato da Lapo (il quale praticamente mai risponde, che finchè sei Beppe Grillo vabbè...) che a breve getterà un mattone sul monitor urlando il michelangelesco "Perchè non parli?". E così via.
Scopri pure che i cretini si fanno convinti che il blog ha una propria filosofia. O meglio: il marketing di Italian Independent ti vende una filosofia.

Su questa linea di moda si legge di tutto e di più, per assurdo alcuni siti si basano sui redazionali fatti circolare dallo stesso ufficio stampa dell'azienda. Che è un po' come andare dalla Franzoni e chiedere: "Senti ma l'hai ucciso tu 'sto bambino?" "Macchè, anzi senti cosa ho da dirti" "Ok, prendo tutto per vero". E andiamo.
Segue un breve riepilogo probabile (ma plausibile) dello sviluppo di Italia Independent, by Sentenziosi (nel senso, uè, il marchio ce lo compriamo noi figa).

Sentenziosi ti racconta come (forse) nasce e funziona Italia Independent

Vuoi così che il rampollo jr di casa Agnelli un giorno si re-inventa imprenditore e fonda una casa di moda nel segno dell'italianità al suo massimo grado di spendibilità (in termini di costi e progetto arketing). A questo punto ha l'idea gggiusta e deve costruirci intorno un progetto. Lapo ha studiato economia nelle migliori business school del pianeta e non disdegna anzi domina i vari concetti di brand, leaders, followers, ecc. Nella sua personalissima interpretazione, ai tempi del primo rilancio FIAT, lui doveva essere il leader che portava il brand per mostrarlo ai followers. Appunto:

abbigliamento italian independent lapo elkann
sarà un caso ma non è che la "i" si legga tanto bene...

E fiat lux: tanti gggiovani stantuffati a sua immagine e somiglianza con le loro belle felpe FIAT. Ricordo che in particolare a Verona colpì durissimo. Dio se ho odiato tutti gli idioti con la felpa FIAT, dio dio. Il ricordo risveglia quegli attacchi di cagotto in te, dei quali puoi sempre fare a meno. Stasera farò un salto in centro, se ne vedo uno devo ricordarmi di chiederglielo: "Perchè? Perchè?".
Comunque, è il momento del naming: "Sono Lapo e voglio un brand che, chessò, trasmetta quell'italian attitude e, contestualmente, induca un senso di wellness, di liberty, di independence from the society and the environment" [aggiungere r moscie qua e là]. Dopo appena un anno di elucubrazioni, nasce Italia Independent, ovvero la prima coppia di termini cui aveva pensato e ha rielaborato (senza variazioni) per i dodici mesi successivi.
Poi elabora le strategie di lungo termine a corollario di una mission. Mission ufficiale: "Prodotto di lusso 100% made in Italy". Traduzione o mission reale alla quale anela: "Vendere ai prezzi più alti possibili, così se vendo poco, almeno campo cent'anni, son furbo figa, uè... io voglio fare i soldi... voglio fare la b-e-l-l-a-v-i-t-a... io c'ho [neanche] trent'anniii".
Che di per sè dice tutto del posizionamento: quale spazio occupare nella mente del consumatore? Quello più alto, secondo la scaletta "più sto in alto e più mi pagano. Hey ma è geniale!".
Lapo sa che non sarà un gioco da ragazzi, utilizzare le solite leve del marketing non sarà sufficiente, è il momento di trasformarsi in Howard Hawks ("L'uomo che amava (anche) le donne") e "spingersi oltre, cristo, dobbiamo andare oltre le quattro p, oltre ho detto! Noi siamo Italia Independent, noi non vendiamo un prodotto, noi vendiamo un'immagine, un'esperienza capito?". Vendere un prodotto da mille euro è più difficile che vendere un'esperienza, un'immagine da mille euro, Lapo lo sa bene. Eh sì perchè insomma la linea di moda che ti vendono è una guisa italiana sul tuo corpo, la miglior guisa italiana della tua vita, insomma non so se mi seguite ma "con quegli occhiali... oh signore con quegli occhiali tu... wow, sei uno schianto italiano! Mi segui? Ok ora staccami 'sto assegno da mille euro e...".
A periferia del tutto, Lapo si vende bene la presunta centralità del prodotto, una cosa che insomma qua ci stanno 48 strati di carbonio, "e dico carbonio e dico il top del top: formula 1, barche a vela... cioè noi facciamo innovazione di prodotto".
Parlare di target a questo punto è solo apparentemente scontato. Nel senso che non sono solo cretini quelli a cui piacciono gli occhiali coi materiali delle barche a vela (persone patologicamente e compulsivamente deviate, è evidente), c'è di più: escludiamo i cluster "commesse" et similia e prendiamo sicuramente i cluster che rientrano nel segmento "big spenders" ("gente coi schei"). Solo che a questo punto ci dovremmo aggiungere tutti quegli irrealizzati che, ad esempio, pur non avendo le dovute sostanze si permettono un Cayenne in leasing. Il paragone non è campato per aria, giacchè il motivo che spinge all'acquisto è il medesimo: status. Sul motivo per cui un occhiale che a Napoli vendono già taroccato in 48 altrettanti strati di (di, non si sa bene di cosa), debba costituire un prodotto di status, ci sarebbe da interrogarsi lungamente. Ma la commercializzazione, per merito del placement nei giusti "posti del lusso", è un successo. Non ne dubitavo un secondo.

