30 maggio 2008

Rassicurazioni

Mi pare d'uopo rassicurare chi per mail si divide tra la lamentela ("Credevo in voi!") e l'agitazione ("Mo' che me faccio Io di voi eh? Eh?") per l'occasione persa: tranquilli, noi a Verona Fashion 2008 c'eravamo eccome, non scherziamo.
Evento promosso talmente bene, che se cerchi in rete ti compare un sito di modelle: quattro roie rumene.
Video, foto e recensione in arrivo.

28 maggio 2008

Piazzassage '08 e Butel2 back and gone

Ciclicità: la Piazza risorge, si sa.
Brevi aneddoti di un ciclico vernissage (il Piazzassage) e B2 che scompare nuovamente.


Anselmi: li baristi, l'americani, li prezzi, li personi, a'moseca, li brazzi e li poseur
Laddove l'Anselmbloom (Bloom + Anselmi) resiste tra le colonne doriche(?), effettivamente l'Anselmi stand alone da un lato si conferma, dall'altro va smentito. Si conferma come luogo di importanti scambi commerciali tra e raduno spirituale dei più esemplari pirla della troposfera veronese, veneta, italiana. D'altro canto la recente notte dei lunghi coltelli di gomma ha lasciato il proprio segno: la decimazione dei baristi "più bravi" a favore di quelli spastici si fa sentire. L'americano è uno spritz annacquato, letteralmente. Meno male che le recenti quotazioni in borsa lo rendono tuttora accessibile a petrolieri e briatori (4 € per quella merdaccia è una stilettata anale). Anselmi ed. '08 bocciatissimo.
Non fosse per il sound che decolla intorno alle ore 23. Si passa da una situazione narcotica ad un tripudio di house anni '90 mai priva di una certa gravèdine che restituisce lustro alle spente retine degli avventori. Il tutto è studiato, voluto, in modo da poter partire con la vera socialità scaligera: the looking game.
Ti raggiunge quel suono e pensi: "Avrei voluto aver 18 anni alla metà anni '90 e ballare 'sta cosa da qualche parte (qualsiasi)" e aggiungi: "Che cazz'ho appena detto?". Ti raggiunge quel suono e i butei si organizzano per una strategica-ma-fondamentale-cambiata-di-braccio. Invertiamoci, dobbiamo posare l'altro braccio sul bancone per concedere il meritato riposo a quello stanco! Sembra facile, ma occhio: basta un gomito fuori posto, un movimento sincopato in meno e rovinate tutto. La Posers Guide by Sentenziosi parla chiaro, non scherziamo.

Investizioni
Al quinto cocktail (yaaaawn, a'ridatece e'canzoni dde Vasco!) quasi ci incanta - anzi, ci travolge come un camion che trasporta mignotte nigeriane - la teoria plausibilissima esposta da R. per la quale "se incontri una ragazza con il naso storto, potresti raddrizzarle il naso con il più duro dei tuoi cazzi (ne avrete uno di scorta no?) affinchè lei in futuro guardandosi allo specchio ogni volta si ricorderà di come il tuo cazzo le raddrizzò il proprio naso e piangerà singhiozzando fortissimo, essendo inoltre costretta a raccontarlo agli altri, cosa che la porterà a ri-singhiozzare molto".
E' tutto talmente logico nella sua buteleità che B2 non tarda a estrarre una cannuccia dal sesto cocktail per investire un penitente R. del titolo di Butel©
R. io ti dichiaro Butel R, possa tu fare e dire stronsade tutta la vita, meglio se olfo
Seguono lacrime di champagne.

Colpo d'occhio. E fa male
Per la solita serie inaugurata quasi due anni fa, "All'ultima moda: SPERIAMO!", che dire della pheega con ballerina marroncina cacarella e calza color marrone carne quasi rosa quasi pan dan mancato ma comunque l'apocalisse?
B1 si è salvato,

B1 vede della moda che non voleva vedere
(ah quest'immagine l'avevamo già utilizzata?)

ma l'ha vista brutta.

Vermuth Underground
Mezza Verona nonostante le ore 2.00, nonostante la pioggia torrenziale, nonostante la quasi totale assenza di fighe (sono a letto dalle 22.30, ricordate?) si appresta a fare quattro salti dalle parti di Avesa per questo quotatissimo(?) party. Dichiarati obiettivi, nobili intenzioni, alti patrocini (Velvet Underground, pop art, bla bla). Avanti il prossimo, grazie. Party peraltro recensito così da un fansss: "Se cato il butel che ha messo il fango, ghe do!".

B2 goes to London (non ti fa in tempo a morire che ti risorge che ti scompare)
I butei intanto sono in autostrada alla volta dell'ottimo sistema aeroportuale malpensese. All'alba, parte il simpatico volo per sonnambuli targato British Airways: Milano - Londra. Nuovamente scompare il Butel2, se ne va così... Ubriaco. Il check-in creativo made in Malpensa è uno spettacolo: perchè David Hasselhoff sbronzo venne fermato coercitivamente, e B2 iper-sbronzo con fiaschetta nella tasca della giacca no? Ovviamente perchè era sotto i 100 ml.

