29 dicembre 2008

Festa Capodanno Interzona 2009

B2: "Ciao amisci..."
B1: "Cos'è questa puzza?"
B2: "Come cos'è? Ma sono io no? Mi sto preparando alla festa di capodanno 2009 di Interzona, tre giorni che non mi lavo"
B1: "Intellego"

Ebbene sì amici, fate come noi: per un capodanno con l'ascella commossa, bando al deodorante e ai sani principi dell'igiene, costumi alternativi e tutti all'Interzona per l'ultima sbronza dell'anno. Il programma prevede:
- il fratello sbagliato del Daft Punk sbagliato, tale eremita Paul De Homem-Christo aka Play Paul (per gli amici Paul, quello che fa i panini allo stadio). Com'è? Come tutti gli altri.
- vari e soliti dj set targati Interzona (sorry guys, non avete un nome)

Prezzi e modalità
Tessera annuale: 4 euro
Prezzo della serata: 21 euro
In questi giorni è già possibile acquistare prevendite e tessera direttamente negli uffici di Interzona, non appena li costruiscono.

Tessera soci Interzona 2009, errata corrige!
Attenzione, a quanto pare c'è stato un errore con la stampa dei moduli. Mettiamo a disposizione la versione corretta del modulo per richiedere la tessera 2009 di Interzona.
Scarica ora il modulo (tasto destro-->salva oggetto con nome).

28 dicembre 2008

Fashion Night Carnaby Street 2009 - Presented in Berfi's Cinemascope, guest star Figa Da Coltelli Che Parla Come Una Scema


Starring, in useless order:
- le scarpe più brutte del mondo
- il deejay che mixa col software creato per dj che non sanno mixare
- la cubista riabilitata: ci era mancata ed è tornata (from Dehor?)
- pasticcini a gogo, ben fatto ragazzi
- alcuni butei che restano fuori dal locale, perchè so' bbbrutti
- altri butei che restano fuori dal locale anche alle 2.30, perchè so' ancora più bbbrutti
- una sin qui inedita verona nera (fasciz & niggaz) nello stesso luogo sotto la medesima musica (niggaz & tamarraz)
- la camiseta co el cravatin
- and special guest star un po' everywhere (ma in fondo sapete che è sempre stata tra noi):
FIGA-DA-COLTELLI-CHE-PARLA-COME-UNA-SCEMA

Sinossi e conclusione
1) B2: "Dopo questo, possiamo solo risalire"
Sì, ma dove? Dopo anni, continuano a palesarsi le stesse facce malvestite, le medesime situazioni giocate sul gardami-guardami-uh-guardami-non-ti-saluto-pappone-è-bello. Non si può cambiare la gggente.
2) Ma non era una serata fashion? Dove sarebbe la ricerca? Perchè a Verona fescion = el cravatin? Vabbè.
3) Almeno c'era figa. Di Carnaby Street puoi discutere l'abbigliamento (possiamo definirlo casual medio progressista?), ma la qualità di figa che importano durante quest'annuale fashion night è forse insuperata/insuperabile (a Verona, eh). Ah scusate, l'avevamo già detto due anni fa e ribadito l'anno scorso. In attesa di conferme nel 2009. In tal senso, la Carnaby Fashion Night resta un must innegabile e noi la sponsorizzeremo ancora e ancora. In vanitas veritas.
4) Madrina della serata è FIGA DA COLTELLI CHE PARLA COME UNA SCEMA, l'ennesimo tassello nel percorso spirituale verso la misoginia apatica: da queste pheeghe non ti aspetti niente. NIENTE.

FIGA DA COLTELLI CHE PARLA COME UNA SCEMA
Signore e Signori, sono qui presentarvi l'ultima versione del nostro miglior prodotto culturale: oggi migliorata, potenziata, più efficace, più duratura. Flessibile e multi-task (dove la metti, sta) è sicuramente quello che fa per voi signori.

Vediamo due pheeghe da coltelli ridere senza senso alle battute che in effetti non comprendono

Serata importante?
Figa da coltelli che parla come una scema.
Cena aziendale?
Figa da coltelli che parla come una scema.
Vuoi essere affrancato da ogni preoccupazione intellettuale?
Figa da coltelli che parla come una scema.
Vuoi essere guardato da tutti e avvicinato da nessuno?
Figa da coltelli che parla come una scema.
Suscitare l'invidia degli amici?
Figa da coltelli che parla come una scema.
Suscitare l'uccello degli amici?
Figa da coltelli che parla come una scema.
Zero preoccupazioni?
Figa da coltelli che parla come una scema.
Macchinone?
Figa da coltelli che parla come una scema.
Scemo?
Figa da coltelli che parla come una scema.
Afro-americano?
Figa da coltelli mica scema.

