09 settembre 2008

Pheega a Venezia, evvai. Un Giorno perfetto, Frut1 vs Ferzan Ozpetek

Pheega e cinema italiano al Festival del Cinema di Venezia
Frut1 al Cinema di Venezia. Prima del post, una sana e gratuita dose di pheega. Mica uno arriva a Venezia per inseguire chissà quale alta arte cinematografica…Quanto è bona la Riccobono? Siamo ai massimi livelli della topa: top della topa.

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stefania sandrellifestival cinema veneziabiennale cinema venezia



Eva Riccobono e le altre
Breve intervista personale tra l’ego di Frut1 e Frut1:
F1: ”Visto pheega?”
EgoF1: ”Pien, me le farei tutte!”
F1: ”Che ne dici della Riccobono?”
EgoF1: “Assurda, vecchio. Ma che dire di queste 30 maschere???”
F1+EgoF1: “Un solo imperativo categorico: "sborrare” e scusate il mio francese…

Ricordo che quest’anno al Festival del cinema di Venezia tra molte polemiche erano presenti in concorso ben quattro film italiani. Immediate riflessioni di Frut1: ”Che cazzo è il cinema italiano? E quante sale ha? Ha i gelati o solo il pop-corn?”.
a) Muller vorrà rilanciare il cinema italiano? Forse.
b) il cinema straniero è caduto così in basso da venir surclassato dai film italiani? No.
c) Possiamo ritenerla forse un’operazione di italian movie marketing mafia? .

Per sicurezza (eh uno ‘ste cose le deve sapere…), Frut1 si è recato a Venezia a controllare. Preso possesso dei suoi super vip pass (la tessera del Blockbuster), ha deciso di spendere la modica cifra di quaranta euro per guardare l’atteso film italiano di Ferzan Ozpetek: Un giorno perfetto. Che se spendi quaranta euro, il titolo è già una presa per il culo.

Ferzan Ozpetek un giorno perfetto



Vestito da surfista del Lido, l’alito da panino alla salsiccia e peperoni e lo sguardo perso nel vuoto della figa (i buchi neri, sempre per citare alto cinema), Frut1 è entrato in sala per ultimo facendo sfilare davanti a se tutto il jet-set italiano in abito da sera e molto glam (il gel-set).

Inutile ribadire che le ultime due decadi hanno visto il cinema italiano in declino e bla bla, rimangono i soliti senatori da film di serie B, qualche nonno che però ha perso brillantezza e una nuova generazione di registi che “ogni tanto” se ne esce con qualche film appena appena generazionale, storie di padri figli difficoltà pianti precariato. Le perle? Ci sono, sono rare com’è giusto che siano anzi rarissime ma non se le fila manco il ricercatore di perle. Qualche tempo fa Tarantino stava passeggiando da queste parti e prese per il culo tutta la nostra industria, vecchia, stanca, noiosa, solo film generazionali, che fine ha fatto la patria del cinema, ecc. Il sistema s’incazzò e reagì. Nella persona di Verdone, mh.

Eh si, vergognati Quentin, restiamo noi gli indiscussi maestri de’a commedia trash, co attori che parlano er romanaccio-coatto e che la gavetta l’hanno fatta nelle soap-opera. Generi peraltro esportabilissimi nell’Est Europa e in Sud America.


Sala Grande ore 19
Tra erezioni incontrollate, il film ha inizio. Finisce pure, grazie a dio.
Ai titolo di coda come non pensare che forse quaranta euro potevano rimanere nel moleskine ed essere spesi in alcol per sbronzare Butel1? Osservare il gggiovane B1 in azione sotto l’effetto di una balla biblica e delirante, mentre inveisce sul mondo, sulla pheega e su Frut1, è uno spettacolo imperdibile e ricco di colpi di scena che questa sceneggiatura si sogna.


