La febbre del martedì sera - Sound of 70s - Milano
Si diceva: "Può una festa anni '70 in un locale anni '70 per la presentazione di un libro (anche) sugli anni '70 rivelarsi paradossalmente trash? Se è la festa di Tommaso Labranca, teorizzatore del trash, sì".
Noi quella sera s'era (ho ho ho, ma come mi vengono?) al Sound of '70s di Milano, per la festa di presentazione di 78.08, nuovo libro di Tommaso Labranca: la Febbre del Martedì Sera.
Features
- a supposed exclusive VIP party in Milan
- be on the guestlist, bellezza!
- '70s disco music
- strictly enforced '70s dresscode
Confesso una cosa: su 78.08, mi sono inventato tutto. Non ho letto il libro: vuoi vedere che è una vanagloriosa cagata da intellettuale outsider? Forse sì. Né abbiamo preso parte alla presentazione. Io e Frut1 giungiamo per gli ultimi 2 minuti, giusto il tempo - come da protocollo - di applaudire alquanto ebbri e stringere la mano a qualche milanese più pirla del solito, sorrisi e foto per la stampa (dove, dove?).
Sì, perchè SE la festa esiste in funzione della presentazione del libro con tanto di ospiti vip, ALLORA noi all'ora della presentazione ci stavamo sbronzando nel bar più anonimo di una Milano d'estate, appena giunti dal Nord, jawohl. Ma sa pecchè l'amo saltata? [fuuuhh di sigaretta] Pecchè 'sta cosa d'a presentazione, i libbri, i vippe... è tutto... troppo italiano...
Per quanto anonimo fosse il nostro bar, la clientela si muoveva su strade ampiamente battute: mi avrebbero potuto ibernare per 200 anni, 2.000 anni, 20.000 anni ma al momento del risveglio al bancone avrei impiegato in ogni caso non oltre 0,2 secondi per comprendere di trovarmi a Milano. Dove trovare altrimenti simili pièces d'humour lumbard?
- al bancone un tipo insiste per pagare la propria birra. Con carta di credito. Il barista striscia la carta una prima volta, niente. Una seconda, niente. Al terzo fallimento, il cliente osserva snervato: "Uè, hai comprato il bancomat alla Standa?". Standa, l'eterno sinonimo milanese di bassa qualità.
- altro tizio. Entra l'amico visibilmente spettinato: "Uè, ma ti sei pettinato a Malpensa?". Malpensa, ne parlano ancora i TG e i milanesi che vorrebbero smettere di volare low cost.
La festa in 10 punti
1) Il locale è il Sound of '70s. Vorrebbe essere un locale a tema anni '70. In verità è un locale degli anni '70, congelato. O fritto nell'unto. In parole povere: un barasso de periferia con un po’ de lustrini, do neon coloradi, la raffa nazionale in tv e alcune stampe de Andy Warhol un po’ anni '60 come osservò il Fruttone
(beh non per forza in effetti, le opere degli anni ’60 di Warhol divengono stampe e serigrafie celeberrime un po’ dopo). Tutto molto retrò ed estremamente vintage. Si ringrazia la discarica di Assago e la diocesi di zona Maciachini per l’arredamento.
2) Può una festa con invito e con dresscode vedere la partecipazione di tutti, nella fattispiecie persone non invitate senza dresscode? Può. Bene, benissimo. Fuori il colpevole! Ah, eccolo là. Bravo. Ora qualcuno gli defechi in bocca, grazie.
Ma procediamo con ordine. La festa è sì una festa con dresscode anni '70, ma è anzitutto una festa privata, si accede tramite strettissimo invito personale come precisava DA VERO SBORONE Tommaso (l’amico de noantri…): chè chi non ha l'invito, chi è nella black list, chi non è T-La approved, beh niente non entra, ok bellezza? Ci procuriamo gli inviti e ci vestiamo anni '70, pronti a sondare il grado di risolutezza di tutto il bla bla della Labranca Party Entertainment (for dummies?).
Sbagliamo noi, mea culpa: abbiamo seguito una logica di ragionamento classica, avremmo dovuto immedesimarci di più nella mente dell'uomo medio.
