30 agosto 2007

Festival della Letteratura Mantova 2007

Festival della Letteratura di Mantova

Aggiornamento
Programma del Festival Letteratura di Mantova 2008

Aggiornamento

Come direbbe Gandalf: "Prenotate, sciocchi!". Gli eventi del Festival della Letteratura vanno a ruba, vi conviene prenotare ORA ciò che vi interessa. Le prenotazioni online sono aperte da oggi. Anche se ormai, a ben vedere, pare già tardi: le cose più ghiotte, son belle e andate. Restano gli ingressi liberi, ad esempio per le proiezioni.
Ciò vale a dire, possa venire un mal di pancia titanico a tutti gli stracciamaroni lì solo per presenziare, ergo occupare posti e non interessati. Un po' come il tutto esaurito ai tempi delle lezioni all'università: c'era sempre qualche personaggio poco utile a se stesso figurarsi agli altri, la cui ostinata presenza (altrettanto inutile) ti invitava ad accomodarti per terra.

La scelta di Sentenziosi

festival letteratura mantova

C'è chi ha il Vinitaly e chi ha il Festival della Letteratura. Quando noi abbiamo il Vinitaly, loro vengono a Verona Fiere, quando loro hanno il Festival della Letteratura, nessun veronese va a Mantova. Come sempre l'alcol unisce, la cultura... un po' meno. E' un dato di fatto. [tra l'altro nella fauna decadent, Sentenziosi è snob, sceglie l'autoditattismo e appoggia il partito E.U.A., Europa Unita nell'Alcol. Ma questi son dettagli di poco conto].
Quattro, forse cinque anni fa, Paolo Valerio, attore e regista di teatro, attuale direttore del Teatro Nuovo nonché cittadino ammanicato nelle attività culturali scaligere le più trasversali, mi disse una cosa che per lo più ignoravo fino ad allora, e che spiegherebbe in parte la mancata migrazione verso quel di Mantova nei giorni del Festival della Letteratura: "La libreria nel 2000 è vista come un luogo che allontana, un luogo di cultura difficilmente accessibile, elitaria, per pochi. E perchè dovrebbe esserlo? Non saprei. Ma tu pensa Butel1, che il fatturato dell'editoria è raddoppiato, proprio RADDOPPIATO, da quando si sono moltiplicate le iniziative editoriali in allegato a giornali e riviste: ecco, l'edicola è il contrario della libreria, non allontana, avvicina. L'edicola, non la libreria. Il bar con le partite di calcio, non il teatro. E così via". Il tutto poi si chiuse con un w l'Italia e una sbronza (no dai, menzogna). Uomo drastico e sincero. Ad ogni modo il Festival può fare a meno di chi non va in libreria, di gente ce n'è e hai voglia.

Ma questa polemica che c'entra? In verità 'na bella cippa, ma non avevo voglia di fare ricerche sulle onirificenze riconosciute al Festival della Letteratura di Mantova.

Mantova. Una città, un Festival. E basta
Voi sapete cosa succede a Mantova durante l'anno, a livello di "aggregazione giovanile", di "super serate", "eventi vecchio"? Nulla. Sullo Zanichelli, Mantova è un eufemismo di "palla di fieno rotolante". Eppure, i numeri del Festival della Letteratura dal 5 al 9 settembre, giunto quest'anno all'undicesima edizione, sono impressionanti. Migliaia di avventori a passeggio cacciando libro, o a passeggio (=cazzeggio) e basta e già che ci sono tirano su qualche volume.
C'è praticamente ogni casa editrice, ogni novità del 2007, ogni settore. Di tutto e di più, fa le scarpe anche al Salone di Torino, per dire.
Il Festival della Letteratura è a mio avviso un chiaro esempio di "Se vuoi, ce la fai". Verona nè vuole, nè fa. Ma facciamo gli spritz migliori, appena dopo i padovani.

Funzionamento
Resto comunque dell'opionione cje a rendere questo un ottimo esempio di promozione culturale non siano tonnellate di alberi tagliati, stampati e rilegati a libro, bensì gli eventi a corollario: ad esempio incontri con gli autori, tavole rotonde, discussioni con docenti e altri esperti. Dalla mattina alla sera in tre fasce (9-13, 14-19, 20-24): si parte con la colazione con l'autore (ad esempio al caffè letterario Bar Veneziano), si prosegue con gli incontri pomeridiani, mentre le serate sono soprattutto (ma non soltanto) riservate alle proiezioni cinematografiche.

Programma
Come detto, il Festival della Letteratura si svolge dal 5 al 9 settembre 2007, dalle 9 alle 24, nei luoghi del Festival cui si aggiungono gli eventi ospitati in varie location più o meno caratteristiche (Palazzo Tè, Palazzo della Ragione, Palazzo del Mago... ma anche bar, cinema, licei, e altro).
Trovate TUTTO il programma giorno per giorno nonchè i .pdf da scaricare su questa sezione del sito ufficiale: dateci un'occhiata.

Quest'anno ho notato che si è deciso di dare più spazio alle proiezioni. Proiezioni? Sì, nulla di sbagliato nè fuori luogo: secondo me il cinema, il film è il grande romanzo degli ultimi cento anni. Per il resto, basti dire che ce n'è per tutti i gusti, incontri con autori/scrittori, esperti del settore, incontri sull'arte tout court, discussioni su filosofia e autori, incontri sul linguaggio mafioso come anche diatribe stato-chiesa (per poi scoprire che si tengono alla stessa ora negli stessi luoghi...?), monografie su scrittori e altri artisti, guide al cinema perverso, incontri di letteratura per ragazzi (anche questa occupa molto spazio), chi più ne ha più ne metta, perfino una critica al cinema di Star Trek con il supporto dell'astronata Umberto Guidoni.
Come sempre, de gustibus: ognuno troverà cose molto interessanti, cose poco interessanti, cagate pazzesche. In tutta onestà, quest'anno vi trovo diverse cagate pazzesche, del resto l'edizione di due anni fa resta di livello eccelso, eh.

Può capitare che più eventi si accavallino, in quel caso vengono riproposti ad orari sfasati in un secondo momento. Per partecipare, si paga una quota ridotta, quasi simbolica, in genere tra i 4 e i 6 euro, raramente di più (salvo una recita teatrale con Albertazzi, mi pare).

La scelta di Sentenziosi (come si diceva nel sottotitolo, insomma)
Non si è ancora capito se qualcuno da 'ste parti va al Festival della Letteratura di Mantova, del resto è risaputo Sentenziosi ormai è tronfia, oltre la cultura. Dovessi essere della partita, parteciperei a questi eventi:

THE PERVERT’S GUIDE TO CINEMA
al Cinema Mignon
di Sophie Fiennes, Gran Bretagna/Austria/Paesi Bassi, 2006, 50’versione originale inglese, sottotitoli in italianoAnteprima italiana
“Il cinema è la forma d’arte perversa per eccellenza: non ti concede ciò che desideri, ti dice come desiderare”: parola di Slavoj Zizek. Il celebre filosofo e polemista sloveno è anche un ferratissimo cinefilo. Questo esilarante e innovativo documentario in tre parti diretto da Sophie Fiennes è un vero e proprio saggio in forma di film, in cui l’irrefrenabile Zizek ci conduce in un tour de force (psico)analitico tra alcuni dei più grandi film della storia del cinema, e alcuni dei peggiori, letteralmente addentrandosi nelle loro scene e affrontando, con il suo approccio poliedrico e sempre sorprendente, autori come Hitchcock, Bergman, Chaplin e i Fratelli Marx, ma anche film di successo come Alien, Matrix e Lost Higway.

QUALSIASI COSA PUÒ ESSERE UN’OPERA D’ARTE?
di Massimo Carboni, Maurizio Ferraris
Circolo Arci Virgilio - Palazzo del Mago
Euro 4.00
Che cosa distingue un’opera d’arte da ciò che non lo è? Il nome dell’artista? La finalità per cui viene fatta? La sua rispondenza a un canone estetico riconosciuto da una comunità? Oppure ci stiamo ponendo una domanda che non ha senso? Parliamone insieme al filosofo Maurizio Ferraris e allo studioso di estetica Massimo Carboni.

ARTHUR RIMBAUD. QUOI? L’ETERNITÉ…
al Cinema Mignon
di Etienne Faure, Francia, 2005, 58’versione originale francese, sottotitoli in italiano
Un omaggio a un poeta universale e senza tempo, delle cui parole oggi più che mai sentiamo il bisogno, quando la sua mitologia rischia di farci scordare chi fu davvero: una figura unica nella storia delle letteratura. Il documentario propone documenti originali, manoscritti, estratti di film, testimonianze d’epoca e odierne, per condurci sulle tracce del vagabondare febbrile e della biografia di Rimbaud. Una sarabanda di immagini e una moltitudine di voci, celebri e sconosciute, tutte ugualmente appassionate di Rimbaud e qui impegnate nella lettura di estratti dalle sue poesie e dalle sue lettere.

SCONSIGLI DI LETTURA
al Campo Canoa
Pierre Bayard, Piero Dorfles
Euro 4.00
Come diceva Montaigne: “Si dimenticano tutti i libri, anche quelli che abbiamo scritto noi stessi”. E dunque, perché sentirsi in colpa se non riusciamo a finire un libro, tanto più di una persona che non conosciamo nemmeno? Pierre Bayard, docente di letteratura alla Sorbona ed autore di Come parlare di un libro senza averlo mai letto, prende di mira l’obbligo sociale della lettura e suggerisce ai (non) lettori tutti i modi per non sfigurare in pubblico, risparmiandosi la fatica di ore passate sui libri. Dialoga con lui il giornalista Piero Dorfles.

Evento sulla carta di eccellente qualità, un piccolo saggio per veri Sentenziosi, per l'uomo di mondo che "assaggia" libri e letture più o meno nobili e poi deve trarne argomenti di conversazioni al bar di fiducia (perchè, santo cielo, i libri a questo servono: costituiscono oggetto di brevi discussioni di trenta-quaranta secondi. Il fatto che l'evento sia sponsorizzato dall'Università degli Studi di Verona, getta poi un'ombra minacciosa sul tutto.

Conclusione
Andateci, una mezza giornata varrà la pena. Rischierete di attirare le risa degli aficionados da Vinitaly: sarà sufficiente concedersi qualche caffè letterario in più, salta sempre fuori l'assenzio. La reputazione è salva ragazzi.

28 agosto 2007

Ristorante Les Clochards Verona

Les Clochards messo a nudo

(come uno in tuta da sci e mutandoni di lana)

Les Clochards era un rinomatissimo ristorante del centro di Verona, in via Macello 8. Se ne parlava in passato come uno dei ristoranti di riferimento per una cena altolocata (ma si esagerava, era ancora piuttosto abbordabile), in termini di brand era secondo forse solo al duo Desco e Ai Dodici Apostoli. ll nome è di per sè una boutade sulla sempreverde questione del "fingiamo sia un posto da barboni perciò tanto trendy, tanto sappiamo benissimo tutti che non è un posto da barboni ho-ho". Comunque, nei medesimi termini di brand bisognava ammettere che Les Clochards faceva la sua porca figura: nell'immaginario dello scaligero medio, questo elegante (a tratti elegantissimo) calco di un bistrot era il classico ristorante nel quale "fare lo splendido con la figa". Nessuno, che io sappia, ci andava con gli amici. La denotazione e la connotazione parlavano molto chiaro: Les Clochards è da sboroni, ci porti la pheega, mangiate del pesce di livello, lei è contenta, te la DEVE dare. Non ce n'è banane.
Se siete stati a Les Clochards con la vostra nuova/futura/usa-e-getta lei, e non ve l'ha data, siete stati fregati. Credo che il contratto prevedesse pure un rimborso, in questo caso. Sentenziosi avrebbe consigliato questo ristorante. Forse pure oggi, ma è anni che nessuno di noi frequenta (il che non equivale a dire che è anni che qui nessuno scopa, anche se in certi casi si rischia di andare vicino); insomma non è detto che squadra vincente non lo sia ancora. O anche no. Ma non è questo il punto del post. Andiamo oltre.

Il trend è una butta bestia. Poi, sapete com'è, i locali sorgono, vivono un grande lustro, la clientela si sposta, la gestione cambia, nessuno dura per sempre, bla bla. Ad un certo punto non ho più sentito UNO parlarmi di "cenette romantiche" a Les Clochards. Tal'è, vi fu, forse anche di recente, un cambio di gestione.

