29 gennaio 2008

Nixon in China

Nixon in China
Opera in tre atti di John Adams
Teatro Filarmonico, Verona. Prima Nazionale.

Mentre qualcuno, più di qualcuno o forse nessuno spendeva una decina di euro per ammirare qualche cozzaglia appesa al capannon e ascoltare un paio d'ore di buona musica, il nostro B2s mortalmente attratto dallo Spleen, si recava al teatro Filarmonico in solitaria per assistere a quest'opera di indiscussa originalità e per farsi qualche sega.
Messe da parte leziose ballerine (Carmen, G. Bizet), putrefatti e odorosi faraoni (Aida, G. Verdi), e sproloqui di un barbiere teron (Barbiere di Siviglia, G. Rossini), in quest'opera di genere nuovo, a tratti didascalico, John Adams mette in scena il viaggio di Nixon e signora in Cina.
E' il 1972 e Nixon è il primo presidente americano a mettere piede sul suolo della Repubblica Popolare Cinese.
L'opera, durante le sue leggiadre tre ore di durata, mostra gli incontri politici e la visita turistica della coppia dei Coniugi Americani alla più prospicente delle superpotenze in fieri. Superpotenza attraversata da dilemmi morali quali lo spettro del progresso, del benessere e della tecnologia ma ancora, inevitabilmente, retrograda (in tal direzione eccellente la simulazione scenografica dell'esercito delle biciclette).
Fine Primo Atto

nixon in cina
Perchè quest'opera ci piace e chessò, Nabucco ci fa cacà?
Eh diccelo...
Presto detto.

Nixon in China è un opera estremamente fresca e pop. Decisamente a carattere storico, ma anche politico con scenografie minimal che esaltano la lucentezza del rosso del regime, e del sangue, il verde militare e militarista e il blu navy delle uniformi dei cinesi di regime ma anche di normali cittadini uniformi ed uniformizzati.
Perchè Mao è rappresentato a Tratti come un grande leader sulla via del tramonto, quindi con tutta la malinconia del caso e a tratti come un vecchio rincoglionito che filosofeggia o meglio sproloquia dalla sua enorme sedia rossa.
Un Leader nettamente in contrapposizione al presidente americano, molto più interessato al ritorno mediatico della vicenda che al fattore storico, politico o culturale.
Sarà il finale, tuttavia, a tracciare tratti comuni tra i due mettendone in risalto l'umanità (insomma, i se embriaga come du butei) e ad unificarli nel racconto del grande dramma della seconda guerra mondiale vissuto comunemente sul fronte del pacifico.

Fine Secondo Atto.
Popcornpattatineegeeeelatti.


nixon in china
Ma allora, perchè, esattamente, con gli amici, al bar, si torna a parlare di opera? Cioè.
Innanzitutto e soprattutto, perchè l'allestimento scenografico del TeatroFilarmonico comporta non solo un elevato impatto visivo ma è interessante sottolineare come sia il movimento costante, e le contiunue evoluzioni, delle stesse scenografie a costituire la scenografia che altrimenti risulterebbe alquanto scarna.

opera nixon in cinaSentenziosi premia inoltre alcune scelte postavanguardiste, citiamo su tutte le donne lampadario. Il tutto per un notevole impatto estetico (ricordiamo qui, brevemente, che l'estetica nella scala dei valori dei Butei 1 e 2s viene subito dopo la figa e precede di poco la figa).
Musica. Tre ore di musica sinfonica, a quanto pare, sono pur sempre tre ore di musica sinfonica e, alla fine, quando Nixon e consorte, ebbri come delle consorelle della Michingan University, escono dalla scena, si avverte una certa leggerezza.
Tuttavia è imprescindibile l'ammissione di originalità e freschezza delle liriche, della composizione nonchè della scelta strumentale.
Sicchè mentre un barzotto Mao Tse ci assilla con i suoi dillemmi morali è inevitabile lasciarsi trasportare dall'incalzante melodia che a tratti ricorda il tema di Spiderman (no non quello dei ramones).
Fine Ultimo Atto.
Bravvvvooo. Plausi.

Nixon in China un opera fantasiosa e dissacrante ma pur sempre di ottimo gusto.
Un' opera di John Adams in tre atti, al teatro Filarmonico.
Prossimi spettacoli martedì 29 e giovedì 31 gennaio, ore 20.30.

Poscritto. Attenzione, questa è roba per stomaci forti o amanti dello Spleen. Tre ore di urletti, archi e merletti non sono per tutti. Sconsigliato a: fan di Fast and Furious, il canale Nuvolari, la rivista Evo. Astenersi anche narcolettici e bevitori compulsivi (binge drinkers).

B2s
Respect to B2 olvueis rememba.

26 gennaio 2008

Just Married, atto secondo

From the producers of Just Married, Sentenziosi is not so proud to present:

"Just Married - La sposa è in ritardo. Che fatalità,
manca anche B2s, vuoi vedere che...
"


Il carrozzone Just Married è tornato. Con tutto il proprio carico d'arte.
Quale? Prrrooootttt! Forse arte concettual-interattiva: "Scioèè in questo nuovo ggenere de arte, l'opera dd'arte n'esiste, l'opera dd'arte è la locasciò e tutte le persone che ce stanno dentro".


Meglio un'imitazione del Mutandari

Sono passato per la bellezza di cinque minuti. A 15 euro. 3 al minuto. Più costoso delle chiamate Tim dalla luna, tette della Canalis incluse.
Mentre il sottoscritto entra in sciopero sentenzioso della fame - gli succede perchè si è misurato con un ensemble artistico che lo ha umiliato sessualmente, intellettualmente, umanamente - il mezzo sentenzioso entra in modalità anarchico-autogestita e propone un breve post intestino estratto da un recente commento, che dipinge la situazzzzzione alla Teca di ieri sera non senza certe punte di realismo e di gratuita boria. Parola a Mal (e chi cazz'è?):