Un giorno perfetto



Una coppia, sposata con prole e – sentite questa – separata. Da non credere eh? Il trauma della separazione ed il ricordo delle tette della moglie (Isabella Ferrari, mica..). Ma attenti – sentite questa – c’è una tragedia in agguato! Uuhh. Bang bang he shot me down, bang bang you hit the ground. Primi piani e ancora primi piani ed i butei insorgono perchè vogliono vedere più zinne (sia lodato il piano medio. L’america che grande nazione: Coca Cola e zoomate sulle tette, grazie Porter). Introspezione, ancora introspezione, misteri ed inquietudine. Nove personaggi e la loro vita in ventiquattro ore in cui i loro destini si incrociano, dove l’ex-coppia rimane il fulcro della storia in una Roma meno frenetica di Cavaion Veronese, fatta di vita reale e spesso raccapricciante. Soliti stereotipi italiani fatti di matrimoni falliti, tradimenti, violenza e teghe, teghe ed ancora tante teghe.


La critica
Fischiato dagli intenditori ma applaudito in Sala Grande poiché alla presenza del cast ed del regista le persone che presenziano alla proiezione sono per il 70% ignoranti, il 20% ospiti di parte e solamente il 9% intenditori (il restante 1%, cioè Frut1 ed il suo vicino, due surfisti smarriti e fuori posto che pensano al piano migliore per scoparsi più maschere possibili ovvero 0).
Dopo una sessione di applausi durata ben 10 minuti, tempo limite di resistenza dopo il quale raggiungere il punto di autoaccensione delle mani, il pubblico sembra aver apprezzato il film.
Il film proiettato il giorno precedente per la critica e gli accreditati, presso le restanti Sale del festival, ha provocato gelo tra gli esperti, pure alcuni fischi. La critica boccia, il pubblico no. E ci volevano due proiezioni? Non sarebbe bastata, chessò, una puntata di Cinematografo di Marzullo, con quelle intelligenti interviste agli spettatori imbecilli dei cinema di Roma?


La critica del Fruttone

  • L’è un film de merda.
  • Dove sono le tette? Ridatece la Fenech e Sabrina Salerno davanti alla cinepresa.
  • Basta co l’accento de Roma. Non se ne può più.
  • I film di Ozpetek non mi sono mai piaciuti, ma Un giorno perfetto è sicuramente il peggiore lavoro finora realizzato dal regista.
    Voto: 4

Conclusione
Il Festival è un evento che vale di brutto, roba interessante, pheeghe di gran livello, occasionali incontri singolari con qualche artistoide meno culatone del solito, eventi collaterali niente male (es. Circuito Off).Prima e dopo la proiezione un iter standard: sfilata sul tappeto rosso, presentazione del film e degli ospiti in sala, visione del film ed il finale che vuole molti, troppi ed ancora mooolti applausi. Quest’anno purtroppo lo spettacolo non ha trasmesso piacevoli sensazioni al Fruttone, anzi un’incredibile delusione. L’anno scorso la proiezione di Brian De Palma gli ha procurato un’ustione del terzo grado su entrambi i palmi delle mani, quest’anno al massimo ha ammazzato un paio di zanzare.

3 commenti:

Butel1 ha detto...

*inserire bestemmia* la Riccobono!
Che roba quella femmina lì.
Ci sono 'ste sicule bionde come le nordiche che sono una cosa dell'altro mondo.
Una volta ho incontrato la Abbagnato (erano le 3 di notte e stavo dormendo) e, seppure non bella come Eva (la MIA amica Eva, pussa via Fru1), ha una classe da smascellata multipla. Voglio dire, fa l'etoile all'opera di Parigi.

Un giorno me la dovevo fare; vabbè poi niente, è arrivato Lapo e ha offerto di più (le ha fatto guidare con mesi di anticipo la nuova 500).

Anonimo ha detto...

Confermo la bonaggine della Riccobono (invidia invidia invidia) però ho visto delle foto fatte in occasione della festa per Valentino in cui indossava delle scarpe che oserei definire, con un eufemismo, altamente improbabili.
Zeppe assurde e bruttissime, sicuramente da otto milioni di dollari e firmatissime (lo so, sto spudoratamente facendo di tutto per trovarle un difetto, non c'è bisogno che me lo si faccia notare -_-).

Unknown ha detto...

La Riccobono è una bella figliola, ma sappiate che in sala durante le proiezioni si possono vedere fanciulle interneciunal moolto più pheeghee.Ragazzi,da star MALE

A breve altre foto sulla Mostra del Cinema di Venezia.Butel1,preparati!