06 gennaio 2007

Un altro capodanno da Butei®. Nuovi contributi dai lettori

Nuovi contributi da parte nei nostri lettori. I butei ci raccontano il loro capodanno e sentenziosi li ospita affettuosamente. Alcune considerazioni; le avventure dei Butei ai neofiti del Blog o a forestieri del magico mondo dei butei possono sembrare spesso assurde e a tratti inverosimili. Noi invece Butei fino al midollo (forse) sappiamo che fatti come quelli dei protagonisti di questa avventura potrebbero accadere in una qualsiasi serata tipo alcool-pacche-saluti-vecio-che sbronza. Tirare dritto ad una curva, rendere inutilizzabile la macchina, come gli autori del post, ti può costare almeno 3000 iuri. Smontare ed esclamare: “Somma…me son’ rampicà su pal monte…” bè, questo non ha prezzo (e comunque per tutto il resto c'è butel1card).
Del resto, parafrasando un po' il sommo Elio, per i Butei tutto è possibile, un Butel una volta è morto.

Un capodanno da butei
Flashback version: I preparativi.
ovvero quello che i butei avrebbero potuto fare ma grazie a dio non hanno fatto.

Come si sa, in ogni agglomerato umano esiste la funesta figura dell’organizzatore.
Anche tra i Butei esiste questa figura e per mia fortuna, tra Noi butei, tale ruolo è egregiamente svolto da una graziosa fanciulla che ha fatto irruzione nelle nostre vite approssimativamente quest’estate. Come si confa’ ad ogni organizzatore che si rispetti la nostra amica G*** da tempo immemore si aggirava per la dolce Verona fiutando l’aria in cerca di una valida location per degli altrettanto validi festeggiamenti di fine anno. Quand’ecco che, aggirandosi un giorno per uno dei Butei’s Headquarter, la Frinzi, la nostra G*** restò folgorata da un volantino che reclamizzava una prossima magnifica, impedibile, festa di capodanno presso l’Hotel Cristina di S. Rocco in Roverè Veronese.
Così, travolti dall’intraprendenza tipica del personaggio, ci siamo lasciati trascinare in un impresa stranamente intelligente per gli standard organizzativi propri del Butel medio: una spedizione in avanscoperta in vista del cenone di fine anno.
Caratteristica tipica dell’organizzatore è quella di coinvolgere in qualsiasi evento un numero spropositato di butei, gente che per lo più non si rivedeva dai tempi delle medie, ma che alle incessanti insistenze non ha saputo declinare la strepitosa offerta, giungendo con entusiasmo al tipico “puntel” dei Butei in Piazza Vittorio Veneto al grido di “ciao vecio com’ela? E’ a buso tempo che non ti vedevo” (vecchio schema pacche saluti ndR butel 1-2)
E così effettivamente è stato. Ritrovo fittizio ore 20:30, arrivo medio dei Butei ore 20:55. Consci che di li a poco il ritardo avrebbe toccato punte mai viste e considerando l’avanzo di n Butei aggiuntisi in regime di overbooking, si decide di dare il via ad una delle tipiche prove speciali Piazza-Ristorante (decisamente degne oramai di essere incluse nel circuito mondiale rally) con l’unica variabile, questa volta, della totale incoscienza di dove si trovi sto casso de Hotel Cristina. Fortunatamente, fiero nel suo capeggiamento di fila, sulle note della Cavalcata delle Valchirie, Butel-M* dichiara: “Io so dov’è: ci sono già stato.” infondendo una insperata fiducia nel resto della compagnia che si lancia al suo inseguimento.

Urge ora un piccola parentesi sul panorama montano che circonda la nostra bella cittadina. Per quello che mi riguarda l’approccio al fantastico mondo dei Lessini è sempre abbastanza traumatico. Il veronese benestante si schiera da tempi immemori in uno dei due partiti: Lago o Bosco. Ovverosia, la Verona-bene, da che mondo è mondo [non è vero, in realtà unicamente dagli anni ’60, ma è bello pensare che sia sempre stato così, ndr.] possiede alternativamente una seconda casa o in una delle ridenti località presenti sul Lago di Garda, o in uno dei tipici e amabili paesini arroccati sui nostri monti Lessini e pre-Lessini, una realtà quest’ultima, che gravita intorno al polo turistico per eccellenza della zona: Boscochiesanuova. Non è questo il luogo per una appassionante dissertazione sulla descrizione dei pro e dei contro delle due fazioni, ci basti sapere che il luogo che i Nostri stavano per raggiungere si trova sul versante dimenticato, per così dire, della nostra piccola Cortina in salsa scaligera. Ciò implica che una volta superati i metri 150 di altitudine sulla strada che porta a questi lidi, si ha l’impercettibile quanto opprimente sensazione di essere entrati in un tunnel spazio-temporale che ci sta lentamente riportando negli anni ’30. E proprio questa sensazione ci ha avvolto.