E' con immenso piacere che noto cani e porci casual, chi in t-shirt, chi persino in bermuda, pulirsi il culo con gli inviti altrui. Un vero bijoux questa selezione: sarebbe entrato pure Bin Laden e gli unici vestiti a tema erano lo scrittore (e ci mancava), un amico froscione dello scrittore, io e il Fruttone (o forse era proprio lui l’amico froscione di Labranca?)! Bin Laden avrebbe pure vinto il premio Tony Manero, che discorsi.
Vi prego, non fatemi più parlare degli ebeti che trascurano il dress code (specie laddove viene espressamente richiesto!), altrimenti i loro adepti mi accusano di non riuscire a vivere senza lo schiavismo dello stile.
Ma va bene così. Giudicare in silenzio è un atto dovuto. L'intolleranza, talvolta, è un atto dovuto. E io vi intollero(?) tutti: la festa è anni '70? Eccovi con bermuda, t-shirt, scarpe ginniche, tracolla. Possa una vita di agricoltura iniziare da qui.
3) 21.30. E' l'ora di una presentazione di 78.08
che lo stesso Tommaso Labranca, d'ora in poi T-La nuovo fenomeno rap di Seregno, definirà guarnita da momenti inenarrabili. Ad esempio, quali? Neanche se mi sforzo tanto da spingere lo stronzo quasi sulla mutanda, riesco a immaginare simili momenti. Neanche se mi drogo pesantemente, riesco a immaginare simili momenti, se non cristalizzati in qualche battuta da vecchi tromboni. Anzitutto perchè - e vai col trash - la festa è anni '70, ma i vip sono ben collocabili negli anni '80: Andrea Roncato, Elio Fiorucci, Viola Valentino, Sabina Ciuffini, cui fanno da contorno altri vipettes della Milano underground tra i quali giornalisti, gente dello spettacolo (categoria dello spirito) e intellettualotti, tutti alquanto brutti da vedere, ma che qualche giorno dopo T-La non tarderà a definire "gli ospiti di riguardo". P-prego? Ma chi? Ma non vi siete accorti che c'erano B1 e Frut1? Roba da matti.
4) Capitolo Vip: Andrea Roncato è bolso almeno quanto Stallone e ha pure la stessa voce, per contro è simpatico e nemmeno il banalotto da salotto buonadomenichense che ti aspetteresti, anzi; la Ciuffini è quasi certamente - non ci scommetterei - quella che fuori dal locale sfodera il manuale della retorica e se ne esce spadroneggiante con "E' che non abbiamo memoria storica, non abbiamo memoria storica", riferendosi probabilmente a quando ancora la riconoscevano in strada; Viola Valentino, ha i propri anni ma è una signora curata, esibisce inoltre una generosa coppia di tette tanto apprezzate dal Fruttone, quelle che devono averle ispirato "Comprami, io sono in vendita, e non mi credere irraggiungibile, con 'ste tette qua, guardale pure in foto va'" (pezzo giusto giusto del '79).
Del resto chi ha all'attivo pezzi del genere (l'avrà proprio scritto e musicato e prodotto lei...), è già un mito. Elio Fiorucci invece... c'era? Sentenziosi non sa, non dice.
5) Vi ricordo che siamo a Milano d'estate, quando il solo accennare ad un passo significa fare all'amore con passionali colate asfaltiche. Ciò detto, mi pare evidente che il Sound of '70s fosse rigorosamente non climatizzato. Cos'è, siamo scemi? Chi ha staccato il condizionatore? Ah, non c'è proprio? A posto. Ve possino rovinà!
Vestito da Shaft grondavo come David Hasselhoff in Baywatch; il Fruttone vestito da giocatore di rugby anni '70, grondava come un giocatore di rugby anni '70. In fianco al nostro tavolino prendeva posto un termosifone: lo fissammo con mefistofelico sospetto per ore. Che tristezza, vedere un giovane Shaft con parruccone, sudare come un camionista armeno in una Milana che ricordava un Hammam, 100% di umidità e 40°C.