"Fortuna ero sotto psicofarmaci...
Tutto mi appariva bello.... ma cmq Just Married è stato una Grandissima Cacata!
5 euro la tessera (e sì, associazione cul-turale) già volevo rovesciare il bancone sulle segretarie (ma ero sotto psico)
10 euro ingresso. Lo sapevo... ma l'istinto di rovesciare il bancone sulle segretarie è stato grande (ma ero sotto psico)
Al bar mancava 'il cocktail essenziale' e a priori volevo rovesciare il bancone addosso alla barista (stronza!) (ma ero sotto psico)
L'ambiente... mi pareva di stare in un laboratorio criogenico e ogni volta che si apriva la porta dell'area cessi/ fumatori pareva che ti soffiassero azoto liquido sui coglioni.
visitiamo l'Arte... quale? boh... forse erano i cessi chimici esterni x Gentelman, puro esempio di installazione interattiva.
Nota di merito a Robotnick, buona selezione elettronica. Alla gente cmq non poteva fregargliene di meno, lui l'ha capito e si è organizzato un Mono-party dietro la consolle. Punto decente di ascolto? Sotto le casse! Mi pareva di essere un punkabbestia al teknival! altrove si sentivano solo reverberi...
Dopo un'ora e mezza volevo la mamma (ma ero sotto psico...) o in alternativa una troia cocaninfomane. Niente! Avevo perso i miei compari e intorno a me solo Urban Cowboys e Wannabees Cow... una crisi d'ansia avrebbe potuto sopraffarmi ma fortunatamente ero sotto psico...
Conclusione: era la gente nel posto sbagliato? la musica nel posto sbagliato? la festa nel posto sbagliato? il posto con la gente sbagliata? il posto con la festa sbagliata? il posto nel posto sbagliato? o niente c'entrava un cazzo con niente???
ma ero sotto psico... "
Mal

Ahi ahi sig. Mal, lei ci cade sull'uccello: la risposta era "La festa del posto sbagliato".
Dice: non c'è due senza tre?
Puoi starne sicuro. Adieu.

24 gennaio 2008

Magazzini Generali, Milano - Kavinsky

Butel-M* reduce dai Magazzini Generali di Milano dove si è mischiato ai sudori del popolo dello sballo cioè troppo sballo(?) che ballava la musica di Kavinsky. Serata Bugged Out. Che rischiano spesso di essere una garanzia. Ggente de LLondra, mica...


What the fuck Kavinsky
Ma prima della rece, alcuni brevi cenni introduttivi per chi si è perso gli ultimi dieci anni di sound elettronico francese. Parigino con nome d'arte e con un MySpace cool (notare l'ossimoro) che in 4-4-8 ti spiega quale musica fa e quali influenze ha nel proprio dna. Hai detto Parigi? La solita scuola elettronica, di cui lui rappresenta la variante che un mio amico milanese scemo (o milanese e basta) non esiterebbe a definire "eh ma come suona pesante figa!". Campione del sintetizzatore, trasfigura e impasta i suoni degli ultimi 25 anni nella scia elettronica francese.
Ma questa è la solita storia, a Parigi di Kavinsky ne hanno uno al giorno.

magazzini generali milano kavinsky


Qual è quel quid in più? Culturamente radicato negli anni '80, poi scappato da una partita di baseball con la chewing gum del coach e la Ferrari Testarossa del presidente,


Testarossa Autodrive

Kavinsky si è costruito negli anni un personaggio che incarna al 100% gli stereotipi dello spocchioso snob francese eterno giovane. Lui ci mette davvero del suo: è talmente convinto e calato nella parte del bull, che risulta più che credibile. Che se non ti piace la sua musica elettronica da bulli - cosa quasi scontata - il personaggio rischia di strapparti un sorriso per quanto è ridicolo: il teppistello che a 14 anni ti pesta per la merendina e ti racconta come si scopano le ragazze. In quest'intervista



di una tv musicale australiana, Kav mostra tutta la propria piatta nonchalance arrogante: "Le australiane? Hanno le tette molto grandi" "Se è stato un problema portare la mia Ferrari Testarossa in Australia? No no, conosco tanta di quella gente io" "Se ho un background da soundtrack? No no, non vengo da nessun luogo, e comunque sono già morto" "Le australiane hanno le tette molto grandi" "No no, non ho nessun potere particolare, solo il cazzo molto grosso".
Vedo quest'intervista e penso: "Perchè Butel2 si era vestito da Kavinsky e parlava in inglese con cadenza francese?". Al termine dell'intervista, una squadra di manganellatori gli ha riservato il suo.
Un attore? No, però ha recitato anche nel film Steak, musical musicato da MrOizo, Sebastian, Sebastien Tellier, dj francesi vere popstar della cultura underground e non solo.


Magazzini Generali, Milano

Kavinsky Live

Bugged Out ragazzi. Ricordate questo nome. Ricordate questo fottuto nome. E’ la seconda volta che vado ad una loro serata ed è la seconda volta che mi diverto come un fottuto pazzo.
Milano, Magazzini Generali, venerdì 18 gennaio, Kavinsky. Kavinsky chiii???? Vincent Belorgey, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Kavinsky, dj e producer. All’attivo due Ep: “Teddy Boy” del 2006 e “1986” di quest’anno. “Mecojoni..!” direte voi. E invece no cazzo. Ha ragione lui!
Il signor Belorgey è prodotto dalla Record Makers, etichetta personale degli Air. Oh sì..: la French Touch! Io amo la French Touch. E il signor Kavinsky è palesemente, visceralmente portatore di questo virus. Si perché al di là delle sonorità espresse nei suoi pezzi (in cui facilmente si rinvengono affinità con Daft e tutta la corrente), soprattutto non è possibile non lasciarsi travolgere dall’impetuoso divertimento e gusto per la musica che viene trasmesso nei suoi dj set. E qui si torna al punto di partenza: mi sono divertito come un coglione. Fanculo i Magazzini Generali, fanculo le fighe: Kavinsky ha aperto il suo set con &down di Boys Noize (potrei sbagliarmi sull’esattissima tempistica causa alcool) ed ha continuato a farmi saltare dal primo all’ultimo minuto. C’erano una volta le serate in discoteca in cui ci si annoiava. Bene: dimenticatele. La risposta è una: Bugged Out. Anzi forse ce ne è pure qualcun’altra. Forse un po’ più complessa in questo caso. Ha a che fare con un gruppo di musicisti e dj, e centra pure con un’etichetta discografica che sia chiama Ed Banger. Ora vi spiego tutto.
Bugged Out nasce nel 1994: una serie di party nati originariamente al The End a Londra, al Sankeys a Manchester e al Loft a Barcelona. Nel tempo il marchio si è in qualche maniera affrancato dallo stretto contesto dei tre locali, dando il via ad un vero e proprio brand ed a serate in tutta Europa. Cosa caratterizza le nottate Bugged Out? A mio modo di vedere, una estrema oculatezza a livello di selezione artistica. In Italia il marchio sbarca credo quest’anno (credo nel senso che non ci sono molte informazioni al riguardo in rete e se c’erano non le ho trovate), inizialmente con il mercoledì notte dell’Hollywood, ora con il venerdì ai Magazzini (entrambi a Milano, s’intende). A novembre ho visto Boys Noize nel primo e, venerdì, Kavinsky ai secondi. Non avevo sentito dal vivo nessuno dei due prima e, come pacatamente anticipavo in apertura, in entrambe le occasioni mi sono davvero divertito come un matto.


milano magazzini generali


E il merito di tutto questo è della musica [nota per b1: segnare alla voce “vie di fuga” anche “la musica” se non è già stato fatto]. Boys Noize quella sera e Kavinsky venerdì avrebbero potuto letteralmente pisciare in testa a chiunque abbia mai messo su due dischi per far ballare qualcuno. E tutto questo semplicemente, banalmente, perché la gente quando li ascolta si diverte: Kavinsky venerdì ha suonato: Boys Noize, Justice, Digitalism (per altro anche loro ospiti di Bugged Out in autunno), Daft Punk, Calvin Harris, giusto per citare quelli che il mio cervello offuscato dall’alcool è riuscito a distinguere.


