Mostra di Josef Maria Achentaller - Gorizia
"Se l'opera d'arte è valutabile solo nei suoi valori visivi, se ogni linea, ogni colore ha un significato intrinseco, cade naturalmente ogni distinzione fra arte pura o di concetto e arte decorativa o applicata. La ricerca estetica appartiene a tutti gli elementi della produzione."
Fine dell’Accademismo e nascita del Movimento Secessionista (by Frutpedia)
Sul finire dell’800 con lo sviluppo industriale in Germania ed Austria venne a meno l’aristocrazia sostituita da un nuovo ceto sociale che portò il crollo dei valori e degli insegnamenti accademici che per tutto l'800 avevano guidato la produzione artistica che aveva rappresentato la tradizione monarchica.
Anche le città, come Vienna, si apprestano a diventare delle metropoli, centri di un Impero (quello austro-ungarico) formato da popoli diversi, per cui disposta ad accettare tutti gli stili anche quelli regionali. Vienna si adeguò a servire i bisogni della nuova borghesia tramite nuovi edifici, abitazioni con strutture moderne, in stile eclettico e dalle decorazioni neogotiche, neoclassiche e chi ne ha più ne metta (e “Sotomayor!” disse Auanagama spuntando alle spalle di Frut1).
In questo clima di cambiamento sociale ed economico un gruppo di artisti nel 1881 comincia a esporre nuove idee in merito all'arte, alla produzione industriale ed all'estetica.
Nel 1896 quaranta artisti capeggiati dal pittore Gustav Klimt dichiarano la scissione dalla Künsterhaus, la potente associazione ufficiale degli artisti viennesi legati all’accademismo.
L’artista
L’austriaco Josef Maria Auchentaller (Vienna 1865 - Grado 1949) è stato tra questi protagonisti del movimento cosiddetto Secessione, ma è poco conosciuto, robba di nicchia per veri intenditori come Frut1, mica…
Sinceramente non capisco perché resti così volentieri fuori dal canone e dalle “chiacchiere” sulle Secessione. Dev’essere stata una scelta markettara: “Come si chiama questo?” “Iosef Maria Auhhhenttalla” “Iosef Maria? Madonna. Aucccrrhrhrhrentalla? No no, nome troppo difficile. Questo non lo possiamo tramandare né insegnare, se anche qualcuno se ne dovesse ricordare il nome, lo scambierebbero per il re dei culatones altro che secessionista”.
Augentaler, il terribile cane che difendeva la soglia di casa del signor Rezzonico (che potefa reftare offefo!) mentre il prode poliziotto Huber si apprestava ad intervenire, ehm pardon volevo dire Asfidanken, il cane evocato da Ezio nelle battute del Drive In per circa un decennio, ehm pardon Auchentaller, fu noto soprattutto per i suoi manifesti pubblicitari e per le illustrazioni di riviste, dalle eleganti decorazioni floreali che divengono cornici per immagini dal forte impatto visivo [ndButel1: scusatelo, sta frequentando un corso per copywriter nel settore arredamento].
Anche gli studiosi hanno faticato ad inserire la figura di Auchentaller nella crew degli artisti viennesi aderenti al movimento secessionista. La difficoltà nel reperire le sue opere è stata la causa dell’isolamento dell’artista in un limbo di scarsa o quasi nulla conoscenza.
Che si sappia o no (no), Auchentaller nel celebre movimento viennese assunse un ruolo di primo piano, distinguendosi, oltre come artista, anche come responsabile di mostre. In quegli anni realizzò manifesti e copertine di cataloghi, così come ritratti, celebre quello quello della moglie Emma.
Abbandonato il movimento si ritirò con la moglie a Grado dove continuò a dedicarsi alla pittura fino alla fine dei suoi giorni.
Sul finire dell’800 con lo sviluppo industriale in Germania ed Austria venne a meno l’aristocrazia sostituita da un nuovo ceto sociale che portò il crollo dei valori e degli insegnamenti accademici che per tutto l'800 avevano guidato la produzione artistica che aveva rappresentato la tradizione monarchica.
Anche le città, come Vienna, si apprestano a diventare delle metropoli, centri di un Impero (quello austro-ungarico) formato da popoli diversi, per cui disposta ad accettare tutti gli stili anche quelli regionali. Vienna si adeguò a servire i bisogni della nuova borghesia tramite nuovi edifici, abitazioni con strutture moderne, in stile eclettico e dalle decorazioni neogotiche, neoclassiche e chi ne ha più ne metta (e “Sotomayor!” disse Auanagama spuntando alle spalle di Frut1).
In questo clima di cambiamento sociale ed economico un gruppo di artisti nel 1881 comincia a esporre nuove idee in merito all'arte, alla produzione industriale ed all'estetica.
Nel 1896 quaranta artisti capeggiati dal pittore Gustav Klimt dichiarano la scissione dalla Künsterhaus, la potente associazione ufficiale degli artisti viennesi legati all’accademismo.
