23 settembre 2008

MK Cucine ovvero cos'è quello showroom in viale Piave a Verona?

A noi ce piasce 'a cuscina, quanno sce l'open bà!
Ooopen baar, ooopen baaar
!


Questo venerdì abbiamo trovato risposta ad una domanda che da anni assilla l'automobilista scaligero: che è quello show room in viale Piave?
E' lo show room di MK Cucine, e quando ci fanno le feste arrivano un sacco di pheeghe. Sarà il richiamo dei fornelli?

Atelier Aperti
Evento abbinato ad Abitare il tempo. Ricordate, Abitare il tempo? Ufficialmente la fiera del mobile, in verità una scusa legalizzata per vedere le hostess più svestite del solito nel padiglione Camere da Letto (se fate attenzione, potete notare la spirale tra un accavallamento e l'altro, che manco Sharon...). Già ribattezzato l'evento del Fuorisalone di Verona (e te pareva), coinvolgeva gallerie, negozi e showroom vari, aperti al pubblico anche di sera e non senza essere carichi di alcol e abbuffet come sempre dovrebbe essere, come nostro signore ci ha insegnato ("Ricorda, fratello, non alcolizzare il prossimo tuo meno di quanto alcolizzeresti te!").

L'atelier (che poi atelier non è, che ve lo dico a fà) MK Cucine, marchio che ormai impazza pure in Campania, per l'occasione punta sul sicuro. Le feature della serata sono parzialmente da standing ovation.
Tra i pro abbiamo:
- ambiente su due piani non troppo lontano da questo

MK Cucine - Verona
(non chiedetemi se è una MK, che non ce ne può fregà de meno)

(usate la fantasia, aggiungete un secondo piano e un terrazzo esterno), il tutto poggia su una misterosia lingua di terra compresa tra viale Piave e il canale sul retro;
- open bar di vini e prosecchi, con premiata formula Consuma E Muori, già tanto cara alla Maison Sentenziosi;
- parcheggio abusivo - e ovviamente impunito - in viale Piave, con tanto di Polizia Municipale che giunge livorosa e spavalda ma altrettanto lesta si ritira sconfitta;
- tra hostess, freelance e pheeghe vere, diverse pheeghe; avvistati rari esemplari di Pheega da Coltelli cum tacchum vertiginoris;
- capitol cibo. Che si fa nelle cucine? Si cucina, specie se chiami una sottospecie di equipe di cuochi sardi (che accento avevano?). Riso di soia, gamberetti e verdure, alcune torte. Vabbè, la torta magari l'abbiamo buttata (senza magari) ma il resto pure buono, gamberetti di una croccantezza squisita;
- mostra di tale... (BOH!!!) con opere contemporanee cristallizzate nell'ormai abusata formalina già cara ai Young British Artists come quel cazzutone di Damien Hirst (del quale ricordo una battuta fantastica recuperata dal suo diario: "Mi sono sempre chiesto cosa dicesse David Bowie a suo figlio quando torna a casa, forse: Ma hai idea di con chi cazzo stai parlando?").
- tecnicamente noi eravamo lì per un solo motivo: fare i frosci della situazione. E' un po' una dote ingenita che abbiamo... c'è un party di classe? C'è la pheega ma nessuno vuole fare il gay? Mannaggia e ora come si fa? Eccoci! Niente, avevano pure quelli, incarnati nei corpi di (battesimo testuale in loco) "quei due culatoni copywriters!", per intenderci incravattati fino al soffocamento, capello corto gellato a punte e occhiali Mikli che fanno sempre creativo (di un'agenzia milanese che sta per chiudere i battenti magari - e dopo chi, chi si concederà ancora l'aperitivo al Radetsky?).

Fin qui un evento impeccabile.
Contro:
- che noia. A parte bere e mangiare, quand'è che succede qualcosa? Ad esempio, dov'era il dj coi mash-up anni '70-'80 vs. old school rap?
- avendo parlato con una serie di figuri, realizziamo che a questo evento di design (gli atelier aperti, ricordate? Il design, l'arte...) l'ultima cosa di cui si parla forse è proprio il design; meno male. Nutrita la schiera di commerciali e addetti del settore, brillanti conversazioni su fiera, ante, cassettiere.

Conclusione
Promosso. Evento quasi classy in uno showroom piuttosto cool. Le cucine fascia alta di MK Cucine richiamano pheeghe di fascia simile.

