19 gennaio 2007

Los Culatones

Los Culatones
Sottotitolo: al cinema

O Deus Magnificentissimus, Santissimus, ego pecchèi pecchèi e pecchèi. Mea culpa, mea culpa. Mea gravissima culpa.
L'altro ieri, andèi al cinema Multisala alla nummmero 5 e davano "Olè", fu solo allora che mi sedèi nella poltrona centrale, fila altrettanto centrale.

Mentre guardavo la pellicola, sentèi un affare durissimo in mano. Lo strettèi fortissimo e lo piglièi: ello non era un caramello e né una sbarra de fèro ma un pezzo de carne, che sembrava un salàmo.
Me lo strettèi forte forte forte forte in mano.
Era bello, era grosso ed era mio.

Me lo portèi ingelosito verso l'uscita, e fu solo allora che mi accorsi che attaccato al salàmo c'era un uomo bello alto, che mi faceva già impassire, aveva barba capelli e occhi tutti insieme.

Salimmo le scale di corsa a due a due e lo portèi nel mio pièpartèrre. Lo denudèi e lo bacèi fortemente su tutto il corpo. "Olè. Olè. Olèee, el torooo". Non vedei il film ma gridèi, eccome se gridèi.
Non si capiva più niente. Lo prendèi da tutte le parti, nelle narici del nasooo, dentro al buco delle orecchieee, e anche nel buco del culoooo. Mi faceva impassire, era una bella bestia, era una bestia che spingeva spingeva spingeva e io...lo amèi sempre più.
Che bell'uomo che era. Calmo ma non troppo. Una pasta asciutta e poi giù ancora, che mi faceva impassire, moltissimo, molto moltissimo.
"Bricchione, bricchione, dammelo in mano" Gli sussurrèi. Sei un belissimissimo ragasso e ora che stai per andartene ti dò il mio indirizzo. Scrivimi alla curia: Sua Eminenza Cardinale Marcello Fava, docente in storia del costume e delle liturgie applicate.
Ti porto con me a Las Palmas, gli dicèi. Facciamo un viaggio di sei giorni, tutto pagato. A vedere i palmitos e in incognito a parlare d'amor.
Oleee !!

Duchamp

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Trasposizione, in chiave moderna, del testo della canzone "Unisex", dei mitici SQUALLOR, sottotitolo, appunto, "Los culatones".. Mitico Duchamp, credevo di essere rimasto il solo ad ascoltare gli squallor!! BERTAAAA.... TI AMAVOOOO!!!..... MA SCENDI GIU' CHE TI..........

Unici..

Anonimo ha detto...

x Butel2:
"Lo prendèi da tutte le parti, nelle narici del nasooo, dentro al buco delle orecchieee"

Non le ricorda certi nostri ultimi discorsi? No perché a me sembra di aver parlato di cose molto simili recentemente. Non nel senso di prenderlo, s'intende. Darlo, in quelle zone lì e la.

[Sì, sono malato]

Anonimo ha detto...

:-) Infatti alfie,
trattasi di recupero storico.
Ho mantenuto il sottotitolo.

gli squallor hanno un particolare posto privilegiato, nella storia della canzone trash italiana.
la verve dadaista (presero per il culo tutti, ad iniziare da se stessi), mi ha sempre affascinato, devo dire.
nulla più è rimasto lo stesso dalla loro comparsa.
però purtroppo come spesso accade, poi con l'andare degli anni hanno percorso la china del commerciale, del ripetitivo, dell'ammiccamento al grande pubblico.

i film, potevano risparmiarseli...ahimè !

Anonimo ha detto...

LA STORIA DEGLI SQUALLOR, di Dario Salvatori (quel critico musicale con delle giacche anni sixties fantastiche!!)

(testo preso paro paro dal Dizionario della Canzone Italiana, a cura di Gino Castaldo, Curcio Editore)
....
Quattro amici, tutti ben inseriti nel mondo dell'industria discografica, i quali un po' per gioco, un po' per pura goliardia, ma anche per evadere dalla routine della discografia milanese, decidono di formare un gruppo la cui denominazione è tutto un programma. Giancarlo Bigazzi è un affermato musicista, Toto Savio è compositore e produttore, Daniele Pace è fra i parolieri che più hanno venduto in tutti i tempi, infine Alfredo Cerruti è discografico, produttore, non ancora autore televisivo, ma soprattutto fidanzato di Mina. Il loro primo disco esce per la Cgd con il titolo TROIA: una serie ininterrotta di gag, basse insinuazioni, battute pesanti, un disco a "taglio basso" che, dato l'anno in cui viene pubblicato, il 1977, avrebbe dovuto passare automaticamente nel dimenticatoio, e invece ha successo.