Butel2 vola British Airways: destinazione Londra

Comunque sia, B2 è partito per un periodo londinese crediamo piuttosto lungo, forse definitivo, forse no, ma alla fine che ce frega basta che l'abbia finita di scroccare i drinkesse.
E poi B2 va a Londra a fare serate, mica...
Parte così una rubrica Sentenziosi from London, ecco quanto.

17 maggio 2008

Alberto Camerini - live Negrar (Verona)

Seganalazione
Alberto Camerini in concerto aggratis a Mazzano di Negrar (Verona).
Venerdì 23 maggio; location impianti sportivi; immancabili stand gastronomici; meteo variabile.

Camerini, così anni '80, così meteora: ché anche l'Italia ha avuto un esponente punk new wave.
Tanz Bambolina e Rock'n'roll Robot:






Io e il Fruttone stiamo già aspettando Jo Chiarello (la Madonna italiana, ehm).

15 maggio 2008

Anno Zero - Verona contro Desenzano. E ho detto tutto

La scorsa puntata di Anno Zero su Verona (il programma non mi piace troppo, ecc.) storicamente precede il recente speciale di Studio Aperto sulla notte di Verona, e che notte... E' uno scontro tra titani i cui colpi rischiano di sconquassarti addirittura le ciglia, forse pure le unghie, quasi i tarzanelli.

La puntata di Anno Zero poggia su un'intuizione geniale, un'arma micidiale ovvero la spiccata dicotomia APPARENTEMENTE senza senso (ma alla fine tutto torna: il nulla è circolare) tra:

- nell'angolo destro, ladies and bastards, Veroonnnaaaa... urbe nazi-fascista; gente scandalizzata; dibattito impegnato di giovani scazzati ma tanto impegnati (e forse disoccupati) imbronciati riuniti all'aperto in non si capisce quale gran guardia o scuola o università "no vogliamo reagire Verona non è solo violenza, volemose 'bene bla bla"; gente scandalizzata/2; intervista a 'Cesco Mancini di Black Brain (un nome, un programma) in una commovente performance dell'assioma "Hellas w il duce statista e Hitler grande comandante de raic" il tutto ovviamente in dialetto con tanto di bestemmie diocà e diobono e grandi visioni di realpolitik contemporanea, un vero capolavoro che invito tutti a visionare qui di seguito;



"e a Roma allora, a Roma? Se vai in San Lorenzo co la majeta diobono del
Duce
... i te che copa diobon... questo l'è il discorso" (sì dev'essere questo il
problema oggi: non si può neanche più girare co la majeta del duce diobono,
eh dove andremo a finire ragazzi, dove, dove?)


gente scandalizzata/3; muso da cane sofferente e/o indignato di Beatrice B, estremo marchio di fabbrica della nuova pop-star del giornalismo italico; desperate homosexuals che denunciano maltrattamenti vari da solite facce; gente scandalizzata/4; ancora il dibattito-non-si-può-andare-avanti-così-paese-incivile (ok sì bravi belli bis, ma qualcuno propone un plausibile - anche utopistico grazie - progetto risolutivo entro la fine della trasmissione? Tipo kebab per tutti? No? E' un paese filosoficamente e lamentosamente meraviglioso l'Italia) e comunque aggiungere solita faccia di B.B.; e gente scandalizzata/5, ci mancherebbe;

vs.
(alternato secondo il pattern ritmico 1-2, 1-2, 1-2,
l'unico accessibile ugualmente a uomini e tartarughe)

- nell'angolo sinistro, siore e siori, la nightlife numero 1 d'Italia, la mecca del vero divertimento vero veramente ddentro se stessi emozzzioni, Desenzaaaanoooo by night. Praticamente un mondo miserabile, terribilmente miserabile, i cui protagonisti fanno parte di quell'umanità ebete che - votasse - a X-Factor voterebbe per l'inutile Emanuele e certamente - votasse - manderebbe a casa i talentuosi Cluster: gggiovani in disco, tavoli, champagne; gente disperata che lavora un mese per tirarsi una sera; gente contenta di pippare; cummenda esaltati e compiaciuti del proprio sè costantiniano col Porsche "sciao siete della tv? Senti qua a Desenzano ci chiamano I Migliori, modestamente siamo gente di successo noi" (che uno generalizzando pensa un attimo agli altri...); gente contenta di pippare/2; sedicenti rampolli che fanno il dritto e sloggiano per montare il turno da stuccatori di soffitti nella S.n.c. del padre; gente contenta di pippare/3; cubiste sposate a 14 col riccone e scaricate a 20 per il troione; gente contenta di pippare/4; gente de ballà moseca house vocalist ballare ballare su le maniii; pr che di giorno fanno i muratori ma di serà, beh di sera diventano troppo fighi che cioè io conosco tutti qui e tutti mi conoscono cioè; gente contenta di pippare/5.

La critica
"Divertissement" Repubblica
"Bello" Corriere della Sera
"L'e na figada" L'Arena
"Faccaboia!" Giornale di Brescia

Che spettacolo gente, mettete il montaggio à la MTV a questa roba e Michael Moore ha già lo stronzo sulla mutanda! Un mash-up tra momenti di (pseudo)impegno civile allerta allerta arrivano i fasci contro momenti di (pseudo)goduria divertimento il massimo della vita orgasmo orgasmo kaputt.

