Baustelle - live Vicenza
Logico: quel tristone di Butel-M* recensisce quei tristoni dei Baustelle, band toscana tornata a febbraio con un nuovo album (Amen) niente male. Perchè ogni tanto (un "ogni tanto" che statisticamente emula le posizioni dell'Italia nella classifica europea dell'ultima ora) anche la scena italiana ufficiale dice la sua. A mio avviso tale svolta ufficiale della band si assesta con l'album precedente (chi non ha sentito "La guerra è finita"?), un album che - disciamo come discene l'altri - "suona bene, suona hi-fi", lontano dall'esordio lo-fi di "Sussidiario illustrato della giovinezza", gran prova di album, album indie: quando i Baustelle erano ancora in quattro, quando il quarto faceva la differenza, quando la strada non era quella di un rock pulito, quando Rachele era più bella, quando la ragazza della porta accanto non li conosceva mentre ora "vede la fine in me che vendo / dischi in questo modo orrendo" (e dopo questa stronzata di citazione, me ne vo' dove merito).
Amen è - comunque la pensiate su 'sti annoiati musicisti preda d'assenzio - l'album italiano di riferimento di questi mesi, probabilmente di tutto quest'anno. Qui il loro myspace per ascoltarvi qualche pezzo. E il live, com'è? Tengono botta?
Baustelle - MaxLive di Vicenza
Finalmente ho capito come ci si sente laggiù, seduti tutti belli composti, lì in mezzo agli eleganti ospiti della platea del teatro Ariston. Sabato 1 marzo sono stato al MaxLive, nei pressi di Vicenza (esattamente a Costabissara), per vedere per la prima volta suonare i Baustelle e seppure non voglia assolutamente paragonare la noia mortale di una puntata di San Remo al concerto del gruppo toscano, devo ammettere che la cosa mi è realmente passata per la testa.
Il MaxLive è una struttura di recente costruzione (a quanto ho capito è stata inaugurata nella primavera del 2007), molto bella, molto curata: parcheggio, bar, un auditorium con un migliaio di posti, organizzato tutto molto bene. C’è solo una piccola controindicazione: non è assolutamente adatto ad ospitare un concerto di musica pop. A meno che non abbiate sessant’anni, una prostatite e una badante rumena al seguito. Il ritratto dello spettatore medio di San Remo insomma. Io non vorrei sparare sulla Croce Rossa (Cristo sono anche vicentini) ma, davvero, guardare un gruppo che suona canzoni pure abbastanza energiche (almeno nella prima parte del concerto) e doverlo fare seduto quasi si fosse al cinema, è stato surreale. Tant’è che una iniziale insofferenza (la tentazione di salire sul palco smoccolando al grido di “demoliamo questa baracca” è stato davvero forte sulle prime) ha lasciato il posto ad un san remese spossamento e mezzo abbiocco.
C’è da dire che i ragazzi ci mettono pure del loro: il disco a mio modo di vedere è davvero bello, ma il loro live, a tratti, mi ha perplesso. La scaletta ha privilegiato nella prima parte due tre pezzi molto ritmati ed energizzanti, tra i quali “Charlie fa surf”, per poi aprire una parentesi fatta di brani più melodici e lenti. E qui è partita la fase sonnolenza. Fortunatamente, in un’ultima, idealmente individuabile, terza parte, il torpore ha lasciato nuovamente il passo ad un po’ di vita. La platea è pure “esplosa” nel finale (sai che esplosione) sulle note di “La guerra è finita”: ammutinamento generale, fuck the system e tutti in piè a cantare e sballonzolare.
Il gruppo, dopo la classica prima uscita, è tornato sul palco per suonare “Bruci la città” (composta infatti da Bianconi e non da Irene Grandi) e congedarsi definitivamente.
