Afterhours live tour
“...ho un integralismo un po' frainteso
sono una puttana per non essere un peso...”
Negli ormai lontani metà anni ‘90 molto prima che i milanesi iniziassero ad ammazzare il sabato, tra la solitudine della propria cameretta, Frut1, alzando al massimo il volume dello stereo mentre si masturbava pensando a Eleonora Giorgi(?), ascoltava senza sosta una band ancora sconosciuta: gli Afterhours.
Passarono gli anni, si susseguirono le lune, una cometa gravitò nelle vicinanze della terrà; nello stereo del Frut continuavano a suonare nuovi e vecchi incredibili album degli “After”. Un rock inizialmente ruvido, aggressivo, dalle sfaccettature noise e dark. Un rock ombroso e dalle distorsioni psichedeliche, che racchiudeva molti generi musicali in voga negli anni novanta, tra cui il post-rock, grunge, post-punk.
Negli ormai lontani metà anni ‘90 molto prima che i milanesi iniziassero ad ammazzare il sabato, tra la solitudine della propria cameretta, Frut1, alzando al massimo il volume dello stereo mentre si masturbava pensando a Eleonora Giorgi(?), ascoltava senza sosta una band ancora sconosciuta: gli Afterhours.
Passarono gli anni, si susseguirono le lune, una cometa gravitò nelle vicinanze della terrà; nello stereo del Frut continuavano a suonare nuovi e vecchi incredibili album degli “After”. Un rock inizialmente ruvido, aggressivo, dalle sfaccettature noise e dark. Un rock ombroso e dalle distorsioni psichedeliche, che racchiudeva molti generi musicali in voga negli anni novanta, tra cui il post-rock, grunge, post-punk.
Con il passare degli anni, alla fine degli anni ‘90, il sound degli Afterhours ha iniziato ad addolcirsi ed ad essere meno aggressivo, ricercato e delicato ed in continua evoluzione. I testi graffianti, sarcastici, provocatori ed alcuni di questi veri propri inni generazionali.
Frut1, crescendo e mettendo su panza e pelo, non ha mai smesso di seguirli, ascoltarli e considerarli una delle band più rappresentative ed influenti della scena musicale italiana.
Dopo cinque album ufficiali e cambiamenti nella line-up del gruppo con la partenza di alcuni componenti, l’arrivo di nuovi e l’aggiunta dello strumentista tutto fare Enrico Gabrielli (dei Mariposa), gli Afterhours sono usciti dalla sala prove a metà maggio con un nuovo lavoro: I milanesi ammazzano il sabato.
E poi la tournè.
La band si è fatta un nome per cui ha ben pensato di abbandonare i piccoli club per i grandi palasport della penisola: che pessimi! Notizia sconcertante, che mi ha storto il naso e con grande disapprovazione ho rifiutato di seguire almeno una data del tour. E poi divano, dvd e birra.
La rece la giriamo ad una compagna di merende del fruttone: al richiamo del sexy e tenebroso Manuel Agnelli (ndSentenziosi: il genio della serata “chiavi in mano” del Traffic Festival 2008 di Torino) non ha proprio resistito e si è recata al palasport di Pordenone con le mutandine bagnate e – dicono – emettendo pure i primi vagiti ancora durante il proprio tragitto in auto. Certe cose le avevo viste fare solo per B2 montando sull’aereo per Londra!
“A riguardo del concerto degli after: dunque molto probabilmente non è stato il concerto degli after più bello a cui abbia assistito (dura superare il MarconFestival di due anni fa, ma è stato comunque costruttivo capire le nuovi direzioni del gruppo. Ammetto che quando ho letto: concerto Afterhours al palazzotto di Pordenone un paio di mesi fa, ho pensato: “schifo!”. [ndFrut1: ma poi hai pensato: “Schifo!”]
In effetti le dimensioni del palazzetto hanno reso molto meno intimo il concerto degli after: a compensare tale mancanza c'è stata l'energia che i ragazzi hanno messo sul palco e la capacità di essere (e dimostrarsi) artisti [ndSentenziosi: ma veri veramente dentro? Yaaaaawn]Manuel e compagni ci hanno regalato un concerto ricco di nuove canzoni quasi tutte ottime anche dal punto di vista live (c'è qualche cosa da rivedere, per esempio fasi un pò troppo lasciate andare alla tranquillità e ripetitività). Per quanto riguarda le vecchie canzoni, gli After rispolverano la verità che ricordavo: Oppio, Voglio una pelle splendida, Punto g, Quello che non c'è [ndFrut1: il seguito della precedente], Ballata, La sottile linea bianca, La fine è la più importante, La vedova bianca, Non sono immaginario e altre (mi ero scritta un appunto delle old song sul cell che purtroppo ho perso…)
Frut1, crescendo e mettendo su panza e pelo, non ha mai smesso di seguirli, ascoltarli e considerarli una delle band più rappresentative ed influenti della scena musicale italiana.
