31 marzo 2008

Concerto dei Queen - Arena di Verona

Aggiornamento
Chill out, respirare, circolare, circolare, non è successo niente: la tappa dei Queen si sposta da Verona a Milano. Fine.


Le reunion vanno di moda, si sa.

Anche l'incentivo rottamazione dice sempre la sua: i Queen ovvero ciò che ne rimane saranno in concerto all'Arena di Verona il 28 settembre 2008. La data sembra proprio ufficiale, così dice il sito della band.

Lo sapevate? Beh, io l'ho sentito oggi e mi sono chiesto: "E mo' chi cazzo sale sul palco?".

Ok, Show must go on e tutt'e cose, ma fatti due conti:
- Freddy Mercury ok, lo sappiamo, spirò per quel vizietto col deretano, vabbè. Il sostituto, Paul Rodgers, è onesto anche se non è mai stato particolarmente credibile (del resto è tecnicamente impossibile sperare di rassomigliare alla più grande voce rock di un'epoca).
- John Deacon, bassista, diede il ben servito, e allora nuovo bassista anonimo.
- restano gli ottuagenari Roger Taylor e Brian May, qui in foto,

queen in concerto all'arena di Verona

e appunto Paul Rodgers.

La musica dei Queen piace un po' a tutti ma l'operazione da marketing nostalgico - che stanno portando avanti da trooooppo tempo - mi perplime (by Accademia della Crusca).
Praticamente è diventata una semi-band, o una semi-cover band, a seconda di come la vedete. Per mantere il brand, la ditta, la ragione sociale e affrancare il pubblico più fedele da ogni dubbio etico, sono entrati in fretta e in furia in studio per incidere un album tutto per Rodgers, in uscita proprio il primo settembre: "Heh, avete visto? Lui è un vero Queen ora, noi siamo i Queen, orrigginal".
Il target è Old groupies.
Il cost del biglietto ovviamente sarà proibitivo.

Bella minchiata.

29 marzo 2008

Festa di Grifoni - Klub59, atto secondo

NOVITA'
sul Klub 59 di Verona
/fine Novità

Segnalazione. La serata è il 29 marzo, la serie è "A volte ritornano", il locale è il Klub59 di Verona, la serata è (nuovamente) la festa di Grifoni, l'annuncio è di 2Night, che evidentemente (ri)legge Sentenziosi:

la festa di grifoni al klub59 segnalata da 2Night.it

"Festa fashion piazzaiola" porta l'asta un gradino più in alto, semplicemente.

Qui il flyer esclusivo di questa festa esclusiva: elegante, semplice, direttamente dalle etichette delle bustine di zucchero di canna più esclusive

flyer della festa di Grifoni al Klub59 di Verona

Il comunicato esclusivo di questa serata blasonata ed esclusiva di questa griffe blasonata ed esclusiva, per ggente esclusiva*:
"Torna uno degli eventi annuali nel mondo del fashion cittadino, la festa organizzata dallo staff di Mauro Grifoni. Serata blasonata, ospitata quest'anno dal Klub59 in collaborazione con El Divino di Ibiza. La festa, su invito, si ispira al suono glam dei club delle baleari, con special guest dj Cuccino, seguito dal resident dj Fabio Slider. House raffinata, di certa qualità, scaldata dalla voce della special guest from New York Enjoy Prissy Love.
Buffet dalle 21.00. Ingresso riservato ai soci."
Il mondo fashion cittadino (che non esiste), il suono glam dei club delle baleari (uno non sogna altro...), la house raffinata, di certa qualità (lo dice ormai smaliziato, come fosse il minimo da attendersi).

E ti senti subito esclusivo
Dico A ma anche B, o meglio siccome è B allora è A: la festa è su invito (sarebbe quello) ovvero l'ingresso è riservato ai soci. Cioè come sempre, qual è la novità? La novità è che questa festa una volta era annuale, ma alla fine - disciamolo, disciamolo - ci guadagnano tutti e allora l'happening si ripete.
Atteso un franchising a breve.


* la comunicazione pubblicitaria è curata direttamente da un'agenzia di Adv degli anni '80, fallita nell'81

25 marzo 2008

Segnalazioni varie: Shout Out Louds & Editors a Milano

- Martedì 25 Marzo: Shout Out Louds a La Casa 139, Milano -

Indie band svedese. due album.
Il primo sbarazzino, frizzi&lazzi, vieni qui giovane biondina intrecciamo le nostre lingue rotolando sul nostro letto ikea.
Secondo album più intimista e malinconico, molto Cure.
I referenti sono più o meno sempre gli stessi: strokes, belle&sebastian, Cure appunto e tutta la ridda indistinta delle indiepoprock band.

L'uomo del monte (frut1) da anni impegnato in un learn-by-doing su suolo svedese alla ricerca di sempre nuove patatine vogliose sonorità, dice che sono ok. In verità non ho capito a cosa si riferisse ma convengo con lui in ogni caso.


- Venerdì 28 Marzo: Editors c/o Alcatraz, Milano -
chi è quel coglione che spenderebbe 20 euri per una cover band dei joy division misti ai primi U2?
Aahahah
Ahah
ah
....
Vabbè ultimamente va così, scelte poco lungimiranti.
Venerdì scorso ad esempio sono stato all'interzona, serata hardrock punk emo core screamfolk zioskan i pesta de brutto. Generi che notoriamente mi provocano ampi e rigogliosi prolassi rettali.
Ero lì per i settlefish, il cui ultimo album non mi era tuttavia dispiaciuto (proprio perchè in buona parte lontano da quelle sonorità), invece nada, non è scattata la scintilla.

Che poi questi gruppi sono anche curiosi da osservare, batterista che legna come un fabbro, cantante che emette grugniti rantolando in mezzo al pubblico e resto della band con sguardo severo e torvo.


