28 aprile 2008

Far East Film Festival '08 - Chiusura

Al giorno 9, il Far East chiude i battenti. Premi ufficiali (che non ci vanno a genio), Oscar dei Butei (questi ci piacciono), party di chiusura (che non ci piace), critiche e suggerimenti a questa edizione 2008 (che nel complesso ci piace).


Butei selection
Faticata oggi per i butei: un film solo.

Tactical Unit - The Code
In anteprima mondiale qui e solo qui per le prime 50 telefonate, film pompatissimo che ovviamente delude tutte le aspettative.
Prodotto da quel famoso Johnnie To (trad. Beccati questa Johnny!)

Johnnie To
Johnnie To, un uomo un panama

in partnership con quel ricercato regista chiamato Wai Ka Fai (trad. Uè ca fai?), presentato come il filmone del giorno, della settimana, de sempre. E' l'episodio pilota di una serie di 5 pensati per la televisione. Narra le vicende personali, interpersonali, professionali di un commissariato di polizia di Hong Kong. Una sorta di bio pic mooolto low budget, con qualità di ripresa e scenografia dal taglio moooolto televisivo.
In sostanza: c'è gente che fa il poliziotto, c'è gente che fa il ghengsta, c'è una città difficile, ci sono i debiti accumulati da pagare a fine mese, c'è la voglia di staccare il turno e saltare sul divano, c'è un commissariato con mobili Ikea, scazzi coi colleghi, mille cose che non funzionano (=teghe), ecc.
Mh, mi ricorda qualcosa...
Questo è il trailer.



Ah non era questo? Beh in sostanza prendi La Squadra, distrettodipoliziottizzala un po', aggiungici gli occhi a mandorla e un commissario uguale a Montalbano, sostituisci il dialetto napoletano con quello cinese (ma anche no, tanto sono uguali) ed è subito fiction proiettata al cinema.
Giudizio dei butei: una mezza delusione, una mezza ciofeca.

Più tardi, in sala stampa coi nostri cugggini della carta stampata,

incontro stampa con Johnnie To e Wai Ka Fai al Far East Film festival 2008

Johnnie To in persona rivela che questa è:
a) volutamente una produzione low budget;
b) volutamente di taglio televisivo;
c) volutamente naif;
d) (e questo lo diciamo noi) un film senza pheega.

In effetti si tratterebbe di un progetto per vedere all'opera nuovi cineasti e sondare l'eventuale contributo creativo che possono apportare alla causa del cinema de hongongo (come minchia si chiama da quando non è più britannica?).
Allora bel progetto, ci piace, è SUBITO rivalutation: "ah ma se è così..." "no no beh... grande film eh..." "Noi l'abbiamo sempre sostenuto eh..." "e poi con Johnnie siamo amisci da 'na vita, non scherziamo".
Giudizio dei butei dopo la conferenza stampa: il film ora è una ciofeca++

Media res
Il controllore Trenitalia ci ha appena detto che siamo in ritardo di quindici minuti. Dice di non preoccuparsi, si possono recuperare. Ad ogni modo, poi ci fa L'Annuncio. Che annuncio?
[Intanto altrove... "Ding-dong --- ATTENZIONE PREGO --- si avvisano i signori passeggeri che i butei stanno arrivando al binario 2 --- si prega di aspettarli --- ding-dong"]

Premiazioni ufficiali e critiche di Sentenziosi
Vince il premio del pubblico: Gachi Boy. Sì, ha vinto il film giapponese coi wrestler sfigati, già osannato dalla critica sentenziosa. Ok, il film è simpatico, neanche così scemo, fa ridere, bla bla... ma un film del genere non può vincere un festival. I butei sospettano un intervento della yakuza sulle urne contenenti le schede delle votazioni. Un po' come la truffa del lotto italiano.

Vince il premio del pubblico accreditato(eh?): Mad Detective. E qui siamo d'accordissimo. Semmai non siamo d'accordo sul fatto di dare power to the accreditati. In pratica se tu sei la casa produttrice, finanzi cento persone (costo 70-100 euro ad accreditato), le mandi a votare il tuo film, il tuo film vince il festival.

Vince il premio della critica: nessuno, non c'è il premio della critica, non c'è la critica in generale. In effetti è un'altra cosa assurda, molto più assurda: un festival di cinema senza una giuria di qualità. Esiste solamente il giudizio del pubblico. Anche fossero 50.000 idioti (questi i numeri di affluenza). Noi del resto, che siamo per l'italianissimo "BRAVI TUTTI!", abbiamo dato il massimo dei voti a tutte le pellicole (ebbeh? Sempre meglio che votare Pensionati o Partito Monarchico). C'è la sporadica critica online di qualche blogger, ma per fortuna questo è un mondo dove il 99,9% dei blogger conta un cazzo, forse un cazzo e mezzo.

Oscar dei Butei cum motivazioni
Abbiamo fatto anche noi le nostre rilevazioni tra il pubblico (B1, B2, Frut1, David Hasselhoff, Socrate, John Rambo, Auanagama, altri). And the winners are...

Premio miglior film
Crows Episode 0
Motivazione: Darse darse darse! Standing ovation. Il beat em up del Nintendo portato sul grande schermo, con estetica tutta giapponese. Non poteva non conquistare i butei. Grande cinema.

Premio miglior figa
Qua è dura. Ex aequo tra la figa vietnamita del film vietnamita e la figa cinese del film cinese (tu no fa domande, io no risponde).

attrice di Mad Detective - far east film festival 2008

Premio miglior stronsada
Confermato anche quest'anno Uncle's Paradise, il pink movie dell'anno scorso. Irraggiungibile e fondamentale. Risate da seppellirvi. Premio già prenotato anche per l'anno prossimo.

Premio miglior stronsada/2
La Cagata Apocalittica di Frut1 in casa. Dio mio ragazzi. Praticamente deve aver cagato in terra perchè non si spiega la persistenza nell'aere ad vitam di quell'odore infernale: finestre spalancate, deodorante, sigarette, contro-merdata per cambiare l'aria... nulla può scalfirla! Inspiegabile. Dopo un'ora, i giapponesi ci mandano l'ambasciatore. L'interprete del Far East traduce le dichiarazioni come: "Noi arrende --- noi no vuole vivere altra esperienza atomica".
P.s. Frut1, salutaci quel dolce odore di fece, che tanto male fece ma già ci manca. Uno s'abitua.

Premio scena clou
La scena dei due ragazzetti frosci in Love of Siam: lui canta una canzone d'amore, l'altro la ascolta, e più si guardano negl'occhi lucidi, più TUTTI capiscono che sono effettivamente DUE BOLIDI DELLA MADONNA.
"Ma cos'è che non va in me?"
"Niente niente... è che te si un po' bolide"
Lacrime.

Premio Butel Mediocre Wannabe
Il protagonista di Run Papa Run. Vabbè il film non è consigliato, ma lui è un vero butel mediocre: vuole figa, soldi, a maghena, de menà, cioccà con la figa. Fa tutto e di più, ma alla fine non combina un cazzo. Un'escalation lunga una canzone qualsiasi di Scarface.

Premio miglior magnaccia
Frut1: "Hey ragazzi, vado giù, sono arrivate le due pollastrelle... le ho fatte arrivare per voi [da Las Vegas?]... stasera divertitevi... questo giro l'offre la casa..."
Sì Frut1 sì, torna a fare ciò che sai fare (vd. premio di cui sopra)

Premio miglior party
Sicuramente non quello di chiusura, che rischia (bugia) di rivalutare i rapperazzi della sera prima.



Party di chiusura
Se c'è una cosa che il Far East fa, è non abbandonare il proprio pubblico in tarda serata. Il party di chiusura si teneva al Ferroviario, un ex dopo lavoro ferroviario adibito a nuovo ritrovo per lo sballo dei ggiovani di Udine.
La line up prevedeva:
- Trabant. Bravi. Visti in chiusura.
- Detroit7. Garage punk band giapponese. Per chi apprezza il garage giapponese. E a questo punto diteci chi! Sarà una di quelle band che compone colonne sonore per anime cyber punk alternativi. Via via.
- Howie B. Dj internazionale in auge negli anni '90, ospite quotatissimo. Che dai tempi del Mission Impossible theme è diventato un cinghiale selvaggio. O forse un montanaro. Ridateci Howie dei Backstreet Boys, è un appello serio.
Giudizio:

howie b in console al party del Far East Film Festival 2008

bella merda. Oddio, non come quelle del Frut intendiamoci.

Il party in soldoni
- pieno di gente
- poche fighe
- molti militari
- molti militari e non, che ti pestano le scarpe
- molti non militari, che però si comportano come militari, cioè così



- coda CHILOMETRICA al bar. Si narra di gente che prende l'auto, si prende da bere a Trieste e torna alla festa per non fare la coda. Come anche di chi abbandona, va all'altro club a 500 m, trova chiuso, va a casa a prepararsi un white russian (da una storia vera!)
- coda chilometrica al bar, e poi che bello scoprire che bicchieri e ghiaccio devono averli dimenticati
- il problema principale comunque resta il seguente: non sembra un evento Far East Film Festival. Non sembra organizzato ad hoc (la garage punk band sarà pure giapponese, ma sempre garage è). Sembra una serata qualsiasi di questo club. Negli inviti invece ci si raccomandava di munirsi di biglietti del festival, poichè l'accesso sarebbe stato limitato solo a coloro che al festival dimostrano di avervi effettivamente partecipato. Spostare la discussione sul festival, nei luoghi extra festival.
Giustissimo, siamo con voi. Cosa assolutamente non verificatasi, un flop su tutta la linea.

Molto meglio il soft dj set in notturna a base di Colette vari

colette 8 - dj set
(qui l'ed. 8)

nella Butcaverna, spostata nella maison Frutis. Con tanto di prelibatezze e vini scelti. E degli ingegneri infoiati (da dove sono usciti?) che mangiano come maiali: "L'ingegnere non vive, funziona" (Upstream).
Ma sono simpatici eh [ciao ragazzi ciao, avete visto che v'abbiamo citato? Adesso potete andare al Quinto Recinto e dire "Hey siamo famosi, siamo stati su Sentenziosi una volta..........."].