Nel mio cuore vince lo speciale di Studio Aperto, con almeno due momenti di altissima poesia del mediocre veronensis (le interviste possibilissime in Piazza e la denunzia della "comunità gay" di un locale gay).
Certo che Anno Zero gioca sporchissimo e alla fine la statuetta se la porterebbe pure a casa: merito forse della produzione giornalistica Rai, più conscia delle portata del mezzo "Inchiesta shock e guarda che milieu/zoo che ti butto lì" - o semplicemente "non siamo quelli di Studio Aperto, ci avete preso per idioti?" - il tutto servito come una bevanda bollente, poco a poco, che non vedi l'ora si raffreddi per berne di più, e supportato da attori indignati nei momenti opportuni: è opinione di molti che la Borromeo sia favoritissima al prossimo David di Donatello, (l'oscar per straccioni italiano, in onda in seconda serata sulla seconda rete, che prestigio).

13 maggio 2008

Speciale Studio Aperto a Verona

Recensione media res: ore 1.07, Speciale Studio Aperto, Italia1.

Già destinata a entrare negli annali della comicità della pearà, lapalissianamente ispirata dai recenti fatti di cronaca su Nicola Tommasoli ecc., arriva (con considerevole ritardo!) l'inchiesta definitiva di Studio Aperto sulla quotata nightlife scaligera. Che già qui, ci si dovrebbe interrogare circa le priorità di un lavoro, di una sera, di una vita, ma vabbè.
Scaligera e non solo: Verona, Milano, Roma, ma noi pensiamo ai fatti nostri per un attimo.

Il tutto si dispiega come un viaggio neorealista alla ricerca del loisir, un sedicente tour edonico, un travaglio critico epicureo e stoico insieme, insomma una trashcronaca dell'inutile, una trionfante e totale kermesse del veronese medio. E via con scampoli della bra, di via Roma, di locali gay (eh? Beh, pure noi ne abbiamo a iosa, non lo sapevate?), del Malta e dell'immancabile cumulo umano cristallizzatosi in Piazza Erbe, cui viene dato voce nella parole di tre... tre... cosi... tre pirla esattamente.
E dico pirla, ma talmente pirla, che se cerchi sulla rubrica del cellulare "Pirla" e chiami, rispondono tutt'e tre contestualmente.

Sicchè al sottoscritto viene da pensare. Ma andiamo avanti.

Interviste ai limiti della grammatica non certo privi degl'immancabili commenti fuori campo Lucignoleschi quali "sono giovani lanciati e vogliono sssbbballarsi" (sì vabbè...), esempio drammaticamente ispirato a fatti reali. Quella che si è consumata in Piazza Erbe non è un'intervista, non è un video: è un libro, un dizionario etimologico del clichet e/o della mediocrità.
C'è tutto quel che conta per cambiare paese, RyanAir lo sa bene: il fighetto con polo appariscente color verde alieno e giacca blu che la sa troppo lunga e lancio il suo disincantato J'Accuse pardon J'Accusecioèèè (a chi poi? Che fa, si sputa addosso? Specchio riflesso buttati nel cesso) "Beh Verona sì, se vogliamo dirlo qui è tutto uguale" e bla bla Verona città noiosa non succede mai niente solite cose aperitivo bere ballare beh beh cioèè cioèè no guarda no guarda beh beh. Wow che novità. Ve l'avevo detto o no che era un pirla? Bene, perchè non avete ancora sentito la voce rauca sbiascicona del Briatur. Tristezza.
E' la volta di un altro clichet piazzaiolo, uno talmente vetusto eppure stabile da risalire addirittura ai tempi di Sognando un Negroni: l'operaio e il carpentiere che si spaccano tutta la settimana per lustrarsi una sera. E che lustro: sembrano usciti da una sfilata b-side della quinta linea di Dolce e Gabbana, la quale - deus gratias! - non esiste (ancora). Loro la sanno lunghissima, non c'è verso, questi ci stanno dentro, hanno il divino soffio e come pronunziano parole viene istituita un'altra (inutile) verità di fatto: "A Verona devi apparire". Ah sì? Se ne desume che altrove devi scomparire. Comunque un po' hanno ragione: è importante riconoscere estemporaneamente le persone da evitare. Grazie per averci messo la faccia, me la ricorderò.
Inutile dire che qui è già caccia al video.

Purtuttavia io continuo a pensare.
Tralasciando il curatissimo(?) dettaglio neorealista, di immagine in immagine, di loculo in loculo, di pirla in pirla, di stronzata mediocre in stronzata mediocre, il pensiero si fa più concreto. Non penso tanto al fatto che la trasmissione possa indurre ad una riflessione (comunque non necessaria), non penso che la trasmissione sia stata poco godibile nè divertente (anzi!), nemmeno penso che siano capaci tutti di fare un'intervista a qualche cretino e nell'arringa della produzione televisiva erigere la sua opinione a opinione generale (eccome se tutti lo possono fare!), penso semmai che qualsiasi Tizio avessero preso da quella Piazza, da quel Malta, dal quel locale xxx di Verona, avrebbe esposto le stesse mediocri banalità.
Inoltre è questione di tempo: quest'intervista sarebbe potuta essere la stessa ieri, oggi e domani.