Tra l'altro suona la sottovalutata Stress
dei Justice, ottima per tali occasioni

E ha fatto tutto questo con una fottuta aria da sbruffone e un paio di Ray Ban Wayfarer addosso. Peccato solo che lo sdoganato pogo discotecaro non abbia attecchito come nelle migliori delle occasioni. Il ragazzo ha gigioneggiato forse un po’ troppo con il mixer, ma la cosa gli può essere tranquillamente perdonata. La gente che era lì ha ballato e saltato e cantato per tutta la sera. Ora io dico: quand’è che avete fatto anche solo una di queste cose l’ultima volta che siete andati in discoteca?
Accennavo alla Ed Banger. Ed Banger è un’etichetta discografica di proprietà di Pedro Winter ex manager dei Daft Punk. Attualmente il ragazzo produce: Mr. Flash, Justice, SebastiAn, Busy P (che poi è lo stesso Winter), Mr. Oizo e varia altra gentaglia più o meno famosa. Kavinsky suona molto spesso insieme a SebastiAn e come si diceva è prodotto da uno degli Air. Inoltre è spesso presente ai party che Ed Banger saltuariamente tiene in giro per il mondo (in cui si esibiscono contemporaneamente alcuni di questi “artisti”). Non solo: Boys Noize, Justice, Kavinsky, Digitalism, 2ManyDjs ed alcuni altri, suonano nei loro set molte canzoni l’uno dell’altro; ne hanno prodotti anche svariati remix. Commentano i lavori uno dell’altro, ci giocano, li modificano; li fanno propri. Si stimano insomma, si “suonano”. Ho delle difficoltà espressive non indifferenti oggi, ma quello che voglio dirvi e sottolineare è il fatto che questa congrega di cazzoni sta riuscendo a dare concretezza, secondo il mio modesto parere, ad un nuovo fenomeno culturale per quanto riguarda l’ambiente clubbing europeo. Ognuno con le sue declinazioni (in alcuni casi anche molto differenti certamente), esprimono nelle loro performance concetti musicali simili. E davvero, chiunque parte di questa sorta di ragnatela musicale capiti di andare a sentire, si rivela sempre una sorpresa. O una conferma. Ricostruire questo network non è poi molto difficile: Myspace e le sezioni “amici” di ognuno di loro vi daranno più facilmente un’idea di quello che intendo. Ed Banger raccoglie alcuni di loro in forma più o meno diretta. Bugged Out ha fino a questo momento attinto a piene mani da questo circuito. E se a ciò si aggiunge la cazzutissima serata Nokia Trends con Digitalism (ancora), Soulwax e 2ManyDjs, e il concerto dei Justice in dicembre, non potete far altro che: a) inginocchiarvi di fronte alla mia saccenteria (si dice saccenteria, non saccenza), b) non constatare di essere di fronte a un nuovo fenomeno nel mondo della musica elettronica. Nuovo non è il tipo di musica. Nuova è l’attenzione verso questo tipo di musica. Boys Noize, Justice, Kavinsky, Digitalism, 2ManyDjs, Steve Aoki (Cristo io voglio sentire suonare questo personaggio, peccato solo non metta piede fuori dall’America), SebastiAn, Busy P, Mr. Oizo, Mahdi, Kitsunè: teneteli d’occhio; teneteli tutti d’occhio! E quando suoneranno vicino a casa vostra andate a sentirli gente, questi signori vi faranno passare una bella serata. Tra due anni, quando TUTTI ballerete musica come questa in discoteca, bevendo il mio cocktail a base di vodka (nuovo Dio incontrastato di ogni mia sbronza), appoggiato al bancone, guarderò con occhi languido la barista e le dirò: “gliel’avevo l’avevo detto io”.

Un’altra recensione positiva: ehi che sta succedendo a Sentenziosi? [ndSentenziosi: succede che t'inculiamo, ad esempio?]

Butel-M*

22 gennaio 2008

Festa Grifoni - Klub 59 e altro

NOVITA'
sul Klub 59 di Verona
/fine Novità

La situazione F.A.V. (Festa dell'anno vecchio!) con postilla I.D.V. (Indovina dove vecchio) nel bimestre dicembre-gennaio sta andando incontro ad un'escalation senza precedenti: le fila del popolo dello spritz sono provate, ho visto occhi risplendere di lucida commozione, c'è gente che rischia un collasso fisico-nervoso per l'impossibilità di gestire il tutto a così breve distanza. Urge un brief di ragguaglio per preparare le prossime presenze --> pianificare strategiche assenze di compiaciuto buon fiuto.

Abbiamo visto esordire la settimana scorsa la prima LA festa dell'anno di Franklin & Marshall, che nonostante i difetti (tanti) verrà felicemente ricordata come il party della sbronza gigante, quella che comunque la vediate ci voleva.

Mh, scusate, è arrivata un'Ansa giusto ora. Ah, ok.
Tale LA festa dell'anno verrà rimpiazzata venerdì 25 gennaio 2008 dalla nuova LA festa dell'anno allorchè arriva - indovina dove - sempre alla Teca il secondo atto di Just Married, La sposa è in ritardo (sottotitolo: sta scopando col testimone?), seconda tappa di un evento di una tale blanda prevedibilità che a suo tempo lo recensimmo in anteprima, nel senso: prima di presenziare. E fu tutto vero!
Il matrimonio al quale si allude è ovviamente quello artistico - che te lo dico a fa' ormai - del resto la Teca (el capanon in Basso Acquar) è un museo a cielo aperto, no? Allora musica e artisti. Chi sono gli artisti? Ma chennesò, il primo nome ci scommetto il braccio è stato recuperato dalle mostre all'arsenale, roba tipo ARTsenale per intenderci. Chi suona? Beh, almeno c'è Robotnick, vecchio leone dell'elettronica. Confermati anche nell'ordine: flebo vitaminica, maschera d'ossigeno, sedia a rotelle.
Punti di forza? Credo nessuno, e in caso nessuno. Un evento che ci possiamo permettere di boicottare, con tutto il rispetto per lo sponsor 5° Circoscrizione di Verona. E hai capito dove vanno i soldi del contribuente? Alla Teca! "La ggente è stufa, lo stat' c'à abbandunat', siamo cittaddini di serie bbì, ma che digo serie bbì, serieccccì".