Conclusione
Esperienza Far East Film Festival molto positiva. Per il festival, affluenza a quote record, in effetti gli spettacoli raramente sono stati disertati.

Pubblico del cinema Nuovo Giovanni / Visionario

Niente a che fare con quella cosa patetica chiamata Schermi d'Amore (che del resto è un festival sul cinema d'amore). Evento consigliatissimo ai più, tutti ci possono trovare il proprio film/genere cinematografico orientale, senza doversi per forza appassionare alla cultura orientale tout court.

Altri pro
- Ben organizzato, a costi accessibilissimi, struttura eccellente, facilmente raggiungibile, info point nel centro di Udine.
- Altre cose importanti: anti-divismo, anti-popolare, non ci sono le grandi star o se ci sono non si atteggiano da tali.
- Il CEC e Sabrina, donna factotum del festival, tutt'una nelle vesti di organizzatrice e presentatrice. Ci piace lei e la sua camminata sprintissima. Sciao Sabbri, se stai leggendo sappi che ti mandiamo un bascino e magari l'anno prossimo Ti conosciamo tutti un po' dippiù, sciao Sabbrina sciao

Alcuni contro
- Ora che la prossima è l'edizione 11, riusciamo a portare 'ste grandi star? Mica John Woo, ma qualche star conosciuta pure da noi? Magari qualcuno che fece andata-ritorno da Hollywood?
- sul fronte merchandising, visual & P.O.P. marketing siamo carenti. Insomma, questo è un festival che non strizza semplicemente l'occhio all'oriente, l'arte (cinematografica) orientale ne è l'essenza stessa. Allora, vogliamo andare un po' oltre i palloncini fuori dal cinema e il book & dvd shop, eh? Ad esempio un angolo di cucina orientale e non la solita caffetteria italiana. E perchè non insediare nel retro un bel cocktail bar orientale? Queste cose qua.

Perchè ci si può sbronzare anche col sakè.

26 aprile 2008

Far East Festival - giorno 8 - Le rece dei Butei

Recensioni del Far East Film Festival di venerdì 25 aprile, day 8


Grandi novità al Far East Film Festival. Rassegna in gran spolvero... è arrivato Butel1...

badge di Sentenziosi al far east film festival udine 2008

Butei Selection

Love of Siam
Film tailandese, storia di sentimenti, l'amore vissuto in tutte le sue sfaccettature, ricambiato, soffocato, incompreso. In breve: alla terza scena i butei capiscono che questi due bambini da grandi saranno du frosci. Dopo tre ore, e dico tre ore, i due so' frosci. Quindi le due ore e quaranta seguenti sono le più inutili della storia del cinema (dopo Basic Instinct).
Cast dal nome colorito: i thailandesi, come i cinesi, scelgono i nomi buttando i chiodi dalle scale. C'è Tang, Tong, Yang, Miu, June, August. In pratica: Tanga, Lingua, Miagolio, Giugno e Agosto.
Parte come la Stanza del figlio, diventa il bio pic sui Gazosa tailandesi, termina come la Stanza del Culo.
Il film, a giudicare dagli applausi, è il probabile vincitore. A posto?

Scena clou
Tong dice alla sua amichetta mancata: "che cos'è che non va in me?"
Lei lo guarda, sconforto: "Mah guarda... niente eh... è che te si un po' bolide!"
n.b. questa scena sarà rimasterizzata nel Director's Cut by Butei

Scena clou/2
Un Frut1 con la sicurezza del magnaccia che dice: "Hey ragazzi, lascio la sala, ci vediamo giù, sono arrivate due pollastrelle per voi, stasera offro io". Le tizie abbandonano dopo dieci minuti. Come volevasi dimostrare.


Gachi Boy - Wrestling with a memory
Non è una canzone di Cremonini. In effetti è una cosa che non s'è mai vista: è un wrestling drama. Che dire, i sottogenere orientali, si spiegano da soli: ci sono dei lottatori di wrestling, uno di questo ha un dramma.
E' Mille volte il primo bacio (ricordate quel film di Drew Barrymore che ormai viene proiettato solo negli aerei diretti a Sharm El Sheik?) applicato al wrestling giapponese.
Diventerte nella prima parte, poi diventa na cassada, poi diventa malinconico. Bello. Applausi.
Estetica prettamente giapponese, film che in Italia non si può proiettare, non sarebbe capito.

Scena clou
I butei che prendono la polaroid e si fanno un autoscatto col regista, alla stregua del protagonista del film che è fissato con gli autoscatti polaroid. Applausi della stampa, i butei per 5 minuti sono le star dell'atrio del teatro S. Giovanni, poi riprecipitano nell'anonimato: birrette al bar.

Scena clou/2
Butel1 che sistema sul comodino, prima di dormire, un cartello con scritto: "Butel1 - leggi il blog". Chi vedrà il film, capirà.

gachi boy - wrestling drama

Run Papa Run
Romanzo di formazione di un gangster. Poco credibile. Abbastanza cretino. Molte scene proprio non c'entravano, e la melensa si fa di due ore. Il remake italiano affidato a Sentenziosi Productions, durerebbe 24 minuti.
Il commento tecnico: è uno Scarface in salsa agrodolce, ascesa, successi, caduta di un capo triade di Hong Kong. Una storia molto napoletana: lui tromba in giro, le serve una pagnotta in forno, se la deve pigliare (moglie più pargolo), i picciotti lo sfottono, mette la testa a posto.

Scena clou
Dalla seconda fila dietro di noi, un butel misteriosamente sopraggiunto da Verona, commenta così l'ingravidamento: "Giobbuà, l'ha fato el danno, giobbuà". Realistico.

Mad Detective
Grande produzione, un film d'autore sempre da Hong Kong. Cast presente in sala.

mad detective - johnnie to

Lei è una gran topa.
Trama: un poliziotto risolve casi adottanto metodo surreali. Lui vede cose, ha sensazioni, coglie oltre la superficie, bla bla. Praticamente: si fa mettere in un valigia, si fa scaraventare giù da tre piani, esce dalla valigia distrutto, sa che è stato il pasticcere a commettere l'omicidio.
Il caso al centro della storia è molto più complesso ovviamente, con espediente narrativo-psicologico molto interessante per rivelare le vere spoglie delle persone. Se tu nella realtà sei una mignotta, lui non ti vede in tailleur e 24ore, ti vede in lattice, calze a reti da pesca, zeppe, sigaretta, sul marciapiede.
La durata finalmenta giusta (90 minuti), ci permette di addormentarci per appena 20 minuti.
Non c'è niente da dire: a Hong Kong due cose sanno fare, merce contraffata e film polizieschi e hard boiled.

Scena clou
Butel1: "Cosa ne pensi di questo film?"
Butel2, zzzzz: "Mh? Eh? Mah... zzz... un po' rumoroso".

25 aprile 2008

Far East. Le rece dei Butei.

Far East Film Festival 10 edizione

Day 7 la cronaca- Prima parte.

Prendiamo in rassegna la butei selction ed aggiungiamo alcune note a
piè pagina circa gli eventi correlati (e non) il far east film festival.

MAGIC BOY: Sottotitolo: Chi l'ha visto? L'amabile proiezione delle 11.15 grazie a TRENITALIA-lavoriamo per divertirvi- è perduta. Di magico oltre al titolo, rimangono i ritardi di trenitalia.

YOUR FRIENDS: Allora, già le fighe di per sè sono difficili da sopportare, due fighe, giapponesi, con problemi esistenziali, proprio non si possono vedere. E così facciamo. Prima proiezione della giornata rimandata alle 16.30

THE OTHER HALF: I cinesi, un popolo curioso, dopo aver creato perfette imitazioni di: scarpe, elettrodomestici, automobili, abbigliamento e quantaltro riescono nell'inauspicabile tentativo dell'imitazione delle telenovelas sudamericane. Preso il canovaccio delle soap andine e riadattato in contesto cinese ne esce un film quantomeno discutibile.
L'intreccio di queste tre donne, la madre, le due figlie e i loro intrighi amorosi, nonostante qualche ritaglio di indiscutibile humor, risulta piuttosto noiosa. I colpi di scena non reggono e risultano spesso scontati ad esempio: Sorella minore:"Mio padre non è tuo padre e io non sono tua sorella!!"(si è tua sorella è un armadio ndrb2) oppure: Sorella maggiore:"Mia sorella ha un segreto, mia sorella ama
il tuo nuovo compagno, madre!"(e tuo padre è tuo fratello.. Ramon ndr b2) E più o meno con questa frase si conclude un film che non resterà negli annali del far east e della cinematografia tutta (and the winner is..).
Dal punto di vista tecnico, lascia molto a desiderare. Realizzato in una sorta di presa diretta, la qualità dell'immagine rimanda ad un promo realizzato per una fabbrica cinese di prodotti per il marmo, Il montaggio è piatto, gli espedienti che scandiscono la narrazione a dir poco grotteschi (si pensi al fiore che sboccia sul finale realizzato con powerpoint). Infine, la scenografia. La peggior pechino emergente delle periferie, non aiuta affatto ad accattivarsi lo spettatore e sembra di percepire costantemente un olezzo di rosticceria cinese che alla fine del film risulterà decisamente nauseante.


Ciao sono il giovane regista del film.. il FEFF mi ha brandizzato ovunquo.. e beccati sta felpetta..