- Sabato 29 Marzo: Medley Station c/o Studio 90 (ex Boomerang) - Verona -

boomerang studio 90 verona

Flyer realizzato secondo il noto "approccio grafico lo-fi" (= uso ancora paint e le clip art di word 97, problemi?)

Nessuna info sul/i dj, probabilmente gli stessi organizzatori.
Tentativo di importare a vr una serata altrove già consunta e ampiamente mainstream? Nah, divertissement di un gruppo di amichetti.
Previsioni: clima da circoletto di butei dei ggiri ggiusti (se avete frequentato il fracca o il maffei negli ultimi dieci/quindici anni sarà come essere ad una cena di classe), revival del fu cagonismo con importanti innesti della Loggia delle Zucche Vuote (from Frinzi) e precipitazioni sparse di patata (molta patata). Serata perfetta se fossi a vr.

In altri termini asfittico divertimento da vetrina, qualcuno indosserà i suoi super retro sunglasses gialli presi di nascosto da made in europe e attualmente ricoperti da una coltre di polvere, qualcun altro la maglietta con le scritte grandi colorate say yo! to this dicky world. Già.

b1 potrà finalmente esibire i suoi Cheap Monday lilla, per l'occasione imbottiti di plastico. il nostro si farà infatti brillare al terzo passaggio di D.A.N.C.E (secondo le mie stime intorno alle ore 0019).

22 marzo 2008

Showroom - Padova

Sentenziosi torna in discoteca: è nuovamente Sentence Trash. Al blasonato Shoowroom di Padova.

Casus belli
Butel2, col ghigno da PR & Marketing Manager in conferenza stampa: "Sveglia, questa sera ti portiamo in una discoteca per papponi!", prosegue il ghigno da ebete.
Butel1, il "ti" di cui sopra: "Sì".
Il che significa UNA COSA SOLA: cercare tutti i records in merito a discoteca per papponi sulla Bibbia. 2Night.it ovviamente ha molto materiale su questo Showroom di Padova (Noventa Padovana). Troppo, materiale. Ed è subito ammore, il trafiletto sul venerdì sera non lascia scampo:

discoteca shoowroom padova

Glitter, fashion, mood, tendenze, stili, design lifestyle e tutto il cucuzzaro: è una discoteca per papponi. E stiamo trattenendo le risate. Ma c'è di più, il MITICO commento etilic... ehm redazionale:

shoowroom - nontantola padovana - padova

Non sappiamo che tipo di produzione testuale sia questa, ma è un capolavoro del genere, qualunque esso sia. Dopo anni di simili letture (perchè noi - ripetiamolo! - adoriamo 2Night e lo consultiamo quasi quotidianamente), abbiamo un sospetto ormai fortissimo: secondo noi, la redazione vera di 2Night è in ostaggio per mano di un network di troll, software che "pescano" contenuto random in rete e lo schiaffiano su 2Night a tradimento, senza nesso. Ne siamo quasi certi.

Showroom Blunotte, Padova. La recensione
Noi ci siamo stati venerdì in 'sta scatola con dentro i truzzi, le truzze e la musica truzza. E volendo essere pignoli pignoli, all'imparziale punto di vista dei troll ribatteremmo che:

"Lusso, cura del dettaglio e ricerca dello stile fanno la differenza nella maison notturna Blunotte a Padova"
No.

"Non solo una filosofia, non un semplice stile, ma una vera e propria stylosophy, o meglio “B” Stylosophy, che interpreta la nightlife rendendola un nuovo modo d’essere, un modo ricercato, affascinante e alternativo di vivere “la notte come specchio del giorno”"
Questa l'ha scritta Lapo Elkann dai. E qualcuno ci spieghi subito cosa significa B stylosophy. Anzi anzi, non vogliamo saperlo, non spiegacetelo "MMAAAAAAIII PIUUUU'!" (feat. Antonio Zequila).



"New Chic"
New Chic, New Chic.

"Il design e la ricerca dello stile, prima di tutto: cibo di design, musica di design, arredi di design"
Cos'è il cibo di design? Cos'è la musica di design?
Mangiare una poltrona di Philippe Starck? Ascoltare lo sbattere delle ante d'armadio Ikea?

"Atmosfere ricercate"
Molto ricercate. Dall'Interpol.

"Suoni da ascoltare e da ballare"
Quando non sono da mangiare, ovviamente.

"Esplora un nuovo modo di concepire il divertimento"
Ok. Quale?

La musica
Che musica potrà mai ascoltare un esercito di truzzi? Il truzzen-mix, ovviamente accompagnato dalla calda voce del vocalist Aisha, o Khaled, o Gigi.
HitMania Dance 1993 in qualche modo è un disco eterno. E' così, le chiacchere stanno a zero. Com'è possibile? Non chiedetecelo "MAAAII PIUUU'!" (feat. vedi sopra).
Abbiamo anche qui una teoria: la musica è anche questione fisico-matematica (del resto si tratta di onde). E la matematica non è cosa per tutti. I meno dotati - c'è una cosa chiamata QI - sanno lavorare su pochi numeri, su pochi tipi di operazioni, o su poche note. La house commerciale che va di voga in questi posti insiste su pattern e variazioni elementari e non ricorsivi.
Quindi...

Note positive
"Pronto?"
"Ciao Frut1 siamo i butei. Buona pasqua"
"Ma non ve ne frega niente della pasqua"
"Sì, ma dovevamo dire qualcosa in questo paragrafo"
Comunque fra i pro possiamo mettere:
- il target 20-30, con alcune strappone da tenere in considerazioni, la scosciata è di casa (molto bene). La vuoi? Offricci da bbere, te che cce sai de donne...
- alcune pheeghe annoiatissime, appoggiate alle pareti. Deliziose.
- alcuni butei annoiatissimi, appoggiati alle pareti. I Butei, noi.
- alcuni butei annoiatissimi, lanciati in pista al tempo di tunza-tunta-tunza. Sempre i Butei, noi. Abbiamo accompagnato Butel3 felice come una pasqua: "Dai dai dai, andiamo in pista, lanciamoci in pista, in pista... pista!". Butel3, 5 anni, in visita allo zoo?

