George Clooney, Brad Pitt e Valentino The last emperor - 65° Festival del Cinema di Venezia
Dal nostro inviato a Venezia B1, che poi sarei io.
Immancabili Bred e Giortch, presenziano ogni anno puntuali come le repliche di Beverly Hills. Quest'anno addirittura non li avevano chiamati, ma sono venuti ugualmente. Eccoli appena discesi dal gommone abusivo, poco dopo i calci della security che li aveva scambiati per due rom capobanda (notare come Giortch non riesca a nascondere la smorfia di dolore e Bred stesse ancora pescando):
uno sì anziano ma con il sorriso strappamutandine d'ordinanza, dimagrito e con l'aria dell'imprenditore pezzente italiano che si spaccia per chissà chi in vacanza a NY dov'è ammanicatiassimo e quasi quasi ricercato dall'Interpol, l'altro con il look da pescatore sciatto che ha pescato 11 figli senza agitare le mani nè piegare il vestito (infatti i figli li compra su ebay, chi ha detto che per tutto il resto c'è Mastercard?). Sono belli dai. Piacciono sempre anche a mia nonna. Ah, secondo copione loro sono la coppia più glam di tutto il festival, quindi accontentatevi perchè se c'è una cosa che tutti stanno dicendo è che non ci saranno divi hollywoodiani di qui ai prossimi giorni. Salvo il jet set italiano (hey, chi ha fatto quella pernacchia?).
Ieri in conferenza stampa ironia e scherzi a go go. Ho-ho-ho, le risate guarda, da morire (magari), sto ancora ridendo... Bred e Giortch hanno fatto ridere persino Bred e Giortch. Gli stessi Coen cercavano di sfuggire il visibile imbarazzo. Burn after reading è il nuovo film dei fratelli americani. Nessuno ha capito la trama, si sa solo che Brad e George (dei quali io e B2 siamo portatori sani) interpretano il ruolo di due - pensate - idioti, ma così idioti che non si può.
La conferenza stampa è stata un continuo joke su questa scelta apparentemente inspiegabile (ai piccioni sul red carpet) e inapplicabile all'intelligente decorum delle loro persone: "Sì insomma, insomma voi pensate" è Giorgio Clonino che parla, forse ubriaco "m-mi chiamano i Coen no?... oh my god... mi chiamano loro, i Coen Brothers ok? E mi chiedono, mi chiedono di fare la parte dell'idiota. Ah ah ah - grassa risata americana - ma come gli è venuto in mente? Io dico che sono dei geni questi due!". Un giornalista ottuagenario risponde con una battuta a tema e Georgie che corre felice sul prato nel suo bel mondo che pare fatato scoppia a ridere:
Stessa scenetta ridicola viene mutuata mezzo secondo a seguire da Brad: "Tciao. Io Bredd. Tanti figli". Fine della sua intervista.
Brad e George prendono poi parte ad un galà di beneficenza per il Darfur. Al termine del galà, Brad Pitt si ritrova con 3 nuovi figli maschi (un cingalese, un coreano, un haitiano) e 2 figlie femmine (una polacca e una una pheeghetta veronese, nell'unica età in cui ci sta). Delusione per il potenziale quarto bambino afro-americano, la figliolanza tribale di Brad è sì cosmopolita ma non ammette repliche: "Sorry, teniamo già un gangsta".
Il direttore Muller, che a dispetto del nome non è mai stato l'allenatore della squadra di hockey su prato austriaca, non batte ciglio e nega ogni deragliamento calando subito l'asso nella manica: in scia olimpica, lancia un'incandescente bagarre contro i cinesi. "Censurano troppi film questi scinesi!". Mamma mì queste so' accuse pesanti! La Casa Bianca non c'ha più visto: "Si fottano i georgiani. I cinesi oggi censurano i film e domani potrebbero negare i diritti umani a chissà quanta gente!". Per curiosità, quali film censurano? Quello prodotto da lui ad esempio. Eccellente Muller, eccellente.
Si parlava di glam. Niente, questo 65° non sarà un festival ricordato come glam, fashionista, hollywoodista. Meno male! E meno male un par de palle, visto che l'alterntiva - pronti, partenza, sabato - è il jet set italiano che a quanto pare ci beccheremo io e Frut1 nel weekend (ma anche no, visto che mollerò causa noia). Sto ancora googlando: metà dei nomi non mi dice niente; gli altri li abbiamo avuti persino come comparse in Verona is Burning (Isabella Ferrari, Valerio Mastandrea, ecc.).
Capirete quindi l'enorme attesa di oggi per il documentario su Valentino. Rudolph Valentino? Macchè, Valentino lo stilista (pensa come stanno messi col cartellone). Ad ogni modo la stampa deve incassare: cosa c'è di più glam dell'ultimo grande stilista? Tutti gli altri forse, ma questo lo dici per invidia.
Valentino - The Last Emperor è un'opera ambiziosa, audace, innovativa e di spessore: un giornalista minchione/culatone di Vanity Fair ha seguito per due anni con la propria digitale Valentino, il cane di Valentino e il socio di Valentino. Poi ha montato il tutto con Windows MovieMaker e l'ha portato a Venezia dove rischiava di essere applauditissimo.
Dico rischiava perchè poi, oh, non s'è visto. Delusione amarissima, durata fino al momento in cui arriva Mike Bongiorno con Paola Barale: stendin ovesciò!