Ieri, con onestà, la sortita in Piazza è stata di quelle fugaci: cinque minuti in tarda serata, così, giusto per dire "io c'ero" (ndr. e chissenefrega). E, sapete, colpisce accorgersi che la propria capacità sintetica abbia raggiunto livelli di elaborata precisione: cinque minuti in Piazza Erbe, possono essere sufficienti per capire che nelle tre ore precedenti le cose si sono svolte alla medesima maniera delle tre ore precedenti della settimana precedente; e delle tre ore di quella precedente ancora, e così via. Per non parlare delle due ore seguenti, e così via.
Quindi: la Piazza vive congelata in un proprio bozzolo, entro un vuoto pneumatico, fuori dal tempo per bandire ogni intrusione che ne possa guastare la stasi: quella della Piazza sembrerebbe ancora una belle epoque, al riparo d'ogni cambiamento "spiacevole".
M'è così capitato di riflettere, sulla scia di un mio recente commento, circa le routine psico-comportamentali degli avventori della Piazza. Con routine vorrei indicare, appunto, quelle rigide costanze che vediamo manifestarsi in Piazza a partire da certe ore. E' infatti da anni che si palesano in Piazza (e a Verona tout court) certe pose: i saluti (stretta di mano macho stile braccio di ferro), le pacche (fisse, sulle spalle), la bevuta (il bicchiere è protesi della mano e può essere sempre lo stesso, vuoto o pieno che esso sia), l'alcol e la balla (allegra o molesta, con un bicchiere o con dieci, secondo una teoria ancora tutta da spiegare). Questi gesti, ormai cristallizzati in abitudini che, immagino, non andranno perse nel corso dell'intera esistenza dei butei, vanno a formarne la routine di vita, un ritmo... una canzone.
E la Piazza per i butei diventa un pò come il Gioca Jouer di Cecchetto:
ore 22.00 uscita
ore 22.20 piazza
ore 22.21 saluti
ore 22.22 saluti
ore 22.23 pacche
ore 22.24 saluti
ore 22.25 alcol
ore 22.26 bere
ore 22.27 bere
ore 22.28 saluti
ore 22.29 pacche
ore 22.30 bere
ore 22.31 alcol
ore 22.32 pacche
ore 22.33 saluti
"Hey, hey, hey, ora si fa più difficile ragazzi, attenti a fare bene il gesto del bere alcol e a non confondere i saluti con le pacche!"
ore 22.50: balla allegra
ore 23.00: balla
ore 23.01: saluti, pacche
ore 23.02: saluti, pacche
ore 23.30: balla molesta
fino alle 01.00: saluti, saluti, pacche, pacche.
fino alle 02.00: saluti, pacche, soddisfazione e autocompiacimento per gli stati di assuefazione ed ebbra maturità & simpatia raggiunti nell'arco della propria magnifica serata. Saluti, pacche
ore 02.01: tutti a casa. Saluti. Pacche.
"Hey, hey, hey, ricordate che questo è un ritmo di vita che il butel, da ammirare per la proprio perseveranza, non abbandona e tende da osservare con rigore pure i giorni seguenti. Attenti, perchè ci fermeremo al giorno dopo!"
Il giorno dopo. Saluti. Vecio. Pacche. Racconti ("Vecio, ieri balla pericolosissima").
Pacche. Saluti. Racconti ("E poi, in Piazza, cioè pien de fighe vecio").
Saluti. Pacche. Bere ("Vecio, ndemo a far appperitivo?")
Bere.
Alcol.
Saluti.
Pacche. (to be continued, for a long, long time)