28 agosto 2008

George Clooney, Brad Pitt e Valentino The last emperor - 65° Festival del Cinema di Venezia

Dal nostro inviato a Venezia B1, che poi sarei io.

Dopo due giorni questa 65° Mostra del Cinema di Venezia è già sotto pesante attacco: non sta piacendo a nessuno, il programma è scadente, ci sono troppe voci italiane e Sentenziosi ha già svelato il vincitore. Soprattutto, nei cinema non servono più i gelati tra primo e secondo tempo. Persino le polemiche sono anestetiche e tu dimmi dove vuoi andare senza polemiche di qualità! Ma andiamo con ordine.

Immancabili Bred e Giortch, presenziano ogni anno puntuali come le repliche di Beverly Hills. Quest'anno addirittura non li avevano chiamati, ma sono venuti ugualmente. Eccoli appena discesi dal gommone abusivo, poco dopo i calci della security che li aveva scambiati per due rom capobanda (notare come Giortch non riesca a nascondere la smorfia di dolore e Bred stesse ancora pescando):

george clooney e brad pitt alla 65° mostra del cinema di Venzia

uno sì anziano ma con il sorriso strappamutandine d'ordinanza, dimagrito e con l'aria dell'imprenditore pezzente italiano che si spaccia per chissà chi in vacanza a NY dov'è ammanicatiassimo e quasi quasi ricercato dall'Interpol, l'altro con il look da pescatore sciatto che ha pescato 11 figli senza agitare le mani nè piegare il vestito (infatti i figli li compra su ebay, chi ha detto che per tutto il resto c'è Mastercard?). Sono belli dai. Piacciono sempre anche a mia nonna. Ah, secondo copione loro sono la coppia più glam di tutto il festival, quindi accontentatevi perchè se c'è una cosa che tutti stanno dicendo è che non ci saranno divi hollywoodiani di qui ai prossimi giorni. Salvo il jet set italiano (hey, chi ha fatto quella pernacchia?).

Ieri in conferenza stampa ironia e scherzi a go go. Ho-ho-ho, le risate guarda, da morire (magari), sto ancora ridendo... Bred e Giortch hanno fatto ridere persino Bred e Giortch. Gli stessi Coen cercavano di sfuggire il visibile imbarazzo. Burn after reading è il nuovo film dei fratelli americani. Nessuno ha capito la trama, si sa solo che Brad e George (dei quali io e B2 siamo portatori sani) interpretano il ruolo di due - pensate - idioti, ma così idioti che non si può.
La conferenza stampa è stata un continuo joke su questa scelta apparentemente inspiegabile (ai piccioni sul red carpet) e inapplicabile all'intelligente decorum delle loro persone: "Sì insomma, insomma voi pensate" è Giorgio Clonino che parla, forse ubriaco "m-mi chiamano i Coen no?... oh my god... mi chiamano loro, i Coen Brothers ok? E mi chiedono, mi chiedono di fare la parte dell'idiota. Ah ah ah - grassa risata americana - ma come gli è venuto in mente? Io dico che sono dei geni questi due!". Un giornalista ottuagenario risponde con una battuta a tema e Georgie che corre felice sul prato nel suo bel mondo che pare fatato scoppia a ridere:

george clooney

Stessa scenetta ridicola viene mutuata mezzo secondo a seguire da Brad: "Tciao. Io Bredd. Tanti figli". Fine della sua intervista.

Brad e George prendono poi parte ad un galà di beneficenza per il Darfur. Al termine del galà, Brad Pitt si ritrova con 3 nuovi figli maschi (un cingalese, un coreano, un haitiano) e 2 figlie femmine (una polacca e una una pheeghetta veronese, nell'unica età in cui ci sta). Delusione per il potenziale quarto bambino afro-americano, la figliolanza tribale di Brad è sì cosmopolita ma non ammette repliche: "Sorry, teniamo già un gangsta".

Il direttore Muller, che a dispetto del nome non è mai stato l'allenatore della squadra di hockey su prato austriaca, non batte ciglio e nega ogni deragliamento calando subito l'asso nella manica: in scia olimpica, lancia un'incandescente bagarre contro i cinesi. "Censurano troppi film questi scinesi!". Mamma mì queste so' accuse pesanti! La Casa Bianca non c'ha più visto: "Si fottano i georgiani. I cinesi oggi censurano i film e domani potrebbero negare i diritti umani a chissà quanta gente!". Per curiosità, quali film censurano? Quello prodotto da lui ad esempio. Eccellente Muller, eccellente.

Si parlava di glam. Niente, questo 65° non sarà un festival ricordato come glam, fashionista, hollywoodista. Meno male! E meno male un par de palle, visto che l'alterntiva - pronti, partenza, sabato - è il jet set italiano che a quanto pare ci beccheremo io e Frut1 nel weekend (ma anche no, visto che mollerò causa noia). Sto ancora googlando: metà dei nomi non mi dice niente; gli altri li abbiamo avuti persino come comparse in Verona is Burning (Isabella Ferrari, Valerio Mastandrea, ecc.).

Capirete quindi l'enorme attesa di oggi per il documentario su Valentino. Rudolph Valentino? Macchè, Valentino lo stilista (pensa come stanno messi col cartellone). Ad ogni modo la stampa deve incassare: cosa c'è di più glam dell'ultimo grande stilista? Tutti gli altri forse, ma questo lo dici per invidia.
Valentino - The Last Emperor è un'opera ambiziosa, audace, innovativa e di spessore: un giornalista minchione/culatone di Vanity Fair ha seguito per due anni con la propria digitale Valentino, il cane di Valentino e il socio di Valentino. Poi ha montato il tutto con Windows MovieMaker e l'ha portato a Venezia dove rischiava di essere applauditissimo.
Dico rischiava perchè poi, oh, non s'è visto. Delusione amarissima, durata fino al momento in cui arriva Mike Bongiorno con Paola Barale: stendin ovesciò!

valentino the last emperor

Ma parliamo di cose importanti: la pheega al festival del cinema di Venezia, c'è? C'è, c'è.

27 agosto 2008

Drinking in Padova

(riprende da precedente) Ammettiamo che la champagneria Trenitalia si è dimostrata soddisfacente: carburante pulito (senza piombo) ed efficace. A Padova sarà sufficiente terminare i preliminari con 4-5 drinks.

Ogni ex studente sa che Padova pullula di bar in centro, intorno alle piazze principali ce ne saranno decine e - non vi ricorda niente? - vivono tutti in funzione dello spritz o della birretta in piedi, fanno praticamente tutti cagare. Sa anche che intorno a mezzanotte chiudono baracca e burattini, dio mio che brutta cosa. Sa soprattutto che dalla stazione quei quindici minuti di sano footing per arrivarci possono rovinare una sbronza incipiente, una catastrofe.
Il Grand Hotel Italia di fronte alla stazione, non è mai stato tanto grand. Qui però non ci vogliono servire, sospettano qualcosa: "Senta, crede forse che siamo sbronzi? No perchè SE non ha quel tipo di convinzione, la prego, non ci serva neanche...". Aveva quel tipo di convinzione e non ci servirà. Tzè, l'edificio a fianco ospita un bar che grida Auto-annientamento economico.

Vediamo se ricordo cosa stavamo cercando... ah sì: auto-annientamento economico. Non ricordo invece il nome di questo baretto unto per anziani giocatori di carte, solo che, appena varcata la porta, la barista cinese ci infila in mano un montenegro e che vi troviamo degli anziani a giocare a carte su tavoli unti. Ottuagenari che ci squadrano, per di più. Non ci piacciono. Quelli vogliono la rissa, glielo leggo in faccia.
B3: "Chi CHI?"
B1: "I Butei de na 'olta lì al tavolo, ce l'hanno con noi"
B3: "Sì... quei tipi non mi piacciono. Chiamo il cinese?"
B1: "Ma non vedi che siamo in un bar di cinesi? Uno in più che differenza fa? Andiamo là e li gonfiamo come zampogne"
B3: "Ce le prendiamo"
B1: "Certamente"
Cosa verissima, quelli non scherzano. Massì, concentriamoci piuttosto su quella gran figa tascabile della barista cinese.
B3: "Hey bionda, a che ora stacchi?"
Chinagirl: "Ai chin yong wong chao, pokemon kanemoto!" (ma che è, giappo?)
B3: "Ci sarò bambola, ci sarò"
B1: "Due barili di montenegro, grazie"

Arriva l'autista. Frut1 è puntualmente in ritardo e paga pegno: ci scorta fino al prossimo bar del centro. Il Miracle (si chiama così?) di Douglas serve vere e proprie bombe alcoliche. E, sarà il nome, ma portano pure un profumo particolare. Nel menù vengono chiamati cocktail - molto politically correct - ma è un eufemismo di molotov: se l'americano è uno schiaffo, il cocktail al sakè è un pugno di Tyson.
Siamo pronti per il concerto? No, prima ci deve fermare e rompere le palle un archeologo. Un archeologo. Mi sono sempre chiesto se esistessero davvero o servissero per fornire un soggetto più credibile a trame di film quali Stargate, la Mummia, etc. etc. Voglio dire (cosa?), quanti archeologi pensate di incontrare in vita vostra? Intrattiene Frut1 con storie divertentissime (sic!) su scavi affascinanti in quel di... "Brrrrrpppp!" ah, scusate, è Butel1 che peresempiamente gli rutta in faccia a ricordarci che dobbiamo andare.