THE REBEL: Grande produzione vietnamita, alla cui proiezione hanno partecipato i due attori protagonisti



dimostra come pure nell'estremo e sperduto (sandokan, sandokan na na na na na) oriente, i canoni estetici si siano molto avvicinati a quelli europei ed occidentali. Dimostra inoltre perchè il Vietnam sia stato più volte terra di conquiste negli ultimi 50 anni; grandi fighe. Iniziando proprio dalla protagonista di questo film.
La trama del film non è particolarmente originale-un action movie demenà- in un Vietnam occupato dai francesi, ribelli e collaborazionisti si scontrano in duelli all'ultimo calcio volante. Meriti: sicuramente un buon livello di recitazione, una buona dose di realismo negli spettacolari scontri a suon di arti marziali (prese, calci e pugni somigliano più alla verità rispetto a quelli dei cuggini ammerigani, nonostante la formazione da attore del protagonista sia avvenuta come stuntman sui set dello ZiO Sam) e la volontà di rispolverare la violenta occupazione francese del Vietnam spesso dimenticata da noi occidentali in virtù della più ecclatante
occupazione statunitense.
Gli aspetti negativi del film sono sicuramente una bassa caratterizazione dei personaggi spesso ridotti ad un semplice corollario dei loro calci e pugni nonchè i costumi, in primis quello del capo del controspionaggio, un bellissimo abito zara no iron che però non centra un caz con l'epoca in cui è ambientato.
Interessante anche la presenza dei francesi in questo film. Sembrano tutti dei sosia di Jean Reno, molto stupidi e facilmente sostituibili dai dei manichini un pò come i russi nei film americani. Punch ball.

CROWS-EPISODE 0: Grande film. Niente da dire. Un vero film da butei.
Darse, darse e ancora darse. Ed è subito Premio Oscar dei Butei.
Il film che ricorda questo storico videogame a scorrimento per nintendo 8 bit



racconta appunto le battaglie tra bande per la conquista di una scuola giapponese.
Perchè vedere questo film. Per lo schema narrativo, appunto simile a
quello di un videogame (il regista è lo stesso della trasposizione di Dead or Alive) a scorrimento, lineare ma comunque barocco e sfarzoso, per comparse usate, spargimenti di sangue, nei costumi. Inoltre, il lungometraggio, che strizza decisamente l'occhio a The Warriors, nonostante la violenza è tutto pervaso di un'elegante humor decisamente giapponese (Zatoichi et similia) che miscela violenza a scene di carattere grottesco. Il risultato? Chiedetelo alla hostess che ha dovuto allontanare momenteneamnete frut1 e butel2 dalla sala per risate convulsive moleste.
Davvero eccellente.

Questi i due teaser per farci un idea.







Fine prima parte.

24 aprile 2008

Far East Film Festival (Butel2 rmx)

Butel2 Sbarca al Far East Film Festival

Day 7

Ricevuto il butsegnale dalla sede friulana di Sentenziosi (Frut1: "Amiciii qualcuno sa scrivere? Qui ci sono delle cose da raccontare!"), l'incommensurabile desta Butel2 dal suo eterno torpore e lo spedisce a calci in culo in quel di Udine.
Ritirati i pass di Sentenziosi per la sezione udinese della butcaverna, dove in questi giorni si terranno importanti happenings, seminari (uno su tutti: "Cinesi e jappo, diverse tipologie di pisciate controvento. Metodo e Modelli" ), aperitivi, gastro-risto-pub,stuzzicherie.


La butei selection per la giornata prevede :

Ore 11.15

Magic Boy, Adam WONG, Hong Kong 2007, youth romance (storie de ggiovani)
Storia di un butel (giovane) che si innamora di una commessa anzi di una shop assistent (una storia mai vista del resto. Soprattutto chessò a Verona?).

Ore 14.15

Your friends, HIROKI Ryuiki, Japan, 2008, Drama
Due liceali mezze spastiche che si fanno le teghe.

Ore 16.30

The other Half, LIN Liseheng, China, 2007, Famale Drama (robe da fighe)
Tre donne, la madre e le due figlie e i loro problemi sentimentali (cioccade).

Ore 22

The rebel, Charlie Neguyen, Vietnam, 2007 epic movie
In Vietnam un membro della polizia collabora con gli occupanti francesi.
Ed è subito cucina fusion.


Ci sarebbe pure un film di mezzanotte ma non ci sbilanciamo. Assistere sbronzi ad un film orientale è un'esperienza allucinante. Butel2 lo sa. Il water del teatro Nuovo Giovanni da Udine porta ancora le tracce della sbronza dello scorso anno.

Aggiornamento e rece dei film in serata (tutte le trame originali dei film e il programma del festival qui).

23 aprile 2008

Peter Hook live dj set - Interzona, Verona

La verità, amisci, è che io di questo Peter Hook, non sapevo manco mezza fava fino alle ore 23.30 quando un sms di alcune vecchie conoscenze comuni

amici miei e di peter hook, dj set live in Interzona Verona

in loco mi informa del tutto. E la prima cosa a cui ho pensato non è stata: "Hey, un ex Joy Division, wow, sicuramente un dj set a tema anni '80!", no, è stata "Cazzo di nome è, Pietro Uncino?".


Peter Hook (ex New Order & Joy Division) live dj set, Interzona Verona


(terminato questo live da qualche parte in Argentina, dopo 30 anni è in Interzona, ecc.)

Pietro Uncino alla console incuriosce. Bravo lui. Partenza sonora azzeccata e lo show ha tutte le luci che piacciono tanto ai bambini. Pure ai grandi, specie perchè si gioca subito-subito la carta "nostalgia portami via" partendo con la mitica Love Will Tear Us Apart, Joy Division, simbolo tra le tracce simbolo della band con Ian Curtis al timone (quando poi il capitano abbandona la nave causa suicidio, la band appunto diventa New Order, e Peter Hook militava in entrambe).

Va così: parte con lo storico refrain e tutti si guardano, compiaciutissimi, sanno che questo sarà un dj set da nostalgici. E qua ovviamente siamo tutti un po' nostalgici, specie quelli nati dopo la morte di Curtis, mi pare ovvio. A parte gli immancabili teenagers saltellanti nelle prime file, con quei rassicuranti volti da ebeti lobotomizzati.

Situazione fine 70-inizio '80 rinforzata dalla scenografia: intorno alla console, si ergono file di led alla K.I.T.T., rossi e blu, più due pannelli video che proiettano la diretta dello show cui si sovrappongono - secondo una semplicissima tecnica di giustapposizione trooopo anni '80 - immagini floreali casuali, con colori che potremmo immaginare come "i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser" (tanto chi li ha mai visti? Ho-ho-ho...).

Il pubblico accenna alle prime movenze. Aria sempre più compiaciuta, una scelta vincente questo Peter Hook. Euforia e curiosità generale. Occhi lucidi. Esaltiamoci. Facciamo l'amore. Tiriamoci su le maniche e rilanciamo questo paese. Chiamo il broker e mi faccio consigliare un milione di nuove azioni, scelte a caso. Ne acquisto due milioni.

Colpo di scena: dopo neanche venti minuti piuttosto interessanti, parte l'ESPERIMENTO

L'ESPERIMENTO: Peter Hook (Interzona) chiama Marco Dionigi (Alter Ego), Marco Dionigi risponde e si porta pure Adrian Morrison
In esclusiva mondiale, un progetto abbandonato ai tempi dei missili V2, Interzona perfeziona il collegamento wireless tra la console di Peter Hook e quella dell'Alter Ego. Ed è disco sbobba, parte la house. Così, a tradimento, con mix tecnicamente neanche troppo convincenti (ok, io sono della scuola "mixa inserendo poche frequenze dell'altro pezzo con armonia", Peter Hook è della scuola "sbatti dentro i bpm dell'altra canzone e non rumper li ball, pirlett!").

Talvolta - per carità - la playlist è intervallata dal pezzo giusto (ricordo Song 2 dei Blur), ma sta di fatto che siamo in situazione disco dance. E allora questo non è più il dj Joy Division / New Order (e mi chiedo se avrebbe mai dovuto esserlo - forse era tutto nella mia testa?) su cui secondo me il furbetto gioca un po' tutto il suo successo di pubblico, diventa una tamarrata da domenica pomeriggio per un'umanità che tunza tutto ciò che è tunzabile.

Sconforto. Depressione. Calo dei consumi. Rapine e stupri. Il fronte interno cede. Il broker mi chiama con raccomandazione di fuggire in Costa Rica.

Domanda. Ma la cosa assurda è...
... perchè TUTTI tunzano per davvero? Oh, tunzano. Loro. Il pubblico sedicente alternativo che volentieri popola Izona. Quelli che mai metterebbero piedi in una discoteca perchè "si sa, nelle discoteche si tunza roba commerciale". A posto. E' peraltro il momento in cui le teenager di prima vivono l'apoteosi, con tanto di ascesa al palco per farsi autografare la spirale che spunta da qualche parte lì sotto in vista.

Nei momenti più concitati i 6 miliardi di watt (Interzona Sound System Spakka, da questo punto di vista è eccellente; per un rave party magari) ti entrano nelle orecchie come l'acqua in piscina, ed esattamente come quella maledetta acqua ci restano.
Ormai la situazione si delinea sempre più chiaramente. Il film non è finito. Noi, siamo DENTRO il film. Praticamente: sembra di essere nelle scene del primo Blade, quando Wesley Snipes spara-corre-ammazza a ritmo di musica techno infernale (ma almeno quella aveva un senso!).

Dopo tre quarti d'ora e forse poco più, sto per abbandonare. Parte Born Slippy degli Underworld (un must in casa Interzona: al capodanno 2007, l'hanno suonata mezz'ora!). Quasi abbandono.
Vabbè alla fine resto, la speranza di una ripresa c'era (e a tratti hey c'è pure stata! Ma sommessa). Sta di fatto che io - ma non credo di essere stato l'unico - mi aspettavo una cosa più... New Order, e mi sono trovato una patata tunzante.