26 dicembre 2008

Fate il vostro gioco a Las Veronas!

Venghino, venghino signori a fare le vostre puntate in Piazza Bra. Suvvia, non storcete il naso, al diavolo la sobrietà al diavolo il decoro: quel che succede a Las Veronas, resta a Las Veronas! (speriamo, dicono gli altri).

piazza Bra di Verona a Natale

Vi piace il gioco duro? La pressione non la conoscete? Il resto, nemmeno? Fate la vostra puntata al Barbieri Mirage & Resort e chissà... magari vi sveglierete con un paio di mignotte e la fascia da sindaco!

Palazzo Barbieri di Verona, e l'eccellente illuminazione natalizia

Amate il gioco sicuro? Le fiches del Puntello Bay Under The Clock Casinò vi stanno aspettando, magari intorno alle otto...

L'orologio di Piazza Bra, illuminato


Giocatori smaliziati e amanti dell'arte? Las Veronas invita a giocarvi l'ultima puntata alla Gran Guardia con Giarrettiera in Pizzo.

Gran Guardia di Verona, illuminata


p.s.
Avete presente quando nelle grandi città europee chiamano certi quotati light designers (? yaaaawwn) per ornare di luce i monumenti di sera? Ecco, a Verona devono aver chiamato un cazzo di geometra.

24 dicembre 2008

A Natale siamo tutti più buoni

Tutti conosciamo l'Itis Marconi, il think tank scaligero che da anni sforna, senza soluzione di continuità, i più fini luminari del Pensiero Critico Veronese (compendiabile in pochi ma significativi assiomi: Casso ghe? Ghe da darse! ; E quando i mussi volerà fasemo il derby in serie A).

Beh, mi si racconta che i ragazzi ogni anno scendono dalla loro torre d'avorio di elitismo intellettuale per regalarci momenti di genuina e fraterna appartenenza alla stessa grande Famiglia del Cristo *inserire colorita espressione sacrilega* (come le prime generazioni di marconiani insegnano).

Proud of you guys

Voilá




Non lo possiamo vedere in questo filmato ma, da voci di corridoio (rido da solo), pare che al termine dell'esibizione canora, i rappresentanti di istituto percuotano a cinghiate le matricole che si sono permesse di avere un media superiore al 7. In segno di monito, s'intende.

Disclaimer: il video circola da un bel po', diventando giá un cult negli ambienti della verona avanguardista che conta (=il privé del Pachanka). Non ricordo chi me lo ha segnalato, forse butel-emme, forse facebook ma lo scrivo in piccolo cosí a b1 non travasa la bile.

19 dicembre 2008

Party Facebook a Verona - Le Disque

In tempi in cui 1 italiano (medio) su 10 è vittima della minacciosa bolla virtual-sociale rappresentata dai social networks, Verona quasi pareva un'isola felice. Sembravano lungi da noi commenti quali "Anvedi er feissbuc parti de Roma!" e "Uè il party Facebook a Milano, figa!".
Sembravano. Dopo che B2 mi scrisse che Telenuovo e Telearena hanno mandato il servizio d'ordinanza su (vado per stereotipi) "Il famoso network dove la gente si raduna" (cioè che fa la ggente, entra nel router?) "Con Facebook oggi comunicare è più semplice" (ah sì? Perchè senza comunicare è un problema?), ritengo sempre più saggia la scelta di frequentare unicamente siti per swingers quali Adult Friend Finder, lo faccio per una importante ricerca di lavoro a livello europeo ovviamente...

Certo che è strano però, l'amplificazione mediatica del fenomeno faccialibro ha circa tre settimane, i giornalisti di telenuovo saranno pure ritardati ma... così tanto? Ecco che il pretesto c'è, purtroppo: "Il primo party di Facebook a Verona".

SDENG
Cervello in spegnimento: sorry, è il party Facebook

Butel1, spegnendosi, cade per terra privo di sensi. Giungono ben 29 plebei a fargli aria. Senza reazioni. Solo quando Butel2 gli versa il vodka tonic sugli occhi, si riavrà.

Considerazioni
- in generale, sorvoliamo sul fenomeno facebook. Non ci interessa. E' ancora molto presto per dire se sia la moda globale - e in quanto moda passeggera - o effettivamente l'inizio di un qualche cosa. Cosa? Checcefrega. Sicuramente ha una forte componente stronzata galttica & gossiping insomma time-wasting, ma è soggettivo (governi o ti fai governare dalla macchina?). Siamo cauti insomma, non vorrei mai facesse la fine di Second Life (ma lo sto sperando fortemente).
Comunque scusatemi, qualcuno mi deve ancora spiegare come farebbero gli utenti a separare vita personale da vita privata. Esempio, mettiamo che io fossi il CEO di Microsoft Italia. I miei contatti di lavoro si connettono con me su Facebook. Trovano 10 reportage pieni di champagne, vomito, puttane, nonchè 10 commenti al giorno di Butel2 che organizza serate e sbronze per popolare in fretta altri 10 reportage. L'indomani divento il SEMO dell'Eurofrutta.