6) Benchè ebbri, in un modo o nell'altro (più nell'altro), tiriamo comunque su 3-4 pheghette (oltre alle due carissime e preziosissime by Frut1 che già avevamo a braccetto, che non si mai che sul posto si resti senza...). Le tiriamo su, nel senso che le stendiamo, le carichiamo in spalle dopo averle tirate per i capelli, uga-uga. Belle e con 100% di CIM (Concentrato d'Ignoranza Milanese) ovvero stucchevoli quanto deliziose. Anche loro trash: l'emulazione fallita di un modello intelligente di femmina. Domanda: sapevano chi era T-La? No, che discorsi! A loro "avevano detto che c'era una festa con uno scrittore" e naturalmente ci vanno per poi raccontarlo agli amici carrrrissssimi-per-tutta-la-vita, pecchè loro ce stanno bene co'a cultura. Tipo, se fosse stato uno scrittore di fiabe? O di un libro misogino? L'ennesima conferma che il mercato editoriale è in mano agli idioti.
7) Capitolo musica. Il sound è il top della anni '70, maranza nostrano compreso. Dice: bravvì! E dice l'altro: ma se al Sound of '70s non fanno altro! Madonn'... Facciamo finta di niente e continuiamo nel plauso: serve da contraltare per descrivere la situazione. Eravamo rimasti che fa caldo, Antò. La sala da ballo - bel settantone - si trovava al piano inferiore. Scendo le scale quando compare un tipo di rosso turbantato con coda e orecchie a punta il quale mi chiedeva se non avessi un'anima da vendergli, oppure una borsa tarocca di Prada. Una volta di sotto, ti parte "burn baby burn, disco inferno, burn baby burn". Ragazzi, quella sala era l'Inferno: 95.000° Fahrenheit.
Mai entrato in una simile bolgia, questione che ti fa vorticare i maroni e maledire tutti. Uno entra Butel1 ed esce Butel Mohammed.
8) Capitolo Labranca. Beh, l'avete ammirato in foto, una zucca trait d'union con la mirror ball, e siamo tutti d'accordo che la bellezza sia l'ultima delle sue armi. Sorvoliamo. [e invece beccatevelo qui in una foto anni '80, sosia di Val Kilmer!]
Diciamo allora che in primis m'apparve un intellettuale un po' outsider, meno attuale di quanto puoi immaginare leggendo i primi libri, pure un po' monotono. L'impressione è che sia rimasto alla deriva dei circuiti importanti (solitamente quando uno arriva a lamentarsi delle proprie vendite... è su quella strada). Se poi ci pensi un attimo, forse il prestigio è effettivamente andato: prima Castelvecchi poi Einaudi poi di nuovi Castelvecchi ora Excelsior1881, che o è la sua casa o è quella del vicino. A tratti, con quel look un po' goffo (ok camicia e pantalone, ma quella specie di ginnica by Pittarello no eh!), posso dire che mi faceva un po' pena ridotto così? Un pesce fuor d'acqua?
Poi però ci parli e scopri che l'apparenza inganna, e ti rincuora perchè è effettivamente un personaggio notevole, arguto, caustico e incazzato quanto basta. E poi ho molto apprezzato il suo ignorare la mia totale figura di merda su argomenti proto-filosofici. Hey, per la cronaca, poi ho recuperato su tv trash, tg popolari, problematicità del concetto di trash. Cazzo che figo sono...
9) Nello specifico: sappiamo tutti qual è il vero rischio dell'applicazione del concetto di trash, l'omnicomprensività. Potenzialmente si applica ad ogni cosa e ad ogni persona/personaggio. E' un loop, se ci entri ti fai risucchiare anche le palle, se inizi il gioco non lo finisci più: il Max Pezzali di La lunga estate caldissima (e tutte le altre) è l'imitazione fallita di un cantante, Monica Bellucci l'imitazione fallita di un'attrice italiana, Flavio Briatore è l'imitazione fallita di un uomo elegante, Maria De Filippi l'imitazione fallita di una donna, e così via. Ho perso il conto degli esempi che gli ho proposto al volo.
Ricordo però che il mio ego ebbro si compiacque giusto quei 30-40 minuti, Tommaso giusto quei 3-4 secondi mi diede corda poi portò a termine la breve discussione con un secco: "Sì". Ma sì cosa? Cazzo che figo sono...