Altre cose
- Prima del dj set, proiezioni del film sui Joy Division, un bio pic sulla vita di Ian Curtis intitolato "Control", titolo certamente azzeccato per uno che muore suicida. Per chi non l'ha mai visto e conosce la band, è d'obbligo. Per chi non l'ha mai visto, e non conosce la band, potrebbe essere interessante. Per chi l'ha già visto, vai al cinema e guarda altro.
- Prezzo 12 euro. Perchè c'era la proiezione, va bene. Altrimenti avrei voluto vedere ALMENO UNA consumazione: che non diventiamo veramente l'Alter Ego qua...
- Sul muro della sala bar, proiezione sine sonoro di La Sottile Linea Rossa, capolavoro della guerra tra Vento e Foglie d'Erba, con "l'inutile strage" di cavallette e formiche
- citando i post su Interzona: qualcuno mi spiega perchè non ci sono mai più di tre-quattro pheeghe da coltelli, in particolare single? Perchè? Qualcuno me lo spieghi subito.
Caserma Interzona ha qualcosa di malvagio inside.

Conclusione
Interzona si conferma un laboratorio, dove spesso ascolti cose che non ascolti altrove. E questa volta forse un motivo c'era. L'idea di serata a tema era buona e Peter Hook non è certo un cazzone. Ne è venuta fuori una serata a tema, solo per metà: ok il film, ok una parte della playlist di Peter Hook, scadente come la ricotta della settimana scorsa la restante parte.
Ma soprattutto, ripeto: ci si aspettava un'altra cosa, molto, molto meno house.

Speriamo nei Bloc Party la settimana prossima, mi pare.

22 aprile 2008

Claudia Gerini - Convegno Femme Fatale, Schermi d'Amore 2008

A Schermi D'Amore intervista a Claudia Gerini per il premio Femme Fatale - l'Ironia della seduzione, bla bla

L'annuale premio per la seduzione (ma con ironia, mica...) quest'anno va a Claudia Gerini. L'anno scorso il premio era diverso, del resto. L'intervista pubblica all'attrice ha intrattenuto con dovizia, non senza certi attimi di divertimento personale.
Il tutto è accompagnato e preceduto da un best of dei film della Gerini, con l'immancabile momento "O' famo strano?". Manco a dirlo è la fine: ogni tanto qualcuno si girerà per fare al vicino "O' famo strano?", ad infinitum. Il primo sono io ovviamente. La sessantenne a fianco mi sorride. Con dentiera.

O' famo strano?

A onor del vero non è che il best of preceda l'intervista a Claudia Gerini. E' proprio che la Gerini, Piera Detassis, Marco Giovannini, il sindaco e compagnia non ci sono. La coppia Gerini-Zampaglione (ma lui era invitato?) non c'è. E' in ritardo lei. Partiva da Trieste, dove sta girando un film di cui chiediamo a Zampaglione dopo, e si sa, la barriera di Mestre fa miracoli. Sorrisi del pubblico. Perchè fa ridere? Vabbè, dopo quaranta minuti di ritardo la Gerini eccola. Si concede prima in alcune interviste borderline.

O' famo strano?

Claudia, l'amica mia, credo sia sulla quarantina, ma non li dimostra, e credo sia 'bona. Non troppo alta, ha un portamento soave e molto elegante, azzeccato anche l'abito nero con lamina dorata e la scarpa che non delude i feticisti. Il nero è un colore azzeccato, c'è infatti chi malizia su quel fianco generoso (sì ma tiene anche quarant'anni 'sta donna eh). Il modo di fare è delizioso, squisita. Simpatica, via. E il premio un po' c'azzecca: "Claudia è sensuale, ma pare non tralasci l'autoironia". Oh, così hanno detto motivando il premio: dev'essere perchè quando Zampa se la tromba, lei ride.

O' famo strano?

Prima dell'intervista, personaggi di contorno. Starring not in order:
- Tosi sembra colpito da una deflagrazione, pare frastornato, vaga non cogliendo lo spazio, fuori luogo: parte la (finta?) telefonata al cellulare che gli vale un defilè di almeno dieci minuti. Ce l'aveva quasi fatta, era pure uscito dalla porta di servizio, ma the show must go on e la squinza che lo richiama - quasi di forza - non la si risparmia neanche al sindaco. Continuiamo dopo.

- Piera Detassis. Giornalista e direttrice di Ciak, tiene a battesimo questo incontro da un po'. Brava, professionale, informale e spiritosa.

- Federico Zampaglione. E' un grande. Coinvolto come un'aquila sott'acqua, deve averne le balle piene di scortare la morosa a 'ste cose. Lo capisco. Che poi non è nemmeno vero: beh lui è sì il fidanzato della, ma è anche regista. Fatto sta che all'ingresso in sala, lui sceglie la periferia, si guarda intorno e quatto quatto staziona subito in penultima fila. Lì ogni tanto sorride di circostanza, il resto o sbuffa o indossa l'occhiale con gli occhi finti. Ad un certo punto scompare pure. Non lo vedrò più.

O' famo strano?

Parte (quasi) l'intervista
- Zampaglione/2. Parla con un Tizio del Cinema seduto a fianco.
Tizio: "Senti ma che fa Claudia lì a Trieste?"
Zampaglione: "Mah non so... 'na commedia..." [fine risposta].

- Tosi/2. Anche il sindaco comunque è un grande, è uno zuzzurellone, fare il sindaco gli piace, quando sentivamo "Flavio fa la politica tra la gente" si diceva il vero, è uno di noi, un butel.
Succede questo: la Detassis gli da' la parola in apertura. Lui parla all'incirca... mh aspetta... quindici secondi? Forse dieci: "Benvenuti a tutti da parte del sindaco, dell'amministrazione e della città di Verona, beh i cittadini mi hanno fra le scatole già tutti i giorni - ho ho ho- per cui direi di iniziare con l'intervista e non rubare altro tempo".
La gente sorride ma si aggira per la sala lo spettro del sospetto: Tosi non ha idea di cosa cazzo ci faccia lì. Me lo vedo dieci minuti prima, a spritzare da qualche parte in via Roma, entra un'assistente che gli ricorda di correre alla Gran Guardia che c'è da presenziare alla consegna del premio a Claudia Gerini, lui parte, arriva, stop, il gelo.
Terminato il micro intervento, agguanta una tazza e beve. E' il momento del dietro le quinte maledette: mentre beve, la Detassis gli ricorda che questa volta ha concesso l'onore di incontrare la Gerini, non come l'altra volta...
"Ma quale altra volta?" s'interroga l'humus in sala. Boh. Tosi continua a bere, non risponde. La Gerini fa finta di non cogliere. La Detassis capisce che è meglio smorzare, e infatti: "Va bene, siamo stati inopportuni, andiamo avanti".
Da qui in poi, Tosi si limita ad una posa monumentale di routine, una posa ha e la conserva fino alla fine. In quei trenta secondi in cui mi sono distratto, l'hanno sicuramente sostituito con un manichino, non c'è altra spiegazione.

O' famo strano?

- Zampaglione è al quarto sbuffo, tengo il conto.

Parte l'intervista
- Il premio. Ha un significato, come spiega la Detassis. Ma è troppo complicato, nessuno riesce a seguire il ragionamento (secondo me neppure lei), ci si limita ad annuire con ignoranza. Io ho capito questo: il premio non va alla donna fatale, la vampira di uomini. E' una femme fatale questa che è anzitutto auto-ironica, la seduzione deve essere ironica. Sì, ok, ma l'anno scorso (e vado un attimo a leggere il premio Femme Fatale 2007) aveva un altro significato, se non erro.

- Quinto sbuffo di Zampaglione, che ora scompare.

O' famo strano?

- Torniamo al premio, il ragionamento non è finito che pensavate? "Non è femme fatale, è femminisme fatale, femministe fatali" (rit. x 4). Oh cazzo, non ci capisco più niente. La stessa Detassis dice che in prima battuta non lo capisce nessuno (ma va?), dal canto suo la Gerini ammette di averlo finalmente capito, prima no. Fantastico, stava ritirando un premio senza aver capito di cosa si trattasse.
- Con l'inizio dell'intervista, la Detassis si sbilancia subito e tutti d'accordissimo: Claudia Gerini è la grande erede della grande Monica Vitti, di quel tipo di cinema lì. Occhi lucidi tra la folla, votazione parlamentare e decreto regio a sancire il tutto. Claudia ringrazia, troppa generosìtà.

Vino e tarallucci, il leitmotiv è segnato, Gerini in mezzo e Detassis e Giovannino a condurre l'intervista, con probabili interventi a termine da parte della platea.
Io comunque devo andare a incontrarmi con Sharon Stone. Saluti a tutti (tranne Zampa, che non scorgo più), bello bravi bis. All'anno prossimo.

O' famo strano?

Altro
- un generale calo rispetto al convegno Femme Fatale dell'anno scorso
- l'anno scorso la sala era più grande, quest'anno il convegno - di per sè declassato a intervista - è stato declassato alla sala B a causa di un meeting di dentisti (non ci volevo credere!) ed è mancato tutto il repertorio a tema dell'anno scorso, assenti di conseguenza tutti gli esperti critici e giornalisti.
- sala più piccola, pubblico piccolo: c'erano 60-70 persone, di cui 50 fotografi. Che palle 'sti fotografi: diecimila scatti col flash da posizioni decisamente improbabili, a contendersi lo spazio di due foto sull'Arena dell'indomani, forse sulla free press.

Conclusioni
Intervista pubblica alla bella e brava Claudia (sì, l'ho detto, bella e brava), con atmosfera quasi intima. A me è piaciuto.

O' famo strano?