- in generale, sorvoliamo pure sul giornalismo non di servizio né tecnico. Non ci interessa. Di sicuro a parlare di certe cose, devono essere gli esperti di quelle certe cose, ammesso che vi siano. Punto. Altrimenti diciamo chiaramente che non ci sono esperti o meglio che non ce li abbiamo, sorry, ora parleremo di cose che non conosciamo, ci sarà da ridere, ah-ah siamo forti eh? Esternazioni utili per dare sfogo all'aria sono sempre gradite e comiche, c'è la coda.

- giungiamo al party di ieri sera, mercoledì 17 dicembre 2008. Leggiamo l'annuncio qua e là (fonti 2night, VeronaTonight, altri).

Facebook Party Verona

DEEP CLUB & LE DISQUE
PRESENTANO:

IL PRIMO
MEGA PARTY FACEBOOK
UTENTI DI VERONA!!!

FINALMENTE ANCHE VERONA FESTEGGIA L'ARRIVO DI FACEBOOK!!! DALLE ORE 20.30 GRAN BUFFET!!

Dopo il grande successo dei Party di Milano e Roma arriva anche a Verona il I° MEGA FACEBOOK PARTY UTENTI VERONA, Per tutti gli utenti di Verona, il primo evento dedicato, in collaborazione con l'organizzazione utenti di Milano.

Dalle 21.00 nella sala grande cena a buffet con lo spettacoli live dei BLACK POP

www.blackpop.it, la prima cover band hip hop in Italia.
Dalle 23.30 la musica dei djs DINO TRONCONI E RAMON, lo special guest CHRISTIAN MARCHI e la voce di MIRKOLINO. Nella sala prive la Musica anni 90 di WALTER MASTER DJ resident di uno dei locali che ha Verona ha fatto storia: l'ATRIUM. 4 ore dedicate al meglio di quella musica e di quel tempio... Una settimana prima di Natale un evento imperdibile per tutti noi utenti...

Viviamo una notte memorabile...

AIUTATECI AD INFORMARE TUTTI GLI AMICI ISCRITTI A FACEBOOK...
E' SEMPLICE E NON COSTA NULLA!
NON PERDETE L' OCCASIONE DI INCONTRARE DI PERSONA
GLI AMICI CHE AVETE SU FACEBOOK!!!!


Sono sicuro che ne avete abbastanza, ma tant'è:
a) il party si tiene al Dorian Gray / Le disque, per infierire subito. L'organizzanda è Deep Club, si ribadisca.

b) selezione musicale: riesumato Walter Master Dj dagli anni... boh, operazione comunque rispettabile (se il motto è "nostalgia portami via, gonfiami come una zampogna"), altri dj sbobbosissimi, infine la chicca tutta per utenti facebook (che culo!) "Black Pop, la prima cover band hip hop in Italia". Che senso possa avere una cover band hip hop, non saprei, italiana poi, ma esiste e ieri sera c'era. Nulla voglio saperne, grazie.

c) "il grande successo dei party di Roma e Milano", si sta riferendo ai party di buzzicone e cummenda, con tanto di vocalist che urla - non sto scherzando - "E tagga tagga tagga tagga!". Quello di Roma peraltro è stato sotto le aspettative per gli stessi organizzatori, a quanto pare.

d) "Finalmente anche Verona festeggia l'arrivo di Facebook". Perchè, dov'è stato Facebook a Verona mentre, chessò, era a Milano? Ah ho capito, Facebook è un social network ambulante, certo, muove su di un bus. Lo mette a disposizione Veltroni, giusto. Ora ricordo anche quella volta che è arrivato a Verona, accolto dalle brigate gialloblu gialloblu giallobluuu...
Cari organizzatori, non sopravvalutatevi: se fossi un ritardato, comunque non penserei che tutti gli altri siano ritardati/ritardatari. Se vivete male il digital divide, fatevi una vacanza in più e un party in meno.

