31 dicembre 2006

"E mi tolga quella mano dal culo!" ovvero il post che era d'uopo

«Per arrivare a timbrare il cartellino d'entrata alle 8 e 30 precise,
Fantozzi 16 anni fa cominciò con mettere la sveglia alle 6 e un quarto;
oggi, a forza di esperimenti e perfezionamenti continui, è arrivato a
metterla alle 7 e 51... vale a dire al limite delle possibilità umane!»

Bello vedere come certe cose non cambino.
Come ogni 31 dicembre, è già partita la mini-maratona fantozziana (Canale 5)

Che, a parere del blog intero, è sempre una gran cosa.
Giacché noi, un po' lo siamo, fantozziani dentro.
E vi salutiamo così, all'insegna di Fantozzi. See you in 2007, ovvero tra meno di 8 ore: interroghiamoci quindi sul senso di questo e similari post, mah.

Best New Year's Eve Party?
Ecco mi chiedo, quale sarà il party veronese (ma anche no) più esclusivo del 31 dicembre 2006. Domanda che resterà insoluta, immagino.

Ca va sans dire: buon divertimento stasera.
Non fate come il sottoscritto vecchio e stanco Butel1: floridamente disteso sul divano a menare il telecomando del dvd.

Update
In merito al quesito precedente, qualche consiglio lo ho postato la crew di Vico4 (avvertenza: eventi non proprio dietro l'angolo).

29 dicembre 2006

Mostra Tamara De Lempicka a Milano

Ripromessomi di evadere dalla fatal Verona quanto meno una volta a settimana, sono infine riuscito a visitare la mostra di Tamara de Lempicka a Milano.

Info generali
La mostra di Tamara de Lempicka è allestita al Palazzo Reale di Milano e chiuderà i battenti il 14 gennaio 2007. Sempre presso lo stesso Palazzo Reale, si tiene in questo periodo anche la mostra futurista su Boccioni (come vedete dalla foto).


Prezzo del biglietto intero: 9 €. Il ridotto è 7.50 €. Quindi, anzitutto, notiamo come rispetto alla Triennale, il prezzo degli eventi sia superiore. La scelta migliore, fate come me, è d'entrare in zona lunch: tra le 13.30 e le 14.30 pagherete 6 €. Nonostante la mostra sia agli sgoccioli (o forse proprio per tale motivo?) ho notato un notevole afflusso di gente, la coda mi ha impegnato per 15 minuti buoni. E la coda, cari miei, ve la fate in una sorta di galleria del vento a 0 gradi: che non è gradevole.
Questo è il sito ufficiale della mostra, con l'elenco delle opere esposte, www.tamaradelempicka.it. Vi trovate anche il comunicato stampa e una succosa biografia.
Il catagolo è edito da Skira.

Chi era Tamara De Lempicka?
Tamara De Lempicka (pronuncia polacca "lempizca") è il nome d'arte di Maria Gorska, sposata a Tadeusz Lempicki. Sul sito, come detto, trovate info biografiche sull'artista, polacca di nascita (Varsavia 1898) da padre russo (e forse nata a Mosca, non si sa) e d'ora in poi Tamara, come ribadito a più riprese dal personale della mostra: "Uno per Tamara?" o "Da questa parte per Tamara" o "Tamara o Boccioni?" o "Lei è Tamara?" e m'aspettavo da un momento all'altro "Chi è Tamaaara? Tamara è quell'amica polacca mia...".
Qui trovate una galleria di immagini/opere, parte di esse in esposizione.
Qui trovate un'intervista abbastanza "rara", alla quale s'é prestata poco prima di morire nel 1979 a Cuernavaca in Messico.

Tamara ha creato immagini che sono diventate il simbolo di un’epoca (la modernità), “i folli anni Venti e Trenta" di cui diventa la più brillante interprete, icona dell'Art Déco, introducendo nei suoi dipinti i simboli di quella modernità e rappresentando la donna emancipata, libera, indipendente, aggressiva e trasgressiva; famoso qesto autoritratto dell'artista alla guida di un bolide (che non è presente):


Anche se, in effetti, per la maggiore Tamara è ritrattista: i ritratti coprono circa il 95% della sua produzione. In genere ritrae uomini ricchi e nobili europei o, come lei, fuggiaschi europei residenti negli states. Tamara è snob (c'è una sezione dedicata proprio a questo lato del suo carattere) ma comprende bene come ogni oggetto possa divenire arte: sono presenti diversi ritratti che ella fece di una nota prostituta parigina, la "Raphaela".
Per chi non avesse presente chi sia Tamara, questa è una foto presente nella mostra (c'è un'intera parete dedicata, compresa una mini installazione a riproduzione della sua maison/atelier):

Per chi non conoscesse Tamara artista, lei è quella che fa ritratti, anche nudi, in cui le figure umane perdono proporzioni e aspetto naturale (le figura umane di Tamara non esistono in natura!), dove le linee vengono ricondotte a poche curve e rette essenziali, il tutto deformato in maniera "scultorea", o comunque tale da restituire un effetto visivamente prepotente, pesante in un certo senso, rafforzato dalla limitata gamma cromatica (al massimo due, tre, quattro colori dai toni scuri, grigi e marroni solitamente). Per intenderci, tutti si ricordano Tamara per queste (entrambe non presenti!):

La mostra
In scena da circa due anni, dopo Parigi e Londra, la mostra giunge a Milano. Attraverso dodici sezioni, corrispondenti ciascuna ad un ensemble tra carriera/opere e vicissitudini/stili di vita con ricca didascalia introduttiva e commenti a ciasuna opera, devo dire che gli espositori portano per manina l'avventore di Tamara (specie occasionale e neofita) dall'inizio alla fine in un percorso che copre praticamente tutto l'arco della vita dell'artista. In tal senso, la mostra è decisamente completa. Anzi, a mio vedere le didascalia tendono ad una certa ridondanza a lungo andare, sicché l'iniziale entusiasmo scema alla quinta volta che si leggono i soliti epiteti quali "dama della modernità" ecc. Ma la questione è soggettiva e scoccia maggiormente l'aficionados che il non-aficionados.

Completa, dicevo. E così di sala in sala, forte del condimento delle opere del relativo periodo, ti viene svelato che: Tamara gira l'Europa, si sposa il ricco Lempicki, questa la tradisce e la scarica, lei lo insegue per mezza Europa e infine si rifà con un nuovo cliente/amante altrettanto ricco, lo sposa, a Parigi diviene una sorta di icona della modernità e fa vivere di luce riflessa tutto il suo entourage di artisti-conoscenti, inizia il mito di Tamara signora della moda (amava pellicce, guanti e Dior), della sfarzo, del lusso (adorava ingioiellarsi), della mondanità, quella delle feste che iniziano alle cinque del pomeriggio e terminano alle nove del mattino (i primi rave?), l'artista iconoclasta che dipinge la modernità e l'emancipazione femminile e sessuale, che affronta in maniera disinibita i propri affaires e preferenze sessuali (ha amato diverse donne, anticipando di anni luce le tematiche bi-sex); quando Parigi altrettanto in fretta la dimentica, allorché ai primi critici quei seni e quei fondoschiena (leggi: tette e culi) cominciano a dar noia, ella non da ultimo si sposta a New York, dove, curiosità, non viene apprezzata tanto la sua arte (espone solo sei volte nei molti anni li trascorsi) perchè, permettetemi, a New York il movimento verso il pop era già incipiente: viene apprezzata la sua sfavillante vita mondana, il suo stile di vita e non il suo stile nell'arte, ragione la quale le farà evitare appena qualche tracollo finanziario, e sarà nuovamente abbandonata (la sua vita è irta di crisi depressive alternate a orgasmi di benevolenza e ammirazione).
Trascorrerà gli ultimi anni della sua vita in Messico, ma farà sempre la spola tra New York e Parigi. In Italia parlano di lei diversi critici e negli anni 60-70 una retrospettiva le vale nuovi riconoscimenti, in particolare i nostri critici (materiale presente in mostra) sottolineano il suo "ritorno al classico" (Tamara ammirò diverse volte le opere del Bronzino e del Pontormo e non ne nasconde l'ispirazione).

Ecco, la sensibilità di Tamara è tale da renderla certamente un'anticipatrice, diventa celebre non solo tramite la propria arte ma tramite il proprio sfrenato stile di vita, ovvero non è solo artista ma icona, in particolare un'icona cosmopolita (un servizio su Vanity Fair la renderà celebre in tutto il mondo),e ciò le vale ben più di qualche plauso: si calca fortemente questo aspetto, nella penultima sala è allestito un megaschermo con una proiezione di una decina di minuti, si tratta di vari filmati che descrivono la moda del tempo, le scelte di gusto del tempo. Con Tamara al centro, naturalmente.
La mostra non dimentica di sottolineare come Tamara divenga essa stessa schiava del proprio mito, ragion che la "obbligherà" a trascorrere tutta la vita alla ricerca/applicazione della propria arte: "La mia vita è stata il mio lavoro", affermerà verso la fine.
D'altro canto una sezione, vado a memoria, dovrebbe intitolarsi "Tamara la ribelle" e sottolinea le sue tendenze all'anticonformismo sentimentale e alla ribellione contro, come le definisce lei, "vecchie e sterili sentimentalità, gelosie artificiali, il patetico delle separazioni e delle fedeltà eterne".

Bando alle ciance, considerazioni pro e contro
-Dico subito che la mostra vale il biglietto staccato, la consiglio vivamente.
-Non mancano alcune chicche, come ad esempio diversi scritti con artisti nostrani suoi coetanei. Penso in particolare agli scambi epistolari tra lei e D'Annunzio: Tamara è sua ospite per circa due settimane, durante le quali tenta, inutilmente, di carpirne il ritratto. La cosa deve averle talmente roso il culo che, molti anni dopo, cita comunque il nostro vate tra le persone alle quali ha dedicato un ritratto (bugia!). Le calligrafie sono piuttosto leggibili. La mostra non è solo dedicata alle arti visive.
-Il guardafila, di Bolzzzano sudd, imprecando teneva a sottolineare che: "Managg, m'hanne chiamate all'uoltimu minudo, che occi non c'avevo da lavorà, me ne shtavo megl a'ccass", provocando un quasi infarto alla Cont.ssa Mazzanti Serpelloni Vien Dal Mare alla mia destra. Per la serie: basta corsi di formazione ai dipendenti (immagino appartenesse ad una qualche cooperativa).
-Sempre sul personale: inutile chieder loro informazioni non strettamente attinenti al loro specifico servizio. Scusi, si possono depositare i soprabiti? Non sa, non dice, chiedere al mio collega grazie (e comunque non si possono depositare: allucinante!). Dov'è il bagno? Non sa, non dice, chiedere al mio collega grazie. Senta, il biglietto per Tamara mi vale uno sconto su Boccioni, c'è un biglietto cumulativo? Guardi dottò, e qua dev chiedè alla cass, io non lo sacc (e comunque no, vi pagate le due mostre a prezzo intero: allucinante!).
-Le opere esposte bilanciano quantità e qualità e sono frutto di una scelta meditata in relazione ai vari periodi/temi di vita. Ci sono ad esempio alcuni pezzi da "sti cazzi", sena dubbio, ma, personalmente, mi rammarica l'assenza dei due-tre mostri sacri di Tamara, i quadri che "sono di Tamara" per eccellenza", quali i tre ad inizio del post già segnalati (gli altri ci sono tutti). Peccato. Recuperarli era evidentemente arduo. Neanche uno, almeno? Pazienza.
-Mostre: andiamoci più spesso. Se vi fa cagare l'artista, troverete volentieri un ingente quantitativo di gnocca. Come direbbe Frut1: "Vale già la pena".
-Di ritorno con rotta a Verona, ennesimo inghippo Trenitalia in stazione a Milano: 10 minuti di ritardo. Poi 20. Poi 30. Sale la suspence, rullo di tamburi, trrrr, trrrrr... sda-dang: treno soppresso. E parto con un'ora di ritardo standard. Sottolineo standard (ndr. ma so che a Frut1 è capitato di meglio ieri, eh amico?).
-Subito dopo la mostra, sono andato a fare un salto qua

visto che era a due passi. Nulla da segnalare. Anzi, forse due camicie bianche a pois (una pois pieni e una pois solo tracciati), il prezzo non è male (39 € e 49 €) ma, amesso che portiate dalla M in su, c'è il problema del colletto, una sorta di cartone, sembra il beccuccio del tetrapak del latte. Non è il massimo, specie se non portate la cravatta.