Conclusione
Lo Showroom Blunotte di Padova è quel genere di discoteca, dove ogni tanto fanno la serata Miss *aggiungere nome discoteca*. E ovviamente in quelle serate è un tripudio di pheegha di contorno, come l'insalata:

miss shoowroom
Courtesy from 2Night


Praticamente la visita allo Showroom è servita per inserire Padova nel menù a destra.

18 marzo 2008

Baustelle - live Vicenza

Logico: quel tristone di Butel-M* recensisce quei tristoni dei Baustelle, band toscana tornata a febbraio con un nuovo album (Amen) niente male. Perchè ogni tanto (un "ogni tanto" che statisticamente emula le posizioni dell'Italia nella classifica europea dell'ultima ora) anche la scena italiana ufficiale dice la sua. A mio avviso tale svolta ufficiale della band si assesta con l'album precedente (chi non ha sentito "La guerra è finita"?), un album che - disciamo come discene l'altri - "suona bene, suona hi-fi", lontano dall'esordio lo-fi di "Sussidiario illustrato della giovinezza", gran prova di album, album indie: quando i Baustelle erano ancora in quattro, quando il quarto faceva la differenza, quando la strada non era quella di un rock pulito, quando Rachele era più bella, quando la ragazza della porta accanto non li conosceva mentre ora "vede la fine in me che vendo / dischi in questo modo orrendo" (e dopo questa stronzata di citazione, me ne vo' dove merito).
Amen è - comunque la pensiate su 'sti annoiati musicisti preda d'assenzio - l'album italiano di riferimento di questi mesi, probabilmente di tutto quest'anno. Qui il loro myspace per ascoltarvi qualche pezzo. E il live, com'è? Tengono botta?

Baustelle - MaxLive di Vicenza

Finalmente ho capito come ci si sente laggiù, seduti tutti belli composti, lì in mezzo agli eleganti ospiti della platea del teatro Ariston. Sabato 1 marzo sono stato al MaxLive, nei pressi di Vicenza (esattamente a Costabissara), per vedere per la prima volta suonare i Baustelle e seppure non voglia assolutamente paragonare la noia mortale di una puntata di San Remo al concerto del gruppo toscano, devo ammettere che la cosa mi è realmente passata per la testa.

baustelle: la band
appena discesi dai destrieri, in vista del saloon, perdindirindina

Il MaxLive è una struttura di recente costruzione (a quanto ho capito è stata inaugurata nella primavera del 2007), molto bella, molto curata: parcheggio, bar, un auditorium con un migliaio di posti, organizzato tutto molto bene. C’è solo una piccola controindicazione: non è assolutamente adatto ad ospitare un concerto di musica pop. A meno che non abbiate sessant’anni, una prostatite e una badante rumena al seguito. Il ritratto dello spettatore medio di San Remo insomma. Io non vorrei sparare sulla Croce Rossa (Cristo sono anche vicentini) ma, davvero, guardare un gruppo che suona canzoni pure abbastanza energiche (almeno nella prima parte del concerto) e doverlo fare seduto quasi si fosse al cinema, è stato surreale. Tant’è che una iniziale insofferenza (la tentazione di salire sul palco smoccolando al grido di “demoliamo questa baracca” è stato davvero forte sulle prime) ha lasciato il posto ad un san remese spossamento e mezzo abbiocco.



C’è da dire che i ragazzi ci mettono pure del loro: il disco a mio modo di vedere è davvero bello, ma il loro live, a tratti, mi ha perplesso. La scaletta ha privilegiato nella prima parte due tre pezzi molto ritmati ed energizzanti, tra i quali “Charlie fa surf”, per poi aprire una parentesi fatta di brani più melodici e lenti. E qui è partita la fase sonnolenza. Fortunatamente, in un’ultima, idealmente individuabile, terza parte, il torpore ha lasciato nuovamente il passo ad un po’ di vita. La platea è pure “esplosa” nel finale (sai che esplosione) sulle note di “La guerra è finita”: ammutinamento generale, fuck the system e tutti in piè a cantare e sballonzolare.



Il gruppo, dopo la classica prima uscita, è tornato sul palco per suonare “Bruci la città” (composta infatti da Bianconi e non da Irene Grandi) e congedarsi definitivamente.

Nota a latere: mi sono innamorato, disinnamorato e ri-innamorato di Rachele, la cantante del gruppo. Premessa: è l’unica “vera” “cantante”. Nel senso che Francesco canta, canticchia, ma dal vivo emergono chiaramente i suoi limiti tecnici. Il suo pregio è quello di essere la mente musicale e il principale compositore dei testi del gruppo. Rachele ha un gran timbro di voce e canta pure abbastanza bene. E’ partita qualche stecca nel concerto, ma nel complesso mi è piaciuta davvero. Ma soprattutto è pheega. E poi ha quel non so che: jeans neri, top leggermente scollato, gambe divaricate, in piedi di fronte alla pianola, con l’aria di una che se potesse se la scoperebbe quella cazzo di pianola. Al chè avrei pure voluto essere io la pianola. Solo che capita che per scrivere ste stronzate che state leggendo, io decida di documentarmi un attimo su sti cazzo di Baustelle. E succede pure che io capiti sul sito di Mtv per dare un’occhiata ad una vecchia video intervista. E capita ancora che io senta Rachele aprire bocca. E, Cristo, no, non si fa così. Cioè, richiudila all’istante quella bocca. Grazie a Dio la nostra mente ha la capacità di cancellare i ricordi spiacevoli; dunque il trauma è stato al più presto confinato in un remoto angolo del mio cervello, chiuso in uno sgabuzzino di mezzo metro quadro, con una porta che non si apre perchè c’è troppo poco spazio, senza luce e con le pareti tutte dipinte di grigio. Ho dovuto riflettere con calma, ci ho ripensato a lungo, ma si, sono ancora innamorato di Rachele. Da quando poi ho scoperto che l’occhio ritratto in copertina dell’album è il suo, ho compreso di aver fatto la scelta giusta. Si sono innamorato, però per piacere taci.