Ad ogni modo, siamo onesti: quanto pensavano di durare questi? Entro 24 h, la LA festa dell'anno verrà rimpiazzata dalla new entry LA festa dell'anno: quella della griffe - domanda: ma è una griffe secondo voi? - Mauro Grifoni (una grif semmai), quel particolare tipo di LA festa dell'anno che autorivendica a sé il titolo di fashion party. Roba di tutt'altro respiro insomma. A momenti si soffoca. La gente dovrebbe essere più bella. O più ridicola, le due cose sono complementari.

In verità non è neanche un fashion party, bensì una festa "veeeshion!". Ridete pure, sciocchi, neanche immaginate lontantamente il guadagno che tale crasi apporta all'economica linguistica. Pensate a quanti "veeecio" e quanti "faaashion" ci togliamo dalle balle, a favore di un nuovo linguaggio sobrio, spoglio, essenziale eppure musicale, un linguaggio binario tutto nostro che Sri Lanka e Burundi ci invidiano moltissimo.
Vediamo un esempio pratico, direttamente dal Manuale di Sociolinguistica per dementi, ed. Sentenziosi 2006:

Butel Bar Cambridge: "Veeeshion!" (trad. Ho sentito parlare del fashion party di Grifoni al Klub)
Butel Bar All'Angolo: "Veeeshion?" (trad. Dici sul serio? Certo che sarebbe da farci un pensierino)
Butel Bar(?) Frinzi: "Veeeeeeeshion!" (trad. Chi pensi di prendere in giro, chi ha tempo e modo di pensare? Noi si va al Klub 59, alea iacta est)
Butel Bar All'Angolo: "Veshion?" (trad. Prego, alea cosa?)
Butel Bar(?) Frinzi: "-------" (trad. "La persona interrogata non è attualmente raggiungibile")

Una festa già preconizzata da un quesito tra i recenti commenti: "Lei che ne pensa della zona di Basso Acquar e di tutti 'sti nuovi "locali" FESCION? Moda momentanea o durerà?"
Non saprei, non sono un esperto di eventi e locali come potrai immaginare. Mi intendo molto di previsioni astrologiche, comunque: se la titolare del Klub59 è dei pesci, allora sabato 26 gennaio 2008 c'è la Festa di Grifoni con presentazione della nuova collezione, i biglietti li trovate nei soliti "giri, i giri veecio".
Grifoni, lo stilista meno originale del proprio tempo, indi per cui, come si diceva alle elementari, un copione, cioè uno molto furbo che c'ha visto lungo (rispetto per la metis!): lavora all'80% sui must, ma spesso ci puoi trovare capi che l'occhio ha già notato una, due, a volte tre stagioni prima tra i cataloghi delle "vere" griffe. Copia talmente bene che pure il prezzo è lo stesso (pazzesco!). C'è da dire che i tessuti sono di livello, e vorrei vedere.

Tra l'altro la Repubblica e il Corriere parlano già di falso storico, visto che questa non sarebbe altro che una sciatta mutuazione della vera LA festa veeshion dell'anno: quella di Carnaby Street di poche settimane fa, sempre al Klub59. La quale, per precisazione, è stata una vera stronzata. Ora noi potremmo anche far finta che - sgubb sgubb! - la gestione di Grifoni e Carnaby non sia la stessa, ma non lo faremo, faremo invece 1 + 1 e se tanto mi da tanto...

Punti di forza e domande
-l'ingresso sarà gratuito? Dubito, immagino invece che sarà riservato ai soci e ho come il sospetto che quella serà potrai "finalmente" diventare socio. Oooppps, ennesima operazione racatta clienti del Klub59. Già li odio - anche se non fosse vero!
-i drink saranno gratis? Dubito, Franklin & Marshall farà abbigliamento inconcepibile ma alla festa non sganci un euro e ti sbronzi per un mese intero; Grifoni propone abiti da 1.000 € (cos'è, siamo scemi?) e ti dissanguerà pure qua.
-gli inviti saranno esclusivi? Certo, certo... non te li tirano neanche dietro se li chiedi in negozio o da Carnaby Street oltre che in mille altri buchi del centro, no, nuuooo. Aspetta che mi scompiscio un attimo. Mi sono sempre chiesto: e se i commessi dovessero rispondere "Scusa, possiamo darli solo ai clienti" (risposta che reputerei decisamente plausibile) e tu rispondessi "Ma io sono cliente (cazzo ora dimostrami il contrario dai!)", loro che fanno, si sotterrano tra sguardi imbarazzanti del tipo "O madonn'e mo' che facciam'?"? Prenoto un posto in prima fila, e portate i pop corn!
-livello pheega? Credo che sarà ai massimi livelli. Per almeno tre ragioni:
a) è una veeshion, mica...
b) presentano le collezioni 2008. Ergo, vuoi dirmi che non ci sarà almeno una modella, ALMENO una?
c) Grifoni --> moda --> commesse --> entourage commesse --> shampiste, bariste, -iste. Le commesse veronesi saranno delle impreparate idiote - e ora provate a smentirmi il luogo comune! - ma secondo me un dieci-quindici fighe di livello saltano fuori, di cui almeno il 70% single. Nello specifico, Grifoni - almeno fino a due anni fa - era una garanzia, deliziose le due biondine (ci sono ancora? No così.... pe' gli amisci... sa...)
-mettiamoci dalla parte delle pheeghe: come saranno i butei, belli aitanti simpatici? Essere mitologici più che altro: il tronista di Uomini e Donne che incontra l'uomo della strada intervistato da Studio Aperto.

Conclusione
Ed è subito festa Grifoni al Klub 59? Se se... e soprattutto come la mettiamo con l'imperativo categorico sulla sbronza? Non mi convince.