Tuttavia tale sbigottimento esistenziale, nel quale, eppure, i Nostri cominciavano a crogiuolarsi, è stato bruscamente interrotto dal tipico accadimento della serie: “prima o poi el dovea capitarghe”. Matteo-il-capofila ha fatto un dritto!Nooo!
“Eh butei, la strada ha curvato bruscamente, io credevo che la strada proseguisse dritta ma mi sono sbagliato, era solo una fucking simil strada sterrata. Somma…me son’ rampicà su pal monte…”.
Sconforto dei Butei.
Risultato: macchina inutilizzabile parcheggiata a bordo strada.
Già ma che strada? Dove siamo? Cazz* abbiamo sbagliato strada!
La situazione comincia ad essere drammatica: ore 22:30, i Butei dovevano essere al fantomatico Hotel Cristina alle ore 9:15 e non sanno dove stracazz* sia.
Puntuale arriva la telefonata di una parte della carovana che al grido di: “Mc Gyver ce l’abbiamo noi!” Presuntuosamente dichiarava di trovarsi davanti all’hotel in attesa che li raggiungessimo. Giungiamo ad una soluzione di compromesso dandoci appuntamento “a quello stop che c’è là” (ndR Butel 1-2 le indicazioni dei Butei fanno invidia al più preciso dei Tomtom go navigatore satellitare. Conosciuto anche come el tonto).
Scrutando le stelle e osservando i muschi sugli alberi, i Butei riescono in qualche maniera a ritrovarsi, e successivamente, come un’oasi nel deserto, giungono finalmente ad un benzinaio e di li a poco al famigerato Hotel.
Orrore: come ampiamente previsto siamo stati catapultati in un universo parallelo, in cui il tempo si è fermato, in cui le belle “gioine” erano belle nel ’34.
Veniamo accolti dall’affermazione: “La cucina è chiusa.” . Zio boa, pensano i Butei, ma pronta arriva una parziale smentita: “Se volete possiamo farvi delle pizze.”. Proposta più che ragionevole. L’amabile oste riesce però a deliziarci con una serie di colpi di classe in materia di “servizio alla veronese” (rinomato per la sua affabilità) che culmina con la consegna in tavola di una “mascarpone e rucola” senza rucola [una mascarpone sostanzialmente; verrà abbandonata alla terza fetta, ndr.], seguita dall’affermazione “emo finio la rucola”. Zio boa.
I Butei trangugiano il trangugiabile e si rituffano a capofitto nell’amabile piattume cittadino, assai paghi di questa esperienza montana.

L’esperienza ha avuto comunque delle note positive:

1-La molesta figura dell’organizzatrice ha forse inesorabilmente incrinato la sua credibilità, dando un assist formidabile ai suoi detrattori che poi avranno la meglio sull’effettivo svolgimento del capodanno dei Butei.
2- I Butei hanno trascorso il capodanno in un altro posto. L’acquisto a scatola chiusa di un capodanno @ S.Rocco sarebbe stato sicuramente improponibile, ma è stato meglio fugare ogni dubbio fin dal principio.
Siete delusi del vostro capodanno? Pensate che in fondo avreste potuto trascorrerlo in maniera molto peggiore. Come direbbe Igor [Aigor, ndr.], poteva sempre piovere.

Butel M*

21 commenti:

Anonimo ha detto...

La storia di Butel-M* é, lo ammetto, una vera storia da butei. Chapeau.
Alla fine dove siete andati?

Butel2: in effetti mi pare che stiamo esagerando con l'uso di questa Butel1card, o no dottò?

Anonimo ha detto...

Alla fine festa privata, per altro molto ben rganizzata nella maison M. a Cavalcaselle. Servizio catering, tutti amici, davvero ben riuscita. Mi preme sottolineare una cosa riguardo al pezzo: io Butel-M* non sono lo stesso butel M che ha fatto il dritto. La versione che avevo inviato conteneva dei nomi di fantasia che sono stati trasposti con le sole iniziali. Casualmente poi il mio nome è venuto a coincidere col suo, ma trattasi (per fortuna) di persone diverse.

Anonimo ha detto...

Butel-M e Matteo presenti nel racconto sono la stessa persona. Io non sono loro. Fine delle precisazioni.

Anonimo ha detto...

Si ragazzi scusate effettivamente potrebbero nascere curiosi qui pro quo a cui non avevo pensato. Ma comunque il messaggio del post non presenta alterazioni. Dico bene?

Ad ogni modo ci tengo a precisare che il pezzo è rimasto inalterato senza alcuna modifica se non gli asterischi,prefazione e note di butel1-2.

Tutti i cotributi dei lettori e i commenti non subiscono alcuna censura. Escluso quelli del nostro frut1 che talvolta ha l'inspiegabile prerogativa di irritare funestamente l'INCOMMENSURABILE.

Anonimo ha detto...

Ma non mi dire, Butel2 é stato disattento. Roba da non crederci. Proprio.

