29 luglio 2008

Massive Attack in concerto - Padova

Sottofondo sax.
Stacco.
Una calda notte per l’Ispettore Fruts. In città tutti muovevano per il concerto dei Massive Attack a Padova.
Sax.
Stacco.
Per me niente, sommerso tra le scartoffie dei casi irrisolti” osserva irritato il Fruttone mentre sputa rabbiosamente per terra, sulle proprie scarpe: “Fanculo queste recensioni di settimane fa: Jody! [assistente mignotta, tutta reggicalze e rossetto bburino], vedi se riesci a procurarmi dei vip pass per i Massive Attack!” “Fatto. Niente.” “Eccheccazz’…”
Sax.
Più sax.
Abbondi.
Sax drammaturgico.
Stacco.
Per mettermi in piedi in testa, ci vuole ben Affleck!

Milanes1: “P-pronto?”
Frut1: “Hey bionda, mi devi ancora quel favore”.
Milanes1: ”Ok Frut1, hai due accrediti per andare a vedere il concerto dei Massive Attack a Padova.”
Frut1: ”[pssst, sono l’Ispettore Fruts!] Uè, cioè, moh sto diventando impurtant’?”
Milanes1: ”No, assolutamente, sei il solito bolide sfigato”
Frut1: ”Oh là… certezze, certezze”
Milanes1: ”Scusa, ora scompaio con lo stesso espediente con cui il narratore mi ha fatta comparire dal nulla”
Tu tu tu tu tu tu tu…

Piazzola sul Brenta, uno sputo di cittadina tra Padova e Cittadella, una splendida villa veneta, una piazza: l’Anfiteatro Contarini ed un concerto: i Massive Attack.
Frut1 consulta l’acerrimo nemico. Il comandante Giugliacci è come Django, non perdona: il menù offre temporali di portata Gamma (distruzione del nucleo terrestre) su tutto il Triveneto con probabile rischio di morte per annegamento dovuto a straripamento del fiume Brenta. L’Ispettore Fruts indossa l’ormai proverbiale trench colore Giallo Vomito Vero (all by Butel2) e si avvia: “Giugliacci (e figlio, pure) i diplomi di meteorologia se li sono sparati per corrispondenza, un po’ come i coglioni dell’Università a distanza di Urbino ‘Laurearsi in comodi file mp3’ (sai che conversazioni dall’alto valore aggiunto…)”.


Giugliacci in effetti il diploma se l’era preso per corrispondenza, insieme a quello di magia voodoo. Arrivato nel padovano sotto un bellissimo cielo stellato, la macuba evocata da El Comandante de Mierda si abbatte sull’ignaro Fruttone e sul suo trench color Kakkamerda. Si tratta della Terribile Piogga Te Potessino Ammazzà.

Ormai irriconoscibile, AcquaMan recupera il suo accredito e con aria di superiorità cerca di riqualificarsi moralmente sbeffeggiando i numerosi fan per aver speso 30 euro. Bagnato come un pulcino e dalla facile bestemmia, Frut1 prende postazione per il concerto dei niggaz di Bristol.

La Band

massive attackFautori del trip-hop, i Massive Attack hanno portato questo genere musicale ad alti livelli sviluppandolo con eleganza ed intelligenza, dimostrando di sapere uscire sapientemente dalle influenze hip-hop americane. Un mix tra rock, elettronica e dub, modificando la loro line-up nell’arco degli anni, i Massive Attack hanno saputo pubblicare album di elevata caratura erigendosi a band di culto degli ultimi dieci anni nella scena elettronica. In quanto niggaz sia inside che outside, la tendenza gangsta (=ghensda) ce l’hanno nel sangue ed ai vari richiami “yo-yo fratello, whatta fucka” non sono riesciti a rinunciarci, alternando brani sofisticati dai suoni puliti alla classica negrata rappata e sincopata.


Robert Del Naja e Grant Marshall (Daddy G) and company hanno saputo mescolare la musica “nera”(reggae-dub”) e quella “bianca” neonata in Inghilterra nei primi anni ‘90 (elettronica e dance) creando una nuovo genere di cui sono i padri fondatori. Respect brothers!

La location
massive attack padova
Eccellente location a lato di una maestosa villa veneta collocata all’interno di una piazza a mezza luna con maestosi portici, ampi e capienti, e con alle spalle un gran giardino. Situazione accogliente che ha saputo ospitare numerosi fan cui viene offerta la possibilità di godersi il concerto in un’ampia zona con spazi vitali invidiabilissimi! È risaputo in tutto il triveneto che il Fruttone – già ribatezzato La nouvelle cuisine del deodorante body made – a contatto con la gente ha quella leggermente eccessiva sudorazione (rientra sempre nelle previsioni del Comandante De Mierda) che lo rende viscido, unto e dalla maleodorante fragranza di porcilaia.

Il concerto
1) Frut1 apprezza molto i Massive Attack
2) Frut1 non ha un cd, dico uno, dei Massive Attack.
2 bis) Frut1 non ha neppure scaricato una singola canzone dei niggaz di Bristol
3) Frut1 sta all’electro-dub come Lapo sta ai congiuntivi, diciamo invece che Frut1 sta al rock come Lapo alle auto a spinta


SPOT
Upstream: ”Ciao butei, vi ricordate di me?”
FINE SPOT

concerti massive attack padova
Nel complesso è stato un buon concerto con la presenza di tre ospiti d’eccezione che hanno collaborato negli anni come Horace Andy, la biondina sexy Stephanie Dosen ed una new entry di nome Jolanda(un peso massimo dalla voce soave). Un concerto ricco di perle oltre ai brani del nuovo album Weather Underground, che hanno saputo coinvolgere il pubblico tra danze sinuose e break-dance (di cui Frut1 è campione regionale).

concerti massive attack
L’animo rockettaro del fruttone gli ha fatto preferire i brani dalle sonorità più ruvide di matrice rock dove la band ha saputo trascinare il pubblico grazie alla voce profonda di Marshall e l’energia di Del Naja, per non parlare di quella doppia batteria e del suono distorto del basso di derivazione decisamente dub.

massive attack
Concerto promosso a pieni voti
! Bravi guys, yo-yo.
Consigliatissimi.

25 luglio 2008

Sesto Senso vs. Lele Mora House. Post nel quale Leo Peschiera e socio vengono arrestati e si incendiano due discoteche

Interrompiamo le trasmissioni, breaking news direttamente da Trash TV. Attenzione, potenziale trash all'8° grado della scala Butelli!

"Hai un problema? Uè, non ti preoccupare, vieni dal Leo" (vado a memoria) recitava con inconfondibile accento bresciano Leo Peschiera, nei famosi spot pro estors... ehm per reclamizzare l'efficiente circuito di prestiti e finanziamenti personali dai "bassissimi" tassi d'interesse (o un rene, ma in comode rate!) sulle reti locali del bresciano-veronese. "A te ci pensa Leo Peschiera!", vado sempre a memoria. Eh, quando uno si convince. Ci pensa Leo, ci pensa.
Riportiamo pari pari dalla fonte. Ah, scusate, io intanto vado un attimo a scompisciarmi.

Brescia, 23 lug. - La squadra mobile di Brescia, insieme alla guardia di finanza, ha eseguito sei provvedimenti di custodia cautelare in carcere per i due incendi dolosi verificatisi a fine aprile ai danni dei due piu' importanti locali notturni di Desenzano del Garda (Brescia), il "Sesto Senso club", andato completamente ditrutto, e il "Lele Mora House", intaccato solo parzialemente.

Tra gli arrestati, tutti di nazionalita' italiana, e' stato individuato il mandante del tentato incendio del "Lele Mora House", identificato nel responsabile dei parcheggiatori del "Sesto Senso", Felice Cangiano. I provvedimenti sono stati emessi inoltre nei confronti dell'imprenditore mantovano Piervittorio Belfanti, del bresciano Leo Peschiera - entrambi soci di "LM House" - e dei componenti dello staff di "LM House" Salvatore Aiello, Carmelo Anastasi e Mario Stefano Sacco.

La polizia ritiene che Belfanti e Peschiera siano implicati nei violenti pestaggi organizzati nell'aprile scorso, quando l'autore materiale del rogo all'LM House, il responsabile dei parcheggiatori del Sesto Senso e il responsabile della sicurezza della stessa discoteca vennero sequestrati, pestati a sangue e minacciati con armi, affinche' rivelassero il nome del mandante dell'attentato. Belfanti deve anche rispondere di tentata estorsione: secondo l'accusa avrebbe chiesto un pagamento di 100.000 euro al titolare del "Sesto Senso" per convincerlo a non riaprire piu' il locale. (AGI)

Ora, gli arrestati evidentemente sono tutti innocenti fino a prova contraria e ci mancherebbe; prove che dovranno accantonare ogni ragionevole dubbio, e bla bla.

Ma intanto: che potenziale trash ha questa notizia? Siamo a livelli inenarrabili! Poco fa ho fatto uno squillo a Francis Ford Coppola. Mi ha chiamato in lacrime. Lacrime di gioia: era commosso nel constatare che qualcuno finalmente avesse superato il suo capolovaro, dice che le sottotrame del Padrino sarebbero state da riscrivere se questa notizia fosse uscita ai tempi.

Consideriamo per un attimo il tutto come verosimile - nella mente del 99,9 % dei lettori ciò è avvenuto alla prima riga - facciamo finta sia andata così e prestiamo attenzione ad un paio di punti, che più analizzo e più mi suscitano momento di sincero riso. [Hey, voi che vi ridete? Non c'è un cazzo da ridere qui... vergognatevi]

- Premesso che: è un mondo miserabile quello delle discoteche e dei relativi vips, vippeurs, proprietari quando è vicino al sedicente mondo dello spettacolo italiano (quattro incapaci e diverse buzzicone). E vabbè, checcefrega.

- Cioè mi state dicendo che Lele Mora, in società con Leo Peschiera e un altro polentone, costruisce il Lele Mora House a due passi dal Sesto Senso? In sede di progettazione:
Lele: "Oh, che dubbietto abbiamo, dove la costruiamo questa discoteca per vip?"
Leo: "Uè, e non so, uè ma chiedilo al consulente no?"
Socrate: "Dimmi, giovane Skywalker"
Lele: "Dove potremmo costruire il nostro Tempio?"
Socrate: "Dipende. Che cos'è la giustizia, Lele?"
Lele: "Secondo me è sicuramente..."
Socrate: "Sei sicuro di saperlo? Mi sembri un po' arrogante Lele. Che cos'è la giustizia, Leo?"
Leo: "Uè, la giustizia è fare del bene agli amici e del male ai nemici"
Socrate: "Dunque il nemico merita sempre il peggio e l'amico sempre il meglio. E come possiamo superare questa..."
Leo: "... scusa ma questa ci andava benissimo: la disco la piazziamo in fianco a quella degli stronzi e via"
Socrate: "No ma veramente io non avevo finit..."
Leo-Lele: "Torna a incularti Trasimaco".

- il Lele Mora House, che piace alla gente che piace, agli ex yuppies oggi sempreggiovani quarant-cinquantenni in cerca di attenzione vipparola con pantaloni color pastello - magari arancione o verde caccola e la ginnica Hogan o la scarpa maron cacarella o comunque una scarpa da tedesco - è stato oggetto di un tentato incendio. Fallito. Infatti è un tentato incendio, e il tentativo è fallito. Su come si possa far cilecca nel bruciare qualcosa, ce ne sarebbe da dire.

- il responsabile (o meglio il mandante, no il perpetratore materiale, ma - sempre per finta - facciamo sia stato proprio lui) sarebbe il capo dei parcheggiatori de Il Sesto Senso, la vera, origggginale discoteca vipparolo-low-profile di Desenzano, la mecca dello showbiz di serie b. Quel tipo di locale che tra anni '80 e '90 sarebbe stato location ideale (e infatti lo è stato) di un film di Jerry Calà (il fondamentale I ragazzi della notte), che esce nel '95 e scompare lo stesso anno, salvo sporadiche repliche in ultima serata (=mai) su Italia1, accolto così da Nepoti su La Repubblica "l'aggravante di un gergo giovanilistico (il tipo sessualmente freddo è "Capitan Findus", una bella ragazza è "ravanabile") che sarà magari iperrealista, ma filtrato dal quarantenne Calà suona proprio artefatto". Discoteca tanto esclusiva, che tra tutti i sicari che si potevano ingaggiare, è stato ingaggiato - forse così scaricano l'iva? - il proprio parcheggiatore. Che però si sarebbe fatto aiutare dal buttafuori, figura nota per l'ipertrofica intelligenza. Inspiegabilmente (come, come?) falliscono. [vabbè ma questa è sempre finzione scenica, figura se in questa vicenda qualcuno ha ingaggiato qualcun'altro - "butta via tutto, butta via tutto!"]

- in qualche modo - scusate, mi trattengo - il Lele Mora House si salva e il Sesto Senso viene completamente distrutto nel rogo complementare. Chi l'avrebbe appiccato l'incendio? Mica il parcheggiatore che ha fatto come quello che si spara nelle palle mettendo al sicuro il ferro, vero? Sembra una puntata di Willy Coyote: la dinamite per Road Runner, se la becca sempre lui medesimo. Beep beep.

- ed è subito escalation di violenza, darse darse! Il Leo, quello che se hai problemi ci pensa lui a te, ci pensa davvero: insieme al socio (ah, l'imprenditoria di successo del nord-est) e ai loro bad boys di Bolzano sudde, avrebbe fatto pestare per bene il parcheggiatore e il buttafuori, con lo scopo di estorcere loro informazioni: "dobbiamo farli cantare!" gracchiano dopo aver visto l'ennesima replica dei Goodfellaz.

- Il Sesto Senso è distrutto, ma chi l'ha incendiato non si sa (lo so io lo so io: è stato il cuoco cingalese, con la dinamite, nella sala da pranzo!). Che fare? Beh, siccome l'estorsione di informazioni non è il loro forte, dal Lele Mora House sarebbe partito un tentativo di estorsione vera di 100.000 € affinchè quelli del Sesto Senso caghino sull'araba fenice. E va' a capire perchè questi non accettino per aprirsi una gelateria.

- in effetti, fatte i conti, guardati i calendari: il punto precedente salta in toto o quasi. Cronologicamente è stato il Sesto Senso ad essere bruciato per primo. Il tentato incendio al Lele Mora House è del giorno seguente. La corrente chauvinista prêt-à-porter del Sesto Senso non si è fatta attendere? Gioca anche tu a Indovina chi è revangista e fai agli altri ciò che forse hanno fatto a te! Anche tu potrai dire: "Te m'è brusà el local, mi bruso el tuo!".

- fatte le cose tanto per bene, inutile dire che tutti vengano beccati.
[sappiamo benissimo che non sono stati loro, che nessuno ha fatto niente e nessuno ha ingaggiato nessuno e questa è tutta una finzione scenica per qualche istante di basso gaudio, in verità sono tutti innocenti. Fine disclaimer]


Scusate, alla SentenceLine intanto arrivano sms random dal pubblico:
-----continua cosììì LeLeo, sei il migliore! Jessica '69------------
-----vai Leo, vai Lele, vai parcheggiatore: super sketch l'autoincendio vecchio! El Mona------
-----burn baby burn! Mefisto '71-----------
---vi prego ricostruite tutto o mi tocca andare all'Hollywood di Bardolino! Vagina Secca '60---
----i se da, i se da, i se daaaa, i se da coi manganei, co le forbese e i cotei... Vecio Ultrass'75---

21 luglio 2008

Selese Party - Custoza

Il party definitivo dell'hinterland veronese. Adesso vi spiego perchè questa è una festa col suo perchè. Proprio suo, anzi loro.

Siamo al Selese Party a Custoza, nell'agriturismo della Corte Cavalchina. Sulla statale insomma. E' un sabato di caldo e afa in città, un sabato di alcol in freschezza a Custoza.
Il Selese Party non è un party in provincia, quelli solitamente fanno schifo. E' meglio, è genuino, è un party che non s'atteggia, non mutua mode né si fissa con le robe de desain. E' come dovrebbero essere tutti i party in provincia: è la voce ruspante della provincia veronese! Perchè certe segretarie sono da conoscere. E' un party Sentenziosi approved.

La prima impressione che si ha è una sola: questi i party li sanno organizzare (faranno cagare ma li sanno organizzare). Hanno una forza aggregante della madonna: oltre alle centinaia di persone che vengono di propria sponte, ci sono due tipi in strada che dirottano sistematicamente tutte le auto verso il parcheggio della festa. Succede davvero: stai partendo da Sommacampagna per le ferie? Ti sbagli stronzo, prima ti fermi qua a sbronzarti, eccheccazzo!
L'altra impressione è che si tratta di un party molto giovane, diciamo età media 21-22. Certo non mancano le occasionali incursioni di segretarie ultra ventenni, idraulici trentenni, genitori-nonne-nonni, ma sono sporadiche, non contano, non valgono. Ma se io avessi avuto la loro età, sarebbe stata la festa a cui non sarei mancato. Purtroppo ai miei tempi c'erano solo feste da sfigati (=zero fighe sbronze) o serate in discoteca da super sfigati (=fighe sbronze che fanno pompini al moroso, ctrogato).
La terza impressione è che la provincia, talvolta, possa essere ruspante davvero: generalizzando, diresti che vivono ai margini. Ai margini della lingua, della moda, ai margini del design e di molte altre cose. Diresti che è tutto più genuino, come una volta (quale?), quando avevamo le pezze al culo, quando eravamo naif e ci divertivano con poco, magari con I want to break free

Pro
- location delle giuste dimensioni, un'ampia corte che nel giro di due ore si riempie dando ristoro alcolico ad almeno 1.000 persone
- sistema bar con servizio rapido, zona gastronomica con le panche diobono in punti non nevralgici
- palco illuminato da quei giochi di luce tanto sobri (i Daft Custozank),
- cocktail potentissimi a 3 euro, analcolici dissetantissimi. Con 10 € puoi iniziare a rovinarti: che progetti di vita eh?
- un migliaio e passa di avventori, oltre un terzo pheeghette, poche fighe top, ma tutti sono soddisfatti e se la godono
- Macho Koala, LA cover band dell'hinterland veronese, non suona bensì mixa (peraltro meglio del dj che seguirà oltre). Dopati, non si fermano mai, non accusano soste, suonano senza soluzione di continuità la '70-'80-'90, tutto, sono unti come delle bestie da soma, scelgono i pezzi internazionali della memoria collettiva (quali? Come quali: quei pezzi che senti e dici "Nooo dai!" e il giorno dopo te ne ricordi manco uno), con rarissime incursioni italiche. Riempiono la pista in 10 minuti.
- la pista mattonellata: sembra mattonellata apposta il giorno prima, per accogliere l'orda barbara che danza al tempi di... mah, credo qualsiasi cosa, anche al tempo dei rutti dei boys.
- ci sono molte pheeghette. Beh, pheeghette. Diciamo femmine, donne. Ma anche questo in certi casi è da appurare. Statistamente qualche bella figa c'è, ma domina la segretaria truzza. Donne straordinarie, che se ne fregano, si vestono come non vorresti mai vedere, parlano come non vorresti mai sentire, ma se ne fregano appunto (anzi, se ne sborano direbbero)
- ricordiamo questa scena: nella bolgia, a fianco mi spuntano tre tipe sugli ultimi 20 e primi 30. B3 osserva: "Ehm, ti si sono avvicinate tre tipe, se vuoi gradire". Mi volto. Vedo tre cose, occhiali bianchi lucidi, stanghette grandi come il Lussemburgo con tutta l'eleganza del design spagnolo, minigonne jeans ascellari, leggins, chi l'infradito chi lo stivaletto bicker, doppio top promuovi-tettone, truccate come delle mignotte, caschetto mancato, orecchini da Genitori in blue jeans, bracciali del Marocco, ecc. Io comunque le descrivo come segretarie, e facciamo prima. Ad ogni modo faccio finta di niente. Arriva la quarta amica.
"Dio bon, m'avì lassada là da sola come'n pampano!"
"Ma no dai Frenci, e che ho catà un me amigo, na me amiga e adeso qua le me coleghe segretarie diobon!" [Frenci, perchè ovviamente per la segretaria hinterlandese il diminutivo dev'essere yankeezzato].
Si ode un tonfo, B1 è svenuto. B3 lo rianima, ma si riavrà solo a notte inoltrata.
- le pheeghette sono tutte olfe, è un delirio alcolico. La scena comune è di queste tre (molto più brutte, per un attimo sogniamo):

selese party cavaion

- se le pheeghe sono olfe, pensiamo un attimo ai butei. C'avete pensate? Io ho visualizzato (e visto) roba tipo:

festa selese a cavaion, Verona
(è una domanda, retorica)

- A proposito di butei sbronzi. Ne ricordo due in particolare: uno cerca di entrare in pista saltando 40 cm di muretto, smaltandosi rovinosamente MA, tra sfasciarsi ginocchia, gomiti e volto e far sopravvivere il proprio cocktail, sceglie di sfasciarsi con ecchimosi multiple e di gettarsi il cocktail in faccia per recuperare poco alla volta il tutto con la lingua. Raccappriccante, sembrava veramente un down. L'altro neanche prova a saltare il muretto, si arrende quando si accorge che 2 ettolitri di bava gli stanno invadendo la camicia con l'artiglieria. La morosa lo accompagna a giocare con l'altro bambino down.

Contro
- troppi cessi e poche belle fighe, questo è quanto
- un contro trascurabile è l'eta media: ripeto, a 20 anni questa sarebbe stata la mia festa definitiva
- A questo punto l'unica pecca, enorme e non trascurabile, è la scelta del dj. Per quanto ci riguarda ammazza il party, corri e molla: affaffino! E' terribile, davvero, troppo anche per questa festa. Si fosse permesso di suonare roba commerciale (pop remixato, commerciale da discoteca, stronsade) sarebbe stato perfettamente a tema e sentenziosamente apprezzato. Avrebbe praticamente coronato il sogno degli utenti (perchè questa festa è un po' così, il paese dei balocchi). Lui fa peggio (o meglio, dipende dal punto di vista). Beh non chiedeteci davvero come, ma mette i peggiori negri e i peggiori ritmi tunz-tunz di tutti i tempi. Dico: DI TUTTI I TEMPI. E' qualcosa di talmente angosciante che non ci vuoi credere. E' come aver camminato 299 km con delle comode scarpe bianche e al 300° pestare una merda gigante. Butel3 perde l'uso della lingua, dell'arto destro (superiore e inferiore), del retto, ma ormai era collassato per terra urtando la tempia (volontariamente) contro le peggio asperità da cantiere. Lui, un dj che gioca a basket, è il mago del mix Domus D., curatore di playlist per lobotomizzati.
L'intro sul sito ufficiale NON è una intro: è un AVVERTIMENTO! Trattasi di elegante sito con inserti flash mai invasivi (la galeria de foto del basket dio bono e de le serate che ie na figada) e ampia scelta di servizi per gli ospiti, come disdegnare una chiacchierata nell'affollatissima domuschat? Scusate, il nome suo vabbè, ma questo è troppo, corro ad aprire la Sentencechatondemand.
DomusD, perdonaC, sappiamo che lo fai per ammore della musica e per farti le fighe del Cotolengo Basket (stima vecchio).

Conclusione
Bravi tutti! Il Selese è un party da vedere.

17 luglio 2008

Granguardia bar - Peschiera

Indovina indovinello, da dove viene questo cappello (introduttivo)?

"Meta top per chi desidera vivere l'aperitivo al top"

Chi dice Tunait prima di averne sparate rigorosamente per finta almeno cinque, si dovrebbe vergognare! Ma dove siamo? Spariamo sulla croce rossa solo dopo quella bianca, verde, gialla, argento, fuxia.

Guardo gli scatti di questo bar, pardon wine&music lounge bar cafè (uats ghen ap amerigan boi?), il Granguardia di Peschiera, e posso pure pensare - magari mi sbaglio - che sia il tipo di locale che mi piacerebbe visitare, una sera a Peschiera con l'auto in panne. Epperò c'è che ho letto questa cosa e, in fondo in fondo, penso che vivere l'aperitivo al top (sull'Everest?) in una meta top (l'Everest, l'Everest...) non faccia per me.
A voi sarà pure capitato eh, io diciamo che mi riservo delle riserve - occhio, quel ridondante periodare contagia!
In fondo chi siamo noi per ritenerci più fighi di Jerry Calà?

Ah, la malvagia fantasia di quest'illuso B1 compie voli pindarici: se un giorno uno dovesse dirmi "Vieni a vivere l'aperitivo?"? Credo che gli cagherò in bocca. Poi mi faccio un secchio di negroni, sia mai che non rimuova l'accaduto.

Nei secoli linguisti, semiologi, archeologi, speleologi, antropologi, studieranno i nostri tempi, le nostre abitudini, i nostri lifestyle (lo spritz), i nostri ritrovi sociali (el bar de desain); documentandosi si troveranno di fronte a questi resti svolazzanti nell'etere digitale. Ci giudicheranno e magari si scompisceranno pure un attimo (facciamo per sempre?). Oppure inaugurano un nuovo tipo di decennio vintage e rilanciano pure Uomini e Donne in televisione, riattivata ad hoc.

Circuito Off Venezia 2008

A Venezia torna il festival internazionale del cortometraggio o film corto: Venezia Circuito Off 2008.


circuito off venezia

Dal 30 agosto al 5 settembre, teoricamente in contemporanea con il festival del cinema di Venezia (ah, santa pigrizia, perchè controllare ora su Google?).

Location d'eccellenza: un'isola. Sì, questi hanno un'isola tutta loro, a Venezia. E che isola.
Ci piacque il Circuito Off dell'anno scorso, (a tratti) buona selezione di corti, quest'anno rimpolpati, party così così, personaggi curiosi, non male il dj.
Tre feste: apertura del 30, queer party il 3 settembre, festa di chiusura il 5 cui abbiamo partecipato l'anno scorso. Quando - nel mentre per farci strada verso il traghetto gratis per la plebe (che puzza) - scambiamo qualche chiacchiera con Colin Farrell, il quale urla e ci salta addosso. Voleva l'autografo, comprendiamolo. Sapete benissimo che non è nel mio stile e lo stavo per liquidare con "Colin, Colin... devi farti una vita tua ragazzo", ma quando fa la sua celebre faccia da cane irlandese bastonato, ottiene ciò che vuole.

festival corti circuito off venezia 2008

Chi è il vip ora, chi-è-il-vippp? Manco Raul Merda Bova.
Un plauso all'organizzazione che ha capito tutto:

cari sentenziosi

circuito off inizia il 30 agosto, spero che possiate fare un salto, magari accreditandovi come guest stars stavolta...(altro che colin farrell)

ciao
a presto

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CIRCUITO OFF
VENICE
INTERNATIONAL
SHORT FILM
FESTIVAL

14 luglio 2008

Mostra di David Simpson - Studio la Città, Verona

Io questo Rothko dei poveri, definito da alcuni addirittura rococò per l'uso maestoso della luce (sapete che Rocco Siffredi è stato definito neo-realista per l'uso documentale del proprio real augello?), me lo andrei proprio a vedere.
Breve sguardo alle opere di David Simpson, lavate con Perlana (beh quello forse no, ma usa veramente procedimenti chimici).

david simpson - studio la città Verona


Per gli interessati, David Simpson è in mostra a Verona alla galleria Studio La Città, fino al 20 settembre.
Sì, avete capito: è una mostra a Verona.
Ingresso gratuito.

13 luglio 2008

Verona Rock 2008

Bella questa serata di sabato del VR Rock ai bastioni dell'ex zoo, tra la Stazione e Piazza Simoni: la temutissima serata "I Love Dance Music" con firma Deep Club.


verona rock 2008

Evento promosso molto bene: anzi benissimo, due cartelli stradali, uno verso la stazione, uno verso piazza Simoni.

Esemplari rapporti con la potenziale clientela: fuori non c'era manco il cartellone, nessuno sapeva niente. Chi suona? Cosa? Perchè? Non doveva essere "rock"? Perchè sento la "dance"? La gente sostava, poi abbandonava irretita dal dubbio. Si diceva, dentro ci fossero almeno 13 persone. Uuuhhh...

Prezzi à la page, per un nuovo realismo magico: e qui sta tutta la cifra qualitativa della serata: prima 15 euro + consumazione.
Poi: 10 euro + consumazione.
E poi ancora: 5 euro + consumazione.
Infine ti venivano a prendere a casa in limousine.
Il tutto sempre con la solita ottima presentazione: un foglio bianco progressivamente barrato a pennarello! Meraviglioso. Dentro c'erano anche i bicchieri di plastica col nome scritto sopra?

Una serata decisamente a tema rock: disco music de noantri e vocalist da prendere a martellate violentissime. Come già detto, si trattava della temutissima serata "I Love Dance Music" organizzanda Deep Club. Un deep flop, questo è quanto.
Sempre dal cartellone (MySpace, ovviamente...) nei giorni 4-5-6 e 10-11-12-13: party Just Married, notte afro, notte reggae, iron sunday, Yano tour, altro.

Una panorama che prometteva benissimo: dall'alto verso il palco, cogliamo l'invasione delle ultraluci, la suddetta vocalista e ben dieci palle di fieno (pure annoiate).

Conclusione
Un successone.

Altre info sull'evento
Verona Rock, dal 4 al 13 luglio. Verona, una città che da sempre(?) si presta molto bene agli eventi a lungo termine. 15° edizione, dopo 18 anni il ritorno in città: bene, e dopo 19 magari tornate dov'eravate.

08 luglio 2008

La febbre del martedì sera - Sound of 70s - Milano

Si diceva: "Può una festa anni '70 in un locale anni '70 per la presentazione di un libro (anche) sugli anni '70 rivelarsi paradossalmente trash? Se è la festa di Tommaso Labranca, teorizzatore del trash, ".

Noi quella sera s'era (ho ho ho, ma come mi vengono?) al Sound of '70s di Milano, per la festa di presentazione di 78.08, nuovo libro di Tommaso Labranca: la Febbre del Martedì Sera.

sound of 70s Milano


Features
- a supposed exclusive VIP party in Milan
- be on the guestlist, bellezza!
- '70s disco music
- strictly enforced '70s dresscode

Confesso una cosa: su 78.08, mi sono inventato tutto. Non ho letto il libro: vuoi vedere che è una vanagloriosa cagata da intellettuale outsider? Forse sì. Né abbiamo preso parte alla presentazione. Io e Frut1 giungiamo per gli ultimi 2 minuti, giusto il tempo - come da protocollo - di applaudire alquanto ebbri e stringere la mano a qualche milanese più pirla del solito, sorrisi e foto per la stampa (dove, dove?).
Sì, perchè SE la festa esiste in funzione della presentazione del libro con tanto di ospiti vip, ALLORA noi all'ora della presentazione ci stavamo sbronzando nel bar più anonimo di una Milano d'estate, appena giunti dal Nord, jawohl. Ma sa pecchè l'amo saltata? [fuuuhh di sigaretta] Pecchè 'sta cosa d'a presentazione, i libbri, i vippe... è tutto... troppo italiano...

Per quanto anonimo fosse il nostro bar, la clientela si muoveva su strade ampiamente battute: mi avrebbero potuto ibernare per 200 anni, 2.000 anni, 20.000 anni ma al momento del risveglio al bancone avrei impiegato in ogni caso non oltre 0,2 secondi per comprendere di trovarmi a Milano. Dove trovare altrimenti simili pièces d'humour lumbard?
- al bancone un tipo insiste per pagare la propria birra. Con carta di credito. Il barista striscia la carta una prima volta, niente. Una seconda, niente. Al terzo fallimento, il cliente osserva snervato: "Uè, hai comprato il bancomat alla Standa?". Standa, l'eterno sinonimo milanese di bassa qualità.
- altro tizio. Entra l'amico visibilmente spettinato: "Uè, ma ti sei pettinato a Malpensa?". Malpensa, ne parlano ancora i TG e i milanesi che vorrebbero smettere di volare low cost.

Milano, sound of seventies

La festa in 10 punti
1) Il locale è il Sound of '70s. Vorrebbe essere un locale a tema anni '70. In verità è un locale degli anni '70, congelato. O fritto nell'unto. In parole povere: un barasso de periferia con un po’ de lustrini, do neon coloradi, la raffa nazionale in tv e alcune stampe de Andy Warhol un po’ anni '60 come osservò il Fruttone

sound of 70

(beh non per forza in effetti, le opere degli anni ’60 di Warhol divengono stampe e serigrafie celeberrime un po’ dopo). Tutto molto retrò ed estremamente vintage. Si ringrazia la discarica di Assago e la diocesi di zona Maciachini per l’arredamento.

2) Può una festa con invito e con dresscode vedere la partecipazione di tutti, nella fattispiecie persone non invitate senza dresscode? Può. Bene, benissimo. Fuori il colpevole! Ah, eccolo là. Bravo. Ora qualcuno gli defechi in bocca, grazie.
Ma procediamo con ordine. La festa è sì una festa con dresscode anni '70, ma è anzitutto una festa privata, si accede tramite strettissimo invito personale come precisava DA VERO SBORONE Tommaso (l’amico de noantri…): chè chi non ha l'invito, chi è nella black list, chi non è T-La approved, beh niente non entra, ok bellezza? Ci procuriamo gli inviti e ci vestiamo anni '70, pronti a sondare il grado di risolutezza di tutto il bla bla della Labranca Party Entertainment (for dummies?).
Sbagliamo noi, mea culpa: abbiamo seguito una logica di ragionamento classica, avremmo dovuto immedesimarci di più nella mente dell'uomo medio.
E' con immenso piacere che noto cani e porci casual, chi in t-shirt, chi persino in bermuda, pulirsi il culo con gli inviti altrui. Un vero bijoux questa selezione: sarebbe entrato pure Bin Laden e gli unici vestiti a tema erano lo scrittore (e ci mancava), un amico froscione dello scrittore, io e il Fruttone (o forse era proprio lui l’amico froscione di Labranca?)! Bin Laden avrebbe pure vinto il premio Tony Manero, che discorsi.
Vi prego, non fatemi più parlare degli ebeti che trascurano il dress code (specie laddove viene espressamente richiesto!), altrimenti i loro adepti mi accusano di non riuscire a vivere senza lo schiavismo dello stile.
Ma va bene così. Giudicare in silenzio è un atto dovuto. L'intolleranza, talvolta, è un atto dovuto. E io vi intollero(?) tutti: la festa è anni '70? Eccovi con bermuda, t-shirt, scarpe ginniche, tracolla. Possa una vita di agricoltura iniziare da qui.

3) 21.30. E' l'ora di una presentazione di 78.08

sound of '70s a Milano

che lo stesso Tommaso Labranca, d'ora in poi T-La nuovo fenomeno rap di Seregno, definirà guarnita da momenti inenarrabili. Ad esempio, quali? Neanche se mi sforzo tanto da spingere lo stronzo quasi sulla mutanda, riesco a immaginare simili momenti. Neanche se mi drogo pesantemente, riesco a immaginare simili momenti, se non cristalizzati in qualche battuta da vecchi tromboni. Anzitutto perchè - e vai col trash - la festa è anni '70, ma i vip sono ben collocabili negli anni '80: Andrea Roncato, Elio Fiorucci, Viola Valentino, Sabina Ciuffini, cui fanno da contorno altri vipettes della Milano underground tra i quali giornalisti, gente dello spettacolo (categoria dello spirito) e intellettualotti, tutti alquanto brutti da vedere, ma che qualche giorno dopo T-La non tarderà a definire "gli ospiti di riguardo". P-prego? Ma chi? Ma non vi siete accorti che c'erano B1 e Frut1? Roba da matti.

4) Capitolo Vip: Andrea Roncato è bolso almeno quanto Stallone e ha pure la stessa voce, per contro è simpatico e nemmeno il banalotto da salotto buonadomenichense che ti aspetteresti, anzi; la Ciuffini è quasi certamente - non ci scommetterei - quella che fuori dal locale sfodera il manuale della retorica e se ne esce spadroneggiante con "E' che non abbiamo memoria storica, non abbiamo memoria storica", riferendosi probabilmente a quando ancora la riconoscevano in strada; Viola Valentino, ha i propri anni ma è una signora curata, esibisce inoltre una generosa coppia di tette tanto apprezzate dal Fruttone, quelle che devono averle ispirato "Comprami, io sono in vendita, e non mi credere irraggiungibile, con 'ste tette qua, guardale pure in foto va'" (pezzo giusto giusto del '79).


Tommaso Labranca e Viola Valentino - Sound of 70s, Milano


Del resto chi ha all'attivo pezzi del genere (l'avrà proprio scritto e musicato e prodotto lei...), è già un mito. Elio Fiorucci invece... c'era? Sentenziosi non sa, non dice.

5) Vi ricordo che siamo a Milano d'estate, quando il solo accennare ad un passo significa fare all'amore con passionali colate asfaltiche. Ciò detto, mi pare evidente che il Sound of '70s fosse rigorosamente non climatizzato. Cos'è, siamo scemi? Chi ha staccato il condizionatore? Ah, non c'è proprio? A posto. Ve possino rovinà!
Vestito da Shaft grondavo come David Hasselhoff in Baywatch; il Fruttone vestito da giocatore di rugby anni '70, grondava come un giocatore di rugby anni '70. In fianco al nostro tavolino prendeva posto un termosifone: lo fissammo con mefistofelico sospetto per ore. Che tristezza, vedere un giovane Shaft con parruccone, sudare come un camionista armeno in una Milana che ricordava un Hammam, 100% di umidità e 40°C.

6) Benchè ebbri, in un modo o nell'altro (più nell'altro), tiriamo comunque su 3-4 pheghette (oltre alle due carissime e preziosissime by Frut1 che già avevamo a braccetto, che non si mai che sul posto si resti senza...). Le tiriamo su, nel senso che le stendiamo, le carichiamo in spalle dopo averle tirate per i capelli, uga-uga. Belle e con 100% di CIM (Concentrato d'Ignoranza Milanese) ovvero stucchevoli quanto deliziose. Anche loro trash: l'emulazione fallita di un modello intelligente di femmina. Domanda: sapevano chi era T-La? No, che discorsi! A loro "avevano detto che c'era una festa con uno scrittore" e naturalmente ci vanno per poi raccontarlo agli amici carrrrissssimi-per-tutta-la-vita, pecchè loro ce stanno bene co'a cultura. Tipo, se fosse stato uno scrittore di fiabe? O di un libro misogino? L'ennesima conferma che il mercato editoriale è in mano agli idioti.

7) Capitolo musica. Il sound è il top della anni '70, maranza nostrano compreso. Dice: bravvì! E dice l'altro: ma se al Sound of '70s non fanno altro! Madonn'... Facciamo finta di niente e continuiamo nel plauso: serve da contraltare per descrivere la situazione. Eravamo rimasti che fa caldo, Antò. La sala da ballo - bel settantone - si trovava al piano inferiore. Scendo le scale quando compare un tipo di rosso turbantato con coda e orecchie a punta il quale mi chiedeva se non avessi un'anima da vendergli, oppure una borsa tarocca di Prada. Una volta di sotto, ti parte "burn baby burn, disco inferno, burn baby burn". Ragazzi, quella sala era l'Inferno: 95.000° Fahrenheit.
Mai entrato in una simile bolgia, questione che ti fa vorticare i maroni e maledire tutti. Uno entra Butel1 ed esce Butel Mohammed.

8) Capitolo Labranca. Beh, l'avete ammirato in foto, una zucca trait d'union con la mirror ball, e siamo tutti d'accordo che la bellezza sia l'ultima delle sue armi. Sorvoliamo. [e invece beccatevelo qui in una foto anni '80, sosia di Val Kilmer!]
Diciamo allora che in primis m'apparve un intellettuale un po' outsider, meno attuale di quanto puoi immaginare leggendo i primi libri, pure un po' monotono. L'impressione è che sia rimasto alla deriva dei circuiti importanti (solitamente quando uno arriva a lamentarsi delle proprie vendite... è su quella strada). Se poi ci pensi un attimo, forse il prestigio è effettivamente andato: prima Castelvecchi poi Einaudi poi di nuovi Castelvecchi ora Excelsior1881, che o è la sua casa o è quella del vicino. A tratti, con quel look un po' goffo (ok camicia e pantalone, ma quella specie di ginnica by Pittarello no eh!), posso dire che mi faceva un po' pena ridotto così? Un pesce fuor d'acqua?
Poi però ci parli e scopri che l'apparenza inganna, e ti rincuora perchè è effettivamente un personaggio notevole, arguto, caustico e incazzato quanto basta. E poi ho molto apprezzato il suo ignorare la mia totale figura di merda su argomenti proto-filosofici. Hey, per la cronaca, poi ho recuperato su tv trash, tg popolari, problematicità del concetto di trash. Cazzo che figo sono...

9) Nello specifico: sappiamo tutti qual è il vero rischio dell'applicazione del concetto di trash, l'omnicomprensività. Potenzialmente si applica ad ogni cosa e ad ogni persona/personaggio. E' un loop, se ci entri ti fai risucchiare anche le palle, se inizi il gioco non lo finisci più: il Max Pezzali di La lunga estate caldissima (e tutte le altre) è l'imitazione fallita di un cantante, Monica Bellucci l'imitazione fallita di un'attrice italiana, Flavio Briatore è l'imitazione fallita di un uomo elegante, Maria De Filippi l'imitazione fallita di una donna, e così via. Ho perso il conto degli esempi che gli ho proposto al volo.
Ricordo però che il mio ego ebbro si compiacque giusto quei 30-40 minuti, Tommaso giusto quei 3-4 secondi mi diede corda poi portò a termine la breve discussione con un secco: "Sì". Ma sì cosa? Cazzo che figo sono...

OSSERVATORIO FRUT1
10) Vabbè, almeno l’invito ti valeva la consumazione, offerta da T-La. B1, attirato dall’apparente (ma non appurata, diciamo non risolta) frociaggine dello scrittore, gli ha inizialmente girato attorno con fare sornione per poi mettersi in fila e prenderlo da tergo; inutile dire che T-La non oppose resistenza. I due, dopo essersi studiati come galli da combattimento, iniziano una conversazione pilotata dall’annoiato B1 le cui abilissime figuracce sul pensiero debole hanno il merito di far svanire anche l’ultima briciola di carica erotica che aleggiava tra i due.
E' quando noto sul volto di B1 una goccia di sudore più evidente delle altre che capisco che sta ripensando a quanto sboroneggiò poco prima ovvero “Senti Frut1, io conosco questi vanitosi scrittori incazzati e invidiosi, loro rinnegano Vatimo e compagnia, non c’è bisogno di alcuna nozione a riguardo, facilmente farò convergere la discussione sullo status merdam della tv italiana, sta’ a vedere!”.
Al terzo "post-moderno, certo Tommaso, post-moderno..." la goccia di sudore di B1 diventa del tipo cartone giapponese, non senza passarsi nervosamente la mano su mento-guancia-labbra. Nessun idillio, sterile battute sulla tv trash (che non esiste come categoria a sé bensì E’ la televisione stessa), su Studio Aperto (che purtroppo-meno male esiste), sulla morte del trash e tutto finsce con un semplice e formale saluto, di quelli che daresti allo sconosciuto uomo della strada (B1) che non vedi l’ora di toglierti dalle palle.
B1, sì uomo della strada ma soprattutto Gggiovane, torna al suo drink e riprende a incensare non senza ridicolaggine la bellezza di una delle tre-quattro pheghette milanese racattate dieci minuti prima nella sala dance con sound ovviamente ’70 (“Eccomi Gaia, carissima, sono tornato, scusa l’assenza ma con Tommaso guarda siamo amisci da ‘na vita e non potevo proprio non…” “Gaia?” “Giorgia?” “??” “G-giulia… pardon, dio mio che figuraccia devo aver fatto, ma tu pensa a volte la memoria…” “Giada” “E infatti infatti… Tu, allora sei di Milano o…?” “Ti sembro albanese?” “Ah-ah, che coincidenza… no perché io adoro le donne spiritose…”), mentre T-La coi pantaloni a vita alta ed a zampa muove verso casa da solo, con in mano una luccicante mirrorball, souvenir par excellence della 70s night. Che trash o non trash (in senso letterale: scadente), è stata una festa con un suo perchè: perchè?

Conclusione
La festa un flop.
La musica no.
Temperature improponibili nell'occidente climatizzato.
La presentazione magari bellissima, magari bruttissima.
Il libro magari bellissimo, magari bruttissimo.

Tommaso Labranca, il nuovo libro 78.08 - prima parte

Party di presentazione del libro 78.08 al Sound of '70s, Milano. Prima parte.

Può una festa anni '70 in un locale anni '70 per la presentazione di un libro (anche) sugli anni '70 rivelarsi paradossalmente trash?
Se è la festa di Tommaso Labranca, teorizzatore del trash, .

E il paradosso, si badi, non riside nel fatto che questi ci sguazzi nel trash fino a trarne linfa e nutrimento per l'attività di scrittore, ma nel fatto che un paio di anni fa in un'intervista annunciava la fine del trash ("non avrei mai usato quel termine, troppi fraintendimenti!"). E invece, toh, eccoci qua: l'emulazione fallita di una festa anni '70! La recensione della festa, al prossimo post.

Chi è Tommaso Labranaca?
Breve ripassino prima della comprensione del testo. Ne consegue che chi non gradisce lezioni da un pirla come il sottoscritto, può attendere gli highlights del party al post successivo.
Tommaso Labranca quello lì, noto ai più e ai meno per "Andy Warhol era un coatto" (clicca qui per il download del libro completo) del 1994. Se uno parla di trash dalle nostre parti, certamente saprà che il trash fu quasi coercivitamente introdotto come categoria da quest'uomo (a grandi linee e piegando la storia della cultura alle mie personali esigenze di copione).

Cos'è il trash?
Per farla brevissima, è proprio in Andy warhol era un coatto che il trash viene definito non - al pari di quanto ritengono i più grandi baccalà fra voi! - come "spazzatura", "di scarsa qualità", "scarto", pure "kitsch" talolta, bensì come l'emulazione fallita di un modello alto. Trash è tecnicamente lo scarto tra l'originale e la sua imitazione puntualmente fallita. Il trash è occasionale? Il trash ci circonda, tutti vi siamo immersi anzi lo frequentiamo più di quanto ci piaccia ammettere. In coloro nei quali il trash raggiunge il livello di consapevolezza, là nasce il camp: compiacersi d'essere trash. Imparare a convivervi davvero, riesce solo ai giovani salmoni.
Oh, io me la ricordo così la storia. Invito chi non avesse ancora letto questo saggio di un centinaio di leggere pagine, a leggerlo.

Consigl pe'i acquist'
Lo stile labranchiano è adorabilmente arrogante: toni ironici, seccati e quel sottile sarcasmo palpabile di riga in riga, gli sfottò alle piccole e grandi ipocrisie del post-moderno, la descrizione con non-chalance di generazioni che stanno andando a puttane e via dicendo (cosa?).
Aggiungerei quindi ai suggerimenti di lettura anche i due divertenti Chaltron Hescon (che vale la lettura solo per la descrizione delle cosiddette iperconvinzioni, i grandi luoghi comuni, le macro generalizzazioni che i deficienti mettono in piedi per autosupportare le proprie ridicole convinzioni: vedrete, se dopo la lettura non vi viene da dire "Cazzo, esattamente come fa XXX!") e Il Piccolo Isolazionista (facile è la via dell'eremita, lontano da tutto e tutti; ostica invece è la strada del Piccolo Isolazionista, in equilibrio tra solipsismo notturno periferico e momentanee immersioni umane, a contatto con figure trattate come simulacri funzionali ai propri bisogni).
E poi c'è appunto questo 78.08

78.08 - Il libro

78.08 Tommaso Labranca

Il protagonista è Antonio Manero (nomen, omen!), segnato dal proprio nome (una spaventosa somiglianza con Tony Manero, protagonista nel 1978 della Febbre del sabato sera) che istituisce - manco fosse il mythical method joyceiano - continui paralleli tra il '08 e il '78, tra l'avrei voluto fare e il (purtroppo) faccio, tra me piagno addosso! e si stava meglio una volta, tra l'arido presente e "un nido lontano, caldo e protetto". Semplicemente perchè "Il passato sembra sempre più bello, eravamo scandalizzati dal primo Grande Fratello: ora abbiamo nostalgia di Taricone". Antonio Manero è ovviamente più di un Belluca qualsiasi che si rifugia nella fantasia, è più di una macchietta, è un prototipo moderno: dottorando col doppio lavoro, ex moglie, figlia gothic battezzata Laurapalmer e tutto il cucuzzaro che una vita del cazzo sa offrire.
Sembra divertente (oppure no).

Segue al prossimo post (la Febbre Del martedì sera al Sound of '70s)

04 luglio 2008

Mostra di Weegee: Unknown Weegee - Milano, Palazzo della Ragione

Weegee è in mostra a Milano in Unknown Weegee. Cronache Americane.
Esattamente a Palazzo della Ragione, dal 20 giugno al 12 ottobre 2008. Sottolineo ottobre, per gli ex-temerari dell'ammmore con le colate laviche estive milanesi.

Oltre 100 fotografie, tutte provenienti dall'International Center of Photography di New York.

L'originalissimo copywriter etilico annuncia agli spettatori del circo: "New York come non l'avete mai vista attraverso l'obiettivo implacabile di Weegee".

weegee in mostra a Milano, Palazzo della Ragione


La mostra sull'ottimo Weegee (B1 feat. Upstream) noi la consigliamo, noi ne pensiamo bene, lui ce sa de fotografì. Momento nostalgico per i baccalà: il Fruttone recensì così la mostra di Weegee a Parigi.

Per chi cercasse informazioni.

02 luglio 2008

London Pills/4

Butei Act/2

Se con il primo decreto (Butei Act) si cercava di disincentivare l'alcolismo fomentato dall'arrivo dei butei nella city, con il secondo Butei act il sindaco cerca di sconfiggere il parcheggio selvaggio, altra pratica cara ai Butei che hanno sdoganato il parcheggio abusivo anche a Buckingham Palace (la regina aveva pure chiamato i bobbies, ma i bobbies non le hanno creduto rispondendo con una pernacchia molto inglese).

In cosa consiste questo nuovo butei act?
E' severissimo. Ve l'ho detto ragazzi, qua non scherzano! In pratica, se parcheggi l'auto in divieto di sosta te la bombardano con il cemento armato. A posto?
Questi i risultati:

auto parcheggiata in divieto a londra

auto londinese senza tettuccio a cui fanno il tettuccio

ora si affronta il traffico di Londra con la decapotabile
Vuoi una decappottabile a Londra? Parcheggia in sosta!


p.s. non ditelo a Tosi, eh?