17 gennaio 2008

Franklin and Marshall

Franklin and Marshall

Festa alla Teca, Verona

Tre elementi da analizzare. Ma non sono sicuro.
Un evento. Di un noto marchio d'abbigliamento. Nell'unico posto nel quale oggi si ritiene si possa fare una festa a Verona.

a) l'evento è una festa lo scorso sabato. Anzi, "La festa dell'anno veeecio!". Manco a dirlo. L'ho sentito veramente ogni cinque minuti da ogni cretino con le AllStar. Che la AllStar fa comunque sempre moderatamente fighetto: precisamente "un po' fighetto sì ma hey anche against the system, mica...".

b) il marchio di abbigliamento, che in teoria dovrebbe pure aver presentato le collezioni (ma chiuderò un occhio, anche perchè il governo ha mandato l'esercito per rimuovere la munnezza se non erro) è il veronesissimo Franklin & Marshall, che da noi fece roccaforte per la conquista della tamarrissima gioventù nazional-omologata a suon di, prima, "Corteeeez vecio" (dio dio dio dio) e, poi, tante belle felpe e polo con numeri di scenograficamente ingestibili colori pantone, evocando in maniera decisamente apoetica l'immaginario (conservatore) di favolosi mondi anglosassoni fatti di rugby, cameratismo e mascolinità.

Aperta parentesi: ma ce n'è uno a Verona che non abbia 'sta minchia di felpa?
franklin and marshall
ormai quella felpa è una figura retorica, una personificazione
Chiusa parentesi.

Il target è presto svelato: le felpe Franklin & Marshall stanno al giovane universitario-frinziano come le calzatura a punta Dolce e Gabbana stanno allo spritzatore by night over 25 in procinto di andare al Berfi's - d'inverno - o all'Hollywood, d'estate.
Il resto poi è storia. Franklin & Marshall si confermerà un fenomeno di innovazione nel comparto moda del nord-est (un settore al quale a questo punto aspiro molto...) e sicuramente uno dei più grandi fenomeni commerciali dell'abbigliamento di taglio giovane degli ultimi anni, forse di sempre. Sicchè Verona dopo Romeo & Juliet ora viene presa d'assalto dai giapponesi che chiedono con acuta convinzione e fiero interesse: "Dove essele Montolio? Spaccio di Flanklin & Malshall!".
La storia divenne leggenda e la leggenda di bocca in bocca subisce le dovute manipolazioni: una volta mio cugggino con la felpa di Franklin & Marshall si è fatto quattro pheeghette insieme, nello stesso crono-topo. Potere del brand, che te lo dico a fa'.
La leggenda poi divenne incubo con l'apertura dello store DATCH (i cui finanziatori - sempre roba nostra temo - fiutarono il successo, e tanta figa), ma questo è un altro discorso, un discorso che non riguarda più due neo-imprenditori trentenni di successo - di cui uno se ho capito bene è il rosso alto rasato e scemo di Double Five - e una conceria dimessa a Montorio ma riguarda anzitutto il capitolo testimonial di successo, chessò: Costantino Vitagliano, uomo che ai tempi seppe umiliare sessualmente gli ascolti del festival di Sanremo semplicemente apparendo pochi minuti sul video di Canale 5. Apparendo. Stando. Respirando. Gellandosi i capelli. Anche perchè lo stesso ragazzo dichiarò di non saper fare alcun che (risposta fantastica, a mio avviso). Ma ora non c'entra appunto.

c) l'unico luogo nel quale oggi è concepito fare feste "cioè un po' esclusive dai" è La Teca, in Basso Acquar, "Un angolo di New York a Verona". Facciamo quattro angoli e diamo il nome alle cose: l'è 'n capanon, va bene? Un luogo con infiniti difetti e un unico pregio di spazio che va riconosciuto. La cosa più irritante è l'acustica, non si distingue un suono dall'altro, drammatico, più che i bassi delle casse sembra che il dj abbia una squadra di orango che percuotono le pareti in eternit. Ma è severamente vietato parlare di acustica: si parla di acustica buona o cattiva per i teatri, un luogo del genere non è concepito per offrire un suono di qualità, anzi nessun suono in genere. Allora continuiamo a fare le feste lì dai, scelta brillante...

Festa Franklin e Marshall in breve. Ma non sono sicuro.
-TUTTI e TUTTE le facce da Piazza / Frinzi / negozi d'abbigliamento del centro. E' una certezza matematica, agghiacciante. Chissà che mi passa per la testa: mi sono sempre immaginato che un giorno ci sarebbe stato il ricambio delle facce, un po' come il giudizio universale, ma molto più serio e molto più plausibile. Tsè. Ma non sono sicuro.
-uno s'aspetta uno stuolo di pheeghette rasate. E trova uno stuolo di pheeghette rasate. Franklin & Marshall in tal senso è chiaramente una garanzia. Che poi non capirò mai perchè la pheeghetta rasata a questi eventi, nei rari casi in cui ti si presenta, si abbandona non raramente a cadenze dialettali. Cos'è, siamo scemi? Ma non sono sicuro.
-l'accesso alla festa era regolato dall'invito. Con la solita politica "esclusiva": gli inviti sono per tutti, li trovi ovunque, crescono sugli alberi. Beh ma allora smettiamola di fare le feste su invito, che cazzo di senso ha? Ma non sono sicuro.
-l'invito comunque ti consentiva l'ingresso gratis. O a me l'ha consentito, dev'essere stata la mise Dior & Armani, con tutto il rispetto per F & M eh... Gli organizzatori comunque fanno le cose per bene, rispetto. Ma non sono sicuro.
-la musique si lasciava apprezzare, diciamo roba eighties. Diciamo molto meglio del sound alla festa di due anni prima, a Milano. Ma non sono sicuro.
-in generale, una bella cagata (non la solita, ma sempre cagata), dopo venti minuti (sii generoso B1, sii generoso) la cosa aveva dato fondo ad ogni potenziale comunicativo. Ma non sono sicuro.
-purtuttavia, io non rimasi venti minuti, rimasi ben più a lungo. Ma non sono sicuro ripeto, non ricordo bene...


Molte insicurezze fanno una certezza
C'ERA L'OPEN BAR *

* cocktail di inauudit' viuleeenz e inauudit' feroc' serviti meccanicamente e celermente a ripetizione multipla e completamente aggratis in abbondanti bicchieroni. Da un lato c'erano i bicchieroni, dall'altro il nuovo modello di frigo B1. Sciocchi, con chi pensavate di aver a che fare?
Dio salvi i taxi. Mi avessero fermato i carabineri prima di mezzogiorno, abbassando il finestrino avrei esordito: "Dolsssccetto o sscscscsherzetto?".


Conclusione
Franklin & Marshall farà abbigliamento casualminchia e partydelmenga ma come ti sbronzano loro, ragazzi...

11 gennaio 2008

Maison Sentenziosi, la fiction. Per deficienti.