OSSERVATORIO FRUT1
10) Vabbè, almeno l’invito ti valeva la consumazione, offerta da T-La. B1, attirato dall’apparente (ma non appurata, diciamo non risolta) frociaggine dello scrittore, gli ha inizialmente girato attorno con fare sornione per poi mettersi in fila e prenderlo da tergo; inutile dire che T-La non oppose resistenza. I due, dopo essersi studiati come galli da combattimento, iniziano una conversazione pilotata dall’annoiato B1 le cui abilissime figuracce sul pensiero debole hanno il merito di far svanire anche l’ultima briciola di carica erotica che aleggiava tra i due.
E' quando noto sul volto di B1 una goccia di sudore più evidente delle altre che capisco che sta ripensando a quanto sboroneggiò poco prima ovvero “Senti Frut1, io conosco questi vanitosi scrittori incazzati e invidiosi, loro rinnegano Vatimo e compagnia, non c’è bisogno di alcuna nozione a riguardo, facilmente farò convergere la discussione sullo status merdam della tv italiana, sta’ a vedere!”.
Al terzo "post-moderno, certo Tommaso, post-moderno..." la goccia di sudore di B1 diventa del tipo cartone giapponese, non senza passarsi nervosamente la mano su mento-guancia-labbra. Nessun idillio, sterile battute sulla tv trash (che non esiste come categoria a sé bensì E’ la televisione stessa), su Studio Aperto (che purtroppo-meno male esiste), sulla morte del trash e tutto finsce con un semplice e formale saluto, di quelli che daresti allo sconosciuto uomo della strada (B1) che non vedi l’ora di toglierti dalle palle.
B1, sì uomo della strada ma soprattutto Gggiovane, torna al suo drink e riprende a incensare non senza ridicolaggine la bellezza di una delle tre-quattro pheghette milanese racattate dieci minuti prima nella sala dance con sound ovviamente ’70 (“Eccomi Gaia, carissima, sono tornato, scusa l’assenza ma con Tommaso guarda siamo amisci da ‘na vita e non potevo proprio non…” “Gaia?” “Giorgia?” “??” “G-giulia… pardon, dio mio che figuraccia devo aver fatto, ma tu pensa a volte la memoria…” “Giada” “E infatti infatti… Tu, allora sei di Milano o…?” “Ti sembro albanese?” “Ah-ah, che coincidenza… no perché io adoro le donne spiritose…”), mentre T-La coi pantaloni a vita alta ed a zampa muove verso casa da solo, con in mano una luccicante mirrorball, souvenir par excellence della 70s night. Che trash o non trash (in senso letterale: scadente), è stata una festa con un suo perchè: perchè?
Conclusione
La festa un flop.
La musica no.
Temperature improponibili nell'occidente climatizzato.
La presentazione magari bellissima, magari bruttissima.
Il libro magari bellissimo, magari bruttissimo.
Features
- a supposed exclusive VIP party in Milan
- be on the guestlist, bellezza!
- '70s disco music
- strictly enforced '70s dresscode
Confesso una cosa: su 78.08, mi sono inventato tutto. Non ho letto il libro: vuoi vedere che è una vanagloriosa cagata da intellettuale outsider? Forse sì. Né abbiamo preso parte alla presentazione. Io e Frut1 giungiamo per gli ultimi 2 minuti, giusto il tempo - come da protocollo - di applaudire alquanto ebbri e stringere la mano a qualche milanese più pirla del solito, sorrisi e foto per la stampa (dove, dove?).
Sì, perchè SE la festa esiste in funzione della presentazione del libro con tanto di ospiti vip, ALLORA noi all'ora della presentazione ci stavamo sbronzando nel bar più anonimo di una Milano d'estate, appena giunti dal Nord, jawohl. Ma sa pecchè l'amo saltata? [fuuuhh di sigaretta] Pecchè 'sta cosa d'a presentazione, i libbri, i vippe... è tutto... troppo italiano...
Per quanto anonimo fosse il nostro bar, la clientela si muoveva su strade ampiamente battute: mi avrebbero potuto ibernare per 200 anni, 2.000 anni, 20.000 anni ma al momento del risveglio al bancone avrei impiegato in ogni caso non oltre 0,2 secondi per comprendere di trovarmi a Milano. Dove trovare altrimenti simili pièces d'humour lumbard?