21 settembre 2008

(Verona) Tonight vs. 2Night (che non sono la stessa cosa)

Poichè l'esimio 2Night certo non bastava (in effetti: no), fa la sua comparsa nell'arena del giornalismo (sic!) sulla nightlife veronese un nuovo agguerrito player, un nuovo sito da tenere d'occhio per eventi certamente memorabili: Tonight. No aspetta, quello era l'altro, scusate, dicevo, un nuovo agguerrito player: Tonight. Azz, di nuovo, chiedo venia. Ecco il nuovo player: Verona Tonight. Ehm...
[memo vocale: convertire Sentenziosi in Tonight Sentenziosi, il nuovo reality dove dei tizi vanno per locali, scrivono recensioni davanti alla telecamera, vengono nominati e ogni settimana un butel lascia la maison accolti dagli schiaffi di organizzatori di eventi e gestori di locali]

Con quel suo logo ammiccante che suggerisce facili copulate genital-anali e che rimandebbe ad un mondo di divertimento potenzialmente infinito,

Verona Tonight

Verona Tonight è la versione scaligera del fu Milano Tonight, oggi Tonight.eu in seguito ad un processo outsourcing di internazionalizzazione ("chiama quarcune pe'mettesce du locali de Londdra, BBerlino, Pariggi, Barccellona") e già catalizzatore di bburini milanesi certificati con l'hobby della critica estetica fai da te ("locale bello super musica" "locale brutto zero fighe") come forse solo da queste parti viene evangelizzato con più trasporto.

Rapido confronto tunaiter
Cronologicamente parlando Milano Tonight viene prima di 2Night e qualitativamente parlando ospita più eventi e leggermente più in di 2Night (che a questo punto non si capisce perchè abbia avuto il successo che ha avuto, con tutte quelle sagre della porchetta e della renga segnalate a cadenza giornaliera).
In tema poi di partecipazione degli utenti e di - pardon, mi fustigo immediatamente - user generated content il confronto è quello impietoso tra l'elefante e la formica: 2Night non è altrettanto fatto per l'esistenza online 2.0, ricordiamo che nasce come cartaceo e tenta in seguito il salto della quaglia.
L'idea alla base di Milano Tonight è certamente buona e nel settore fu il pionieri anni fa: frequentatore di eventi, vie' qua, che puoi dire la tua! Dove dire la tua si traduce in = commentare/recensire/segnalare eventi e locali. Oggi alla protata di ogni progggggetto del genere e ripreso infatti pari pari ma proprio pari pari da 2Night l'anno scorso con l'originale slogan (sic!) "Start the revolution!". Ma quale revolusciò, ma va', va'...
L'idea dicevo è buona. Ma qual è il problema quando democratizzi troppo una cosa, quando defilippianamente tutti possono fare una cosa? Che la fa cagar. E via con la fiera dell'uomo mediocre e largo a vere e proprie perle della decostruzione linguistica italiana.

Comunque sia, alcuni dicono (cfr. Enciclopedia degli Alcolizzati 2007) che Milano Tonight sia la cosa che più si avvicina ad un Time Out London. Gli stessi, poi, indicano nella pubblicità Mulino Bianco il proprio ideale di vita e in Clemente Mastella il candidato perfetto.

Verona Tonight
La versione scaligera ovviamente non avrà nulla da invidiare alla celebre controparte meneghina e il fatto di attingere ad un bacino di utenza ma soprattutto di eventi più limitato, certo non getterà un'ombra imbarazzante sul progetto. I ragazzi ci sanno fare e sono organizzati:


eventi Verona Tonight

"Non ci sono eventi programmati per questa data" per i prossimi 300 anni luce (che poi non è lontano dalla verità, intendiamoci) mentre in home page c'è la recensione di un film uscito or ora, Indiana Jones.
Mh.

19 settembre 2008

Maturità alcolica, cap. 389

Ordine del giorno
Sms di Butel2: "Butel1, suggerisco di bere prima di cominciare a bere"

Approvato con Sentenza 389 dalla Corte di Sbronza Preventiva

18 settembre 2008

Non ditelo ai giapponesi! (pssst... l'Arena di Verona è commissariata)

E' ufficiale: il recente successo delle serate Just Married ai bastioni, ha mandato in bancarotta l'Arena di Verona, ora commissariata*.