19 aprile 2008

Mostra di Francis Bacon - Palazzo Reale, Milano

Un pittore di rottura. Anzi, uno degli ultimi pittori espressionisti di rottura, in mostra al Palazzo Reale di Milano: Francis Bacon. Mostra retrospettiva piuttosto esaustiva. Promossa. Andrà avanti fino al 29 giugno 2008.

mostra di francis bacon al palazzo reale  di Milano

Bacon in una frase
"Cosa credevate, che dipingessi rose nel secolo degli orrori?" (Francis Bacon)

Brevi cenni sul pittore
Dicevo, l'ultimo grandissimo pittore di rottura, e solito maestro del Novecento e bla bla. Nasce a Dublino nel 1.909, si spegne a Madrid nel '92. Ambiguo e discusso, figlio della guerra e di un militare rigido, autoritario, cui inevitabilmente s'oppone. Il padre non è proprio il suo modello. Piuttosto è legato alla nonna materna, forse è merito suo se sviluppa un simpatico piacere per i vestiti femminili. E diventa gay. E viene cacciato dal padre perchè gay. E lascerà tutto in eredità al compagno gay. Vive tra Londra, Berlino, Parigi, Madrid quindi esclusivamente in centri di rilievo. Solito percorso difficile, poi esplode nel secondo dopoguerra. Ecc.

Mostra Bacon - Palazzo Reale

E la sua pittura
Lo definirei l'uomo del tormento, ma non ho mai studiato da vicino l'opera di Bacon, che opera a partire dagli anni '20, iniziando anche con stracci e mobili. Sì, stracci. E vendevano eh! Sarà che nei programmi delle scuole superiori i docenti di arte (anche se per quanto ne so i docenti di tutte le materie compiono questa scelta enormemente stronza) si avvicinano con una certa refrattarietà all'arte del secondo dopguerra, salvo quell'arte chiamarsi pop art.
Beh Francis Bacon non è pop, cominciamo da questo, è sicuramente più vicino all'espressionismo (quello austriaco, secondo me, almeno visivamente). E se proprio proprio - ma no! - ci fosse un legame col popismo, dovremmo pensare all'idea all'origine della serie "Crash and Disasters" di Warhol, l'irrompere della cronaca più brutale.
Ma Bacon l'ho colto molto più esistenzialista, essenzialista, anche se avrà pur recuperato il tutto da qualche pare: quella di Francis Bacon si presenta come una pittura anzitutto vivida, di contrasto, scissioni, scontri, perchè raffigura i contrasti, la carnalità, la disperazione cioè l'uomo essenziale secondo lui, una pittura gridata. Che talvolta schernisce il potere e sa essere anche molto seriosa eh. Ed è sempre deformata, vituperata, antinaturalistica: volti graffiati, arti allungati, "l'oggetto scontro", ecc.

Francis Bacon - Palazzo Reale - Milano

Dico esistenzialista perchè innegabilmente riporta l'uomo al centro dell'opera, e lo fa - nel secondo dopoguerra - fuori da ogni movimento artistico esistente, anche se a volte avvicinerei certe intuizioni a quelle di Kokoschka e Schiele, pur utilizzando Bacon una resa stirata e deformata dei suoi soggetti più originale. Come supporti passa dalle tale all'arredo alle stoffe.

Francis Bacon in mostra a Milano

Egli in primis ovviamente è mica tanto a posto. Non ordinario. Forse tormentato, forse confusionario (ma bisognerebbe aver letto i soliti diari dell'artista, se ci sono).
"Voglio che la mia vita sia il più libera possibile, voglio solo il migliore tipo di atmosfera in cui lavorare". Ad esempio dipinge esclusivamente nel suo studio, un ambiente disordinatissimo perchè insomma gli ambienti ordinati non gli piacciono troppo. Lui è confusionario, dicevo.

La mostra di Bacon a Palazzo Reale - Milano
Valida, completa, propriamente antologica, ben accompagnata dai commenti testuali.
A volte basta poco per liquidare una mostra ben fatta.
In loco ho sentito commenti non troppo lusinghieri di un paio di esaltati e viscerali amanti della pittura baconiana, ma sono eccezioni secondo me.

Francis Bacon in mostra con Edipo e La Sfinge
Francis Bacon - Edipo e la Sfinge

Curiosità
- Le opere sono oltre 100, di cui 82 dipinti dagli anni '30 in poi, il resto sono disegni su carta e oggetti vari
- C'è "Papa", degli inizi degli anni '50, ispirato dal ritratto di Innnocenzo X di Velazquez. Questo quadro lo ossessionava, lo considerava un capolavoro e ne dipingeva un sacco. Problemi di autostima probabilmente.
- Sul percorso, rifacendomi un po' al comunicato stampa: come si passa dalle opere del '50 a quelle del '60, è come se da inconsistenti, incorporee,

opere di Francis Bacon

i soggetti si fanno tangibili, corporei, solidi. Il tutto è legato a questioni biografiche di quegli anni, che non ho letto. Sono poi del settanta le opere recenti più celebri, quei tizi che gridano, quel senso di morte, l'erotismo qua e là.

Francis Bacon a Milano

Negli anni senili poi arriva l'immancabile semplificazione, essenzializzazione: poche macchie di colore buttate lì.
- Uno dei quadri è intitolato "Ultimo tango a Parigi", un quadro piuttosto esemplare in effetti (opera carnalissima) e, sì, è legato al film di Bertolucci: il regista italiano lo prese ad ispirazione per la famosa pellicola.
- Giorni sì e no: evitate come la peste la domenica. Sul serio. Io ho provato per due domeniche di fila: l'effetto mostre cumulate crea una coda a tratti incommensurabile (vi ricordo che a Palazzo Reale ci sono altre due mostre piuttosto interessanti, Balla e Canova)
- Perchè fare la figura del pezzo di cretino come quello a fianco a me, si può evitare: Francis Bacon pittore, non è Francis Bacon filosofo (aka Francesco Pancett... ehm Francesco Bacone), per carità.

18 aprile 2008

Fuorisalone 2008 - Milano

fuorisalone milano 2008

Giusto due righe, per dire che:
- se questa settimana non avessi avuto un cazzo da fare
- se questa settimana me ne fossi rimasto a Milano
io ai party di FuoriSalone 2008, a Milano dal 16 al 21 aprile, ci sarei andato.

Ad esempio al party della prima sera, ma non solo.
[e qui apriamo una parentesi intra-sentenziosa: Sentenziosi chiama Upstream ---crrr--- Sentenziosi chiama Upstream ---crrr--- Vecchia Mutanda Arravanata Unta, batti un colpo, si sono visti MSTRKFT, Sebastian Tellier, Alex Gopher?]

Ah, Fuorisalone comunque è un evento stile "settimana del design", con un numero piuttosto alto di iniziative che prendono vita in diverse location della città intorno alla Bovisa e altrove, anche in Triennale in teoria.
Ma dire settimana/fiera del design è vietato, il milanese brandizzato v'ammazza se vi sente: si dice Fuorisalone, basta.

Last chance
Ultime feste e ultimi giri di valzer con dj stranieri segnalati venerdì e sabato, con un pool party fino a mezzanotte. Credo in una vera piscina, coperta. Fuori salone. Con tanto di bagnino grassone che sciabatta stancamente in giro ma bullandosi pel proprio fischietto da checcha isterica.

Curiosità

L'anno scorso segnalate pheeghe spaccamascella qua e là. "This is Milannooooo!" (son cose eh).

Consigli per il successo ai party di Fuorisalone
Una sola semplice intuitiva regola facile: Tu non sei qui per scopare. Tu sei qui per il design (sì dai, quella roba lì iper-sopravvalutata in società che aspira a diventare arte sempre e comunque).
Es.
Lei: "Ciao, tu come mai sei qui?"
Tu: "Non mi è passato neanche per l'anticamera del cervello di scopare, giuro. Ovviamente sono passato perchè mi piacciono le cazz... ehm il design, sono un grande amante del design"
Lei: "Uh anche a me piace da morire, lo adoro, sono proprio una figata queste opere di design, uh-uh, non trovi?"
Tu: "Notare con delicatezza quante cose abbiamo in comune, xilofonizza in me un prorompere di gioie incontenibili e abbaccinanti: SCOPIAMO COME ANIMALI?"

17 aprile 2008

Far East Film Festival 2008 - Udine

Aggiornamento*
Dimenticate la vostra rassegna cinematografica per mezze calzette che c’avete voi, c’avete: Schermi d’Amore, pardon Verona Film Festival (tristezza anzitutto sulla scelta del nuovo nome).

A Udine sta per tornare il cinema orientale del Far East Film Festival. Con questa sono 10 anni che Udine ospita la più famosa rassegna di film dagli occhi a mandorla in Italia. Anzi d’Europa. Macchedico, del mondo.
Qui solo cinema asiatico, di ogni genere, dal film d’autore al comico, dalla fantascienza alla stronzata, e ovviamente il consigliatissimo cinema pink. L’edizione 2008 presenterà 58 pellicole, 7 proiezioni al giorno, 11 paesi partecipanti con due new entry, due nuovi mondi cinematografici finora inesplorati, quello malese e quello indonesiano (ah il pluripremiato cinema indo-malese, certo…), contornato attori, registi e produttori.


Dissi pink movie

Attesissimo dal pubblico, ma soprattutto dalla maison, in particolare amato da Butel2, il pink movie è oltre il genere erotico: è un’amalgama di scopate trash e fuck pseudo-porno, ovviamente doppiato in tempo reale. Ovvero: “Ah, sì, sì, sì” “Sì sì sì” “Sìì sìì sìì” “sì-sì-sì”. Da scompisciarsi.
E ancora: i dramas cinesi (sempre assurdi), le commedie cantonesi (le famose commedie cantonesi…), gli horror thailandesi, i thriller made in Hong Kong e gli incontri con suddetti registi ed attori che gentilmente presenziamo e fraternizzano col pubblico (sì, è la volta che vi fate una thai, ok?).

Quest’anno ci sarà una attenzione particolare al geniale regista giapponese Miki Satoshi, mentre una rassegna speciale sarà dedicata a regista coreano Shin Sang-ok, definito dalla critica l’Orson Welles del cinema asiatico (e qui Butel1 potrebbe avere un’erezione) [ndButel1: ma anche no, ti ricordo che sono stato definito portatore sano di George Clooney].