Penso cioè, che i Sentenziosi hanno scritto un blog eterno, è innegabile.

10 maggio 2008

Open Bar a More is More - Byblos Art Gallery Verona

Qui tutte le novità sulla Galleria Byblos di Verona

Che ce frega de pagà, noi c'abbiamo l'open bà!

Oooopeeenn baaaaar - oooopeeeen baaaar!

Riassumerei così l'inaugurazione della nuova mostra More is more della Byblos Art Gallery di Verona: l'arte dei cocktail serviti in quantitativi industriali con la nuova tariffa Infinity Free di Byblofone. Ma è più un'inaugurazione da poseurs o da sbronzi? E perchè non da entrambi? Perchè "Deppiù è deppiù".

more is more - Byblos Art Gallery

More is More
Il sito della Byblos andai a vedermelo qualche giorno fa, chissà se hanno qualche aggiornamento da proporre. Macchè. Si è in lutto per la scomparsa di Pippa Bacca, forse legata professionalmente proprio a Byblos.

[Aperta parentesi: tragica morte di un'anima pia portatrice di pace che ebbe nobili intenzioni nonchè una leggera difficoltà a distinguere l'ideale iperuraniense dall'arido vero. Ora vabbè, la disillusione talvolta punisce senza riserve e troppo severamente, ma fare 1 + 1 preventivamente no eh? Cara ragazza, tu hai avuto le palle, ma fossi io una donna occidentale - sciao sono Vladimir Butella - beh girare la Turchia in autostop con indosso un abito da sposa non sarebbe nella mia top 10 delle priorità ecco. Chiusa parentesi].

Ad ogni modo, propongo lo stesso aggiornamento al cinico B2, ma l'indomani il sito della Byblos non è più in lutto: ed è subito vernissage con open bar! (certamente un oper bar in lutto, coff-coff...).
E comunque io ci andavo a trovare e ringraziare del precedente invito Masha, il boss. Che naturalmente non so chi sia. Invito passato in sordina perchè un bel giorno mi imbarcai su un cargo battente bandiera liberiana, ecc.

Pro
- un evento da poseurs dei 40-50 minuti. Eccellente.
- c'è bisogno di dirlo? Dio salvi l'open bar, completamente aggratis, indiscusso protagonista della mostra, cannibalizza la mostra stessa: ad un certo punto uno degli 'artisti si è impiccato, ovviamente nel retro, in silenzio. Il cadavere è ancora lì, qualcuno vada a controllare per cortesia. Verso le 22.00 serpeggiava il sospetto che pure le opere fossero gratis ma il tizio beccato fuori con una tela da 3 metri in mano è stato fermato mentre cercava di infilarla nella nuova Lapomobile (=Fiat 500).
- paradossale bon ton: sarà che vogliamo ciò che non possiamo avere facilmente per poi fregarcene quando le cose si fanno troppo facili, sarà che l'ambiente chic di una galleria induce del bon ton (bugia), saranno i figli delle stelle, sarà quel che sarà, ma gli sbronzi non si sono moltiplicati copiosamente. Credo di essere stato l'unico. Io e i miei nuovi amici (immaginari) che di long island in long island mi intrattenevano con discorsi stucchevoli al punto giusto al bancone (l'ho mai mollato?)
- buon numero di presenze, pubblico variegato, alcune pheeghe
- capitolo femmene agè: la over 30 con la sedicente predilezione per l'arte, quella che è complicata 'dentro tanto tanto non sono una donna come le altre mi devi capire perchè sono diversa a me piace l'arte tutta l'arte no anzi solo quella contemporanea no anzi solo quella complicata come sono io nella mia testa (=vengo alle inaugurazione col mio look 'Burineit Moss all'ultima moda - e speriamo sia proprio l'ultima! - guardo quattro patacche e te saludi). Presenze deliziose e assolutamente fondamentali nella vita di ogni poseur che si rispetti.

Butel1 a More is More

- una mostra che tutto sommato finalmente riporta in scena percorsi già più riconoscobili, più "tradizionali", più novecenteschi della seconda metà. Ad esempio Garcia è una sorta di action painter paessaggista 'burino (=an pratega se sente troppo fica e rinuncia ar pennello e applica er colore come ce fasceva Giecson Polloche ma li soggetti sor li alberi e a natura)

lilian garcia roig

- si tratta di una mostra di pittura massimalista, in linea con lo slogan "More is more!". Cosa significa? Boh. Non saprei ripetervi che cosa è il massimalismo delle ultime due decadi, nè rispiegarvi il perchè e per come e in che contesto ma ricordo che la cartella stampa mi aveva convinto alla seconda riga. Anche perchè alla terza non c'è arrivato manco il copywriter. Massimalismo dovrebbe essere sinonimo di eccesso, carica visiva enfatizzata, sono quadri "pieni di roba" buttata addosso allo spettatore insomma. Ma vi fidereste di uno sbronzo?
- Le opere di Lilian Garcia Roig piacciono a tutti, la grafica astratta lineare di Grant Miller piace pure,

