MK Cucine ovvero cos'è quello showroom in viale Piave a Verona?
Questo venerdì abbiamo trovato risposta ad una domanda che da anni assilla l'automobilista scaligero: che è quello show room in viale Piave?
E' lo show room di MK Cucine, e quando ci fanno le feste arrivano un sacco di pheeghe. Sarà il richiamo dei fornelli?
Atelier Aperti
Evento abbinato ad Abitare il tempo. Ricordate, Abitare il tempo? Ufficialmente la fiera del mobile, in verità una scusa legalizzata per vedere le hostess più svestite del solito nel padiglione Camere da Letto (se fate attenzione, potete notare la spirale tra un accavallamento e l'altro, che manco Sharon...). Già ribattezzato l'evento del Fuorisalone di Verona (e te pareva), coinvolgeva gallerie, negozi e showroom vari, aperti al pubblico anche di sera e non senza essere carichi di alcol e abbuffet come sempre dovrebbe essere, come nostro signore ci ha insegnato ("Ricorda, fratello, non alcolizzare il prossimo tuo meno di quanto alcolizzeresti te!").
Tra i pro abbiamo:
- ambiente su due piani non troppo lontano da questo
(usate la fantasia, aggiungete un secondo piano e un terrazzo esterno), il tutto poggia su una misterosia lingua di terra compresa tra viale Piave e il canale sul retro;
- parcheggio abusivo - e ovviamente impunito - in viale Piave, con tanto di Polizia Municipale che giunge livorosa e spavalda ma altrettanto lesta si ritira sconfitta;
- tra hostess, freelance e pheeghe vere, diverse pheeghe; avvistati rari esemplari di Pheega da Coltelli cum tacchum vertiginoris;
- capitol cibo. Che si fa nelle cucine? Si cucina, specie se chiami una sottospecie di equipe di cuochi sardi (che accento avevano?). Riso di soia, gamberetti e verdure, alcune torte. Vabbè, la torta magari l'abbiamo buttata (senza magari) ma il resto pure buono, gamberetti di una croccantezza squisita;
- mostra di tale... (BOH!!!) con opere contemporanee cristallizzate nell'ormai abusata formalina già cara ai Young British Artists come quel cazzutone di Damien Hirst (del quale ricordo una battuta fantastica recuperata dal suo diario: "Mi sono sempre chiesto cosa dicesse David Bowie a suo figlio quando torna a casa, forse: Ma hai idea di con chi cazzo stai parlando?").
- tecnicamente noi eravamo lì per un solo motivo: fare i frosci della situazione. E' un po' una dote ingenita che abbiamo... c'è un party di classe? C'è la pheega ma nessuno vuole fare il gay? Mannaggia e ora come si fa? Eccoci! Niente, avevano pure quelli, incarnati nei corpi di (battesimo testuale in loco) "quei due culatoni copywriters!", per intenderci incravattati fino al soffocamento, capello corto gellato a punte e occhiali Mikli che fanno sempre creativo (di un'agenzia milanese che sta per chiudere i battenti magari - e dopo chi, chi si concederà ancora l'aperitivo al Radetsky?).
Fin qui un evento impeccabile.
Contro:
- che noia. A parte bere e mangiare, quand'è che succede qualcosa? Ad esempio, dov'era il dj coi mash-up anni '70-'80 vs. old school rap?
- avendo parlato con una serie di figuri, realizziamo che a questo evento di design (gli atelier aperti, ricordate? Il design, l'arte...) l'ultima cosa di cui si parla forse è proprio il design; meno male. Nutrita la schiera di commerciali e addetti del settore, brillanti conversazioni su fiera, ante, cassettiere.
Conclusione
Promosso. Evento quasi classy in uno showroom piuttosto cool. Le cucine fascia alta di MK Cucine richiamano pheeghe di fascia simile.