L’artista
L’austriaco Josef Maria Auchentaller (Vienna 1865 - Grado 1949) è stato tra questi protagonisti del movimento cosiddetto Secessione, ma è poco conosciuto, robba di nicchia per veri intenditori come Frut1, mica…
Sinceramente non capisco perché resti così volentieri fuori dal canone e dalle “chiacchiere” sulle Secessione. Dev’essere stata una scelta markettara: “Come si chiama questo?” “Iosef Maria Auhhhenttalla” “Iosef Maria? Madonna. Aucccrrhrhrhrentalla? No no, nome troppo difficile. Questo non lo possiamo tramandare né insegnare, se anche qualcuno se ne dovesse ricordare il nome, lo scambierebbero per il re dei culatones altro che secessionista”.
Augentaler, il terribile cane che difendeva la soglia di casa del signor Rezzonico (che potefa reftare offefo!) mentre il prode poliziotto Huber si apprestava ad intervenire, ehm pardon volevo dire Asfidanken, il cane evocato da Ezio nelle battute del Drive In per circa un decennio, ehm pardon Auchentaller, fu noto soprattutto per i suoi manifesti pubblicitari e per le illustrazioni di riviste, dalle eleganti decorazioni floreali che divengono cornici per immagini dal forte impatto visivo [ndButel1: scusatelo, sta frequentando un corso per copywriter nel settore arredamento].
Anche gli studiosi hanno faticato ad inserire la figura di Auchentaller nella crew degli artisti viennesi aderenti al movimento secessionista. La difficoltà nel reperire le sue opere è stata la causa dell’isolamento dell’artista in un limbo di scarsa o quasi nulla conoscenza.
Che si sappia o no (no), Auchentaller nel celebre movimento viennese assunse un ruolo di primo piano, distinguendosi, oltre come artista, anche come responsabile di mostre. In quegli anni realizzò manifesti e copertine di cataloghi, così come ritratti, celebre quello quello della moglie Emma.
Abbandonato il movimento si ritirò con la moglie a Grado dove continuò a dedicarsi alla pittura fino alla fine dei suoi giorni.
Mostra
Esposizione allestita a Palazzo Attems-Petzenstein a Gorizia e composta da circa duecentocinquanta opere, molte delle quali assolutamente inedite: tele, disegni, studi, manifesti, bozzetti, gioielli, fotografie; alcuni materiali provengono da prestiti concessi dai più importanti musei viennesi.
Mostra suddivisa in sei sezioni, si sviluppa con un percorso che ripercorre la produzione artistica di Auchentaller dagli anni della formazione a Vienna e Monaco, passando attraverso l’esperienza secessionista e fino agli anni della maturità, quando rifugiatosi a Grado con la moglie Emma, si dedicò alla pittura di paesaggi ed al ritratto.
Parla il critico Frut1. Adieu.
L’Attems-Petzenstein è un palazzo settecentesco del periodo austro-ungarico molto bello ed elegante. Gli ampi saloni, le stanze decorate e gli alti soffitti affrescati fungono da gradevole cornice ad una mostra ben allestita, articolata in un percorso tematico sviluppato con sapienza e ben illustrato.
Le prime stanza mostrano la prima fase artistica dell’artista, con studi di forma di carattere accademico che rivelano la bravura e l’incredibile mano dell’artista nella riproduzione di paesaggi e volti con uno studio minuzioso della simmetria, della forma e della prospettiva.
Mostra suddivisa in sei sezioni, si sviluppa con un percorso che ripercorre la produzione artistica di Auchentaller dagli anni della formazione a Vienna e Monaco, passando attraverso l’esperienza secessionista e fino agli anni della maturità, quando rifugiatosi a Grado con la moglie Emma, si dedicò alla pittura di paesaggi ed al ritratto.
Parla il critico Frut1. Adieu.
L’Attems-Petzenstein è un palazzo settecentesco del periodo austro-ungarico molto bello ed elegante. Gli ampi saloni, le stanze decorate e gli alti soffitti affrescati fungono da gradevole cornice ad una mostra ben allestita, articolata in un percorso tematico sviluppato con sapienza e ben illustrato.
Le prime stanza mostrano la prima fase artistica dell’artista, con studi di forma di carattere accademico che rivelano la bravura e l’incredibile mano dell’artista nella riproduzione di paesaggi e volti con uno studio minuzioso della simmetria, della forma e della prospettiva.
Passando di stanza in stanza si può percepire l’evoluzione e il progressivo distaccamento del pittore dall’accademismo con opere dalle forme stilizzate e bidimensionali e l’inizio alle prime forme di decoro realizzate principalmente con soggetti floreali tipici dell’arte giapponese.
Interessante è la sezione dei manifesti e grafica dove compaiono opere che lo hanno contraddistinto nel periodo del secessionismo quando si dedicava prima alla rivista Jugend e poi Ver Sacrum ed alla cartellonistica mostrando un’incredibile capacità di sintetizzare la forma e cambiando il senso dell’estetica fino a quel tempo di stampo classico ed aristocratico.