Un publiredazionale è una comunicazione pubblicitaria mista a o camuffata da (articolo) redazionale. Ha il linguaggio tipico di un articolo informativo, magari da giornalismo di servizio, in verità dietro si cela un'azienda inserzionista. Lo scopo è semplice: far passare una notizia, un'indagine, un'intervista quale vera notizia, vera indagine, vera notizia, in modo da aumentare la credibilità della comunicazione. L'intento principale è ovviamente di aggirare le normali "barriere" che l'utente nel mondo moderno oppone ai messaggi pubblicitari, causa di abbassamento del livello di attenzione al messaggio o di elusione diretta del messaggio, aumentando così il rischio di dispersione della comunicazione (e quindi dell'investimento aziendale).
Secondo Sentenziosi, il publiredazione è una cagata al quale solo un pinguino nel deserto potrebbe credere. O Frut1, anche.
Secondo Sentenziosi, i publiredazionali di 2Night a volte sono geniali, davvero. E non importa se è PALESE e LAPALISSIANO che il publiredazionale realizzato per Les Clochards sia "vero" e "autentico" come una banconota da 3 euro, io adoro il copywriter di 2Night e lo promuoverei in prima serata come autore di un programma di livello senza ripensamenti.

ristorante les clochards verona


L'intervista al cliente de Les Clochards
Prendiamolo come caso di studio, Sentenziosi deve ancora imparare molto e in questo campo non ghe n'è, meglio imparare da quelli bravi (testi e foto di 2Night.it, grazie per la cortesia. "Prego, non c'è di che butei, fate pure eh").
In questo caso il tutto è giocato sull'esperienza diretta di una sedicente cliente.
"Caterina, 26 anni, maestra di asilo, è stata a cena al ristorante Les Clochards"
Che già mi viene da chiedere, dove e quando l'hanno placata questa: appena fuori dal ristorante? Era in gita con la classe? E 2Night è anche un po' Le Iene.

-Come mai hai scelto questo ristorante?
"Ne avevo sentito parlare spesso, da quando ha cambiato gestione, ma non ero mai riuscita a venirci. Così, quando si è presentata l'opportunità, ne ho approfittato."
A parte che io risponderei pure: "Cazzi mia, ti pare?", comunque ne deduciamo che la cliente è convinta che prima Les Clochards manco esistesse. La storia è risaputa: nuova gestione (nuova inaugurazione?), nuova vita. Tutto nuovo. "Nulla" è come prima. Certamente no, sia mai. Ad ogni modo notiamo subito che l'incipit tende ad essere già tendenzioso, ma mai troppo: del ristorante aveva sentito parlare in fondo, ancora non ci svelano nulla di veramente positivissimo. E' una mossa che i copywriter più persuasivi riprendono volentieri: parto lento, oltre butto lì due-tre vantaggi e pure qualche svantaggio, infine chiude con entusiasmo; anche perchè se no, è plausibile il licenziamento.

- Le prime impressioni che hai avuto quali sono state?
"Mi è sembrato subito un posto molto intimo, magari troppo romantico per i miei gusti. Non c'era molta gente, anche perchè, diciamolo, a luglio i veronesi sono tutti al lago."

Altra mossa tipica: mettiamo subito in chiaro che qui nessuno scriver per sviolinar l'azienda inserzionista (Les Clochards), qui è tutto naif e senza intermediazioni, ti diciamo le cose come stanno carino, giuro di dire la verità, tutta la verità, nient'altro che la verità, questo è giornalismo d'inchiesta, semo mejo de Beppe Grillo aò. Però fateci caso: solleva un dubbio che poggia su un'ovvietà che nessuno controbatterebbe, poichè in effetti "a luglio i veronesi sono tutti al lago" [e con loro sono in ferie tutti gli italiani medi] è innegabile. Il ristorante quasi vuoto, non ci ricava 'sta gran figuraccia.

ristorante les clochards

- Cos'hai ordinato?
"Sia io che i miei amici abbiamo scelto il pesce; antipasto e secondo. Le porzioni non sono molto abbondanti, ma i piatti sono curati esteticamente ed i sapori davvero delicati e raffinati. I grissini fatti a mano sono la fine del mondo! Abbiamo bevuto del Ferrari Perlè, le bollicine ci stavano bene. Ecco, forse la carta vini non ha molta scelta per quanto riguarda gli champagne."
Mentre il ricorso al passato prossimo ci fa capire che la cena si è già consumata e quindi la cliente è stata intervistata ex post (e uno si ri-chiede: ma quando? Dove?), notiamo come si tenti di piazzare un'altra leggera stoccatina (peraltro prima già mediata dal successo delle bollicine di qualità), elargendo meriti ad un dettaglio secondario quali i grissini a mano (è risaputo che tutti vanno al ristorante per assaggiare dei buoni grissini fatti a mano, no?), tacendo sull'effettiva qualità del pesce, il quale però è presentato benissimo, non ci piove.
Sul pesce potrei aggiungere che, se è vero che cambiata la gestione ma mantenuto il cuoco, si tratterebbe di una buona scelta [ndSentenziosi: questo invece è un esempio di meta-redazionale, attenzione].

- Cosa ti ha colpito?
"Il servizio è ottimo, abbiamo anche conosciuto Sergio, il proprietario, nonchè chef, così abbiamo potuto fargli i complimenti per la cucina. Penso che Les Clochards sia un ristorante molto carino, forse più "da coppiette" che da compagnia, la sera; so che di giorno, invece, hanno menù speciali per la pausa pranzo e l'atmosfera è decisamente più easy. Nel complesso da provare!"
Siamo agli sgoccioli: è questo il punto più delicato di ogni buon publiredazionale, l'ago della bilancia. Al lettore la conclusione resta impressa più del resto, magari già rimosso, tanto è coinvolgente in genere. Ecco infatti che la cliente all'improvviso tira le somme e lo raccomanda con tanto di punto esclamativo: Les Clochards è da provare.
E, a parte gli scherzi, è vero, ripeto che vale la pena se non sapete dove mangiare con la bella vostra [ndSentenziosi: a ridaje con 'sto meta-redazionale!].

les clochards verona


Il tutto è foraggiato da quella certa atmosfera calorosa che il posto sa trasmettere, magari anche se da coppiette (ma non era vuoto prima?), è un posto "decisamente più easy" (chi non descriverebbe l'atmosfera di un ristorante come easy, tutti no?), non è nemmeno fuori dall'ordine delle cose instaurare una relazione umana col proprietario/ottimo chef, una sorta di self made man, uno che sa il fatto suo insomma.

Conclusioni
1) Les Clochards fu uno dei ristoranti di Verona veramente ok. Se diamo per scontato che lo sia ancora, è raccomandato per cene tete-a-tete. O tette-tette, che dir si voglia.
2) Premesso che il publiredazionale è ridicolo sempre e ovunque, nè carne nè pesce poichè non è giornalismo nè si avvicina al valore "artistico" di certe pubblicità, è da rivalutare come prodotto letterario di fantasia. Ecco, è una bella favola, basata su fatti forse veri ma quasi sempre manipolati in maniera funzionale ad un quid, in questo caso "andateci, ve lo raccomando io".

27 agosto 2007

Disco to Disco - Jarach Gallery Venezia

Vernissage + party alla Jarach Gallery di Venezia

Wannabes e art addicts dell'ultima ora, in tema di "eventi gggiusti per gggente gggiusta", udite qua.
Disco to Disco è la mostra personale di Gabriele Basilico e Massimo Vitali, alla Jarach Gallery, nel decadentissimo cuore di Venezia (la galleria è ubicata di fronte al teatro della Fenice) dal 31 agosto al 27 ottobre.

disco to disco jarach gallery


Curiosa anzitutto la storia della galleria, che si sposa singolarmente bene al titolo della mostra: posto termine al secondo conflitto mondiale, l'allora campo di San Fantin - lungi dall'ospitare l'attuale galleria - divenne in effetti preda dei soldati americani che vi allestirono una sala da ballo per festeggiare la fine del conflitto. E fu disco.

Discoteche, sale da ballo. I centri d'aggregazione socio-umana a sfondo musicale per eccellenza. La discoteca e i suoi protagonisti - gli avventori, le danze, i ballerini, le musiche... noi - d divengono chiave di questa lettura fotografica di Gabriele Basilico e Massimo Vitali, i quali personalmente non conosco troppo bene (diciamo per niente?) ma che a quanto pare non sono dei pirla, anzi emeriti campioni della fotografia made in Italy. Ciò per dire che, anzitutto, c'è una ricerca fotogratica declinata su un tema originale da parte di artisti riconosciuti (del resto, chi in questi comunicati stampa non è un artista di ottima caratura?).

Sempre dal medesimo comunicato stampa su JarachGallery.com mi pare di capire che questo percorso di cultura e costume dagli anni '70 al 2000 sia diviso in due momenti: Basilico nel '78 scatta "50 fotografie in bianco e nero, ritratti di giovani, uomini e donne, di situazioni e di piste da ballo, i preludi dell’epoca che arriverà delle grandi discoteche e dei loro frequentatori; nel 1997 Vitali allarga la sua indagine fotografico/sociologica alle discoteche, nasce il progetto Beach and Disco, un’esplosione di colori, forme, luci e musica". Vitali fotografa, nel buio della discoteca, "corpi di donne e uomini scossi dalla musica altissima, che il fotografo riesce a congelare in un attimo".

Come funziona? Ovvero, le promesse di Disco to Disco
Fingiamo si tratti di un vs. di due deejay: Basilico scatta foto in bianco in nero, che si scontrano/colludono/collimano con le gigantografie colorate delle disco di Vitali.
Risultato? "Ne risulta una sorta di indagine antropologica: la gente, colta nel momento dello svago, ci rimanda a come eravamo, riproponendoci un’iconografia che ancora oggi, forse, ci appartiene più di quanto non crediamo". A me la cosa pare interessante.
Il vernissage della mostra si terrà venerdì 31 agosto alla Jarach Gallery alle 18.30, saranno presenti gli artisti a cui potrete rompere un po' le scatole. Occhio pero, per esperienza vi rivelerà che in questi casi per gli artisti parlare del proprio lavoro diventa un facile pretesto per un leitmotiv personale.
Io per esempio chiederei al secondo: "Senti un po' Vitali, dica la verità, lei dopo i film su Pierino si è messo a lavorare per 2Night.it vero? No? Forse VeronaMania.com? No perchè... se no uno che cazzo ci va a scattare in discoteca, eh?"

Disco to disco: due piccioni con una fava
E se per caso ve ne fregasse 'na cippa dell'inaugurazione - e qui veniamo all'evento vero e proprio - alle 21.30 il tutto si sposta all'Aurora Beach Club (www.aurora.st), dove l'antropologia musicale b-side prosegue con un dj(Michele Galeazzo) che selezionerà in un primo momento musica anni '70 (chè tutto il fenomeno "disco" parte da quegli anni lì, insomma), cui seguirà l'onesto Dj Spiller (Nano Recors) con una selezione di house in voga dagli anni '90 in poi.

Ma...
Beh, che pensavate, 'a belli? Il tutto prevede una sola fregatura: se da un lato l'ingresso alla Jarach Gallery per la mostra è gratuito e l'ingresso all'Aurora Beach Club è di soli 10 €, dall'altro va detto che l'Aurora è un club, ergo vi sarà necessario tesserarvi per tutto l'anno: altri 20 €. Totale della spedizione al party post-vernissage, 30 €. Forse un po' tanti, per una botta sola.
Ciò non toglie, che la mostra di per sè sembra valere la pena.

RECTIUS
Anzi, come precisato dalla curatrice, l'ingresso al party prevedeva una compensazione di 10 € una tantum e basta. Niente 20 € annuali, insomma. Per gli invitati della galleria, costi zero invece.

26 agosto 2007

Festa in Rosso Verona

Festa in Rosso a più non posso

Aggiornamento: "Non è più la festa del partito! Anzi, il partito non è più il partito"
Titolo di fuoco per Bretek, che rincara la dose nel commento: "È diventato veramente un raduno di gente non inerente al partito...e SOPRATTUTTO (e questo pensavo di trovarlo nel vostro post) il prezzo nazionalpopolare della birra è di SOLI 3€ E 50 CENTESIMI!!!!Ne vogliamo parlare??? Io non bevo e quindi non mi tange ma il partito non è più il Partito se pratica sti prezzi..." [fine]

Sparare a zero sulla Festa in Rosso di Verona, sarebbe come sparare sulla croce rossa (beh, del resto quella è la scala cromatica qui offerta...): del tutto gratuito. Eccoci.