Baustelle - Amen (2008)
Venendo all’album, dopo mezzo milione di ascolti ininterrotti posso affermare con serenità che Amen è davvero un gran bel lavoro. I puristi del gruppo a quanto pare stanno un po’ storcendo il naso per la eccessiva “commercializzazione” della band, molto passata in radio negli ultimi tempi; ma che si fottano pure i puristi. Molto lungo rispetto agli standard odierni (17 pezzi) va metabolizzato per essere compreso. Gli argomenti trattati non sono affatto banali: il singolo che gira per le radio al momento si intitola “Charlie fa surf” e, ad esempio, riguarda l’adolescenza. In proposito, piccola parentesi su di un dubbio amletico che i butei attanaglia: cosa pensano in realtà i Baustelle degli adolescenti? Mia personale interpretazione del brano è che si voglia principalmente fare ironia sul mondo degli adulti e sul modo di vedere l’adolescenza come una condizione che necessiti di forme di coazione/coercizione, senza disdegnare una qualche perplessità pure sul mondo del giovane Charlie. L’impressione è che le bastonate che i Baustelle raccomandano per lui siano le stesse che vorrebbero prendessero tutti coloro che cercano di porre un certo tipo di regole. Parallelamente pare ci sia però una sarcastica visione ambivalente: Charlie non meriterebbe nessuna bastonata, perchè quello che fa è dovuto alla sua ipersensibilità adolescenziale; anche se...anche se, in effetti, una mazzata ogni tanto non gli farebbe così male. Della serie: si scherza, ma anche no. [ndSentenziosi: ma anche della serie “Dopo questo ragionamento, rinchiudete quest’uomo, SUBITO, grazie” p.s. la citazione è di un’opera omonima di Cattelan, dai lo scrivono tutti e scriviamolo anche qui…].

A parte il buon Charlie e le suo tonnellate di pornografia, si parla pure di lavoro sottopagato in Puglia nei campi di pomodori (“Spaghetti western”), della tragedia di Vermicino (“Alfredo”, canzone, senza ironia, angosciante), del mondo dei senza-tetto e della loro vita alla stazione dei treni di Milano (“Antropophagus”), di libertà (“Baudelaire”). Perla dell’album, mia personalissima opinione, è l’ultimo brano: “Andarsene così” (l’intro per la verità inizia nel precedente e so ‘70s “Ethiopia”). La vera difficoltà nel cogliere il valore di questi brani deriva dalla assoluta non-banalità dei testi. La musica tende a farli scivolare e non ci si fa caso. Ma davvero, provate ad ascoltarli attentamente e scoprirete un altro album; un album in cui realmente ogni pezzo ha una sua piena dimensione e natura. Ascoltarli farà si che i più orecchiabili “Colombo” e “Il liberismo ha i giorni contati” passino in secondo piano rispetto ad una “Spaghetti western” o come dicevo “Andarsene così”. Le musiche poi sono ottimamente realizzate, con svariati innesti di orchestre (molto anni ’60) e con digressioni sull’elettronico.

Insomma, bell’album, discretamente bravi dal vivo ma categoricamente da risentire in altra location.

recensione di Butel-M*

16 marzo 2008

Inaugurazione negozio D&G - Verona

L'Impero del Cattivo Gusto ha adepti in ogni dove, li incontriamo ovunque, di giorno per strada, all'università, al lavoro, facendo shopping, li incontriamo di sera in centro, nei locali, in Piazza, al ristorante, ai concerti, in discoteca. Sono fra noi, ci osservano, ci studiano, si credono sempre vestiti bene, sicuramente meglio di noi: è la pheeghetta della Frinzi, è la donna media della piazza con moroso venditore di guarnizioni, è la commessa di Blue Express, è la cameriera del Lui&Lei, è la tizia che ballava sul cubo al Berfi's, quella che ora fa l'aperitivo al Bugiardo, quelli che stanno 4 ore di fila al Cortez, e così via. Questi adepti sono vampiri, si nutrono di cattivo gusto, lo digeriscono e devono rinnovarne la ritualità: lo fanno in appositi santuari devoti alla causa.
Tali santuari sono altrettanto ben distrubuiti, perchè l'Impero del Cattivo Gusto è una holding in attività 24h al giorno la cui invasività è: atavica e universale, investe con costanza e si espande a macchia: d'olio, di leopoardo, di merda.

Sa Dio quanti santuari/avamposti è riuscito a piazzare zitto zitto e quatto quatto a Verona nei decenni, ma ora ha sferrato un colpo da maestro, e come direbbe quell'amico mio

d&g Verona

dovremmo seriamente riflettere se non sia il caso di passare al lato oscuro.

Sinceramente devo capire in quali cazzo di mailing list io sia iscritto, ma spero di non essere l'unico perchè mi piace credere che altri ricevano inviti del genere (e questo è uno di quelli buoni...):

negozio d&g a Verona
L'invito parla chiaro: un bel marchio, un bell'evento,
tanta bella gente come quella in foto. Certo.

D&G ha aperto un nuovo negozio in via Mazzini a Verona. Ovvero una ragione in più, per evitare la via più marcia di Verona. Su questo discorso, le chiacchiere stanno a zero. Butel1 - la lettera recitava così eh - è invitato al cocktail d'apertura. E siccome detesta D&G, ovviamente ci va: si tratta di rappresentanza e sorrisi, Sentenziosi non vuole perdere gli investimenti pubblicitari del quotato duo, fresco di indagine della procura di Milano per un caso di evasione fiscale, che sicuramente si risolverà per il meglio (se no, ripeto, sai gli investimenti pubblicitari su Sentenziosi? Maaaronn', nun ce vogle penzà...)