Fine Secondo Tempo (termina al prossimo post, il concerto dei Liars)

23 agosto 2008

Sono l'Hollywood di Bardolino e questa notte fashion è tutta vostra

Quando apro la cassetta delle lettere e trovo la classica pubblicità "Liquidazione straordinaria causa fallimento", istintivamente penso alle discoteche veronesi sul Lago di Garda. Mi riferisco al fallimento, non alla liquidazione straordinaria. E a quello qualitativo, non finanziario.

Poco v'è di più vacuo e inutile di una serata nelle discoteche sul lago e pochi sono i modi peggiori di perdere il proprio tempo. In un mondo ideale, più o meno tutte dovrebbero far parte di un quartetto o quintetto o sestetto (quante sono?) di locali da mandare al rogo. Ah, ne hanno già bruciate due? Chi dice che l'universo ci è indifferente!?

No dai, ovviamente sto scherzando. Riguardo a quel fatto sull'universo.
Quindi capirete perchè, quando leggo che "la notte è fashion @ Hollywood",

discoteca Hollywood Bardolino

ci voglia sempre qualcuno che mi spieghi che non si tratta di un indirizzo e-mail. Cos'altro pensare?

Quel qualcuno mi spiega che sono ottuso come pochi e io rispondo che sì, sono ottuso e duro a livelli siffrediani, ma certo quelli dell'Hollywood di Bardolino si prendono molto sul serio. Avranno un sense of humour (il senso dell'umorismo è al bando in tutto questo parlare di California...) che ritorna direttamente alla prima media, restandovi pure bocciato.

Cosa trovare lì dentro da far rientrare nella nozione di fashion (neanche nell'ormai attuale nozione socialmente accettata e di bassissimo profilo), beh davvero non saprei. Solo in seguito realizzo il sottile gioco di parole del solito titolista etilico della celebre pubblicazione online (come altrimenti definire 2night?): è la Notte ad essere fashion, non l'Hollywood. Eh certo, l'impianto è platonico: è l'idea ad essere fashion, non la ggente. Come fanno poi a rendere la notte fashion, è spiegato a pag. 55 del comodo manuale che verrà recapitato a casa di coloro che parteciperanno alla serata. Non ve l'avevano detto? 'Zzi vostri! [come anticipazione, posso dire che l'internazionalissimo - dalla cortina di ferro verso est - sound di Marina di Ravenna che fa sempre molto fashion ovviamente è presente in pompa magna]

Che sia "soltanto" la notte ad essere così fashion, non mi rasserena più di tanto perchè io - come voi tutti, anzi certamente più voi del sottoscritto - qualche volta una capatina a 'sta discoteca Hollivudde di Bardolino l'ho fatta e i ricordi non sono esattamente perle di immaginifiche metafore. Sono immagini ottime per dipingere Il rendez vous dei truzzi o per girare la docu-fiction Zio can che roie!, nonchè sufficienti per iscriversi al corso di Autodifesa dai dj di house commerciale cantata.
Si tratta di serate che depositerei dritte dritte al cimitero delle capre subculturate.

Inoltre, leggendo bene il pezzo, quando smorzeranno simili banalità?
"musica giusta, special guest ed il divertimento più raffinato"
Musica giusta (sic!)? Cioè? Quale?
Special guest (sic!)? Cioè? Chi? Italian Spiderman?
Il divertimento più raffinato (sic!)? Questa mi sfugge proprio, è forse una gara di battute tra poeti?

Vedo bene alcuni nuovi slogan, magari per le prossime reclame. Negli ultimi due, proposte per aggirare l'inflazionato richiamo della semantica modaiola e puntare al sodo tornando alle cose semplici, quelle che in fondo la ggente dde llocali cerca, back to the roots:
Serate più fashion di quelle dell'Hollywood @ Hollywood
La figa è rasata @ Hollywood
Musica anni '70 e culi sodi '08 @ Hollywood

22 agosto 2008

Drinking in Trenitalia (nuovo video, questa volta senza choc)

Contro i nuovi vandalismi sulle carrozze Trenitalia (due tizi che saltano sulle poltrone, oohh) puntualmente segnalati da (e solo da) Studio Aperto, Sentenziosi risponde con il progetto Drinking in Trenitalia: Sentenziosi sponsorizza elegante champagneria con buffet naif in prima classe, in piena linea con il riassetto economico presentato della compagnia.

trenitalia, nuove misure: champagneria in prima classe

L'ultimo business plan di Trenitalia prevede infatti l'introduzione di una serie di nuovi annunci nei treni e nelle stazioni. Nei prossimi giorni sui treni vi capiterà di sentire cose del tipo:

"ding-dong - Si avvisano i signori passeggeri che i butei sono in partenza per il concerto. E stanno stappando. Per ogni esigenza o per un bicchiere in loro compagnia, li potete trovare nella carrozza di prima classe con calici e spumanti - ding-dong"



[Dopo i video choc(???) dei giorni scorsi circa il vandalismo a bordo dei nostri treni, si
propone rinfresco naif ma elegante a base di prosecco, champagne, paninazza italiana]


mentre nelle stazioni:

"ding-dong - I butei saranno in sosta per circa 20 minuti sulle panchine del binario 2 a bere spumante e sfilare sui catwalks con arroganza. Si invitano i gentili viaggiatori dell'est a continuare ad accoltellarsi al binario successivo. Ci scusiamo con loro per il disagio arrecato - ding-dong"

sentenziosi in stazione trenitalia Padova

Starring in arrogant order
- B1 e B3 nel ruolo degli annoiati esponenti di una annoiata generazione che non sa fare niente. Che non sa fare. Che non sa. Che non.
- la generalità dei passeggeri e il loro inenarrabile stupore di fronte a due butei che si fanno strada con camminata da passerella, si accomodano, stappano, bevono con inaudita naturalezza e all'appello stupefatto del controllore "M-ma questo non si può fare!" rispondono "Ma certo che si può... nella Maison Sentenziosi... spufff!" (seconda bottiglia stappata)
- il cin-cin, ciclico a 5 minuti
- il passeggero giovane che finge seri problemi di incontinenza per recarsi con continuità al bagno in modo da sincerarsi ogni volta di aver veramente visto due butei che con totale non chalance champagnano da sè su un treno
- il passeggero anziano che ad ogni cin-cin si guarda intorno come se avesse due butei dietro che stanno champagnando su un treno (eh, soffre sicuramente di sindrome persecutoria)
- l'amico Slobodan e/o Miroslav ubriaco e molesto sulla panchina alle spalle di due butei che champagnano in stazione: lui con quella Moretti analcolica (sì, pure con l'analcolico si sbronzano) prelevata dal distributore non si è mai sentito così slavo, noi non abbiamo mai avuto i reni tanto a rischio
- "siamo molto contenti che siamo qui, pensiamo che c'abbiamo l'icse fector, Simona"

Fino Primo Tempo
Prosegue al post successivo: drinking in Padova

20 agosto 2008

Austrian pills/4: gossip teutonico! Il libro choc di Sonia Rossi, il killer inscovabile, il concerto di Madonna

Passiamo al fondamentale gossip austro-germanico, direttamente dalle pagine dei giornali più malfamati di Vienna.