Dopo cinque album ufficiali e cambiamenti nella line-up del gruppo con la partenza di alcuni componenti, l’arrivo di nuovi e l’aggiunta dello strumentista tutto fare Enrico Gabrielli (dei Mariposa), gli Afterhours sono usciti dalla sala prove a metà maggio con un nuovo lavoro: I milanesi ammazzano il sabato.
E poi la tournè.
La band si è fatta un nome per cui ha ben pensato di abbandonare i piccoli club per i grandi palasport della penisola: che pessimi! Notizia sconcertante, che mi ha storto il naso e con grande disapprovazione ho rifiutato di seguire almeno una data del tour. E poi divano, dvd e birra.
La rece la giriamo ad una compagna di merende del fruttone: al richiamo del sexy e tenebroso Manuel Agnelli (ndSentenziosi: il genio della serata “chiavi in mano” del Traffic Festival 2008 di Torino) non ha proprio resistito e si è recata al palasport di Pordenone con le mutandine bagnate e – dicono – emettendo pure i primi vagiti ancora durante il proprio tragitto in auto. Certe cose le avevo viste fare solo per B2 montando sull’aereo per Londra!
“A riguardo del concerto degli after: dunque molto probabilmente non è stato il concerto degli after più bello a cui abbia assistito (dura superare il MarconFestival di due anni fa, ma è stato comunque costruttivo capire le nuovi direzioni del gruppo. Ammetto che quando ho letto: concerto Afterhours al palazzotto di Pordenone un paio di mesi fa, ho pensato: “schifo!”. [ndFrut1: ma poi hai pensato: “Schifo!”]
In effetti le dimensioni del palazzetto hanno reso molto meno intimo il concerto degli after: a compensare tale mancanza c'è stata l'energia che i ragazzi hanno messo sul palco e la capacità di essere (e dimostrarsi) artisti [ndSentenziosi: ma veri veramente dentro? Yaaaaawn]Manuel e compagni ci hanno regalato un concerto ricco di nuove canzoni quasi tutte ottime anche dal punto di vista live (c'è qualche cosa da rivedere, per esempio fasi un pò troppo lasciate andare alla tranquillità e ripetitività). Per quanto riguarda le vecchie canzoni, gli After rispolverano la verità che ricordavo: Oppio, Voglio una pelle splendida, Punto g, Quello che non c'è [ndFrut1: il seguito della precedente], Ballata, La sottile linea bianca, La fine è la più importante, La vedova bianca, Non sono immaginario e altre (mi ero scritta un appunto delle old song sul cell che purtroppo ho perso…)
Stupende: bye bye bombay (dietro la quale ci sono ricordi e ricordi affettivi che proprio non hanno prezzo!)bungee jumping (cadere all'ingiù vedere da lì le cose al contrario… la tigre sarà la stabilità…) [ndFrut1: may-day may-day, la stiamo perdendo]Tra le chicche: Manuel che ti sorprende alle spalle con [ndFrut1: con?] [ndSentenziosi: coooon?] Voglio una pelle splendida e una cover dei buffalo springfield!"
Non sono più i giovincelli degli esordi ma sanno sempre trasmettere carica ed energia offrendo uno spettacolo live che non ti fa pentire dei 20 euro spesi e della dispersività di strutture come i palazzetti dello sport che molto spesso hanno un’acustica da buttare.
Gli Afterhours sono una band che nei live non ha nulla da invidiare alle realtà internazionali, con un repertorio copioso che permette di cambiare molto spesso scaletta accontentando un po’ tutti, coinvolgono l’intero pubblico in punti di alta intensità e non solamente le prime file dove c’è sempre la kermesse d’ordinanza dei pirla che pogano.
Non sono più i giovincelli degli esordi ma sanno sempre trasmettere carica ed energia offrendo uno spettacolo live che non ti fa pentire dei 20 euro spesi e della dispersività di strutture come i palazzetti dello sport che molto spesso hanno un’acustica da buttare.
Gli Afterhours sono una band che nei live non ha nulla da invidiare alle realtà internazionali, con un repertorio copioso che permette di cambiare molto spesso scaletta accontentando un po’ tutti, coinvolgono l’intero pubblico in punti di alta intensità e non solamente le prime file dove c’è sempre la kermesse d’ordinanza dei pirla che pogano.
“…sui giovani d'oggi ci scatarro su
sui giovani d'oggi ci scatarro…”
7 commenti:
"sui giovani d'oggi ci scatarro su"
mitica!
che canzone è?
anonimo:"Sui giovani d'ggi ci scatarro su",dall'album "Hai paura del buio?".
l'ultimo album comunque è un ritorno in grande stile, con suoni nuovi e un attitudine diversa: è strano non so se è la versione che ho scaricato, ma le prime canzoni sono brevissime e poi c'è un pezzo come "riprendere berlino" meravigliosa..i testi rimangono sempre fantastici..
a frooosci
la citazione finale era banalotta però cari miei.
io sono banale
questi sentenziosi non fanno più un cazzo e adesso mi tocca uscire azzo..
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