Giunge alle orecchie del fruttone la clamorosa notizia della presenza del maestro del J-Horror Nakata, il padre di Ring e Dark Water che quest’anno presenterà lo spin-off del famoso dittico dei Death Note, L change the World(film d’apertura) e benedirà l’Horror Day con il suo ultimo film Kaidan.

Party Party Party” (B1)
Giusto per ridere un po’ in faccia alla vostra, moscissima manifestazione cinematografica: il Far East Film Festival di Udine non è solo cinema. Sveglia gente, uè, a’che qua ci si diverte eh, siamo ggiovani oh! Qua ti danno concerti e feste per intrattenere gli ospiti faristiani fino a notte fonda.

A partire dal 18 aprile inizieranno i parties targati Far East con le confermate presenze di Hito, dj giapponese, dei Dwomo, astri del nuovo panorama indipendente spagnolo (fautori della cosmic cocktail music…e con tale sola premessa ho gia iniziato a sbronzarmi) e ancora i Detroit7, una garage band giapponese popolarissima anche negli States.

Il festival chiuderà con un dj set d’eccezione, un big name della scena internaciunal che però non è ancora stato svelato [ndSentenziosi: ed è subito mani sulle palle per l’incursione di un Claudio Coccoluto qualsiasi in kimono]
*Elenco delle nottate faristiane:
  • Venerdì 18/04 Contarena – Dj Hito - Japan Pop
  • Sabato 19/04 Ginger Bar – Bntmrc77 e Idga – Electro Dark Beat
  • Domenica 20/04 Visionario – The Hollywoods - Funky Minimal Groove
  • Lunedì 21/04 Visionario – Sonic Djset+ Virage Vjset – Minimal Contemporary
  • Martedì 22/04 Visionario – Steve Nardini Djset– Electro-pop
  • Mercoledì 23/04 Provinciali – Far East Connection Reggae dj set
  • Giovedì 24/04 Madrid – Dwomo – Cosmic Cocktail Music
  • Venerdì 25/04 Ferroviario – Kappah (of Madrac) – Dj set Carnicats – Live performance Primo & Squarta (Cor Veleno) – Live performance Red Storm feat Tubet Dj – Dj set
  • Sabato 26/04 Ferroviario – Trabant– Live performance Detroit7 – Live performance Howie B – Dj set

Per maggioni informazioni visitare il sito: www.fareastfilm.com

Ricordate il promo del 2007?
Per l'edizione 2008 del festival il CEC di Udine ne propone uno più spanzoso:




16 aprile 2008

Alberto Fezzi - Fino alle Lacrime

"Fezzi presenta il suo libro. Seguono peti. Ma alla presentazione, se magna!" (La Repubblica).

Per noi - ribadiamolo in questa circostanza per l'ennesima - Alberto Fezzi resterà sempre quello che ha scritto quel libretto sui locali di Verona, con qualche battuta sagace qua e là, che ti fa un po' ridere dai, soprattutto perchè è tristemente vero. Il che è pure un peccato, perchè quell'uomo lì mi avrà fatto certamente cose migliori.

Ad ogni modo, nel disegno originale la trilogia negroniana si sarebbe idealmente dovuta concludere con la pubblicazione di un libro biografico in cui l'avvocato veronese vinceva la causa del secolo contro IL Sistema mentre si sgroppava Elisabetta Canalis. Contestulmente. Col placet del giudice novantenne che urla "Aver vissuto la vita di questo ragazzo, per tutte le balene!", quindi crepa.

Bene. "Fino alle Lacrime" non è quel libro**. Quel progetto è stato abbandonato per vari motivi, ad esempio perchè la Canalis me la sgroppavo io, ecc. così l'ex ubriaco del negroni (nel senso che oggi si ubriaca ancora, ma non di negroni) è diventato un ragazzo solo e triste che scrivi libri per uomini soli e tristi. Perchè "sono io che sto un po' cambiando", come ci rivela in una toccante intervista (nel senso che era molto intima), con riferimento ai suoi problemi con le donne e i chirurghi plastici, rapporti bruciati dalla sua omosessualità latente.

Ma questa è solo informazione. Lui scrive libri e noi ci interessiamo solo all'informazione, è sbagliato. Parliamo del libro e della presentazione che stiamo markettando sul mezzo sentenzioso - nel caso qualcuno se lo stesse ancora chiedendo - e chi vuole può leggerne un estratto in esclusiva mondiale (= quando nessun'altro se l'è pigliata).

Fino alle Lacrime, il titolo
Il titolo si riferisce alla reazione clinico-psicologica dell'acquirente medio, una volta letta la prima pagina e pensando agli xx euro spesi. Ma "Questo è pur sempre l'ultimo atto della Trilogia del Negroni". Che poi è la classica fregatura ai danni dei nostalgici, occhio.

Fino alle Lacrime, la prefazione
"Dal peggio, si ritorna alla risata". Non è Fezzi, è Epicuro, quello che ha scritto il libro sui locali di Atene. Vice versa, quando va bene, può solo andare peggio: e da Vittorino Andreoli, passando per Gigi Rizzi, arrivi a Umberto Smaila. E' un attimo, se non fai attenzione. Bel colpo (grosso, ho-ho-ho...). La prefazione comunque è apparentemente credibile**. Peccato Smaila si tradisca giusto all'ultima riga - quella che ha scritto lui - quando ringrazia l'autore di Varese e gli augura il meglio per il suo nuovo business nella musica da balera. Un'occcasione persa.

Fino alle Lacrime, l'evento(?)
"La presentazione sarà Venerdì 18 aprile alle ore 19.00 alla libreria Gheduzzi Giubbe Rosse in Corso S. Anastasia, con ospiti a sorpresa. A seguire, gran rinfresco".

Le presentazioni dei libri sono uno dei pochi happening non commerciali ancora riamsti. Perchè alle presentazioni dei libri, nessuno compra il libro dell'autore. Sono quindi inutili? Sì. No. Perchè se Fezzi non ti piace (probabile, ve la ricordate quella sua voce prettamente nasale?), almeno c'è da magnà a scrocco, che di 'sti tempi insomma...
Scatta intanto la toto-lista sui fantomatici "ospiti a sorpresa". Nella mia immaginazione ad esempio si paventano in fila indiana: Umberto Smaila, David Hasselhoff, Wanda Osiris, Mike Tyson a braccetto con Walter Nudo, Socrate, Davide Mengacci, Dylan e Kelly, Auanagama. Altri.
Per una presentazione più dettagliata del libro, vi rimando qui.

Fino alle Lacrime, un estratto
Alleghiamo una paginetta scema del nuovo libello. In esclusiva su Sentenziosi. Anzi "a voi, e SOLO A VOI" (pronunciata mentre le sue mani graaandi esaltano l'inox della batteria di pentole in primo piano e in sovrimpressione luccica la dicitura "solo alle prime 15 telefonate"). Si tratta di una scenetta alla Benny Hill che va al militare, svolta secondo un canovaccio comico che fa ridere solo me e l'autore.
Siccome a voi Alberto Fezzi sta giustamente sulle palle (anche a me, del resto), siete ben liberi di lasciare un feedback incoraggiante. E che l'editore la smetta cazzo!

"Un altro momento fondamentale della visita era il test psico-attitudinale. Con questo test si voleva testare se l’aspirante soldato fosse o meno sano di mente.
Le domande erano di una stupidità imbarazzante. Infatti si cercava di scovare la follia con domande molto dirette del tipo: “Ti capita mai di vedere il diavolo?”: certo, ci faccio due chiacchiere tutte le sere prima di coricarmi. Oppure, “Ti capita mai di avere voglia di uccidere qualcuno?”: come no, adesso finisco il test, ripongo la penna, dopo di che faccio una strage con il kalashnikov che ho nascosto nel retto.
A quel punto tanto valeva chiedere direttamente: “Sei matto come un cavallo?”
Il test cercava inoltre di scoprire le presunte omosessualità o addirittura le vere e proprie crisi di identità sessuale. Si andava dalle domande dirette tipo: “Hai mai desiderato essere una donna?”, fino ad arrivare alla celeberrima domanda, tramandata per generazioni, che poneva l’annosa e subdola questione: “Ti piacciono i fiori?”
Per questa domanda vi erano due scuole di pensiero: c’erano i conservatori che rispondevano no, poiché dicevano che rispondere affermativamente avrebbe comportato seri dubbi di omosessualità o addirittura transessualismo, come se fra il cogliere un fiore e darsi alla più sfrenata sodomia il passo fosse assai breve (e dunque peraltro i fiorai dovevano essere tutti degli irrimediabili busoni); c’erano poi i progressisti, che rispondevano sì perché i fiori sono una delle cose belle della vita e si possono amare le rose senza per questo avere la voglia incontrollabile di cambiare sesso.
Noi eravamo coi progressisti, purtroppo però girava l’inveterata leggenda che una volta un ragazzo aveva risposto sì e gli erano stati tolti i diritti civili. Dunque per quieto vivere io e Giovanni rispondemmo no.
Che schifo i fiori. Io sono pure allergico ai fiori."

**ma questo io non lo so, mica ho letto il libro

11 aprile 2008

Schermi d'Amore 2008

All'avvio oggi la dodicesima edizione del festival del cinema melò: Schermi D'Amore

L'evento andrebbe anche seguito, ma come sempre risulta IMPOSSIBILE capire quale film sarà degno di nota e quale no: qualcuno mi dice chi cazzo li conosce? D'altro canto, assicuro che fidarsi del comitato selezionatore non è scelta troppo saggia, negli anni ho assistito da dei mattoni che avrebbero fatto desistere anche La Morte de Il Settimo Sigillo. Poi ogni tanto, ecco u'gioiello di film, dal nulla, sotomayor!