In Germania - e di riflesso qui a Vienna - in questi giorni si parla senza malizia e senza caccia alle streghe dello scandaletto mediatico della durata di 15 minuti (qui è un fatto normale, solo i giornali italiani riprenderanno la notizia in pieno stile Studio Aperto) intorno al libro di Sonia Rossi, studentessa italiana 25enne residente a Berlino.
Sonia viene da una piccola città italiana, cerca di sbarcare il lunario trasferendosi a 20 anni a Berlino dove fa la cameriera e studia. Ma i conti non tornano, mantenersi è dura per lei: "I miei genitori non mi hanno abituato a risparmiare, non mi è mai mancato nulla".
Ah, come uscirne? Le sovviene allora quel piccolo sogno da ragazzetta, fare la romanziera, scrivere romanzi romanzi, arte arte (avete presente quando chiedete alle pheeghette che hanno all'attivo 2-3 esami all'anno cosa pensano di fare della propria vita? "Faccio l'artista", certo, fai allora).

il libro

Ci riesce e scrive un piccolo capolavoro realista dal titolo eloquente e assai poco metaforico: "Fucking Berlin" (fottendo Berlino) sottotitolo "Studentin und Teilzeit-Hure" (studentessa e prostituta part-time), cronache della sua reale doppia vita di studentessa di giorno e troia di notte (in Germania i bordelli sono legali, ca va sans dire).
Ora i conti tornano, si fa un culo così ma si mantiene alla grande. Sentenziosi è per la parità dei diritti e crede che le donne possano batterci in tutto: vai Sonia! E chissà non riesca a sfondare anche nel mondo dello spettacolo, è risaputo che prima occorre farsi sfondare DAL mondo dello spettacolo e crediamo non troverà difficoltà.


Sollievo intanto in Austria per l'arresto dello spietato killer di Strasshof, Josef Branis, che sterminò la propria famiglia, lasciando una scia di quattro cadaveri e latitando per un anno. Qui in una foto di repertorio.



Oh, non si riusciva a beccarlo in tutto il paese, era introvabile.
Parlava forse dieci lingue? Passaporti falsi e contatti in tutto il mondo? Plastica facciale? Macchè!
L'Inscovabile girava con questi discreti occhiali (Rayban Serial Killer series) indossando un'insospettabile parrucca da albino:

josef branis perucke

Ma dai! Se me lo fossi trovati davanti gli avrei chiesto: "Quanti ne hai ammazzati oggi vecchio?".
Confessato anche il motivo: provava invidia per la sorella. Pare gli mangiasse tutti i crauti.


Intanto Madonna festeggia i 50 anni e continua a non dimostrarli, no?

madonna compleanno 50 anni e sempre in forma

E' incredibile come questa donna, (like a) vergine da oltre 2.000 anni, continui a cantare in mutande mentre riesce a riempire di contenuto tutte le nostre bestemmie. In Austria è una star di tale fama che i giornali le dedicano interi inserti extra. Lei dice che ringrazierà di persona il calore dei fan austriaci al concerto che terrà a settembre sulla Donauinsel, l'isoletta del Danubio. Ciò che lei non sa, è che d'estate le due estremità di tale isola, presa ovviamente d'assalto dai bagnanti, sono riservate - non scherzo - al naturalismo/nudismo.
Abbiamo un dettaglio dell'ultimo concerto tenuto lì:


Donauinsel a Vienna: ultimo concerto, un pieno di pubblico e critica

Un successo di pubblico e critica, mi dicono.

19 agosto 2008

Festival della Letteratura di Mantova 2008

Festival della Letteratura di Mantova
3-7 settembre 2008
Mantova, varie location

Non siamo certo ai livelli da Mercatone Uno del Festival della Letteratura di Torino ma, da uno sguardo al programma completo, mi pare un'edizione tutto sommato meno interessante rispetto a Festival Letteratura 2007.

Eventi in evidenza
- confermato Daniel Pennac, ma i fan di vecchia data lascino perdere: niente Signor Malaussène, professione capro espiatorio (idea geniale più dell'intero cosmo tetro di quei racconti, ma come gli era venuta?), si tratta di una rappresentazione teatrale e della presentazione del nuovo libro, tutto a taglio "giovane" ovvero letteratura per ragazzi, il professore di liceo si avvicnia ulteriormente al mondo della scuola. (Per i polemici: è vero che anche quella di Malaussène venne venduta come letteratura per ragazzi, ma col cazzo che aveva prettamente quel taglio; almeno che i ragazzini francesi sono siano creature d'incredibile intelligenza e inaudita saggezza, cosa che mi permetto di escludere, con tutto il rispetto per i bambini eh).

- Sebastian Faulks è il nuovo autore di Bond, James Bond.
Come ce ne fosse, bisogno ce ne fosse.

- Sentenziosi consiglia: sabato sera, ore 21, teatro Sociale, 15 € ingresso, Toni Servillo legge la Lettera di Lord Chandos del grande decadentista viennese Hugo Von Hoffmanstahl. Ricordiamo che Lord Chandos - che nella finzione scrive questa lettera nel 1602 indirizzandola a Francis Bacon per fargli presente i propri attuali problemi di comunicazione e uso del linguaggio - fu una delle nostre letture preferite ai tempi dei caffè intorno al Prater di Vienna di fien de siecle (fine '900, ehm), prima di errare per la città a braccetto con il Sottotenente Gustl, quando ancora eravamo membri dello Jung Wien (poi sapete che è successo? Mah niente, un giorno Butel2 torna da Jena sbronzo come una iena e si fa la figa di Hugo: Uga) e non stavamo ancora cercando la szene.

18 agosto 2008

Austrian pills/3: "Wo ist die Szene?" - Szene, Vienna

Wo ist die szene? Dov'è la ggente ggiusta a Vienna? Eh, saperlo.

Nel viaggio viennese alla ricerca della bbella ggente austro-germanica, di quei ggiovani che si divertono e si piacciono, si distingue protagonista un unico tormentone: "Wo ist die Szene?" (dov'è la scena?).

Die Szene?
Parlare della szene, è come parlare dell'aria fritta. E sapete quanto ci piace. A Vienna come a Berlino, è letteralmente La scena, la ggente ggiusta, il locale o la serata importante del momento. Un ipotetico (e mai confermato) crogiuolo di bbella ggente che sa come e dove divertirsi. Quelli tra il vip e il wannabe che sanno sempre dove andare e dove no, cosa è in e cosa e out. Nei giri si dice sia gente talmente ggiusta che è tale anche quando non lo vuole. Far parte della szene di Vienna, di Berlino, di Francoforte è un tedio riservato a pochi.
A Sentenziosi - in questa infinita ricerca del loisir austriaco - giunge voce che alcuni frequentino appositi psicologhi perchè a Vienna nessuno può essere così ggiusto tutto il tempo senza subirne ripercussioni di personalità (salvo art. 4/bis "Siete i Butei").

Ma voi, voi, l'avete vista la szene di Vienna?
Beh, la szene forse sì e forse no, la zinne sicuramente sì.

la szene di Vienna? Macchè, le zinne di Vienna!

Ad ogni modo nessuna delle due (che evidentemente convergono) è entusiasmante fin qui.
Alla fine scopri la szene, ed è una mezza stronzata.

Come e dove trovare la szene?
Non per forza al Szene Wien, ecco. Piuttosto al Leopold Cafè, all'American Bar, in verità si rischia di incrociarLa (Lei, quest'entità più astratta dell'inflazione) pure in particolari serate del Flex, un posto über-underground per chi vi entra la prima volta, ma appunto frequentato da estrosi finto-alternativi afferenti part time la szene (si sentirà stuprata?). E in altri due-tre bar e disco di tendenza che dobbiamo ancora scoprire, stiamo scoprendo e ovviamente mai scopriremo.
Trovare la szene richiede un po' di lavoro, in genere due-tre sbronze assestate nell'ex-locale del momento, quello che tutti ancora ricordano, specie i looosers, e al quale verrete guidati quasi per risposta d'eco sussurrando in giro per la città: "sszeeenneee...".

Per darvi un'idea: se la szene veronese ora è al Piper (e qui si misura tutta la consistenza della nostra scena notturna), si comincia a pattugliare al Malta, la vecchia moda e qualcuno vi indirizzerà al New Mazzanti passando comodamente per Sottoriva, Carega, via Roma33, Riva Mancina e altri locali fino ad approdare in Torricelle (dove la bestemmia è permessa, tranquilli).

Regole di buon senso impongono naturalmente di chiedere ai butei del luogo (die Buteien), in locali affollati, alla moda ma allo stesso ben riparati dai turisti (la szene non frequenta i turisti!). Può ovviamente pagare - in tutti i sensi - parlare inizialmente con la vostra barista di fiducia (bevete quanto i butei e ogni barista diventa di vostra fiducia nell'arco di un paio d'ore) chiedendo dritte in maniera del tutto disinteressata, facendo capire che sì, vi hanno parlato dell'esistenza di questa szene ma poi sai... alla fine... ma a noi che ce frega, ancora 'sta szene, dio che noia.