28 dicembre 2006

CSS - Cansei De Ser Sexy a Milano

Con qualche settimana di ritardo Frut 1 pubblica il richiestissimo [nd.Butel1-2: e da chi scusa?] post circa l’atteso concerto dei CSS - Cansei de Ser Sexy, al Transilvania di Milano.



Lo so che Butel1 e Butel2 si saranno già chiesti: richiesto da chi? [nd. Butel1-2: appunto] e confermo che la richiesta è arrivata addirittura dagli alti comandi del blog: l’Incommensurabile Butel 0 mi s’è infatti palesato dinnanzi la notte di una mia quanto portentosa sbronza a suon di americani, e di punto in bianco ha trasformato quel ludico e spensierato momento in un briefing del blog, sul blog e per il blog. Entrambi conveniamo che a questo blog manca l’angolo musicale, ché se seguo Butel1 e Butel2 finivo pure a smarronarmi nelle disco veronesi. Con voce perentoria l’alto capo mi illumina:"Frut1 sei sulla strada giusta. Quindi, che cazzo aspetti, lo vuoi scrivere sto cazzo di post, mannaggia a te, bestia!". L’alta dirigenza dei Sentenziosi mi ha indi costretto a lavorare pure durante periodo natalizio.

Si parta!
[nd. Butel1-2: sì era pure ora, mai letta un’introduzione più inutile…]
Era il 13 dicembre e Frut1 dalla sua dimora friulana fatta la valigia si è recato a Milano. Il viaggio si è dimostrato avventuroso assai nonché pieno di imprevisti per la stessa tipologia di mezzo prescelta: Trenitalia. Con il suo savoir-faire, Frut1 ha saputo accusare il colpo e da cazzone italiano, tra mille bestemmie ed innumerevoli minacce di morte alle alte autorità delle FS (attualmente varie multe sono pendenti a mio indirizzo), è giunto nella stazione di Milano Centrale.
Ospitato da una cara amica che per la privacy chiameremo C. [nd. Butel1-2: vada per la privacy, certamente, siamo con te, seeee: C. come Carmela la Calabrese per caso?], Frut1 si è incamminato verso maison Wendy.
Arrivato, sistemato, cagato, docciato, flirtato con le vicine, litigato con la portinaia rumena, Frut1 dispiaciuto per l’assenza delle tette della coinquilina di C. poiché fuori provincia quel giorno e pure il seguente (mannaggia) ha dato inizio alla serata concert:

1 - autoinvito a cena a casa di un amico che indichiamo con T.
2 - convinto l’amico a seguirlo al concerto in modo da avere un mezzo di locomozione per arrivare fino al Transilvania, grazie a dio
3 - mangiato e bevuto gratis
4 - preparato piano post concerto con ulteriore autoinvito ad una festa di compleanno di due giovani ruspanti puledre milanesi [nd. Butel1-2: dove puledre immaginiamo stia per manze]
5 - varie ed eventuali a seconda del livello alcolico raggiunto

Prima, qualche breve info sul locale meta della mia escursione.
Il Transilvania in via Paravia a Milano è un locale dedicato alla musica dal vivo ed all’intrattenimento musicale più variegato con dj ed esibizioni di artisti nazionali ed internazionali. L’ambientazione è sempre particolare e caratterizzata da ornamenti cyber, peraltro rimaneggiato rispetto ai mesi addietro quando appariva più spartano e dark-gotic. Il Transilvania sta prendendo le pieghe di un locale dove poter passare eccellenti serata all’insegna della buona musica con una clientela tra le più variopinte che si possa trovare in circolazione. E sottolineo variopinta-eterogenea-fuori genere-fuori canone. Le serate si consumano quasi sempre subito dopo la mezzanotte quando i concerti finiscono e la gente caricata di adrenalina dalle band sul palco è di nuovo pronta per scatenarsi in qualche altro locale.

Frut1 e T. durante l’ennesima ricerca di via Paravia sul Tuttocittà di Milano si scambiano due battute sul concerto:
T. :"chi suona stasera?"
Frut1: " Cansei de Ser Sexy, le CSS"
T.:"Ah… Cos’è questa roba? È un gruppo?"
Frut1: " Tranquillo vecchio, fidati di uno che ne sa vecchio, questo gruppo stasera spacca vecchio"
T. :"Voglio concederti fiducia amico.. Ma che genere fanno queste Css?"
Frut1:"Le Css suonano un funky-punky-electro-pop, qualcuno definisce il loro genere come dance-punk"
T. :"Ehi amico, sembra figa la cosa! Sì, sì mi piace"
Frut1:"Vedrai che ti piacerà vecchio, suonano un po’ come Le Tigre, hai presente vecchio?"
T. :"No amico"
Frut1:"Ma sì dai vecchio, che ogni tanto si sentono anche al Plastic vecchio"
T.: "Sarà"
Frut1:"Non preoccuparti amico vecchio, non preoccuparti"
T.:"Di dove sono questi Css?"
Frut1:"Brasile vecchio, 5 ragazze brasiliane e un ragazzo, brasiliano anche lui vecchio"
La conclusione di T. è quanto mai sintetica:
T.."Figa, dei negri, brasiliani, che fanno electro-punk!? Mitico!"
Frut1:"Ma non sono di colore vecchio" e tra me e me penso: però non male l’idea di cinque nerette brasiliane che sculettano al ritmo sfrenato di chitarre punk, come on baby shake your asses,yeah.
T. :"Ma son fighe?"



Frut1:" Beh…" e beh cosa? In verità sarebbe un errore definirle "fighe"; ma sarebbe un errore tanto più madornale rivelare ad un butel che si sorbirà un concerto di ragazze non proprio "fighe". Tra i due si scelga il male minore: "mah una me la farei, le altre…insomma" [nd. Butel1-2: Ma se te le sareste fatte tutte dai!] In effetti penso che Frut1 forse, ma togliamo pure il forse, se le farebbe tutte. [nd. Butel1-2: ah ecco].
T."Siamo quasi arrivati amico, troviamo un parcheggio e poi tuffiamoci nei suoni dell’elettro music delle fighe!", notare come il ragazzo alla parola "fighe" si sia quanto mai caricati.

Entrati.
1 - puntare verso il bar, munirsi di drink, possibilmente un super alcolico che stenderebbe anche un elefante perché primo non riuscirò più a tornare al bancone del bar e secondo: "ammazza che economici sti drinks"

2 - ammirare la barista tutto tattoo e piercing dal capello biondo ossigenato, do you wanna dance with me, baby? [nd. Butel1-2: ma conoscendoti anche: Do you wanna fuck with me baby?]

3 - trovare una posizione con le seguenti caratteristiche: a) il più vicino possibile al palco b) non in mezzo alla folla che accalcata avrebbe portato la temperatura dell’ambiente a 50° con istantanea ed incontrollabile sudorazione c) trovare lo spazio vitale per poter ballare in sfrenata libertà d) possibilmente nei pressi di un contigente di figa e) ancora figa

Frut1, gggiovane ma di esperienza, in un attimo riesce a soddisfare le sue pretese da fighetto schizzinoso posizionandosi a pochi passi dal palco e con lo spazio adeguato per le sue formidabili mosse da breakdancer.

Inizia il concerto!
Occhi puntati solo su Lovefoxxx, la cantante, come un canguro salta qua e là, inventa coreografie per il pubblico, parla in inglese e portoghese, in poche parole: tiene banco. Di lei qualcuno scrive:" E che dire della stessa Lovefoxxx, modello kitsch paffutello, improbabili leggings arcobaleno, tratti orientali e un'energia che trascinerebbe tutti sino a San Paolo a piedi". Il gruppo più cool del momento non sembra tale: mal vestiti("vestiti come ad una svendita di H&M, quando in negozio sono rimaste le cose più orribili", scrive sempre qualcuno), bruttini e goffi certo, ma il locale è pieno, balla e canta ogni singola canzone. Sottolineo ogni singola canzone.L´atmosfera è straordinariamente piacevole, goliardica e ironica."lick lick lick my art-titsuck suck suck my art-hole" canta Lovefoxxx, tuffandosi sulla folla a mo di tradizione rock e mostrando i peli delle ascelle cresciuti a testimonianza di mesi di tour incessante.

Qui un esempio live.












Inoltre: salta e si rotola per terra come una bambina che fa i capricci, il tutto è condito da una musica elettro-pop-rock che è tutto un programma: dalle sonorità a, soprattutto, i testi.
Per me il biglietto staccato valeva assolutamente la pena. Concerto delle CSS: consigliatissimo.

A concerto terminato:
T.:"Figa!, super concerto , amico!"
Frut1:"Grande vecchio"
T.:"Figa, la ragazza in calzamaglia leopardata era indiavolata"
Frut1 si lascia andare alla solita confessione [nd. Butel1-2: da maniaco] :"Dici bene vecchio. ad un certo punto ho desiderato fortemente di possederla sul palco"
T.:"Figa, con quella carica ti smonta!"
(e parte un fumettone immaginifico di frut1 impegnato con lovefoxxx in conturbanti movenze kamasutra in sequenza kubrikiana, stile arancia meccanica)
Frut1:"Mah… non riesco proprio a immaginarmela, sono sincerto, non saprei, tu dici vecchio?"
T. è sempre più visionario e la spara pure lui: "Quella? Fidati amico! Pompini con carisma"
(ed è la volta che Frut1 passa alla fantascienza eroto-perversa, scorrono ora scene di porno spinto con prestazioni personali alla John Holmes)
Frut1:"Mah sai, cioè io vecchio proprio non riesco a immaginarmela, non saprei, sospendo ogni giudizio, potrebbe pure essere ma sospendo ogni giudizio vecchio" (ma che cazzo sto a dì, questa è ore che voglio buttarmela giù, eh che cazzo)
T.:"Ma fidati amico"
Frut1:"Mh, mi fido vecchio" e nuovamente tra me e me penso: e assecondalo, digli che sei certo delle sue prestazioni e che la vorresti impalare con veemenza, sei un pervertito cazzo, è inutile che ti nascondi! [nd. Butel1-2: basta basta ti prego, ci stiamo rotolando: ma quanto pervertiti si diventa vivendo a Udine?]
T.:"Dai cambiamo aria"

Abbandonato il Transilvania Pervert1 alias Frut1 e Pervert2 alias T. si sono immersi nelle serate underground milanesi con i seguenti risultati:

1 - festa di compleanno: una delusione, a parte il seno della festeggiata che pur non conoscendoci era dispiaciuta della nostra toccata e fuga, altrimenti ci saremmo dovuti fermare, sopportare la musica dens-aus e quei terroni fighetti di invitati, sbronzarci di merlot veneto imbottigliato a Cuneo e poi chi lo sa;

2 - si va al Racket: danze sfrenate, musica electro-indie-pop, non troppa gente, buona parte della clientela omosessuale, prezzo della birra: un furto e per finire mi sono innamorato di due tipe ma troppo timido per affrontare gli energumeni dei presunti accompagnatori.

3 - il portafoglio per oggi ha data abbastanza (ricordo che Milano è cara impestata e certe serata richiedono un mutuo), l’economia ha girato ed i gestori dei locali, oggi sono un po’ più abbienti mentre frut1 è già alla canna del gas;

4 - anch’io sono stanco di essere sexy per cui me ne torno a casa.

26 dicembre 2006

Pagani 2.0

Avvertenze! Questo post non fa ridere. Se avete appena finito di ingozzarvi dei fastosi pranzi natalizi e siete dei ferventi cattolici praticanti (esattamente il target di riferimento di questo blog ) potrebbe provocare un arresto alla digestione.