La verità su questo post all'ultima riga.
In questa puntata di "Maison Sentenziosi"

La dott.ssa Masha - il VIPSSS all'improvviso del mese di Gennaio - capitalizzando l'esperienza alla guida della galleria in questione, si aggiunge al dibattito e subito Swinger s.p.a. è pronta a lanciare un'OPA su Sentenziosi d.f.c.n.t.i.

B1 pardon il dott.Butelli respinge le lusinghe ma da una nota scritta condivisa con i propri consiglieri (un toporagno e un calcio balilla) trapela che sotto sotto alla Masha la si può mollare (la proprietà, mica...). Per non dare segni di cedimento che possano assestare stoccate mortali sui mercati azionari, decide di "andare in esterna" con una pheeghetta rimorchiata all'Osteria Verona e "dietro le telecamere" (cfr. "Lessico da tronista mancato", ed. Sentenziosi 2007), si lascia andare a lagnose confessione sull'affascinante e potente donna Masha, Masha e l'arte e come lei nessuna mai e bla bla bla.

Disperato per il due di picche nonchè per l'ormai imminente calo di celebrità nonchè per una latente invidia di natura non omosessuale o comunque mai tvoppo nei confronti dell'Avv. Fezzi perchè amico di Gigi Rizzi, autore della prossima Trilogia del Negroni e gran limonatore avversario dell'Supervisor di nostra minchia Finteso, il Dott. Butelli si abbandona ai richiami sirenici del white russian. E poco importa se ora lo stesso Avv. Fezzi vuole essere suo amico (gli ha chiesto proprio "l'add vecchio!"), Butelli non è il giocattolo di nessuno e soprattutto non riuscirà mai a spammare come il celebro avvocato scrittore.

Sarà ritrovato privo di sensi a Udine dove un Rag. Fruttoni stranamente sobrio ma tuttora puerilmente piagnucolante (vergogna!) per l'incazzatura di Tony e Guy lo racatta. E ivi lo rigetta giustificandosi così: "Ich bin ein Berliner!". Non era sobrio come alcuni pensavano.

Nel frattempo l'aitante Avv. SuCorrente, il quale trama segretamente con Butel-M* - in preda ad una crisi da checca isterica - svela l'affaire S.W.I.N.B.L.O.S., gettando un'inquietante luce sulla natura del rapporto tra Swinger e Byblos: una storia di abbigliamento, quadri, hotel e pure discoteche, brrr. E poco importa che nessuno gliel'avesse chiesto. E molto importa che tale rapporto fosse affrancato da champagne, droga e puttane (ma nel 2008? Siamo nel 2008 in Italia dico io!).

Il nuovo alone decadente di Butelli ("sbronzo e con occhio grondante foia, intento a passarsi sui capezzoli ingenti quantità di brillantina linetti") piace a tutti, ma a Masha di più e lesta gli allunga l'invito per una sfilata a Milano, hai capito la furbetta... Contestualmente si scopre che l'artista Uanagama (Miwa Yanagi) non è un uomo, ma una donna. E B2s non è il sostituto di B2, è un frigorifero.

Dall'edicola intanto è in arrivo una sconcertante(?) intervista a Sentenziosi pubblicata a dicembre sui giornali, e che giornali: riuscirà a risollevare l'immagine della Maison? Assolutamente no e in ogni caso lo vedremo al prossimo post: questo è un post tappabuchi.

06 gennaio 2008

Byblos Art Gallery - Verona

Aggiornamento!
- Qui tutte le novità sulla Galleria Byblos di Verona
- Mostra More is More - Byblos Art Gallery

In un precedente - e ormai lontano nel tempo - articolo sulle mostre a Verona, vi invitavo a buttare l'occhio sull'iniziativa La Giornata del Contemporaneo, un open day di arte contemporanea che ha visto coinvolte pure alcune gallerie di Verona. Eh sì, Verona si tinse di contemporaneo. Dice: ma chi se l'è filata? Ovviamente l'evento ha coinvolto i soliti quattro gatti e, non è strano?, non c'era da dubitarne. E dire che la cosa sulla carta era tutt'altro che una minchiata (poi nei fatti, vabbè, la minchiata ci può sempre scappare).

Comunque sia, vi aderì pure la galleria Byblos Art Gallery, in quel di corso Cavour 25/27, che ai tempi ospitava Out Of True, una mostra collettiva così così che comunque meritava un salto. Magari alla Jackie Chan, contro la vetrina. Ma come dirò in conclusione, la Byblos, volenti o nolenti, è una delle poche/probabilmente l'unica galleria contemporanea di Verona da tenere d'occhio, rischia di proporre diverse cose interessanti. E a volte rischia anche di riuscirci.
Promossi comunque i vernissage in notturna, eventi di una certa classe aperti a tutti (sì, parlo con te bue uomo medio, ci puoi entrare e chiederti "Sa ela 'sta roba!").

Byblos Art Gallery
Da un paio d'anno è la galleria di riferimento per l'arte contemporanea e il "collezionismo giovane" di Verona. Perchè? Anzitutto perchè è la più fichetta della città: ampi spazi totalmente bianchi in posizione di prestigio con vetrine da show room. In secondo luogo perchè hanno le spalle coperte come pochi, dietro agisce il gruppo Swinger - a Verona proprietari tra le altre del negozio omonimo all'angolo tra via Mazzini e Piazza Erbe nonchè di un lussuoso hotel 5 stelle in Valpolicella. In terzo luogo perchè ha un proprio parco d'artisti piuttosto nutrito e può vantare una serie di opere disponibili di artisti più che famosi.

Gli artisti della Byblos
Peggio della Minardi in formula uno (ma c'è ancora?), una scuderia da "Who the fuck is he?". Naturalmente parliamo di nomi sconosciuti al 99% della popolazione. E dubito fortemente che ci siano giovani collezionisti che sappiano dirci chi siano i vari Enrico Tommaso de Paris (giuro che lo ignoro, parola di Butel Uno de Verona), artista di opere come questa
galleria byblos verona
che vedrei bene in garage (non ci fosse già l'auto), Yasumasa Morimura, Pus, Brufol... ehm Nicola Verlato, Cristian Sonda, ecc.
Ma poco importa, si tratta di arte contemporanea, è quanto mai logico che si tratti di nomi senza nomea al momento. Intanto onore al merito: alla Byblos stanno investendo e in questo campo è importantissimo! E poi se oggi nessuno li conosce, nessuno sa dirvi chi sono, vedrete che un giorno... nessuno chiederà chi sono.
Scherzi a parte, non tutti sono da buttare. Le foto del giappo (vd. dopo) non sono così male. Certo, la presenza di un artista come Pao non parlerebbe proprio a favore della qualità del lavoro di ricerca e selezione delle risorse umane: si tratta dell'artista milanese di strada che si fece notare coi pinguini colorati, panini e altro,
galleria d'arte byblos - Verona
peraltro plagiando i lavori di migliaia di bambini delle elementari che ogni anno dipingono i cassonetti della spazzatura.