grant miller

le opere di Mark Messersmith sono criptiche,

mark messersmith
(non dovrebbe essere in mostra)

bruttine ma singolari (abbandona il bidimensionalismo della tela e aggiunge nuova spazialità con l'inclusione in basso di alcune teche a mo' di cornice contenenti oggettistica varia e un supporto esterne tipo - vado a memoria ebbra - una liana o bastone), i Clayton Brothers sono inquetanti e hanno qualcosa di irrisolto (vedere locandina), James Barnsness in The Great Destroyer si è ispirato ad un fantomatico anti-demiurgo spermatore/pisciatore pazzo

james barsness

- per una volta - hey, chi l'avrebbe mai detto! - c'erano pure dei buyers. E' confermato: il modello economico della galleria d'arte moderna regge anche in un paese in cui il sistema arte è istituzionalmente innestato per la maggiore sui supporti dell'arte pre-contemporanea. Sulla cosa ho nutrito riserve per anni: "Come campano le gallerie d'arte moderna?", per quanto mi riguardava quelle meno conosciute potevano benissimo essere mecche del riciclaggio finanziario
- quel cinquantenne un po' yankee & flower power con delle inguardabili scarpe rosa doveva essere uno degli artisti (o un bolide qualsiasi che passava di lì). L'ho capito perchè la gente andava a parlarci. Anzi no, l'ho capito perchè quando sei l'artista e non sei del tutto bolide, hai con te LaDonnaDell'Artista, una che si fa notare. Lei si faceva notare: tappa, grassa ma con un abito lungo a tre colori che la caratterizzava con stile (discubitile, ma con stile). Coppia appariscente della galleria.

Contro
- il mio compagnone di una sera comunque mi ha deluso: il bancone non è prettamente un bancone da poseurs. Male. Si salva solo in parte con la parete a specchio, vero cult per il poseur in preziose fogge e atteggiamenti annoiati in vista della fine del mondo.
- alcune pheeghe sì, ma non troppe, diverse cesse
- il ricambio generazionale delle 22.30, ovvero "Quando arrivano i ggiovani. Finisce il party".
- un po' di buone selezioni vestiarie, ma in genere livelli diffusi del celebre veronalook. Signore perdonali.
- trash parade: la rotondità nana con fiore rosso in testa, la cow girl de Porta Portese, la hippy con abito figlia dei fiori della nonna (all by mercatini di Campagnola), la black pigiama lady. Ma...
- ... siamo onesti per una volta: pollici in su per le fighe. Pensiamo per un attimo ai ragazzi. Pensiamo per un attimo alla situazione (utopica) "Figa che esce la sera per fare incontri e magari scopare (solo un pochino comunque)". La peggio vestita delle peggio comunque è meglio del meglio dei migliori. Nei panni della figa a Verona: ma che fa con 'sti qua in giro la sera? Ma chi si deve pigliare questa? Ragazzi (nel senso "Voi ragazzi!") vediamo di darci una sistemata: ma che vi lamentate che non scopate, eh? Ao', tronista, ma te si visto? Ao', Briatò, a smettiamo de parlà ca a' biascicata rauca? Ao', università, ce parlamo domani de li esame-scazzi-teghe e mo commentamo un po' de arte (pe'finta), eh?
Girls, io vi capisco, è un mondo maschile alla deriva. Sono rimasti pochissimi esemplari validi. E fatalità scrivono su questo blog (ding-dong: Gentili signore, vi ricordiamo che la mail ce l'avete nella barra a destra, allegare foto non photshoppata, grazie. ding-dong)
- ovviamente zero scopa-input, parlando di me. Il primo approccio è andato abbastanza bene:
"Sciao questa sera sono bello e possibilissimo"
"Come scusa?"
"Non mi trovi anche tu arrogante?"
"E quanto arrogante saresti?"
"Io è tanto arrogante quanto tu è bella"
"Ti concedo un punto"
"Quando facciamo l'amore?" [regia, popcorn e sax da soundtrack dei film porno di serie B. No, no... niente cose pubbliche, lasci tutto nella mia testa, grazie]
"Mh vediamo... mai?"
"Mai?"
"Sì mai, ti va bene?"
"Mai va benissimo...".
Il secondo comunque è andato molto meglio:
"Sciao io..."
"SMAMMA"
"...ooook"
Un vado-vincente-e-torno-perdente lungo 0,7 secondi: record del mondo.
Il terzo poi è andato alla grande. Il terzo non c'è stato.
- capitolo musica: il dj dev'essere uno dei Modena City Ramblers o un reduce delle bombe in Vietnam. Ha quei retaggi lì. Non è da buttare, non si sposa nemmeno male con l'ambiente ma il rimbombo da radio-cassa-dritta-sdeng-sdeng alla lunga ti fa ritrovare fuori. Fuori dalla galleria intendo, a sostare sul marciapiedi, stiva per oltre metà dell'audience. Ma forse è voluto! Maledetti... Il sound non è commerciale ma non molto personale. Dev'essere la compilation Sound for Art Openings. Da rivedere.
- pubblico variegato, senza particolari pregi. "Ma che vuoi, siamo una galleria d'arte liberal, questo è una open night, l'arte accoglie tutti, l'arte è per tutti, bla bla". Sì sì vabbè. Oltre ai già citati, avvistato l'universitario primino, il pubblico da aperitivo Cortez-Bugiardo-Anselmbloom, il pubblicò agè e griffè, il pubblico molto agè e molto imbalsamè e ovviamente...
- ...sciao sono il commesso del centro lo so sembro 'burino ma è un po' la mia imaggine
- sciao siamo gli amici del comesso del centro (a nostra volta ex commessi pentiti) lo so siamo 'burini pure noi, beh del resto siamo una claque che vuoi?
- sciao siamo gli amisci degli amisci del commesso.
Insieme, queste tre categorie formano una macrocategoria composta di elementi intercambiabili senza alterazione di prodotto finale. Anche loro fondamentali ai vernissage, che ve lo dico a fa'?