Questa parte è molto importante: non basta chiedere "quale locale è in questo momento", troppo facile, o peggio (sciocchi!) "scusa, sai mica dov'è la szene?". Sì bravo, e lo vengono a dire a te, ciuccio che non sei altro! Occorre fingere un interesse annoiato, un interesse superfluo, quelli della szene sono come dei cani e odorano la vostra paura di restarne fuori (eh questi so'sgarri... che mi tocca continuare a sbronzarmi!). Dovrete essere astuti, non farvi individuare subito, una brutta etichetta è come lo sperma sulla pancia, se resta fino alla mattino dopo, fa male.

Siate discreti e distinti tipo: "Wo kann ich mit irgendeine der Szene ficken?" ("Dove posso scoparmi una della szene? No così..."). Saranno felici di fornirvi tutti i dettagli, compresi particolari attitudini fetish di questa o quella tipa (non che alcuni non si conoscessero già: ricordate la loro fissa per l'eco-friendly che le porta a non sprecare l'acqua in inutili cure del capello?).

Szene Wien
www.szenewien.com
Uno dei posti in cui potrebbe condurvi la ricerca della szene. Voglio dire: può forse mancare la szene di Vienna in un posto che si chiama Szene Wien? Ovviamente sì.
Lo Szene Wien infatti nasce come music club, una specie di club Arci ma più curato, più intimo e più "salone per concerti". Suonano di tutto, sono passati anche nomi importanti, il cartellone offre molti generi e non sembrano specializzati ergo è possibile evitare i punkabestia austriaci. I quali, credetemi, sono i nostri punkabestia al quadrato, appena usciti dallo zoo di Berlino (dalle gabbie, intendo). Occhio anche alla differenza tra serate di musica locale e internazionale: ancora ignorate cosa possa offrire la scena musicale austriaca.

La ricerca della szene continua...

Austrian pills/2: Leopold Café - Vienna

I fashionistas(?) di Vienna, vanno al Café Leopold.
I fashionistas in generale, non vanno a Vienna.


Il Leopold Café è un pretenzioso cafè/bar/bistro/lounge all'ultimo piano del celebre Leopold Museum, nella zona dei musei viennesi (Museums Quartier): arredo moderno e minimale, lampadari Francesco Giuseppe (esiste?), lungo bancone,

cafè leopold wien

tavolini e lounge per tutti, curiosa "terrazza" che in verità è una serra in vetro che affaccia sulla piazza dei musei.

leopold cafè vienna

Quando?
Di giorno preso d'assalto dagli avventori del museo per uno spuntino, per lo più turistas sfahionista, fatto salvo qualche austriaco che non può fare a meno di farsi pelare per un'insalata condita da un gatto (e forse con un gatto).
Di sera - ed ecco la particolarità del Leopold Caffè - si trasforma in un night bar con dj set dal vivo: artisti rigorosamente electro, spesso della scena viennese. Ci sono serate tutto il mese, il programma viene consegnato al tavolo e si può consultare anche sul sito.

Sentenziosi dice
- il bar è bello, tutto sommato

leopold caffè vienna

- di giorno piatti piuttosto scontati, da evitare se la meta è il cibo. Gli austriaci inoltre non sanno condire l'insalata, non è nel loro dna (insieme a tante altre cose).
- carina l'idea di riqualificare il locale trasformandolo in una sorta di disco pub molto elegante e ricercato (dalla polizia probabilmente).
- l'impressione è che sgarri sempre qualcosa: dove sono le fighe? Dove sono i cocktail da spettino? Dov'è Butel1? Ah è sbronzo al bancone, allarme rientrato. Comunque, più che un cocktail bar elegante col sound giusto, pare un ritrovo per birraioli trendy e finti bohemian bourgeois che amano sfondarsi i timpani di "buon" sound elettronico viennese.
- Com'è il sound elettronico viennese? E' viennese, ha la varietà stilistica di una panca in legno da sagra della birra. Vienna è stata la culla della nuova musica elettronica a inizio di millennio, molte cose sono nate prima qui che in Germania, quindi un po' ovunque nei locali c'è questo caratteristico sound elettronico che potremmo esemplificare così: alcuni tipi con delle cuffie in testa che trapano con un martello pneumatico mentre altri bevono e danzano (beh, più che danzare sembra una jump session) o ancora una catena di montaggio di mazze ferrate che vengono scaraventate pedissequamente contro manufatti di eternit della Perego & figli. Se avete sbottato "No le acciaierie tedesche!" col sound di Berlino, preparatevi ad una macumba di bassi serviti senza criterio e, sinceramente, oggi piuttosto demodè.

La gggente
Sostiamo al centro di questo Café Leopold con una birra pesante come Maurizio Costanzo (da evitare come la peste la Ottakringer scura!) e pensiamo che se questo è il massimo - immaginiamo di no - che Vienna sa o pensa di offrire, qualcosa non torna: se ad esempio il locale è trendy e di design, il pubblico ad esempio è agli antipodi. Ovviamente non proviamo nemmeno a catalogare il vestiario dell'austriaco medio (vincono annualmente da decenni il primo premio alla Fiera Delle Scarpe Fottutamente Orride), nè pensiamo di ricavare da questo locale un numero accettabile di pheeghe: niente da fare, la Vienna di massa non ha lontamanente gusto nella scelta del codice vestiario, nè girano fighe che non siano scofanate (A.B.P. = Austrian Booty Project).

Conclusione
"Sì sì bello ma... alla fine... è tutto molto italiano" dice una macchietta in Boris, telefilm italiano di serie B. Ecco, qui il Café Leopold è bello, niente di nuovo all'orizzonte ma vale una visita proprio per darci un'occhiata (occhio alla parete specchiata nell'anfratto verso il fondo, Butel1 ha rischiato di rimanerci intrappolato tutta la vita) e l'idea del locale tutto-in-uno è ottima negli intenti ma... è tutto un po' troppo austriaco (non nel senso di Impero, nel senso di "mi compro l'auto verde smeraldo perchè va l'ecologico...").

16 agosto 2008

Austrian pills/1

Ad un certo punto io e il Fruttone intravediamo Salisburgo, Vienna, Linz, montagne paesaggi birra Gulasch Sacher Torte Wiener Schnitzel fighe di rara bruttezza e inaudita untezza.
E lì che capiamo che il giro a cercare un bar per l'aperitivo nelle Golo, ci ha in verità portato in Austria. Ci tratteremo qui per un po'. Seguiranno recensioni su eventi quali il Frequency Festival di Salisburgo e diversi locali anzi localllini di Vienna.

Intanto, alcune FONDAMENTALI linee guida a questa esperienza extrasensoriale in una terra effettivamente splendida ma sostanzialmente ambigua, per alcuni (a noi) incomprensibili fenomeni:

- capisci di trovarti in Austria, quando comprendi che un tipo (beh, diversi tipi, molti tipi, moltissimi tipi) decide di spendere 60 mila euro per una Audi verde smeraldo oppure azzurro pantone metalmeccanico e attaccarci degli adesivi.



- capisci di essere in Austria quando le fighe sono dei cessi MASTODONTICI, avranno tutte gli occhi azzurri (e chissenefrega) ma sono un vero pugno nello stomaco. Dopo tre giorni in Austria, ti sembra di aver fatto a pugni con Tyson (quello dei tempi d'oro, diciamo metà anni '90). La domanda spontaneamente sorge ed è una: "Pecchè le austriache so'brutte, grasse?". E' un mistero che nemmeno il Principe di Metternich riuscì a risolvere, la sua unica conclusione fu: "L'Italia è una semplice espressione geografica, ma hanno fighe che noi ci sogniamo".

- l'Osservatorio austriaco di Sentenziosi (=Frut1 e Butel1 ubriachi come due merde all'Alt Wien di Vienna) si sente a questo punto di pubblicare i fondamenti di una teoria che farà discutere anche Frut1 e Butel1: apparentemente il problema è la birra. Ma è un problema solo conseguente. IL problema è anzitutto culturale: la birra non è affatto il corrispettivo dell'italico vino, non è una bevanda extra-ordinaria che talvolta può accompagnare i pasti e talvolta viene consumata di sera nei locali "quando ti va". No, la birra non è birra in Austria, è acqua. Tutti e soprattutto TUTTE LE FIGHE AUSTRIACHE devono bere birra a litri. La conseguenza fisica immediata è evidente: diventi meno affascinante di Federica Pellegrini (riuscite solo a immaginare una cosa del genere? Persino Kobe Bryant - che nei confronti della Pellegrini ha espresso ammirazione - avrebbe difficoltà). Siamo tutti d'accordo che è un problema, giusto?
No, macchè, per gli austriaci non è un problema: un armadio, un cesso, una squanfa, 'na cosa del genere, va pure bene! Meglio una bevitrice brutta come la Pellegrini, che una Heidi Klum astemia (astemio, per la precisione, non compare nel dizionario austriaco).