Le opere della Byblos
Ragazzi, the moment has come: avete da parte un bel gruzzolo che non sapete come spendere - mi pare ovvio, vi starà capitando costantemente di 'sti tempi - e volete fare un investimento? Fatevi, per citare i più orecchiabili, un Fontata, un Burri, Manzoni, Nespolo alla Byblos. O altri. O gli stessi in altre gallerie, che te lo dico a fa'.

Out of True
Mostra collettiva che parte altrove, da Miami a quanto pare.
ou of true byblos art gallery
Il titolo si dovrebbe esplicitare così: le aspettative disilluse che non coincidono con la realtà. Credo e vedo non vanno a braccetto. Mostra tutt'altro che entusiasmante in verità, decisi di visitarla per vedere 'sta Beatriz Millar di cui avevo sentito parlare (dev'essere stato il vento).
Lei è una svizzera, con diplomi in arte e in moda, che incarna un po' lo spirito della mostra perchè indaga - Spot: esclusiva novità mondiale solo per voi e solo per le prime 50 telefonate! - il constrasto realtà vs. finzione, essere vs. apparire, in particolare è un po' incazzata con la società dei media, quella che è vittima del dominio della vista. Eh questi media e quest'uomo sensuale che guarda e guarda solo guarda l'apparenza. Ma come si fa, come? [ndB2s: salve, qualcuno mi ha cercato?]. Come direbbe Coleridge (o era Blake? W il qualunquismo), ad esempio, quella porzione di umanità "Vittima del dispottismo dell'occhio del corpo anzichè dell'occhio della mente".

Opere comunque piuttosto spiritose e ancora un po' pop, sotto sotto. Come supporto - lo ignoravo e la cosa non mi ha fatto troppo piacere - utilizza "tele" a stampa digitale. O meglio immagino che a monte le opere siano interamente digitali, stampa o non stampa. Robe tipo questo albero, sappiate che è uno dei suoi lavori più celebri e significativi, anzi la summa dei propri orientamenti.
galleria d'arte byblos di Verona -  beatriz millar
A posto.

Comunque sia la cosa è una mezza fregatura: Beatriz Millar, artista di casa Byblos, non espone alla Byblos Art Gallery. Qui trovi due assaggi - che sono un po' quel che sono - e nulla più. La Millar ha una personale alla "succursale" della Byblos, l'hotel Amistà, colosso di art hotel a 5 stelle da qualche parte in Valpolicella dove la Millar presenta anche la nuova installazione-scultura "Clown-clone and the piano tattoo" che vede un clone umano (la matrice sarà lei?) al pianoforte.
beatriz millar

Un posto estremamente raffinato l'Art Hotel Amistà, ci dormo di frequente quando non riesco a prendere sonno in casa. I prezzi sono ok, è la mancia al facchino che ti rovina.

Vabbè: volevi Beatriz Millar? Sotomayor! Allora ti resta dell'altro. Non chiedetemi cosa. Ricordo una piacevole tela rossa all'ingresso. E basta.
Opere di artisti internazionali(?) quali Dan Kopp, Sebastian Bremer, Robert Lazzarini (e ho detto Robeeeiit Leeeiiiserini, mica Joe Munnezza).

Poi ci sono le opere di Joshua Levine (come chi è? Beh ora m'offendo guarda!). Lui probabilmente discende da una famiglia di cacciatori, ha la fissa delle teste d'animali imbalsamate. Immagino finte. Cervi, per stare sul classico ad esempio.
byblos art gallery joshua levine
I "famosi" cervi con applicazioni tattoo
Ma anche topi o qualunche cosa fossero quelle cose. Vedo gli animali di Levine e penso a quelli sezionati da Damien Hirst, ma più brutti. Adesso qualcuno mi venga a dire che Levine è provocatorio... Byblos, scusami, te vojjobbene, ma le opere di Joshua Levine sono provocatorie quanto una scorreggia in aperta campagna.

Si riconferma poi la leggenda del piano inferiore: su i lavori di livello, giù la paccottaglia. In genere ci finiscono le fotografie, c'è inoltre spazio per la video art. Questo video lo guardi 2 secondi, il tempo di mettere la testa al di là del telo e dire: "Mh". E poi risali. Esci e ringrazi.

Out of True non è male nè bene secondo me. Qualcosa vi potrà piacere. Hey, ma questa è arte contemporanea: può piacervi tutto o niente, sono le regole del gioco.

Mostre precedenti
Penso di averle viste tutte. Una delle prime vedeva protagonista un artista giapponese e mi è piaciuta, ottimi quadri da salotto.
La mostra precedente a Out of True era nientepopodimenoche la famosa Street Art curata da Alessandro Riva (Frangetta Milano o Milano is burning non vi ricorda niente?), secondo me un cumulo di sbobba, davvero un fenomeno sopravvalutato: una collettiva di gente a cavallo tra il grafitaro e il relitto pop. Ricordo solo con una certa simpatia le mega stampe con critiche piuttosto fragili alla società dei consumi: un susseguirsi di loghi di griffes e altri oggetti e situazioni quotidiani più aggiunte da star system, vado a memoria. Quella che resta: l'occhio ci cade per un po', riconosce quello che deve riconoscere e poi il cervello rimuove.

I vernissage
Li ho persi quasi tutti. Ma ad un paio uno sono stato e sono consigliatissimi: in pratica, l'Eldorado del poseur by night, vi basta? Aggiungete pheeghe di livello e un bar, e vi fiderete. Dovete tenere d'occhio il calendario della galleria sul sito, è l'unica. L'ultimo opening si è tenuto il 16 novembre, per la mostra che segue.

Mostra in corso: Miwa Yanagi - recent works
Fino al 19 gennaio 2008, o fino al 26, dipende dal tempo forse.
Lui è proprio quello di... o anche di... e poi ha fatto anche... Comunque, Satomi Uanagama (ah non si chiama così?), giapponese che vive e lavora a Kyoto, è un fotografo che ha esposto in tutto il mondo e - benchè non opterei mai per un suo catalogo - farei un salto alla mostra e in un momento di risoluta follia acquisterei pure un suo scatto, ok?
Anche la fondazione Deutsche Bank ha investito sul ragazzo [che intanto abbiamo scoperto essere una donna, la Yanagi allora], mica... E poi... ma che ne so, so manco chi è. Alcuni esempi di scatti:

miwa yanagi byblos art gallery verona

yanagi miwa


Sinteticamente io dico che il giappo è proprio ok, ma aggiungo che quanto visto in rete mi è piaciuto più di queste opere recenti, forse non sono proprio interessanti come i lavori precedenti, date un'occhiata a questa ricerca immagini di Miwa Yanagi su Google.