Rapide considerazioni random sulla cosa
- troppa gente ma nel complesso inaugurazione decente, sicuramente meglio delle scene da "assalto alla nave in partenza per il nuovo mondo (e vivo in Italia nei primi del '900)" viste a Milano in simili occasioni
- D&G, seconda linea di Dolce e Gabbana (flagship store tuttora residente in corso Porta Borsari) legalmente iscritta al registro del Cattivo Gusto, più che una boutique, ha aperto un negozio per teenager plagiati dal marketing con target teenager (giustamente) e pheeghette universitarie dell'ultima ora con l'impellente necessità di vestirsi da mignotte (giustamente).
- la decadenza del negozio - intendo lo spazio fisico lì in via Mazzini - è definitiva: crollò Versace, crollò (mi pare) Bulgari, ora è l'Armageddon. Il sopravvalutato concetto di Made in Italy DEVE finire nel cassetto, non se lo berranno manco più i turisti.
- vedendo la serietà con cui pheeghette e cinghiali svolgevano il lavoro di poseurs - osservando soprattutto come cazzo erano vestiti questi - colgo le conseguenze di questa discussione sull'inaugurazione del negozio: "Inaugurazione D&G a Verona, ci andreste?" (eh queste so' le discussioni in cui spendersi...): notare il passaggio cruciale "Mi vestirei abbastanza semplice, un bel jeans con una maglietta magari un pò "velosa" a maniche lunghe e sopra una bella giacchina o se il tempo permette un bel trench, con le decolletè". Eh sì: e poi... stai da dio guarda!
- comprendo infine il significato di "seconda linea". Si intende seconda scelta, come la merce scartata dal campionario di prima qualità. Solo che la merce scartata è quella di Pimky, presente pochi passi dopo
- manco fosse la tua squadra di calcio, pieno di idioti con capi visibilmente stampati D&G

10 marzo 2008

Festa della donna all'Oxo

Direttamente from hell (nonchè dalla gattabuia dei commenti), Wonder lustra per prima (e ultima) la strada ai fondamentali resoconti delle serate per la festa della pheega. Location: siamo nella discoteca con la cliententa più sfashion di Verona, della provincia di Verona, del Veneto, del Nord Italia (DEL MONDO?): l'Oxò. Che, per inciso, è così sfashion proprio perchè il locale è sedicente fashion, c'est une équation terrible.
Un resoconto a tratti eroico, mai avremmo potuto osare. Quel posto è il male.


"Serata oxo
pro: a me il locale piace
contro: odio la coda alle casse con quelle che continuano a ballare anche se stanno aspettando di pagare per andarsene. ma illustre rappresentante dell'idiozia femminile, non vedi che là in mezzo c'è 'na pista? che cribbio ci fai qui a saltarmi addosso con i tuoi tacchi da quattro soldi? hai per caso mal di piedi? non te l'hanno detto che alla festa della donna non si rimorchia? potevi pure venire in tuta che tanto c'è scuro e non si nota. te l'hanno detto che la tatangelo non ha più la frengettona? che aspetti a tagliarla?
scusassero excursus.

Arriviamo (io e altre 13) facendoci largo tra il tappo di gente fermo all'ingresso, mentre "quel pezzo di figo" unto come un'impanata sculetta le sue chiappette in un paio di mutandine da donna ed evidentemente troppo piccole (gioite maschietti, pure molto poco dotato, si parla di 5 cm eh! l'occhio m'è caduto lì x sbaglio)

discoteca oxo: festa della donna
Scusa Wonder, ce l'hai col mio amico comunitario Viktor?

con tanto di vecchiotte seguite da figlie in età pre-adolescente (si si, parlo di 9/10 anni eh!, ma come crescono ste povere creature) che, smaliziate, bevono e ballano sui cubi, mentre le di loro mamme sbavano dietro a sto tipo: ok ok ci può stare. serata prosegue, musica buona, ben animata. decisamente troppa gente, sempre i soliti. che ballano, ma si guardano intorno. ok ok ci può stare.
ore 3.30 circa, splendida idea di andare a letto, avuta in contemporanea da 200 persone, la metà ancora salta (Dio mio spiegami perchè! vedi sopra) e forse meno di un decimo ha rimorchiato. ok ok ci può stare.

risultato: locali a parte, basta la compagnia per divertirsi. per favore risparmiateci gli spogliarellisti, o almeno prendete dei veri uomini -si, con la bolla che a me piacce tannto- non tipi con meno peli di me (e qualcuno per favore mi spiegi perchè si balla alle casse con una pista vuota per 1/4)"

Wonder

La cassa status symbol? Centro economico-pulsante-trainante del locale? "Cioè è trooppo l'angolo giusto"? Questa mi mancava. Iddio li maledica.