Ebbene sì è stato Natale. Anche a Verona. Anche in Piazza. Luci lucette lucine hanno illuminato la strada maestra dello shopping natalizio come delle comete che indicano la via al giusto negozio.
Alzi la mano chi in questi giorni di shopping convulsivo si è fermato a pensare al perchè di tutto questo. Perchè facciamo i regali perchè ci facciamo gli auguri o semplicemente perchè siamo a casa ad ingozzarci come dei tacchini AIA anzichè essere al lavoro come un qualsiasi lunedì. No non accalcatevi. Non troppe mani alzate per cortesia.
Siamo un curioso popolo cattolico. Il più cattolico. Il meno cosciente, se mi è consentito.
I cristiani di tutto il mondo e in particolar modo gli italiani celebrano un rito che rimanda alla povertà estrema con la massima opulenza. Perchè la povertà non piace a nessuno.
Se il cristianesimo non si fosse affermato come religione dominante, io sono convinto che noi a quest'ora festeggeremo ugualmente il natale. Magari si chiamerebbe in modo diverso, magari sarebbe un giorno prima o uno dopo, magari avrebbe dinamiche leggermente diverse ma di sicuro si celebrerebbe a tavola con opulente mangiate e scambio di doni celebrativi.
L' uomo non è figlio del cristianesimo, checchè ne dica la chiesa, l'uomo nasce pagano, celebra la terra, il sole, l'acqua, la luna, amore, odio, passione e guerra. In un secondo momento queste entità figlie dell'umano sentire vengono traslate in divinità da celebrare, da temere e da amare allo stesso modo dell' oggetto rappresentato.
Sicché nascono quei riti definiti pagani e a cui siamo abituati a dare un'accezione negativa ma di cui cambiandone il nome li abbiamo assoggettati nel pilone monoteista cristiano e continuiamo a celebrarli sotto altre spoglie (esistono santi protettori di ciascuna attività lavorativa, patroni delle più svariate attività e sagre campestri abbinate a ciascun santo del calendario).
L' uomo ha bisogno di credere e ancor più di scandire il suo tempo secondo date ben precise da ricordare. Ecco allora le feste prima pagane poi cristiane e quelle civili secolarizzate; feste della repubblica, della liberazione, dei lavoratori in cui si mistifica una componente della società rendendola essenziale al suo funzionamento.

Morale della favola
Ci siamo evoluti. Ci siamo detti civili. Ci siamo tecnologizzati. Eppure non riusciamo a fare a meno di queste ritualità che ci uniscono e ci separano dalle bestie. Chi vuole rinunciare al panettone, all'albero (che cazz c'entra l'albero col natale?), alle cene e ai pranzi carichi di pietanze luculliane, o ai regali, al semplice piacere di fare un regalo sceglierlo, pensare alla persona per cui lo si sta scegliendo, al momento in cui lo aprirà, o all'ancora più grande piacere di ricevere un regalo? Nessuno. Me compreso.
Siamo solo dei pagani. Pagani 2.0

Tanti auguri. Qualsiasi sia la vostra festa.

24 dicembre 2006

Cattivoni!

Siamo stati molto cattivi.
E qualcuno s'é incazzato.

In risposta al nostro precedente post sulla serata di sabato scorso alla Discoteca Berfi's, via Lussemburgo 1, Verona, parte dello staff della citata disco ha preferito replicare. Ben venga, logico sentire anche l'altra campana.

What's going on?
La diatriba si sviluppa su due canali.
1-Nei commenti al nostro post, dove vi invitiamo a proseguire. Alcuni pro e alcuni contro. Peraltro interviene la parte in causa per chiarire le sue rimostranze. Non è stato un problema concedere loro spazio e rettificare alcuni dettagli, circa nome del Dj e numero di ingressi (la questione, comprenderete, è capitale). Tra i commentatori si distingue il proprietario di un locale, che si augura una visita da parte di Sentenziosi per poi leggerne sul blog: bravo lui, tramite la giusta dose di autoironia ha compreso i toni d'insieme del nostro blog.
2-Su questo forum locale. Qui sono state generate quattro pagine di discussione ad opera dello staff Berfi's che ci ha tenuto a precisare e smentire; ed é giusto. Senza che peraltro intervenissimo. Personalmente ho gradito assai, specie per la pubblicità gratuita in entrata al nostro blog.

Breaking News
Per rendere manifesta l'opinione della controparte, nonché per impedire di montarci la testa, abbiamo invitato lo staff a scrivere la loro, saremmo felici di pubblicarli. Restiamo in attesa.

20 dicembre 2006

Berfi's atto terzo. J' accuse.

Io non volevo parlarne se n'era detto già abbastanza. Anzi abbastanza male. Poi la gggente pensa che siamo un blog di spocchiose teste di cazzo che non c'hanno un cazzo da fare. Ed è vero.

Poi succede che ricevo questa missiva esausta di Butel 1. Mai così a terra:

" Caro Butel 2,ti ricordi per caso di quella serata di ieri, li, alla discoteca Berfi's?No perché io ricordo bene e sto cercando di disintossicarmene. Meno so, meglio è.Ciò detto, per questa volta la recensione, se recensione dev'essere, scrivila tu: io andrò a coltivare il mio nulla, così, in pieno solipsismo.Che ora chiediamoci: perché siamo andati al Berfi's? Insomma a noi (oh, parlo per me vecchio) le ragazzine nemmeno piacciono, ecchecazz. Sì, io detesto tutte ste orde di teenies.Prende piede da qui, il mio giuramento al quale invito tutto ad aderire in modo accorato: mai più al Berfi's di sabato sera. Mai più. All together, per non dimenticare.Le volevo dire,inoltre, sabato prossimo c'è Satoshi Tomiie al Berfi's, che dici andiamo? (ndr. Tristezza)Un caro saluto a te e a questo blog di uomini buffi (ciao Frut1, ciao Butel3),tuo (metaforicamente) Butel1."

Poi succede che leggo per l'ennesima volta sul forum di veronavip la contrazione di due parole che fanno esplodere la mia ira funesta:" SUPERSERATA!" e da qualche parte ci sarà pur stato scritto vecio.

E allora divento sentenzioso supersayan e sparo lì (anzi qui) due o tre sentenze belle buone e gratuite. Come sempre.

Ore 23.28
Ultimi minuti buoni per entrare in lista veronavip che da diritto all'omaggio. I nostri ce la fanno pronunciano le parole magiche:" veronavip" ed entrano aggradas (ci mancava solo che pagavo per il festival mundiale della schifezza. Spaccavo tutto).

Ore 23.30
I nostri sono dentro. Attivata la modalità discoscan (che non è una bestemmia). Report: un numero non precisato tra le 40 e 50 persone col loro fluttino in mano si sollazzano ingozzando i resti del buffet. Che è stato della serata autocelebrativa di veronavip a partire dalle 22.30? Non c'è un cazzo di nessuno. Peggio che a un funerale di uno che stava sui coglioni a tutti.

Ore 24
Il berfi's prende forma. Arrivano in sequenza:gli scorreggioni,gli scaccoloni,i segaioli, i brufolosi, i sedicenni arrapati, le fighette a manina, le fighette non a manina, il club della prima volta, infine i matura. Età media totale 16.8 esclusi i butei e lo staff di veronavip. 19 con i butei. 31 con lo staff di veronavip.

Ore 24.10
Butel2 è ancora speranzoso si ripete, mentre continua a mirare la sua bellezza e i suoi nuovi bicipiti comprati in offerta all'auchan, "E' gratis la ggente arriverà!"

Ore 24.15
Sopraggiunte anche le fighe di gomma e persa ogni speranza si organizza la ritirata. Si salvi chi può.

Ore 24.45
Usciamo in pompa magna Butel 1 urla il suo disprezzo al mondo. Butel 2 è già attaccato alla bottiglia (da dov'è saltato fuori poi sto alccol da asporto non l'ho ben capito).

Considerazioni:

1) Veronavip, uno tra i principali portali dell'intrattenimento veronese con 1600 utenti registrati di cui almeno 160 circa si collegano quotidianamente, ha una risonanza e un potenziale di aggregazione pari a 40 persone. Non male (so che arriveranno smentite ma io non ho visto più di 50 persone alle 23.30).

2) Il sabato del Berfi's non è brutto. Se hai 16 anni e non te ne frega un cazzo che Fregonese metta su la stessa musica di merda da 4 anni. Speriamo in una botta di Vita da Satoshi.

3) Look awards. Un grazie particolare a V***a bello il to cravatton d'antan! E un grazie sincero anche a chi,il boss, ha scelto in una serata speciale ( mi immagino la scena, un uomo davanti allo specchio l'età avanza, l'animo è giovane, giovanissimo.. e allora sgargiamo sgargiamo con queste tinte da sempreggiovane) di mettere un bel maglione tinta puffo. Bello bello bello madonna che bello.

4) Mai più.

19 dicembre 2006

La Scala 2 - La riscossa

Sentenziosi da un seconda possibilità a tutti, all'urlo di "La coerenza, è la virtù dei deficienti".
Vi ricordate La Scala, quel bel locale in via Provolo 24? Ne avevamo parlato la settimana scorsa, non troppo bene secondo alcuni. Venerdì c'era aria di rivalutation:
Butel1 viene a sapere che "cioè vecchio quello che ogni tanto organizza delle feste allo Square vecchio, cioè vecchio ne organizza una super stasera alla Scala vecchio, non possiamo mancare vecchio"
Frut1: "Non sa, non dice. Sono scettico. Ma che festa sarebbe?"
Butel1: "Piena di fighe vecchio" (ndr. Butel1 spara palle a manetta in questi casi, lui "il tipo dello Square che organizza le feste vecchio" non sa manco chi è)
Frut1: "Resto scettico, temo di sapere come andrà a finire".
Butel1: "No vecchio fidati vecchio: e stasera, no dico stasera, aprono LA Scala, con super-musica-house-vecchio" (ndr. le markette di Butel1 diventano serissime)
Frut1: "Ti voglio dare fiducia vecchio, e Scala sia".

Ore 24.10: insomma siamo a questa Scala. Sì è vero, c'è un dj, musica house, un pò trance, un pò elettroclash. Intanto, qualcosa non mi torna... Mah, comunque, non male l'arredo di questo locale penso. Certo che nel giro di una settimana è cambiato un bel pò eh: ora è minimal chic, giocato tutto sul bianco, la scala ora porta verso l'alto. Eppure la gente mi pare la solita, forse mi sto preoccupando per un nulla. Tra l'altro mai visto tante brutte scarpe in vita mia (butel1, di venerdì sempre più frivolo, arriverà a sintetizzare: "Credo che il gusto di un gruppo di persone, anzi di una comunità no anzi di una società, possa essere dedotto dalle scarpe che indossa"), non parliamo dei giubotti: onnipresenti in fila indiana Woolrich-chiodo nero-Belstaff-Blauer.
L'omologazione la fa da padrona. L'atmosfera è da caserma: in percentuale, il 90 sono butei, i quali scortano il restante 10 di butele.
Comunque qualcosa ancora non mi torna... sarà, ma io me la ricordavo diversa sta Scala. E poi cazzo: l'altra volta c'avevo messo molto meno ad arrivare, e non avevo fatto la statale per Villafranca. Noto gli stessi dubbi stampati anche sul volto di Butel1.
Frut1: "Stai pensando quello che sto pensando io?"
Butel1: "Immagino di sì" (dal cervello di butel1 parte un fumetto circa le differenze/somiglianze tra questo locale e la Scala della settimana precedente).
Frut1: "Mamma quanto siamo in sintonia" (dal cervello di Frut1 si levano quattro ballerine di lap dance che sulla chiappa recano la scritta "Frut1 facci tue con tutte le tue forze inginuali, yeah!")
Bene. Anzi, male. Dopo "appena" 30 minuti, scopriamo che questo è Lo Scalo di Villafranca, non già La Scala di via Provolo, Verona. Lo Scalo tra l'altro si chiama così perchè è un ex scalo merci nei pressi della stazione ferroviaria di Villafranca. Ne deduciamo che i butei li presenti sono dipendenti del dopolavoro ferrovario. Il ragionamento regge.
Comunque sia, Lo Scalo di Villafranca è questo:


Ore 00.50: in seguito alla comoda deviazione villafranchese, decidiamo di tornare in centro, questa volta sì alla Scala.
Ore 01.10: tre respiri forti, apnea, si entra. N.b. seguiranno rapide impressioni quali chiusa di questo post. Giacché c'è poco da dire.
1-pienone: manco più posti per depositare le giacche;
2-certamente è una gran comodità portare il cappotto, del resto ci sono solo 50°;
3-pian terreno: ci risiamo, e un-due-tre ripartono subito "Balla balla" e "The Final Countdown"; sorge un dubbio: ma ce le mettono su apposta ogni volta? In caso, grazie, ma meglio qualche pezzo di elettroclash tirolese;
4-sì, questa volta la "famosa" Scala è aperta: peccato non poter scendere, si crea la coda su di essa; dopo appena dieci minuti siamo quasi arrivati: rapida sguardo, cogliamo una bolgia di gente incapace di accennare a un che sia movimento, ma soprattuto, LA DOMANDA: "Cos'è questa sbobba? Dov'è la house?". Forse è sfiga, siamo arrivati nel mentre di remix anni '90 dei Jackson Five. Ma a seguire un melodico remix di Madonna conferma che il fato è altra cosa.
5-riconfermata la barista. Idem la tettata regalata, che fa molto anni 80; e noi, cattivi-cattivi, chiediamo il solito drink analcolico della casa, ovvero la shakerata definitiva: le sue suche che shakerano quella roba non hanno prezzo, per il resto c'è MasterCard. Grazie baby!
6-l'atmosfera da festa delle medie non mi impedì di pronunciare a più riprese: "Vecio che fighe", ma un deluso e ipercritico Butel1 mi riportano sempre coi piedi per terra: "Vecio che slandre!";
7-"quel tipo che organizza le feste allo Square": l'ho visto, l'ho vissuto. Breve descrizione: la gellata definitiva, praticamente una leccata di vacca a forma di scodella, abito nero, camicia nera, sbottonata, almeno 3 bottoni se non 4, petto non villoso in mostra, catenaccia da raper (Butel1 mi sussurra: "mamma quanto è seconda linea di Dolce questo"), orologio luccicosissimo (impossibile vedere l'ora), cintura con mega S cromata (Supergellone?). Non pago di ciò, decide di essere il butel totale: arriva un suo lontano conoscente, fa finta di non riconoscerlo, massì ci ripensa, lo conosce, lo conosce, da "una vita che non ti vedo vecchio". Segue un iter standard di ogni buon pr: saluto-pacca sulle spalle-vecchio-vieni che ti offro da bere-barista prepara qua sono ilcapo ecc. A quel punto, ammetto, meritavo di prenderle, penso di avergli letteralmente riso in faccia. Butel1 intanto non ne può più e mi chiede quanto manca. Mancavano ancora quattro minuti. A cosa?
6-Campioni del mondo: questa volta duriamo 9,30 minuti.

Vorrei anch'io dire: "Mai più". Ma tal'è che butel1, ormai più informato di un Pr, mi ha appena comunicato che mercoledì ci sarà la festa universitaria. Sempre li. Alla Scala.
Caro Butel1, tiè, sto giro te lo pigli nel culo da solo: io me ne sto nel mio Friuli. E cazzo, andiamo!
Intanto, ce ne torniamo a casa come due pirla.

17 dicembre 2006

Butel Vogue: escursione shopaholic a Milano + mostra di Basquiat

Rispondo al manifesto bisogno che s'è avvertito di post frivoli, argomenti frivoli, prosa frivola.

Sabato ore 12.30. Butcaverna. Di ritorno da una "lunga" notte...

Butel1 si desta dalla ronfata notturna: la sera prima siamo stati alla Scala (sì, nuovamente, ce la siamo cercata) e mi è sembrato quanto mai opportuno riposare lungamente le snervate membra. Wuaaaammmf... yeoowwnn...
1° pensiero: pissar-bear-magnar. a
2° pensiero: lavarme i denti. a
Aaaah, che freschezza: un altro mattino da butel al sapore di Mentadent. Il sorriso è smagliante.
Ora, "chi mi conosce lo sa" (cfr. Alberto Tomba) che talvolta mi affligge questa patologia anti-butel definita iperattivismo. Quando più, quando meno.
Questa mattina mi sento iperattivo.
3° pensiero: che si fa? Risposta: mah intanto sto qui allo specchio e mi osservo sempre più compiaciuto dalla mia bellezza estrema e radiosa, quindi decido di prendere il primo treno per Milano, che vado a vedere la mostra di Basquiat alla Triennale e a registrare le recenti tendenze di stile nella città delle zoccole della moda, in attesa dei saldi che inizieranno nelle prossime settimane. Quindi oggi toni molto meno sentenziosi, mi calo nei panni del "Butel Vogue" (rinomata rivista interna al blog).

Ore 13.19. Il treno ora parte. Anzi no, regolarissimo ritardo di 20 minuti.
Ore 13.40. Si parte.
Ore 15.10. Si arriva. L'aria restituita dalla stazione centrale è sempre l'amabile brezza smoke&fog che ben ti prepara alla deflagrazione polmonare milanese. Faccio quadrato attorno al mio cervello e mi organizzo (ndr. un butel non pianifica mai, un butel vive di "casomai...", "ci pensiamo dopo...", "vediamo semmai come...").
Ore 15.20. Ci sono: faccio prima l'una e poi l'altra cosa.

Shopaholic
Ore 15.21. Metro per Montenapoleone.
Dicevo, andiamo un pò a vedere cosa propongono i capi della moda (simpatico gioco di parole, ah ah che ridere...) per partire in scia coi saldi assestando quei due-tre colpi in modo da sbrigarsela quel fatidico giorno nel giro di un'oretta.
L'attuale diffusione della moda, per dirla con Elio e le Storie Tese, vuole che vi sia "un cartello di ricchioni che ha deciso che l'anno scorso andava il rosso e quest'anno il blè". Sì, la moda (alta e bassa che sia) è per il 95% in mano agli stilisti, ovvero ai ricchioni, i quali si concentrano a Milano e Parigi. C'è insomma in Italia questo dire generale, ovvero: "Milano capitale della Moda". Quella con la M maiuscola, intendendo quindi sia il fenomeno materiale (l'abbigliamento) che quello culturale. Personalmente, avrei pure da ridire a riguardo, ma tal'è per l'establishment nazionalpopolare, certamente tal'è per l'establishment veronese (ButelA: "Fatto shopping a Milano vecchio" ButelB: "Da fogo vecchio, troppo avanti"). Omria mi sembra di aver capito che la moda esibita a Verona sia un'imitazione a scoppio ritardato di quella milanese.
Intanto pioviggina una spocchiosa pioggiarellina londinese: da un lato ero segretamente soddisfatto della mia scelta di indossare l'impermeabile, dall'altro vo dannandomi per non aver ancora dato lo spray impermeabilizzante alle mie nuove Pvada.
Spendo circa un'oretta per il mio giretto guascone e spensierato per via Montenapoleone, via Della Spiga, passaggiata finale in Galleria: le griffe "storiche" sono certamente stabili nella prima, la seconda ne costituisce la costola principale (insomma, chi non la mia catà el negosio in via Montenapoleon, l'è andà in via de la Spiga, sio scan), la terza è uno sorta di show room per pochi eletti, un pò la place Vendome de noaltri.
Detesto le decorazioni natalizie ad infinitum, queste

mi fanno cagare particolarmente anche se, almeno, sono sobrie a differenza di certe luminosità avventizie intravviste a Verona.
Scelgo le quattro griffes di mio gradimento e spendo il resto del tempo a sniffare un pò qua e la.
Alcune segnalazioni:

prima linea sotto le aspettative; salvo un paio di capi, il resto è da no comment;


prima un veloce salto da Giorgio Armani che aveva un paio di giacche da "sti cazzi". Poi appunto da Armani Collezioni per sottolineare una cosa: Armani Collezioni è la seconda linea di Giorgio. Poi c'è Emporio Armani, che è la terza e veramente terribile. E sottolineo terza, vale a dire casual-populista. A Milano il tutto è livellato in termini di rapporto qualità/prezzo. Spostiamoci a Verona: Armani non ha un proprio store monomarca per le prime due linee, semmai un rivenditore. La fatal Verona ha fatto di meglio in termini di sales&marketing: Emporio Armani ha prezzi da 2° e talvolta 1° linea, e il veronese (autoctono o turista) medio pur di sfoggiare un capo Armani è ben disposto a farsi prendere per il culo. Tale condotta raggiunge la cima nei periodi di saldi, quando Emporio A. adotta la simpatica linea napoletana dell' "alzo i prezzi del 10-15% e poi li abasso del 30-40-50% un pò come pare e piace a me". Che poi qualcuno mi deve ancora spiegare perchè i saldi milanesi iniziano dal 50%, mentre qui la prima settimana ti regalano le briciole e quando sono rimaste calze e mutande si passa al 50%. (nd. Incommensurabile Butel0: perchè non chiami il Gabibbo, pirla?).
Poi qui:


dove, se non sopportate l'abito classico, la stilista ha rivisto lo stesso dotando il pantalone di fondo a strappo.
Infine, qui, (eh butel2, vecchie passioni):


dove hanno due pezzi da lamadonna! Prezzo su richiesta.
Ciò detto, terminate le facezie nel triangolo della moda, realizzo che al mio attuale stato patrimonale l'unico posto che per ora può ospitarmi è il buon vecchio


H&M (pronuncia da spelling inglese), l'antigriffe per eccellenza accusa di estremo populismo e faro della cosiddetta democratizzazione della moda, di ovvia provenienza nordica, ché solo dal Nord ci potevano illuminare con un core business dal concetto chiaro e semplice quale: design di alta moda per tasche da mortaccioni. La collezione di questa stagione è stata disegnata dal duo olandese Viktor e Rolf ed ero piuttosto curioso, anche se battere l'annata di Karl Lagerfeld è dura. Viktor Horsting & Rolf Snoerene sono designers in gambissima e di ottimo gusto il cui nome resterà sempre legato ad una famosa sfilata parigina il cui tema era il nero, BlackHole appunto. E dico che tutto era nero: abiti, catwalk, location, modelle bianche "dipinte" di nero dalla testa ai piedi, gli stilisti stessi sfilano completamente in nero al termine, (pubblico africano ecc. No scherzo). La collezione tuttavia non mi entusiasma: c'è infatti da dire che sono arrivato tardi, ormai non era rimasto granché. Si salvano di brutto brutto brutto eh una camicia blu notte e un doppio petto nero. Se avete la taglia 52, i capi sono vostri entrambi per meno di 70 €.

Considerazioni.
1-come in qualsiasi altra città, a Milano di sabato il centro è preso d'assalto da orde disorganizzate ed eterogenee di persone in astinenza da shopping;
2-la combo Montenapoleone+Della Spiga è il culmine dell'overstatement, l'opulenza luccica e, paradossalmente, raggiunge i livelli meno glam e più kitsch. Vince il Kitsch Award la vetrina di Gucci, particolarmente svenevole;
3-la combo Montenapoleone+Della Spiga è il culmine della gnocca, presente in quantità industriale;
4-rispetto sempre il lavoro altrui. Però adoro stuzzicare i commessi. I commes... pardon, gli Shop Assistants (coordinati chiaramente da uno Shop Manager) milanesi sono generalmente più preparati e professionali dei commessi nostrani, i quali, si sa, sono quasi sempre "volanti" come piace loro definirsi in genere, cioè part time o assunti in nero e vanno un pò di qua un pò di la ma il loro lavoro gli fa gran cagare e prendono 5-6 euro l'ora e chi cazz glielo fa fare di essere professionali, avere conoscenze di stili e tessuti e parlare le lingue straniere, eh;
5-come già fece notare qualcuno in questi giorni, confermo il ritorno dello stivale in pelle di camoscio con testicoli penzolanti; temo che presto vedremo le prime fighette veronesi in pan-dan: stivali con palle, guanti con palle, sciarpa con palle, cappellino con palle, perizoma con palle (non le nostre. Che palle).