- anche tralasciando la loro evidente bellezza alterata (ovviamente ragioniamo per assurdo), le fighe austriache presentano un problema secondario non da sottovalutare: hanno un rapporto esclusivo e diverso con l'igiene personale, sicuramente in riferimento alla frequenza che pertiene alla cura del capello. La pheegha austriaca non si lava i capelli, oh là. Se se li lava, parliamo di due volte alla settimana, nella migliori delle ipotesi. Finora 6 ragazze su 10 si sono dimostrate unte. Ieri sull'autobus una era così unta che aveva l'olio in testa. Avevamo appena fatto la spesa quando la fame si fece sentire: l'idea era di darle fuoco per cucinarle in testa le nostre bistecche di maiale impanate.

- capisci di trovarti in Austria, quando all'Autogrill dici Arnold Schwarzenegger (es. "Sai che questo è il paese di quel cinghiale di Scharzenegger?") e tutti si girano compiaciuti.



Fossi in loro lo farei con meno orgoglio ma, per carità, noi abbiamo Costantino Vitagliano quindi che ci puoi dire agli altri?
Certo che Schwarzy... Ricordo una sua intervista degli anni '70, ai tempi degli splendori di Mr. Universo. Si vantava del fatto che "avere muscoli così gonfi, guardarmi mentre ho queste vene che esplodono... per me è meglio di un orgasmo". Vidi quel video molti anni fa, in tempi davvero non sospetti, e pensai: "Questo coglione potrebbe fare il presidente degli Stati Uniti".

- la birra austriaca è più ambigua di Amanda Lear: non si capisce, è birra per uomini o per fighe? Ti sbronza oppure no? La conclusione è che: boh, te ghe da provarla. Ora ti sbronza, ora va giù come acqua senza alcuna conseguenza. Ci sono birre di gradazione alcolica ridicola, altre che s'avvicinano al vino. Non lo sai prima, non potresti perchè ce ne sono troppe. Quando te ne rendi conti, il rischio di stare già cantando lo jodel nella Stube con Karl Hainz è molto alto.

- Mozart merchandising: avete presente quando vi dicono che Mozart è austriaco? Beh, Mozart è molto austriaco, Mozart E' l'Austria e qui non ve lo fanno scordare un singolo secondo. Mozart è mascotte/patrono/souvenir di ogni città austriaco, con tanto di shop aperti 24 h su 24. Si rivelano eccellenti - sarà capitato anche a voi - quando di uscita da un party alle 6 di mattino vi viene in mente quella vostra vecchia troia ninfomane che non sentite da un po' e - beh, che le regalate? - le regalate un "bel" pupazzo con parrucca attaccato ad un pianoforte di marzapane.

- il centro di Vienna è a prova di automobile. E' un labirinto mefistofelico di sensi unici studiato talmente bene, talmente perfettamente, che solo un piano preventivamente elaborato dai cervelloni del Pentagono sez. P.a.c.m.a.n. permetterebbe di giungere a destinazione. Altrimenti - e capiterà circa 99 volte su 100 - finite dritti in una botola che catapulta voi e il vostro mezzo in figa (e abbiamo visto come non sia piacevole). Non potendo contare sui suddetti cervelloni, ci siamo affidati ad un conducente della sezione O.l.f.i. di Sentenziosi per raggiungere il nostro centralissimo hotel, con risultati a dir poco disastrosi.

- gli austriaci, da buoni rappresentanti del mondo germanico, non si prodigano nel dimostrare un diffuso buon gusto nel vestire. Se diciamo che si vestono di merda (B1 feat. Giobboia), rendiamo loro molta giustizia: praticamente, si vestono come il veronese medio.

- il sense of humour degli austriaci è molto vicino a quello dei thailandesi. Avrete tutti presente il celebre sense of humour thailandese... Certe battute proprio non le colgono. A quel punto non nascondono un faccia sommessa che si avvicina al pianto. E vi tocca ridere loro in faccia (eh, chevvuofà?).

Seguono recensioni.

15 agosto 2008

London Pills/5 . 2night trendsetting...

Un butsegnale parte dalla sezione italiana di Sentenziosi e raggiunge Londra dove da uno sgabello del Gran Union pub Butel2 risponde.

"Tu-tu-tu- B1 speaking.. Ragazzo è un pò che non ci sentiamo. Ti devo chiamare a rapporto. 2night ha sparato l'ennesima stronzata. E fin qui niente di strano dirai tu. E no caro mio questa volta è una stronzata di caratura internzionale. Verifica subito il contenuto di questo link. Questo butsegnale contenuto nella tua birra si autodistruggerà entro venti secondi."

B2:"Pazienza. Era solo la sesta".

Verificato il link possiamo affermare che: se a livello nazionale siamo sicuri che 2night a qualità di minchiate non ha concorrenza, a livello internazionale sta lavorando sodo.

Questo il trafiletto:


Anche Il Sole E' Fashion Da Blue Express (che titolo ragazzi, scomodati direttamente i creativi della A. Testa nd.B2)

Saturday, 19/07/2008
Direttamente dal Bread&Butter di Barcellona
jeepers peepers
Direttamente dal Bread&Butter di Barcellona, freschi freschi in esclusiva per Blue Express [a Verona], arrivano i Jeepers Peepers. Irriverenti e colorati, questi sunglasses hanno già invaso Londra (ok si dove?), dove non si possono fare due passi senza vederli addosso a qualcuno (ok allora adesso esco di casa e faccio due passi --stanby-- Eccomi, fatto due passi visto un negro con il coltello. Jeepers zero)! Economici e divertenti, sono molti i modelli con cui giocare (benissimo tunait e se invece giocassimo mandarti un virus nel server cosi la smetti di scrivere 'ste minchiate?).
Butel2 (che poi sarei sempre io) negli ultimi tre mesi, seppur in un continuo andirivieni, ha soggiornato a Londra in maniera abbastanza stabile e a riguardo del suddetto post può affermare che:

1) Mai visto quei cazzo di coloratissimi occhiali
2) Forse, e dev'essere andata così, se li sono messi tutti nella terza settimana di luglio e nella prima di agosto, quando Butel2 tornò a Verona per incendiare una discoteca (ogni riferimento a fatti o persone è puramente casuale).
3) 2night, ma questa fra tutte è l'ipotesi meno probabile, ha tra i suoi inserzionisti tale blue express. Ma è tutto così improbabile, così confuso... guarda, mi sembra impossibile. Deve essere la numero 2 ecco.

Fidati di Sentenziosi (eh...)
Tre trend, per quanto concerne l'occhialistica, che a Londra non possono passare inosservati sono i seguenti:

1) Wayfarer (classicissimo ed immortale)


rayban wayfarer2) Occhiale da negro di Kanye West (ovunquo)


kanye west sun glasses
3) Occhiale inutile a forma di cuore (qui indossati da una Britney più flaccida e unta che mai)

britney spears sun glasses
4) Mi metto gli occhiali grossi (eh si ancora...)


I suddetti jeepers sono un modello abbastanza popolare, del resto li vendono nei vari Office e Topshop, ma non certo nella coloratissima versione "con cui giocare" di cui sopra. I modelli che si possono notare sono più classici, ovviamente assecondano un'estetica vintage altrimenti qui non ti caga nessuno, e in tinte più sobrie.

Sempre riguardo trend&co è da segnalare la preponderanza di questa calzatura. Poco conosciuta e poco apprezzata in Italia, qui a Londra è un vero Must have
nike ninja shoes
La Nike Ninja meglio conosciuta come La Nike Air Jennifer Ninja Manzo rappresenta un'edizione limitata che la nota industria americana ha concesso dapprima in esclusiva al noto dj-fotografo-producer veronese poi visto il sucesso di critica ("bele le scarpe delle tartols!") ha distribuito in tutto il mondo. Sold out.

Stay tuned.

14 agosto 2008

"A Marina di Ravenna vecchio, Marina di Ravenna... che l'è na figada!"

"Sto partendo per Marina di Ravenna". Vai.

marina di ravenna

Eccolo lì, tutti a Marina di Ravenna a saltellare-saltellare allora. Dio mio, era almeno quattro giorni che non la sentivo, uno si può abituare! Anche perchè gli altri tre giorni c'è in permuta il trio evergreen "Vado a Ibiza" "Vado a Tenerife" "Vado a Mykonos".