Ma prima, personalmente dirò due-cose-due:
1) Passano gli anni, e 'sta Festa in Rosso a Verona raduna sempre più avventori, trasformando le aree di ponte Catena in uno dei grandi centri internazionali del parcheggio saturo-abusivo. La Festa in Rosso travalica i confini politici, partitici, culturali ai quali sarebbe prestata per diventare l'Evento pop di Verona. Anzi, sbobb: nel 2007 è un grande carrozzone (di bassa qualità), il cui intento forse è anche quello di combattere il capitalismo dall'interno.
Immancabili ad ogni modo zecche e e pheeghette con la mona che puzza, alè.

2) Udite il mio consiglio, a proposito di parcheggi: fate molta, moltissima, estrema attenzione a non proseguire MAI con l'auto verso il fondo della via dell'ingresso. Questa strada inizialmente passerà da due a una corsia, oltre si farà più stretta ancora, fino ad un punto in cui essa diventerà un senso unico. Ma cercheranno di sfilare vetture in ambo le direzioni e rischia di capitarvi qualcosa di simili a ciò accaduto al sottoscritto. Per dire, io mi sono trovato otturato tra un cretino che cercava di tamponarmi da dietro e un altro idiota che perseverava nel medesimo comportamento dal lato opposto. Effetto sandwich. Ora, il litigio che ne è sorto tra il tipo davanti e il tipo dietro è di livello per me (quasi) imbattuto: questi a minacciare di gonfiarsi fino a domani mattina e io a sbadigliare, il tutto allietato dalla band quantomai insopportabile oltre l'inferriata. Ogni tanto mi vedevo costretto a smontare per riappacificarli e sembrava quasi che c'eravamo a trovare una soluzione ma poi... niente, si riparte con il malinteso all'italiana, non senza gli immancabili richiami alle autolegittimazioni di "è un mio diritto" (e le rotture di palle degli altri? Ci sei solo tu, pezzo di culo?). Talvolta cercavo di interagire spiegando loro che "forse, facciamo che basta, eh?"
festa in rosso verona

ma la cosa poco o niente ha sortito.
Domande: di chi sono le braccia rubate all'agricoltura? Chi dovrebbe andare a fare in culo?
Al primo clacson la band aveva appena attaccato; all'ultimo "ok alora mi vo indrio e ne siremo tuti la in fondo" la band stava finendo. Condividere il territorio nazionale e, di più, la città con questi idioti, non sempre ti mette di buon umore. Per di più il tutto rischia di essere vano, allorchè la strada termina si giunge ad una sorta di fortino medievale dalle forme di una chicane de la muerte. Altri dieci minuti di manovre insanguinate.

A quel punto la Festa in Rosso di Verona aveva già detto tutto per me e il mio giudizio sarebbe ora assai imparziale. Del resto tolta la prova live ti resta... ehm... dicevo ti resta... ehm... e anche... mah, forse la cucina palestinese e i suoi felafel, il piatto principe della loro gastronomia "leggermente" speziata. Lo mangi, e ti piace. Anzi, pensi che questo felafel palestinese è proprio una bomba (ha-ha), ma poi lo confronti col kebab. Il felalef è buono ma non ha le proprietà longeve del kebab: il kebab lo mangeresti fino a svenire (e certe persone infatti svengono), il felafel dopo il primo "rotolone" ha detto tutto e di più.
Da segnare la mordente battuta del cuoco palestinese. Si avvicina Toni, bestemmiatore scaligero: "Alora, dio c°°, el me amigo el ga fame, daghe 'na polpetta dio c°°". Mohammed (?) risponde posato: "Ok amico, finchè tu ofende tuo dio, io no ha problemi". Per me, niumero uno!

Passiamo alla "rece veeecio". Ladies and gentlemen, wellcome to the Butel3 Show!

FESTA IN ROSSO VERONA 2007

UN FIAMMANTE INCUBO COMUNISTA? MAGARI LO FOSSE STATO!

Attenzione, le righe a seguire sono condite di favole pregiudiziaiuole e in alcuni tratti sentito sgomento. Le impressioni prenderanno sintetica e succinta forma puntiforme: non scriverò in codice morse né binario (anche se lo sto facendo in realtà) ma mi accingo di qui a poco ad un breve elenco dei tratti in climax discendente di un incubo che mi ha fatto sorridere proprio ieri sera. Punti ai quali attribuisco un voto o punteggio espressivo. Alla fine ci sarà una spiegazione per tutto.

-Anzitutto vorrei complimentarmi con la cucina Palestinese per l'ottimo e saporito panino felafel. Un sapore nuovo che ha distrutto di spezie la via della seta del mio apparato digerente ma che ho gustato con piacere fino in fondo. Un 10 allo stand.
-In subordine giunge la piacevole scoperta dei cocktail de Cuba, con el meior ron da Cuba ma che non necessaramente viene ivi prodotto. Poi per soli 3€. Un 6.5 al peggiore stand di Caracas sul Mincio in provincia di l'Avana.

Da questo punto in poi comincia il vero e proprio travaglio sulla Festa in Rosso di Verona. A voi la scelta se continuare o meno.

-Punto assai dolente che ferisce la mia sensibilità. Sono un amante degli animali. Possiedo un simpatico gatto ma amo anche i cani. Vedi Maria il mio problema è che quando vado alla Festa in Rosso mi capita di vedere molti cani, al guinzaglio o no, e sai Maria, io soffro perchè secondo me il cane non vorrebbe proprio stare lì in mezzo al casino alle mille luci alle persone che gridano e ballano. C'è tanta confusione e molti cani sembravano impauriti. Letterina mode off. Mi sembra semplice: se A fosse un amante dei cani vorrebbe certo il meglio per il suo cane; se A fosse un fiero comunista vorrebbe certo andare alla Festa in Rosso; se A volesse davvero bene al cane eviterebbe all'animale la somma devastante di stimoli stressogeni presenti alle feste o ai concerti; allora o A è padrone di un cane e non vuole davvero bene al Fido oppure A non tiene Fido perchè amante degli animali, ma bensì poiché, che A sia Comunist-chic o Punk-riot to riot, egli tiene il cane come oggetto di moda e rinforzo per la sua personalità. Se A non portasse il cane alla Festa in Rosso, che comunista sarebbe? A chi tratta così i cani o chi ama il "My little pet showcase" voto 0.
-Punto assai meno dolente: tolti una bancarella di occhiali ed uno o due di abbigliamento dove rimpolpare la scorta di maglie a tema, il resto dell'offerta commerciale era appiattita su gioielli e piccole cosuccie carine etniche. C'è a chi piace. Non valutabile.
-Un momento. Oddio. Ho appena scritto offerta commerciale, lucro, profitto. Cosa si cela dietro la festa del partito? In attesa di una risposta mi sembra che la festa fosse piùttosto una fiera o un caravanserraglio nemmeno troppo eterogeneo di piccole enterprise. Non valutabile ma vagamente fuori posto per chi vide alcune precedenti Feste in Rosso. Su tutto spicca lo stand della vodafone. Rosso. E ci mancherebbe.
-Eccoci qui alla massima contraddizione. Perchè gli avventori della Festa in Rosso sono n> degli elettori di Rifondazione qui a Vr e provincia? Forse gli organizzatori hanno una capacità di attrarre consensi maggiore degli uomini politici nelle 12 case del potere meno due perchè Libra e Sagitter sono morti? Va quindi un 8 agli organizzatori ma il dubbio rimane quindi ecco un bel 4.
-Siamo alla fine. Ma non è una bella fine. Sarò schietto. Non sono schizzinoso. Non sono suscettibile. Ma sono abituato a vedere gli sbronzi e i distrutti di canne (o peggio) molto ma molto lontani da famiglie e bambini. Tutti questi protagonisti erano compresenti sulla scena. Condividevano le medesime coordinate spazio temporali. Un -3 a chi ha fatto entrare ragazzi distrutti che a mala pena si reggevano in piedi, sorretti da bravi non molto lontani dalle loro condizioni. Siamo in clima di preservazione del decoro: nel video sottostante celebrò dunque una vera e originale, per quanto provocatoria, FESTA IN ROSSO.


Butel3 e 1

Festa Notte Andalusa Audaci Visionari

Notte Andalusa: Audaci Visionari is back. Wow

Aggiornamento
Qui il video della festa precedente

Che poi sarebbe la brutta notizia: non c'è due senza tre, gli Audaci Visionari ti buttano lì, come fossero caramelle, la terza festa "di livello", in scia ad un'ormai assodata tradizione.
La bella notizia, è che il quattro non vien da sè: questa è l'ultima!
92 minuti di applausi.

Sempre più attese, sempre più a tema queste feste, il 1° settembre al Centro Ippico Gardesano sarà Notte Andalusa. Olè ariba ariba. Pronti a mettere qualcosa di rosso? Almeno avete delle nacchere? Chessò, una testa di toro? Manco un amico gay spagnolo, va bene anche dalla Chueca? Nulla di tutto ciò?
Non vi preoccupate: entrerete lo stesso, la pagliacciata del tema è tale, una pagliacciata appunto, no problem. Anche perchè, parliamoci chiaro, il bigliettozzo son sempre 18 € in loco e 15 € in prevendita, non ci sarà molta discrezione sulla faccenda costumi sì/costumi no.

Audaci novità, visionari dubbi
Sarà la festa della svolta (testicula tocant), magniloquenza nel menù:
-Un ospite della madonna. Il quale si è rifiutato, quindi vi accontentere di Platinette

festa notte andalusa audaci visionari

pronta ad allietare le orecchie popolari a partire dalle 19. Potevano fare il tutto dalle 16, già che c'erano.
-La diretta su Radio Studio Più dalle 20 alle 21.30. Oltre, Studio Più stacca tutto perchè, insomma, all'audience ad un certo punto ci tengono anche loro, eh.
-Macchissenefrega di Radio Studio Più! Per questa festa andalusa gli Audaci Visionari hanno chiamato IL media di riferimento: presente MTV, tutta la serata. Parte il totoscommesse sull'acronimo, i bookmakers danno in rialzo Muscle TeleVision, seguito a ruota Menga TeleVision, new entry del giorno MettiTantaVasella e 'morroidiTutteVostre.
-L'aperitivo offerto a tutti. Dove tutti sono quelli che hanno pagato, ci mancherebbe. In teoria si mangia, non si capisce se aggratis o meno. Per chi crede agli UFO.
-"Bella musica non stop", e ci mancherebbe, chiediamo venia per non averlo detto subito.
-"Platinette e Audaci Visionari premieranno sul palco il più Andaluso". Due considerazioni: Audaci Visionari è un'entità astratta o prenderà possesso del corpo di qualcuno? Inoltre chi è questo "più Andaluso"? Se io fossi vestito da Andaluso, ad una festa con antica fama gay/transgender, dove il premio verrà consegnato da Platinette, non vorrei mai che...

Riflessione
Non che ci sia da riflette, intendiamoci (basta non andarci e sarete sani e salvi). Ma a noi qualcosa non quadra. Qualcosa sugli orari, di preciso, visto il precedente. Qua nessuno specifica l'orario di chiusura del carrozzone tutto luci e tunza-tunza. Che, a quanto dicono i maligni, si aggirerebbe intorno alle 2.
Sospetta Joe Rivetto per e-mail: "Risultato? Ci sara' gente che entrera' alle 1:30 paghera' 18 euro per mezz'ora". Miscredente che non sei altro! Ma come si permette questo? Tsè.
Siamo certi che non andrà così.

25 agosto 2007

Aperitivi a Verona

Te lo do io l'aperitivo a Verona

Aggiornamento
Sono le 20.10. Vi saluto, esco per una cine-cena.
[/aggiornamento]

Ci risiamo. Sinceramente non ricordo quanto c'ha dato da rider...ehm riflett... ehm apprezzare il Porta Nuova Cafè (e invece lo so). Ma su un sito dove ogni commento è gratuito, questo dettaglio riveste una qualche importanza? Che retorica.

"Ao', te che ce sai de copiraiti, a inventalo te un nome per 'sto nostro super esclusivo aperitivo a Verona, e annamo!". Dev'essere stata più o meno questa l'indicazione che il gestore del Porta Nuova Cafè ha dato al proprio barista di punta, il quale deve aver delegato il tutto al cameriere della settimana, il quale ha contattato l'immancabile 2night.it, lor quali signori hanno girato la frittata al solito titolista etilico, tanto apprezzato dalla maison Sentenziosi, nonchè dai lettori tutti (nostri e loro).