07 marzo 2008

Festa della donna a Verona

Trash update
Da leccarsi i baffi questo aggiornamento, che ti scovo made in 2night.it un intero reportage sulla Festa della Donna a Verona. Altre serate "all the women who are independent, throw your hands up in the air" segnalate a: Klub 59, Vyrus Cafè (Vago di Lavagno), Gasoline (S.Michele), Ombelico. L'unico a fare le cose come si deve(?) sembra il Klub 59 col dj che propone "musica in stile Saint German" (l'espressione chiave è "in stile") e con le telecamere di All Music, ma a noi già piacciono queste due proposte:
- "Al Vyrus Cafè si parte dalla cena, un Sex Service che sa tanto di piccantino e di risatine sotto i baffi. La cucina prevede piatti da gourmet e porzioni da lupi famelici... come voi!"
Direttamente dalla sceneggiatura di un film della Fenech, un plauso al doppio ammiccamento alla lettrice media, quella sporcacciona che non è altro.
- ma è quando si parla di Gasoline e Nessun Dorma che il nostro copywriter preferito (non uso il plurale perchè ci piace pensare che non ci sia un'intera redazione dietro) si dev'essere sentito in imbarazzo fino alla fine, "lo scrivo o non lo scrivo?", "me la sento o non me la sento?", la mano tremante alla fine decide di osare: "bei giovanotti dai fisici prestanti che sculetteranno solo per il vostro piacere!!". F-a-n-t-a-s-t-i-c-o!
Del resto poco prima ci aveva entusiasmato con l'antinomia "Vestitevi bene, [anzi no cambio idea] mettetevi il primo straccio che trovate, chi se ne frega, se vi sentite a vostro agio va bene così!" e con il consiglio spensierato "Chiamate le amiche, quelle buone veramente". Sì Costa, sì.
[fine aggiornamento]

Premesso e tralasciato che: sappiamo tutti per esperienza pluriennale che alcunchè di ciò che si afferma su questa festa sia vero, quindi fermi! Giù quelle mazze, voi e la vostra foia pazzesca (sì Frut1 e Upstream, mi rivolgo a voi ok?), questa è una serata trash come tante altre a Verona, niente pulmanate di fighe arrapate bagnatissime rigorosamente senza mutande con l'unico improcrastinabile desiderio di essere trapassate trapanate erose meccanicamente dal vostro real augello, ok? [n.b. sono escluse tardone over 32, prontissime a immolarsi per la causa di cui una riga fa].

Poteva l'evento più trash (festa della pheegha), nella città più trash (Verona), non essere salutato dalle serate più trash? Non poteva. Coerenza? No, l'avrebbero fatto lo stesso.
Uno sguardo all'inarrivabile sito della concorrenza per una sintetica - ma rappresentativa di tutta la gamma - serie di proposte notturne in occasione di quel presunto/sedicente Troieggiamento Totale chiamato Festa Della Donna. Ovvero: quando in Italia fanno la serata, che in tutto il mondo fanno OGNI settimana, la Ladies Night. Ma noi siamo così. Speciali...

La carrellata 2Night.it parla di una combo annienta-testicoli, secondo il redattore etilico (dio quanto ci sei mancato fratello!) non v'è dubbio, questo weekend si trasformerà in un'arena di dominatrix, l'espressione d'ordine è: "Ghrl paua!", o "uagga boia!". E comunque l'importante è non scopare troppo, ricordate...

E partiamo con la proposta Berfi's, così riassunta:

festa della donna a Verona
"E come le fa ballare Silvetrin? Diccelo, diccelo!"

Le notizie sconvolgenti sono almeno due, per quanto mi riguarda: a) Enrico Silvestrin, l'ex vj più ex degli ex di MTV, fa delle serate in discoteca. E si presume venga gente a vederlo. Lapalissianamente l'ennesima dimostrazione di una certa superiorità di un certo sesso sull'altro. b) Scopriamo così che il bell'Enrico è un sex symbol. Devo essermi perso gli ultimi 15 anni di storia.
Il nostro redattore preferito non è parco di lusinghe, che volentieri sconfinano nell'iperbole grottesca:
"è diventato un'icona del deejay televisivo post-moderno". Ehm... scusa?
Rileggiamo: "è diventato un'icona del deejay televisivo post-moderno". Beh sì certo, Silvestrin ha proprio riscritto i codici di tutto il genere, certo (?). Proseguiamo:
"Azzeccato attore di film polizieschi". Certo, circa 113, forse 114. Me ne sai dire uno? Ma per favore. Chiude in bellezza con:
"da ammirare venerdì nella consolle più trendy di Verona". Sì, ma se non dici qual è! Ti viene il sospetto si stia riferendo alla consolle berfisiana (non lo sta dicendo sul serio, vero?).

Che poi non l'aveva mai capito nessuno che il buon Enrico
Verona festa della donna
più che un vj fichetto "post-moderno" era uno che di musica ne sapeva più di altri lì dentro (parlo degli anni '90 di MTV Italia, che se vogliamo proprio dirla erano quasi accettabili). Tra le tante, ricordo che smerdò (giustamente) un sempre più borioso Puff Daddy, in quei mesi sulla cresta dell'onda dopo il successone della cover negra di "I'll be watching you", chiudendo il discorso più o meno così: "Sì vabbè, Puff Daddy, ok... ma ricordiamo che prima faceva la spalla - alla Mauro Repetto - nei video di Notorious BIG, uno che le basi se le faceva da sè, senza copiarle, e le faceva dannatamente bene". Ora, precisato il mio totale disimpegno dalla materia hip-hop e musiche da negri in generale, io questo pezzo lo sentì a Londra col fido B2 (pace all'anima sua. Ah è tornato?), e il termine "spakka kuli!" andava benissimo:




Proseguiamo con il topos strappamutandine: gli spogliarellisti, per la gioia di mia madre, ma anche mia nonna, ma anche Upstream:
spogliarellisti festa della donna
Nienteopopodimeno che i Centocelle venerdì al Primo di Bardolino. Serata sconsigliata a pheeghe isteriche, stronze, acide, caustiche, i Centocelle "si spogliano solo per le gentili signore". Ma dov'è l'ha fatto il corso di copywriting questo, alla Rai negli anni '60?

Passiamo a sabato, carrellata non stop, "e per le prime 15 telefonate, la festa della Donna è gratis!":
- Ladies Night al Nessun Dorma. Lo staff sta tuttora cercando di capire cosa sia una Ladies Night
- Cena sexy all'Oxo. Antipasto di testicoli impanati, primo di nerchie da almeno 30 cm, dessert crema di sperma, dolce
- Serata bollente al Malemi. Si è rotta l'aria condizionata, ve lo dico subito
- party tutto rosa al Pachanka (hanno ridipinto le pareti): musica maranza italiana e "un’infuocata animazione con sexy ballerini e tanto divertimento". Sì, sì...
- si distingue il Moxa: che aveva in programma the Rurals, e nell'ansia da prestazione vi aggiunge un ripiegante "Festa della donna con the Rurals, eh eh, quanta simpatia".