Features, dal sito ufficiale di Schermi D'Amore 2008 e non
- non mancano vips e vipettes tra registi e attori, l'anno scorso su tutti Bruno Dumont, protagonista passivo e attivo di un convegno proprio caruccio alla Gran Guardia. Quest'anno i convegni non ci interessano, a parte il solito con la Detassis.
- fighe poco presenti, ve lo dico subito e putroppo
- le proiezioni delle 10.30 e quelle di mezzanotte sono gratuite
- c'è una madrina. L'anno scorso quella biondona di Laura Chiatti, quest'anno tale Valentina Lodovini (bona ma forse non bonissima)

schermi d'amore 2008 a Verona con Valentina Lodovini

che parte da Distretto di Polizia e arriva a L'amico di Famiglia di Sorrentino (regista di intelligenza e fascino che conobbi in due circostanze), e altra roba per Placido, la Comencini e ora in La giusta distanza di Mazzacurati o Serpelloni Mazzanti Vien Dal Mare, ma non ce ne frega 'na fava perchè vogliamo vedere Pornorama ancora inedito in Italia (ma c'è già il sentore che ovviamente non possa non essere una stronzissima commedia romantica).
Due parole su di lei. Valentina è una pazzarella, ho-ho-ho. Come si legge in una recenta intervista le piace stupire: "Con tacchi alti e rossetto" [regia, inserire attimi di stupore, stupore]. Che mattacchiona 'sta ragazza...
- la retrospettiva parla golden age hollywoodiana, con ben 16 proiezioni di George Cukor, quello di Ricche e famose, Scandalo a Filafeldia, una vecchia versione di Giulietta e Romeo e molti altri che ovviamente non abbiamo mai visto (gli omaggi, servono anche a questo).

Eventi e convegni
Ma parliamo del clou, i festival sono anche eventi marketing da cui deve trasudare l'immagine di mondanità del cinema. Ovvero? Tre parole: party, party, party.
Allora, partiamo con gli eventi in programma: fine degli eventi in programma.
Che tristezza, che mancanza di volontà
, ogni anno MAI un party di livello. Ma ci vuole tanto a fare quello che il Far East Film Festival fa da anni? Eddai! Il massimo del brivido te lo regala un aperitivo alla FNAC alle 11.30 di mattina sabato 19 aprile, sai che roba (vd. dopo).

Poi c'è tutta la trafila di incontri, convegni, workshop, presentazioni, zzz....
Resta da partecipare - perchè l'anno scorso è stato interessantissimo - al Premio Femme Fatale con Piera Detassis direttrice di Ciak. Quest'anno premiano Claudia Gerini. Che per curiosità potremmo vedere se è 'bona ancora (perchè lo è stata, no?). Tra l'altro finalmente azzeccano giorno e orario: sabato 19 alle 18.30 in Gran Guardia.

Schermi d'Amore e FNAC
Nella mischia ovviamente si butta la FNAC che prontamente ospita un po' chi capita nel proprio forum (un palco di due metri e quattro serie di sedie). Si parlava dell'aperitivo di sabato mattina: forse non ci sarà nemmeno l'aperitivo, sabato 19 alle 11.30 organizzano un breve tour per le vie del centro dalla FNAC fino al Filarmonico per mostrare la bella Verona alla bella giuria di Schermi d'Amore: Peter Del Monte, Donatella Botti, Daniele Liotte per le pheeghe, Cecilia Dazzi e Anita Caprioli per i butei.

Anita, nota retrospettiva, è l'indimentica protagonista femminile di Santa Maradona. Ed è 'bona.
anita caprioli in giuria agli schermi d'amore 2008

10 aprile 2008

Lele Mora House - Desenzano

Il titolo non è mendace, mettetevi l'animo in pace.

Giovedì 3 aprile ha inaugurato IL nulla: Lele Mora House. La rivisitazione trash definitiva del Backstage di Desenzano, che di per sè fu la rivisitazione del fu Biblò, e così via fino alle origini del mito (I ragazzi della notte di Jerry Cala, ovviamente). Che poi uno si chiede, per dirla un po' alla Abatantuono, "ccioè ma checcessarrà mai, nello Lello Morra Auss?".

Io ve lo dico subito, che non ci siano fraintendimenti: non ne voglio sapere niente, niente, di 'sta cosa. Mai. Che tanto ci pensa un nostro inviato di fiducia qualsiasi (ragazzi, tenete una bella vita voi, eh?). Il quale sentenzia così:

"Ciao.
Sul Lele Mora House, come promesso la settimana scorsa, ti dico questo:
  • ma il nome? Dico, il nome? Perchè? Perchè? In barba ad ogni teoria di trasferimento dell'immagine, che qualità può trasferire Lele Mora? [ndSentenziosi: tu scherzi vero? Può trasferire tutto ciò che conta per i suoi avventori].
  • a dispetto del nome posso garantire che non si tratta della bottega del parrucchiere. Siete avvisati! Non fate lo sbaglio di andare da Lele a chiedergli un taglio, potrebbero essere le vostre ultime parole
  • quelle inaugurazioni che non sono proprio inaugurazioni, sono fiere di vip di serie b, con tanto di momento del taglio della torta. Ci mancava Costantino che spuntava a petto nudo, mannaggia!
  • a proposito di vip di serie b ovvero di Gente da Lele Mora, abbiamo: il ballerino di salsa e amenità Milton Morales, l'uomo più cornuto d'Italia Daniele Interrante, l'immancabile concorrente del GF, l'immancabile tronista (una tizia di Verona se ho capito bene), l'immancabile brasiliana. Ecc. ecc. Altri vipette qua e là che sinceramente non riconobbi
  • una concentrazione di fighe/starlette 25-35 da mangiarti i gnocchi in testa! Sto parlando di vere fighe gente, fighe della madonna [ndSentenziosi: pheeghe imperiali o pheeghe da coltelli, per cortesia]. Questa sera puoi apprezzare lo star system anche tu, esattamente come me. E se stai dicendo no, ti fai dilatare il culo [ndSentenziosi: che poi è un'altra tecnica dello star system lele-moriano]. Comunque sono inavvicinabili, non c'è niente da fare, almeno che non siate in una delle seguenti condizioni: a) siete un calciatore di serie a; b) siete un medio imprenditore, e non piccolo perchè guardate che queste qua sanno tutto su conti, società, fatturati, mica sceme, cioè sì molto sceme ma non quando si parla di pila!; c) siete un calciatore imprenditore, 2 is meglio che uan insomma; d) non siete nessuno, ma per un motivo o per l'altro possedete da una cucuzza in su (cucuzza = milione di euro); e) siete Lele Mora, lui può tutto, donn'e'ommeni, dove passa si aprono le acque, ciò che tocca diventa o effemminato o puttanizzato (no scherzo, ma giuro che rende l'idea del tappetismo che si respirava); f) in verità siete con le pezze al culo, ma ieri vi siete fatti una lampada, in settimana avete pompato bicipite, tricipite, petto, addome, gluteo, oggi vi siete fatti prestare un SUV, un amico commesso da Dolce e Gabbana vi ha prestato qualcosa... così potete trombarvene una pure voi, ma il problema è che a mezzanotte svanisce tutto, fate attenzione
  • quasi un pappone o un cummenda per ogni figa, nonchè tre sbavosi per ogni figa
  • il dj la playlist l'ha rubata a Milano Marittima, ma quelli di Milano Marittima l'hanno rubata a lui e ha messo su qualcosa di catalogabile come "Non lo so io, non lo sa lui, nessuno sa".
  • il personale in tenuta griffata Lele Mora, che culo (persino le bevande erano griffate, giuro!)
  • scena triste del mese, origliata al bancone, una tipa brescianissima e commessissima che dice all'amica: "Cioè però sarebbe proprio da conoscerlo e infilarsi in questo mondo". La lettura della parte "infilarsi in questo mondo" è libera, ogni interpretazione apre appunto un mondo.
Questo è quello che ho visto, sentito, annusato (vuoi vedere che Lele non si è risparmiato i piedi nemmeno questa volta?). Ora se io fossi in voi almeno un po' (oh, scusate, è la deformazione da Lele Mora...), consiglierei a tutti di evitare il Lele Mora House anche perchè non troverete mai posto nei prossimi weekend, ci va mezza Desenzano ve lo posso assicurare!

Ciao,
(mettimi un nick qualsiasi come detto) [ndSentenziosi: va bene questo]"


Io gli credo. A prescindere. E aggiungo un paio di cose:
- scopro che l'ex-parrucchiere è sempre stato socio del locale e ora sarà personalmente l'art director. Che inaugurazione, che novità...
- parlare del Lele Mora House, senza ricordare cosa realmente accade in Casa Lele Mora, non vale

lele mora house

discoteca lele mora house a desenzano
il massaggio ai piedi in casa Mora è un must irrinunciabile

- Meteo: "Sarà il nuovo Billionaire sul Lago di Garda?", si domandano già su un certo magazine della notte...
- è arrivata la photo gallery dell'evento
- Sgubb sgubb: da qualche altra ovviamente(?) il Lele Mora House inaugura pure con Paris Hilton, di sabato.

05 aprile 2008

Vinitaly 2008 updates

Osservatorio Vinitaly 2008

breve capatina di una paio d'ore al Salone Internazionale Del Vino. Fiera del Vinitaly? Tsè, non si dice più fiera da anni, è demodè, la fiera fa provincia, con pentole e attrezzi da giardinaggio. Due ore, non serve restare oltre per capire com'è l'andazzo.

Trends
a) Il Vinitaly sta definitivamente perdendo quella sensibile allure educanda(?) che l'aveva distinto e reso leggenda negli anni '90. Parlo dei veronesi che entrano nelle corsie di TUTTI i padiglioni in fila da placaggio rugby, dei tedeschi che vomitano come hooligans, dell'amico che porta l'amico a peso morto, della rissa tra ubriachi che finisce a tarallucci e vino (molto vino), ecc. Cosa resterà di questi anni 90?

b) Il WTO si riunirà in seduta plenaria per ridefinire il significato di commercio. Vinitaly ormai è all'estremo di ogni commercializzazione: sempre più aree espositive, sempre più espositori, sempre più vini che non possono essere tutti buoni, sempre più gente (giovani, giovanissimi, nonni, bisnonni, mamme coi passeggini, diversamente abili, vip b-side, astronauti, ecc.), sempre più truzzi. E' un museo del cattivo gusto, perdiana.

c) Conseguenza: passeggiare è sempre più faticoso e noioso, vuoi per la bolgia, vuoi per le code chilometriche agli stand più prestigiosi.

d) Pheeghe: sì, copiose.