- al bancone un tipo insiste per pagare la propria birra. Con carta di credito. Il barista striscia la carta una prima volta, niente. Una seconda, niente. Al terzo fallimento, il cliente osserva snervato: "Uè, hai comprato il bancomat alla Standa?". Standa, l'eterno sinonimo milanese di bassa qualità.
- altro tizio. Entra l'amico visibilmente spettinato: "Uè, ma ti sei pettinato a Malpensa?". Malpensa, ne parlano ancora i TG e i milanesi che vorrebbero smettere di volare low cost.
La festa in 10 punti
1) Il locale è il Sound of '70s. Vorrebbe essere un locale a tema anni '70. In verità è un locale degli anni '70, congelato. O fritto nell'unto. In parole povere: un barasso de periferia con un po’ de lustrini, do neon coloradi, la raffa nazionale in tv e alcune stampe de Andy Warhol un po’ anni '60 come osservò il Fruttone
(beh non per forza in effetti, le opere degli anni ’60 di Warhol divengono stampe e serigrafie celeberrime un po’ dopo). Tutto molto retrò ed estremamente vintage. Si ringrazia la discarica di Assago e la diocesi di zona Maciachini per l’arredamento.
2) Può una festa con invito e con dresscode vedere la partecipazione di tutti, nella fattispiecie persone non invitate senza dresscode? Può. Bene, benissimo. Fuori il colpevole! Ah, eccolo là. Bravo. Ora qualcuno gli defechi in bocca, grazie.
Ma procediamo con ordine. La festa è sì una festa con dresscode anni '70, ma è anzitutto una festa privata, si accede tramite strettissimo invito personale come precisava DA VERO SBORONE Tommaso (l’amico de noantri…): chè chi non ha l'invito, chi è nella black list, chi non è T-La approved, beh niente non entra, ok bellezza? Ci procuriamo gli inviti e ci vestiamo anni '70, pronti a sondare il grado di risolutezza di tutto il bla bla della Labranca Party Entertainment (for dummies?).
Sbagliamo noi, mea culpa: abbiamo seguito una logica di ragionamento classica, avremmo dovuto immedesimarci di più nella mente dell'uomo medio.
E' con immenso piacere che noto cani e porci casual, chi in t-shirt, chi persino in bermuda, pulirsi il culo con gli inviti altrui. Un vero bijoux questa selezione: sarebbe entrato pure Bin Laden e gli unici vestiti a tema erano lo scrittore (e ci mancava), un amico froscione dello scrittore, io e il Fruttone (o forse era proprio lui l’amico froscione di Labranca?)! Bin Laden avrebbe pure vinto il premio Tony Manero, che discorsi.
Vi prego, non fatemi più parlare degli ebeti che trascurano il dress code (specie laddove viene espressamente richiesto!), altrimenti i loro adepti mi accusano di non riuscire a vivere senza lo schiavismo dello stile.
Ma va bene così. Giudicare in silenzio è un atto dovuto. L'intolleranza, talvolta, è un atto dovuto. E io vi intollero(?) tutti: la festa è anni '70? Eccovi con bermuda, t-shirt, scarpe ginniche, tracolla. Possa una vita di agricoltura iniziare da qui.
3) 21.30. E' l'ora di una presentazione di 78.08
che lo stesso Tommaso Labranca, d'ora in poi T-La nuovo fenomeno rap di Seregno, definirà guarnita da momenti inenarrabili. Ad esempio, quali? Neanche se mi sforzo tanto da spingere lo stronzo quasi sulla mutanda, riesco a immaginare simili momenti. Neanche se mi drogo pesantemente, riesco a immaginare simili momenti, se non cristalizzati in qualche battuta da vecchi tromboni. Anzitutto perchè - e vai col trash - la festa è anni '70, ma i vip sono ben collocabili negli anni '80: Andrea Roncato, Elio Fiorucci, Viola Valentino, Sabina Ciuffini, cui fanno da contorno altri vipettes della Milano underground tra i quali giornalisti, gente dello spettacolo (categoria dello spirito) e intellettualotti, tutti alquanto brutti da vedere, ma che qualche giorno dopo T-La non tarderà a definire "gli ospiti di riguardo". P-prego? Ma chi? Ma non vi siete accorti che c'erano B1 e Frut1? Roba da matti.