e) "Mega party Facebook" "Il primo evento dedicato". Ora, qualcuno si è per caso reso conto che - a dispetto dei toni pomposi - questi party NON recano alcun elemento di ufficialità? Questi party di Facebook, NON sono party di Facebook (dell'azienda, del social network), sono party organizzati da coglionazzi brava gggente residenti su Facebook a cui fare una festa in più cambia la vita (va a capirlo, ma è così) per gente a cui andare al party del network al quale sono iscritti risulta importante (va a capirlo, ma è così). Non è che a questo "Party di Facebook a Verona" si presenti il CEO di Facebook dalla California. Anzi, quel brufoloso nerd miliardario con la faccia da sberle ha espressamente vietato l'uso del logo ufficiale durante questi eventi, a disconoscerli COMPLETAMENTE.

f) "In collaborazione con l'organizzazione eventi di Milano". Ah beh allora. Mon dieu, quand'è che il veronesotto dell'event management la smetterà di soffrire di milanesite? Ma va', va'.

g) Capitolo contenuti. "NON PERDETE L' OCCASIONE DI INCONTRARE DI PERSONA GLI AMICI CHE AVETE SU FACEBOOK!". Cos'è, siamo scemi? Gli amici su Facebook, già li conosci di persona, perchè dovresti crearti una ulteriore occasione danarosa per ripetere quanto già fai? E se non li conosci di persona, un motivo ci sarà, giusto? Facebook è un social network che basa il capitale sociale sul bonding (=legarsi stretto il proprio circolo pre-esistente di amicizie), non sul bridging (=conoscere gente nuova, scopare insomma. Se vi siete procurati una chiavata ex-novo su Facebook, fate un fischio: ho molta sostanza in queste tasche). In definitiva, perchè a questo party dovrei incontrare gente nuova? Anzi, statisticamente metà dei tuoi amici sono degli stronzi spaccacoglioni, quindi passa mano ragazzo. E quindi, chi cazzo va alle feste con la consapevolezza di trovare la solita gente?

Conclusione
A parte la soddisfazione dei giornalisti di Telenuovo/Telearena che avranno finalmente potuto dire "Aò Mattè, ce 'o fai te er pezzo su feissbucc, che ce sai de internette?", mi sfugge il perchè dell'eventuale successo di questo genere di festa. Alla quale ovviamente io ero presente.

18 dicembre 2008

Essere commesso a Verona - parte 1

Ci sono cose nella vita che si configurano più importanti di altre, ad esempio non essere mediocri (ma anche non essere troppo egoisti, non essere poco generosi, non dimostrarsi immeritevoli, non mettersi il gel e via dicendo). Fortunatamente c'è pure quella vocina che mi coglie da tergo e mi suggerisce - mentre mi sta ormai seviziando e ispezionando l'orifizio - che si può intervenire, aiutando e amando il prossimo mediocre tuo (dove l'ho già sentita questa? Su Topolino tanti anni fa, mi pare).
Infatti, chi ha detto che la mediocrità non si può misurare? E affrontare? Pensiamo per un attimo al commesso veronese. Vi sarà già tutto chiaro a questo punto, ma approfondiamo brevemente.

MEM (Mediocre Engagement Marketing)
Un pomeriggio caciarone e nostalgico, eravamo io, Roberto Concina, Timmy Thomas, Milli Vanilli, Isaac Hayes, Socrate il virtuoso, Max Headroom il virtuale, Auanagana. Alla ricerca dell'ermeneutica della mediocrità, in centro noi s'incontra vari esemplari di Commessauro, animale mitologico metà commesso metà testa di cazzo.
Incontri ravvicinati classificati come del terzo tipo (o del moccolo) dove il primo tipo stava per "Guardi, non c'è più speranza per l'umanità", il secondo per "E' finita, non ci resta che l'abisso" quindi il terzo finisce semplicemente per risucchiarti nel nulla intellettuale-semantico-autoironico. E scopri che no, non puoi amare poi quel tanto il prossimo mediocre tuo, in fondo.

- Shopping meta n°1. De rerum natura
Butel1 entra. Non fa in tempo ad orientarsi - sembra appena partorito e si domanda "che ci faccio qua?" - quando viene sorpreso alle spalle dal Commessauro Senzamanieris: "Uha, posso aiutare?" "No grazie [pezzo di deficiente]". B1 assaggia il campionario: solite cravatte (a Verona ufficialmente el cravatin), solite camicie, nulla di interessante. Nel frattempo, qualcuno molto occupato, molto professionale insomma molto competente ritiene sia nuovamente il momento per offrire il proprio contributo: "Eh fa freddo eh?".
Il meteo. Indice di mediocrità eccelsa. Continuare a questo punto implica mettere il cervello in stand by e fingersi autistici. Fate capolino e domandatevi: "Con chi parlo del tempo?" e vi risponderete con una lista di persone per voi poco utili.