In tema di "aperitivi a Verona", le avevo sentite tutte. Pure in tema di "super zenetta pericolosissima vecchio". Così ritenevo.
Nella vita non ci son più certezze:


aperitivi a verona

"Giovedì spritzzzzante". Sì. O è uno scherzo, o è un fake, o hanno bevuto tanti litri di spritz quante sono le z (mi pare quattro). Ma son dettagli.
Segue un piccolo capolavoro del composto linguistico, un blend "tipico" della "tipica" jeunesse degli aperò scaligera: l'aperiti-cena! A ridaje. Riflettendoci bene, hanno ragione però; nella vita fai le cose semplici: perchè dire "Qui al Cafè Porta Nuova puoi prendere l'aperitivo e cenare", quando è sufficienti limitarsi a "l'aperiti cena!" ?
A quel punto le certezze sono ancora più scardinate, perchè subito ti chiedi dove è finito: "...cioèèè" ?

23 agosto 2007

Cafe Circus Desenzano

Cafè Circus - Desenzano del Garda

Passano gli anni, ma il Circus è ancora uno dei bar-locali simbolo della notte gggiovane di Desenzano. Sorge al n° 23 di Piazza Matteotti, ovvero sul lungolago, nell'esatto centro strategico di essa, chè sostando qui puoi vedere pure gli avventori dei bar successivi, in fianco ad una neo-galleria bianca e illuminatissima sede di alcuni sedicenti negozi del lusso. Lusso, una parola che a Desenzano piace sempre.
Il nome del Cafè Circus ci guida ad un'analisi preliminare: l'arredamento di questo lounge e cocktail bar (questa l'etichetta nel quale lo farei rientrare) ricalca cromatiche e gusti di ispirazione circense, ad esempio i quadri di animali protagonisti di qualsiasi circo, quel soffitto ondulato e quelle colonne a spirale. E basta, perchè il resto non c'entra 'na mazza: il parquet in legno, quelle lampade in cristallo a calare manco fossero stalattiti e questa fosse 'na grotta con le bestie al suo interno (o forse sì?), gli specchi d'argento e in generale la dominanza delle tinte oro-argento, rifinitura che stupra ogni dettaglio d'arredamento quali quadri, specchi, tavolini, con o senza gusto nel complesso. Facciamo senza.

Come direbbe 2Night (e naturalmente lo dice):
"Tutto è studiato al minimo dettaglio, a partire dalle splendide gigantografie che incorniciano i ritratti in bianco&nero degli animali simbolo della vita circense: gli sguardi intensi di leoni, scimmie, ghepardi, cavalli, orsi, elefanti sono per voi."
Sì. Anche "Gli spari sopra, sono per voi, non sorrideteee", non dimentichiamolo.


cafè circus desenzano
(courtesy from quei matacchioni di 2night.it)


Dovessimo esprimere un primo parere, noi si è pensato al barocco. Quale barocco, quello di "sfarzo, lusso, pompa magna" come reciterebbe un'antologia letteraria qualsiasi? Macchè, la sua deviazione kitsch ed eccessiva: quello di "mettici un po' di tutto, basta che faccia gico", il barocco eccessivo, un paradosso che solo a Desenzano sono riusciti a coltivare con insana precisione.
La planimetria del Cafè Circus è presto spiegata, il locale largo sì e no quattro metri, dei quali due li occupa il bancone (e quindi ti resta 'sta passeggiata larga un metro e una scorreggia, tra le ascelle degli avventori, per chi ama il ripetersi del tunnel a calci per la propria laurea), si estende in lunghezza per una decina circa o meglio per tutta la lungezza del bancone sempre preso d'assalto da orde di persone, terminando in un piccolo lounge vero e proprio, a forma di quadrato contornato di divanetti. Un tempo lì era facile creare "situazioni da ballo", oggi ci puoi appunto trovare solo il divanetto centrale con annessa coscia di qualche zoccolona e il dj set a largo. Completano il tutto un altro divanetto bianco ubicato a sinistra poco oltre la soglia d'ingresso, frequentato (quando è frequentato, perche è qui stanno tutti in piedi) dagli abituè più annoiati, o da qualche coppia di gnocca danzante a ritmo del disco sound.

Disco sound
Ciò che fu funky, un giorno imprecisato venne sostituito con un anonimo martellamento tunza-tunza-senticherrrobba-tunza-tuna. Questo è un tipico disco sound, di quelli che piacciono tanto all'italiota medio. Non dubito neanche un secondo che si sia scelto questo genere per coneentire alla mente dell'avventore medio il più plateale filo d'Arianna con la discoteca, la quale fa seguito al Circus di Desenzano nel finir di serata per le scelte del 70% degli avventori. Anche perchè il Circus chiude alle tre, e a questi gggiovani ce piasce tanto de andà in disco tardi. Ah, discoteche di Desenzano, ovviamente, mica pizza e fichi. Wow.
Ci spiegano che solo il dj set del mercoledì sembra abbandonare quest'andazzo, per abbracciare "un po' tutti i migliori pezzi del passato". Perdiana, già mi vedo trenini e "Maracaibooo...". Potrei non resistere.

Il pubblico del Cafè Circus: un nome, un programma
Noi non si mente. Va bene l'analogia architettonico-circense, ma a nostro avviso il trait d'union più palese è quello con la tamarritudine dei suoi avventori (maschi). Il Circus è una calamita, un catalizzatore del cattivo gusto vestiario maschile. E son brividi, null'altro che brividi: presenti in tutta la loro "sconvolgente" bellezza il popolo del calcio, il popolo dello straccionismo griffato, il popolo griffato in genere, quel griffato che te lo sbatto in faccia, "mai" volgare.
Immaginate uno con la t-shirt D&G (va bene anche la cintura D&G), il jeans tutt strett su p'u'culo, la tracolla o il borsellino Louis Vuitton. Ci siete? Ora moltiplicatelo per 25. O 250, per arrotondare.

Il birdwatching nel paleolitico
Realizziamo che questo fenomeno del guardone della gnocca, il guardone professionista e ad infinitum, quello "mai" evidente e "molto" discreto, è una patologia che evidentemente colpisce ogni maschio over 20 che abbia sostato almeno per una bevanda alcolica (ma vale anche analcolica) al bancone del Circus, come di qualsiasi altro bar di Desenzano.
In un mondo dove mi pare normale e lecito apprezzare la pheega, qui si esagera, si toccano le corde del basso, si sfiora il ridicolo. Ero basito: la sola parete interna era letteralmente rastrellata da una ventina di guardoni. Fuori tutti gli altri. Macchè guardoni, malati di gnocca. Macchè malati di gnocca, maniaci. Non si contavano. TUTTI i maschi di questo fottuto locale sono dei lama, sbavano.
A questo punto esigo un cameriere con l'unica funzione di usare il panno per asciugarne le cavità orali, le lingue, le mucose. E dovrebbe passare di bocca in bocca ogni 5 secondi, altrimenti annegano tutti lì dentro.
Se per darvi una dimensione al contempo quantitavo-qualitativa, vi dicessi che una Piazza Erbe in confronto è birdwatching-discreta? Squallido, senz'altro. Esemplari di maschi, che rientrano nel classico novero dell'uga-uga-pheega-pheega.

Le pheeghe, ovvero "Cazzo guardano questi?"
Certo che poi dai un occhio nella fauna, e quell'occhio finisce sempre su un unico dettaglio: cosce ignude, gambe chilometriche, culi granitici, abiti da sera o hotpants da sera (sì esistono, neri o dorati o comunque in seta), calzature decollete con tacco maggiore di 8cm. E via dicendo. Ok, il materiale per il birdwatching c'è tutto, non si discute (ma il fenomeno non si scusa).
Spendiamo un paio di parole sulle pheega che frequenta Desenzano, la quale nel nostro immaginario è comunque 100% bresciana. Ecco, questa figa bresciana, si presenta al 25% (ovvero 1 su 4) di una qualità che si avvicina all'eccelso. E grazie dio, direte voi. Certo, aggiungiamo noi: sono delle gnocche da paura, e quel 25% è decisamente ben agghiindato, spesso ha gusto, spesso ha classe, certamente sono molto curate.
Mano ai francesismi: IPERSCOPABILISSIME. Sul fronte pheega, la bresciana batte la veronese di brutto brutto brutto eh. Le bresciane voglio ricordarle così, va', delle "fighe da coltelli". Si coglie l'occasione per rendere omaggio all'attuale barista/racatta bicchieri, da stupro dannazione.

E sarebbe bello veder confermato anche il mitico detto sulle bresciane, stigmatizzato in anni di melodie heatheroparisiane: "E le bresciane, puttane puttane puttane".
Ma le vedi sfilare, in coppie di 3, 4, senza accompagnatore, tiratissime per dirla schietta, sui 25-30, che si guardano intorno, scrutano, si allontanano; s'arrestano, ri-riscrutano, ri-ripassano, si ri-allontanano; e così via, e SAI PER CERTO che sì, sono loro, le "mitiche" sacerdotesse del dio Status, donne in cerca di un accompagnatore con American Gold e macchinone a seguito, non importa quanto mal vestito. Sì, perchè qui funziona così: gli uomini se ne sbattono altamente del look, scopriamo presto che vengono giudicati da altri dettagli, le fighe sono l'esatta versione speculare.
E tu, sì tu "che te piasce tant'a'fica", scordatele ora le super gnocche di Desenzano, adesso, subbbito: se non sei "dei giri", non te le farai nè ci converserai salvo miracoli dell'ultimo istante e toste figure di merda. Qualche post più avanti, vedremo un esempio di Butel1 dentro i giri, e le cose cambieranno.

Cafè Circus di Desenzano, in breve
-passatevi, se volete vedere un po' di figa
-non passateci solo per bere, i drinks non sono il massimo, anche perchè le consumazioni si pagano col petrolio (costa quattro euro anche una minuscola Coca Cola, se non erro)
-se siete dei poseurs, il posto fa per voi. Occhio, dovete essere poseurs al 100%, se siete anche solo un po' maitre a parlè, lasciate perdere, vi risparmierete noiosi istanti di vita dove nessuno non conosce nessuno.


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22 agosto 2007

Locali a Desenzano

Locali a Desenzano

Sentenziosi si concede un paio di appuntamenti spesi nel weekend sul Lago. Non il "nostro", quello degli altri. Sulla sponda bresciana i locali, gli eventi, le tendenze, il "by night", sono espressioni di un unico paradigma: Desenzano del Garda, che nel weekend vive, sbraita e rivive, manco fosse un diciotenne in turba ormonale appena uscito da un lungo coma (la settimana lavorativa?) e pronto a rifarsi.

Locali a Desenzano del Garda: how to
I bresciani un giorno inventarono l'edilizia (da cui la leggenda che vuole un bresciano asfaltare anche le aiuole). Il secondo giorno inventarono il centro e Piazza Matteotti. Il terzo giorno inventarono locali e discoteche a Desenzano. Il quarto giorno le pheeghe bresciane, le quali 0.6 secondi dopo esigono ed ottengono gioielli, cosmesi, macchine sportive e abiti firmati, divenendo sacerdotesse di Status, dio protettore dei maschi dalla lingua sbavosa e del pheegawatching. Il quinto giorno ammogliano il dj col vocalist. Il sesto creano un numeroso pubblico, sia esso composto da bresciani, bergamaschi, veronesi, milanesi, che DEVE a tutti i costi OGNI WEEKEND andare a Desenzano per godere del frutto dei precedenti cinque giorni, o meglio dare tale impressione, forti dei più ebeti dei sorrisi e dei più costosi dei drink annacquati e brodosi.

Desenzano e i suoi locali: miti da sfatare
Spritzando nella Verona d'estate in Piazza, allegramente come solo gli scaligeri sanno fare, certamente non senza la loro spritz-pheeghetta d'ordinanza

locali desenzano
(grazie ancora a chi ci ha spedito questo capolavoro documentaristico, grazie)


capita sovente di udire Inni et Odi ad indirizzo dei locali di Desenzano.
Se la prima domanda è: "Perchè?", vi direi che non lo so, navigando magari in seconda battuta la rotta del complesso di invidia del pene.
Se la seconda domanda è: "Insomma perchè?", aggiungerei che il veronese ha il bisogno fisiologico di proiettare, oggettivare i propri desideri in corpi a lui estranei, dove per "a lui" intendo "alla sua provincia". In questo caso tali desideri piuttosto scontati mi paiono riconducibili alla triade virtuosa: super locali e super pheeghe e super serate, che da queste parti si dev'essere guastata intorno agli anni '80, dopo l'exploit di Jerry Calà e co. (eh sì... "bei" tempi, "bei" ricordi... bbbella gggente).