Mi auguro passi di qui al più presto Butel0 a spiegarti un paio di cose. Anzi, provo a chiamarlo, eh ma dubito "molto" che si faccia vivo nei prossimi 30 secondi.

Anonimo ha detto...

E invece sono già qui.
Butel2, stai molto attento, le continue disattenzioni stanno costanto uno smacco in qualità al blog.

10 frustate. Sui maroni. Come il nuovo James Bond "Mr. 2 espressioni ma forse anche 1 sola" D.Craig

Anonimo ha detto...

Mc Gyver è un personaggio realmente esistente. Noto per le sue geniali trovate ovviamente quella sera si trovava nell'unica macchina che era giunta puntuale a destinazione.

Anonimo ha detto...

Ogni gruppo di persone ha il suo personaggio tipizzabile, alla stregua di McGyver. Ci sono i vari McGyver, poi c'é Tyson (quello che pesta), c'é Schumacher, ecc.

Ricordo che mi chiamavano Rocco.

Anonimo ha detto...

Si dev'essere per la tua mostruosa somiglianza con rocco tanica degli elio e le storie tese.

Anonimo ha detto...

Si dev'essere per la tua mostruosa somiglianza con rocco tanica degli elio e le storie tese.

Anonimo ha detto...

E' un effetto chiamato déjà vu
E' un effetto chiamato déjà vu

Anonimo ha detto...

No dejavu nn lo voglio più sentire...già che ghe n'ho due balle così dall'altra parte! Anzi approfitto di queste pagine amiche e sfruttando l'anonimato vi chiedo: secondo voi quanto dura la nuova serata targata alterego? Io dichiaro dopo pasqua chiudono. Arrivano tirando gli ultimi fino a fine marzo, sfruttano le vacanze di pasqua per fare qualche festa e poi schiattano definitivamente

Anonimo ha detto...

Credo anch'io forse sei addirittura troppo ottimista. Il fatto è che proclamano il nuovo alter ego ma di nuovo non c'è un cazz, la gestione e basta. Certo l'uomo della strada potrebbe dire:"Gestione nuova nuovo stile" ma a giudicare da come hanno inteso l'inaugurazione di venerdì le novità che vogliono apportare mi sembrano ben poche se non nulle.
Venerdì ad ognimodo farà anche il pienone (forse) e se riusciamo faccciamo un salto così magari ne viene fuori qualcosa per il blog.
Adoro questo Blog (certo è il tuo brutto idiota ndR INCOMMENSURABILE Butel 0)nessuno censura nessuno e soprattutto nessuno viene mai accusato di essere off topic.

Anonimo ha detto...

Il bello è che neanche la gestione è veramente cambiata perchè tutta quella combriccola di pr "storici" che in teoria dovrebbe essere a capo di questa cosa, c'è sempre stata! Secondo me non riempiono affatto venerdì.

Anonimo ha detto...

Comunque il punto, sottolineato anche dal sottoscritto di la, resta questo: chi è quel genio marketing che ha chiamato la serata "nuova" del venerdì (il payoff é tipo: "alter ego mai visto così") Déjà Vu, cioè già visto?
Si prendono per il culo da soli?

Anonimo ha detto...

Dddio non farmici pensare...

Anonimo ha detto...

Non pensarci, proprio quello che devono aver fatto loro: c'est plus facile! (plausibile prossimo nome per la serata)

Anonimo ha detto...

butei... vi leggo dall'ufficio e ogni volta mi tocca piegarmi sotto la scrivania per non far vedere che rido :))))
Concordo con chi pensa che il nome "dejà vu" sia una defecata stratosferica!!!! frà l'altro questo venerdì non ha nessun inserimento nuovo in quanto i pr sono quelli di prima ma di molto ridotti, se ne sono andati infatti dei gruppi che a quanto so erano quelli che portavano la gente. Gli attuali pr sono gli stessi del sabato e della domenica pomeriggio e chi lavora o ha lavorato in discoteca sa che fare due serate nello stesso locale, al giorno d'oggi, con gli stessi pr che lavorano per entrambe le serate è molto molto difficile, soprattutto in una realtà come l'alter ego con un sabato forte di suo

Anonimo ha detto...

E dopo questa spiegazione comunicatio-motivazionale, non resta che attendere sto benedetto venerdì. Penso (=temo) fortemente che qualcuno di noi passerà da quelle bande a vedere che succederà.
Poi commenteremo.
Osservando i pro.
E i contro: sentenziando dove ci sarà da sentenziare. O anche dove non ci sarà da sentenziare: gratuiti ben volentieri, come sempre.

Anonimo ha detto...

Realizzo solo ora che l'articolo è firmato a nome Butel M* e non Butel-M*, pseudonimo con il quale vado aggirandomi oramai tra queste pagine. Maria che casin.

Anonimo ha detto...

ok al prossimo commento forse è meglio specificare, tipo
Butel M+ (ex Butel M)