Circolo ARCI Kroen, Villafranca di Verona
This is Post Fiction, baby
Premesso che:
A Verona non esiste alcuna corrente di pensiero alternativa a ciò che è definito mainstream. Altresì ciò che si autodefinisce alternativismo è invece subcultura istituzionalizzata o meglio ancora mainstream per pochi.
Procediamo nella lettura del post (perchè li leggo soltanto a scrivermeli ci pensa Robert Harris).
Ore 23.30 circa. Obiettivo raggiunto. Come va il mondo?
Amici. Allacciamo le cinture ora parliamo di questo zaion - Regia: "Si chiama Kroen"- si dicevo parliamo del Kroen.
Il circolo Arci Kroen o Arcikroen che dir si voglia possiamo riassumerlo così: interni lodevoli tutto il resto da buttare. Ovvero, amisci, se un giorno, avete dei soldi da buttare, volete aprire un locale e volete che fallisca contattate il proprietario/gestore di codesto locale.
Il perchè è presto detto. Il Kroen non solo non è pubblicizzato attraverso alcun canale (pubblicità più o meno convenzionale, spam, viral marketing, passaparola, sms, flautolenze...) ma anche, per aumentare le insidie, è situato poco più a destra del buco del culo del mondo e, con più precisione, a metà di una strada che quando la si imbocca presenta evidenti cartelli di interruzione per lavori in corso.
L'avventore imboccando questa strada, in cui non vi nemmeno mezza segnalazione che tu, sciocco avventore, sei sulla retta via, deve scegliere tra proseguire nell'oscurità o nell'incertezza arretrare per poi finire all' Aeroporto Catullo e prendere un low cost per Tiblisi.
I sondaggi dimostrano che ad oggi l'80% degli intervistati ha scelto la seconda ipotesi.
Pazienza. Sentenziosi persevera sulla strada che, da un momento all' altro potrebbe interrompersi e precipitare in canyon, sicchè dopo qualche centinaio di metri alla cieca ci si ritrova in una corte poco illuminata e non esattamente gremita di autovetture. O siamo arrivati in anticipo o è un parcheggio per scambisti.
Procediamo.
Butel2, noto per essere persona paziente e contemplativa (sia nella vecchia che nella nuova versione) appena scende dalla macchina, è già indispettito.
Parte l'arringa:
"E allora tu" additando il povero Butel4, che malauguratamente gli stava dinannzi "mi devi spiegare, subito, perchè, perchè, in questi circoli (M)arci del cazzo fuori ci sono sempre, sempre, sempre, sempre i soliti quattro pseudo alernativi [PA] (che alternativi non sono, in base all'assioma pronunziato inizialmente) del cazzo tutti vestiti come pseudo straccioni, con lo zainetto da cordata ma perche? Perchè? Qualcuno mi dica subito il perchè) e quattro peli marci sulla faccia. Nessuno con una bella barba incolta o altresì una barba curata. No quattro peli del cazzo, che sembrano tutti all'inizio della pubertà ma avranno almeno trent'anni. Ma che è, l'effetto della cannabis? Interrompe la crescita della barba? Eh? Dimmelo Cristo Santo (mentre butel2 inizia a farsi violento e scuotere il malcapitato)."
Butel4:"SI"
Questo dialogo potrebbe non essere mai avvenuto.
Va bè, che si entri orsù.
L'accoglienza è delle migliori. Mostrate le tessere Arci, un tizio appena svegliatosi da un lungo sonno cerebrale (era tra le comparse di Risvegli) ci indica la soglia. E ci informa che forse l'evento è già passato (si da qualche anno forse ndr B2).
Ehi?? C'è qualcuno?? C'è qualcunoooo... qualcunoooo... unooo... nooo... ooo. E mentre Eco gioca a rimpiattino con Narciso (in arte B1) avanziamo nella desolazione del locale.
Il circolo, che forse prima della nostra venuta era pure pieno ma forse no, è popolato da max 10-15 avventori il che è un grosso problema se è un mastodontico spazio distribuito su due piani. Per dovere di cronaca devo dire che il locale, dal punto di vista estetico, si presenta pur bene.
In sostanza questo Kroen è un rustico in mezzo ai campi riadattato a circolo cultural ricreativo con particolar predilezione per la musica live. Al piano terra un bar ben fornito, al piano sopraelvato, l'ex fienile, un lounge e un piccolo privè per i dj set. Gli arredi sembrano (o sono) oggetti di seconda mano, come le pellatissime poltrone smeraldo al secondo piano e quadri di qualche artista semi sconosciuto alle pareti. Sì uno scenario decisamente affascinante. Ricorda piacevolmente Il Medicine Bar di Islington, Londra o lo Schwarz Cafè di Berino. Non li conoscete? Cazzi vostri.
Nota stonata: al primo piano, la sala tavernetta con tavoli in legno e sedie in vimini, che costituisce la Cameraccia, trattoria con menù semplici ed economici (tratto dal sito del Kroen). Ok ma che cazzo c'entra? Stiamo forse cercando di fare l'ennesimo locale pigliatutto? Forse.
Ma torniamo a noi, alla serata in questione, non c'è un cane. Men che meno fighe. Forse, avvistate due donne con la figa che puzza in mezzo alla pista e, un'altra che non sembrerebbe male, accomodata al secondo piano da sola, in disparte, sui divanetti, mentre aspettava che le puzzasse la mona per unirsi alle altre, per sentirsi come le altre.