- Shopping meta n°2. De Neomania forzata
Butel1 entra. Più cauto che altre volte, costeggia il muro sin da subito. Niente e nessuno può assaltare la roccaforte. Soppraggiunge una Commessaura Titinis, una tappa tutta ciccina e titina con la parlantina da scemina patentatina. "Ma tziaò!". "Salve [spero ti mettano una bomba sul sedile dell'auto, presto]". Provo un capo, so già che mai l'acquisterò. "Tzioè che ggiusto, questo è all'ultima moda!". "Ah proprio l'ultima?". Speriamo di sì. Mi conferisce quel look molto ricercato da tappeto di sala d'attesa su cui il bambino malato ha appena vomitato e l'anziano incontinente urinato; un giorno andrà di moda uscire in mutande, chiamatemi e tornerò sui miei passi.
La neomania anzi l'inseguimento a tutti i costi. Indice di mediocrità preoccupante.

- Shopping meta n° 3. De Venditore incapace
Butel1 entra. "Crrrrr --- qui Alhpa, qui Alpha, guardatemi le spalle mentre entro --- passo --- crrrr" ("Crrrr --- ricevuto Alpha, ubriacheremo chiunque ti s'avvici..." swhiusssshshshshshsh cccrrrrrrr ssshswhwhwhwwh... connessione saltata), merda, sarò intercetato tra pochi second... "CIAOPOSSOAIUTARTI?", appunto, ecco il Commessauro Cazzaris. "Vorre..." "Ho quello che fa per te" "Capisco [te possino sostituire il cervello con uno ancora più vuoto]". Mentre indosso uno splendido capo in carta vetrata, prenoto un intervento correttivo dal chirurgo estetico. "E' il tuo, vuoi provare anche l'altro?" "[Anche questo calcio volante è tuo, vuoi provarlo?] In particolare noto che è una specie di viscosa..." "Eh sì sì praticamente è una scosa particolare". Una scossa magari, quella ti servirebbe.
L'impreparazione lavorativa. Indice di mediocrità incipiente. Ridatemi i commessi milanesi delle griffe, culatacchioni all'inverosimile (non sono nè a favore nè contrario ai loro diritti, sia chiaro) ma professionisti.

- Shopping meta n° 4. De Domina mortacciona et ignorante
Butel1 entra. Dai "Ma tziao" ai "Ma ttzziao", mi sembra di essere finito nel fallimentare film delle Spice Girl. Comandano le donne. Girl power ci sto, sono femminista pure io che credete? Siete capi di stato, capi di confederazioni, manager, mamme... ci avete battuto in tutto.
"Prenderei questo, questo e questo". "Ok sono X". "Sto prendendo tre cose. Mi permetto di aggiungere che sono costose. E' il momento in cui mi si dovrebbe applicare lo sconto da cliente fidato quale - purtroppo - mi sono dimostrato." "No guarda non posso più fare sconti..." "Come mai? [Pidocchioso cesso da battaglia]. E' sicura?" "Eh in questo periodo non posso..." "Potrei ripassare quando può" "No eh ma io... non posso mai" "Parlava di questo periodo" "Eh sì ma... è un casino..." "Sto pensando di non prendere più niente". "...". "...". "...". Un volto si fa viola, pronto ad esplodere. "Allora... facciamo un 20%" "Ecco i soldi" "Grazie" "Buonasera" "Buonasera". Non si può insegnare il marketing relazionale ai bottegai mortaccioni, specie se veneti. Potrebbero seguire puntuti ragionamenti, come avete notato.
Operare in regime di compromessa formazione minima e mancato buon senso nel 2008. Indice di mediocrità virale.


Siccome non fare nomi è sempre meglio, non diremo che queste conversazioni potrebbero essere state registrare a cavallo tra corso Porta Borsari e via Quattro Spade e via Oberdan e via Mazzini, ché qualcuno potrebbe pensare a posti quali - chessò - ABT, Palma, Folli Follie, Grifoni ecc. Ovviamente, le cose non stanno così.
[Regola della comunicazione umana: Se tu dici ad uno che Non è così, la prima cosa che egli pensa è che Sia così. Ma qui si apre un mondo sul quale non esercitiamo controllo.]

12 dicembre 2008

The Singles Project in Verona, chapter 1

Mi sono sempre ritenuto un ragazzo coi piedi per terra. Oddio, neanche sempre: a volte infatti porto le scarpe, specie quelle coi tacchi. Inoltre perchè una volta ero donna e mi chiamavo Ramada. Avete presente l'hotel in zona Fiera? Era mio. Capirete quindi quanto io sia disposto a cimentarmi e sperimentare, anche laddove vana o nulla è la speranza.