Conclusione
Evento promosso. Bene bravi bis. Dai primi vernissage si sta progressivamente migliorando, l'inaugurazione della Byblos Art Gallery richiama un pubblico sempre più numeroso e sempre meno interessato (com'è normale). Evento unico del genere a Verona. Ora però attenzione perchè più si batte questa strada e più si sarà a pieno rischio trashizzazione con: sporty casualism, hip-hoppaggio scalmanato e straccionismo boho impegnato. Già avvistati due esemplari per categoria. Fra tutti io detesto scientificamente il pubblico casual: andate con la polo Fred Perry con colletto tirato su e jeans chiaro indiscriminatamente in centro al pomeriggio, all'aperitivo, a cena, al vernissage di una mostra d'arte. P-prontooo? E' un evento serale questo, ce lo vogliamo concedere un cambio d'abiti? Dov'è B2, l'uomo da due cambi d'abito al giorno? E dov'è B1, l'uomo da tre cambi d'abito al giorno? (Ah era sbronzo al bancone? Madooon'...). Ma la galleria alla fine che colpa ne ha? Nessuna ovviamente. Quando l'evento è free, è open, l'audience si autoprofila.

Infine, chi era Masha? Voglio concedere il beneficio del dubbio ed eludere i clichet: Masha non era la bionda dannatamente simile all'omonima del GF. No, no.

07 maggio 2008

Ragazzo morto a Verona, ucciso per pestaggio "nazi-fascista": qui la verità

L'opinione che non cercavi:
il pestaggio mortale perpetrato dal Raffaele Delle Donne e dai propri bad boys (5 pischelli mongoloidi che smaniavano di invadere la Polonia) ai danni dello sfortunato Nicola Tommasoli, è l'ennesima lampante conferma che a Verona non c'è abbastanza pheega in giro la sera.

Kiss in concerto a Verona

13 maggio 2008: Kiss in Concerto all'Arena di Verona

kiss in concerto all'arena di Verona
I KISS nel loro classico look à la butei

Il menù prevede:
quattro apparenti bolidi della madonna in pelle, pailettes, borchie, petti nudi, ettolitri di cerone sui volti appena solcati dalla tenera età*, sangue finto, strumenti luminosi, pirotecnicismi trash quanto il resto e rock'n'roll, fuckin' rock'n'roll: i Kiss in Arena, l'antico (loro) che entra nel moderno.

"
You wanted the best! You've got the best! The hottest band in the world... KISS!", inizia ogni concerto da illo tempore. Kiss in concerto all'Arena? Da partecipare a prescindere.
Ma non a prescindere da I Was Made For Loving You,** senza quella è un bluff!




*
C'è chi dice che quello non sia trucco ma la dura mummificata realtà
** popissima, da sempre invisa ai fan puristi e per anni al centro di una polemica tra KISS-con e KISS-com

04 maggio 2008

Flavio Tosi a Matrix in One, two, three blitz!

Ogni mattina, a Verona, un rom si sveglia e sa che dovrà lasciare velocemente il campo nomadi. Ogni mattina, a Verona, Flavio Tosi si sveglia e sa che dovrà fare un blitz. Non importa che tua sia rom o sindaco, l'importante è "che te ghe na maietta bianca".





Lo adoriamo. Che fosse dotato di vis comica, l'avevamo già potuto osservare in diretta a Schermi d'Amore. Le ricerche per recuperare questo intervento a dir poco esilarante di Flavio Tosi a Matrix non partirono subito. Solo dopo la reiterata performance tale e quale a Porta a Porta, ci sfiorò l'idea che potesse trattarsi di un piccolo cult che andava preservato dalle polveri del tempo, con "il montaggio analogico!".

Con la solita ciabatta in bocca e - una volta tanto - privo di maglietta bianca in bella vista sotto la camicia, il sindaco di Verona apparentemente è ospite negli studi di Matrix per offrire il proprio contributo ad una discussione su Il Fenomeno Lega (il nuovo cross-over della Marvel?).
In realtà si trova sul set della sua ultima pellicola "One, two, three blitz!". En passant, Tosi spiega ad un incuriosito Enrico Mentana come "fare blitz, sgomberi, controlli" alle 4 e mezza di mattina.