Nel 1978 escono addirittura due album: POMPA e CAPPELLE per i quali il discorso non cambia: Cerruti, voce stentorea a effetto nasale è il "cantante solista", Toto Savio il principale artefice delle musiche, a volte rubacchiate di proposito, a volte originali, a volte ancora semplici sottofondi per le battute. I dischi hanno successo, la radio comincia a trasmetterli, entrano in classifica, sia pure nelle posizioni di retrovia, e il gruppo diventa per molti un "must" del kitsch all'italiana. Sulla medesima linea ormai "classic", gli album MUTANDO (1981) e SCORAGGIANDO (1982).

Il gruppo subisce una prima battuta d'arresto con la morte di Daniele Pace (1985), autentico "spuntista" della formazione. Ma nel 1988 approdano alla Ricordi, dove Cerruti si è trasferito come direttore artistico, con ARRAPAHO (arriva al n.13 in hit parade e vende 180.000 copie) secondo alcuni l'album più riuscito, a cui viene accoppiato in simultanea un film, un autentico tonfo, ricercato però oggi come un momento irripetibile del pre-demenziale italiano. Nel 1984 esce UCCELLI D'ITALIA, dove le idee, la cattiveria, la satira e la voglia di pungere si dimostrano tutt'altro che sopite. Il 1985 è l'anno di TOCCA L'ALBICOCCA (n.11 in hit parade), un lavoro all'interno del quale si inserisce per la prima volta qualcosa di riciclato. MANZO, satira di Rambo, del 1986, è un album in cui gli Squallor appaiono per la prima volta assai provati.

Il gruppo appare smembrato e quelle occasioni di bagordi che costituivano un po' le loro riunioni di lavoro sembrano svanire: Cerruti, trasferitosi ormai a Roma; Bigazzi più alle prese con le sue barche a Punta Ala che non a Milano, e le non perfette condizioni di salute di Savio fanno pensare a una crisi. Successivamente Cerruti abbandona del tutto la discografia e il gruppo rischia di rimanere senza contratto. La formazione è comunque ancora attiva e le idee sono tante, tuttavia molto dell'antico smalto sembra scomparso.

Il limite degli Squallor è stato quello di trincerarsi dietro una sigla, anche quando le singole identità dei vari componenti erano più che note. Il passo successivo avrebbe dovuto essere quello di affrontare il pubblico. Diversamente da altre formazioni-sberleffo del passato (la prima che viene in mente è la famosa orchestra-spettacolo dell'americano Spike Jones) non hanno mai tentato invece il grande salto, accontentandosi dei limiti della sala d'incisione. Rimane il caso, più unico che raro nella discografia italiana, di un gruppo che è riuscito a vendere qualche milione di dischi non solo senza esporsi, ma anche senza un briciolo di pubblicità.

Quando l'immagine non è tutto. Anzi.

Dario Salvatori

Anonimo ha detto...

"duchamp ha detto...
:-) Infatti alfie,
trattasi di recupero storico."

Pure la faccina!!

P.S. Scarlett=Duchamp grupie.

Anonimo ha detto...

p.s.
grupie=sex toy del capo!

Anonimo ha detto...

Capo = Butel 1

Anonimo ha detto...

Io non credo Butel1.

Anonimo ha detto...

Ecco il mio regalo per voi...
Scaricatevi questi due mp3 degli squallor, prima che scompaiano..
La prima è UNISEX, sottotitolo LOS CULATONES.. la seconda è BERTA... Ci sono anche altre canzoni degli Squallor... Buon ascolto!

http://www.fantomatic.it/mp3/squallor/unisex.mp3

http://www.fantomatic.it/mp3/squallor/berta.mp3

Anonimo ha detto...

Arrapaho, che ricordi, citerei anche il film trashissimo