The Jean-Michel Basquiat Show alla Triennale

Per la serie: beccatevi sta marketta. Dedico le ultime due orette alla mostra di Jean-Michel Basquiat allestita alla Triennale. Si inserisce quale terza all'interno di un ciclo che ha esibito due anni fa Warhol e l'anno scorso Keith Haring.


Conoscevo l'artista abbastanza bene: vive gli ultimi anni della rivoluzione pop newyorkesi o, meglio, vive il prodotto di quella rivoluzione, enfant prodige, dandy e bohémienne maledetto, drogato (morirà di overdose nell'88 giovanissimo), dipinge, dapprima con lo pseudonomi Samo, quelli che poi sarebbero divenuti i murales (beh, la taglio così in breve anche se non è proprio esattissimo), figlio di genitori borghesi ma neri (il tema della negritudine è spesso presente nelle opere) e oggetto di discriminiazioni (si ricorda spesso di come, anche quando affermato, i taxi non si fermassero quando era lui a chiamarli), fece pure il musicista e bla bla bla. Cedo la parte di notizie biografiche e artistiche, fatevi un giretto qui.
Qui invece trovate il sito ufficiale della mostra con comunicato stampa. La mostra è aperta fino al 28 gennaio 2007.

Le mie preferenze di gusto mi portano a preferire le prime due mostre, ma questa è stata allestita in maniera ancora più completa, il materiale esposto andava a coprire tutti gli anni (del resto la vita dell'artista è stata piuttosto breve), si arricchisce di diversi impianti video (come già per Haring) ma soprattutto di un cubo-theater nella salsa centrale che proietta Downtown 81, film niente male davvero per qualità del montaggio tra vita-opera ed elementi cittadini. Insomma, allestimento eccellente, presente anche una scultura coi controcazzi (un ragazzo a fianco esclama: "Pare l'abbia fatta suo fratello, dai!").
Mi ha un pò deluso la parte riservata al rapporto con Warhol, il quale, tra le varie influenze subite dall'artista (Mapplethorne, Haring, Dubuffet, l'Anatomy di Grey, Raushenberg, ecc), ha certamente decretato ad accrescerne la fama, sancita da collaborazioni ufficiali ai tempi chiamate Collaborations. Ecco, c'era una sola opera in merito, la 6.99 (il riferimento è al cartellino del prezzo presente sulla tela).

Considerazioni
-consiglio la mostra, punto e stop. Tranne a chi non va pazzo per arte contemporanea, specie dagli anni '60 in poi;
-un olè alla politica riservata agli studenti e ai giovani in generale: basta dire "avrei diritto alla riduzione perché sono stud..." e ti fanno pagare 5 € senza rompimenti di maroni, nemmeno m'hanno chiesto tessere o che. [Il mio astio nei riguardi di Palazzo Forti è risaputo]

A questo punto mi rimetto in moto alla caccia del primo treno utile.
ore 19.05. Il treno parte, anzi no. Ennesimo ritardo di 30 minuti. Sarò scettico e sospenderò ogni giudizio/polemica ad indirizzo di Trenitalia, sono decennali e assolutamente futili. Mettiamocela via: in Italia le ferrovie ne avranno sempre una. A suo tempo avevo anche deciso di imbracciare un fucile e andare a Roma, ecc.
Ore 21.00: di nuovo a Verona. Che si fa stasera?

16 dicembre 2006

Sentenziosi on tour


Il meccanismo è più o meno questo: Step one: il butel mod.1.0 (basic senza upgrade), sente parlare di un locale di Verona o provincia, ne rimane incuriosito. Step two esegue una ricerca sui motori di ricerca (con le keywords più assurde, vi possiamo assicurare che esistono persone che instaurano un vero e proprio rapporto umano con il buon google. Ad esempio lunedì qualcuno ha cercato perchè le donne si rasano la f*** ? e ha raggiunto il nostro blog,pazzesco) raggiungerà alcuni dei più grandi aggregatori di locali notturni veronesi (2night, livepoint, veronavip, misvago etc) con foto patinate, recensioni entusiastiche, comenti ingannevoli (del resto hanno pagato e mo vogliono il servizio). Step three nella testa del butel mod.1.0 partirà un trip mentale secondo il seguente ordine Bel locale-> Sbronza-> Seratona->Fighe. Step four ancora con il suo schema fisso partirà all'insegna del desio locale. Step five si accorgerà che lo schema fisso si è fermato alla seconda slide (sbronza) e tornerà a casa amaraggiato e con un buon cinquantello in meno.

E mo basta!(si veda anche shortcut) Fermiamo questo circolo vizioso!

La recensione la facciamo noi (e anche tu! No tu no toddolo) e non ce ne frega un cazzo se ti roviniamo il locale (certo certo come no) tanto noi possiamo ripiegare sempre sulla cara vecchia piazza.
In tutti quei locali\disco dove troverete questi stickers (molto probabilmente nei bagni)

potrete poi leggerne la recensione su questo blog e di conseguenza commentare andando a contribuire a creare un consumatore consapevole di vita notturna (mo siamo messi peggio di drogati, fumatori e alcolizzati.. un uso smodato di vita notturna può portare alla bancarotta..).

Ogni giovedì verrà pubblicata la lista dei locali che la crew di sentenziosi andrà a visitare e poi nei giorni a seguire verranno pubblicate le testimonianze, anche fotografiche.

Sentenziosi on tour parte stasera e con ogni probabilità saremo al berfi's dove con toni magniloquenti si dovrebbe celebrare la festa di veronavip .Stasera si consumerà la grandeur di veronavip+berfis e noi col fare disilluso del poeta ermetico saremò là a sentenziare e ad abusare del buffet. Soprattutto. Sentenzorro lascerà la sua traccia.

Date:

Sabato 16/12/06 Discoteca Berfis Verona
Domenica 17/12/06 Lo scalo Villafranca


Cerca l'adesivo!Follow us ( quanto mi amerà butel1 per questa chiosa).

Considerazioni:
Non siamo nè striscia la notizia nè il beppegrillo.it dei poveri. A noi di tutte quelle cose come diritti del consumatore, trasparenza, palladini della giustizia e bla bla fatte solo per fomentare lo showbiz e la propria aura di santone con la spada tratta verso il l'ignaro cittadino, non ce ne frega un cazzo. A noi piace sentenziare, sentenziare e sentenziare. Nessun profitto, nessun ritorno, nessun vantaggio. Solo una breve e passeggera sensazione di benessere dovuta al fatto di una comoda e critica fatta comodamente, seduti e a costo zero. Ovvero tutto ciò che un italiano può desiderare dalla vita; criticare in maniera improduttiva (le nostre critiche non andranno a modificare lo status quo ), comodità e non spendere un cazzo.

Si siamo un blog autoreferenziale, e allora?

One day post n°3

Il One Day Post n° 3 è stato cancellato alle 12.39.

FAQ

Cos'è il One Day Post?
Si tratta di un nuovo tipo di post, a tempo determinato (6 ore ogni sabato), che rivelerà qualche dettaglio personale circa gli autori di questo blog.

Perchè pubblicate il One Day Post?
Beh, questa è una bella domanda: noi avremmo fatto anche a meno, tuttavia ci sono arrivate diverse richieste da parti di lettori e lettrici.

Cosa rivelerete di voi?
Mah, che ne so, un pò questo un pò quello.

Terrete un archivio di questi post?
Ovviamente no, dovrete per forza collegarvi in quelle sei ore di ogni sabato (circa dalle 9 alle 15).

Perchè lo fate?
Beh è ovviamente un espediente del narratore, dopo aver frequentato qualche lezione di marketing.

Pensate davvero possa interessare a qualcuno?
Ossignore, spero di no, la gente avrà pur di meglio da fare nella vita! Ma, di fatto, il sabato e la domenica in rete sono giorni morti, quindi passeranno in sordina.

15 dicembre 2006

Uikly numero 4

E' uscito il uikly n° 4. In questo numero un breve summary del contest che la settimana scorsa ha animato le conversazioni del forum di livepoint. Ovvero insulta Butel2.
Nella seconda parte continuano le storie dal magico mondo dei butei. Butei's world.

Scaricalo qui (tasto destro--> salva oggetto con nome).

14 dicembre 2006

Berfi's Verona - Sentenziosi on demand

Sentenziosi ogni tanto funge da ripetitore delle eco della città. Annusa, riceve, capta i segnali delle tendenze di questa città assolutamente autoreferenziale.
Questa volta riceviamo un'abile scritto della crew delle butele circa una possibilissima serata tipo in una celebre discoteca di Verona, il berfis risto club.
A voi la parola.

Riguardo la cronaca che stiamo per proporvi sottolineiamo che il riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente…casuale!!