Conferme
e) Segnalo che ogni tanto si ode la sirena di un'ambulanza. Il canto del cigno.

f) Ricordate il Teorema di Fezzi? "Metà veronesi lavorano al Vinitaly, l'altra metà conosce la metà che ci lavora e non pagherà mai"? E' confermato. In ogni caso. Esempio: io quest'anno non avevo più contatti interni (dopo un po', sembra strano dirlo, uno smette di lavorare al Vinitaly!), eppure ho trovato aperta la porta dalle parti dell'ex Don Calabria, così, e sono entrato. Manco farlo apposta.

g) A proposito di gente che lavora. E' confermata sistemicamente la presenza nelle file lavorative alla voce "Sguattera lavora, barbona!" della pheeghetta veronese, dallo stand più squallido a quello medio-alto. Parlo di quella della Piazza, quella della Frinzi, quella lì e quella là. Tutte. Tutte quelle che da lontano un miglio portano il cartello "Non mi scoperai mai, sgomma vecchio". Sono qui. A lavorare. Ai banconi. A servire. Te. Su tacco 12. Vestite da mignotte. Se le incroci, si nascondono, fanno finta di niente. Fantastico.

Curiosità
h) L'elicottero decolla ogni 2 minuti. Per riatterrare trenta secondi dopo. Quasi sempre senza passeggero. E' il famoso elicotterista etilico del Vinitaly, in piena modalità Vinitaly.

i) C'è un wine bar esterno, montato ad hoc, arredato a lounge, con tanto di orchestrina e mega bancone che serve vini e salumi. Carino, elegante, da provare senz'altro, ma non esageriamo, non è l'Eldorado.
E' di una casa vinicola famosa, di cui ora mi sfugge il nome sinceramente. Due anni fa, ci entravi di brutto brutto brutto eh, e alla fine potefi reftare offefo. A quel punto nella suddetta casa vinicola, el paron ha voluo far el pr: arrivarono buttafuori e selezione. L'anno scorso ci entravi, ma quasi non ci entravi. Quest'anno non ci entravi, ma quasi ci entravi. La coda di una discoteca media media è fallimentare in confronto.
Vi ripeto il ragionamento: tu vai al Vinitaly, paghi il biglietto, puoi bere il vino degli espositori, ma ce n'è uno più figo (o più mona) che si è fatto "la fabrichetta" e ovviamente tutti stanno in fila fuori.


Nuovi updates direttamente dai commenti.

03 aprile 2008

Vinitaly, Fuori Vinitaly e altri eventi - Verona

Collaterali alla Fiera Della Sbronza Estrema (Vinitaly 2008), ci sono sempre stati eventi più o meno interessanti in quel di Verona. Ad esempio il... o anche... e poi... per non parlare del...

C'era il Critical Wine insomma. Si diffuse presto come evento anti-Vinitaly. Se il Vinitaly era mercato, commercio, fighetti (e pheeghe), il Critical Wine non doveva essere così. E ci riusciva, era infatti ancora più noioso (e senza pheeghe), una palla, roba da trentenni stanchi e/o disoccupati. Aveva quel nome e quegli scopi di dialogo e dibattito su temi importanti ("Terra e Libertà", la questione ambientale, la contadinità) da network social-comunitario. A leggere le locandine, avrebbe potuto benissimo organizzarlo un centro sociale. Ci andavi e scoprivi che l'aveva organizzato un centro sociale.
Vi linkerei il sito ufficiale, vi parlerei dell'edizione di quest'anno. Ma il sito non esiste più o non funziona al momento. Del resto non c'è nemmeno più il centro sociale, rimane un brand "La Chimica". Ci togliamo il dente e lo scartiamo, sento che nulla s'è perso.
C'era il Critical Wine insomma, e forse non c'è più. Adieu, mon miserable...

C'era poi - e c'è anche quest'anno, a partire da stasera - il wine bar del dopo-Vinitaly in Gran Guardia. Definito il wine bar del bere giovane. Che significa del bere giovane? Non lo sa nessuno. L'ho chiesto al portiere, non lo sa. L'ho chiesto ai sommelier, non lo sanno. L'ho chiesto allo staff, non lo sa. L'ho chisto ai cummenda che organizzano, non lo sanno. Si sa solo, che ci sono molti giovani (20-40) e che bevono molto.
Si paga un biglietto d'ingresso intorno ai dieci euro, ti danno un bicchiere ufficiale del Vinitaly e tre consumazioni. Vai dai sommelier, ti fai raccontare quattro stronzate sul profumo titanico e maestoso, sul retrogusto leggermente fruttato, su quell'aroma del Valpolicella che ti spiegano essere mutuato dal mango senegalese e che comunque sa di scorreggia colitica, quindi fai il sofisticato con la tua pheegha che a seguire tutte 'ste elucubrazioni sviene (tanto al terzo giro sverrebbe comunque, dopo averti raccontato di quella volta che ha fatto un pompino ad un ippopotamo giurando di non averlo mai raccontato a nessuno prima del quarto giro), e ti bevi un vino ricercatissimo - e per te qualsiasi, ti ricordo che hai scelto in base al design dell'etichetta - un vino che non conoscerai mai e che a partire dal terzo assaggio non riconosceresti più neanche morto (oppure sì, ma poi muori). Certo, potresti anche arrivare e dire: "Mi dia il miglior Valpolicella", ma vuoi davvero essere così sbagliato stasera? Non vorrai di certo, stasera sei in modalità Vinitaly (dove hai ovviamente passato le precedenti dodici ore), ciò implica accettare ed esibire in tutto e per tutto il mood da fiera XYZ a Verona: c'è il Vinitaly? Tutti amanti di vini. C'è il dopo-Vinitaly? Tutti sommelier. Stop.
Questo comunque è l'unico evento che merita, un evento da poseur.

Passiamo poi al FuoriVinitaly,

fuori vinitaly

evento alla prima edizione e al momento non troppo noto alle cronache cittadine. Si tratta di un circuito di eventi in alcuni locali del centro - Carega, Oberdan Cafè, Riva Mancina, Sciòrum e altri. Gli organizzatori parlano di: "Appuntamenti selezionati durante il salone internazionale del vino e..." zzzzzz... ops scusate!
Si tratta delle solite cose: dj set, lettura, buffet, vernissage di mostre, ecc. Sul sito il programma dettagliato, mentre qui potete visualizzare la mappa completa con i locali che ospitano i singoli eventi.

Considerazioni random sul Vinitaly
Un paio di edizioni fa spunta uno slogan che finalmente aveva un senso: "Another love story in Verona".

vinitaly logo

Non sto dicendo fosse bello (a me non piace nè dispiace, neutro), sto dicendo che avesse senso, converrete: l'amore per l'alcol, this is Verona too. Il veronese e la sbronza, un binomio classico (ne parla Plinio nella sua Naturalis Historia, anche Robert Harris in "Drinking in VR").
Noto che quest'anno nel corporate design si aggiunge pure un altro elemento sostanziale della veronesità: i schei, e infatti è

slogan del vinitaly

"Passionate business", per non parlare di quel calice sempre in mano.

Io dico che la cosa più fastidiosa al Vinitaly è vedere il continuo agitare l'amata bevanda d'uva. Molto amata, specie da quelle persone che durante tutto l'anno non bevono MAI vino, "Ma è Vinitaly, no? Ho ho, ha ha, eh eh" [aggiungere faccia da pirla, palesemente arrossata al secondo giro].
Comunque, pulmanate di cretini a vorticare costantemente il contenuto del bicchiere. Certo, lo fanno sempre, capita anche a voi la sera al ristorante no? "Ossigenare il vino, ossigenare il vino gente", è importante, il vino respira e il sapore lo gusti appieno. Ossigenare il vino, alcuni tedeschi ci riescono davvero: vorticano talmente tanto che il rosso diventa bianco.
Se il primo motivo per andare a Vinitaly è sbronzarsi, il motivo 1.1 è agitare il bicchiere. Oh, la gente si gode, fateci caso. Una volta andava lo jo-jo, oggi si agita circolarmente il bicchiere. I tempi cambiano, adeguati cazzo.
Saltiamo a piè pari anche il capitolo sugli pseudo-commerciali e pseudo-rappresentanti che si sentono in dovere sommo, assoluto, estremo, imprescendibile, improcrastinabile - e purtroppo inenarrabile - di indossare l'abito della Laurea, o della cresima o del matrimonio, dipende dall'età.

Parliamo piuttosto del mignottaggio che gira in fiera, grazie. Quanta pheega c'è al Vinitaly?
Ctroppa... meenghia

Ma parliamo di vip
Quest'anno ad esempio apre la cerimonia Ilaria D'Amico, ovviamente in completo nero, ovviamente 'bona. Io c'ero. La presentazione non serve a una mazza, ma il vernissage è il vernissage. Lei parla parla, nessuno la comprende, tutti sbavano. Ad un certo punto dice che il vino è il suo migliore amico. Aggiunge che il vino la rilassa, la distende. Lo dice sensualizzando la voce (e per quanto mi riguarda si è anche tolta il completo, così...)




Il 90% dei presenti si lascia andare a fantasie oltre-il-porco, donne comprese (ripeto che è la D'Amico in nero). Il 10% si fa una sega direttamente. Nutro dubbi solo sul sindaco Tosi, in apparente stato vegetativo - l'ho capito perchè era l'UNICO a ridere alle battute del "simpaticissimo come un dito in culo" Giorgio Panariello - e complimenti per la sempre presente maglietta bianca sotto la camicia (qualcuno fermi quest'uomo, cristo!).