Quando persino i genitori ormai hanno mollato, ecco i giovani veneti (non senza alcuni dei migliori rappresentanti delle delegazioni Terronia, Slavia, Albany alla ricerca de l'America Perduta) a lanciarsi coi tentatocoli nell'eterno film di Jerry Calà, finanziato da Fabrizio Corona.

Ricordo una delle ultime, sul serio, esaurienti (?) considerazioni di Butel2 pronunciate in suolo italiano verso metà aprile:
"Tu B1, quest'estate: ci si vede?"
"Mah, non penso, giretto in nord Europa per me, forse torno un po' a Berlino, Copenhagen, qualche nutria locale, meglio se a coppie. Qui? No qui niente. Se interessa sento troppa gente che insiste ancora con la Riviera. Sai, Marina..."
"... Marina?"
"Marina di..."
"... di?"
"... di Ra..."
"... di Ra?"
"Marina di Ravenna"
"Oh là, Marina di Ravenna"
"..."
"Bene, beeenissssimo Butel1, benissimo. Non andrei a Marina di Ravenna neanche se l'alternativa fosse farsi inculare da dieci negri, oggi, domani e sempre"
"Hai esperienza in certe cose e ti rispetto"
"Grazie"
"Se interessa altrettanto, a Saint Tropez c'è un traghetto che fa il giro intorno agli yacht ormeggiati. Pare ci sia la coda fino a notte"
"Marina di Ravenna è il massimo"
"Sei sicuro?"
"Fossi matto. Beviamo ora e dimentichiamo?"
"Certo"
"Garcon, un secchio di whiskey, grazie"
"Due secchi. Sia mai che ricordi quella del traghetto..."

13 agosto 2008

Mazzanti nuova apertura: inaugurazione

Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Così, a ciel sereno, sabato ha riaperto il Mazzanti, con una nuova start up sempre lì in Piazza Erbe, evento già atteso nei giri col nome teaser di Mazzanti Reloaded o New Mazzanti o Mazzanti 2: Revenge of the Spritz, giobboia!

Seguirà recensione più avanti, nei mesi freddi.

Intanto presenziamo alla fondamentale inaugurazione, che vale alcune prime osservazioni:
- coda chilometrica, vero ingolfamento umano che attira pure i curiosi, pure i turisti: "What is this?" "THIS IS MAZZAAANTTIIII!" gli risponde Butel Leonida.
- un testo chiarificatore alle spalle del bancone: "L'è sta dura ma chi la dura la vinse". Non capiremo mai perchè-aveva-chiuso e perchè-c-ha-messo-tanto-a-riaprire, le chiacchere ci volevano la banca, il ristorante, il negozio di abbigliamento, il troiaio prestige, ma chissenefrega.
- una sbronza gratuita a suon di magnum Ayala, meglio di niente.
- una visita rapida al locale per notare che il bancone è nuovo, i muri sono stati raschiati, qualche quadro non meglio identificabile (patacca o pataccon?), probabili finti affreschi sulle pareti della saletta di destra, il cui spazio vitale per ora è stato sacrificato ed esclude la presenza totale di sedute e tavolini (possono sempre essere reintrodotti), intanto corre un divanetto lungo una parete e una piccola zona "lounge" sul fondo.
- assaggi di affettati e formaggi, vera tempesta di grasso, sale e odori nauseabondi
- non proprio preso d'assalto dagli abituè dei tempi d'oro (tre anni fa?), la notizia non aveva girato abbastanza e le ferie e le stagioni di mezzo: il bancone reclama i gomiti dei poseur di qualità. B2, torna a Surriento!
- già preso d'assalto dai vecchi abituè, nel senso di over sessantenni onnipresenti alle inaugurazioni (fateci caso, ai vernissage veronesi c'è sempre una dozzina di vecchiardi fottutamente presente e pronta a scroccare tutto lo scroccabile)

Conclusione
Il Mazzanti c'è. A quanto pare non è gestito da Carlo Scio'rum (ma chi ci giurerebbe? Carlo de Medici detto il Vecchio potrebbe sempre averci lo zampino), il che darebbe il là ad una terribile (prrrrttt) competizione di mancati/sedicenti imprenditori Scio'rum vs. Mazzanti.
Riuscirà il New Mazzanti a rinverdire i vecchi fasti tra settembre e ottobre, e soprattutto quest'inverno? Come scordare temperature siberiane, 300 persone stipate nello spazio esistenziale porta-mura-bancone insieme al barbone con coperta (negli anni divenuto mascotte ufficiale), un collante umano che geometricamente ad un certo punto impediva ogni apertura e chiusura? Mi sono sempre chiesto come fosse possibile entrare o uscire a quel punto.
Sabato, quando l'hanno riaperto, quelle persone hanno detto grazie: erano ancora lì.

12 agosto 2008

Fabric London

Il Fabric di Londra - Inaspettati incontri durante la coda - Novità dal curioso mondo dei buttafuori e poi ancora La community di Verona foto feste locali divertimento ragazze ragazzi... (ma che minchia vuol dire sta frase? Qualcuno ha preso le lettere di scarabeo e ha tirato a caso? By VrVip)

Butel1, l'instancabile Blogtrotter, s'arrende alla programmazione totale delle olimpiadi (uno schermo panoramico al plasma e due notebook in streaming con Rai Sport = tre schermi totali per tre eventi in simultanea). Intanto altrove..

Fabric London

fabric london
L'italiano a Londra non può mancare la visita al Fabric. Luogo di culto per la musica denz e non. Centro nevralgico di tutti i nightclubbers londinesi e non. Così acclamato che a Settembre aprirà una nuova sede a Greenwich poco distante dalla O2 arena (e non?). Negli ultimi due anni ha subito un'inevitabile deriva commerciale... Ma va bè sono cose che capitano. Tuttavia nonostante il sabato sia popolato da giovani di Salerno (ATTENZIONE: filmato imperdibile) non mancano le serate di eccellente caratura musicale come quelle del 1 agosto o 26 luglio. A cui chiaramente non andammo mai.
Tuttavia procedemmo ad una prima esplorazione del locale in data 11 luglio.

La coda, l'attesa.
discoteca fabric londra
Amabilmente ordinata e transennata, la coda all'ingresso è una vera esperienza; non una lunga ed estenuante attesa all'italiana ma un vero ed interessante crocevia di vicissitudini, aneddotistica e ultime novità dal magico mondo dei buttafuori.

Esempi
Butel2 dialoga con Butel Polonia.
B2:"E' dura la selezione?"
Bp"Si questa è la terza volta che rifaccio la coda"
B2:"Capisco"(Mh. N-Non capisco).

A quel punto il dubbio di essere in coda per amici di Maria de Filippi è più che mai lecito. Poco importa io provo anche quello (Ciao sono Butel2 e vorrei cantare Frangetta Verona. Sono di Verona, Abito in Borgo Roma.. Come sono andato? Ho Spaccato? Sono molto contento che sono qui...).

Ma è presto ora di un incontro ravvicinato con l'amico coreano di turno.
Butel Korea:"Da dove vieni?"
B2:"Italia"
Bk:"Ok si può fare. Vuoi mangiare il mio take away di sushi? Non mi lasciano entrare con il take away. E' nuovo!"
B2: "Mh si. Lo sta già mangiando credo."

Dopo circa venti minuti di attesa giungiamo alla prima selezione. Il buttafuori osserva me e Butel7 e decide che gli piacciamo. Passiamo la prima selezione. Prima rampa di scale. Perquisa con sonda rettale. Siamo puliti.
Ultimissimo colloquio col capo dei Bouncers Nero. Nerissimo. Con un gentile muddafukka slang (No camera) fa capire a Butel7 che la sua digitale non è beneaccetta.

E' il turno di Butel2. Apre la borsa trova una Polaroid. La guarda la osserva cerca di capire la natura dell'oggetto. Non capisce. Può passare.

Siamo dentro. Lo scenario si apre. Tre sale. Sala grande, sala media, sala, piccola. Che fantasia.

Dopo una prima panoramica i butei proseguono al seguente immutabile giudizio. Procediamo secondo i quattro canoni fondamentali della Guida Butel: Figa-Musica-Alcol-Desain

Figa: Se si esclude la Slavissima sosia di Asia Argento in XXX (My name is Vuodka, Vuodka Vuodka), al momento assente.
Musica: Sala 1: Tunz. Sala2. Tunz-tunz. Sala 3: Tunz-Tunz-Tunz. (ndB1: è la cosiddetta Musica Progressiva?)
Alcol: Non si contano i bar ma nemmeno i soldi per pagare. Qui è solo credit card. Non vedo soldi non spendo. Questa la logica.
Desain: Soliti mattoni a vista. Luci bla bla, estetica minimal bla bla. Come direbbe l'avventore medio del new and old Mazzanti "Te se, i sa fatto il locale de Desain" (dove Desain per l'uomo medio veronese è un famoso architetto che ha lavorato praticamente a tutti i nuovi locali di Verona e del mondo*).