E dico d'estate, poichè la mitologia desenzanese in questo periodo è un surrogato, una sublimazione di quella milanese. Per farla breve: a "che figata le serate a Milano", si sostituisce di rito "super locali a Desenzano", mestamente rimpiazzato dall'evergreen milanese delle serate con aperitivo, top model e montagne di cocaina intorno ai primi di settembre.
Come ogni mecca del divertimento che si rispetti, anche i locali a Desenzano vivono in parte di leggende (=pubbliche relazioni).
Insomma, non è tutta figa quella che lì respira. Però quasi.
Non è tutta eleganza che lì si vedi. Nemmeno quasi.
Non è tutto divertimento quello che lì aleggia. Proprio no.
Senza tener conto di questa magica tendenza che vede la realtà di Desenzano sdoppiarsi: un misterioso scisma crea la dicotomia reale vs. status, la palesazione del dio di cui sopra.

Preso atto della Genesi e dei falsi miti dei locali a Desenzano, Sentenziosi vi prende per mano e analizza nel dettaglio alcuni dei locali più blasonati. Il tutto a puntate. Direi due-tre, forse quattro, vediamo che salta fuori.

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21 agosto 2007

SHAGOO SHAGOO FESTIVAL 2007


Festival che si definisce di musica INDIEPUNKPOSTCOREMATHPOPROCK, insomma di tutto e di più.
Il 24 - 25 - 26 Agosto numerosi gruppi del territorio del Nord Italia e non solo, si esibiranno sul palco allestito all'ex campo del tiro al volo di Bagnaria Arsa, vicino Udine.
Il programma è vario e molto vasto.Si suonerà tutto il giorno,o quasi,passando dal genere emo/hard - core al post-punk, dal rock and roll al pop per finire con l'immancabile electro-music dei dj-set in chiusura di serata.
L'organizzazione non mancherà a sfamare ed abbeverare gli avventore del festival con fiumi di birra e cibo vegano(mannaggia nemmeno una salsiccia di maiale per il povero Frut1!).

Il programma:

Venerdi 24 agosto dalle 21.00
The Usured (emo - ud)
O.s.d.s. (punkrock - go)
Zune ( metalcore - pn)
Angels May Bleed (screamo - ud)

Dj set Liza and Louise & Keerevski (alternative)

Sabato 25 agosto dalle 18.00
The Secret (post-hardcore - ts)
Vanessa Van Basten (ambient core- ge)
Golf Clvb (post-punk - ca)
One Starving Day (ambient core - na)
June (indie rock - ca)
Rella The Woodcutter (indie rock - mi)
Dj set a cura di Liza and Louise (alternative)
Shagùnz(ùnz)
- fiesta fino al mattino:
Love In Detroit (minimal - ud)
Karmafuzion (house - ud)
Funkabit - (electrofunk - ud)

Domenica 26 agosto dalle 15
Ex Otago (indie pop - ge)
Rosolina Mar (mathblues - ve)
The Rituals (hc - vr)
Butterfly Collectors (new wave - ts)
Tiger! Shit! Tiger! Tiger! (post punk - ps)
Hell Demonio (hell and roll - vr)
Alfabox (new wave - ud)
Anyway Hemingway (world rock - ud)

Djset a cura di Duecomenoi e Karmafuzion

Gli Acustici della Domenica:Comaneci (folk rock - ra)
Bob Corn (cantautore folk - mo)
Flap (math - pd)
Cosimo (folk - go)

Shagùnz(ùnz):Etoile Filante (electrofunk - ts)

Leggendo il programma posso dirvi che di questi gruppi ne conosco molto pochi,ma vale la pena farci un salto.

I consigli di Frut1 "l'esperto musicale":
Sabato e Domenica sono le due gionate migliori e tra i gruppi che si esibiranno vi consiglio le live-performance dei:


Golf Clvb
June
Rosolina Mar
Tiger! Shit! Tiger! Tiger!
Comaneci
Ex Otago
Seguirà un post con il resoconto del festival. Stay tuned.


17 agosto 2007

Soundpark Festival Valpolicella - Arbizzano, Verona

Il Soundpark Music Festival di Arbizzano (Verona)

parrebbe l'alternativa più "alternativa" al nostrano venerdì da martellate sui maroni, ad esempio nei bar di Piazza Erbe, nella spumeggiante Verona d'agosto.
Insomma: Arbizzano-Valpolicella ("ghe freschetto vecio"), ingresso gratuito ("e te risparmi anca vecio"), musica gggiovane con un palco rock e uno underground (due palchi? Aleggiano i primi brividi), uno skate park (mh), un contest di breakdance (mhmh) e ovviamente graffiti-video-stand gastronomici (cinque anni fa la tripletta più ossimorosa della storia, oggidì una costante che piace a tutti; quasi tutti).
Ad ogni modo che vuoi fare, quello c'è e allora vacci dico io.

Dice: ragazzo mio, si potrebbe sapere qual è la programmazione musicale di questo venerdì, per cortesia?
Dico dico: t'a senti de sentirla? (ndButel1: 'a cadenza rromana me vviene quanno c'ho da caricare sinestesicamente er potenziale trash d'a cosa, ovviamente IMHO). E allora beccatela:

Soundpark Valpolicella Arbizzano, Venerdì 17 agosto 2007
Aneurysm (Vr)
Rumors of Gehenna (Ud)
Skanners (Bz)

Chi sono? Oh, che sbadato a non citare il leitmotiv della serata, ch'è: METAL NIGHT.
Vorrei certificare ISO 9001 questa mia certezza, ovvero che tra la mischia delle innumerevoli questioni artistico-culturali che nella mia mente tenderanno ad infinitum a restare irrisolte, spuntano prepotenti i dubbi sulla cultura metal. Ho cercato di indagarla, mi sono avvicinato al fenomeno, anche tramite la controinformazione. Ma niente. Nebbia in Val Padana per me.
(R)assicuro i metallari all'ascolto che tutto ciò prescinde dall'ovvia personalità del giudizio estetico (chè, personalemnte, detesto il metal nella sua intrinsecità). Mai capirò come un attento seguace della cultura metal si possa/debba:
-agghindare così (e sto cercando di lasciar fuori la devianza dark, salvo sparare sull'amata croce rossa)
-alterare i propri tratti fisici così (capello lungo e barbetta in da haus, senza trascurare una sana doccia settimanale)
-soprattutto abbandonare al più torbido headbanging, con un'ineleganza funzionale al capello di cui al punto 2 (o viveversa?)
-ri-soprattutto, e qui ho rischiato di farmi venire un esaurimento per comprendere, non capirò mai perchè gli sia necessario mischiarsi ad una folla cornificante durante l'intera durata di un concerto. Mai. E poi, di grazia, smettiamola di chiamarli alternativi.


soundpark festival valpolicella arbizzano verona

Quindi?
Generalizzazioni a parte, Sentenziosi dice un metallissimo FUCK a questo venerdì al Soundpark Music Festival in Valpolicella e opta per scenari più nobili. Ladies and gentlemen...

Little Tony a Perzacco di Zevio (Verona)

E' LA breaking news appena arrivata in casella di posta. Robe, da ringraziare i Numi...
E' così, noi non si mente. Sentenziosi avvalora la sana, vecchia, melodica qualità rockettara delle origini. Lui che volle vivere una vita a stregua e guisa di Elvis, e quando non vi riuscì, ne derivò ciò che tutti putroppo conosciamo.
C'è, insomma, che si tiene una festa estiva a Perzacco, dalle parti di Zevio (ormai fisso nel DNA Sentenziosi, zioskan) e chiamano il buon vecchio Little Tony. Il quale è ancora in attività.
Plausibile scenario musicale: me lo immagino, a metà concerto, tra un occhiolino e l'altro alla vecchia fiamma della prima fila (nel senso di femmina settantenne), nel climax di un "Cuore matto, matto la legare..." mentre si lancia per avventurarsi nell'ormai celebre "calpestante bagno di folla alla Little Tony" (?). Non verrà sollevato da nessuno, vis a vis con l'erba di Perzacco.

Scherzi a parte (ndSentenziosi: eh questo sì che è humour inglese...), come negare che sia più alternativo un Little Tony a Perzacco, eh?

16 agosto 2007

Spettacolo Momix a Verona

I Momix con Passion al Teatro Romano

Se avete presente chi sono i Momix, e magari vi piacciono pure, beh sappiate che sono in scena da ben tre giorni: lo spettacolo Passion dei Momix è al Teatro Romano di Verona dal 13 al 19 agosto 2007.
[Piccola premessa inter cazzi mia: che simpatico questo Butel1, che prepara un post agenda sui Momix a Verona circa dieci giorni fa e poi lo pubblica unicamente per gli addetti al water di casa sua]

Ve la dico tutta e schietta: a mio avviso, il tipico spettacolo dei Momix è 'sta danza moderna con musica a metà tra l'ambient e il "non lo so cosa", con 'sti ballerini vestiti delle loro tutine adamitiche, spettacolo di un genere che non riuscierei a catalogare se non come "Sinuoso tentativo di danza moderna con refusi di classico", che ad ogni modo dopo trenta minuti ha sfrantato i maroni. Eppure anni fa me li sono visti e goduti, apprezzandoli. Chiamali misteri dell'arte contemporanea.
Pure Butel2 se li era visti e goduti, apprezzandoli, nella loro recente trasferta mantovana con lo spettacolo Sunflower Moon.

Sappiate che questo Passion è il meglio dei Momix, qui la critica è concorde e spreca i riferimenti all'espressione "masterpiece". Meglio di Sunflower Moon, ad esempio.

Quel geniaccio che Moses Pendleton non è altro, nel 1992 decide di prendere le musiche di quell'(allora) geniaccio Peter Gabriel per il film "L'ultima tentazione di Cristo" di quell'altro geniaccio registico che è Martin Scorsese, e di adornarle di danza, di declinarle in danza con ricorrenti ed evidenti temi mistici. Anche se Passion non è uno spettacolo sul Cristo, o non solo insomma (anzi, secondo altri è soprattutto la longa manu in chiave artistica del Buddha e di Gandhi, curiosità).


momix verona passion teatro romano

Qual è il tema di Passion?
Negli anni '90 Passion ha segnato la vertiginosa ascesa dei Momix, i ballerini tutta forma, quando la forma fa/dà contenuto, qui non senza l'intermediazione intellettuale: da quanto posso capire e come sembra suggerire il titolo dello spettacolo, il tema è il panismo spirituale/religioso. Pendleton indaga le religioni, due su tutte Cristianesimo e Buddismo, alcune filosofie orientali, lo spiritualismo, il misticismo, l'esoterismo, il mistero della vita. In prima battuta sicuramente questo: il mistero della vita, con la famosa immagine iniziale di un albero e i ballerini a creare rami e fronde in movimento e a simboleggiare le cose di cui sopra (i rami sarebbero le religioni mentre l'albero è LA religione, o così dice chi sa e di cui io ho letto per scrivere le mie cose, eh).

Come funziona?
"Ciao siamo i Momix, quelli quasi nudi con culi e pacchi in vista (ciao ragazze ciao), un po' danzatori, un po' ginnasti e un po' atleti sincronizzati e per questo spettacolo siamo solo in sei, ma ce la caviamo benissimo con i nostri exploit coreografici che vanno ad animare il pannello sullo sfondo del palco, tutto ciò con musica di qualità che si sposa sempre bene alle nostre pose e movenze. Capito che roba?"

Passion dei Momix al Teatro Romano
Come detto in apertura, lo spettacolo è già iniziato da un po' di giorni. Si tratta in particolare di un ritorno a Verona, dopo una precedente esibizione di Passion datata 1994. Avete oggi e altri tre giorni di tempo.

Considerazioni personali
Ora, il lavoro dei Momix non si discute, secondo me. Non dubito che anche in Passion la qualità sia tanta. E come ogni cosa, piace o non piace. Bene, cerchiamo di non dimenticarcelo: sono stufo di sentire tutti ma proprio tutti galvanizzati per i Momix, ed è subito "Super spettacolo dei Momix", "che figata i Momix", "super i Momix", "Grrandi Momix" vecio, quando il pensiero latente parrebbe essere "Cazzo fanno 'sti qua, ma che è?".
Ma va' cagher dai, questa loro danza è un'arte talmente singolare che non crederò mai possa piacere a tutti. Come c'è gente che non resiste alle tre ore di un'Aida qualsiasi in Arena, c'è chi non resisterà ad un'ora e mezza dei Momix al Teatro Romano.