A proposito di figa, la dj, alla consolle non è male, se non erro viene dal clan del Roots. L'avevamo già vista proprio al Roots, vestita esattamente allo stesso modo ed ora la ritroviamo qui mentre propone stoicamente per pochi, pochissimi intimi una selezione electro a tratti interessante a tratti moscia, c'è una vaga aria di acciaierie tedesche, o inglesi, o olandesi (e ovviamente saranno state tailandesi).
Dopo una ventina di minuti ne abbiamo avuto abbastanza questo circolo (m)arci Kroen di Villafranca di Verona, che molto potrebbe dire ma, in sostanza, per ora non dice un cazzo e si è giocato la sua prima sentenza (del resto, diamo un'occhiata all'archivio dei programmi e la situazione è di uno start up che non convince). Tuttavia, considerati i suddetti lati positivi, forse e dico forse, ci sono ancora i termini per indire un secondo appello più avanti, il posto vale e va valorizzato.
Postilla finale
Qualcuno mi spiega perché dentro il locale ci sono max dieci persone e fuori almeno il doppio? Perchè gli amici PA vanno nei locali per rimanere fuori a fumare interminabili cicchette anzichè popolare de densfloor (all rights reserved by JenManz&JohnMar)?
Venerdì 29/2/2008
Ore 20 Butcaverna
Radunato uno sparuto gruppo di arditi, in questo periodo di moria generalizzata dell' happening (c'è grossa crisi) e mentre un vecchio cowboy è stato reclutato direttamente dalle arsure texane per spalare le palle di fieno che corrono in Piazza Erbe (ma un pò in tutta la città), nella Butcaverna un caucus di giovani sentenziosi si riunisce per decidere che ne sarà della serata, delle loro vite, del mondo.
Innanzitutto viene imbastito un piccolo gruppo di ascolto sulla 58esima edizione del festival più amato dagli italiani.
Il comitato si divide in tre mozioni:
La Mozione di Butel1 é intitolata: "Trash ricco mi ci ficco"
Butel1 sostiene che "se tutti sparano sul festival, io sto col festival".
La Mozione di Butel4: "La Tata Angelo è una macchina nuova?"
La famosa casa automobilistica indiana ha fatto una nuova utilitaria. Piccola compatta. Due e quattro porte. Gay friendly.
Butel2 sostiene la seguende mozione: "Ottenere finanziamenti dallo stato per trovare un modo per infilarsi in Lola Ponce."
Butel2 tornato dalle tenebre (Non sono più butel2 il grigio, sono butel2 il bianco. E che cambia? Beh che sono Bianco) vi svelerà un segreto; Lolaponz e Ciodimaggio sono i Jalisse. Comunque vorrei mandare un messaggio alla Lola: "Lola me te farei più di Leonardo Fumarola!"
Le mozioni sono approvate tutte e tre all' unanimità (boh! come minchia funziona?), il dibattito procede si discute circa il programma della serata.
Ore 23
Mentre i butei snocciolano perle di saggezza una dietro l'altra ("Gianni Sperti si tromba la De Filippi sicuro al 100%" "Chi te l'ha detto Butel2?" "Lo so" "Bene"), dal nulla spunta Butel5. O forse è sempre stato con noi. O forse non è mai esistito. Fatto sta che non siamo più alla Scarpa e un Soccolo: benvenuti all'Higlander (è serata amarcord ragazzi) stiamo bevendo della birra e Butel5 ci informa che: "All' ArciKroen stasera elettro night".
Silenzio.
Butel1, per primo, si riprende dallo scompiglio. Cosa sarà mai questo locale, dal teutonico nome, che suona musica elettronica, il venerdì sera, a Verona, quando solitamente o ti Berfis o ti spegni?
Butel1:" Scusa caro amico B5, cos'hai detto?"
Butel5:" Comune denuclearizzato in provincia di Brescia"
Butel1:" No dopo. L'elettrocosa?"
Butel5:" Elettronight, al kroen il nuovo locale arci de ballà a Villafranca di Verona"
Butel1:" E parlaci un pò di questa elettronight chi c'è? Chi non c'è?"
Butel5:" Electronicat+Miss le bomb."
Dopo un rapido Blitz alla butcaverna per consultazione dei maispeis degli "artisti" in questione vengono prese decisioni irrevocabili.
Ore 22
Butel1:"Per me costata di vitellona. Una miticaaaaaaaaaaaa!"
Butel2:"Pennette alla cubbbana eee spiedini grazie"
Butel4:"Sedanini alla vodka e grigliatissima"
Butel cameriere:"Da bere?"
Butel1:"Un buon litro di rosso mezzo litro di acqua frizzante grazie"
La differenza tra cenare alla Scarpa e un soccolo e cenare a casa tua consiste unicamente nel fatto che alla fine paghi una decina di sporchi euri. Certo, uscendo gravido, ebbro e in un certo qual modo soddisfatto.
Ad ogni modo i nostri si ritrovano inaspettatamente nella trattoria più amabile di Verona. Dove il sosia all'amatresciana di Kavinsky con più panza ma con la stessa sgarbatezza serve i piatti.
La scarpa e un soccolo è un rifugio dalla modernità: prezzi in lire, televisioni mivar basso costo sintonizzate su canali a diffusione strettamente regionale che trasmettono la bella musica italiana e quindi vai di Meneguzzi, Daniele Stefani (E'vivo. Lo sapevate? Su Buteisciannel), Pino Daniele, le nuove Paola e Chiara e via così.
La Scarpa e un soccolo è un posto old style, un posto pre euro, un posto anni ottanta, un posto quando avevamo le pezze al culo e lo sapevamo ed eravamo felici.
Scarpa e un soccolo ti amo.