Mezz'ora fa
B1: "Senti, ci sei per le nove? Sai, orari nuovi, gggente (forse) nuova"
B2: "Non ci sono. E' l'ora di una qualche cena pericolosissima, capirai"
B1: "Capisco. Uscirò da solo. Andrò in uno dei numerosi bar per single qui a Verona............."
B2: "............. "

Ora
La mia droga è l'ammmore, ma questa sera easy drink con easy girls, servizio no frills ,grazie. Sto per uscire, a caccia di belle pheege single in un tipico bar per single di Verona. Non mi guardate con quella faccia: so quello che faccio. Il tour prevede una prima tappa al..., quindi al..., dopo di che white russian al bancone del..., concertino jazz (jazz per single, s'intende) alla..., ultimi due shot nell'angolo del... e amaretto notturno al...

Ciao
Esco come non mai. In smoking abbraccerò gli importanti banconi, pronto a consegnami agli sguardi delle single più intriganti. Io dico andiamo, lei dice sì, giù le luci, potete indovinare il resto...
Sì, sarò roxymusichissimo:

"Late that night I park my car
Stake my place in the singles bar
Face to face, toe to toe
Heart to heart as we hit the floor
Lumber up, limbo down
The locked embrace, the stumble round
I say go, she say yes
Dim the lights, you can guess the rest"

Tra 1,2 secondi
Rientrato. Seratona insomma. Versatemi il white russian sulle gonadi rotanti, grazie.
Sfigatissima nightlife di Verona, dove mi porterai un giorno?


Bar per single a Verona? No grazie, portateme armanimonio

08 dicembre 2008

Cena + Lucignolo + Interzona

In questa puntata
- conversando a cena del più e del meno(?)
- serata Vermuth Underground al Lucignolo
- serataccia a Interzona
- inoltre, reportage esclusivi: "Trovata la vera tessera di Interzona, l'associazione culturale senza pheegha!" "Scoperto l'inghippo: ecco perchè le pheeghe non passano la soglia di Interzona!" (vd. dopo) "In un filmato d'epoca appena recuperato, Sentenziosi rivela che gli usi alternativi del Gratì Ariete erano noti già agli inizi del '900!"


Cena Butcaverna/bis
B2: " Qualcuno ha sentito B5?"
B1: " Nel mio ano ci può entrare al massimo un gratì ma non una bottiglia"
B2:" Certo che discorsi. Nel mio nemmeno quello. E poi gli usi alternativi del Gratì erano noti già cent'anni fa"


B1: " Invece nella figa ci entra tutto."
B2: " Tutto."
B1: " Tutto."
F1:" La prostata è facilissima da trovare sarà al massimo due cm dal buco del culo. Tanto così guarda"
B2: " L'orgasmo anale non esiste"
B3: " Ci sono tante terminazioni nervose però.."
B2: " Si deve sfringuellare però"
F1: " La prostata è un'altro discorso invece"
B1: " Consiglio il dito in culo, a proposito"
B2: "A me l'intrusione dito-anale non convince. Già devo stare attento a non venire dopo due secondi, mica posso pure preoccuparmi che per sbaglio non lecchi quel dito".
B1: " Una volta facevo sci da fondo. Pattinato. Ero bravissimo."
B2:" Fruttone io e B1 faremo presto una mostra. Stiamo facendo dei lavori, quadri.."
F1:" Se volete viene un mio amico e la fa lui la mostra."
B1:" ... "
B2:" ... "
B3:" Perchè B5 non c'è? Ci sta snobbando? Si ritiene superiore?"
B1:" Dopo ci parlo io allora. Lo metto da una parte e ci parlo io. Ci devo parlare"
B2:" E gli dirai?"
B1:" B5, porco ***, B5 vaffanculo. Dove cazzo sei stato?
B2:" Si non è male. Può andare. Assaggia questo spumante. Sono unto?
B4: " No non più del solito."
B3: " Eccellente.

Lucignolo - Vermuth Underground party

B1: " Perchè hai una birra in mano?"
B2: " Boh me l'ha data john marangoni. E' buona."
B1: " Hai visto chi c'è?"
B2: " Chi, la gente?"
B1: " No c'è Wario"
B2:" Ma chi quello di Fatti un giro nel quartiere, vieni a vedere ...e come un quadro ti dipingo in rima una situazione reale?"
B1: " Ma non erano gli articolo 31?"
B2: "Appunto. Ho sbagliato?"

Dal nulla si materializza Jennifer Manzo.