Amarcord
- il climax né discendente né ascendente "blitz, sgomberi, controlli su laboratori cinesi clandestini"
- "con la mia municipale" (riferendosi forse all'AMIA)
- Maroni in lotta con se stesso per trattenere la risata
- "alle 5 della mattina. Anche alle 4 e mezza", il labile confine tra farsi il culo e farsi di farmaci. Su cui l'incredulo Mentana in un momento finale della trasmissione ironizza col dubbio estremo: "Senta ma ci va davvero Lei a fare 'ste cose?" (nuove risate di Maroni) "Sì".
- atteso da un momento all'altro Abatantuono ai tempi del terruncello ultrà del Milan in Eccezzziunale Veramente: "La paroll d'oddine è sempr'une... bliiitz!"
- come pure a Porta a Porta qualche giorno dopo, il tutto appare credibile e sensato. Sino al momento del domandone cui non è possibile rispondere: "Ok blitz e sgomberi, ma poi dove cazzo finiscono 'sti rom?". Tu - tu - tu - tu - tuuuuuuuuuuuuut

Sondaggio
Per un po' lasciamo un sondaggio nella barra di destra del blog: "Quanti blitz avrà fatto Tosi questa mattina?".



p.s. per sedicenti impegnati: smammate, qui non stiamo tematizzando né politicizzando. Non si discute circa la bontà o meno delle politiche del sindaco (nemmeno del tutto campate per aria, probabilmente). Non ci interessa.

01 maggio 2008

Steve Aoki - Bitte, Milano

Ipse dixit: “… Steve Aoki (Cristo io voglio sentire suonare questo personaggio) …”

Ipse fecit: lunedì 7 aprile, Bitte, WESC Party, Milano.

Chi cazzo è Steve Aoki?
Che palle dovervi sempre spiegare tutto.
Steve Aoki è un dj; ed è pure il titolare di un'etichetta discografica dal nome Dim Mak. E’ conosciuto anche con il nome di Kid Millionaire (come sul sito ufficiale).

steve aoki

Ha origini asiatiche ma è nato ed ha vissuto in America. Quella gran gnocca di Devon Aoki è sua sorella minore.

devon aoki, sorella di steve
"Miaaoo, un saluto a Butel-M* che sa chi sono"

Il ragazzo per la precisione è cresciuto in California (ha pure frequentato il college a Santa Barbara, chi l’avrebbe detto) e proprio Los Angeles rappresenta il luogo in cui la sua celebrità e le sue attività sono al momento maggiormente sviluppati.
Quest’uomo non è soltanto un dj o un produttore nell’accezione che comunemente siamo abituati ad utilizzare al riguardo: è una pop star, una cazzo di macchina da soldi.
La sua etichetta produce, tra gli altri, Bloc Party, Klaxons, the Kills; la Dim Mark, ancora, ha dato i natali ad un filone, la Dim Mark Collection, che dal 2006 si occupa di abbigliamento. Si dà il caso che uno dei migliori amici di Aoki sia tale Chris Pastras, uno dei titolari del marchio WESC (We Are The Superlative Conspiracy); proprio (immagino) in virtù di questa amicizia, Steve è testimonial del marchio che, in suo onore, produce un modello di cuffie professionali chiamato appunto Pro Aoki. Justice, Busy P, Sebastian, solo per citarne alcuni, suonano con le sue cuffie.
Aoki è comparso pure nel videogioco NBA 2007 e 2008: è un videogioco di basket; e quando dico che “è comparso”, intendo che al suo interno c’è il personaggio Steve Aoki. Lui non gioca a basket e, anzi, pare sia piuttosto incapace al riguardo. Ma lui può, è lì. Gli fanno pubblicità, gli fa pubblicità. Supra, marchio che produce scarpe abbastanza tendenziose, ha un modello in listino disegnato da Aoki [ndSentenziosi: e ovviamente è una scarpa oscenamente caratterizzata].

Sostanzialmente stiamo parlando di una persona pagata e strapagata per girare il mondo, fare festa una sera si e una sera no, scoparsi delle fighe atomiche, disegnare, creare, sperimentare, produrre tutto ciò che gli passa per la testa.
Proprio in questo 2008 è uscito pure il suo primo album: “Pillowface and His Airplane Chronicles”. Trattasi in realtà di banale compilation, apporto creativo/produttivo nullo, ma spacca il culo.
Pensando alla sua attività di produttore e osservando pure questo disco, mi viene da pensare che probabilmente Aoki sia una persona estremamente appassionata di musica. Ha un gran occhio su quelle che sono le sonorità più accattivanti al momento. Banalmente, a livello creativo, forse, non è altrettanto capace.
Ma questo poco importa: Aoki, smessi i panni di manager della sua etichetta, altro non fa se non ciò che generazioni di dj hanno sempre fatto: sceglie dischi che piacciono alla gente, la fa divertire, si diverte.