Nota a latere: mi sono innamorato, disinnamorato e ri-innamorato di Rachele, la cantante del gruppo. Premessa: è l’unica “vera” “cantante”. Nel senso che Francesco canta, canticchia, ma dal vivo emergono chiaramente i suoi limiti tecnici. Il suo pregio è quello di essere la mente musicale e il principale compositore dei testi del gruppo. Rachele ha un gran timbro di voce e canta pure abbastanza bene. E’ partita qualche stecca nel concerto, ma nel complesso mi è piaciuta davvero. Ma soprattutto è pheega. E poi ha quel non so che: jeans neri, top leggermente scollato, gambe divaricate, in piedi di fronte alla pianola, con l’aria di una che se potesse se la scoperebbe quella cazzo di pianola. Al chè avrei pure voluto essere io la pianola. Solo che capita che per scrivere ste stronzate che state leggendo, io decida di documentarmi un attimo su sti cazzo di Baustelle. E succede pure che io capiti sul sito di Mtv per dare un’occhiata ad una vecchia video intervista. E capita ancora che io senta Rachele aprire bocca. E, Cristo, no, non si fa così. Cioè, richiudila all’istante quella bocca. Grazie a Dio la nostra mente ha la capacità di cancellare i ricordi spiacevoli; dunque il trauma è stato al più presto confinato in un remoto angolo del mio cervello, chiuso in uno sgabuzzino di mezzo metro quadro, con una porta che non si apre perchè c’è troppo poco spazio, senza luce e con le pareti tutte dipinte di grigio. Ho dovuto riflettere con calma, ci ho ripensato a lungo, ma si, sono ancora innamorato di Rachele. Da quando poi ho scoperto che l’occhio ritratto in copertina dell’album è il suo, ho compreso di aver fatto la scelta giusta. Si sono innamorato, però per piacere taci.
Baustelle - Amen (2008)
Venendo all’album, dopo mezzo milione di ascolti ininterrotti posso affermare con serenità che Amen è davvero un gran bel lavoro. I puristi del gruppo a quanto pare stanno un po’ storcendo il naso per la eccessiva “commercializzazione” della band, molto passata in radio negli ultimi tempi; ma che si fottano pure i puristi. Molto lungo rispetto agli standard odierni (17 pezzi) va metabolizzato per essere compreso. Gli argomenti trattati non sono affatto banali: il singolo che gira per le radio al momento si intitola “Charlie fa surf” e, ad esempio, riguarda l’adolescenza. In proposito, piccola parentesi su di un dubbio amletico che i butei attanaglia: cosa pensano in realtà i Baustelle degli adolescenti? Mia personale interpretazione del brano è che si voglia principalmente fare ironia sul mondo degli adulti e sul modo di vedere l’adolescenza come una condizione che necessiti di forme di coazione/coercizione, senza disdegnare una qualche perplessità pure sul mondo del giovane Charlie. L’impressione è che le bastonate che i Baustelle raccomandano per lui siano le stesse che vorrebbero prendessero tutti coloro che cercano di porre un certo tipo di regole. Parallelamente pare ci sia però una sarcastica visione ambivalente: Charlie non meriterebbe nessuna bastonata, perchè quello che fa è dovuto alla sua ipersensibilità adolescenziale; anche se...anche se, in effetti, una mazzata ogni tanto non gli farebbe così male. Della serie: si scherza, ma anche no. [ndSentenziosi: ma anche della serie “Dopo questo ragionamento, rinchiudete quest’uomo, SUBITO, grazie” p.s. la citazione è di un’opera omonima di Cattelan, dai lo scrivono tutti e scriviamolo anche qui…].
A parte il buon Charlie e le suo tonnellate di pornografia, si parla pure di lavoro sottopagato in Puglia nei campi di pomodori (“Spaghetti western”), della tragedia di Vermicino (“Alfredo”, canzone, senza ironia, angosciante), del mondo dei senza-tetto e della loro vita alla stazione dei treni di Milano (“Antropophagus”), di libertà (“Baudelaire”). Perla dell’album, mia personalissima opinione, è l’ultimo brano: “Andarsene così” (l’intro per la verità inizia nel precedente e so ‘70s “Ethiopia”). La vera difficoltà nel cogliere il valore di questi brani deriva dalla assoluta non-banalità dei testi. La musica tende a farli scivolare e non ci si fa caso. Ma davvero, provate ad ascoltarli attentamente e scoprirete un altro album; un album in cui realmente ogni pezzo ha una sua piena dimensione e natura. Ascoltarli farà si che i più orecchiabili “Colombo” e “Il liberismo ha i giorni contati” passino in secondo piano rispetto ad una “Spaghetti western” o come dicevo “Andarsene così”. Le musiche poi sono ottimamente realizzate, con svariati innesti di orchestre (molto anni ’60) e con digressioni sull’elettronico.