Finora il Fabric è bocciato.

Due fighe dopo
Il locale è bellissimo, sicuramente la nuova mecca della musica londinese. Apprezzato da clientela internazionale (polacchi, koreani) e del posto. Buttafuori esigenti ma che lavorano per la sicurezza di tutti. Un successo di pubblico e critica.

Le fighe non ci stanno
Il locale seppur esteticamente di rilievo presenta delle pecche irrimediabili: clientela inverosimilmente fredda e mal disposta alla socializzazione, la musica è proposta ad un volume per cui rende impossibile qualsiasi forma minima di dialogo. Dopo aver più volte tentato di discutere della visione epicurea dell amicizia ho proprio dovuto rinunciare.

In breve
Da sobrio, un locale per grandi nomi e grandi numeri. Decisamente vasta la capienza e l'impianto audio è degno della sua fama. I migliori dj set in genere si possono sentire nella sala3, la più piccola. La sala grande è ottima per un pre-party in vista di Zion. Esteticamente ineccepibile, clientela variegata, prima di venire è sempre consigliabile dare un'occhiata al calendario del club. Ogni weekend propone diversi dj, diverce performance, diversi generi.

Giudizio finale: 6- per la nomea.

* Per fini puramente accademicio-dimostrativi pubblichiamo un'illustrazione tratta da "Geografia per Butei vol.1" in cui viene spiegata la visione del mondo del ggiovane veronese.geografia dei butei, ed. Sentenziosi

10 agosto 2008

Sospensione delle trasmissioni: olimpic watchlist

Facciamo presente che ci prendiamo un paio di settimane di ferie causa fondamentale salotto olimpico. La Maison viene riallestita in toto, già approntati inderogabili turni di 3 ore a testa con sveglia militare e passaggio delle consegne rispettivamente alle 4, quindi primo tag alle 7, successivo rientro alle 10 e così via.

Le solite attività della maison sono quindi sospese. Quali attività? Beh ad esempio...




p.s. Butel1 feat. Galeazzi: "Orrooo, orrooo!". Il veneto (veronese?) Tagliariol, in una disciplina che a tutti sarà capitato di praticare (scherma), insacca l'odioso francese che già fa l'indispettito. Tutto ciò, mentre la RAI non riesce a far partire l'inno, quanta comicità.

08 agosto 2008

Festa Santa Viola: Usura, Datura, Regina

Aggiornamento
Qui gli ultimi eventi della festa di Santa Viola

Che gli anni '90 stiano tornando in pompa magna da un annetto buono non starà certo sfuggendo ai più trash hunters di noi: come s'avvicina il tempo del vintage (per i '90 evidentemente ci siamo quasi), ecco che ti si propina prima il lontano ricordo, il "ti ricordi la musica che...", quindi "beh ma quanto era gggiusto quel sound che..." infine si approda al revival musicale vero e proprio. I momento transitori sono diversi ma giunge il momento in cui il dance beat (in questo caso drammaticamente statico) di un decennio successivo entra a gamba tesa e prende a calci in culo quello del decennio precedente: accadrà presto, bye bye '80s, welcome '90s. Praticamente dal tanto adorabile medioevo della musica, al tenativo fallito di prolungare ad oltranzo quel medioevo (giungendo direttamente all'inferno senza passare per il via).

Per quelli della festa di Santa Viola (9-18 agosto 2008), pirotecnicamente imbracciata da Radio Studio Più (un'istituzione tunza-tunza con millenaria tradizione nel genere Truzzo Mega Mix), a quanto pare non è mai abbastanza presto e sfornano - non scherzo, l'hanno pubblicato sul sito ufficiale - lunedì sera 11 agosto il live di: Usura, Datura, Regina. Ripetiamo per i sordi: Usura, Datura, Regina!
Quando dall'Italia, amplificando le casse dell'Eurodance, dettavamo musica. E che musica gente...

Destination Infinity... Infinity...
Sha la la la, sha la la la, sha la la la, sha la la la...
One two three four...



Impagabile ragazzi, IMPAGABILE.
One two three four...

05 agosto 2008

Manifesta7: Biennale Europea di Arte Contemporanea - Trentino

"Manifesta è una delle più importanti Biennali Europee di Arte Contemporanea bla bla bla".

Manifesta7 Trentino Alto-Adige Trento Bolzano

Ogni anno si sposta. Finora a: Rotterdam, Lussemburgo, Ljiubljana, Francoforte, San Sebastian. Quest'anno arriva in Italia ospitata da un'intera regione che fa sistema (escludiamo SUBITO il Veneto): il Trentino Alto-Adige, che un giorno si decideranno a chiamare Trento-Bolzano, forse.

Manifesta 7, una mostra-collettiva-evento lunga più d'un estate, dal 19 luglio al 2 novembre 2008, con un cuore frammentato in varie sedi espositive da Trento a Bolzano ("sedi scelte fra alcuni dei più significativi edifici storici e di archeologia industriale posti sull’asse del Brennero, da Rovereto a Trento, da Bolzano al Forte di Fortezza in comunicazione gli uni con gli altri: “100 miglia per 100 giorni").

Qui il programma completo di Manifesta con artisti e singole tappe.
Consigliata per un giro fuori porta, anche perchè sia a Trento e Rovereto che a Bolzano ci saranno vari eventi collaterali.

Consigliati
Lista troppo lunga, quanta voglia di sfogliarla: azzardo (sottolineo azzardo) a dire che "c'è un po' di tutto, bravi tutti!". Tra le varie schede consultate, mi ha incuriosito il video The Language of Things di Angela Melitopoulus tedesca con cognome greco che vive a Cologna (quindi nel cuore pulsante del sistema dell'arte contemporaneo tedesco) innestato su citazioni di Sulla lingua in generale e su quella degli uomini di Walter Benjamin, robe tipo: "Ogni evento o cosa è inserito in un modo o nell’altro nel linguaggio; in quanto è essenziale per ognuno convogliarne il contenuto significativo", video leggero, dalla durata ideale di appena 30 minuti, sembra fornire validi spunti per la nostra cultura frammentaria priva di persistenza e consistenza, ottima per dozzinali chiacchere al bar di 2-3 battute al massimo per raccontare alle pheeghe quanto ce stiamo bene co a cultura noantri.

03 agosto 2008

Mostra di Josef Maria Achentaller - Gorizia

"Se l'opera d'arte è valutabile solo nei suoi valori visivi, se ogni linea, ogni colore ha un significato intrinseco, cade naturalmente ogni distinzione fra arte pura o di concetto e arte decorativa o applicata. La ricerca estetica appartiene a tutti gli elementi della produzione."


Fine dell’Accademismo e nascita del Movimento Secessionista (by Frutpedia)
Sul finire dell’800 con lo sviluppo industriale in Germania ed Austria venne a meno l’aristocrazia sostituita da un nuovo ceto sociale che portò il crollo dei valori e degli insegnamenti accademici che per tutto l'800 avevano guidato la produzione artistica che aveva rappresentato la tradizione monarchica.
Anche le città, come Vienna, si apprestano a diventare delle metropoli, centri di un Impero (quello austro-ungarico) formato da popoli diversi, per cui disposta ad accettare tutti gli stili anche quelli regionali. Vienna si adeguò a servire i bisogni della nuova borghesia tramite nuovi edifici, abitazioni con strutture moderne, in stile eclettico e dalle decorazioni neogotiche, neoclassiche e chi ne ha più ne metta (e “Sotomayor!” disse Auanagama spuntando alle spalle di Frut1).
In questo clima di cambiamento sociale ed economico un gruppo di artisti nel 1881 comincia a esporre nuove idee in merito all'arte, alla produzione industriale ed all'estetica.
Nel 1896 quaranta artisti capeggiati dal pittore Gustav Klimt dichiarano la scissione dalla Künsterhaus, la potente associazione ufficiale degli artisti viennesi legati all’accademismo.