Italia Independent in due parole
Una linea di occhiali de merda, per sboroni, che si allinea ai vari fenomeni dei trend del lusso. C'è a chi piace, a chi non piace. Stop. Per me bastava spiegarla così.

Conclusione. O tristezza.
1) Eppure io non ho ancora compreso: ma qual è l'immagine 100% italiana che dovrebbero trasmettere quegli occhiali? Non basta l'eticchetta made in Italy, mi auguro.
2) Italia Independent è trash e basta. Nel senso che quegli occhiali sono oggettivamente brutti nonchè una pessima imitazione di celebri modelli del passato, volgarmente estremizzati attraverso il feticcio del materiale esclusivissimo (il carbonio della Formula 1, bello...).
3) Italia Independent è a tutti gli effetti una progetto di marketing. Di marketing sociale, vista la forte correlazione, la quasi giustapposizione tra prodotto e immagine (tipico ovviamente del fashion marketing), qui portata all'eccesso per bocca dello stesso Lapo (che, ripeto, sembra sapere il fatto suo. Solo che non lo sa). Idiot marketing, precisamente.
4) La summa dei primi due punti, permette di creare mini-progettini a supporto del progetto-master quali, come abbiamo visto, il blog di Italia Independent, dove uno scazzato filantropo Lapo Elkann si atteggia a impegnato uomo di business con la visione globale delle cose, vendendo di fatto fumo, ma soprattutto regalandoci il palesarsi dell'inutilità: i suoi commentatori, gli Italian Independent People, quelli con la L di Looosserrs stampata evidente in fronte. E ho come il presentimento che il mondo poteva farne a meno.
5) Perchè scegliere Italia Independent, in tutte le sue declinazioni? Non saprei.
Troveremo cretini veronesi con indosso l'occhiale di Lapo? Non saprei.

Ciò che so, è che talvolta mi sento inadeguato.
In questo mondo di perdenti.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Come non condividere ogni punto della Sua acuta analisi.
Allargherei il discorso però anche alle migliaia di coglioni (a mio modo di vedere) che si comprano una felpa Baci e Abbracci solo perchè la indossa quel burino di Vieri.

Butel1 ha detto...

La mamma dei cretini è sempre incinta, ovviamente.
(e queste so' accuse eh)

Anonimo ha detto...

Italian ciao!

Anonimo ha detto...

Perchè tutto questo odio verso una persona che ha avuto qualche momento buio nella vita ma CHE HA AMMESSO IN PUBBLICO GLI ERRORI? Perchè tutto questo odio verso una famiglia che allontanò tutti quei dirigenti fiat con tangenti? E perchè tutto questo odio verso chi allontanò (finora unica squadra) tutti quelli che rendevano non regolari i campionati? Forse siete di quello che esalta Mangano Dell'Utri e la mafia??? Oppure di quello che con i falsi in bilancio compra i giocatori!!! Vergognatevi e ragionate con la vostra testa e NON con quello che dice la televione!!! Vedete io sono di sinistra ma rispetto e ammiro la famiglia AGNELLI per la sua signortilità che i nuovi ricchi non sanno dove sta di casa!!! Viva Lapo viva gli Agnelli e viva la FIAT fiore all'occhiello dell'Italia nel mondo!!!!

Unknown ha detto...

Anche se un pò in ritardo ci tengo a dire un paio di cose a "butel1" dato che si è impegnato così tanto...
Bhe in primis volevo dirti, nel caso non lo sapessi, che nella linea occhiali è possibile trovare articoli "per tutte le tasche" e poi sarei curioso di sapere se ne hai mai provato un paio...Io si e ti assicuro che sono veramente comodi, oltre ad essere esteticamente e ergonomicamente ben riusciti. Hai detto che sono una rivisitazione di modelli del passato e qui mi viene da chiederti...Hai mai sentito parlare di mode che ritornano? e ancora, conosci così bene lo studio del design di un oggetto da poter dire che si tratta di imitazione o sei uno di quelli che si limitano a dire "ma dai sono uguali/tipo i ray ban a goccia..."( = incompetente a cui piace dar aria alla bocca).
Dalle tue affermazioni e dal tuo tono sembra chiaro che tu avresti molto da insegnare (a tutti noi) in quanto al merchandising di un brand. Se permetti ho i miei seri dubbi dato che, invece di esprimere critiche costruttive, le tue mi sembrano piuttosto lamentele di un bambino invidioso. Se non hai grandi idee almeno cerca di non giudicare chi prova a far crescere le proprie. Abbi pazienza ma non sopporto proprio le persone che puntano il dito. Il tuo atteggiamento non lascia molto spazio ad argomentazioni serie. Mi permetto di consigliarti di essere un pò più osservatore e un pò meno giudice dato che (evidentemente) ti mancano i presupposti di base.
Per quanto riguardano invece i riferimenti alle sue esperienze di vita personale...NO COMMENT!!! a dir poco populista.
In un momento così difficile come quello che sta attraversando il mercato italiano oggi, l'ultima cosa di cui si sente il bisogno è il qualunquismo gratuito.
...Ne devi magnà di trippa fio mio!!!