L’argomento che tratteremo oggi ha a che fare con una location molto nota ai veronesi del saturday night…il mitico ed inimitabile Berfi’s!
La popolarità di questo luogo è evidente, for example, dall’afflusso di decine e decine di gggiovani (e non solo...purtroppo!!) che decidono di spostarsi dai loro villaggi (vedi zone lago e bassa) pur di prendere parte ai mitici eventi che ogni fine settimana animano questa sorta di “paradiso terrestre del divertimento”.YEAH…
Così, spinte dalla curiosità e dalla nostalgia dei tempi passati (sottolineiamo che la troupe non è affatto vecchia ma, purtroppo, la sua precedente esperienza in questo luogo di puro sollazzo è riconducibile ad almeno un paio d’anni addietro), abbiamo deciso di intrufolarvici nuovamente per capire da vicino quali sono le tendenze attuali di questo posto, ovvero se la fama del Berfi’s è rimasta sempre quella.
Dunque, l’adrenalina delle nostre fanciulle inizia a farsi sentire già prima di entrare, sottoforma di giramento convulsivo delle siffatte ciufole, ovvero incazzatura vera e propria.
L’accoglienza infatti lascia alquanto a desiderare. Arrivate sul campo rigorosamente prima di mezzanotte (per poter usufruire dell’ingresso gratuito riservato alle donzelle), un noto PR, del quale per motivi di privacy non sveleremo l’identità…noooooo…: barba piuttosto incolta, perennemente in Frinzi (forse sua seconda casa), sciarpa sempre intorno al collo anche con 80° al sole, capelli diradati sebbene di giovane età, sta sempre a pavoneggiarsi nonostante non possieda i numeri per farlo…, blocca la nostra entrata abbaiando: “ Ragazze…ma non vedete quell’orologio?!? E’ già mezzanotte da 3 minuti, dovete fare la coda alla fila Liste e pagare normalmente”. Al che, la nostra portavoce controbatte: “E’ stata la tua amica pr (una nostra conoscente che per comodità chiameremo Y), a dirci di venire qui comunque! E tra l’altro il nostro orologio segna mezzanotte meno 5!” Il pavone, non appena percepito il nome di Y, fa una faccia tra lo schifato, lo strafottente e l’incazzoso come a dire: “Y chi???…Chi si crede di essere quella…spacciarsi per mia amica poi…è solo un’infima dipendente..la sistemo io dopo…” e ringhia: “Ragazze non so che farci, io mi baso sul mio orologio”. [“Stì cazzi brutto stronzo” è il pensiero comune di tutte noi reporterssssss].
Nonostante l’alto grado di ira in corpo, decidiamo comunque di portare a termine la nostra missione, accostandola perfidamente ad un nuovo compito ancor più soddisfacente: LO SPUTTANAMENTO!!!
Ci avviamo così verso la fila liste con un beffardo sorriso, dovuto alla divertente immagine che ci passava per la testa del simpatico pr durante la notte di capodanno già intento a fare trenini mentre tutti attendono ancora 5 minuti alla mezzanotte.
Mentre la troupe sta attendendo in fila, una delle nostre girls nota una presenza alquanto “familiare” (nel vero senso della parola): riconosce infatti il proprio padre in ordinaria divisa da soccorritore che sta assistendo un malcapitato buttafuori preso a botte… (n.d.r: per fortuna l’incontro-incrocio dura pochi istanti, altrimenti la povera reporter avrebbe iniziato a scavare una buca dove sotterrarsi).
Appena entrate in discoteca comunque, ritroviamo Y, che, venuta a conoscenza del nostro piccolo intoppo iniziale, ci informa che il casanova in questione (nel senso di mago!) ha giocato lo sporco tiro anche ad altri poveri sventurati e non solo, le ha pure svelato il “trucco”: è bastato spostare avanti di 5 minuti l’orologio e…. Abracadabra… (mai termine più azzeccato poteva esserci di questo!) ecco giungere più $ possibili nelle tasche degli addetti ai lavori del mitico club di Berfi’s, il quale, sempre a detta sua, non registrava molte entrate ultimamente.
Sbollita a poco a poco la rabbia, iniziamo ad adattarci all’effervescenza generale. E’ d’obbligo un primo giretto panoramico per vedere, innanzitutto, se ci sono delle nostre vecchie e indesiderate conoscenze e al limite evitarle, per svolgere il nostro lavoro al meglio.
Bene: non avvistiamo nessuno di compromettente…
La musica intanto inizia a farsi sentire…il volume è ormai alle stelle…i gggiovani (Età media quella sera: piuttosto bassa, proprio “tera-tera”!!; nostra reazione: wow, che cul!Siamo sempre fortunate…no comment!) corrono in pista mentre noi, titubanti, decidiamo di aspettare un po’ (decisione presa in seguito alla visione di una moltitudine di sardine appiccicate che ricoprivano la pista). Ma, poco dopo, sentiamo il magico richiamo della musica...”sexy back” è pur sempre sexy back!!
Così, ci uniamo alle sardine e ci scateniamo! Ed ecco che il trinomio caldo-sudore-secchezza delle fauci inizia a farsi sentire...sembra di stare in una sauna. Cavoli, al posto dei cocktail noi proporremmo di servire chessò, degli integratori di sali minerali, o simili!
Ma, con grande spirito e forza d’animo, si continua a “saunare” perché, infondo, siamo gggggiovani! Che importa!!!!!
Dopo un’oretta si corre al “pit stop alcool”. Ed è lì che percepiamo che l’età media si è alzata:15+40=55/2=Circa 27!! Si, l’età media era 27! Ma di ventisettenni nemmeno l’ombra…ad alzare il tasso infimo d’età infatti sono… TADAAAAN…uno scanzonato gruppo di maturissimi 40 barra 50enni con cotanto di tavolo vicino alla console così ci uniamo alle sardine e inizaimo o della musica...a, la gente corre in pista e noi, inizialmente titubanti per la moltit. Essendo “ggiovani dentro” iniziano ad animarsi con fare provocatorio, sulle note di “Don’t cha”, con tanto di “shake your bom bom” alla Ricky Martin ed inviti espliciti verso noi povere butele…
Piuttosto spaventate/schifate, decidiamo che è meglio cambiare postazione e ci dirigiamo verso il bancone con i nostri super alcolici, per cercare di dimenticare la precedente visione! Ma la fauna è molto varia e, purtroppo, ci imbattiamo in una specie che non si estinguerà mai: lo “Scorregibus” (tantum chissenefregam non mi sentibus nessunum c’è la musica a pallam), che si dimena a “tempo” di musica per fare il pavone in mezzo alle galline…Pirla! Forse non si sente il suono, ma a livello olfattivo ci hai decisamente stese! Grazie, sarai sempre nei nostri pensieri!
E’ arrivato il momento dell’ultimo ballo on the dancefloor: ci tuffiamo in pista e, dopo neanche due/tre pezzi di musica house, decidiamo che ne abbiamo avute abbastanza per quella sera (con tutto il rispetto per i seguaci di questo genere…ma dopo un po’ l’è sempre la stessa solfa!) e a mo’ di partita di rugby (con tanto di sgomitate) riusciamo ad uscire, più o meno indenni, dalla folla in delirio e ci accingiamo verso l’uscita.
Recuperati i nostri averi……via verso la libertà!!

Conclusione: fuggire dalla piazza è impossibile...bene o male te la trovi sempre dietro!
Le butele

13 dicembre 2006

Sentenziosi apre un locale. In Piazza ovviamente.

Non ci credo! E infatti, non è vero.
Ma secondo quanto afferma il "rinomato" LocaliNotturniOnline.com, le cose stanno proprio così.
Anzitutto, qualcuno ha mai utilizzato quel portale? Che dire portale, mi fa specie.

Comunque sia, pare che il nuovo Locale Sentenziosi abbia aperto in Piazza Erbe (dove altrimenti?) al n° 1. Ecco lo slogan:
"Stufi delle ripetitività delle serate inscenate in Piazza Erbe,
Sentenziosi vi offre l'alternativa a suon di saluti-pacche-vecio-alcol".

Niente da ridire, siamo proprio noi. Ed è tra i più visitati della sezione "Verona": siamo NEW e già HOT, guidiamo infatti una classifica in testa a vere e proprie "eccellenze" quali Breakss Beer Verona, Ombelico Discoteca, City Night Club Verona e molte altre.

A questo punto la domanda: ma siamo stati noi o chi altro?
1. Io non mi ricordo, sinceramente; tu butel2?
2. Quel "chi altro", ci vuole bene e ha diverso tempo da buttare. E forse è il momento di farsi vedere da qualcuno, eh?
3. Ora voglio sapere se qualcuno si recherà in Piazza Erbe al n° 1 a chiedere di un bar-disco-(night club?) a nostro nome.
4. I due commenti, ammetto, li ho lasciati io.
Grazie. Roba da manipolazione mediatica.

12 dicembre 2006

DE KAMER + FEZZI + CORVI PARLANTI (passando per lo square)

Domenica 10/12/06

Gli impegni mondani dei Butei® questa settimana sono stati al limite delle possibilità umane. In una città che, o non c'è mai un cazzo da fare o in tre serate concentra 241.5 eventi non c'era molta scelta. Domenica, ad esempio, in concomitanza, allo SQUARE di via sottoriva Bengi (cantante dei Ridillo) cantava il meglio degli anni 60 italiani e al DE KAMER jam session di reading + live music.

Butel2, noto presenzialista, opta per:

- Cena\aperitivo\buffet all'insegna dell ingordigia allo Square. Il suo fornitissimo buffet ormai non ha nulla da invidiare ai fasti milanesi, la mecca di tutti i buffet, milana, sente ormai il fiato sul collo. Il tutto per 7 iuri compreso il piacevole sound di sottofondo.
Lo spettacolo dev'essere stato pur bello, io non l'ho visto, l'ho solo sentito. Troppo impegnative le operazioni di carico scarico al bancone in pericolosissime gicane tra due vecchi pietrificati davanti al bancone e gli avventori del magnaggradas.

- Dopocena al De kamer ( Via Dietro Liston,13 Verona) .
Due parole sul locale. Così per contestualizzare un pò. Imboscato ed interrato ad una prima impressione può sembarare un covo di massoni piduisti, ma ad uno sguardo più attento si notano i soffitti alti, le luci soffuse , le tinte pastello del verde acido, il violetta e il giallo. Divanetti dall' assetto ribassato molto confortevoli ad alto rischi abbiocco. Più che una loggia ricorda un locale off della New York anni 80 tutta luci colori e lustrini.
Tuttavia due bei biliardozzi sdrammatizzano il tutto. Sia mai che il Butel® in tanto glam si sentisse disorientato.
Giudizio del Butel® : super locale vecio!

Domenica 10 dicembre.

Ore 21.30 in extremis Butel2 e la crew di sentenziosi (escluso PRIVATE BUTEL1 - il suo nickname da gigolò- che tromba religiosamente una volta all' anno il 10 di dicembre) fanno capolino al bancone del Deka - 4 birre. 16 euro grazie . Prego tua sorella è più economica però. - la voce di Fezzi ( per altro un pò , mi consenta dottò, impastata. Che ha fatto smodato uso dell' amato negroni?) e la musica dei Corvi Parlanti scandiscono la nostra bevuta.
Le letture rappresentano una selezione dai suoi due manoscritti; Sognando un negroni e Io ballo da solo però mi guardo intorno, in cui il Brizzi de noantri descrive comportamenti sociologicamente inspiegabili e realtà tipicamente veronesi, suscitando l'ilarita del pubblico, me compreso (vd. discoteca Queen, anche alla millesima volta mi fa sempre ridere).
I Corvi Parlanti dalla loro, fanno un genere Liganegrimancino un pò Ligabue, un pò negrita un pò tiromancino, che non è il mio genere ma sono indubbiamente bravi.
Arrangiamenti personali, buona tenuta del palco, look trasanda chic. Ottime le sfumature dei finali in prossimità delle letture.
Nota di merito al contrabbassista. Bene, bravo, bis.
Nota di demerito al contrabbassista. Va ben freakin sixties (frighinsicsti) ma non tappetizziamoci (ogni riferimento alla mise dello stesso è puramente casuale ).

Conclusioni.
In una città, Verona, in cui al top dell' offerta del divertimento notturno abbiamo l'aperitivo in piazza, rare iniziative di questo tipo sono gradite e promosse da sentenziosi.
Tuttavia dovrebbero essere promosse un pò più dal locale stesso. O forse, come si interrogava Butel4 uscendo dal De Kamer, è questa l'avanguardia, l'elité culturale di Verona?

Appendice.
Frut1 entra allo square, dopo 0,4 secondi :" Già visto due-tre fighe vecchio..." Butel2 si guarda intorno:" Mh dove?" (si notano solo 30 radical chic. Molto radical. Poco chic)
Poco dopo al De Kamer: Frut 1 entra, Butel2 ordina dopodichè frut1 sentenzia:" Già visto 3-4 zoccolone.." Butel2 si guarda nuovamente attorno, nota molti butei qualche figa, nessuna zoccolona. Forse che sia ora che qualche lettrice faccia opera di carità al timido frut1?

11 dicembre 2006

Discoteca La Scala, Verona

Aggiornamento
La discoteca la Scala di Verona presenta la nuova serata Old and Fashion(clicca)

Non avevamo mai parlato de La Scala, discoteca in via Provolo 24, Verona.
[Le note integrano il testo]

Premessa: che si dice in giro, per la rete, della Scala? (1)
Su un sito viene presentato pure come: ristorante, pianobar, discobar (2). Sullo stesso sito si precisa:

Il discobar funziona il venerdì e sabato con musica anni '70'80 nella dinner-room e hause music nella tavena della Scala i migliori Djs si alterneranno nella consolle della Scala il venerdì e il Sabato.

Altre ricerche mi rivelano che in passato La Scala s'era chiamata "Excalibur", "Grace", "Namida". Probabili, ulteriori gestioni/nomi. Comincio a ricordare qualcosa... (3)

Sabato siamo (4) andati alla discoteca La Scala.
Ore 01.20: Ingresso
Ore 01.21: Iniziale paralisi psico-cerebrale (scorgo senza ordine: tardoni imbellettati con le camicie rigorosamente a quadrettoni, sbottonate, magliette della salute in bella vista, tutti rasati poichè pelatissimi; le ladies: trucco trucco trucco anni 80, un meeting di maschere di cera, forse il Tussauds, vestiti e gonne con coscione in libera mostra, tette al vento, si distinguono sotto i cm di trucco numerose rughe, dovute un pò all'età un pò alle frequenti lampade (5)).
Ore 01.22: Ora riconosco pure la musica, la cara maranza italiota da ultimo dell'anno.
Ore 01.23: Tal'è, parte il trenino al ritmo di "Maracaibo, mare forza nove". Tutti gli avventori li radunati ballano, sempre ballano, comunque ballano, con o senza musica, perennemente fuori tempo e certamente sgraziati. C'è chi si urta, chi s'infila, chi cerca di coinvolgerci: praticamente, una balera!
Ore 01.24: Mannaggia, "la scala" che porta al piano inferiore dove, si dice, picchiava la hause (6), è chiusa. Nostro malgrado si resta al pianobar. Un incubo.
Ore 01.25: Consumazione. "Analcolico della casa grazie".
Ore 01.26: Tutto d'un fiato, 1 litro di beverone. Peraltro gustoso. Complimenti alla barista, che per l'occasione ci regala il décolleté che ci voleva. Altrettanto gustoso.
Ore 01.27: Passiamo dal via (7) e fuori, grazie!
Ore 01.28: Giudizio sommario: mai più! (8)

Note
1- potessi tornare indietro, continuerei a chiedermi che dice la rete di Elisabetta Canalis, per esempio
2- forse pure un pò supermercato
3- tra le altre, è stato anche un night ed è, comunque, sempre stato sull'orlo del fallimento
4- Butel1 + Frut1, di ritorno da un surreale tour de force alcolico a tappe from San Bonifacio to the downtown, passando per San Martino e San Michele. Da salvare l'ingente quantitativo di gnocche avvistato a Sanbo. Peccato parlassero un idioma tutto loro.
5- Frut1, comunque, tende a precisare in velocità: "Un paio me le butterei giù, sì" (lett.)
6- sì, proprio hause diceva il sito
7- alla cassa sono 10 € consumazione inclusa, onesto dai
8- quando butel1 dice così, significa sicuramente: "Mai più... fino alla prossima".