JM: " Qualcuno ha detto Jennifer Manzo?"
B1: "Mh no, Termovalorizzatori mi pare"
B2: " C'è anche upstream. Serata Vipparola cazzo."
B2: " Ciao Up. Perchè B1 ci sta provando con la donna di Upstream?"
Up: " (Up cosa avevi risposto?)"
B2:" Certo che, Jennifer, 2 euro per la Bavaria mi sembra un furto!"
B1: " Non sono Jennifer."
B2: " E chi sei?"
B1: " Sono Butel1"
B2: " Sì, può essere"

I butei entrano nella vip area. Una cucina ecco.

B1: "Hai visto, c'è un frigo."
B2: " Si e quindi?"
B1: " E quindi lo dobbiamo saccheggiare."
B2: " Vai."

B1 parte con fare arrembante, apre il frigo, lo chiude, torna a mani vuote.

B2:" Quindi?"
B1:" Praticamente, ti piace l'acqua?"
B2:" No."

Interzona
Sfiliamo le tessere, scopriamo il disclaimer che giace sulle tessere dell' iZona.

Tessera dell'Interzona di Verona, l'associazione culturale senza pheeghe

Entriamo.
Usciamo.

Note
Amici, perchè siamo venuti via dal Lucignolo? Io mi stavo divertendo. C'era un divano fantastico e poi vi dirò che insomma questa serata sospesa tra "Serata in taverna dal righe" e "postavanguardismo underground" e "figheconlafigachepuzzaunpomenodellefighecheunavoltahotrovatoalkroen" sembrava proprio riuscita. Poi ad un certo punto hanno messo su anche Intergalactic. Vaccadì.

04 dicembre 2008

Tv On The Radio live @ Magazzini Generali, Milano

La band: le origini, i componenti, il mutuo subprime
I Tv On The Radio nascono a Brooklyn, NY, dopo l’incontro tra il produttore David Andrew Sitek e un omone nero Tunde Adebimpe. Dopo una collaborazione nella realizzazione di progetti discografici, i due decidono di sfruttare la loro creatività - e genialità - allorché arriva pure un altro negrone: Kip Malone.

Nascono i Tv On The Radio, band istrionica che dimostra di saper manipolare una serie di codici apparentemente incompatibili: soul, guitar-noise, elettronica, new-wave della miglior fattura. The magic nigga team:



- Sitek, manipolatore elettronico, performer un po’ bohemien, un folletto che sul palco saltella qua e là suonando la sua chitarra e proponendo arrangiamenti schizofrenici che sanno stravolgere i pezzi originali in maniera geniale e travolgente.
- Adebimpe, voce della band, è un negrone dalla voce camaleontica, come sale sul palco sembra posseduto, sempre in prima linea, mai in sosta un attimo, contorcendosi, dimenandosi, battendo le mani a ritmo (pud yo enz ap tugeddà!).
- Malone serafico negro barbuto (ve lo ricorderete negli Utah Jazz...) occhialuto che impassibile suona la chitarra ed appena si avvicina al microfono svela una vocina da coro di voci bianche. E' il clichè della checca nera isterica, per la felicità di Upstream.
- Il gruppo è composto di norma da altri due musicisti: Jeleel Bunton alla batteria e Gerard Smith al basso o tastiere.

Magazzini Generali


I Magazzini? Sono dei magazzini. Pianta rettangolare, un lato molto corto e l’altro assai lungo, pure troppo. Unico colore il nero. Ottimo per la visibilità della band: non hai un buon flash sulla fotocamera? Sorry amico, la band te la scordi. Gli avventori si trovano stritolati lungo un corridoio composto da una zona sotto-palco cui segue la zona bar, dove un lungo bancone si estende longitudinalmente per una decina di metri. È presente un piano rialzato, un soppalco, situato sopra la zona bar che si biforca estendendosi in una sorta di terrazza laterale da ambo le parti, stile matroneo medioevale, giungendo quasi a livello del palco.

Chi gestisce la baracca, segue mensilmente corsi di Facilty Management all'insegna della Qualità Universale. Ecco che il guardaroba è naturalmente posizionato vicino ai bagni nell’angolo più remoto ed infrattato del locale: come rendere altrimenti interminabili le lotte per il ritiro del giubbotto? Leggende narrano di estenuanti battaglie di "all’ultimo colpo di gomito tae-kwon-do", durante le quali chi cede lo fa per due motivi: a) si consegna al pronto soccorso più vicino; b)con una gesto educato saluta tutt ("Crepate stronzi pezzi di merda", cit.lett.) e dedica i propri abiti ai plebei dei guardarobieri.
Insomma, se non si fosse capito, i Magazzini Generali sono la location ideale per esibizioni live.