4) Capitolo Vip: Andrea Roncato è bolso almeno quanto Stallone e ha pure la stessa voce, per contro è simpatico e nemmeno il banalotto da salotto buonadomenichense che ti aspetteresti, anzi; la Ciuffini è quasi certamente - non ci scommetterei - quella che fuori dal locale sfodera il manuale della retorica e se ne esce spadroneggiante con "E' che non abbiamo memoria storica, non abbiamo memoria storica", riferendosi probabilmente a quando ancora la riconoscevano in strada; Viola Valentino, ha i propri anni ma è una signora curata, esibisce inoltre una generosa coppia di tette tanto apprezzate dal Fruttone, quelle che devono averle ispirato "Comprami, io sono in vendita, e non mi credere irraggiungibile, con 'ste tette qua, guardale pure in foto va'" (pezzo giusto giusto del '79).
Del resto chi ha all'attivo pezzi del genere (l'avrà proprio scritto e musicato e prodotto lei...), è già un mito. Elio Fiorucci invece... c'era? Sentenziosi non sa, non dice.
5) Vi ricordo che siamo a Milano d'estate, quando il solo accennare ad un passo significa fare all'amore con passionali colate asfaltiche. Ciò detto, mi pare evidente che il Sound of '70s fosse rigorosamente non climatizzato. Cos'è, siamo scemi? Chi ha staccato il condizionatore? Ah, non c'è proprio? A posto. Ve possino rovinà!
Vestito da Shaft grondavo come David Hasselhoff in Baywatch; il Fruttone vestito da giocatore di rugby anni '70, grondava come un giocatore di rugby anni '70. In fianco al nostro tavolino prendeva posto un termosifone: lo fissammo con mefistofelico sospetto per ore. Che tristezza, vedere un giovane Shaft con parruccone, sudare come un camionista armeno in una Milana che ricordava un Hammam, 100% di umidità e 40°C.
6) Benchè ebbri, in un modo o nell'altro (più nell'altro), tiriamo comunque su 3-4 pheghette (oltre alle due carissime e preziosissime by Frut1 che già avevamo a braccetto, che non si mai che sul posto si resti senza...). Le tiriamo su, nel senso che le stendiamo, le carichiamo in spalle dopo averle tirate per i capelli, uga-uga. Belle e con 100% di CIM (Concentrato d'Ignoranza Milanese) ovvero stucchevoli quanto deliziose. Anche loro trash: l'emulazione fallita di un modello intelligente di femmina. Domanda: sapevano chi era T-La? No, che discorsi! A loro "avevano detto che c'era una festa con uno scrittore" e naturalmente ci vanno per poi raccontarlo agli amici carrrrissssimi-per-tutta-la-vita, pecchè loro ce stanno bene co'a cultura. Tipo, se fosse stato uno scrittore di fiabe? O di un libro misogino? L'ennesima conferma che il mercato editoriale è in mano agli idioti.
7) Capitolo musica. Il sound è il top della anni '70, maranza nostrano compreso. Dice: bravvì! E dice l'altro: ma se al Sound of '70s non fanno altro! Madonn'... Facciamo finta di niente e continuiamo nel plauso: serve da contraltare per descrivere la situazione. Eravamo rimasti che fa caldo, Antò. La sala da ballo - bel settantone - si trovava al piano inferiore. Scendo le scale quando compare un tipo di rosso turbantato con coda e orecchie a punta il quale mi chiedeva se non avessi un'anima da vendergli, oppure una borsa tarocca di Prada. Una volta di sotto, ti parte "burn baby burn, disco inferno, burn baby burn". Ragazzi, quella sala era l'Inferno: 95.000° Fahrenheit.
Mai entrato in una simile bolgia, questione che ti fa vorticare i maroni e maledire tutti. Uno entra Butel1 ed esce Butel Mohammed.
8) Capitolo Labranca. Beh, l'avete ammirato in foto, una zucca trait d'union con la mirror ball, e siamo tutti d'accordo che la bellezza sia l'ultima delle sue armi. Sorvoliamo. [e invece beccatevelo qui in una foto anni '80, sosia di Val Kilmer!]