WESC Party (vecchio)
Come si diceva, Steve Aoki è testimonial di WESC, la quale produce principalmente abbigliamento (“street fashion – not streetwear” come recita il loro sito mentre io sbocco) senza disdegnare una strizzata d’occhio al so-cool djing world (il sito mi ha preso la mano, lo ammetto) con una collezione di cuffie, tra le quali spicca appunto il modello Pro Aoki. [ndSentenziosi: bene, abbiamo capito che fa le cuffie. Che bello. Passiamo oltre? Grazie]
Nel caso vi capiti di dare un’occhiata alla sua pagina Myspace, noterete, osservando le date delle sue serate, come assai sporadiche siano le sue apparizioni in Europa. Superfluo sottolineare come queste non riguardino solitamente il nostro paese [ndSentenziosi: hey, chi non vorrebbe visitare "the best country in terms of landscape, etc."?].

Questa riluttanza è stata interrotta dalle feste che WESC ha organizzato nei giorni 7 e 8 aprile a Milano prima e a Roma poi, nelle quali il nostro ha recitato la parte della special guest.
In realtà la festa di Milano si sarebbe dovuta originariamente tenere il mercoledì antecedente, salvo poi subire un “oculatissimo” slittamento al lunedì sera successivo. Pare nessuno avesse tenuto in considerazione che la necessità di Aoki di essere dall’altra parte del mondo nei giorni che lo separavano dalla data romana avrebbe potuto determinare qualche problema logistico. Tra le altre, il cambio di data è stato deciso nel week end antecedente la serata originariamente fissata: ottimo tempismo...
Ad ogni modo la cosa ha in realtà avuto pure dei risvolti positivi: eravamo in pochi rispetto al possibile ritorno che la serata avrebbe potuto garantire, io credo 3-400 al massimo. Ma chi può permettersi di fare serata a Milano il lunedì, alternativamente o non ha un cazzo da fare il giorno dopo o è davvero interessato a quello che sta andando a vedere. Forse, pensandoci, la prima alternativa è comunque una condicio imprescindibile ma ciò non toglie che i 400 cazzoni che si sono religiosamente recati al Bitte quel lunedì abbiano in definitiva dato vita, assieme al buon Aoki, ad una festa davvero memorabile.

Scontata, scontatissima, la presenza di un alto numero di poseur pronti a vendere l’anima per una copertina di DiedLastNight.
Alla voce vips (a noi, ovviamente, tanto cara) avvistamenti non molto attendibili riguardano la presenza di Francesco Mandelli (il Non Giovane di MTV) e di Siria, entrambi, sembrerebbe, ai passi. [ndSentenziosi: ma lei è ancora pheega? No perché una volta era in formissima].

Il Bitte di Milano
Il Bitte è un circolo A.R.C.I. situato in zona Navigli. Credo fosse la sede di una qualche piccola impresa un tempo; al suo esterno vi è un vasto giardino, mentre l’interno è caratterizzato da una struttura che ricorda in qualche maniera la pianta di una chiesa: è come fosse divisa in tre navate, con la centrale più ampia, sulla quale si affacciano i balconi del piano superiore (eletto, non so se solamente per l’occasione, privè del locale), e con le due laterali più strette. Questa struttura ha il pregio di concentrare chi voglia dedicarsi al ballo nella parte centrale, permettendo invece di rifiatare sui lati della stessa a chi voglia prendere una pausa dalla bolgia della pista.
Il palco con la console (ed ulteriore zona off-limits; il milanese non vive senza privè) era ovviamente posizionato sul lato corto dell’edificio, in posizione centrale, così da dominare la “navata” centrale.
Vera e propria tragedia la zona bar: uno solo e con coda chilometrica. Se con il locale mezzo vuoto si è riusciti a creare tutto questa confusione non oso immaginare il potenziale imbottigliamento che si potrebbe verificare a pieno regime. Ho impiegato circa mezz’ora per un fottuto vodka lemon e per vederlo poi finire in gran parte per aria non appena Aoki ha iniziato a suonare.
Il locale è molto essenziale ma, una volta risolta la questione bar, direi pure congeniale per il tipo di serata. Da non sottovalutare se siete in zona.


Il dj set di Steve Aoki
Poco da dire al riguardo gente: Aoki sposta l’asticella un po’ più in su. Non è più questione di andare a ballare in discoteca o in un locale. L’esperienza è semplicemente molto più coinvolgente, molto più fisica. Aoki si è letteralmente buttato sul pubblico 5-6 volte: montava sulla console, mani in faccia e capo reclinato all’indietro come in una sorta di catarsi con il pubblico, infine si gettava a peso morto sulla gente sottostante. Qualcuno ha ricordi di un Fregonese in cima alla console pronto a lanciarsi sulla folla sottostante? [ndSentenziosi: speriamo di sì, augurandoci al contempo che NESSUNO lo abbia preso!].



Eravamo in pochi, come dicevo: tutti ammassati e rivolti verso la console; zero gruppetti, zero fighe che se la menano: sudore, botte, salti, donne (fighe) comprese.
Aoki ha aperto con il remix di New Noise dei Refused, numero uno della compilation, per poi continuare con l’immaginabile repertorio. Difficoltoso e probabilmente noioso nel risultato il tentativo di spiegare a parole l’atmosfera. Aoki si è divertito, ha saltato e si è lasciato coinvolgere dall’ambiente.
Sicuramente ne è valsa la pena.

Niente da aggiungere, grande serata, ottima festa.

Butel-M*