La neve
"Uè, Milano tutta innevata, uè freddo bestia, uè Milano winter-night, che figata,figa" dissero i facinorosi Bàusciani in corso Sempione. Quel luogo - come ci ricorda una bella zio - dove i figli di papà si ammazzano di botte per litigi solo apparentemente superficiali: "Storie di Lamborghini e Ferrari". Eccellente.

Gli accrediti
Sono un vip, quindi ho l’ingresso facilitato. Cioè agggratiss. Sì amisci, dopo gli stentati inizi in quel di Ognissanti, il culo in giro l'ho dato e per bene e a fondo, anch’io posso dire di essere uno che conta ma soprattutto non paga. Un po' come negli anni '60: "Chi è importante, non paga. Chiedi una cosa gratis, te la daranno credentoti importante", A.Warhol (sunto ad opera dell'omino del scervello).

L’orario
Uno degli ultimi baluardi della puntualità milanese. L'ancestrale standard made in italy "Aò faccio come me cazzo me pare” creava attesa, apportando un altrettanto ancestrale doppio (s)vantaggio: l’attesa snerva i fan, al contempo debilita la band che ha il tempo per sbronzarsi, vomitare e ri-sbronzarsi, secondo il collaudato metodo Butel2 ("Suggerisco di bere, prima di iniziare a bere. Grazie"). Risultato: concerti brevi e deludenti, ma una grande sbronza collettiva.
Qui gli standard sono quelli inglesi. Come dicevo: se è scritto che il concerto avrà inizio alle 21.30, inizierà proprio alle ventuno e trenta.

La gente
Possiamo premettere dicendo che questo evento non è stato sponsorizzato e né pubblicizzato da Pig Magazine, come neppure da altri blog gggiovani per gente gggiovane (s)fashionista alternative-chic che segue le ultime tendenze bburino frosciarole lanciate e promosse nella milanodabbbere, mica cazzi. Fatto è già sufficiente a sapere che la serata sarà tra normal-people dove moda-design e atteggiamenti friendlyG&G(Gay and Glam) non omologano le persone rendendo la serata uno di quei gigs dove regna l’esibizionismo più puerile.
Ai Magazzini c’è gente di tutte le fasce d’età, pure mia madre, pure il padre di mio padre, il locale non si riempie completamente per cui l’ambiente resta confortevole. I gggiovani ed i meno gggiovani si mescolano in una serata spensierata di buona musica dove ad esibirsi e dare spettacolo sono i componenti della band [ndButel1: e io che credevo...], stop. L’atmosfera è distesa e rilassata, merito dello spirito del rock che aleggia nell’etere dei magazzini! [ndButel1: nel qual caso non dovrebbe essere il contrario di distesa e rilassata? N-non capisco][ndFrut1: non c'è nulla da capire, vai tranquillo ed ordina un altro AmarettoSour!]

Il concerto
Dicevo, la band puntuale sale sul palco.
Adembimpe con la sua gran voce inizia a cantare mentre le braccia si spendono in movimenti dinoccolati e sinuosi, mentre le gambe scollegate dal resto del corpo si muovono in modo disordinato e robotico. La sua camicia da boscaiolo di flanella a quadrettoni dopo la terza canzone inizia ad innalzare notevolmente la sua temperatura corporea facendolo sudare come solo Frut1 ha saputo fare a Parigi al concerto dei Daft Punk (per farla breve, il duo interruppe il mix per distribuire gli ombrelloni). Un fiume in piena scorre sul volto di Adembimpe costringendolo ad allontanarsi dagli apparecchi elettrici per gli effetti vocali prima di rischiare un cortocircuito. Dopo diversi cambi di asciugamano il cantante, non vuole levarsi la sua camicia preferita. Madido di sudore risulta irriconoscibile.
Canzone dopo canzone, il concerto si consuma con suoni potenti e precisi. Un mix tra gospel e new-wave che non lascia al caso la vena rock della band che suona gli strumenti con grande carica, facendo vibrare nell’aria una musica coinvolgente e a tratti schizzofrenica: sì Butel1, hanno un gran tiro. Nei magazzini riecheggia la voce piena e densa di Adembimpe, la chitarra rovente di Sitak, la precisione di Bunton alla batteria e, dietro barba, capelli ed occhiali, la vocina di Malone che tra basso e chitarra solista tiene le redini di un suono pulito e preciso della band.


Ai primi accordi di Wolf Like Me il pubblico impazzisce e segue tutta la canzone ballando a ritmo e accompagnando Adembimpe&co nel coro. Si ripeterà per altre canzoni (come DLZ), ma soprattutto per l’ultima traccia: Staring at the sun, quando in un climax cresce l’adrenalina nei magazzini per esplodere in un'ovazione e applausi per la band che ha saputo coinvolgere e divertire.
Bravi.