Diciamo allora che in primis m'apparve un intellettuale un po' outsider, meno attuale di quanto puoi immaginare leggendo i primi libri, pure un po' monotono. L'impressione è che sia rimasto alla deriva dei circuiti importanti (solitamente quando uno arriva a lamentarsi delle proprie vendite... è su quella strada). Se poi ci pensi un attimo, forse il prestigio è effettivamente andato: prima Castelvecchi poi Einaudi poi di nuovi Castelvecchi ora Excelsior1881, che o è la sua casa o è quella del vicino. A tratti, con quel look un po' goffo (ok camicia e pantalone, ma quella specie di ginnica by Pittarello no eh!), posso dire che mi faceva un po' pena ridotto così? Un pesce fuor d'acqua?
Poi però ci parli e scopri che l'apparenza inganna, e ti rincuora perchè è effettivamente un personaggio notevole, arguto, caustico e incazzato quanto basta. E poi ho molto apprezzato il suo ignorare la mia totale figura di merda su argomenti proto-filosofici. Hey, per la cronaca, poi ho recuperato su tv trash, tg popolari, problematicità del concetto di trash. Cazzo che figo sono...
9) Nello specifico: sappiamo tutti qual è il vero rischio dell'applicazione del concetto di trash, l'omnicomprensività. Potenzialmente si applica ad ogni cosa e ad ogni persona/personaggio. E' un loop, se ci entri ti fai risucchiare anche le palle, se inizi il gioco non lo finisci più: il Max Pezzali di La lunga estate caldissima (e tutte le altre) è l'imitazione fallita di un cantante, Monica Bellucci l'imitazione fallita di un'attrice italiana, Flavio Briatore è l'imitazione fallita di un uomo elegante, Maria De Filippi l'imitazione fallita di una donna, e così via. Ho perso il conto degli esempi che gli ho proposto al volo.
Ricordo però che il mio ego ebbro si compiacque giusto quei 30-40 minuti, Tommaso giusto quei 3-4 secondi mi diede corda poi portò a termine la breve discussione con un secco: "Sì". Ma sì cosa? Cazzo che figo sono...
OSSERVATORIO FRUT1
10) Vabbè, almeno l’invito ti valeva la consumazione, offerta da T-La. B1, attirato dall’apparente (ma non appurata, diciamo non risolta) frociaggine dello scrittore, gli ha inizialmente girato attorno con fare sornione per poi mettersi in fila e prenderlo da tergo; inutile dire che T-La non oppose resistenza. I due, dopo essersi studiati come galli da combattimento, iniziano una conversazione pilotata dall’annoiato B1 le cui abilissime figuracce sul pensiero debole hanno il merito di far svanire anche l’ultima briciola di carica erotica che aleggiava tra i due.
E' quando noto sul volto di B1 una goccia di sudore più evidente delle altre che capisco che sta ripensando a quanto sboroneggiò poco prima ovvero “Senti Frut1, io conosco questi vanitosi scrittori incazzati e invidiosi, loro rinnegano Vatimo e compagnia, non c’è bisogno di alcuna nozione a riguardo, facilmente farò convergere la discussione sullo status merdam della tv italiana, sta’ a vedere!”.
Al terzo "post-moderno, certo Tommaso, post-moderno..." la goccia di sudore di B1 diventa del tipo cartone giapponese, non senza passarsi nervosamente la mano su mento-guancia-labbra. Nessun idillio, sterile battute sulla tv trash (che non esiste come categoria a sé bensì E’ la televisione stessa), su Studio Aperto (che purtroppo-meno male esiste), sulla morte del trash e tutto finsce con un semplice e formale saluto, di quelli che daresti allo sconosciuto uomo della strada (B1) che non vedi l’ora di toglierti dalle palle.
B1, sì uomo della strada ma soprattutto Gggiovane, torna al suo drink e riprende a incensare non senza ridicolaggine la bellezza di una delle tre-quattro pheghette milanese racattate dieci minuti prima nella sala dance con sound ovviamente ’70 (“Eccomi Gaia, carissima, sono tornato, scusa l’assenza ma con Tommaso guarda siamo amisci da ‘na vita e non potevo proprio non…” “Gaia?” “Giorgia?” “??” “G-giulia… pardon, dio mio che figuraccia devo aver fatto, ma tu pensa a volte la memoria…” “Giada” “E infatti infatti… Tu, allora sei di Milano o…?” “Ti sembro albanese?” “Ah-ah, che coincidenza… no perché io adoro le donne spiritose…”), mentre T-La coi pantaloni a vita alta ed a zampa muove verso casa da solo, con in mano una luccicante mirrorball, souvenir par excellence della 70s night. Che trash o non trash (in senso letterale: scadente), è stata una festa con un suo perchè: perchè?