08 dicembre 2006

Discoteca Berfi's Verona - Fashion Night

ovvero la surrealtà dei butei
Clicca qui per le recensioni sulla discoteca Berfi's di Verona
clicca qui per la recensione della recente fashion night Carnaby Street al Klub 59 di Verona

Premessa: il post sembra lungo, invece è breve e scorrevolissimo.
Premessa: tra le tante fashion night che stanno nascendo a Verona nell'arco degli ultimi anni, l'unica che forse (e sottolineiamo forse) può vantare l'onore di questo appellativo è la serata celebrativa del negozio d'abbigliamento Carnaby Street in centro.

Ovviamente noi non sapevamo nulla.

Telecronaca dettagliata dell'evento.

Ore 22.00
Butel1: "Che si fa stasera? Insomma, domani tutti a casa"
Butel2: "Piazza Erbe"
Butel1: "Mh, dove l'ho già sentita questa?".
Ore 22.30, parcheggiata la butmobile nei pressi della foce dell'Adige, i Butei eseguono una fallimentare sortita in quel di Piazza Erbe, particolarmente deserta (si riconosce un enorme albero di Natale. Spoglio).
Ore 22.35, ed è subito Square. Il prelievo è d'uopo. Orde di giovani imbellettati all'assalto del bancone stanno scaldando per prepararsi alla battaglia dello students all'Alter Ego. Di fianco a noi, butel classe '88 si abbandona ad una serie di riflessioni con butel classe '89.

Inseriamo una spaccato del dialogo a mo di contestualizzazione
Butel'88: "No no no no... vecchio... questa vecchio te la devo raccontare... vecchio..."
Butel'89: "No vecchio... cos'è successo vecchio... ?"
Butel'88: "No no vecchio... cioè hai presente la ButelaZ vecchio?... cioè ci mandavamo dei mess... così... cioèèè...."
Butel'89: "Ma tipo.. vecchio?"
Butel'88: "Ma cioè vecchio niente cioè... cioè lei mi fa: "Oh"... e allora no? cioè io le faccio "Ma oh oppure Ohhohoo?" cioè vecchio allora lei mi fa: "Oh mi fa piacere se vieni"... e allora cioè, vecchio, io mi dimentico di questo mess, no?, e cioè vecchio il giorno dopo mi sveglio presto, vado a scuola no? e butelaX (ndr. la sua donna) mi fa subito vecchio: "Dammi il cellulare subito" e allora io vecchio: "Un attimo devo chiamare mia mamma" (ndr. le scuse sono sempre di gran qualità) e lei di nuovo vecchio: "No no adesso me lo dai subito" e allora cioè io glielo do, mi giro verso i butei no? ma dopo un secondo lei mi fa: "Cioè e questo cos'è sto messaggio della tipa?" e io vecchio cosa potevo dire vecchio?"
Butel'89: "E, cosa c'hai detto vecchio?"
Butel'88: "Ma dai è butelaZ... cioè dai due anni che ci scriviamo... cioè ma mai fatto niente di male cioè... no ma e lei che..."
Butel'89: "E lei cosa t'ha detto vecchio?"
Butel'88: "Abbiamo cioccato vecchio. Tutto a posto."
Butel'89: "Grrrrande vecchio"
La chiusa è standard e le pacche sono offerte da Sentenziosi.

Ore 23.15: si torna un attimo in Piazza, che nel frattempo accoglie nuovi avventori, tra i quali Butel8, nostra vecchia conoscenza. Sarà la svolta per la nostra serata.
Butel8: "Grrrandi butei (ndr. mh...)"
Butel1: "Ciao vecchio"
Butel2: "Ottima vecchio. Sa bevem?"
Scorrono fiumi di Americano + Negroni (per non dimenticare) per circa 2 ore.
Ore 00.20: i butei accusano i primi colpi della balla silente (= sale e non la senti) ed iniziano ad atteggiarsi. Ad esempio: butel2 e butel8 sono seduti su rispettivi sgabelli, ormai sono delle pertinenze del locale e si guardano compiaciuti, non parlano nemmeno più, s'intendono a gesti, le lingue sono felpate; butel1 da la schiena al bancone, braccia allargate, doppietta di drinks, impettito, vede entrare butelXX incravattato e griffato (ndr. scopriremo poi perchè), che sgomita per prendere posto al bancone; butel1 s'irrigidisce e a rivendicare un presunto primato esclama: "Hey, non vedi che ci sono già abbastanza poseurs in questo locale? Cerchiamo di farci da parte allora", quindi rivolge lo sguardo verso i butei e non senza una certa dose di arroganza conferma: "Non hai visto? Siamo i butei: belli. E possibilissimi". Baristi e camerieri cercano soluzioni garbate per levarsi dai maroni queste pedanti presenze (ndr. sì, noi).
Ore 01.15: salta fuori che Butel8 è tra i fortunati possessori dell'Invito. La serata è di fronte ad una svolta: con quell'Invito, abbiamo diritto a... INGRESSO OMAGGIO AL BERFIS (discoteca di Verona, in via Lussemburgo) per la serata moda&chic&fashion dell'anno (ndr. ???): la rispettata Fashion Night organizzanda Carnaby Street, Verona. Qui si decide chi è in, chi è out. Ad esempio: alle 01.14 butel9 (amico di butel8) abbandona il gruppo: lui è out. Alle 01.15 abbiamo l'ingresso: siamo in. Del resto butel9 è sempre out, dieci minuti prima la sparata milanese dell'anno: "Sai, domani devo andare a Cortina, con gli amici di Milano, e li.. cioè fai di quelle serate che non devi guardare il portafoglio per almeno due settimane." Butel2: "Eh, ti capisco eh. Sa bevem?" "Butel9: "Mah non so, guardo un attimo quante monetine mi sono rimaste... gheto mia du euro?" Butel1 a Butel2: "Ma questo non era quello ricco dei due?".
Ore 01.30: siamo al Berfi's. Breve album di impressioni:
-Discoteca Berfi's: non è la prima volta che ci andiamo. E ogni volta, non ci piace;
-pienone;
-Fashion Night: presente al gran completo l'elite dei commessi e rispettivi clienti (nonchè amici/conoscenti dei primi e dei secondi) con i loro abiti sbarlucicosi e nuovissimi. Ecco, c'era l'entourage della Verona chic;
-huntz-huntz, queste le uniche note che abbiamo distinto;

Ore 02.30: butel1 fa un bagno di folla on the dancefloor e riapparirà solo il giorno seguente.
Ore 02.30: nessuno sta cercando butel1, per il semplice fatto che butel2 e butel8 cercano soluzioni alternative: l'amico barista coi suoi drinks aggratis (ndr. vedi oltre, quanto gratis), sempre presente in questi casi, + sano birdwatching ovvero Butel8: "Hai visto quelle tre li?" (ndr. riferendosi a tre ragazze non proprio in formissima) Butel2: "Sì sì ma ie anca quatro".
Ore 04.00: la festa è finita, butel8 scoprirà all'uscita che l'amico barista non era poi così amico (e son 26 euro, grazie). La fame chimica si fa avanti e c'è il tempo per un panino con la salamazza e tant'altro. Ordinazione di Butel8: "Me fa un panino con Dio dentro?" (costernazione).
Ore 04.15: rombo di motori, tutti a casa.
Ore 04.16: qualcuno recuperi butel1 per Diana!

L'indomani. Post partita.
Ore 14.00: dai bagni di casa di butel1 e butel2, si levano gli odori delle cagate delle rispettive sbronze, quindi pronti per l'analisi dopo gara. Messaggio di butel1: "Sì ma, dottò, quante zoccole c'erano?". Risposta di butel2: "Mah, tutte quelle che saltano fuori quando siamo sbronzi: tantissime". Butel1: "Sì forse, ma hai visto quella che m'ha tirato un chiodo di almeno dieci minuti e che, chiaramente, aveva scritto in faccia -Butel1 ti voglio buttare giù- ?". Butel2: "Io no. Forse nemmeno tu; e sicuramente neanche lei". Butel1: "Dev'essere andata così".

Conclusione
Partendo dalla buona e vecchia Piazza, non sai mai dove potrai arrivare.
Di sicuro, sai che ci devi tornare.

Post a quattro mani by Butel1 e Butel2

Per aggiornamenti sul Berfi's, ti consigliamo anche
questo post

07 dicembre 2006

Capodanno a Verona - comunicazione di servizio

AGGIORNAMENTO
novità sulle feste di capodanno a Verona 2007


Per colmare il vuoto di queste ultime giornate senza postate e in attesa dei nuovi post, piazzo una riflessione/analisi spiccia, spiccissima.
Con arciprecisa cadenza annuale, noto in ogni dove veronese i soliti stickers, flyers, posters e posers (i PR delle agenzie viaggio) alla promozione dei "magici" Capodanni 2007 in Italia o all'estero.

Ecco la Comunicazione di servizio: su questo blog nessuno vi chiederà mai "Cosa fate l'ultimo?" o "Allora per l'ultimo?" o "Quindi, per l'ultimo?" o ancora "Capodanno a Verona quest'anno?(per il 25° anno consecutivo)" e così via, domande che imperversano da circa metà ottobre specie negli ambienti universitari e scolastici in genere, anche se il primo proto-Filini organizzatore dei viaggi dell'impossibile l'ho udito aggirarsi fuori dal bar Frinzi già al volger di settembre con la mai dimentica "Quest'anno, se a Capodanno andemo in disco, me sparo" cui rispose il pessimista del gruppo con "E che casso fasemo allora?". Uno che era un butel incipiente nel quale il passaggio dal bello all'arido vero poteva già dirsi consumato. Ahi, lasso.
Più precisamente: in generale, questo blog del capodanno se ne lava le mani.

Ma vediamo per curiosità che si potrebbe fare.
Varie le scelte della gggente, dei gggiovani soprattutto.

Sempre in pole position i giovanissimi e audaci viaggi all'estero:
-Budapest, Praga, Sofia (si sprecano i motivi, immagino);
-seguite a ruota da mete tradizionalmente più blasonati quali Amsterdam, Parigi, Berlino, Madrid, Londra;
-chi più ne ha più ne metta.
300-400 € e ve ne partite all'estero per 4-5 giorni con partenza dalle principali città del Nord Italia e viaggio rigorosamente in pullman. Per viaggiatori dalle tasche al verde e senza particolari pretese e richieste di optional alcuno.
Sul senso di spendere quella cifra per alzarsi una mattina, prendere un pullman, venirvi trasportato per ore e ore, trovarsi come compagni di merenda e soggiorno dei potenziali rompiballe, avere un accompagnatore per tutta la durata del viaggio e rischiare quindi di spaccars i maroni anzichè, chessò (se proprio volete andare all'estero ovvero fuori dalle palle perchè comunque a voi il capodanno "piace" e volete viverlo non in Italia perchè non vi va di raccontare che siete stati a casa di qualche amico/conoscente o peggio in discoteca), aver prenotato un pacchetto self-made volo più albergo 4 stelle qualche settimana prima per una meta che vi grada e che vi scegliete voi e poi una volta li fate quel caspita che volete (questo si chiama viaggiare, meenghia) spendendo magari pure meno, ecco sul senso di questa cosa dicevo, bisognerebbe interrogarsi davvero.
Per veri avventurieri.

Per chi non volesse abbandonare le proprie mura scaligere restano a disposizione per il magico Capodanno 2007 a Verona le svariate serate in discoteca, pizzeria, ristorante, rosticceria, kebabberia, ecc. (a riguardo si vedano VeronaVip o LivePoint) che dagli anni '70 non si sono mai distinte per varietà o novità, tuttavia sempre gettonatissime: ed è subito Maracaibo mare forza 9 e tutta l'allegra famiglia del maranza made in Italy.
Tradizionalisti.

E poi ci sono quelli che del capodanno si lamentano, sempre e comunque, non senza una certa dose di arroganza gratuita anzi gratuitissima, un pò perchè davvero ne hanno le balle tritate, un pò perchè fa tendenza (in questo momento storico, marciare contor il capodanno fa sempre un pò intellectual chic). Per intenderci quelli dell' "Avì roto i cojoni con sto capodanno" e magari propongono un boicottaggio generale tipo "St'ano tutti a casa propria, niente feste del casso". Ma cadranno, presto. E famelici si troveranno anche loro a mezzanotte a brindare al ritmo delle maranzate di cui sopra, felici e compiaciuti
Presenzialisti.

Quelli che lavorano. Sì, ci sarà chi lavora a Capodanno, ovviamente. Sarà l'unico che a conti fatti giunge al 1° gennaio già in attivo.
Legge del mercato. (upgrade by Abes)

Gli scettici. C'è poi chi ssopende il giudizio a riguardo. Ecco, per quanto mi riguarda, il capodanno non esiste, un pò come babbo natale. Il 31 dicembre, in effetti, sarò sul divano e intorno alla mezzanotte starò guardando Fantozzi (il primo e verissimo) da almeno un'ora, proprio al punto in cui, durante la festa di capodanno, il maestro dell'orchestra butta la lancetta avanti di un'ora per poter presenziare anche ad un'altra festa intorno a mezzanotte.
Com'è umano lui.

05 dicembre 2006

Indovina dov'è il paletto mancante!

Spesso si parla di Suv (Cayenne specie).
Questi parcheggiano un pò di qua un pò di la.
E non solo...
Così capita che sabato 2 dicembre 2006, verso le 2 di notte, un Suv di qualche natura, all'ingresso per il centro storico puntualmente "sorvegliato" dalle telecamere in fondo a Lungadige Rubele, impenitente e latitante, riesce a combinare un pò di tutto: certamente, sradica testè quattro paletti frantumando il marmo che li accoglieva.

Butel1 e Frut1 passavano da quelle bande. Da veri turisti giappo, portavano seco la fotocamera.
Questo è quanto:




Niente paura, a giungere e sistemare il tutto è la spietata ed efficiente Polizia Locale (la fu Municipale, per intenderci), che alternava le proprie pattuglie all'inseguimento dell'ipotetico pirata cingolato pronti a consegnarlo alle sagge mani della giustizia. "Quanta" efficienza, "quanta" voglia di lavorare, nessuno la fa alla municipale: ecco, avete presente la volante che vi fa il culo in Need For Speed? Bene, dimenticatela. I nostri tutori si comportano come solo un copione delle comiche imporrebbe: parcheggiano la vettura, snobbano le diverse vetture li ferme con vari butei li radunati a far bordello (chi sulle strisce, chi sopra il marciapiede, chi in contromano, ecc.), smontano, si sorprendono, non chiedono spiegazioni ai convenuti ("Scusate, qualcuno ha visto qualcosa?"), rimontano, fanno una retro, rismontano, si risorprendono, ririmontano, ripartono e chi s'è visto s'è visto.

Bene. Nessuno s'è accorto, che all'appello mancava un paletto. E a noi, l'idea che qualcuno stesse girando con sto paletto da 50 kg, ha dato da pensare. Storie veronesi, storie di Cayenne.

03 dicembre 2006

Another weekend in Erbe square & nearbies

Appena i piani per il weekend (venerdì e sabato si doveva mollare Verona) erano saltati, sapevo si sarebbe trascorso un'altra coppia di serate in Piazza e dalle parti di essa.
E così è stato. Nulla di nuovo.

Aggiungo tuttavia alcune rapide impressioni:
-in beffa all'inverno ch'è ormai prossimo ai suoi acumi, tal'è che la temperatura ti gela le mani, gli avventori della Piazza continuano imperterriti a spritzare from 8 pm to 2 am. E questo è buono, non mi pare consono far morire la Piazza per un semplice cambio di termometro;

-l'havana cola e il cuba libre dell'Osteria Verona sono gradevoli quanto un fendente di spada ad altezza dello stomaco;

-si aggiungano il negroni (semper terribilis) e la combo gin-martini (il cocktail bevuto nella factory di Andy Warhol, per intenderci);

-ormai è defintivo: il venerdì è LA serata a Verona, sospetto ci sia gente che da Londra prende il Low Cost con destinazione Aeroporto Catullo per presenziare nella nostra Piazza; il sabato è la serata scopofila (le coppie del venerdì non si vedono più) o dell'aperitivo lungo + cena tra amici: praticamente non v'è pizzeria-ristorante-trattoria che non sia piena, giacchè è risaputo bene che gli aperitivi veronesi non abbondano per quantità di cibo profferto (du patatine e un par de nocioline del casso);

-l'aperitivo lungo si chiama così perchè, d'inverno, la mano terrà lungamente stretta a sè l'aperitivo, poichè congelata e incapace di staccarsi dal bicchiere stesso;

-il Cafè Porta Nuova, come il 95% dei locali veronesi, chiude i battenti alle 2.00. Tuttavia, si è invitati a levarsi dai maroni già all'1.45, chè a quell'ora esatta scende la pericolosa serranda. Ho visto i più fortunati uscire a mo di limbo, gli altri sono stati ghigliottinati per la causa;

-in Veronetta, dalle parti dell'Università, è sorto un nuovo locale finto-stylish e pseudo-minimal, il cui arredo non aggiunge nulla di nuovo a quanto già detto da Via Roma 33 o Square. Per l'esattezza, hanno rilevato e ristrutturato l'Harp Pub. Passaggio davanti in gran velocità: vetrata continua che mette a nudo gli avventori all'interno, i quali in effetti mi sono sembrati per la maggior parte rasati, rasatissimi, skin. Bisognerebbe capire se sia un caso. Dall'esterno direi che si tratta del solito locale "distrutto e rifatto, prometto fighetto", ma sembra carino dai. Questa volta passiamo, si fa un giro nel prossimo weekend. Per il momento non possiamo dirvi niente a riguardo. Ah, il locale si chiama Mantra, in via Cantarane, Verona;

-la Pizzeria da Salvatore, in Piazza San Tommaso, Verona: sì d'accordo, è carina e comoda per chi fa il preserata in centro, ma davvero mi stupisco sempre più sul perchè sia tanto rinomata. "Stasera, cenetta da Salvatore" e "Super pizza da Salvatore" e "Dove si mangia? Beh, da Salvatore" e "Salvatore Pizza migliore di Verona" a mio avviso sono più figli della leggenda che della realtà: le ultime tre volte che vi ho mangiato con amici, la mattina dopo c'era chi voleva recarsi in ospedale a chiedere il cesario per togliersi sto peso indigeribile. Colpa dell'olio, intorno al mezzo litro per pizza. Del resto, se non è Salvatore, è la Pizza Bella Napoli in via Marconi, dove mi si dice di napoletano sia rimasto il nome e la cassa...;

-questa dei parcheggi a Verona (centro e dintorni) è diventata una questione annosa. Dopo aver girato 50 minuti alla ricerca di un posto dove sostare il mio aspirapolvere 5 marce + 1 retro, sono giunto alla seguente conclusione: a Verona città, ci sono più auto che parcheggi, mi pare evidente! La città era letteralmente tappezzata di autovetture su ogni lato della strada, su ogni angolo, su ogni marciapiede. Ora, non è il caso, anzitutto, di rivedere il concetto di divieto di sosta e, più importante, vedere di impiegare meglio gli spazi inutilizzati alla ricerca di nuove zone di sosta ma, ancora più importante, cominciare a ristrutture il sistema urbano dei trasporti pubblici in centro aumentando il numero di bus ecologici e coprendo nuovi percorsi nonchè più fasce orarie specie quelle notturne? Come spesso capita, l'estero insegna;

-scopro che il weekend scorso, si è consumata una rissa in Piazza Erbe 4 vs. 10-15. E' andata circa così: alcuni dei 4 erano seduti per terra nei pressi della fontana; uno sparuto gruppo di >10 butei olfi parte dal Caffè Lamberti alla volta di quelli che sembrano chiaramente degli avversari degni di diverse pacche: uno di questi si avvicina minaccioso ad una della ragazze dei primi 4 e cerca di far sentire la propria voce (sì non scherzo, un butel voleva "spiegargliele" ad una ragazza, roba da matti), ovviamente interviene subito uno dei 4 e allontana il lestofante dall'amica. Gli vale un bello sberlone; peggio va al suo amico, che si becca pacche e pestoni duri dagli altri 10 già internvenuti all'urlo di "Per stare a Verona serve classe" (eh, non ci sono più i portatori di classe di una volta..) e "Viulenzz". Insomma, uno se l'è proprio prese. Condanniamo i cretini partiti e tornati al Lamberti; preciso: al Lamberti la metà degli avventori, l'ho sempre sospettato, sono idioti/teste/di cazzo, ovvero quella compagine di butei votati al lato oscuro (leggi: skin con diverse idee fasce ecc.);

-da venerdì ad oggi, in qualche modo pur senza volervo, abbiamo scaldato gli animi con un innocente e scemolotto post di Butel2 su LivePoint dal titolo "Ma i butei benvestiti stanno sul c**o?". Lanciato così immagino: col fare guscone e spensierato di butel2, noto diplomatico che pur di non prendere posizioni venderebbe il culo a entrambe le parti. Scherzi a parte, sono state adorabilmente gustose certe reazioni: pochi sono riusciti a dir la loro senza sferrare le solite sterzate populiste, le immancabili tiratine d'orecchie a noi e al blog; altri invece hanno maturato la loro senza pregiudizio (deve aver scocciato il nostro precedente post sull'Highlander di via Leoncino). Va bene così;

-detto questo vi chiedo: qualcuno è mai andato a La Scala? Ci sapete dire un pò com'è? Ieri hanno tentato di trascinarci e abbiamo dato forfait.

02 dicembre 2006

One day post n°1

FAQ

Cos'è il One Day Post?
Si tratta di un nuovo tipo di post, a tempo determinato (6 ore ogni sabato), che rivelerà qualche dettaglio personale circa gli autori di questo blog.

Perchè pubblicate il One Day Post?
Beh, questa è una bella domanda: noi avremmo fatto anche a meno, tuttavia ci sono arrivate diverse richieste da parti di lettori e lettrici.

Cosa rivelerete di voi?
Mah, che ne so, un pò questo un pò quello.

Terrete un archivio di questi post?
Ovviamente no, dovrete per forza collegarvi in quelle sei ore di ogni sabato (circa dalle 9 alle 15).

Perchè lo fate?
Beh è ovviamente un espediente del narratore, dopo aver frequentato qualche lezione di marketing.

Pensate davvero possa interessare a qualcuno?
Ossignore, spero di no, la gente avrà pur di meglio da fare nella vita! Ma, di fatto, il sabato e la domenica in rete sono giorni morti, quindi passeranno in sordina.

Il One Day Post n° 1 è stato cancellato alle 14.55.
Nulla verrà ricordato riguardo ai contenuti.