15 agosto 2007

Cueva Cafe - Verona, San Giovanni Lupatoto

Cueva Cafè - San Giovanni Lupatoto, Verona

Aggiornamento
Manco a dirlo, il Cueva di recente ha fatto davvero un'inaugurazione (tempo: ultimi venti-trenta giorni, io sono passato precedentemente) e ha cambiato look. Ovvero verniciatura: dal rosso al bianco, o dallo spritz al prosecco a seconda dei gusti. Le foto allegate (courtesy - ? - 2night) perdono in parte valore.

A volte mi rendo conto di fruire letture non proprio nobili. O di stare vivendo su di un altro pianeta.
Tutto cominciò qualche settimana fa allorchè il solito, immenso, inimitabile Nostro Signore della Notte Gggiovane a.k.a. 2Night.it si fa promotore di un evento del quale (a loro avviso) tenere davvero conto, si sa mai che ti perdi qualche occasione di svago e diporto.
La "superserata" in questione si terrebbe ogni weekend d'estate al Cueva Cafè di San Giovanni Lupatoto (Sangio, insomma), nella prima ridente periferia industriale di Verona, nota ad esempio per il Galassia, l'Uci, le rotonde di Sangio, Giovanni Rana. Basta.
Vediamo la promessa nel dettaglio:

cueva san giovanni

Sotto certi punti di vista adoro 2Night, ne apprezzo certamente la forza di spirito e di criticità, non te le manda a dire certe cose, te le butta lì con vigore e a te non resta che discrezionare la realtà: "Tu, Stronzo, vuoi essere veramente in?". L'aut-aut è di livello: "Sì?" beh allora vai a fare un salto al Cueva Cafè di Sangio (e lì poi sò cazzi tua amico). "No?" No no beh, così... dicevo tanto per dire... ti consigliavo un posto nel caso avessi bisogno... hey amici come prima ok? Sarà magari per la prossima.

Ma se c'è una serata chic (cos'è una serata chic?), beh noi ci si deve andare caspita. Insomma, facciamolo per coerenza: siamo persone chic, cazzo andiamo nei posti chic. Easy. Tant'è che certe cose vanno puntualizzate, in caso di dubbi:

caffè cueva verona


Ah c'è pure il jet set locale. JET SET LOCALE? E chi cazzo sarebbero i componenti del sedicente jet set locale di San Giovanni Lupatoto, se togliamo il sindaco e il capo dei vigili? Giovanni Rana? Ma no, quello manco abita lì, che sto dicendo.
Risposte, che ti condurrebbero dritto agli estremi dell'esperienza umana. Mi sento di rischiare: ESIGO di sapere chi sono 'sti vip che dimorano al Cueva Cafè. Chi sa, parli.

Ad ogni modo l'effetto 2Night entra presto in circolo, sono invogliato, eppure necessito di maggiori informazioni. Capite, è la deformazione professionale. Sull'argomento, i nostri sono tutt'altro che parchi e salta fuori una recensione. Da un po' di mesi, lo staff di 2Night va personalmente a visitare i locali, o così piace loro far credere. Hanno chiamato la cosa "Start the revolution!", o roba del genere, per sottolinearne la portata storica. Un po' come quello che è andato sulla luna dopo Armstrong. Chè non ricordo più, ma una volta c'erano dei gggiovani che frequentavano i locali e poi scrivevano delle recensioni su un blog...
Ecco il pezzullo, imparzialissimo com'è giusto che sia:

cueva



Fanno tutto al Cueva, ogni tipo di offerta, ogni tipo di atmosfera, ogni tipo di mezzo. Nella pagina seguente, ci spiegano come il Cueva sia in verità Babbo Natale e che il Cueva una volta ha assestato un calcio rotante a Chuck Norris.
Ciò tuttavia non deve distogliere l'attenzione dal secondo periodo, un altro capolavoro humoresque: "Un ritrovo per gli aperò della beata jeunesse locale, ma che va alla grande anche per chi viene da fuori e cerca un riparo chic".

Teaser - Cueva Cafè
A luglio sui vostri schermi "In cerca di un riparo chic", una soap opera che narra le vicende dell'annoiata (ma beata) jeunesse di un paese industriale di periferia, intenta a inumidirsi la vita tra uno spritz e l'altro, allo costante ricerca (riuscita) di un riparo chic.
E non finisce qui, perchè da oggi puoi trovare un riparo chic anche Tu che vieni da fuori. Allora, cosa aspetti? Chiama subito!

Cueva Cafè by Sentenziosi
L'occasione è servita su un piatto al sottoscritto pochi giorni fa. E' un sms ad avvertirmi: "Inaugurazione al Cueva di Sangio, conosci?". Finisce che ci andai. Non scoprii mai di che inaugurazione si stesse trattando, sempre che fosse a tutti gli effetti un'inaugurazione (nel senso che il veronese è piuttosto impressionabile a riguardo). Però ci potevo credere, saprete già che le inaugurazioni sono eventi "leggermente" abusati, ad esempio al Cueva avrebbero potuto inaugurare i bicchieri nuovi.
Per farvela breve, avete presente quando c'è qualcuno (chessò, 2Night?) che ti pompa e ri-pompa la qualità attesa di una cosa, e poi qualcun'altro (chessò, il sottoscritto) che la sperimenta e resta scettico? Questo è il Cueva.

Il locale è carino, ma già visto: il solito blend tra moderno e "tradizionale", tipo che è più o meno arredato moderno sulla scala cromatica dominante del rosso/salmone compreso il bancone col suo triplo effetto doppio soffitto, ma c'è la parete con mattoni a vista che fa molto rustico. Onesto, è un bar che fa il suo MA niente di più. Bar, questo è; leggermente più bar di altri barassi da pausa pranzo o aperitivo.
Davvero nulla di chè, visto e rivisto, ormai pure abbastanza diffuso e declinato in varie salse.

cueva san giovanni lupatoto

Gente ce n'era, in quantità.
E devo correggermi, aveva ragione 2Night, presenti jeunesse e jet set, in un sol colpo, loro e le loro belle cinture:

caffè cueva verona

Per la serie: visto una volta, non ci torno più. Almeno che non abito a due isolati, o vi lavori.

11 agosto 2007

Festival Pantiero - Cannes

Festival Pantiero a Cannes, ovvero Croisette Elettronica (e non solo)

Sentenziosi segnala
Per quanti avessero sempre creduto Cannes e la Costa Azzurra sapessero unicamente offrire due cose, un festival del cinema e qualche festa sugli yacht, si aggiunga che la cara Cannes in verità d'agosto offre pure altro. Roba che apparentemente non c'entra una stramazza con le prime due. Ed è così.
C'è 'sto festival musicale, il Festival Pantiero a Pantiero di Cannes, dal 16 al 19 agosto 2007, ogni sera a partire dalle ore 20 alla Terrasse Palais des Festivals, che porta in città sonorità che farebbero gola a molti. Sicuramente agli amanti della nouvelle vague elettronica, sicuramente a Sentenziosi. Anche se ce n'è per diversi palati, tranquilli. Qui il sito ufficiale del Festival Pantiero.


Festival Pantiero in breve
Non sensa una certa dose gratuita di arroganza, vi presento la conta degli artisti. E se vogliamo credere che a farla da padrone ai festival musicali siano i musicisti (e ovviamente è così), allora non ce n'è e ca va sans dire: il Festival Pantiero è una roba coi controcazzi. Quella musica che noi si vorrebbe sentire nelle disco e ai parties, ma che non si sente mai. Si parta:

-Justice, direttamente da Parigi il duo che con l'album d'esordio sta facendo cagare sotto i Daft Punk (o così piace scrivere alla stampa), i quali in verità forse hanno un attimo scorreggiato, secondo me. I Justice (pronuncia francese, quindi Sciustiss) sono le vere nuove star del panorama french touch. Non le sole, ma tra quelle che per il momento tirano di più. Consigliatissimi, porca la pupazza.

-Digitalism, altro due, questa volta tedesco, con base ad Amburgo e produzione parigina (Kitsune Maison). Alla pari dei precedenti, questi ragazzi hanno assestato uno scossone al genere e sono gustosissimi e ballabilissimi. L'album d'esordio, Idealism, è una grande grande cosa. Anche se dal vivo forse sono ancora un po' "pesanti", non so come dire, comunque valgono la pena, altro che.

-Vitalic, altro dj francese (forse non di origini) di caratura internazionale, più techno oriented dei precedenti, ha nel portfolio una serie di pezzi che "spaccano di brutto vecchio". Pollice su.

-MSTRKRFT, questi due invece sono canadesi. Come molti, hanno un avvio da rockers e tamarri, per poi ingranare una volta riposizionatisi con l'elettronica. Sono dei remixers davvero in gamba.

-Teenage Bad Girl, ancora parigini, ancora un duo, ancora musica elettronica, sono una nuova scoperta e alcune tracce che ho sentito sono di buon livello. Altre... un po' meno, insomma. Ma il talento c'è. In caso, sono sicuro che sono simpaticissimi.

-CSS Cansei de Ser Sexy, le electro indie-rockers (che palle 'ste etichette di genere) tigri brasiliane già recensite in maniera entusiastica dal Fruttone. Per tutti.

-The Teenagers, la versione maschile e francese delle tigri di cui sopra.

-The Rakes, tra i protagonisti della nuova scena indie-rock londinese, spaccano culi anche questi. Ottimo contorno, come la verdura con la carne.

-Wax Tailor, non so molto, quattro francesi, il genere suonato è trip-hop per alcune ballate musicali molto apprezzate in patria.

-Princess Superstar, un'apparente gran pheega francese, per una fusione tutta sua di hip-hop ed elettronica. Non saprei che dire, il pericolo di una "Sweet dreams" in salsa Fugees (c'è, c'è, so quello che dico credetemi!) è già dietro l'angolo.

-Cut Chemist, non so quanti anni abbia, non sapevo neanche suonasse ancora. Se è quel Cut Chemist che dico io, questo yankee attivo da metà anni '70 inizio '80 è nientepopodimeno che tra i fondatori di una scuola, un genere. Ecco, il genere nello specifico è l'hip-hop con influenze popolari, per farla breve. Poi ho ascoltato un suo recente pezzo ("My 1st big brake") e dico che ci sa ancora fare. E quindi si scoprirà un caso di omonimia, e allora "va' in cul Butel1!".

-Dilated People, di questi non voglio sapere niente. Dico solo: americani, hip-hop, west coast. Ho detto tutto, già immagino tutto gli "yo-yo" "hey-hey" e dita e mani che incitano, indicano, agitano, bla bla.

-Herman Düne, due fratelli francesi (o svedesi? Visto il nome...) con oltre quattrocento canzoni a carico. Che canzoni? Folk francese. Spero solo non facciano parte della tradizione degli chansonniers, zioskan.


Serate consigliate
Senza ombra di dubbio sabato (Digitalism, Vitalic, Teenage Bad Girl) e domenica (MSTRKRFT, Justice e CSS).

Conclusione
Al Festival Pantiero i nomi ci sono, bastano i primi quattro per ripagarvi del biglietto. Il quale per inciso è onestissimo è costa 25 € a serata o 40 € cumulativo per tre serate. Tenete presente che buona parte di questi artisti o non passa in Italia o passa (e magari è già passata) ma ve li beccerete nei soliti localacci (ricordo i Justice all'Amnesia, brividi, o peggio ancora Vitalic al De Sade a Milano, iper-brividi).
C'è l'elettronica più attuale che si possa chiedere e come vedete non solo quella, c'è del folk, del rock, della negratia. Se non sapete che caspita fare dopo ferragosto, organizzate la macchinata e sparatevi il Festival Pantiero a Cannes, a quanto pare ne vale la pena. Anzi, visto che tutti sarete in vacanza dalle parti, che costa allungarvi fino a lì?

Certo, ci sarebbe il capitolo avventori. Eh, che volete, tutti così "ggggiusti" non saranno, poco ma sicuro: l'elettronica è dannatamente ambigua e attira butei come Sentenziosi, e molti altri butei meno Sentenziosi e più... veronesi, forse peggio. Si sà, la qualità ha i suoi prezzi e per Justice, Digitalism e co., potrei sopportare.
Because I trust in alcohol, oh yeah.

10 agosto 2007

La Rambla Verona

Tennis Club Torricelle vs. La Rambla - Verona

Se ieri è stato un mercoledì piovoso di agosto, ragion per cui niente Tennis Club Torricelle, oggi è un giovedì non piovoso di agosto, ragion per cui: Tennis Club Torricelle.

Ore 22.30
Butel1, 3, 4 Butmobile alla mano sono in dirittura dell'ultimo tornante utile. Non scorgiamo alcuna autovettura parcheggiata. Strano. Giungiamo nei pressi dello spiazzo precedente qualche decina di metri il Tennis Club e, da che mondo è super-serata, solitamente riqualificato a parcheggio per il mutuo soccorso pubblico: ogni giovedì vi troverete parcheggiate distese di autovetture, in fianco, davanti, dietro, sopra, ri-sopra... un'accozzaglia di lamiera combaciante in maniera insolitamente perfetta. Michael Bay appena l'ha saputo ha bloccato l'affitto della location di giovedì per girarci alcune scene del sequel di Transformers.
Questo solitamente. Oggi invece nisba, il deserto.

Ore 22.31
I simpatici palestratoni all'ingresso, cui piace accompagnarsi di auricolare d'ordinanza (?), ci fanno segno che qualcosa non va. Loro anzitutto, serve un mimo che ne decifri il linguaggio da primati.
Aperta parentesi: ma 'sti auricolari da deficienti... siete in due, uno a fianco all'altro, distate 50cm, cazzo ve ne fate? Fanno credere siano gli strumenti di comunicazione da veri bodyguard, quelli duri, cattivi. Se prestate loro ascolto con attenzione (so che può risultare del tutto superfluo), scoprirete che in verità quell'auricolare fa capo ad un iPod che riproduce in repeat costante, senza soluzione di continuità: Tiziano Ferro, Gigi D'Alessio con Anna Tatangelo, Gigi D'Alessio e basta, Luca Dirisio e Negramaro. Mistero svelato, niente più venditori di fumo: ora sapete perchè i buttafuori hanno sempre e per forza quell'aria da idioti patentati senza cervello. Il problema è che se levi loro l'auricolare, restano idioti. E quindi la cosa è ingenita.
Chiusa parentesi.

Ad ogni modo, i due fanno parte dello staff che gestisce il giovedì del Tennis e ci svelano un particolare da non sottovalutare: "Hey ciao rrragazzi, no guardate questa sera non siamo qui" - al che ti viene da chiedere: "E dove sei, pezzo di cretino, visto che mi stai parlando a un metro?" - quindi specifica "cioè siamo qui ma c'è ancora il terreno inagibile, cioè siccome che ha piovuto siamo da un altra parte [ndB1: a ridaje], la festa è stata spostata al La Rambla, in via Calderara, una traversa di Corso Milano".
Ho capito solo "terreno inagibile", "siccome che" e "La Rambla", tre orribili espressioni che unite in una medesima frase di senso (più o meno) compiuto, non lasciano spazio ad acluno sprazzo di speranza. E noi si va alla Rambla. Dove si morirà disperati.

Prima osservazione
Di per sè è già assurdo quello che sta succedendo: questi traslocano un locale in diretta! Non m'era mai capitato di assistere alla trasmigrazione tout court della clientela di un locale. Nelle intenzioni degli organizzatori, è un gioco da ragazzi, sarebbe stato sufficiente spostare tutto da un posto A (Torricelle) ad un posto C (La Rambla), sperando magari di non passare per B (la Piazza, il centro, ecc.), forse per osmosi o quasi avessero a disposizione un motore a curvatura stellare che elude gli spazi di transizione e questa fosse una fottuta puntata di Star Trek. Anzi, questa è una puntata di Star Trek, infatti non se la cagherà nessuno, perchè se la clientela standard del Tennis Club è 1.000, al La Rambla giungeranno in 150.
Del resto, l'alternativa è partecipare tutti ad una curiosa partita di fango-Slamball, chissà quanti avrebbero apprezzato. Ma non mollano, figurati se danno forfait, se dichiarano bandiera bianca per questa sera. Macchè, business as usual. Cioè.

La Rambla, questa conosciuta
Discoteca o disco bar o bar e basta in Borgo Milano, da non confondersi con l'omonimo ristorante etnico (cucina spagnola ovviamente) in via Venti Settembre. Qui in Borgo Milano si anima tutto (?) dopo cena, al La Rambla in Borgo Venezia si cena soltanto. C'è gente patologicamente cretina, che cena alla Rambla e poi va a fare serata alla Rambla, senza i dovuti distinguo, dando luogo anche a imbarazzanti qui pro quo: va in disco alle 8 ordinando tapas, va in ristorante alle 23 con l'intento di sbronzarsi, ballare e strusciarsi contro tutto ciò che porti due tette, petto di pollo compreso.

Ore 22.45
Parcheggiamo, via Calderara non era così trafficata dal boom economico del secondo dopo guerra. Avevo un vago ricordo di 'sta La Rambla, molto vago e urge una rinfrescatina:
Butel1: "Senti maaaa... com'è sto posto? Non mi ricordo proprio"
Butel3: "Eeeh... com'è... E', E' "
Non mi sento confortato.

Ore 22.46
Entriamo.

Ore 22.56
Usciamo. Ben dieci minuti, il tempo di bere una cosa.

Va ora in onda: inframezzo al La Rambla
Ovvero, cosa hanno visto i Nostri?
Nulla di che: niente sconvolgimenti, niente straordinari. Solo alcune prese d'atto. Propongo un sintetico amarcord.

-Il locale è pure ok. Beh oddio quanto meno passabile, sembra "moderno" e ha una curiosa struttura a chiocciola: un piccolo spazio bar a mezza luna con alcuni tavolini, precede la sala disco che si sviluppa nel retro, almeno 5-6 volte più grande, non troppo. Il pregio è appunto quello di non essere dispersivo ma compatto, La Rambla è sulla carta l'ideale per un party privato da 100-120 persone, diciamo così. Il dj set si trova ben rialzato (la console è ad almeno 2-3 metri dal livello del pavimento) e l'impianto audio è onesto. Peraltro, mi pare finore l'unico locale scaligero con apposita parete al centro adibita a proiezioni video.
Già, il contenitore è potenzialmente valido. Ovviamente, dipende tutto dal contenuto. Procediamo.

-Il deejay, propone una delle peggiori selezioni di club music 100%club mai sentite, cercando di ammiccare al pubblico rispolverando qualche pezzo dei bei tempi andati. Non si sa mai, magari passano i genitori degli avventori e si fermano a bere qualcosa. Non si può sentire. A volte immagino che le cuffie del dj non siano cuffie con canale audio, bensì cuffie insonorizzate per non sentire che musica sta mettendo su. Dice: del resto anche Beethoven era sordo. Ecco, lui è Beethoven sordo, cieco, con le mani mozzate, su una sedia a rotelle, senza pianoforte.

-Purtroppo non è muto, nel senso che a fianco ricompare il fido vocalist. Beh, poteva mancare? Macchè. Non so se questo udito al La Rambla sia il solito vocalist del menga già "apprezzato" al Tennis Club, certo che la caratura è la stessa. Da morire dal ridere certe maccheronate: lui non anticipa o accompagna l'uscita di una canzone, lui esige di cantarle. Potrebbe trattarsi di un ex cantante miseramente fallito. Un po' come le guardie giurate, ex poliziotti o carabineri falliti.
Il momento clou è la ripetizione del ritornello della versione dance di "Personal Jesus" dei Depeche: si trasforma in un sedicente vocalist napoletano (sapete anche voi che questi vocalist sono tutti un po' degli "eccellenti" poliglotti) e "Reach out and touch faith" diventa "Ricchion'e'ta'fè" (azzardo la traduzione: "Uè ricchione che cazzo ti fai?").
"Esci da quel corpo!", qualcuno lo esorcizzi.

-L'impianto luci c'è. E si vede, in tutti i sensi. Conseguenza: nessuno balla. Vale anche coniugare al futuro anteriore.

-Capitolo avventori. Eh, che vuoi, piglia un 15% degli esemplari del Tennis Club, e stai sicuro che al La Rambla ti viene il 15% che era meglio lasciare a casa. Il problema è uno: finchè stai all'aperto, presti un occhio alla calca, al tutto, meno al singolo. Al contrario, in un locale, specie stretto come questo, sei coercitivamente costretto a osservare tutti, te li becchi addosso uno dopo l'altro: e vai camicette fantasia, e vai colletti tirati su Baci e Abbracci, e vai camicia + t-shirt in bella vista, t-shirt attilattissime, jeans attillattissimi o, sull'altro estremo dello spettro, scampanatissimi, e così via. Per non parlare delle scarpe, metro di paragone secondo il quale Sentenziosi è in grado di giudicare una società. E delle tracolle e dei marsupi (sì, sono tornati pure quelli).
Noi stiamo in disparte, facciamo i poseurs (e siamo gli unici, wow... eh queste so' le fortune della vita) e perseveriamo nel cercare qualcosa di interessante. Ma qua nulla è interessante, non si fa un cazzo come sempre, a parte bere.

-E guardare le fighe: il bird watching dal primo all'ultimo minuto riserva ottimi risultati, ci sono 8-9 pezzi che val la pena denudare e sbattere con violenza. Finezze a parte, di per sè non si tratta di un invito allo stupro libero, quanto più di un invito a non ricercare impegnate discussioni: dopo un primo screening, c'è il sospetto che al confronto di queste nostrane femmes, Flavia Vento sia docente in Filosofia Teoretica.

-Ad un certo punto scatta una riflessione tra i Nostri. In breve: ok noi ci permettiamo di guardare e giudicare i convenuti. A volte restiamo basiti e sospettiamo ci sia della "sfiga" dalle loro parti. Quindi perfezioniamo il ragionamento: questi faranno altrettanto, ed è loro naturalmente concesso pensare "arda chel lì con l'abito, che sfigà", "arda chel lì cone le scarpette da lord che sfigato". E' il democratico gioco delle parti (anche se devo ammettere che in vita mia ho sempre avuto abbastanza decenza ed educazione da non indicare, per esempio). Sì, loro posso dire esattamente la stessa cosa.
Ma avremo comunque ragione noi, le chiacchiere stanno a zero. Arroganza made in Sentenziosi: come per Kant, il nostro giudizio si legittima dinnanzi al tribunale della ragione, più dei giudizi altrui.

-Servizio bar. Chi fa lo scontrino prima, chi dopo, chi viene servito per primo arrivando ultimo, chi per ultimo arrivando primo. Non si capisce, non c'è norma, non c'è trasparenza. Ci sono palle che girano in compenso, specie se ordini una semplice Coca Cola e ti portano un Bisolvon Linctus on the rocks.

-La proiezione degli audiovisivi. Come nella migliore delle tradizioni trash, vengono proiettate immagini attinte da varie serate nelle disco più gggiuste. Sullo schermo imperversano ragazze immagine, cubiste e altre mignottazze che ballano nei locali più disparati, buona parte con t-shirt sponsorizzate Impero del Sole, tanto per cambiare. "Massì, spariamoci le immagini di alcuni super locali all'opera... con le fighe magari, cioèèè". Questo è provincialismo puro.

-Il dimenticabilissimo sponsor della serata: Tiger Shot, l'energy drink con taurina, caffeina e ginseng de noialtri, nel senso che è prodotto a Verona.



la rambla verona

Insomma succede che il Tiger Shot non se lo fila ancora nessuno e il reparto marketing ha pensato bene di prendere a prestito le azioni promozionali della Red Bull. Solo che se non sei la Red Bull, molto probabilmente non ti puoi permettere delle fighe di livello.
E' così. Girano 'ste due disperate, fermano tutti, fermano anche uno di noi (gli altri due riescono a darsi alla macchia fingendo un dolore inguinali, sai, sono quei giorni...) e la conversazione non è delle più brillanti: "Sì ciao, cioè allora c'è Tiger Shot che è nuovo, un drink energetico col ginseng e altre sostanze e cioè è nuovo e allora secondo me dovreste provarlo no beh è tutto analcolico col ginseng e altre sostanze e cioè è nuovo e allora a me per esempio piace molto con la vodka che ne dici? Beh ciao". Dopo averti bombardato con la pappardella sul cos'è com'è perchè, mica te lo fa provare. Assurdo. Che cazzo di ridicolo tentativo di word-of-mouth marketing e/o invito alla prova è mai questo?
E poi scusate: ma secondo voi, se mi piazzate due quasi-cessi a presentarmi una bevanda che non conosco, potrò MAI essere invogliato a berla? Addio Tiger Shot, addio.
Tra l'altro due minuti dopo le scoviamo a elargire Tiger Shot in grandi quantità a chi sanno loro. Ovviamente per noi è off limits. Sempre il solito problema dell'essere diversamente belli. E "simpatici", mamma se siamo simpatici noi di Sentenziosi.

Conclusione
Peggiorare le serate de Tennis Club che già brillano per qualità, non era facile. Ma questi sono bravi e sanno il fatto loro: mission accomplished.

09 agosto 2007

Volley World Grand Prix Verona

WORLD GRAND PRIX-FIVB di Pallavolo a Verona




volley-world-grand-prix


Durante lo scorso week-end Verona è riuscita, per la prima volta dopo molto tempo, ad intrattenere i giovani ospitando il World Grand Prix di pallavolo femminile.
Probabilmente molti di voi non erano a conoscenza di questo evento e a tanti non sarebbe fregato nulla comunque, ma sentenziosi era presente perché a noi interessa tutto…soprattutto se ci sono delle pheeghe atletiche in shorts.
world grand priv pallavolo verona

Per i meno informati, il World Grand Prix è una competizione formata da mini tornei che si giocano in varie parti del mondo. A Verona erano presenti le nazionali di Italia, Olanda, Brasile e China Taipei, che durante i tre giorni si sono sfidate per arrivare alla finale di domenica sera.

I Butei erano estremamente indecisi sul giorno in cui fare visita al Palasport:
Butel 4: Venerdì? Italia-China?
Butel 5: No, mi immagino le cinesi come tanti Yao Ming (giocatore NBA di 2,29 m) con le tette e poi, non sia mai che mi perdo il Venerdì di piazza erbe..
Butel 4: E Sabato, Sabato? Italia-Olanda? Olandesi. Eh?
Butel 5: Olandesi? In top e shorts? Si ma non posso perdermi il Sabato in piazza.
Butel 4: Vada per domenica, Italia-Brasile, ma se devo spendere 12 euro voglio vedermi anche la partita prima tra Olanda e China.

Ovviamente domenica i Butei riuscirono a perdersi la prima partita, ma arrivarono al palazzetto circa 40 minuti prima della seconda, il tempo di vedersi pre-riscaldamento e riscaldamento delle squadre.

world grand prix verona

A parte il freddo polare, la sensazione all’interno del Palasport era di un continuo deja vu (proprio lui), ogni volta che si incrociava una pheega.
Solo diversi minuti dopo i Butei si resero conto di essere innanzi alla più grande reunion dei desideri erotici adolescenziali di tutti noi giovani uomini.
Ricordate quando, per placare gli ormoni, si andava a vedere le partite e gli allenamenti di pallavolo? Ricordate la pheega già sviluppata a 15 anni che vi faceva sognare?
Beh, erano tutte presenti al World Grand Prix, con l’unico problema che alcune hanno mantenuto le prospettive di crescita con risultati da applausi, altre hanno continuato a crescere e svilupparsi e crescere e crescereeeeeee…

Nulla da eccepire invece nei confronti dell’organizzazione, che risponde bene alle richieste di un evento internazionale con bandiere di ordinanza appese al soffitto, la sostituzione dei tabelloni segnapunti anni ’70 con nuovi schermi giganti e hit passate e presenti sparate nelle orecchie del pubblico dagli amplificatori.
Se vogliamo trovare il pelo nell’uovo, si può affermare che il pubblico, specialmente italiano, non ha digerito il taglio dell’inno nazionale proprio quando stava per esplodere nell’urlo finale e la presenza di un folto numero di brasiliani ci ha non poco preoccupato, sempre che siano vere le statistiche che danno i transessuali come la cosa più esportata dal Brasile.

Per la cronaca, Italia-Brasile è finita 3 a 2 dopo un match combattuto, le azzurre hanno tenuto testa alle colleghe fino al tie-break, ma a quel punto il culo delle brasiliane ha fatto la differenza. In tutti i sensi.

pallavolo verona world grand prix


P.s. certo che fare alloggiare la nazionale italiana all’Antares di Villafranca con tutto il casino che c’è in quel posto, con quelle feste super feste...

Butel4

08 agosto 2007

Certezze della vita

SE
oggi è mercoledì, di un agosto, di una città scaligera
E SE
piove (governo ladro)
ALLORA
questa sera non sarà al Tennis Club Torricelle

Clip In Pink (V edizione) Visionario - Udine

cec udine



Ore 21, ha inizio la quinta edizione di Clip In Pink presso il Visionario di Udine.
Il Centro Espressioni Cinematografiche (CEC) offre alla città di Udine quel po’ di cultura cinematografica che non guasta mai.
Breve cenno storico:
Il Centro Espressioni Cinematografiche (C.E.C.) è un'associazione culturale nata a Udine nel 1973 con lo scopo di promuovere e diffondere il cinema di qualità. In breve tempo, grazie alla realizzazione di importanti iniziative cinematografiche, è diventata una delle organizzazioni di riferimento per la cultura nella regione Friuli Venezia Giulia. Concentrando la propria attività nella storica sala del Cinema d'Essai Ferroviario, il C.E.C. ha creato a partire dall'inizio degli anni Ottanta un punto di incontro unico sul territorio, capace di mostrare quel cinema spesso assente e invisibile sugli altri schermi. La gestione del Cinema d'Essai Ferroviario prevede quotidianamente la proposta di film in prima visione ma anche retrospettive e approfondimenti sul cinema nazionale e internazionale con partecipazione di registi, attori e produttori. Nel 2005 il C.E.C. si è trovato di fronte ad un'altra stimolante sfida: gestire un nuovo complesso cinematografico, con tre sale (in totale 400 posti) e un ampio spazio espositivo in centro città,il Visionario!"

visionario udine

Ricapitolazione by Frut1:
Il Cec ha iniziato la sua attività come cinema d’essai e si è poi allargato fondando un multisala (il Visionario) e recuperando il cinema centrale, che rischiava l’abbandono e un futuro da palazzo fatiscente, per proiettarvi oltre a film di nicchia anche le solite commediole americane da UCI cinemas con tanto di pop-corn e bibita mega a prezzi da mutuo.

Dopo alcune retrospettive, il Far East Film Festival ed alcune mostre, il 26 giugno è stato dedicato alla proiezione di soli cortometraggi prodotti da affermate registi donna, femmes! La sala Astra era piena.La pheega c’era ma non si vedeva, troppo buio per la misera vista di Frut1 i cui sensori capta pheega segnalavano comunque la presenza di giovani donne in periodo di accoppiamento. Mmmhhh la serata cominciava a farsi interessante, anche perché appena a seguire la proiezione ci sarebbe stato il dj set che equivaleva a danze, strusciamenti e… vai che si ciulla (weh, ho 35 anni non sono mica vecchio, I-O mi v-o-g-l-i-o divertireeei!).

A voi il palinsesto della serata:



Nagi Noda (Giappone)
Yuki "Sentimental Journey"
Mariko Takahashi's fitness video for being appraised as an ex-fat girl
La Foret (2000-2006)
Scissor Sisters "She's My Man"
Coca-Cola World Campaign (2006)
Tiga "Far from Home"
slideshow

Aleksandra Domanovic (Slovenia)
Jamie Lidell "New Me"

Carolina Melis (Italia)
In Which a Butterfly Lands on a Zebra's Head
Colleen "The Happy Sea"
Four Tet "Go Go Ninja Dinosaur"

Melodie McDaniel (USA)
Blonde Redhead "23"

Rachel Reupke (UK)
Clor "Love and Pain"
Divine Comedy "Diva Lady"

Sophie Muller (UK)
Blur "Song 2"
Radiohead "Might Be Wrong"
Gwen Stefani "Wind It Up"

Gaëlle Denis (Francia)
Fish Never Sleep
City Paradise


Cat Solen (USA)
CSS "Alala"
Bright Eyes "At the Bottom of Everything"

Cristina Diana Seresini (Italia)
Fuori Fuoco
Massimo Zamboni feat. Nada "Miccia prende fuoco"

Sofia Coppola (USA)
Air "Playground Love" (con Roman Coppola)
The White Stripes "I Just Don't Know What to Do with Myself"



[ndSentenziosi: p-pronto? C’è ancora qualcuno all’ascolto? Siete svegli?]
La serata è iniziata con la visione dei corti della regista più interessante dell’evento, la giapponese Nagi Noda, insomma una partenza in quinta per finire ancora con un’altra big della cinepres, Sophia Coppola. Alcune note sulle registe più interessanti della serata:



Nagi Noda
clip in pink udine
Graphic designer, ha lavorato per realizzare copertine di dischi, libri, disegni di moda. Noda fa la moda, ho-ho. Si è inizialmente occupata di fotografia per poi approdare al video. Ha girato numerosi promo prima solo in patria, poi è stata notata dalla Coca Cola che l’ha voluta per un coloratissimo spot. Da quel momento la sua arte si è aperta anche all’occidentale che l’ha portata a girare altri due importanti video, uno per Tiga e l’altro per gli Scissor Sisters. Per finire Nagi Noda si occupa anche di design (ah l’avevo già detto? Maledetti copia-incolla…). Ha inventato una sua personale linea di creature, gli “hanpanda”, già molto famosi in patria.










Aleksandra Domanovic
Nata in Slovenia, ha studiato in Austria dove ha iniziato i primi lavori di grafica per poi girare il video musicale New Me realizzato per Jamie Lindell, video che le avrebbe consegnato una certa notorietà. Questo video musicale, oltre ad essere stato proiettato nei più prestigiosi festival dedicati alle forme brevi ed al mondo digitale, è stato incluso in mostre di arte contemporanea. Posso assicurarvi che è un gran video, semplice ma geniale! A voi il giudizio:











Altra regista da tenere d’occhio è l’inglese Rachel Reupke che nelle sue opere prende ispirazione dallo spaghetti western, fino a Hithcock passando per il blockbuster. I suoi lavori sono stati esposti nelle gallerie d’arte di tutta Europa arrivando perfino in maggio al Pompidou a Parigi, mica cazzi la ragazza. Inoltre, quasi per divertimento, si è dedicata anche a lavori meno “alti”, ma sempre degni di nota, come la realizzazione di video musicali intrisi di ironia e di animo estremamente POP.









Queste tre artiste sono state promosse a pieni voti dal critico Frut1 [ndSentenziosi: ok domani queste fallite già non lavoreranno più, minimo] il quale ha trovato i loro lavori estremamente intelligenti, intrisi di spirito e humour, nonché di grande impatto visivo. Che dire, anche l’occhio vuole la sua parte anche perché se la canzone ti fa schifo puoi sempre rimediare con l’opera visiva che in compenso può essere più che mai soddisfacente. Forse.
Un giorno ascoltando un’intervista dei Massive Attack sentii questo: ”Noi puntiamo molto poco sui video, vogliamo che chi guarda il nostro clip musicale lo faccia non per ciò che vede ma per ciò che ascolta”. Okay amici, come no!Infatti anni dopo vi siete accorti che nessuno guardava i vostri video ed avete iniziato a fare anche voi come tutti:regista di livello, video d’effetto e…video più passati tra i canali di musica. Perdenti!

After the vision
Conclusa la programmazione ha inizio il dj set presso il bar del Visionario con alla consolle la triestina Baby Jane. La sala Astra è piena di gente e di pheege, lo cosa prometteva bene. Mi aspettavo un gran afflusso al bancone del bar con grande festa e strepitosi move on the dancefloor.Ma come sempre tendo a viaggiare di fantasia, Frut1 sei a Udine mica a Paris, e tutte le pheeeghe e i butei flippatti dai clip tutti in pink non appena usciti dalla sala si sono dileguati nell’arco di 5 minuti. Ho detto 5 minuti, e non c’era più nessuno.Risultato? La povera Jane ha suonato per il suo Tarzan e per Frut1 (che poi sono una medesima persona), che bevendo il suo americano ballava sui bpm degli Lcd Soundsystem.

cinema visionario udine

centro espressioni cinematografiche udine


Alcune persone occupavano la terrazza del locale bevendo e fumando con fare da intellettuale factotum guarda caso annoiato solo oggi solo ora: ”Sì la musica mi piace però stasera non c’ho cazzi. Ma alla prossima festa guarda…”. Mentre tutto ciò aveva luogo nel giardino del visionario dove è stato allestito un apposito chiosco con tanto di sdrai ed ombrelloni, la crew dei musicisti indipendenti udinesi riuniti attorno al chiosco si intratteneva bevendo e parlando di “cose da non butei” cioè mucica, wattame e produzione made at home. Anche a loro di Baby J non gliene importava di meno, anzi non sapevano nemmeno dell’esistenza di un dj set after-vison. Insomma un post-evento molto flop, pure troppo. Baby Jane ha fatto il suo: ha suonato e ha fatto girare pezzi molto buoni ma, peccato per lei, nessuno l’ha presa in considerazione. Dev’essere un po’ come entrare in un locale pieno di maschi ed essere un cesso. Paragone che nemmeno calza, perchè lei è caruccia e brava, eh.


Voti
Clip in Pink: 8
After: non pervenuto