Insomma, bell’album, discretamente bravi dal vivo ma categoricamente da risentire in altra location.
recensione di Butel-M*
Il MaxLive è una struttura di recente costruzione (a quanto ho capito è stata inaugurata nella primavera del 2007), molto bella, molto curata: parcheggio, bar, un auditorium con un migliaio di posti, organizzato tutto molto bene. C’è solo una piccola controindicazione: non è assolutamente adatto ad ospitare un concerto di musica pop. A meno che non abbiate sessant’anni, una prostatite e una badante rumena al seguito. Il ritratto dello spettatore medio di San Remo insomma. Io non vorrei sparare sulla Croce Rossa (Cristo sono anche vicentini) ma, davvero, guardare un gruppo che suona canzoni pure abbastanza energiche (almeno nella prima parte del concerto) e doverlo fare seduto quasi si fosse al cinema, è stato surreale. Tant’è che una iniziale insofferenza (la tentazione di salire sul palco smoccolando al grido di “demoliamo questa baracca” è stato davvero forte sulle prime) ha lasciato il posto ad un san remese spossamento e mezzo abbiocco.
Il gruppo, dopo la classica prima uscita, è tornato sul palco per suonare “Bruci la città” (composta infatti da Bianconi e non da Irene Grandi) e congedarsi definitivamente.
Nota a latere: mi sono innamorato, disinnamorato e ri-innamorato di Rachele, la cantante del gruppo. Premessa: è l’unica “vera” “cantante”. Nel senso che Francesco canta, canticchia, ma dal vivo emergono chiaramente i suoi limiti tecnici. Il suo pregio è quello di essere la mente musicale e il principale compositore dei testi del gruppo. Rachele ha un gran timbro di voce e canta pure abbastanza bene. E’ partita qualche stecca nel concerto, ma nel complesso mi è piaciuta davvero. Ma soprattutto è pheega. E poi ha quel non so che: jeans neri, top leggermente scollato, gambe divaricate, in piedi di fronte alla pianola, con l’aria di una che se potesse se la scoperebbe quella cazzo di pianola. Al chè avrei pure voluto essere io la pianola. Solo che capita che per scrivere ste stronzate che state leggendo, io decida di documentarmi un attimo su sti cazzo di Baustelle. E succede pure che io capiti sul sito di Mtv per dare un’occhiata ad una vecchia video intervista. E capita ancora che io senta Rachele aprire bocca. E, Cristo, no, non si fa così. Cioè, richiudila all’istante quella bocca. Grazie a Dio la nostra mente ha la capacità di cancellare i ricordi spiacevoli; dunque il trauma è stato al più presto confinato in un remoto angolo del mio cervello, chiuso in uno sgabuzzino di mezzo metro quadro, con una porta che non si apre perchè c’è troppo poco spazio, senza luce e con le pareti tutte dipinte di grigio. Ho dovuto riflettere con calma, ci ho ripensato a lungo, ma si, sono ancora innamorato di Rachele. Da quando poi ho scoperto che l’occhio ritratto in copertina dell’album è il suo, ho compreso di aver fatto la scelta giusta. Si sono innamorato, però per piacere taci.
Baustelle - Amen (2008)
Venendo all’album, dopo mezzo milione di ascolti ininterrotti posso affermare con serenità che Amen è davvero un gran bel lavoro. I puristi del gruppo a quanto pare stanno un po’ storcendo il naso per la eccessiva “commercializzazione” della band, molto passata in radio negli ultimi tempi; ma che si fottano pure i puristi. Molto lungo rispetto agli standard odierni (17 pezzi) va metabolizzato per essere compreso. Gli argomenti trattati non sono affatto banali: il singolo che gira per le radio al momento si intitola “Charlie fa surf” e, ad esempio, riguarda l’adolescenza. In proposito, piccola parentesi su di un dubbio amletico che i butei attanaglia: cosa pensano in realtà i Baustelle degli adolescenti? Mia personale interpretazione del brano è che si voglia principalmente fare ironia sul mondo degli adulti e sul modo di vedere l’adolescenza come una condizione che necessiti di forme di coazione/coercizione, senza disdegnare una qualche perplessità pure sul mondo del giovane Charlie. L’impressione è che le bastonate che i Baustelle raccomandano per lui siano le stesse che vorrebbero prendessero tutti coloro che cercano di porre un certo tipo di regole. Parallelamente pare ci sia però una sarcastica visione ambivalente: Charlie non meriterebbe nessuna bastonata, perchè quello che fa è dovuto alla sua ipersensibilità adolescenziale; anche se...anche se, in effetti, una mazzata ogni tanto non gli farebbe così male. Della serie: si scherza, ma anche no. [ndSentenziosi: ma anche della serie “Dopo questo ragionamento, rinchiudete quest’uomo, SUBITO, grazie” p.s. la citazione è di un’opera omonima di Cattelan, dai lo scrivono tutti e scriviamolo anche qui…].
A parte il buon Charlie e le suo tonnellate di pornografia, si parla pure di lavoro sottopagato in Puglia nei campi di pomodori (“Spaghetti western”), della tragedia di Vermicino (“Alfredo”, canzone, senza ironia, angosciante), del mondo dei senza-tetto e della loro vita alla stazione dei treni di Milano (“Antropophagus”), di libertà (“Baudelaire”). Perla dell’album, mia personalissima opinione, è l’ultimo brano: “Andarsene così” (l’intro per la verità inizia nel precedente e so ‘70s “Ethiopia”). La vera difficoltà nel cogliere il valore di questi brani deriva dalla assoluta non-banalità dei testi. La musica tende a farli scivolare e non ci si fa caso. Ma davvero, provate ad ascoltarli attentamente e scoprirete un altro album; un album in cui realmente ogni pezzo ha una sua piena dimensione e natura. Ascoltarli farà si che i più orecchiabili “Colombo” e “Il liberismo ha i giorni contati” passino in secondo piano rispetto ad una “Spaghetti western” o come dicevo “Andarsene così”. Le musiche poi sono ottimamente realizzate, con svariati innesti di orchestre (molto anni ’60) e con digressioni sull’elettronico.
Insomma, bell’album, discretamente bravi dal vivo ma categoricamente da risentire in altra location.
recensione di Butel-M*
36 commenti:
concordo su tutto..anche sull'innamoramento nei confronti di rachele...e sui limiti di francesco nelle esibizioni live...sarei voluto andare a Vicenza ma tornavo da londra quel giorno....fanno parte del mio ipod medio,da persona media,quale sono
Sono una grande band, se ora facessero un best of selezionato davvero bene (e non una stronzata di compilation con totale finalità di vendita), avremmo fra le mani uno dei migliori album italiani di sempre.
Ma i best of, si sa, non valgono.
A me non dicono un emerito cazzo; anzi mi sembra un po che siano il fenomeno del momento vedi Lunapop dei tempi d'oro.
Degustibus eh sia chiaro.
bella
sospendo il giudizio sui baustelle e su tutto questo dibattito dannatamente radical-chic x dare il giusto riconoscimento (da vero nerd) a quella citazione ad "addolorato" buttata lì così, en passant..una chicca... quella sì attenta analisi sociale, altrochè charlie del mega.
butel-M* rulez...respect
nooooo i baustelle no! questa lagna finto poetica vetero patetica anni '70 soft, ma proprio soft, che più soft non si può..ma che poi soft non è perchè i testi sono pesi e anche la musica dopo un pò non ce la fai più e il sonno avanza avanza avanza..e ci si ritrova in poco tempo fra le braccia di Morfeo.
mi cascate proprio sulla Music signori..anche le altre volte comunque..consiglio abbondanti dosi di BU..
ahimè è la fine!
mi piacerebbe sapere cosa pensa pino scotto dei baustelle, domani gli telefono.
In caso salutamelo
Pino Scotto, dico
nonostante le apparenze persona assai affabile:
ci siamo conosciuti a un concerto mitico del cantante degli Uriah Heep a Brescia alla sfinge
I Baustelle, li ascolto se capita, ma mi sanno un pò troppo di già sentito
Comunque gradevole il resoconto
Io un'idea ce l'avrei riguardo a cosa penserebbe Pino Scotto dei Baustelle, ma non credo sia possibile riportarlo qui..
Censorship ButelInfo
Non mi piacciono affatto.
Concordo pienamente con H3nry.
Che manica di pecoroni. Dobbiamo rivedere qualcosa nel nostro marketing, palesemente attiriamo un uditorio non all'altezza. Boner, il dibattito è dannatamente radical-chic. Sentenziosi è radical-chic. Anzi forse radical-chic è una definizione obsoleta e banalotta; direi post-radical-chic piuttosto. La citazione era per pochi eletti, touché.
Bravi. I baucosi.
A me sembrano la copia cesarotta anni '70 di Cristiano Godano & C.. Ma io ascolto quasi solo Pearl Jam e the best e the very best of Sanremo giovani, quindi il mio giudizio volutamante polemico non conta
Discussione molto valida.
Almeno che non abbiate ascoltato dalla prima all'ultima canzone della band. Escluso ultimo album, come è stato scritto questa è la svolta commerciale e il vero (ghost)song-writer non c'è più perchè semplicemente non è più interessato a questa nuova svolta "strokeggiante", così dice.
I primi due album hanno navigato il meglio della musica italiana 60-70, mica devo cadere per dire che sanno fare musica questi, e di ottima confezione. E poi le liriche, le liriche: sembra strano, ma ogni tanto piace anche ascoltare quattro stronzate citazioniste senza particolare nesso nella costruzione dei periodi. Anche qui, tradizione anni '70 secondo me.
"molto" valida, intendo
Ma sei fuori! tutte la canzoni dei baustelle...piuttosto mi ascolto tutti le compilation di Yano. Quelle si che son fighe. Da GuzMan direi vecio. Altrochè palle mosce.
Pino non sei tu!
Se no avresti colto dal mio post qualcosa sulla nostra conoscenza alla sfinge...
PUSSA VIA IMITATORE DI PINO SCOTTO!
Poi vero non hai la sua parlata lombarda...
Già vi vedo durante il concerto a cantare a squarciagola con le lacrime che scendono sulle guance.
Se dall'infelice panorama musicale radiofonico italiano dovessi salvare una band, salverei i Baustelle...
Ma personalmente, dopo ripetuti ascolti ho deciso! Bocciati!!
un disco che dopo cinque ascolti annoia e se non annoia significa che l'ascoltatore è di gusti abbastanza semplici.
Le liriche possono anche essere simpatiche, ma la musica fiabesco pop sembra stata composta da Alice nel 'paese delle meraviglie Recording Studio'
A tutti quelli che ci danno addosso: "Love & peace, ma succhiateci sto cazzo!" (e una patata ndBastuelle)
Io sono senza parole.
Io i Baustelle non li ho mai ascoltati, ma siccome sono il tipo che se non conosce una cosa la denigra, allora vi dico che i Baustelle mi fanno cagare!!!
Addio.
a me i baustelle stracciano le palle, a parte qualche canzone che è davvero una chicca...per ascoltare un loro album dall'inizio alla fine dovevo usarmi violenza, però gusto mio.
ciò nonostante massimo rispetto perchè sono indubbiamente dei bravissimi musicisti ed hanno effettivamente degli ottimi testi. parlo dei vecchi album perchè l'ultimo non l'ho mai sentito...poi dicono che siano degli stronzi da antologia...
Maronnquantopressapochismo
Butel Info: la tua opinione è l'unica condivisibile.
Uonabì: non è vero, anche la tua è condivisibile. In particolare:
"i baustelle stracciano le palle, a parte qualche canzone che è davvero una chicca"
L'hai detto, hai capito.
"bravissimi musicisti ed hanno effettivamente degli ottimi testi. parlo dei vecchi album"
L'hai detto, hai capito.
Però, dai, si ammetta che hanno seguito un giusto percorso progressivo dal basso verso la deriva quasi pop, secondo me sono quasi esenti da colpe: hanno dato per le nicchie, ora vanno alla conquista delle macronicchie.
Poi, vabbè, restano dei tristoni ma questa è forse la prima cosa scritta nel post.
Che siano degli stronzi d'antologia non l'ho sentito mai. Fonte? A parte "i giri vecchio", intendo.
Baustelle, Justice, Digitalism..
E poi parlate di Cattivo Gusto..Questo è Cattivo Gusto senza dubbio..pessimo, osceno direi.
Pietro, torna indietro.
"Baustelle, Justice, Digitalism"
Certo, e dove è stato scritto che non è cattivo gusto? Eh?
Ci sono delle recensioni, e si dicono delle cose (ma pensa).
Leggi o scorreggi?
Che mi prendi per u culo? non è scritto, ma si capisce benissimo che per voi sono er mejo..dopo i daft punk ovviamente..altra gigantesca montatura-tamarrata-peggio degli occhiali di lapo!dovete scriverlo a caratteri cubitali: QUESTA E' MUSICA DI CATTIVO GUSTO (oppure di m..) E NOI NON CAPIAMO UN CAZZO DI MUSICA.
Dopo sarò contento.
Pietro ha espresso ciò che un po' tutti abbiamo nel cuore, ma in fondo la musica è una questione di gusti, non di bellezza oggettiva..a me per esempio piacciono i Manowar, che sono oggettivamente una cagata pazzesca.
E quali sarebbero dei buoni gusti musicali caro Pietro? Illuminaci o divino. :S
Comunque sia ritratto parzialmente sui Baustelle. Qualche testo non è malaccio. Come "Il liberismo ha i giorni contati".
Ps: i Digitalism non toccatemeli, sono dei fottuti geni.
ButelInfo: madonn, anch'io per curiosità diedi degli ascolti ai Manowar e confermo che sono terribili.
Pietro: 'a uomo dell'ottoscento, torna tra noi.
Comunque io non parlo della tua demenza musicale (non conosco i tuoi gusti e ovviamente non mi interessano), ma colgo la tua incapacità a leggere tra le righe:
- noi siamo dei geni
- noi abbiamo una cultura musicale inarrivabile
- siamo bellissimi (ora non c'entra, ma ripetiamolo).
E comunque sui justice: "Justice sono la pronto moda, l'apice dell'elettronica per le fauci delle nuove leve, il prêt-à-porter dello sballo ggiovane"
E comunque sui Digitalism:
"suonano un'oretta di buon suond elettronico, ripercorrono in maniera abbastanza personale le tracce del nuovo album (nuovo...) senza stupire esageratamente seppur con dei mix di ottimo livello"
"la voce da scemo nelle canzoni dei Digitalism e proprio di quello biondino magrolino. L'altro, l'orsetto, mixa e intrattiene il pubblico con frasi da vero entertainer come: "This is the biggest party ever in Turin..", e andiamo..."
Idoli? De che? Prima di andare ai concerti, è già tanto se abbiamo sentito l'album. Noi NON siamo critici musicale, siamo fruitori di eventi. E' radicalmente diverso.
E questa non è la nostra musica, ma è quella che gira nei posti gggiovani per sssballarsi, ok? E mo' basta.
Sui Baustelle non ritratto, magari si può citare la critica se ti va.
E pessima musica? Musica di cattivo gusto? Maybe, de gustibus, bla bla.
Vedo che non ti sta bene.
Ritieni questo un momento per cambiare aria, magari.
ihihi che ridere! come te la sei presa..comuque sentenziosi è ottimo come critica nei confronti del veronese doc (ovvero l'ignorante in persona), quello che poi non leggerà mai sentenziosi. Quando invece allarga i confini con discorsi altri (arte, musica, filosofia? nichilismo ovviamente) si sbrodola addosso e vengono fuori i limiti dell'operazione..e quelli li legge gente che (magari, dico magari) ne sa più di te..e qui ti incazzi!
e poi mi vieni fuori: "mai detto che sentenziosi non ha limiti" oppure "mai allargato i confini" citando un post di sei anni fa..ma che me frega..
Oh si polemiche gratuite...oh si...oooh....mmm..scusate, mi ricompongo.
Inutile ribadire che la presenza di anonimi et similia criticatori gratuiti altro non è che la testimonianza della salute del blog.
Comunque è semplicemente impossibile che i post siano letti da qualcuno che ne sappia più di noi: banalmente, non esiste nessuno PIU' di noi (tranne Butel 0 s'intende). Ve l'abbiamo già detto che siamo anche bellissimi?
Scusa...un flash: non è che sei Marco Gallo per caso?
Giuda ha ragione, ma in fondo cosa saranno mai le mancanze dei Sentenziosi di fronte a ciò che ha fatto lui ieri all'alba??
per stasera dovrebbe essere bell'e morto comunque
Chill out Pietro l'Iscariota, respira, è tutto a posto, nessuno è in agonia al momento.
Comunque non è che adesso te ne puoi uscire con un "ma che me frega", siamo onesti. Excusatio non petita, accusatio manifesta: tu hai fatto riferimenti a, io ho risposto con citazioni a. Il "post di 6 anni fa" è una scusa che non sta in piedi, questo è pressapochismo dai.
Per toglierti il cruccio definitivamente, ripeto che gli "idoli" sono altri.
Ad ogni modo, è EVIDENTE che sei fuori luogo qui.
Mi spiego.
Il denigratore va bene, ci vuole, lo stimiamo, ce ne cibiamo (e un po' blogghiamo anche per essere sfottuti). Tuttavia c'è denigratore e denigratore. Tu incarni un topos che è stato ricorrente dall'inizio al sinora dell'"operazione" (bella scelta di termini, Lapo) e dopo un po' la ridondanza semantica di questo commenti stanca, se mi permetti: il commentatore denigratore 2.0 con fregio di pressapochismo espone un commento negativo con assoluto pressapochismo, in attesa di una risposta per alzare le polveri. Scelta solitamente apprezzabile, senz'altro, ma ciò non toglie il pressapochismo e la mediocrità (dell'operazione).
Es. Cosa vuole dire "quando si parla di arte, musica, filosofia(FILOSOFIA?) vengono fuori i limiti dell'operazione"? Non il senso della frase, quello è chiaro, intendo la critica, dov'è? C'è? No, non c'è. C'è un giudizio pressapochista che serve quanto i bagnini alle piscine Santini [personalmente ritengo la battuta un gioiello, giusto per darti la caratura del personaggio che hai di fronte...]
Ora, tu potresti a ragione ribadire: "Eehh sì, e voi allora, e voi quanto pressapochisti e mediocri siete eh?". A NASTRO VECCHIO, ci abbiamo ricamato su tutta la nostra cifra stilistica, ma noi siamo autori (dell'operazione), tu sei il commentatore, tu vieni a spolverare la cattedra, io ci tengo la lezione.
Ad ogni modo, e ora sono serio, al di là della polemica ti do atto che non tutti i lettori possono avere il riferimento dei punti saldi (dell'operazione). Ci stavamo pensando da un po', ad una specie di pagina "Chi siamo/Cos'è Sentenziosi/Come funziona/Disclaimer". Magari è la volta che si fa.
Un abbraccio forte (seeee) e continua a commentare con immutato entusiasmo.
Ecco...la battuta sulle Santini ci fa capire la caratura del personaggio :S
dei Baustelle salvo solo Rachele gran pezzo de phiga...ormai stanno prendendo il posto degli ormai sciolti LA CRUS considerati "gruppi di nicchia" e tutto questo è maledettamente SNOB!!
fonte qualche intervista che ho sentito e un amico che li ha seguiti per un paio di tappe di qualche tour.
ergo, i giri vecchio.
ohi-ohi.i comunisti.mi spiace buttarla cosi.ma o vi manca di riascoltare fool on the hill o il miglior Bolet.gente, rispetto per i baustelle.a gaber piacerebbero.e tacete invece di intellettual-discernere un po' alla biscotti Colussi.ma perche' no glòobal deve significare analisi-contrasto-pisciodovecapita?rigore,educazione.rinuncia.siete canne al vento.e smettete di fumare che deboscia.
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