L’artista
L’austriaco Josef Maria Auchentaller (Vienna 1865 - Grado 1949) è stato tra questi protagonisti del movimento cosiddetto Secessione, ma è poco conosciuto, robba di nicchia per veri intenditori come Frut1, mica…
Sinceramente non capisco perché resti così volentieri fuori dal canone e dalle “chiacchiere” sulle Secessione. Dev’essere stata una scelta markettara: “Come si chiama questo?” “Iosef Maria Auhhhenttalla” “Iosef Maria? Madonna. Aucccrrhrhrhrentalla? No no, nome troppo difficile. Questo non lo possiamo tramandare né insegnare, se anche qualcuno se ne dovesse ricordare il nome, lo scambierebbero per il re dei culatones altro che secessionista”.
Augentaler, il terribile cane che difendeva la soglia di casa del signor Rezzonico (che potefa reftare offefo!) mentre il prode poliziotto Huber si apprestava ad intervenire, ehm pardon volevo dire Asfidanken, il cane evocato da Ezio nelle battute del Drive In per circa un decennio, ehm pardon Auchentaller, fu noto soprattutto per i suoi manifesti pubblicitari e per le illustrazioni di riviste, dalle eleganti decorazioni floreali che divengono cornici per immagini dal forte impatto visivo [ndButel1: scusatelo, sta frequentando un corso per copywriter nel settore arredamento].
Anche gli studiosi hanno faticato ad inserire la figura di Auchentaller nella crew degli artisti viennesi aderenti al movimento secessionista. La difficoltà nel reperire le sue opere è stata la causa dell’isolamento dell’artista in un limbo di scarsa o quasi nulla conoscenza.
Che si sappia o no (no), Auchentaller nel celebre movimento viennese assunse un ruolo di primo piano, distinguendosi, oltre come artista, anche come responsabile di mostre. In quegli anni realizzò manifesti e copertine di cataloghi, così come ritratti, celebre quello quello della moglie Emma.
Abbandonato il movimento si ritirò con la moglie a Grado dove continuò a dedicarsi alla pittura fino alla fine dei suoi giorni.

Mostra


Esposizione allestita a Palazzo Attems-Petzenstein a Gorizia e composta da circa duecentocinquanta opere, molte delle quali assolutamente inedite: tele, disegni, studi, manifesti, bozzetti, gioielli, fotografie; alcuni materiali provengono da prestiti concessi dai più importanti musei viennesi.
Mostra suddivisa in sei sezioni, si sviluppa con un percorso che ripercorre la produzione artistica di Auchentaller dagli anni della formazione a Vienna e Monaco, passando attraverso l’esperienza secessionista e fino agli anni della maturità, quando rifugiatosi a Grado con la moglie Emma, si dedicò alla pittura di paesaggi ed al ritratto.

Parla il critico Frut1. Adieu.
L’Attems-Petzenstein è un palazzo settecentesco del periodo austro-ungarico molto bello ed elegante. Gli ampi saloni, le stanze decorate e gli alti soffitti affrescati fungono da gradevole cornice ad una mostra ben allestita, articolata in un percorso tematico sviluppato con sapienza e ben illustrato.

Le prime stanza mostrano la prima fase artistica dell’artista, con studi di forma di carattere accademico che rivelano la bravura e l’incredibile mano dell’artista nella riproduzione di paesaggi e volti con uno studio minuzioso della simmetria, della forma e della prospettiva.



Passando di stanza in stanza si può percepire l’evoluzione e il progressivo distaccamento del pittore dall’accademismo con opere dalle forme stilizzate e bidimensionali e l’inizio alle prime forme di decoro realizzate principalmente con soggetti floreali tipici dell’arte giapponese.

Interessante è la sezione dei manifesti e grafica dove compaiono opere che lo hanno contraddistinto nel periodo del secessionismo quando si dedicava prima alla rivista Jugend e poi Ver Sacrum ed alla cartellonistica mostrando un’incredibile capacità di sintetizzare la forma e cambiando il senso dell’estetica fino a quel tempo di stampo classico ed aristocratico.



Proseguendo il percorso tematico della mostra si entra nella sezione dei quadri e delle allegorie.


Se devo essere sincero i quadri paesaggistici di Auchentaller non sono eccezionali anzi qualcuno è decisamente “un pattaccon” mentre nella sezione delle allegorie ci sono piccole opere, pastelli su carta, ricche di simbolismo e di carica erotica che ricordano lo stile di Klimt (e chi se no?) sia a livello tematico che figurativo.

Un’altra sezione che mi ha incuriosito (sezione delle arti applicative) mostra la poliedricità artistica e decorativa dell’artista: Auchentaller collaborò con l’azienda di gioielli del suocero Scheid. Qui si ha un’ampia documentazione dei progetti per opere di artigianato in oro e argento di articoli di lusso.


L’artista iniziò a progettare spille, chiusure per collarini, pendenti e fibbie per cinture in Jugendstil, utilizzando molto spesso la figura femminile (donna-ragno e donna-farfalla) dalle folte chiome e forme ovali, a vortici e spirali.

La mostra si conclude con l’ultimo periodo artistico del pittore che ritiratosi a Grado inizia a dipingere paesaggi gradesi e ritratti che mostrano sicuramente la sua maestria nell’uso del pennello ma, a parte qualche quadro, sono opere decisamente anonime. Sì Josef Maria, diciamo che fanno un po’ cacà sti quadri, eh?


Quest’artista ha avuto un’intensa ed importante attività artistica ma ha operato nell’ombra (cosciamente? Inconsciamente? Volutamente? Passivamente?). A differenza di Klimt e Hoffman che dipingevano quadri ed erano per cui considerati “artisti”, l’operato di Auchentaller limitatamente al decoro e alla cartellonistica non era sicuramente considerato una forma artistica in un periodo di transazione con la decadenza dell’aristocrazia e la nascita della borghesia, per cui tutt’ora rimane un’artista di minch... ehm nicchia.

feat. I grandi perché del Fruttone
Chissà, forse sarebbe diventato un artista noto se avesse operato in un’altra epoca, magari una (a caso) in cui la pop art e le figure stilizzate tipiche dei fumetti sono considerate delle forme artistiche, ma anche no.

Conclusione
Ottima mostra con un gran numero di opere, validissimo artista, allestimento e location promossi.
Se vi capita di passare per Gorizia, fino al 30 settembre potrete ammirare le opere di Josef Maria Auchentaller presso il museo provinciale Palazzo Attems in Piazza Edmondo De Amicis, 2 Gorizia. Altrimenti, dopo settembre sarà sposta in sedi più trafficate: a Bolzano presso la galleria Civica dal 24/10/08 al 25/01/09 ed infine giugerà a Vienna.

02 agosto 2008

Justice @ Arena Civica - Milano

Cioè sì dovevo scrivere un post sul concerto dei Justice in Arena Civica a Milano. circa due\tre settimane fa. il solito aerosol di stronzate intendiamoci. niente di mirabolante, ma il post era lì, pronto per essere espulso.
Poi arriva l'uomo del monte e mi mette in standby, no way usptrima aspetta a pubblicare, ho in mente qualcosa di contorno per il tuo pezzo.
Mi viene linkato in mail questo:


ora perchè sprecarsi a scrivere due righe sul concerto dei justice in arena civica a milano quando sono sufficienti 38 secondi per provocare le medesime reazioni (= geyser di cacarella fumante)?
Non riesco ancora a discernere la porcata immonda dalla genialata. propendo per la prima, sicuro che b1 non si offenderà dall'alto della sua posizione di Luminare del corso Fondamenti di stronzate gratuite 1.

Cos'è successo quella sera in sintesi? Hanno aperto i LN ripley, inkazzati e rabbiosi voglio vedere quelle cazzo di mani milanoooo. cosa dire di un esagitato che canta su basi drum&bass? niente. punto.
Anch'io meno fendenti in aria totalmente random. Ma solo per fronteggiare le vere protagoniste della serata: le stramaledette zanzare ogm milanesi. Bilancio: 18 bubboni senza passare dal via + mail dell'autan spa con oggetto : COGLIONE.
Salgono i justice e fanno ciò che riesce loro meglio: i cinghiali di periferia a bordo di una renault 5 truccata con finestrini aperti e einz zwei polizei di mo-do in sottofondo. Però lo fanno bene e siamo tutti contenti. Il set è divertente anche se ultra collaudato.
C'è più di una strizzatina d'occhio al magico mondo del Metallo. L'aver inserito nel set master of puppet è valso loro l'award "tira fora la cadena veccio".

In arena civica c'è del pogo, c'è della fattanza c'è della promiscuità. c'è anche chi evidentemente non sta bene e ingaggia una rissa per portarsi a casa l'asciugamano lanciato dal cappellone di 2 metri.
Non mancano infine "fotografi in cerca di situazioni piccanti da immortalare, star alternative, dive in erba" (feat l'immancabile 2night). che è un po' la descrizione di b1 quando va a fotografare le coppie di 50enni nei parcheggi per scambisti.

That's all.