State a casa, va.

02 marzo 2008

ArciKroen - Villafranca, Verona

Circolo ARCI Kroen, Villafranca di Verona

This is Post Fiction, baby


sentenziosi all'arci kroen



Premesso che:
A Verona non esiste alcuna corrente di pensiero alternativa a ciò che è definito mainstream. Altresì ciò che si autodefinisce alternativismo è invece subcultura istituzionalizzata o meglio ancora mainstream per pochi.
Procediamo nella lettura del post (perchè li leggo soltanto a scrivermeli ci pensa Robert Harris).

Ore 23.30 circa. Obiettivo raggiunto. Come va il mondo?
Amici. Allacciamo le cinture ora parliamo di questo zaion - Regia: "Si chiama Kroen"- si dicevo parliamo del Kroen.

Il circolo Arci Kroen o Arcikroen che dir si voglia possiamo riassumerlo così: interni lodevoli tutto il resto da buttare. Ovvero, amisci, se un giorno, avete dei soldi da buttare, volete aprire un locale e volete che fallisca contattate il proprietario/gestore di codesto locale.
Il perchè è presto detto. Il Kroen non solo non è pubblicizzato attraverso alcun canale (pubblicità più o meno convenzionale, spam, viral marketing, passaparola, sms, flautolenze...) ma anche, per aumentare le insidie, è situato poco più a destra del buco del culo del mondo e, con più precisione, a metà di una strada che quando la si imbocca presenta evidenti cartelli di interruzione per lavori in corso.
L'avventore imboccando questa strada, in cui non vi nemmeno mezza segnalazione che tu, sciocco avventore, sei sulla retta via, deve scegliere tra proseguire nell'oscurità o nell'incertezza arretrare per poi finire all' Aeroporto Catullo e prendere un low cost per Tiblisi.

I sondaggi dimostrano che ad oggi l'80% degli intervistati ha scelto la seconda ipotesi.

Pazienza. Sentenziosi persevera sulla strada che, da un momento all' altro potrebbe interrompersi e precipitare in canyon, sicchè dopo qualche centinaio di metri alla cieca ci si ritrova in una corte poco illuminata e non esattamente gremita di autovetture. O siamo arrivati in anticipo o è un parcheggio per scambisti.

Procediamo.

Butel2, noto per essere persona paziente e contemplativa (sia nella vecchia che nella nuova versione) appena scende dalla macchina, è già indispettito.

Parte l'arringa:
"E allora tu" additando il povero Butel4, che malauguratamente gli stava dinannzi "mi devi spiegare, subito, perchè, perchè, in questi circoli (M)arci del cazzo fuori ci sono sempre, sempre, sempre, sempre i soliti quattro pseudo alernativi [PA] (che alternativi non sono, in base all'assioma pronunziato inizialmente) del cazzo tutti vestiti come pseudo straccioni, con lo zainetto da cordata ma perche? Perchè? Qualcuno mi dica subito il perchè) e quattro peli marci sulla faccia. Nessuno con una bella barba incolta o altresì una barba curata. No quattro peli del cazzo, che sembrano tutti all'inizio della pubertà ma avranno almeno trent'anni. Ma che è, l'effetto della cannabis? Interrompe la crescita della barba? Eh? Dimmelo Cristo Santo (mentre butel2 inizia a farsi violento e scuotere il malcapitato)."
Butel4:"SI"
Questo dialogo potrebbe non essere mai avvenuto.

Va bè, che si entri orsù.

L'accoglienza è delle migliori. Mostrate le tessere Arci, un tizio appena svegliatosi da un lungo sonno cerebrale (era tra le comparse di Risvegli) ci indica la soglia. E ci informa che forse l'evento è già passato (si da qualche anno forse ndr B2).

Ehi?? C'è qualcuno?? C'è qualcunoooo... qualcunoooo... unooo... nooo... ooo. E mentre Eco gioca a rimpiattino con Narciso (in arte B1) avanziamo nella desolazione del locale.
Il circolo, che forse prima della nostra venuta era pure pieno ma forse no, è popolato da max 10-15 avventori il che è un grosso problema se è un mastodontico spazio distribuito su due piani. Per dovere di cronaca devo dire che il locale, dal punto di vista estetico, si presenta pur bene.
In sostanza questo Kroen è un rustico in mezzo ai campi riadattato a circolo cultural ricreativo con particolar predilezione per la musica live. Al piano terra un bar ben fornito, al piano sopraelvato, l'ex fienile, un lounge e un piccolo privè per i dj set. Gli arredi sembrano (o sono) oggetti di seconda mano, come le pellatissime poltrone smeraldo al secondo piano e quadri di qualche artista semi sconosciuto alle pareti. Sì uno scenario decisamente affascinante. Ricorda piacevolmente Il Medicine Bar di Islington, Londra o lo Schwarz Cafè di Berino. Non li conoscete? Cazzi vostri.

Nota stonata: al primo piano, la sala tavernetta con tavoli in legno e sedie in vimini, che costituisce la Cameraccia, trattoria con menù semplici ed economici (tratto dal sito del Kroen). Ok ma che cazzo c'entra? Stiamo forse cercando di fare l'ennesimo locale pigliatutto? Forse.

Ma torniamo a noi, alla serata in questione, non c'è un cane. Men che meno fighe. Forse, avvistate due donne con la figa che puzza in mezzo alla pista e, un'altra che non sembrerebbe male, accomodata al secondo piano da sola, in disparte, sui divanetti, mentre aspettava che le puzzasse la mona per unirsi alle altre, per sentirsi come le altre.