Conclusione
Oltre che per i vernissage - buona cosa - il sito della Byblos lo si tiene sempre d'occhio direi. Insieme alla Mai Collection di Sottoriva, una galleria con mostre modernissime e talvolta interessanti (più che mai de gustibus). Altre volte no. Ma questa è una galleria che deve fatturare vendendo quadri, non biglietti d'ingresso quindi è tutto gratis, di che ti lamenti?

04 gennaio 2008

Saldi a Verona 2008

Per chi non ha già dilapidato il bugdet nei private sale di novembre (cofcofcof), domani si aprono le gabbie dei negozi veronesi per gli agognati saldi invernali.

Visto che a verona domina l'immobilismo del tutto cambi perchè nulla cambi il rinvio è d'obbligo ai due ottimi post dell'anno scorso:

Saldi n.1

Saldi n.2
Altrimento beccatevi tutta la serie di articoli sui saldi a Verona

Mi permetto solo di aggiungere qualche nota a margine, variazioni sul tema, isolate novità.

Nei post linkati, non si menzionava una delle Mecche della giovane fighetta veronese:

Liu Jo, via mazzini: azienda di carpi, collezioni che saccheggiano a piene mani si ispirano più o meno blandamente alle seconde o terze linee dei pret-à-porter più di grido (D&G su tutti), filtrate però in un'ottica (wannabe)aggressiva(wannabe)innocente featuring strass e swarovsky a fondo perduto.

Come è esplosa la moda Liu Jo? Grazie ad un'accurata selezione dei testimonal cui far indossare i propri capi. Mascia del Gf, quella santa donna di Alessia Fabiani, tronisti e starlette di Uomini e donne. Dei luminari del gusto e dell'eleganza insomma.
Questa strategia si è rivelata particolarmente vincente sul mercato veronese poichè, si sa, la pheghetta scaligera, lobotomizzata di default, segue con rigore militare una cura ludovico a base di programmi trash.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti: un pellegrinaggio, secondo solo a quello verso Lazzari (su cui torno).

Chi non ricorda le t-shirt dei personaggi disney targate Liu Jo? Chi non desiderava che ciascun esemplare delle suddette prendesse magicamente fuoco per autocombustione, trasformando la proprietaria in un inutile tizzone?
Perchè, passi lo gne gne un po' ammiccante, ma noi uomini-very non possiamo uscire con tante piccoli succursali della Melevisione porcatroia. (specialmente se hai 30 anni e l'appeal di un parafango).

Ehm. torniamo a noi. Dicevo Lazzari (piazza Erbe), ovvero la quintessenza dello stile "casetta di marzapane".
Ci trovi l'abitino tanto carino, il maglioncino con il cagnolino, e tutto ciò che finisce in -ino/a e che sul forum di girlpower si troverebbe scritto con il glitter e le stelline luccicose super uau. Ci trovi anche delle commesse inutilmente stipate di boria. Ma per quelle si può sempre adattare la tecnica che il mio vecchio amico Bre$e soleva usare il venerdì sera in piazza:

Arrivare in Piazza con Alfasud verde, accompagnati da tre puttane nigeriane e vestiti come Lou Bega, facendosi cedere il drink da un maschio a caso dopo avergli mostrato un coltello a serramanico aperto. Andare dalla ragazza più bella della Piazza, stringerle il braccio e, in piedi, guardandola negli occhi, cagarsi addosso.

De gustibus su Lazzari eh. Ma il gioco non vale la candela a mio avviso. Capi sovrastimati, specialmente in termini di prezzo, collezioni ultra derivative, poche variazioni sul tema, noia noia noia.
I momenti più folkloristici si toccano quando, negli ultimi giorni di saldi, si applica il 70 %. Aiuta in questi casi un'infarinatura sui rudimenti del rugby, specialmente se devi recuperare la tua damigella in una mischia chiusa o quando si tratta di agguantare qualche accessorio. L'ultima volta una commessa ha battuto una touche con una pochette.
Rimando al mio post sul black friday per farsi comunque un'idea generale.

I consigli della nonna di Upstream:
Figliole, date uno sguardo alle collezioni di Comptoir des Cotonniers (corso Porta Borsari) e rinsavite diamine!

Se siete alla frutta, specialmente in termini di quattrini, e state schiumando di rabbia nel tentativo di tenere a freno l'ennesimo attacco di shopping compulsivo allo stato grezzo c'è sempre Bershka, via mazzini. Fa parte del gruppo Inditex, lo stesso di zara oysho pull&bear etc., ed è l'unico negozio di quick fashion presente in centro. Che dire..in negozi come questo bisogna avere molto gusto e mestiere, perchè il confine con la trashata immonda è sottilissimo, scendere a compromessi con la variabile qualità e sopravvivere all'impatto sonoro della deejay parade (anno 1993) in loop perpetuo.
Peccato che a parità di volume le commesse non siano dei clamorosi esemplari di pheega imperiale graziose e gentili come quelle di Abercrombie&fitch.

Per lo streetwear: macondo doublefive littleitaly bluexpress bene bravi bis e soprattutto yaaaaawn.
Invece investirei nello slam jam store in via spada.

Per la couture e il pret-à-porter, milano o firenze.
E passa la paura.

02 gennaio 2008

Amisci lettori..

Quest'anno niente maratona recensoria sulle feste del 31.

Non siamo alla frutta, nè tantomeno abbiamo trascorso la serata di lunedì a fare il refresh su yahoo answers.

Il problema è che tutti e 5 eravamo impegnati nel medesimo evento. L'SSS eve party (SodomizzamiSenzaSosta, Sentenziosi Secret Show), tenutosi all'interno di un Gazebo delle Libertà, per l'occasione installato al centro di una risaia tra Concamarise e Salizzole.
Numero di partecipanti: noi 5 + 2 guest (Steve Lachance e Solange, con cui b1 si è poi allontanato al termine dell'evento). Sul palco, a curare il soundsystem, il cartonato in dimensioni reali dei Righeira (strappati dopo estenuanti trattative al comune di verona, che, com'è noto, ha dovuto poi ripiegare sul vincitore di Sanremo giovani -anno 1782- little tony).

Se qualcuno di voi ha scelto una delle proposte suggerite qualche post fa, congratulazioni! Ecco il vostro premio: