27 dicembre 2007

Piper - Verona

Leggi tutti gli interventi sentenziosi sul Piper di Verona

Altra novità del bimestre, come anticipato di recente, il Piper di Verona, secondo noi attualmente in pole position per una delle feste-cene di capodanno più trash di Verona - e quindi più attese dal popolo b/ovino.
La presentazione del locale paventata a suo tempo sul sito ufficiale è già leggenda: "Piper Bar Restaurant & more". Quel "& more" giuro che mi ha fatto più paura di quando ho visto IT a 14 anni). Un po' bar, un po' lounge, un po' pizzeria, un po' ristorante tipico, un po' spazio polistronz... ehm polifunzionale, cinema, toilette, parcheggio e stazione di benzina, si accettano prenotazioni per partite di calcetto, ping pong, mini golf, tresette. Ecc. ecc.
Il Piper, io me l'immaginavo così: "Il locale è un po' come il Piper con Patty Pravo a Roma, ma a Verona e senza Patty Pravo".
Il Piper, Butel Saval lo recensisce così:

PIPER, niente di nuovo

L’intento di quel venerdì sera era di passare una serata tranquilla, al solito bar con un po’ di gggente (flashback- suscita ancora in me ilarità quel pomeriggio in centro con una mia amica. Alla proposta di un aperitivo al Cortez di porta Borsari, la sua risposta è stata “ C’è poca gggente dai! Passiamo dopo quando si riempie di più!”… ma vafangulo) .
Il baretto è chiuso, che si fa? La più classica vocina fuori dal coro, imbrigliata anch’essa nella ragnatela del tam tam, marketing a “ pochi schei, ostia!” propone di andare a fare un giro al Piper, locale abbarbicato sulle Torricelle , ex Circolo della casa delle liber... ehm... del Tennis.

Champagne e Aragosta!
Varcato l’ingresso, ci si trova in mezzo ad un corridoio, dove a sinistra ci si dirige verso la sala ristorante, isolata all’altra parte del locale, mentre a destra si accede all’obiettivo maximo di poseur e amanti del bere, il bancone. L’effetto, alla fiera dell’ovvietà, è uno dei più classici: il Dejà vu. Muri a tonalità chiare, librerie con strumenti musicali sotto teca, condotti dell’aria ben visibili e travi a vista.

Special guest: le facce d’aragosta, gli attempati quarantenni con toupet e Valpolicella in mano, i damerini direttamente da Venezia con l’acqua alta, i lampadari in cristallo boheme, le tv al plasma che proiettano immagini a random, le pheeghe. Tante. Balza all’occhio il tavolone bianco del castigo, perfetto per gli esibizionisti più incalliti. Incastonato in un angolo, permette di sedersi solo spalle al muro (pax 4-5), dominando la visuale sugli astanti. Niente da dire sull’arredamento in generale. Non originale, certo, ma probabilmente dispendioso. Stride l’altre parte della sala lontana dal bancone ellittico. Tavolini in penombra per cene caciarone (dàghelo molo, dàghelo duro! Uè!) o per compagnìe timide. Per i loose dog like me, mensole e sgabelli vicino al bancone godono anch’essi di una visuale egregia. La musica, sound by Radio Company e sparata a palla (ci stai dentro veecio!) disturba non poco il dialogo.
Altra nota di demerito è la collocazione dei bagni, siti al fianco della cucina. Provo a non immaginare gli ingredienti del piatto “ Fantasia dello Chef”.

Insomma, il Piper bar di Verona, riallacciandosi al Deja Vu, ha un sapore di portanuoviana memoria, sicuramente più grande e meglio disposto, ma poco originale. Prendo atto che il marketing “da du schei” adottato dai soci del Piper ha funzionato. Di venerdì, il locale era carico di bbbella gggente.

Il traino del Piper, se sfruttato bene, sarà la terrazza esterna, da cui si gode di una vista magnifica sulla città scaligera. Non è classificabile la qualità dei cocktail, dato che quella sera, carico di esperienza passiva (patenti ritirate di terzi), ho bevuto due succhi di frutta.

D’inverno, un locale forzatamente fashion e radical kitsch , d’estate (forse) una sorta di lillipuziano Makò.
Da (ri)vedere.

Butel Saval

26 dicembre 2007

Showroom anzi Sciorum bar - Verona

La piazza ha scorreggiato
e tra lo spirare della brezza anale, si sono distinte per filo e per segno le suguenti musicali sillabe: show-room...prrrooott.... show-room... prrrttottototooo.
Il bar Showroom (chiamato mattacchionamente Scio'rum), posato ad appena una ventina di metri dalle sponde dell'Adige, poco oltre Ponte Pietra e poco prima di S.Giorgio, è la novità borgo trentina quasi piazziaola di questo bimestre.
Il nome tiene fede ai fatti: una vetrina, due metri quadrati dentro, gente che sosta fuori.

Quando
"Tira" moltissimo nel weekend, pare fallisca durante la settimana. Sono passato venerdì e sabato ed era pieno. Sono passato lunedì, martedì, mercoledì e la palla di fieno al bancone mi ha fatto l'ombrello, giusto per marcare il territorio.
Anche se - nel caso - il concetto di locale pieno è piuttosto relativo.

Il bar
In questo periodo è addobbato con un piacevole decoro luminoso di chiara matrice natalizia: da fuori sembra una succursale degli autoscontri Casagrande, da piangere. Ma ha un suo perchè, senza non ci faresti mai caso, dapprima non vedi il bar, vedi da lontano quell'elegante tendone (ehm...) e la zona esterna, con tanto di plateatico rialzato in legno. Trait d'union molto utile in quella zona in questo periodo, ottimo ad esempio per aspiranti suicidi per ipotermia, o per congelare noiose conversazioni con la pheghetta della serata. Zona fantastica se riflessa nello specchio di un lago e un pittore impressionista l'immortalasse al chiaro di luna. Ma questa non è la Grenouillère. Invece il rialzo in legno delimita i confini della pista degli autoscontri.
La cortissima tettoia in eternit... ehm tela può offrire riparo dalla pioggia ad almeno due persone, o ben tre molto magre.
Meno male che il panorama è una delizia: guarda S. Giorgio di qua, di qua! E, e guarda, guarda la' in fondo vedo Ponte Pietra! Vista inframezzata da km di auto e smog, perchè bellezza e salute devono andare a braccetto.

Once I was Piazza
- limone duro dietro l'angolo, c'è il cambio coppia ogni dieci minuti
- gli esterni, la zona clou dove gli avventori perennemente in piedi col bicchiere in mano non cedono di un passo. Potessero morire (o tu, o loro è la regola)! Sembra di essere tornati a sostare tutti sotto il tendone omnicomprensivo del Malta annata 04-05. L'effetto ottico non è dissimile dalla "coda crea attesa" di una discoteca qualsiasi. Ed è attesa: e dentro, e dentro?
- lo Showroom non è un bar, è un cesso pubblico, senza lavandino. Tolto il tram tram esterno, ti resta un bar di 4m quadrati incassato nelle fondamenta di un edificio. Secondo me nel progetto originale non era previsto un locale al pian terreno, è stato ricavato in seguito. Con la scultura. O per l'erosione, chissà.

Perchè "tira"?
Leggenda vuole che sia gestito nientepopodimeno che da Carlo. Quel Carlo. Quello del(l'ex) Mazzanti. Uno che insomma ci sapeva fare e può racimolare 10 clienti per singolo sms, 100 clienti a fischio, 101 a rutto (col fischio uno conserva sempre il dubbio), 1.000 a passaparola.
Io Carlo non l'ho visto. Magari c'è. Ma vi dirò che - sshh... questa non la sa nessuno - Carlo è morto e sepolto insieme alle macerie del Mazzanti, ok? Un capitano non abbandona mai la nave. Honoris causa.

Avventori
Over trenta, sicuro come la figa bagnata.

Conclusione
Incrocio mignon tra Riva Mancina e Malta, ad 1/4 delle dimensioni e il doppio del gelo, per il momento lo Showroom pare essersi ritagliato il proprio piccolo spazio di successo. E quando è pieno, è proprio obeso, la gente può fare a botte anche per sostare fuori. Le auto parcheggiano anche sulle ringhiere a bordo strada. Gli ultimi scelgono direttamente il trasporto via zattera sull'Adige, altri una volta erano nei Navy Seals ed escono dall'acqua con tute da sub, col fare da sirene ubriache.
Se tiene botta, non saprei (tiene tiene).
Non sentite anche voi l'orologio del Ciclo di Vita dei Locali Scaligeri fare tic-tac?

21 dicembre 2007

Justice live - New Age Treviso

Quattro sono le curiosità che ho osservato in merito a questo concerto:
1-Trattavasi di un concerto segreto e gratis, in un luogo segreto, di una band segreta, di cui pure i cieco-sordo-muti erano a conoscenza e dove alla fine paghi la tessera. Ho comunque elaborato un mio personale ragionamento che credo funzionare, vediamolo dopo.
2-Avevamo un inviato. Ci siamo guardati, ci siamo valutati, ci siamo piaciuti. Stima e fiducia sin dai primi istanti. Così lui è andato e ha fatto il suo. Noi, pure.
3-Imperavano croci latine da tutte le parti. E bestemmie, latine e non.
4-Questi eventi sono l'ideale per liberare tutto il vostro di-stress più negativo brutto brutto cattivo cattivo e tornare in partita col vostro eu-stress. Specie se nella vita praticate arti marziali e vi piace ledere le teste a qualche sbronzo, o a qualche indie rocker, o a qualche checca isterica, o a qualche pheega che non ve la darà entro i prossimi 5 minuti (e come si permette 'sta baldracca?).

Justice, live al New Age Club di Treviso. Che poi sarebbe la classica band elettronica francese che ai concerti spacca e fa ballare pure i sassi e sarebbe la band del successone 'ntennaziunale "D.A.N.C.E."

Domenica sera concerto SEGRETO (uuuhhh...) dei Justice, nuovi Zeus dell'elettronica dalle tinte dark e "graffianti", al New Age Club di Treviso, quarta tappa del brevissimo tour italiano di questa nuova band già cult in Francia, dove vengono celebrati come fenomeno musicale dell'anno. Sentenziosi, cui Batman fa 'na pippa, c'è.

Justice chi?
Da pronunciarsi vellutatamente alla francese: Shustìss, e non all'inglese Giasstis (o alla scaligera la ggiusta, the justice, la pula). Alla francese appunto, meglio se sei figa e mi fumi in faccia dopo avermi sussurato che vuoi due colpi del netro del bar.
SPOT - Immagina anche tu di buttarti giù Butel1, da oggi fai prima!
Ehm, comunque... nome che immagino abbia tutta una dietrologia, che magari indagheremo quando saremo vecchi (in qualche modo avrà a che fare con qualche ideale del cazzo tipo libertè-egalitè-in cul a tè) . Considerato poi che il loro simbolo è una croce,
justice new age treviso
sospetto ci sia del cattolicesimo praticato, brrrrr [ndFrut1: forse non è vero, in un talk show francese hanno spiegato che si tratta del fatto che in Francia la giustizia è lenta e roba del genere, infatti il nome completo è "E giustizia per tutti", tra l'altro da una celebre canzone dei Metallica] [ndButel1: ah ok, in Italia si sarebbero chiamati Mastella, no?].

Butel1 faje vedè che te ce sai de Justice! (bugia)
Ma dicevamo, il 2007 per loro è stato decisamente l'anno della consacrazione, un continuo tripudio nei club francesi e di tutta Europa, giunti ora - anzi tornati - in Italia con quattro date.
Significativo il caso in Francia, dove da fenomeno underground sono emersi sino a diventare mainstream, a Parigi senti le loro canzoni tanto di giorno quanto di notte, lì sono praticamente un fenomeno commerciale. Per farvi un esempio, a giugno stavamo mangiando un'insalata in Rue de Grenelle in un posto chic & not cheap, quando dal nulla parte la loro "Phantom Part 1", così, lì, tra i quarant-cinquantenni. I media francesi si occupano di loro costantemente, sempre dello stesso periodo varie ospitate in diversi talk show di successo. Come se al Costanzo Show ad un certo punto Costanzo dicesse "Bboni, statte bboni, mo' chiamiamo i Justice" ed entrano questi due iper scazzati che parlano del più e del meno in mezzo a vip, intellettuali, politici, fighe, Sgarbi e dopo un po' ti martellano un pezzo tipo "One minute to midnight" quindi tutti lo discutono, mentre la casalinga di Voghera nel pubblico applaude. Roba che in Italia vedremo nel 2020. Forse. Ma a quel punto nei club parigini sarà di moda Pupo.

Ovviamente per questo duo di dj parigini si sprecano da mo' tutti gli scontatissimi appellativi dell'occasione. Quali? Chissà: elettronica + Francia + titolista etilico + suspence = "Ecco gli eredi dei Daft Punk", "E' la generazione Daft Punk", e bla bla. Vabbè, almeno sono parzialmente azzeccati: come scrisse Onda Rock ai tempi della recensione del loro primo album "Cross" (in verità si presume si chiami Cross, trattasi in effetti di una croce ovvero "†"), senza Giorgio Moroder e i Daft Punk, questi Justice non esisterebbero.
E ciucciatevi questa, pischelli che non siete altro! Comunque noi l'album l'abbiamo apprezzato, secondo noi uno dei 7-8 top album del 2007, sicuramente l'album di riferimento nel genere "electro music for the new masses".

The new masses?
Justice sono la pronto moda, l'apice dell'elettronica per le fauci delle nuove leve, il prêt-à-porter dello sballo ggiovane.

Justice live al New Age di Treviso
Procedo a punti, e croce (ah ah... tristezza)

MySpace Secret Show
Ssssshhh... cazzo parlate, zitti, questo è un maispeissecretsciò, nessuno deve saperlo, stronzi! Eventi in cui il marketing di MySpace regala ai propri utenti un concertone aggratis. Ma il concerto è inizialmente segreto: NESSUNO sa di chi, NESSUNO sa dove, NESSUNO sa quando. Succederà. Accadrà. Prima o poi. Preparatevi. Un po' come con le polluzioni notturne.
Vedendo la calca di gente comprendi che questo show è segreto quanto il primo segreto di Fatima.
Ho capito perchè questi show sono segreti. Breve fenomenologia del MySpace Secret Show: TUTTI sanno quando - chi - dove - perchè, e lo sanno con tale anticipo, che una settimana prima se ne dimenticano. Tra l'altro c'è la pagliacciata del "Hey, se non hai un profilo myspace con MySpace Secret Show tra gli amici non puoi partecipare". Ah sì? Geniali. Guarda, non m'ero neanche creato 15 profili ad hoc per invitare i miei parenti dall'Argentina.
Altra grande presa per il culo - almeno secondo noi - è quella del concerto gratis, in un circolo in cui devi tesserarti. Doppia passata di marketing. Tra l'altro la tessera Arci dovrebbe essere annuale, per cui ottimo investimento farsela a dicembre.

Concerto
In poche parole? I Justice hanno spaccato di brutto e il pubblico era spiritato ovvero da sopprimere. Croci ovunque. Quello con la mega-croce si è goduto un sacco. Anche quelli dietro, che non vedevano un cazzo. Qualcuno gli ha assestato un hadouken nei maroni per caso?

New Age
Era pieno, poco meno di 1.000 persone ad occhio stipate in quel buco. Antò, fa caaald': un caldo infernale, veramente insopportabile a tratti e la gente era così sudata che il solo contatto fisico senza ombrello ti costava una doccia. In alcuni casi rischiavi di restare incollato al tuo vicino e dovevi scollarti fuori dal locale o portarlo a casa tua (guavda, qvello è pvopvio un vecchio tvucco) .

Scenografia
"Casse su casse, luci su luci" recita così il versetto della giusta. Al centro la scenografia che copre la loro consolle, praticamente una sorta di cumulo di circuiti elettrici con led rossi, tale mucchio è inframezzato da una imponente croce luminosa
justice new age club treviso
che è la vera regina del palco perchè cosparge i capi sudati di luce accecante al ritmo del basso, tipo le lattine ballanti della coca cola che si muovono quando batti le mani. Se la sua luce t'investe, dio non voglia mai, finisci come quei bambini giapponesi che a inizio anni duemila finirono in ospedale dopo aver visionato da vicino un cartone con un robot i cui occhi rossi s'illuminavano a forte intermittenza (sketch parodiato dai Simpson in maniera esemplare). Dietro la consolle i Justice.
justice live


I Justice appunto
Sono in due,

justice

uno si chiama Xavier de Rosnay ed è un ragazzino smilzo e nano, moro col capello liscio e unto, l'altro si chiama Gaspard Augé, somiglia a qualcuno di famoso... è alto il doppio e credo sia l'ideatore del nome nonchè il fondatore del cristianesimo: barba, capelli lunghi, porta un crocefisso... dai è Jesus! Eravamo curiosi: c'era la voce che Jesus non facesse una mazza mentre l'altro il genietto che tiene in piedi lo show. Invece la voce dev'essere arrivata pure a loro e il cazziatone del manager deve aver sistemato un po' le cose: ora smanettano un buon fifty-fifty. Anche perchè quello già moltiplica pane e bassi, mica poteva anche essere Mauro Repetto.

Lo show
E' tutto musicale + effetto luce della croce e delle luci poste alle loro spalle, mentre i due passano la giornata fermi immobili concetratissimi in consolle a usare le mani e muovere la testa come avessero una crisi epilettica. Anzi, non muovono la testa, la sezione del collo è rigidissima, credo oscillino direttamente di bacino come Jill Cooper. Non mi sembra abbiano mai alzato le mani, e in caso per schiacciare le mosche che ronzano intorno al barbuto.

Repertorio
Quasi tutto del loro album, diciamo 95% del tempo, con due-tre incursioni di terzi, ricordo mix con i Soulwax(?), Klaxons e altre cose piuttosto conosciute. Tra l'altro remixano pure lor stessi (di DANCE ho sentito tre versioni: originale, MSTRKRFT e remixata da loro).

Pubblico e pheeghe(?)
Justice brutti brutti, pheeghe non tante, pubblico numeroso ma non troppo eterogeneo. Aspetta, vuoi dire che i Justice sono robbba da butei? Ovviamente tanti ragazzetti. Del cazzo. Ovviamente le nostre sciatiche. Del cazzo. Comunque tutti presi duramente, un coinvolgimento totale, in questo senso un ottimo live davvero, come ho detto i Justice hanno spaccato di brutto, questi ci sanno fare.
Conferme: nelle prime file il pogo è partito sul tardi ma è partito, scontatitissimo. Per il resto la gente ha saltellato allegra tutto il tempo, molesta ma sopportabile.

Curiosità
A riprese ho notato defilato rispetto al palco, nell'ombra, un certo tizio. Subito non si capiva chi fosse. Occhio, quello è il cattivo di un fumetto, dovrebbe essere l'addetto alla security (o semplicemente il cazzone di turno con gli accrediti?). In verità è un incrocio tra Hulk, Flash, l'Uomo Ombra e Jekyll e Hide: appena uno si avvicina, lui è in guardia; appena uno tenta di sfiorare il palco lui scatta e in una frazione di secondo il tipo si becca un calcio nei denti, giunge in ospedale mentre lui è già tornato nell'ombra e nessuno ha visto niente. Una vera macchina da guerra. Nessuno l'ha notato?

Conclusione
"Bella storia vecchio". Se capita, fatevi tre cocktail, poi infilati ad un concerto dei Justice, c'è da sballarsi ggente cioèè di bbrutto.
Due rece al prezzo di una
Segue una seconda recensione del concerto ad opera di un lettore, Pelli, a mo' di contraddittorio.

Justice Live - New Age Club Treviso di Pelli!
I rumors erano cominciati qualche settimana prima: voci di una eventuale quarta data dei Justice al New Age, ancora prima che le altre fossero confermate, tutto messo poi rapidamente a tacere, e la comparsa di un Myspace Secret Show proprio a Roncade. Un Watson qualsiasi bastava e avanzava. Nessuno però ci ha creduto fino all'ultimo, perché era un po' come dire the Daft Punk is playing at my house.

Alle 21 e qualcosa della sera del concerto sono ancora incredulo, mi sfrego gli occhi per mettere a fuoco il gigantesco banner appeso al muro, MySpace.com, a place for friends. Segnatevi la parte sugli amici, è particolarmente importante.

Dirigendomi verso l'entrata incontro Alessia, una ragazza dello staff Cuore Elettronico, una specie di divisione viral marketing del New Age, praticamente una o due dozzine di ragazzi che appestano MySpace e i loro 6000+ amici pro capite con spam del locale. Mi vede rilassato e sorridente e mi chiede se non ho visto la fila "incredibile", cose che rischio di non entrare. Io che avevo soppesato la dimensione e la scorrevolezza della fila in qualche millisecondo, sfrecciando in macchina pochi minuti prima, esplodo nella mia risata scenica, e avvicinandomi alle transenne dico "e questa la chiami fila? Il mio cazzo srotolato è più lungo".
Una volta occupato il mio posto, nella mezz'ora di attesa che mi avrebbe separato dall'entrata, ho modo di: sfottere Casa che nonostante si fosse piantato lì alle cinque di pomeriggio è solamente cinque persone davanti a me; constatare che nonostante l'altro set dei Justice a Milano in maggio, fosse pre-uscita singolo e a pagamento, la coda fosse la stessa; incontrare qualche vecchio amico e perderne la stima causa la mia arroganza; trovare nuovi amici grazie alle lattine da mezzo litro di birra che avevo.

Alla porta i requisiti per entrare sono:
1.Avere un profilo MySpace con Myspace Secret Shows Italia fra gli amici.
2.Tessera Arci. Piccolo appunto. Organizzare un evento free in un posto a tessera obbligatoria mi puzza un po' di stronzata. Mi puzza anche un po' di pioggia di nuovi tesserati per il locale.
Io che ho entrambe, e una gran faccia da culo, passo senza problemi.

Il locale si sta riempiendo e il mio più grande timore è che gli organizzatori vogliano sfruttare la massima capienza di 1.100 persone. Porto ancora i segni del concerto dei Bloc Party fatto qui nel 2005. Overbooking, si beccheranno duecento anni di inferno per questo.
Mi dirigo verso il bar pregando perché Myspace.it abbia imposto un limite non oltre l'80% la capienza massima, e perché la barista metta il mio drink in un bicchiere da birra e non in uno di quei ridicoli bicchieri da long drink, che mi fanno sentire tanto scìscì e troppo poco happy. Piccola nota, la barista con le tette torpedo e le braccia tatuate che stava al secondo bancone, non lavora più al New Age. E' un brutto colpo. Ma mi conforta il fatto che a concerto iniziato io stringa il mio boccale da 40cl e nel locale non ci siano più di 700 persone.
Adoro le major e le grandi compagnie.
Fanculo l'indie.
Ci voleva papà Murdock per organizzare una cosa del genere. E gratis per di più.

Passo la mezz'ora seguente totalmente perso nella socialità cialtrona, saluto e distribuisco complimenti ingollando vodka redbull. Riesco anche a posare per un tizio pelato con l'obiettivo più lungo che abbia mai visto, interrompendo una frase a metà per poi riprendere a fare finta di conoscere la persona con cui sto parlando.

Non raccolgo nemmeno troppa apprensione per la mia t-shirt collo a V. L'unico inconveniente è il dover scacciare i frocetti che mi fanno schioccare le bretelle. Cosa che anche questa volta puntualmente succede, e mi costringe a girarmi e fare una Gay Basher: sorrido con la mascella serrata e lo sguardo da pazzo, e sibilo "provaci, e ti sfondo lo sterno". Sto lavorando anche alla Fag Cannon, ma non è ancora perfetta. Spaventato il primo comunque gli altri di solito si tengono alla larga.

Il concerto inizia e io non ho mai sentito gridare tanto per un gruppo che fa electro. Ma Gaspard e Xavier mi correggerebbero dicendo che non è electro, è "musica da discoteca del 2007" (cit.). Fatto sta che nella ressa passo più tempo a far fare body surfing a Casa, piuttosto che a fare il gesto della legna.

Uscendo dal pogo (sì, il permesso l'hanno ufficializzato i Digitalism), una corpoduro totalmente idiota mi chiede se sia finito il concerto. In versione semplificata le illustro la scaletta, cosa che non sembra aiutarla troppo. Il tizio che è con lei, prima di portarsela via mi chiede ammiccante se ho dell'MDMA, gli rispondo tirando il fiato e sputacchiando la mezza birra offertami da Saggio che no, davvero non ne ho, ancora stravolto dallo sforzo provocato da tutto l'head-banging della serata.
"No, grazie, ce la faccio da solo".
Terra chiama Anni '90, missione abortita, rientrate alla base e fatevi una famiglia.

20 dicembre 2007

Feste di Capodanno a Verona - Reloaded

Mi pare si stiano delineando più o meno tutte le proposte per il capodanno a verona.

È giunto pertanto il momento di istituire la cd "race to the worst case scenario"

programma capodanno veronaB1 è quello pettinato come slash dei guns&roses, con degli ottimi pantaloni in pelle di pitone

Una competizione che si inserisce nel più ampio "serate imbarazzanti tour" che da anni coinvolge la nightlife veronese.
Il premio verrà ovviamente assegnato ex ante, come la tradizione di questo postaccio esige, e si baserà su giudizi del tutto aprioristici, prevenuti, gratuiti, inutili, vagamente snob e blablabla.

La pole position per il momento è saldamente nelle mani del Piper.
Motivi: Sito dozzinale, logo scontornato secondo la celebre tecnica ACDC (AllaCazzoDiCane) feat paint 2.0, nessuna foto del locale.
Il colpo di grazia: le 277 battute presenti in home page. La presentazione di questo neonato locale fa terra bruciata intorno a sè, un polygen sgrammaticato di frasi ammiccanti e pretenziose salutate dalla redazione di Fuffology come il capovaloro editoriale del 2007.
Un pool di ricercatori inglesi sta ancora cercando di capire che cazzo di minchia di stile possa avere questo locale.
Fatale questo passaggio:
In stile vintage anni 70’ 80’ con forti dettagli baroccheggianti, grandi lampadari di murano neri, lampade in stile pop industriale, un’enorme cornice dorata, è una sorta di grande scenografia dove dar spazio non solo al cibo, ma anche al divertimento, all’arte, prestando attenzione al dettaglio e soprattutto allo stile.

Per ora si sono trincerati dietro un lapidario "ghe de tciutcho, zeeoskhan" (pronunciato alla Rocky Roberts).

Il piper è subito tallonato dal De Kamer.

festa di capodanno al de kamer - Verona
Nei suoi singoli elementi la proposta del de kamer è senza infamia e senza lode (un po' dejavu se vogliamo, visto che poco tempo fa c'è stata esattamente la stessa serata esattamente nello stesso locale).
Ecco però dietro l'angolo mandingo che accorre con la patta slacciata e il bananone turgido pronto per farti provare l'amore very:
- l'all inclusive è fino alle 00.30 (già prevedo il secondo countdown alle 00.29 con parentesi di guerriglia urbana nei pressi del bancone)
- è prevista una "gita con visita guidata ai fuochi di piazza brà" (bambini in fila per due mi raccomando)
- sei sempre in uno scantinato al dekamer, per l'occasione definito "il salotto in centro verona".
festa di capodanno di verona
Se a ciò aggiungiamo un flyer le cui grafiche hanno smesso di essere accattivanti nel 1972 siamo a posto.

Al terzo posto di gran carriera ecco il capodanno al Forte di Pastrengo. La combo "ci saranno anche 5 ragazze immagine + ad ogni partecipante sarà regalato un buono impero del sole" vale più di mille parole.

Rimangono nelle retrovie il Berfi's e la Teca, stranamente understatement nelle presentazioni (almeno per ora).

Beh quello del berfis è il classico capodanno da butel veronese, da "un colpo al cerchio e uno alla botte" (e uno in testa a fine serata), house facile gente del solito giro pacche blablabla. In sintesi una spremuta del database sentenziosi con tag "verona". ciao fabri, amami comunque.

Alla teca si sperimenta un po' di più a livello musicale (e questo è bene), ma se avete più di ventanni e le equazioni di secondo grado sono un lontano ricordo beh forse vi sentirete un po' fuori target. Sempre che non siate frut1 o non abbiate i suoi rinomati fetish.

Premio della critica per il blocco music hall. buffet di panettone servito su letto di pipistrelli da ingollare rigorosamente vivi + headbanging grezzo e massiccio contro tutto e tutti fino a che il blocco non imploderà su se stesso per cedimenti strutturali sulle note dei Rammstein.
La band di White Christian Metal, Jerusalem, mettera il sigillo finale, bonificando la zona con uno showcase sui ruderi del locale il 1 gennaio 2008 (inizio ore 15).

13 dicembre 2007

Feste di Capodanno a Verona

AGGIORNAMENTO/3:
Nuove feste per il Capodanno a Verona.

AGGIORNAMENTO/2: "Addio mondo crudele - parte seconda"
Disponibile il programma della festa di Capodanno in Piazza Bra - Verona

31 dicembre 2007
Festa di San Silvestro - Piazza Brà

ore 22.00
esibizione del gruppo latino americano "Copacabana Show" composto da ballerine e musicisti con i variopinti costumi del carnevale brasiliano

ore 22.40
esibizione dell' artista veronese Patty Simon

ore 23.00
esibizione del grande Little Tony e la sua band con tutti i suoi cavalli di battaglia

ore 23.58
countdown in compagnia di Federica Andreoli e di tutti gli ospiti
[Chi è Federica Andreoli? Ma come chi è...]

ore 00.00
brindisi sul palco con il Sindaco di Verona Flavio Tosi

ore 00.01
spettacolo pirotecnico su base musicale

ore 00.15
continua lo spettacolo con l'esibizione di Little Tony

ore 00.45
musica e balli in compagnia dei "Copacabana Show"
-------

Considerazione
Little Tony ha senso solo in coppia con Bobby Solo a cantare "Un amico, che ti vuole bene, un amico, la la la la...", due tiri di pomodori al prezzo di uno.
[fine aggiornamento]


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AGGIORNAMENTO
A proposito di festa in Piazza: "Voci di corridoio danno Little Tony in Piazza Bra".
Bene. Benissimo.
Addio mondo crudele [muort]

"Comunque vada, sarà una festa di Capodanno". Imperativo categorico kantiano del veronese da settembre a dicembre. Oh sì, mediocritate! In hoc signo vinces.
Feste di capodanno a Verona? Prendiamo per buono quanto detto a riguardo l'anno scorso. Dove peraltro c'eravamo imbucati in una festa di capodanno privata. Serata mica male, quindi ci siamo concessi un tour di locali. Quest'anno scelta d'ordinanza, un classico, telospiegoiochesensohailcapodanno: la cena deibbbutei, riveduta, iper corretta, tematizzata.

Anche perchè al momento la ricognizione sui soliti canali ufficiali (2Night, Verona Vip, 2Night, Verona Vip, 2Night...) e meno ufficiali (leggi passaparola) non ha portato nulla di interessante. Ragion per cui - novità che certamente vi spettinerà i peli del culo - non c'è da fare un cazzo, anche questo capodanno 2007 a Verona sarà una minchiata. Com'è giusto che sia. Tiè.

Apparamente un giorno arbitriario quanto qualsiasi altro, ma sotto sotto un giorno arbitriario quanto qualsiasi altro. Eppure, partecipare (non sia mai organizzare) A TUTTI I COSTI a qualche festa, a qualche happening, a qualche meeting in ottemperanza della ritualità del capodanno occidentale. E la ritualità prescrive comportamenti ritualizzati, con locali di rito, atmosfere e situazioni pardon situazzzzioni di rito, personaggi di rito, musiche di rito, divertimento pronto-consumo di rito, ecc.

In effetti la domanda "Festa di capodanno a Verona?" è una bussola sociale, le risposte delineano almeno sei tipi di comportamenti:

-Festa Man: Festa Man sa - anzi vuole, anela fortemente poichè il proprio lifestyle glielo impone - che alle 23.59 e 59 secondi sarà in coda all'immancabile trenino in qualche locale o discoteca (se gli va bene, festa privata) in un ipnotico andirivieni cadenzato da soavi melodie che sanno neanche un po' di vetusto. Ed è subito: A-E-I-O-U-Y Brigitte Bardot Bardot Ahi Ahi Caramba Brasil da Trieste in giù e compagnia cantante. Festa Man è pericolosamente diretto in qualche discoteca: a seconda dell'età la sua metà per il capodanno a Verona saranno loculi quali il Berfi's, La Scala o le discoteche verso il bresciano. Festa Man ripete questo rito da quando è nato e morirà calpestato da quel trenino. Perchè? Ce lo hanno insegnato tempo fa in un certo programma, che quando c'è il trenino, "facciamo un po' come cazzo ce pare"



"Questo non si può fare..."
"Ma certo che si può, hoho..."


-l'Atarassico: apparentemete più depresso di un EMO, imperturbabile e indifferente, gode dei piaceri della vita (alcuno), l'Atarassico a capodanno sceglie di coltivare il proprio nulla e alle più o meno blasonate feste di capodanno a Verona risponde "picche ergo divano", meglio se per SMS. L'Atarassico indossa il costume da barbone, s'installa in una-posa-una che sarà mantenuta per circa 10 ore, quindi sceglie di allietare il proprio solipsismo divanorum beneficiando di un'interminabile partita 5 vs 1 vecchia come il mondo. Comunque vada, champagne a mezzanotte.

-l'Alternativo a tutti i costi: burbero e insoddisfatto - specie sessualmente - disprezza e denigra costantemente il capodanno. L'Alternativo fantasticò più e più volte di dare fuoco a chi fa le feste il 31 dicembre, si sente troppo "in" per una festa "out" di capodanno, l'Alternativo crede sia tutto "un po' troppo italiano, un po' troppo demodè". Confessa che o è capodanno tutti i giorni o non è capodanno mai (non risparmiandoci allusioni jovanottiane) quindi se ne fotte. Apparentemente.

feste capodanno a verona
"Cioèèè troppo alternativo..."

Di fatto no, he cares about new year's eve more than anyone else! Lui è quel genio dello humour che combina l'ANTI FESTA DI CAPODANNO, il 28 o il 29 o il 30, non il 31. L'Alternativo è la dimostrazione che anche in Italia le ferrovie funzionano: mai visto treni(ni) così in anticipo!
Per lui si profila una festa privata in casa, molto, molto low profile che tuttavia reputerà molto, molto high profile. Chi vi ha partecipato, si rifarà il 31, e fanculo l'alternativismo gratuito.

-Filini: con diretto riferimento all'organizzatore di viaggi sociali dell'impossibile recuperato dalla mitologia fantozziana, chi è Rag. Filini

festa di capodanno 2007 verona
"Butelocci, che fa, non è della partita?"

inside sa che deve organizzare risorse umane e logistiche per mettere in piedi in due-tre giorni una cazzo di festa. Non ha alternativa lui: nessuno se lo fila, niente inviti per lui. Per quanto contrari a pierraggio e stronzate da organizzatori di eventi, si deve ammetere che due-tre giorni sono pochi. Anche per lui festa privata: sognando il Casinò de Saint Vincennes, realizzando il Bar Sport, con tanto di giochi a carte.

-Presenzialista: l'anno scorso, Sentenziosi è stata anche presenzialista, oltre che stronza (ma che te lo dico a fà: stronzi a capodanno, stronzi tutto l'anno). Il presenzialista è un soggetto ipercinetico. Una festa? Due feste? Tre feste? Fossi matto, almeno 15. Per lui giro locali in centro: Malta, Square, Dekamer, Sottoriva 23, Caffè Porta Nuova (ammesso esista ancora), PTRE, Lui & Lei, ecc. Quindi sale nella carrozza a forma di zucca e dritto al festone del quale TUTTI sanno dove saluterà quelli che alle ore 18 congedò con "Divertiti, ci si vede" (e infatti...), l'anno scorso alla Teca di Basso Acquar.
capodanno verona


-The mediocre white man: fetta di popolazione scaligera pari al... 90%? Facile facile: caschi il mondo (ah ma prima o poi cascherà e la finirete cazzo!) l'Uomo Qualunque sarà in Piazza Bra. Ci puoi scommettere il culo baby. A prendersi raudi e magnum nei denti e bottiglie di spumante nei reni. Curiosità: l'annuale festa di capodanno in Piazza Erbe tra l'altro è ancora blindatissima, non se ne sa nulla. Sale l'attesa, sale proporzionalmente la probabilità di stronzata di livello. Nel business plan alla voce "Uscita di sicurezza" già stanziati i fondi per un cecchino, appostato in Gran Guardia per occuparsi a modo suo dell'artista pop italiano d'ordinanza che - non c'è dubbio - ci sarà, ci sarà.
Aggiornamento: e si fa parlare di Little Tony, ma no, no, non può essere, non vogliamo crederlo. Uomo - non cantante - peraltro reduce, circa due mesi fa, da una data a Perzacco, dalle parti di Zevio. Ovvero, dalla campagna sperduta e ignorata, alla Piazza. Ah, la decadence...

feste di capodanno a verona
"Piazza e spumantin vecio"

La scelta di Sentenziosi
Questi acciacchi, sciatiche e lombalgie ci tracceranno il cammino banzai che abbiamo scelto per il 31 dicembre 2007. Rinnovarsi o morire. Anzi, rinnovarsi e morire.
LA GRANDE ABBUFFATA ‘07
una robba de magnà

quando: 31 12 2007
Quanto: dalle ore 12.00 sino alle ore 4.00
dresscode: massima eleganza, sempre, senza desistere
accessorio: videocamera a circuito chiuso (direttamente su consiglio della questura)
location: isolamento totale, chi ha case fuori città, alzi la mano ora o per sempre
scopo: magnà e ubriacà, con classe
chi: i butei con annesse troione per "sdrammatizzare", diciamo almeno n° 2

capodanno by Sentenziosi

Descrizione: la versione rielaborata, riveduta, corretta cioè POTENZIATA del capodanno gastronomico dei bbbutei, il punto di arrivo di ogni kermesse culinaria, 16 ore di libero ingurgitamento, liberamente ispirato all’omonimo film di Ferreri con Tognazzi, Mastroianni e B2s (his life and the career), si porta mooolto cibo e si mangia mooolto cibo, sempre, ininterrottamente, finchè uno muore. Oh, sono le regole dello show biz ragazzi, non le ho inventate io.
A proposito di regole: sono ammesse “pieghe” meccaniche per spaziare lo stomaco del cibo ingerito (tipo stirarsi la pancia sulla tavola) MA sono severamente vietate – pena esclusione – i vari ausili chimici tipo bicarbonato o magnesio ecc. Se uno sta male, DEVE morire. Ripeto, sono le regole, dura lex sed lex.
Toto scommesse: è lecito scommettere su decessi e vincitori per Quantità ingerite (Frut1, dopo le recente performance di bilancia, è dato 1:1)

Novità!
Non può poi mancare la novità, il locale che nè mancava nè t'aspettavi. Locali che in genere nascono vivono e muoiono per l'occasione del capodanno a Verona. In questo caso il nome top secret è Piper, dalle parti delle Torricelle. Ne parleremo a breve, la presentazione merita. Di essere sfottuta dalla A alla Z.
Per il momento sappiate che il locale è un po' come il Piper con Patty Pravo a Roma, ma a Verona e senza Patty Pravo e, sì, organizza una propria festa di capodanno, l'avresti mai detto?

10 dicembre 2007

Carnaby Street fashion Night - Klub 59 Verona

NOVITA'
Per un nuovo post sul Klub 59 di Verona
/fine Novità


La festa di Carnaby* è una stronzaty


* per la serie "c'hanno tolto pure questa (e quindi pensa le altre...)", ci si riferisce all'annuale-unica-fashion-night-anzi-veeeshion-night di Verona organizzata da Carnaby Street, il blasonato negozio di abbigliamento per il vero pheeghetto veronese sito in piazza Erbe - praticamente un clichè - quest'anno tenutasi al Klub 59. Nell'immaginario idiota nientepopodimeno che il locale più esclusivo di Verona. Tant'è, ingresso solo se sei socio, vecchio. E per essere socio, devi pure sborsare dei quattrini, vecchio.
Cos'ha di diverso questa fashion night dalle altre? Cosa cambia rispetto ad una serata scaligera qualsiasi? Ma ragazzi, sveglia, dove vivete? Lo sanno tutti che questa esclusiva fashion night trasforma un locale da così a... a... ehm... a...
Insomma, prendete il Klub 59, frequentato anche questa sera dall'usuale clientela maschile di poseurs anni '80 con il vizio del denaro esibito e annesse coscione da scarrozzare, qualche occasionale ricchione d'anti avanguardia e giovani papponi da "Lucignolo Bellavita" + (ed ecco tutto l'esemplare valore aggiunto da Carnaby Street) l'entourage dei commessi e delle shampiste del centro. Beh, io Te lo dico ragazzo: se Tu non sai di questa festa, Tu non sei nei giri. I giri han girato e tu sei fuori. Eh questi son smacchi...
Hey, piangere come un'anorgasmica che finalmente raggiunge un orgasmo non ti serve a niente, ok?

Breve fenomenologia sentenziosa
Ore 00.05
Butel1, giunto in loco ben tre ore prima dell'orario di chiusura, trova infine il modo di sfruttare l'annuale e inutile tessera del Klub 59. Specie perchè scaduta.

Ore 00.06
Odore di merda in ingresso. Intenso, intensissimo odore di merda in ingresso. Hey, vi ho sentito, non sono stato io va bene? Proviene da quella porta di servizio, dev'essere quel barbone che caga su un cadavere mutilato mentre una puttana nigeriana in servizio da 48 ore gli pratica del pissing cospargendosi le tette di yogurt bianco del '97.

Ore 00.07
Butel1 sale. Sale sale, e fa male. Molta gente stasera, il Klub 59 ha fatto il pieno.
Domande e risposte:
-che è 'sta gente? Che domande, quella di cui sopra
-perchè sono tutti così sfashion? Che domande, ovviamente perchè è una fashion night veronese, che ti pensavi?
-perchè l'ingresso è gratis (per i tesserati)? Che domande, ovviamente perchè la consumazione viene dieci euro (n.b. i cocktail si permettono pure di essere scadenti).
-che è 'sta musica? Che domande, è il famoso genere "ti faccio sentire musica che solitamente non ascolti così anche se è una cagata - ed è 'na cagata - almeno dirai che sì insomma cioèèè è alternativa, ok?". Imbarazzante ma comodamente digeribile in appena 96 ore. Molto meglio le vecchie serate jazz del mercoledì, per dire.
-c'è del deja vu? Macchè, figurati, no, no: passati trenta-dico-trenta secondi, avevo già saluto dieci-dico-dieci facce da piazza Erbe. Mh.

Ore 00.08
Adieu, salutame a soreta

Commento
Ce n'era bisogno? Certo che no, non così almeno. Una tale robbaccia per vecchi stanchi e giovani fintamente divertiti (in compenso ho visto una palla di fieno godersela un sacco) che piuttosto rivalutiamo - abbiate pietà di noi - la medesima festa dell'anno scorso al solito Berfi's, festa più popolare e popolana, ma più "easy" e con più pheeghe.

Pensavo...
... vuoi vedere che per il Klub 59 è stata un'occasione d'oro per arruolare nuovi cogli... ehm adepti, con gli occhi luccicanti di gioia che s'aspettavano chissà cosa, cui rifilare la tessera annuale, per l'occasione alla cifra promozionale di 10 €? Ooppps!

08 dicembre 2007

New York Jazz - Treviso - Vitalic Live

Ciò che non ti ammazza, ti fortifica. Sintesi perfetta della serata alla discoteca New York Jazz di Treviso. Da evitare come la peste, non si fosse capito. E dire, che suonava pure Vitalic! Anzi, mi correggo, e dire che suonava pure Joe T Vitalic. Ovvero: può un artista di livello sputtanarsi se va in un posto iper tamarro a fascia teenager? Può, può tranquillamente. Specie se c'è quel vocalist imbecille.

Vitalic
Idolo di larga parte dei clubbers europei, oltre ad apparire brutto nelle foto, Pascal Arbez è un musicista e produttore francese che insieme ad altri sempre da quelle parti/y (diciamo Parigi) ha contribuito a dare un restyling alla musica elettronica, cogliendo in pieno l'onda sinusoidale che la stava (e la sta tuttora) trascinando verso il rock o meglio verso il punk, ponendosi ritto sul cavallo come una delle nuove grigie eminenze per il popolo dei saltellatori-picchiatori-headbangers, ovvero quelli che nelle disco pardon nei club ci vanno e ci vanno per fare clubbing vero clubbing, e fuck off tutto il resto: "hey man, riportiamo la musica al centro man! La musica al centro, noi intorno a saltellare-su-le-maniii".

new york jazz treviso
Sembra brutto, ma dal vivo ha più fascino

Insomma, tutte le ragioni del mondo per definire Vitalic l'idolo dei tamarri, ergo tamarro a sua volta. Qualcuno - egli medesimo, ehm! - lo ha appunto definito il "Wagner dei raves", giusto per darvi un'idea. La colpa più emblematica del francese Vitalic è appunto quella di avere spesso le mani nella confezione delle marmellate con scritto sopra house, o deep house o electroclash per giunta. Il senso di noia ascoltando quei genere è SEMPRE dietro l'angolo in questi casi, che ve lo dico a fà.

Descrizione tuttavia parziale e fuorviante, nel senso che dovremmo magicamente escludere i suoi pezzi killers, almeno 4-5 e pure molto noti, e far finta che lui sia un tamarro al 100% (non lo è) e che noi in spedizione al New York Jazz di Treviso siamo altrettanto tamarri (...ah non ci sono smentite?...). Vale a dire, chiudere un occhio anzi due su: un pezzo commerciale come "My friend Dario" che ha capeggiato pure su MTV con quel video kitsch-glam molto frivolo e subito finito nelle charts è, cosa ormai molto più sintomatica per essere un artista "giusto", pezzo finito subito sulle passerelle degli stilisti. Poi Poney, Fanfares, No fun, You prefer cocaine, La Rock, la divertente Polkamatic con quell'organetto un po' sfigato, nonchè l'elegantissima e sinfonica The Past (già usata per onorare la morte di Butel2).
La Rock ad esempio - che ha suonato - è uno dei suoi cavalli di battaglia "belli potenti" e dal vivo fa così:



A mio avviso la sensibilità musicale di Vitalic, che prima di menare pulsanti e dischi è anzitutto un musicista con un certo talento, è spiccata e a tratti è molto personale: "E' un Vitalic", tipo i Pollock. Tra l'altro, eccellente remixer, come dimostra la sua partecipazione ad un'intera compilation di Colette.

Riepilogando
Insomma, artista e relativa sensibilità musica: presenti. A questo punto il gioco è fatto, no? Col cazzo. Entrano in gioco i fenomeni esogeni: New York Jazz, San Biagio di Callalta (Treviso).

New York Jazz - Treviso
Una discoteca con parcheggio grande come New York, senza Jazz.
Locale di dimensioni medio-grandi, nella ridente provincia trevigiana a dieci-quindici minuti abbondanti dal centro città. Sospetti che ci sia una perenne situazione sandwich all'interno - con i sudori dei gggiovani come salsa ("no piccante, sì unto, grazie") - non appena osservi quel parcheggio da centro commerciale, esaurito da settimane. O mio dio, è un effetto crowded!

Ore 1.05
La coda non suggerisce tempi brevi di attesa. Meglio informarsi.
Butel1: "Vitalic ha già suonato?"
Buttafuori, con esemplare prontezza e singolare padronanza della lingua italiana: "Brrrooaaarrr, ggrruuarrrr!" (grattandosi ascella e pelata, tirando allo stesso tempo virili spallate in segno d'intesa all'energumeno collega).
Frut1: "Lo prendiamo per un no"
Butel1: "Prendiamolo". Omaggiandolo di una bananana, ci allontaniamo.

Ore 1.06
Sai che facciamo? Torniamo dopo. Tappa al New Age Club, sempre qui a Treviso. Circolo Arci che ospita spesso artisti di qualità e, comunque, al termine ovvero verso quest'ora intrattiene il pubblico col solito dj set electro-indie rock.

Ore 1.15
Eccoci al New Age. Il tempo di prendere una coca, il tempo di sprofondare in uno dei divani per coppiette, di guardarci intorno e di risprofondare, per accorgerci che non c'è un cazzo di nessuno. Mamma butta la pasta! E magari conta fino a 10 che poi ci arrendiamo.
Appunto, sloggiamo. L'effetto Vitalic, vedrai che sarà l'effetto Vitalic. In caso è colpa del governo ladro, non vedo alternative.

Ore 1.40
Torniamo all'ovile: New York Jazz, second round. La coda si è fatta snella snella corta corta, insomma Vitalic deve aver cominciato perchè sono tutti dentro. E infiliamoci, va'. 25 euro, 'sti cazzi. Ma è Vitalic, hey quello si fa pagare perché ne vale la pena, mica...

La gggente, i gggiovani
Giovanissimi, i gggiovani del New York Jazz. Fascia direi 18-22, poche eccedenze. E che giovani, brividi lungo la schiena: il peggio del peggio del peggio del peggio della schiera tamarro-griffara. Questa discoteca è la mecca del cinghiale, l'harem dello sbarbatello con la fissa del tuning. Al pari di ogni discoteca dei nostri e vostri tempi d'oro 18-22. Pensiamo intensamente tutti all'Alter Ego di quegli anni. Ffffatto? Avete visualizzato la clientela New York Jazz. Ora aggiungeteci pure i bambocci esaltati del Berfi's, e la frittata è fatta.
Guardandoci negli occhi e tenendoci per mano, entriamo, consapevoli delle nostre sciatiche e lombalgie.

La disco

new york jazz
"cioèèè un po' disco, un po'
sogno, un po' luogo dello spirito..."

Disposta su due piani, la farei rientrare nello standard anche se, da segnalare positivamente, allestita e attrezzata in maniera impeccabile da un punto di vista tecnico: impianti audio e luci della madonna. Per fare un paragone, il New York Jazz sta al Berfi's come un Hi Fi sta ad un walkman, senza batterie. Caledoscopie di ogni tipo e casse da schiacciarti il volto. Dev'essere per quello che c'erano tutte quelle facce da culo.
Per il resto, definito anche Dream Lab, il New York Jazz per il momento dispensa solo incubi.

1-2-3 1-2-3, ok ragazzi fate come Jill Cooper
Ora aggiungete un incedere interminabile di:
-mani agitate al ritmo della grancassa
-teste agitate al ritmo della grancassa
-culi agitati al ritmo della grancassa
-cori urlati al ritmo della grancassa
-ogni cosa (pure i brufoli) agitata al ritmo della grancassa

Le pheeghe
Avere diciott'anni ed essere mignotte. Ah, le teenie-mignotte, che ricordi. No aspetta, quali ricordi scusa? Ché io non mi ricordavo le mie compagne di classe del liceo così. Fanculo! Ad ogni modo osserviamo un minuto di silenzio per Frut1, che smarrisce mascella e dentatura al ritmo di 19 al minuto, nuovo record del mondo.

Vitalic live
E son note. Dolenti. Fase dominante negativa pari al 65%, il resto è passabile ma non salva interamente la performance.
I primi venti minuti deludono, c'è aria di fregatura come poche volte. Ma vabbè, fanculo, ormai siamo qui, ascoltiamolo tutto. Sentiamo: tunz-tunz-tunz-tunz-tunz-tunz (l'effetto live è offerto da Sentenzosi Immaginiamolo Così)

Stop. Rewind: i primi venti minuti deludono FORTEMENTE. E' definitivamente roba da rave party del cazzo, dai. Ritmi striminziti, varietà stilistiche ridotte all'osso.
Manco a dirlo, è un tripudio, il New York Jazz ama, adora, idolatra il proprio nuovo idolo. "Vitalic, sei gggrande!" "Vitalic spakka spakka!" "Vitalic, lo faresti un figlio con me?" "Vitalic, ti candidi anche tu col Popolo del Partito delle Libertà?" e così via.
Suonerà per circa un'ora, la discoteca a momenti viene giù. Noi ad esempio siamo usciti dalla nuova uscita laterale comparsa improvvisamente nei pressi del muro est, quando ha messo La Rock.

Tutti resistono. Anche noi, ma duramente, che ci estasiamo solo su una rarissima selezione di pezzi dell'album "Ok cowboy". Sì, perchè dove sta la VERA fregatura? Vitalic non l'ha praticamente suonato quell'album salvo 3-4 pezzi, ha suonato la merdavigliosa sbobba house e deep house che piace alle giovani generazioni che la prendono per buona e anzi la osannano come grande musica. Ma per favore. Qualcuno gli ha spiegato che siamo nell'est italiano e non nell'est europeo? Joe T Vitalic, appunto.
My Friend Dario e La Rock e altre 2-3 buone scelte non salveranno la situazione, il tappetto sporco di pestoni resterà arricciato su se stesso. Dov'è la performance che regala durante fior fior di Festival e club parigini? Ah, sì, dimenticavo, siamo nella creme de la merd.
Infatti a questo punto ci brucia il culo. Mah, sinceramente non comprendo come un artista di fama internazionale possa mettersi in gioco in questa maniera, insomma fai le tue cose, non quelle che ti vengono imposte dalla situazione. Anche se, da un punto di vista del "negozio", è evidente che sono questi i suoi potenziali acquirenti, se escludiamo i dj. Ma i dj quanti sono? E, invece, i giovani delle discoteche gggiovani di tutto il mondo quanti sono? Ooopppps!
Inutile dire che per illuderci che comunque "cioèèè super serata al New York Jazz, cioèèè grrrande Vitalic!" anche noi ci lasciamo andare a occasionali ancheggiamenti compiaciuti. La L di LOOSERS si va tatuando in fronte, merda.
Ma è anche e soprattutto un'altra componente, a rovinare lo show.

Il vocalist
No , no no no. Lui no. Qualcuno tra e me lui era di troppo lì dentro, poco ma sicuro.
A me era sovvenuta questa fantasia nel frattanto: "L'avessero narcotizzato a forza di infilargli ripetutamente e meccanicamente cavalline da ginnastica nel deretano sicchè ai primi schizzi di sangue un toro trovatosi casualmente a passare da quelle parti avesse portato a termine il lavoro". Ovviamente non ci siamo illusi nemmeno un attimo, sapevamo che l'avrebbe fatta franca tutta la serata: l'eventualità che contestualmente la gente sodomizzasse un vocalist in una discoteca mentre un toro si trovata a passare per un saluto agli amici cinghiali, era onestamente lontana.
Beh noi di vocalist imbecilli ne abbiamo visti tanti. Ma così imbecilli, fastidiosi, compiaciuti e inutili mai. E, it's automatic, anche lui idolo della folla. No, noooo! Non dovete dar corda a questa gente, lo capite? L'attività di questo soggetto è improponibile e firmiamo sin d'ora un D.Lgs. Anti Vocalist, questa gente va eliminata con tutti gli strumenti opportuni. Sono ammessi sonori calci in culo.

Alcuni estratti
Sarò breve, cercherò di rielaborare nei prossimi giorni col mio analista, anche se spero in una rapida rimozione mnemonica. Fanno parte del festival della stronzata gigante:

"VITALIC-VITALIC-VITALIC-VITALIC-VITALIC-VITALIC..." Moltiplicato x 1.900, non la finiva più, ogni 20 secondi. Cos'è, sta male? E' un cretino vero e proprio, non so che altro pensare. Lui, Medio Man anzi Useless Man, con la sua caratteristica faccia da ebete e quell'occhiale da sole (in discoteca, mi pare giusto) da Gigi Rizzi in fase decadente (quando ormai scopava solo ultra cinquantenni). Spiegatemi, uno suona e tu continui a parlargli sopra, che senso può avere? Come se a Sanremo durante l'esibizione di Albano arriva uno da dietro e urla "Sotomayor!". Come se un tizio passa davanti mentre David Lachapelle scatta una foto. Siamo allibiti, e molto infastiditi.

"UN APPLAUSO PER VITALIC!"
"NESSUNO FA UN APPLAUSO PER VITALIC?"
"DAI APPLAUDIAMO PER VITALIC!" Sì cazzo sì, giuro che abbiamo capito, ci crederesti mai?
"VITALIC-VITALIC-VITALIC-VITALIC-VITALIC-VITALIC" O nuuooo di nuovoooooo

"SU LE MANIIII PER VITALIC-VITALIC-VITALIC-VITALIC-VITALIC-VITALIC-VITALIC" Se vabbè...

E arriviamo (quasi) al clou: Vitalic termina la propria perfomance, ringrazia urlando come un disperato "grazie-grazie!" e ovviamente decide di concederne un ultimo pezzo, scelta così salutata dal nostro Useless Man:
"ANNNODDDERRR?". Ma una ginocchiata nelle palle no?
Il momento trash definitivo era solo annunciato. Questa volta Vitalic smette "veramente davvero veramente io" (cfr. Costantino). Gente che si strappa i capelli (anche i rasati), gente che si strappa i vestiti (anche le mingnotte ignude) e Lui che ti fa? Canticchia un motivetto:
"IU ARR DE SAN..." e va avanti con che-cazzo-ne-so-ma-chi-lo-sa, quindi suggella il tutto con una vera perla anni '00:
"Perchè...... ragazzi...... Vitalic ragazzi, Vitalic...... al New York Jazz di Treviso...... applauso...... perchè questa..... questa non è solo musica...... questa è.... - èèhhh? - questa è...... - questa èèèehhh? Diccelo, diccelo - questa è FILOSOFIA"

Questa è filosofia. O magari questa è Spartaaaaaa?
Butel1: "ccrrrr--- il posto si chiama New York Jazz ---crrr---- lo trovi lì ogni venerdì sera ----cccrrr--- mi raccomando, voglio un lavoro pulito ---crrr---"
Hitman: "Grrranddee veeeeccio!"
Butel1: "Mh..."

Conclusione
Ci saranno altre occasioni per assistere ad una buona performance di Vitalic, per ora diamo un 5,5 a lui, un 5 al New York Jazz, dove siamo decisamente fuori target, e un 4 alla clientela.
Certo che se hai 18 anni (o anche 24) e vuoi sbavare un paio d'ore su qualche pheegha di gomma, qui puoi eh!

04 dicembre 2007

Recensione di Artissima 2007 - Torino

"Dimmi Sentenziosi, cos'è l'arte?" "L'arte è morta!"
ovvero un post ottimista che termina con la più cupa e pessimistica delle visioni di Sentenziosi: il confine tra arte e non-arte è sempre più labile, troppo labile. Seguiteci in questo excursus, gentaglia, nel quale scopriremo che ci hanno pure dedicato un ritratto (non scherzo).

Degli eventi commerciali d'arte recenti, questa Artissima merita una citazione: nel sistema arte italiano raramente si vede qualcosa del genere - in bene e in male. Anche perchè la concorrenza è ArtVerona, voglio dire.
In loco incontriamo Roberto D'Agostino il quale, forse già conoscendo questa pigna nel culo chiamata Sentenziosi, ovviamente ci adora subito e a momenti deve intervenire Sgarbi per prendersi gli schiaffoni al posto nostro. In loco anche Lapo Elkann, che non incontriamo - azz, le sfighe... - ma del quale proponiamo un estratto finale tragicomico come solo Lapo. Anche qvuesta è avte.

artissima torino
(oh sì amico, oh sì)

Artissima
Contemporaneissima
Con qualche stronzatissima
(Sentenziosi feat. Reinhold Messner, r mosce a scelta libera)

fiera torino artissima

Artissima, dove la keyword è una soltanto: contemporaneo/a
Artissima è la fiera internazionale d'arte contemporanea par excellence in Italia. Qui tutto è e DEVE essere contemporaneo. Se ad esempio vai al cesso a cagare, uscendo ti rilasceranno quotazioni per la tua "Merda d'artista". Artissima si tiene annualmente a Torino - questa è l'edizione n° 14 - e abbraccia opere di decine e decine di gallerie italiane e straniere. E sono un bel po', quelle straniere. Ciò che appunto salta all'occhio anche di un visitatore naif - anche per fare un paragone nostrano con Art Verona - è lo spazio riservato alla contemporaneità non italiana, della quale la fiera d'arte scaligera è forse il campione indiscusso. Qui invece abbiamo Italia, Parigi, New York, Tokyo, Germania... sloveni, altri. E giovani, tanti, soprattutto gggiovani, ggiovani ggennerazioni dell'arte con tanta strada davanti (e forse molti ponti. Sotto i quali vivere). Del resto: "Featuring the future", cita il payoff.

"Questi 'so bbrav'": le nostre foto di Artissima 2007
L'album foto di Sentenziosi - diciamolo pure sbrasileggiando alla grande - da quanto ci è dato di vedere in rete sinora, è il più ricco di particolari delle opere. Cliccate sull'immagine per accedere alla galleria completa:


Un primo giudizio sintetico
Per tagliare la testa al toro, nonchè per evitare al 99,9% di voi 25 lettori di proseguire oltre, arriviamo al quid e diciamo subito che Artissima ci è piaciuta e che non vedo particolari motivi per non tornarci l'anno venturo. Piaciuta con riserve, che cercheremo di sviscerare oltre (niente di che, la solita polemichetta gratuita mica ce la potevamo risparmiare, eh).
Voto finale: 7+

"Mani in alto, fuori i soldi! Anzi no"
L'ingresso intero è di 12 €, il ridotto 8 € - prezzi onesti - ma sei Sentenziosi con l'accredito stampa entri gratis. Giovani Sentenziosi crescono, che vuoi fà.
Veniamo subito catturati da un piccolo fastidio: la cosa meno contemporanea erano proprio i nostri accrediti stampa quindi li abbiamo firmati a testa in giù, fotografati in bianco e nero, graffiati, scambiati, e son diventati contemporanei pure questi. Ci sentivamo troppo moderni, poco contemporanei, come infermieri negri in una corsia per albini.
Sono state create in loco anche un altro paio di opere, le nostre fotografie concettuali, già apprezzatissime in occasione delle recenti mostre ArtMinchiam a Casal Pusterlengo e 'rtePossinoAmmazzà di Spilinbergo. Le vediamo magari dopo. O magari no.

Make it new!
Diceva Ezra Pound. Artissima, tra le varie, ha un doppio merito:
- di presentare gli emergenti in un'apposita sezione, l'avantguarde da tutto il mondo, quindi siamo dinnanzi all'arte ultra-contemporanea: 15 tizi che non ovviamente non puoi conoscere perchè sono stati selezionati da un equipe di curatori internazionali e che interpretano il tema Present Future, una visione del tempo che farebbe da ponte tra presente e futuro e bla bla. Eh questa dev'essere nuova... come una Punto del '96.
- lodevole il tentativo di ricerca e aggiornamento, tramite una costante selezione annuale di nuove gallerie. Quest'anno sono 17 le gallerie new entry assolute nell'omonima sezione, tutte fondate dopo il 2002. Forse meglio fondarle dopo il 2020, il 99% di esse sono da dimenticare. Scusa, quante erano? Visto? Già dimenticate!

Artissima in breve
Una macchina organizzativo-espositiva della madonna, cose che nel sistema arte italiano raramente vedi. Insomma, svariate gallerie d'arte (131) più o meno (meno) prestigiose da 17 paesi si ritrovano ad Artissima a fare sistema - come farebbero aziende X ad una fiera di campionario Y - negli spazi espositivi del Lingotto Fiere di Torino, con la speranza di solleticare i palati di quanti possano dare il via ad una nuova ondata di collezionismo contemporaneo. Noi ad esempio, che siamo tornati con il Mutandari d'ordinanza.

Un intero padiglione del Lingotto che, se foste così sciagurati da non rispettare un incedere rigorosamente serpentino, vi inghiottirà e stordirà con i propri quadri di arte contemporanea, le proprie fotografie molto contemporanee, le proprie sculture molto contemporanee ovviamente, le proprie installazioni video art molto contemporanee per carità, le proprie... ma che sono quelle?... le proprie... stronzate, anzi Stronzatissime.
Nessuna disattesa: parli di arte contemporanea e arrivano cose frizzanti e molto interessanti e contestualmente tanta, ma tanta sbobba. Che l'idea che ti balena è sempre quella: "Oggi ho fatto un rutto più bello (con tutto il rispetto per i bambini eh)".

Artissima è ok ma non okeissima
Le riserve non fanno capo a colpe dell'organizzazione - o comunque solo marginalmente, nella misura del gusto del comitato selezionatore delle gallerie/opere - bensì sono intrinseche all'equazione stessa "Fiera = Arte Contemporanea". Funziona? Dipende. La generalizzazione del concetto di arte contemporanea quale "Artisti e stronsade" è sempre dietro l'angolo. Eccolo che sbuca, 'spetta che ci butto un video art da 50 chili!

Le riserve prendono piede da alcune banali riflessioni. Banali, ma in questi casi secondo me occorre partire dalle cose più evidenti:
-se io fossi stato Andy Warhol, avrei dato un impulso fondamentale all'arte degli ultimi 40 anni e avrei ad un certo punto constatato che l'arte del '900 è anzitutto marketing, mercato. Ok, io non sono mai stato Andy Warhol, ma la sign... ehm il signorino ha ragione. E quindi ci sono apposite fiere d'arte - Artissima è una di queste - che danno impulso e amplificano il fenomeno. Ok, sono d'accordo, anche l'arte necessita di promozione.
-ma, siccome l'arte è tale perchè si legittima anzi si autolegittima negli appositi spazi, gli spazi dell'arte (musei, gallerie...), siamo proprio sicuri che l'arte c'azzecca sempre in Fiera? La Fiera è ascrivibile agli spazi dell'arte?
-anche ammesso ciò - siamo nel 2007, ammettiamolo, mica ci facciamo problemi - torniamo al mai troppo sviscerato discorso del giudizio soggettivo, il giudizio critico-estetico del singolo individuo, dinnanzi all'opera d'arte. Un discorso che non trova MAI uno status quo nel corso della storia e che oggi - dalla critica contemporanea - viene per lo più trattato come "rivalutazione totale del giudizio soggettivo", vale a dire non c'è arte nè artista senza il proprio uditorio (torniamo al discorso dell'arte = mercato). Ma il punto non è questo. Il punto: io soggetto mi trovo in difficoltà quando passo per le gallerie di arte contemporanea, per le mostre e le varie Artissima e compagnia perchè io ritengo che il confine tra arte e non arte si faccia molto, molto, sempre più labile perchè ho l'impressione che ci sia tanta, tanta paccottaglia.

Insomma, sicuri che tutta 'sta roba sia arte?
se della legna da camino gettato in terra è arte, va bene, ok

se una spirale recante la scritta "Bere birra con gli amici è la più alta forma d'arte", ok, ok
artissima 2007
se degli sloveni che piazzano lì scatoloni e palettes fanno arte, ok, va bene (anche se secondo me è andata così: i palettes li avevano già in fiera, sono entrati 'sti sloveni in periodo ancora non-UE e, una volta colti in flagrante dall'organizzazione, hanno detto: "Hey, siamo artisti sloveni ed esponiamo qui con i nostri... blocchi di legno" Organizzatori: "Ok, abbiamo visto di peggio")
foto di artissima 2007
se un albero con barre rosa è arte, ci sto, ok
foto di artissima 2007
se una giacca recante la scritta (peraltro dannatamente vera) "Le donne ricche sono belle", ok, ci sto, è arte (già, Joseph Beuys ha proprio dato la più sterzata nell'arte europea che il secondo dopoguerra ricordi)
foto di artissima 2007
se bucce di arancia a supporto di un tavolo creano una composizione d'arte, ok, va benissimo, si vede che è arte,
foto di artissima 2007
se le spazzole dell'autolavaggio sono arte, ok ok sono arte,
artissima
se utensili vari raccolti a caso compongono un insieme d'arte, è arte, per forza
artissima
se decine di bottiglie ghigliottinate abbandonate sul pavimento sono arte, ok, ci sta, sono d'accordo

se delle biciclette su di un parquet sono arte,
artissima
un enorme pallone dorato
artissima
e delle camicie appese al muro sono arte, ok, ok (sempre che non siano Nara Camicie!)
artissima
se dei palloncini sono arte,
artissima
dei manichini ornati e
artissima
delle brocche d'acqua sono arte, ok... sono arte, va bene
artissima foto
se un telo appeso al muro è arte
artissima foto
un cerchio nero suprematista ultra lucido e (il suprematismo originale invece non si discute)
artissima foto
la scenografia del concerto dei Daft Punk sono arte (effettivamente sì!), ok ok
artissima foto
se sono arte anche dei drappi colorati a mo' di scala cromatica
artissima foto
e il triangolo nero suprematista satin
artissima foto
se anche una calamita(gigante) con del filo spinato intorno è arte, va bene, ok,
artissima foto
se un ombrello sospeso sopra le nostre teste è arte, ok ok..
torino artissima
se il tappeto del mio bagno è arte, ok, l'avrei venduto a caro prezzo cazzo
torino artissima
se i butei immortalati dio sa quando e come - ditemi che non siamo noi! Ditemi che non siamo sbronzi!- sono arte, ok, allora siamo arte (grazie grazie)
torino artissima
allora anche un cestino Lingotto Fiere senza e con butel2squared è arte
torino artissima


torino artissima
oppure un estintore senza e con butel2squared è arte, ok ok, ci sta, è arte




E poi... fiat art!
Comunque dei "pezzi" provocatori e interessanti c'erano. E se l'arte contemporanea non è provocatoria, che arte è? [questa l'ho recuperata direttamente dal manuale della retorica, grazie a tutti per il supporto, ho otto autori che mi seguono]. Ed è qui, che si gioca tutto il voto positivo di Artissima: ricerca e provocazione.

Ad esempio le foto di questa galleria di Parigi scattate alle donne chic davanti alle boutique parigine dell'alta moda dove sosta il tizio con la giacca di cui sopra

un tentativo di fondere paesaggismo e Pollock

la versione vampiresque e mignotta luci rosse anni '80 del Bacio di Hayez

la foto di tanti inermi Superman sospesi su alcuni pali

l'immancabile pezzo di Cattelan (era lui, siamo sicuri?)

il video spassosissimo di un tizio con la testa di zucca che accidentalmente sbatte di qua e di là senza soluzione di continuità, ad infinitum

un Klimt in inedita versione inshallah

un prigioniero che ce l'aveva quasi fatta (ha incontrato un leggerissimo impedimento, "com'è umano lui...")

un aereo che decolla tra cartoni di prodotti alimentari vari

l'uomo che s'incula la gallina, apprezzatissimo dai molti

enormi tele astratte probabilmente mutuate da Isaac Mendez di Heroes

il solito specchio con la scritta sopra, in questo caso un'azzeccata "This is shit", versione da parete della celebre t-shirt "I'm with stupid"


Il pubblico
Com'è d'uopo su Sentenziosi, un occhio alle pheegh... ehm agli avventori. Ribadendo che Torino ha due facce (Torino, capitale italiana dell'arte contemporanea e il suo alter-ego Tarrino, la capitale del tarro /tamarro), ora sappiamo dove va la Torino che piasce alla gente che piasce. L'afflusso ggiovane c'è, ma non giovanissimo ecco. Pubblico over 25, principalmente over 30, fino agli over 40, divisi tra proto-intellettuali e critica del menga. A sprazzi gente pure curiosa. Alcuni grandi pezzi di gnocca, se interessa (certo).
Un rapido saluto al nostro amico(?) sempre di corsa Roberto D'Agostino, "Scioèè sapete anche voi che... con Robberto siamo amisci da 'na vita..."

(possiamo dire che non ha apprezzato granchè lo scatto) e un bel voto alla nostra opera preferita:



"Dama con cagnellino", una gran, gran sciacalla a cui risparmiamo la notorietà (e le polluzioni di Upstream) con una curiosa creatura pelosa a seguito, un essere mitologico, incrocio tra cane, cammello, asino, Chewbacca (o Chubeca, all'italiana).

Sezioni collaterali
Che nessuno di noi ha tenuto in considerazione:
-Artissima Fumetto
-Artissima Volume
-Artissima Cinema
Chiedetemi di che si tratta, e vi dirò che si curano rispettivamente di fumetto contemporaneo, cinema contemporaneo (cinese, Shangai), neo-avanguardie musicali contemporanee.

Post ex post by B2s
Domenica 11 Novembre il simpatico telegiornale di Rai 2 dedica ampio spazio alla rassegna di Artissima. Tra gli interivstati, presenti all'evento... cioè... indovina un pò? Ebbene sì, il nostro Lapo nazionale che si lancia in uno dei suoi sproloqui carichi di surrealismo. Vera arte. I concetti espressi dal vu-cumprà più famoso del mondo erano più o meno i seguenti:
"Abbiamo (Abbiamo chi?) chiesto ad artisti di tutto il mondo di interpretare il futuro è questo è stato il risultato, secondo me eccellente. L'arte è provocazione (ah si? che novità, un'affermazione del tutto inedita - e sta facendo progressi!) un'opera d'arte deve suscitare reazioni nell'osservatore.. etc etc etc" .
Insomma le solite minchiate. Se non sei Piero Manzoni, un genio, la merda è sempre merda. Ad artissima in mezzo a tanta paccottaglia, come già detto da B1, che colgo l'occasione per salutare (posso salutare anche la mia famiglia e tutti quelli che mi conoscono?) c'è della vera avanguardia come quel piccolo genio che si è fatto fotografare con la giacca con su scritto le donne ricche sono più belle davanti alle griffes parigine.
Tuttavia l'arte per B2s non è tutto ciò. E che cos'è allora? Non lo so. L'arte è morta.

Conclusione
Mentre l'arte è morta, Artissima a Torino resta un evento molto interessante, tutto sommato più che positivo. Promosso. Bene, bravi, bis.