A proposito di figa, la dj, alla consolle non è male, se non erro viene dal clan del Roots. L'avevamo già vista proprio al Roots, vestita esattamente allo stesso modo ed ora la ritroviamo qui mentre propone stoicamente per pochi, pochissimi intimi una selezione electro a tratti interessante a tratti moscia, c'è una vaga aria di acciaierie tedesche, o inglesi, o olandesi (e ovviamente saranno state tailandesi).

Dopo una ventina di minuti ne abbiamo avuto abbastanza questo circolo (m)arci Kroen di Villafranca di Verona, che molto potrebbe dire ma, in sostanza, per ora non dice un cazzo e si è giocato la sua prima sentenza (del resto, diamo un'occhiata all'archivio dei programmi e la situazione è di uno start up che non convince). Tuttavia, considerati i suddetti lati positivi, forse e dico forse, ci sono ancora i termini per indire un secondo appello più avanti, il posto vale e va valorizzato.

Postilla finale
Qualcuno mi spiega perché dentro il locale ci sono max dieci persone e fuori almeno il doppio? Perchè gli amici PA vanno nei locali per rimanere fuori a fumare interminabili cicchette anzichè popolare de densfloor (all rights reserved by JenManz&JohnMar)?


Venerdì 29/2/2008

Ore 20 Butcaverna
Radunato uno sparuto gruppo di arditi, in questo periodo di moria generalizzata dell' happening (c'è grossa crisi) e mentre un vecchio cowboy è stato reclutato direttamente dalle arsure texane per spalare le palle di fieno che corrono in Piazza Erbe (ma un pò in tutta la città), nella Butcaverna un caucus di giovani sentenziosi si riunisce per decidere che ne sarà della serata, delle loro vite, del mondo.

Innanzitutto viene imbastito un piccolo gruppo di ascolto sulla 58esima edizione del festival più amato dagli italiani.
Il comitato si divide in tre mozioni:
La Mozione di Butel1 é intitolata: "Trash ricco mi ci ficco"
Butel1 sostiene che "se tutti sparano sul festival, io sto col festival".

La Mozione di Butel4: "La Tata Angelo è una macchina nuova?"
La famosa casa automobilistica indiana ha fatto una nuova utilitaria. Piccola compatta. Due e quattro porte. Gay friendly.

Butel2 sostiene la seguende mozione: "Ottenere finanziamenti dallo stato per trovare un modo per infilarsi in Lola Ponce."
Butel2 tornato dalle tenebre (Non sono più butel2 il grigio, sono butel2 il bianco. E che cambia? Beh che sono Bianco) vi svelerà un segreto; Lolaponz e Ciodimaggio sono i Jalisse. Comunque vorrei mandare un messaggio alla Lola: "Lola me te farei più di Leonardo Fumarola!"

Le mozioni sono approvate tutte e tre all' unanimità (boh! come minchia funziona?), il dibattito procede si discute circa il programma della serata.

Ore 23
Mentre i butei snocciolano perle di saggezza una dietro l'altra ("Gianni Sperti si tromba la De Filippi sicuro al 100%" "Chi te l'ha detto Butel2?" "Lo so" "Bene"), dal nulla spunta Butel5. O forse è sempre stato con noi. O forse non è mai esistito. Fatto sta che non siamo più alla Scarpa e un Soccolo: benvenuti all'Higlander (è serata amarcord ragazzi) stiamo bevendo della birra e Butel5 ci informa che: "All' ArciKroen stasera elettro night".
Silenzio.

Butel1, per primo, si riprende dallo scompiglio. Cosa sarà mai questo locale, dal teutonico nome, che suona musica elettronica, il venerdì sera, a Verona, quando solitamente o ti Berfis o ti spegni?

Butel1:" Scusa caro amico B5, cos'hai detto?"
Butel5:" Comune denuclearizzato in provincia di Brescia"
Butel1:" No dopo. L'elettrocosa?"
Butel5:" Elettronight, al kroen il nuovo locale arci de ballà a Villafranca di Verona"
Butel1:" E parlaci un pò di questa elettronight chi c'è? Chi non c'è?"
Butel5:" Electronicat+Miss le bomb."
Dopo un rapido Blitz alla butcaverna per consultazione dei maispeis degli "artisti" in questione vengono prese decisioni irrevocabili.

villafranca verona arci kroen



Ore 22

Butel1:"Per me costata di vitellona. Una miticaaaaaaaaaaaa!"
Butel2:"Pennette alla cubbbana eee spiedini grazie"
Butel4:"Sedanini alla vodka e grigliatissima"
Butel cameriere:"Da bere?"
Butel1:"Un buon litro di rosso mezzo litro di acqua frizzante grazie"

La differenza tra cenare alla Scarpa e un soccolo e cenare a casa tua consiste unicamente nel fatto che alla fine paghi una decina di sporchi euri. Certo, uscendo gravido, ebbro e in un certo qual modo soddisfatto.
Ad ogni modo i nostri si ritrovano inaspettatamente nella trattoria più amabile di Verona. Dove il sosia all'amatresciana di Kavinsky con più panza ma con la stessa sgarbatezza serve i piatti.
La scarpa e un soccolo è un rifugio dalla modernità: prezzi in lire, televisioni mivar basso costo sintonizzate su canali a diffusione strettamente regionale che trasmettono la bella musica italiana e quindi vai di Meneguzzi, Daniele Stefani (E'vivo. Lo sapevate? Su Buteisciannel), Pino Daniele, le nuove Paola e Chiara e via così.
La Scarpa e un soccolo è un posto old style, un posto pre euro, un posto anni ottanta, un posto quando avevamo le pezze al culo e lo sapevamo ed eravamo felici.
Scarpa e un soccolo ti amo.