18 dicembre 2008

Essere commesso a Verona - parte 1

Ci sono cose nella vita che si configurano più importanti di altre, ad esempio non essere mediocri (ma anche non essere troppo egoisti, non essere poco generosi, non dimostrarsi immeritevoli, non mettersi il gel e via dicendo). Fortunatamente c'è pure quella vocina che mi coglie da tergo e mi suggerisce - mentre mi sta ormai seviziando e ispezionando l'orifizio - che si può intervenire, aiutando e amando il prossimo mediocre tuo (dove l'ho già sentita questa? Su Topolino tanti anni fa, mi pare).
Infatti, chi ha detto che la mediocrità non si può misurare? E affrontare? Pensiamo per un attimo al commesso veronese. Vi sarà già tutto chiaro a questo punto, ma approfondiamo brevemente.

MEM (Mediocre Engagement Marketing)
Un pomeriggio caciarone e nostalgico, eravamo io, Roberto Concina, Timmy Thomas, Milli Vanilli, Isaac Hayes, Socrate il virtuoso, Max Headroom il virtuale, Auanagana. Alla ricerca dell'ermeneutica della mediocrità, in centro noi s'incontra vari esemplari di Commessauro, animale mitologico metà commesso metà testa di cazzo.
Incontri ravvicinati classificati come del terzo tipo (o del moccolo) dove il primo tipo stava per "Guardi, non c'è più speranza per l'umanità", il secondo per "E' finita, non ci resta che l'abisso" quindi il terzo finisce semplicemente per risucchiarti nel nulla intellettuale-semantico-autoironico. E scopri che no, non puoi amare poi quel tanto il prossimo mediocre tuo, in fondo.

- Shopping meta n°1. De rerum natura
Butel1 entra. Non fa in tempo ad orientarsi - sembra appena partorito e si domanda "che ci faccio qua?" - quando viene sorpreso alle spalle dal Commessauro Senzamanieris: "Uha, posso aiutare?" "No grazie [pezzo di deficiente]". B1 assaggia il campionario: solite cravatte (a Verona ufficialmente el cravatin), solite camicie, nulla di interessante. Nel frattempo, qualcuno molto occupato, molto professionale insomma molto competente ritiene sia nuovamente il momento per offrire il proprio contributo: "Eh fa freddo eh?".
Il meteo. Indice di mediocrità eccelsa. Continuare a questo punto implica mettere il cervello in stand by e fingersi autistici. Fate capolino e domandatevi: "Con chi parlo del tempo?" e vi risponderete con una lista di persone per voi poco utili.

- Shopping meta n°2. De Neomania forzata
Butel1 entra. Più cauto che altre volte, costeggia il muro sin da subito. Niente e nessuno può assaltare la roccaforte. Soppraggiunge una Commessaura Titinis, una tappa tutta ciccina e titina con la parlantina da scemina patentatina. "Ma tziaò!". "Salve [spero ti mettano una bomba sul sedile dell'auto, presto]". Provo un capo, so già che mai l'acquisterò. "Tzioè che ggiusto, questo è all'ultima moda!". "Ah proprio l'ultima?". Speriamo di sì. Mi conferisce quel look molto ricercato da tappeto di sala d'attesa su cui il bambino malato ha appena vomitato e l'anziano incontinente urinato; un giorno andrà di moda uscire in mutande, chiamatemi e tornerò sui miei passi.
La neomania anzi l'inseguimento a tutti i costi. Indice di mediocrità preoccupante.

- Shopping meta n° 3. De Venditore incapace
Butel1 entra. "Crrrrr --- qui Alhpa, qui Alpha, guardatemi le spalle mentre entro --- passo --- crrrr" ("Crrrr --- ricevuto Alpha, ubriacheremo chiunque ti s'avvici..." swhiusssshshshshshsh cccrrrrrrr ssshswhwhwhwwh... connessione saltata), merda, sarò intercetato tra pochi second... "CIAOPOSSOAIUTARTI?", appunto, ecco il Commessauro Cazzaris. "Vorre..." "Ho quello che fa per te" "Capisco [te possino sostituire il cervello con uno ancora più vuoto]". Mentre indosso uno splendido capo in carta vetrata, prenoto un intervento correttivo dal chirurgo estetico. "E' il tuo, vuoi provare anche l'altro?" "[Anche questo calcio volante è tuo, vuoi provarlo?] In particolare noto che è una specie di viscosa..." "Eh sì sì praticamente è una scosa particolare". Una scossa magari, quella ti servirebbe.
L'impreparazione lavorativa. Indice di mediocrità incipiente. Ridatemi i commessi milanesi delle griffe, culatacchioni all'inverosimile (non sono nè a favore nè contrario ai loro diritti, sia chiaro) ma professionisti.

- Shopping meta n° 4. De Domina mortacciona et ignorante
Butel1 entra. Dai "Ma tziao" ai "Ma ttzziao", mi sembra di essere finito nel fallimentare film delle Spice Girl. Comandano le donne. Girl power ci sto, sono femminista pure io che credete? Siete capi di stato, capi di confederazioni, manager, mamme... ci avete battuto in tutto.
"Prenderei questo, questo e questo". "Ok sono X". "Sto prendendo tre cose. Mi permetto di aggiungere che sono costose. E' il momento in cui mi si dovrebbe applicare lo sconto da cliente fidato quale - purtroppo - mi sono dimostrato." "No guarda non posso più fare sconti..." "Come mai? [Pidocchioso cesso da battaglia]. E' sicura?" "Eh in questo periodo non posso..." "Potrei ripassare quando può" "No eh ma io... non posso mai" "Parlava di questo periodo" "Eh sì ma... è un casino..." "Sto pensando di non prendere più niente". "...". "...". "...". Un volto si fa viola, pronto ad esplodere. "Allora... facciamo un 20%" "Ecco i soldi" "Grazie" "Buonasera" "Buonasera". Non si può insegnare il marketing relazionale ai bottegai mortaccioni, specie se veneti. Potrebbero seguire puntuti ragionamenti, come avete notato.
Operare in regime di compromessa formazione minima e mancato buon senso nel 2008. Indice di mediocrità virale.


Siccome non fare nomi è sempre meglio, non diremo che queste conversazioni potrebbero essere state registrare a cavallo tra corso Porta Borsari e via Quattro Spade e via Oberdan e via Mazzini, ché qualcuno potrebbe pensare a posti quali - chessò - ABT, Palma, Folli Follie, Grifoni ecc. Ovviamente, le cose non stanno così.
[Regola della comunicazione umana: Se tu dici ad uno che Non è così, la prima cosa che egli pensa è che Sia così. Ma qui si apre un mondo sul quale non esercitiamo controllo.]

1 commenti:

Anonimo ha detto...

Non so perchè ma ho giusto in mente alcune facce che si adattano perfettamente alle descrizioni....a Verona comunque battiamo tutti per quanto riguarda le/i commesse/i imbecilli!

Ciao!
Isa