Interessante è la sezione dei manifesti e grafica dove compaiono opere che lo hanno contraddistinto nel periodo del secessionismo quando si dedicava prima alla rivista Jugend e poi Ver Sacrum ed alla cartellonistica mostrando un’incredibile capacità di sintetizzare la forma e cambiando il senso dell’estetica fino a quel tempo di stampo classico ed aristocratico.
Proseguendo il percorso tematico della mostra si entra nella sezione dei quadri e delle allegorie.
Se devo essere sincero i quadri paesaggistici di Auchentaller non sono eccezionali anzi qualcuno è decisamente “un pattaccon” mentre nella sezione delle allegorie ci sono piccole opere, pastelli su carta, ricche di simbolismo e di carica erotica che ricordano lo stile di Klimt (e chi se no?) sia a livello tematico che figurativo.
Un’altra sezione che mi ha incuriosito (sezione delle arti applicative) mostra la poliedricità artistica e decorativa dell’artista: Auchentaller collaborò con l’azienda di gioielli del suocero Scheid. Qui si ha un’ampia documentazione dei progetti per opere di artigianato in oro e argento di articoli di lusso.
Un’altra sezione che mi ha incuriosito (sezione delle arti applicative) mostra la poliedricità artistica e decorativa dell’artista: Auchentaller collaborò con l’azienda di gioielli del suocero Scheid. Qui si ha un’ampia documentazione dei progetti per opere di artigianato in oro e argento di articoli di lusso.
L’artista iniziò a progettare spille, chiusure per collarini, pendenti e fibbie per cinture in Jugendstil, utilizzando molto spesso la figura femminile (donna-ragno e donna-farfalla) dalle folte chiome e forme ovali, a vortici e spirali.
La mostra si conclude con l’ultimo periodo artistico del pittore che ritiratosi a Grado inizia a dipingere paesaggi gradesi e ritratti che mostrano sicuramente la sua maestria nell’uso del pennello ma, a parte qualche quadro, sono opere decisamente anonime. Sì Josef Maria, diciamo che fanno un po’ cacà sti quadri, eh?
La mostra si conclude con l’ultimo periodo artistico del pittore che ritiratosi a Grado inizia a dipingere paesaggi gradesi e ritratti che mostrano sicuramente la sua maestria nell’uso del pennello ma, a parte qualche quadro, sono opere decisamente anonime. Sì Josef Maria, diciamo che fanno un po’ cacà sti quadri, eh?
Quest’artista ha avuto un’intensa ed importante attività artistica ma ha operato nell’ombra (cosciamente? Inconsciamente? Volutamente? Passivamente?). A differenza di Klimt e Hoffman che dipingevano quadri ed erano per cui considerati “artisti”, l’operato di Auchentaller limitatamente al decoro e alla cartellonistica non era sicuramente considerato una forma artistica in un periodo di transazione con la decadenza dell’aristocrazia e la nascita della borghesia, per cui tutt’ora rimane un’artista di minch... ehm nicchia.
feat. I grandi perché del Fruttone
Chissà, forse sarebbe diventato un artista noto se avesse operato in un’altra epoca, magari una (a caso) in cui la pop art e le figure stilizzate tipiche dei fumetti sono considerate delle forme artistiche, ma anche no.
Conclusione
Ottima mostra con un gran numero di opere, validissimo artista, allestimento e location promossi.
Se vi capita di passare per Gorizia, fino al 30 settembre potrete ammirare le opere di Josef Maria Auchentaller presso il museo provinciale Palazzo Attems in Piazza Edmondo De Amicis, 2 Gorizia. Altrimenti, dopo settembre sarà sposta in sedi più trafficate: a Bolzano presso la galleria Civica dal 24/10/08 al 25/01/09 ed infine giugerà a Vienna.
feat. I grandi perché del Fruttone
Chissà, forse sarebbe diventato un artista noto se avesse operato in un’altra epoca, magari una (a caso) in cui la pop art e le figure stilizzate tipiche dei fumetti sono considerate delle forme artistiche, ma anche no.
Conclusione
Ottima mostra con un gran numero di opere, validissimo artista, allestimento e location promossi.
Se vi capita di passare per Gorizia, fino al 30 settembre potrete ammirare le opere di Josef Maria Auchentaller presso il museo provinciale Palazzo Attems in Piazza Edmondo De Amicis, 2 Gorizia. Altrimenti, dopo settembre sarà sposta in sedi più trafficate: a Bolzano presso la galleria Civica dal 24/10/08 al 25/01/09 ed infine giugerà a Vienna.
1 commenti:
Fruttone caro, che meraviglia leggere questo tuo report..
Quindi pregherò i numi affinche mi diano la forza di andare a vedere la mostra a Bolzano o Gorizia, lo so che sarà molto difficile, ma la cosa mi tenta mille volte tanto...
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