Tv On The Radio live @ Magazzini Generali, Milano
La band: le origini, i componenti, il mutuo subprime
I Tv On The Radio nascono a Brooklyn, NY, dopo l’incontro tra il produttore David Andrew Sitek e un omone nero Tunde Adebimpe. Dopo una collaborazione nella realizzazione di progetti discografici, i due decidono di sfruttare la loro creatività - e genialità - allorché arriva pure un altro negrone: Kip Malone.
I Tv On The Radio nascono a Brooklyn, NY, dopo l’incontro tra il produttore David Andrew Sitek e un omone nero Tunde Adebimpe. Dopo una collaborazione nella realizzazione di progetti discografici, i due decidono di sfruttare la loro creatività - e genialità - allorché arriva pure un altro negrone: Kip Malone.
Nascono i Tv On The Radio, band istrionica che dimostra di saper manipolare una serie di codici apparentemente incompatibili: soul, guitar-noise, elettronica, new-wave della miglior fattura. The magic nigga team:
- Sitek, manipolatore elettronico, performer un po’ bohemien, un folletto che sul palco saltella qua e là suonando la sua chitarra e proponendo arrangiamenti schizofrenici che sanno stravolgere i pezzi originali in maniera geniale e travolgente.
- Adebimpe, voce della band, è un negrone dalla voce camaleontica, come sale sul palco sembra posseduto, sempre in prima linea, mai in sosta un attimo, contorcendosi, dimenandosi, battendo le mani a ritmo (pud yo enz ap tugeddà!).
- Malone serafico negro barbuto (ve lo ricorderete negli Utah Jazz...) occhialuto che impassibile suona la chitarra ed appena si avvicina al microfono svela una vocina da coro di voci bianche. E' il clichè della checca nera isterica, per la felicità di Upstream.
- Il gruppo è composto di norma da altri due musicisti: Jeleel Bunton alla batteria e Gerard Smith al basso o tastiere.
- Adebimpe, voce della band, è un negrone dalla voce camaleontica, come sale sul palco sembra posseduto, sempre in prima linea, mai in sosta un attimo, contorcendosi, dimenandosi, battendo le mani a ritmo (pud yo enz ap tugeddà!).
- Malone serafico negro barbuto (ve lo ricorderete negli Utah Jazz...) occhialuto che impassibile suona la chitarra ed appena si avvicina al microfono svela una vocina da coro di voci bianche. E' il clichè della checca nera isterica, per la felicità di Upstream.
- Il gruppo è composto di norma da altri due musicisti: Jeleel Bunton alla batteria e Gerard Smith al basso o tastiere.
Magazzini Generali
I Magazzini? Sono dei magazzini. Pianta rettangolare, un lato molto corto e l’altro assai lungo, pure troppo. Unico colore il nero. Ottimo per la visibilità della band: non hai un buon flash sulla fotocamera? Sorry amico, la band te la scordi. Gli avventori si trovano stritolati lungo un corridoio composto da una zona sotto-palco cui segue la zona bar, dove un lungo bancone si estende longitudinalmente per una decina di metri. È presente un piano rialzato, un soppalco, situato sopra la zona bar che si biforca estendendosi in una sorta di terrazza laterale da ambo le parti, stile matroneo medioevale, giungendo quasi a livello del palco.
Chi gestisce la baracca, segue mensilmente corsi di Facilty Management all'insegna della Qualità Universale. Ecco che il guardaroba è naturalmente posizionato vicino ai bagni nell’angolo più remoto ed infrattato del locale: come rendere altrimenti interminabili le lotte per il ritiro del giubbotto? Leggende narrano di estenuanti battaglie di "all’ultimo colpo di gomito tae-kwon-do", durante le quali chi cede lo fa per due motivi: a) si consegna al pronto soccorso più vicino; b)con una gesto educato saluta tutt ("Crepate stronzi pezzi di merda", cit.lett.) e dedica i propri abiti ai plebei dei guardarobieri.
Insomma, se non si fosse capito, i Magazzini Generali sono la location ideale per esibizioni live.
Insomma, se non si fosse capito, i Magazzini Generali sono la location ideale per esibizioni live.
La neve
"Uè, Milano tutta innevata, uè freddo bestia, uè Milano winter-night, che figata,figa" dissero i facinorosi Bàusciani in corso Sempione. Quel luogo - come ci ricorda una bella zio - dove i figli di papà si ammazzano di botte per litigi solo apparentemente superficiali: "Storie di Lamborghini e Ferrari". Eccellente.
Gli accrediti
Sono un vip, quindi ho l’ingresso facilitato. Cioè agggratiss. Sì amisci, dopo gli stentati inizi in quel di Ognissanti, il culo in giro l'ho dato e per bene e a fondo, anch’io posso dire di essere uno che conta ma soprattutto non paga. Un po' come negli anni '60: "Chi è importante, non paga. Chiedi una cosa gratis, te la daranno credentoti importante", A.Warhol (sunto ad opera dell'omino del scervello).
Ai primi accordi di Wolf Like Me il pubblico impazzisce e segue tutta la canzone ballando a ritmo e accompagnando Adembimpe&co nel coro. Si ripeterà per altre canzoni (come DLZ), ma soprattutto per l’ultima traccia: Staring at the sun, quando in un climax cresce l’adrenalina nei magazzini per esplodere in un'ovazione e applausi per la band che ha saputo coinvolgere e divertire.
"Uè, Milano tutta innevata, uè freddo bestia, uè Milano winter-night, che figata,figa" dissero i facinorosi Bàusciani in corso Sempione. Quel luogo - come ci ricorda una bella zio - dove i figli di papà si ammazzano di botte per litigi solo apparentemente superficiali: "Storie di Lamborghini e Ferrari". Eccellente.
Gli accrediti
Sono un vip, quindi ho l’ingresso facilitato. Cioè agggratiss. Sì amisci, dopo gli stentati inizi in quel di Ognissanti, il culo in giro l'ho dato e per bene e a fondo, anch’io posso dire di essere uno che conta ma soprattutto non paga. Un po' come negli anni '60: "Chi è importante, non paga. Chiedi una cosa gratis, te la daranno credentoti importante", A.Warhol (sunto ad opera dell'omino del scervello).
L’orario
Uno degli ultimi baluardi della puntualità milanese. L'ancestrale standard made in italy "Aò faccio come me cazzo me pare” creava attesa, apportando un altrettanto ancestrale doppio (s)vantaggio: l’attesa snerva i fan, al contempo debilita la band che ha il tempo per sbronzarsi, vomitare e ri-sbronzarsi, secondo il collaudato metodo Butel2 ("Suggerisco di bere, prima di iniziare a bere. Grazie"). Risultato: concerti brevi e deludenti, ma una grande sbronza collettiva.
Uno degli ultimi baluardi della puntualità milanese. L'ancestrale standard made in italy "Aò faccio come me cazzo me pare” creava attesa, apportando un altrettanto ancestrale doppio (s)vantaggio: l’attesa snerva i fan, al contempo debilita la band che ha il tempo per sbronzarsi, vomitare e ri-sbronzarsi, secondo il collaudato metodo Butel2 ("Suggerisco di bere, prima di iniziare a bere. Grazie"). Risultato: concerti brevi e deludenti, ma una grande sbronza collettiva.
Qui gli standard sono quelli inglesi. Come dicevo: se è scritto che il concerto avrà inizio alle 21.30, inizierà proprio alle ventuno e trenta.
La gente
Possiamo premettere dicendo che questo evento non è stato sponsorizzato e né pubblicizzato da Pig Magazine, come neppure da altri blog gggiovani per gente gggiovane (s)fashionista alternative-chic che segue le ultime tendenze bburino frosciarole lanciate e promosse nella milanodabbbere, mica cazzi. Fatto è già sufficiente a sapere che la serata sarà tra normal-people dove moda-design e atteggiamenti friendlyG&G(Gay and Glam) non omologano le persone rendendo la serata uno di quei gigs dove regna l’esibizionismo più puerile.
Ai Magazzini c’è gente di tutte le fasce d’età, pure mia madre, pure il padre di mio padre, il locale non si riempie completamente per cui l’ambiente resta confortevole. I gggiovani ed i meno gggiovani si mescolano in una serata spensierata di buona musica dove ad esibirsi e dare spettacolo sono i componenti della band [ndButel1: e io che credevo...], stop. L’atmosfera è distesa e rilassata, merito dello spirito del rock che aleggia nell’etere dei magazzini! [ndButel1: nel qual caso non dovrebbe essere il contrario di distesa e rilassata? N-non capisco][ndFrut1: non c'è nulla da capire, vai tranquillo ed ordina un altro AmarettoSour!]
La gente
Possiamo premettere dicendo che questo evento non è stato sponsorizzato e né pubblicizzato da Pig Magazine, come neppure da altri blog gggiovani per gente gggiovane (s)fashionista alternative-chic che segue le ultime tendenze bburino frosciarole lanciate e promosse nella milanodabbbere, mica cazzi. Fatto è già sufficiente a sapere che la serata sarà tra normal-people dove moda-design e atteggiamenti friendlyG&G(Gay and Glam) non omologano le persone rendendo la serata uno di quei gigs dove regna l’esibizionismo più puerile.