Conclusione
La festa un flop.
La musica no.
Temperature improponibili nell'occidente climatizzato.
La presentazione magari bellissima, magari bruttissima.
Il libro magari bellissimo, magari bruttissimo.
18 commenti:
Quel pezzo di Viola Valentino ce l'ho da secoli, fisso, nel cd inserito nell'autoradio. E non me ne vergogno. Cribbio.
Che tette da paura!!
Ragazzi piuttosto dovreste fare un posto solo ed esclusivamente per denigrare le pheeghette milanesi.
Poi lo stampo e tappezzo tutta la "milanofashionbynightdabereeruttare"
Ogni persona con un briciolo di sanità mentale non può che rinnegare tutto, ma proprio tutto, il vattimo pensiero, che tra l'altro si riassume in due - tre cazzatine..il pensiero gayo, cazzate
La potenza vocale di Viola "Huge Mellons" Valentino è paragonabile solo a quella di Romina Power. Però questa canzone la amo!
Eh Viola era proprio potente... 'na manza pure.
B10: ora non esageriamo. Attendi un attimo scusa: "Sì? B1 sono io, dica. Ah, siamo su Sentenziosi?". Ok generalizza pure.
A me il Vattimo pensiero non è nemmeno dispiaciuto ma pratico maggiormente pensieri forti. Di Vattimo trovo più interessanti le derive sociologiche (di cui magari non s'è mai reso conto), perchè è innegabile che alcune sue vecchie affmermazioni oggi sono gli anni 1990-2000. Kant non ti serve a granchè in questi anni, purtroppo (sapere aude!).
Comunque Labranca mi sembrava tutt'altro che sostenitore del fenomeno, anzi da qualche parte stava pure scritto una cosa tipo "un qualsiasi libro sul pensiero debole che nessuno ha mai letto".
Scusate ma la ciuffini era la valletta di mike a rischiatutto...ho vaghi ricordi di lei quando ero traballante sulle gambe ed era già una gran gnocca
Però deve avere la sua porca età e fa la sua porca figura
Qualcuno mi dica con quale deità o demone ha fatto il patto....con quel petto poi...
@la tia: Sabina dovrebbe essere del 1950, se non sbaglio. Tra le altre cose ha posato pure per Playboy, ai tempi d'oro. Cos'abbia fatto per mantenersi così negli anni non ne ho proprio idea: tra gli anni settanta e ottanta era un'attivista e, smessi i panni della valletta, si fiondava alle manifestazioni e ai cortei. Forse ha conservato quello spirito e il fisico ne sta beneficiando di conseguenza. Mah.
Comunque: invidia invidia invidia.
@__@
No non può essere quello, pandorina
son attivista pure io, associazioni, conferenze manifestazioni , partito
sempre a politicheggiare e manifestare e sembro sua nonna!
Deve avere qualche segreto recondito
Invidia, invidia, invidiaaaaaa
@la tia: urge indagine approfondita. La mia cellulite grida vendetta -_-
ma non si può mica rendere butel info indigente sicché la smetta con le faccine?
Mi son dovuta censurare!
Ma come smetterla con le faccine?
Ma se sono il suo lato più sesssssy le faccine!
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sentenziosi, fate ormai cagare...non vi legge più nessuno...c'è un altro blog molto migliore del vostro dove dei super butei recensiscono locali molto bene, sputtanandoli se fanno cagare e tessendo lodi se meritano...voi ormai siete alla deriva. In più siete troppo frustrati dai! Ma trovatevi una figa sfigatoni
Dicci dunque quale è questo portentoso blog
che immagino sia tuo...
la tia, come minimo il commento sopra è di uno dei sentenziosi, loro sentenziano e si auto-sentanziano.
Ho letto il libro di Labranca e non è male.
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