Ai Magazzini c’è gente di tutte le fasce d’età, pure mia madre, pure il padre di mio padre, il locale non si riempie completamente per cui l’ambiente resta confortevole. I gggiovani ed i meno gggiovani si mescolano in una serata spensierata di buona musica dove ad esibirsi e dare spettacolo sono i componenti della band [ndButel1: e io che credevo...], stop. L’atmosfera è distesa e rilassata, merito dello spirito del rock che aleggia nell’etere dei magazzini! [ndButel1: nel qual caso non dovrebbe essere il contrario di distesa e rilassata? N-non capisco][ndFrut1: non c'è nulla da capire, vai tranquillo ed ordina un altro AmarettoSour!]
Il concerto
Dicevo, la band puntuale sale sul palco.
Adembimpe con la sua gran voce inizia a cantare mentre le braccia si spendono in movimenti dinoccolati e sinuosi, mentre le gambe scollegate dal resto del corpo si muovono in modo disordinato e robotico. La sua camicia da boscaiolo di flanella a quadrettoni dopo la terza canzone inizia ad innalzare notevolmente la sua temperatura corporea facendolo sudare come solo Frut1 ha saputo fare a Parigi al concerto dei Daft Punk (per farla breve, il duo interruppe il mix per distribuire gli ombrelloni). Un fiume in piena scorre sul volto di Adembimpe costringendolo ad allontanarsi dagli apparecchi elettrici per gli effetti vocali prima di rischiare un cortocircuito. Dopo diversi cambi di asciugamano il cantante, non vuole levarsi la sua camicia preferita. Madido di sudore risulta irriconoscibile.
Canzone dopo canzone, il concerto si consuma con suoni potenti e precisi. Un mix tra gospel e new-wave che non lascia al caso la vena rock della band che suona gli strumenti con grande carica, facendo vibrare nell’aria una musica coinvolgente e a tratti schizzofrenica: sì Butel1, hanno un gran tiro. Nei magazzini riecheggia la voce piena e densa di Adembimpe, la chitarra rovente di Sitak, la precisione di Bunton alla batteria e, dietro barba, capelli ed occhiali, la vocina di Malone che tra basso e chitarra solista tiene le redini di un suono pulito e preciso della band.
Dicevo, la band puntuale sale sul palco.
Adembimpe con la sua gran voce inizia a cantare mentre le braccia si spendono in movimenti dinoccolati e sinuosi, mentre le gambe scollegate dal resto del corpo si muovono in modo disordinato e robotico. La sua camicia da boscaiolo di flanella a quadrettoni dopo la terza canzone inizia ad innalzare notevolmente la sua temperatura corporea facendolo sudare come solo Frut1 ha saputo fare a Parigi al concerto dei Daft Punk (per farla breve, il duo interruppe il mix per distribuire gli ombrelloni). Un fiume in piena scorre sul volto di Adembimpe costringendolo ad allontanarsi dagli apparecchi elettrici per gli effetti vocali prima di rischiare un cortocircuito. Dopo diversi cambi di asciugamano il cantante, non vuole levarsi la sua camicia preferita. Madido di sudore risulta irriconoscibile.
Canzone dopo canzone, il concerto si consuma con suoni potenti e precisi. Un mix tra gospel e new-wave che non lascia al caso la vena rock della band che suona gli strumenti con grande carica, facendo vibrare nell’aria una musica coinvolgente e a tratti schizzofrenica: sì Butel1, hanno un gran tiro. Nei magazzini riecheggia la voce piena e densa di Adembimpe, la chitarra rovente di Sitak, la precisione di Bunton alla batteria e, dietro barba, capelli ed occhiali, la vocina di Malone che tra basso e chitarra solista tiene le redini di un suono pulito e preciso della band.
Ai primi accordi di Wolf Like Me il pubblico impazzisce e segue tutta la canzone ballando a ritmo e accompagnando Adembimpe&co nel coro. Si ripeterà per altre canzoni (come DLZ), ma soprattutto per l’ultima traccia: Staring at the sun, quando in un climax cresce l’adrenalina nei magazzini per esplodere in un'ovazione e applausi per la band che ha saputo coinvolgere e divertire.
Bravi.
5 commenti:
AAAAAAAAAAAAAAAAAH
me lo son perso merda...uno degli eventi a cui tenevo di più dell'inverno...e tenevo pure accredito!!! non è che il mio ve lo siete inculati voi? comunque spero tornino in fretta...quando ho letto che hanno finito con staring at the sun ha sbattuto la testa sul muro...
Ma è preso da un'Harmony la parte sul concerto?
Butel4:Sì.Frut1 è un gran lettore di libri Harmony
good start
leggere l'intero blog, pretty good
Posta un commento