Secondo alcuni si tratterebbe di buco nero collaterale all'esperimento del Cern, mentre da Palazzo Barbieri giunge il piano di rilancio:

flavio tosi


ha dichiarato Tosi. "Macchè opera lirica! I ggiovani hanno bisogno di musica ggiovane: i Cassius ragazzi, i Cassius, io c'ero!" aggiunge mentre le dita a V e il braccio in alto esclamano vittoria e si carica sulle spalle uno zaino Eastpak XXL urlando "F**k da system!".


* ma solo per sessanta giorni eh, mica...

17 settembre 2008

Il party fashion (per cariatidi) all'Hotel Des Bains di Venezia

Capire perchè l'annuale party di chiusura della Mostra del Cinema di Venezia all'hotel Des Bains venga esaltato come evento glamour par excellence, da non mancare chè se manchi sei proprio l'ultima ruota del sistema bburino vipparo televisivo-cinematografico e anzi meglio che inizi ad addolorarti e pregare sinceramente e forse ma dico forse fra un paio d'anni ti invitano di nuovo, rientra nei compiti del trash reporter. Insomma:
- ma se nemmeno registi e attori si tirano tutti a lucido!
- ma se DorceGabbana ha la quota di maggioranza!
- ma se è pieno di cariatidi, vecchiardi, nonchè culatoni dal dubbio gusto!
- ma se tra gli oltre 500 invitati c'è persino un Luca Dorigo (l'immancabile tronista en passant)!
- ma se la smettessero di indossare abiti da sera all by Truzzardi!
- ma se alle 2 staccano persino le luci d'emergenza delle scale!
- ma se le fighe ci sono ma si guarda ma non si tocca!
- ma se persino - tu pensa... - lo shooting fotografico selettivo di 2Night becca impietosamente kg di bburinaggine!


Festa all'Hotel Des Bains di Venezia
"Ciao guardami guardami ballo da sola wow come sono indipendente"


Festa all'Hotel Des Bains di Venezia
Se a'femmena c'è, dove sono i figaccioni bburinat... ehm griffati?


party Des Bains - Festival del cinema di Venezia
Ta-da! Luca Dorigo e madre(?). Nemmeno un lavaggio di 90°
sistemerebbe quell'alone di bad taste: è uno scontro titanico
tra la gellata, la camicia corta con cravatta, i passanti doppi
del pantalone che con la cravatta che si sdoppia creano
quel rigore geometrico che già il De Stijl cercava



Festa all'Hotel Des Bains per il festival del cinema di Venezia
Il buttafuori scova due infiltrate, ridete finchè potete


Party al Des Bains per la mostra del cinema di Venezia
Il sosia di Tommaso Labranca si congratula con
il novello vincitore della cintura più brutta del 2008
e della manica di giacca più lunga 2008

14 settembre 2008

L'Adunata del Contemporaneo or the scandalous nightlife of Bassano del Grappa

Torno da questo evento a Bassano del Grappa letteralmente sconvolto. Perchè è un grande evento di desain? No, perchè l'insospettabile vita notturna di Bassano ci smerda di brutto. Alle ore 00.15 Frut1 si assicurò casa in centro e l'indomanì inviò una trentina di curriculum alle aziende bassanesi del bisnes dei klienti del lavoro.

L'Aduna del Contemporaneo
Quanta creatività, quanta contemporaneità. Dove? Boh, che volete da me?
Anzitutto: può una cosa che si spacci per - scusate devo ridere - "la più grande concentrazione di creativi italiani in una sola notte" essere la più grande concentrazione di creativi italiani in una sola notte? No.
Sparate tipo "Sono attesi 50.000 creativi da tutta Europa!" (ma ci stanno tutti a Bassano? Le stime chi le fa, il macellaio? 50 mila e lasc', signò) ricordano le generose attestazioni di un certo senatore in merito al proprio progetto di rivoluzione ad opera dei criceti ("siamo in 12.000!"), mentre il naming di Innovation Valley ("l'area al mondo con il più alto tasso di industria creativa", ri-rido) sembra fare eco ad un altro progetto italiano indipendente. Insomma c'è aria di attesa e di sopravvalutazione, nonchè di copywriter etilici alle due del pomeriggio.

Infart all'Adunata del Contemporaneo a Bassano del Grappa
Infart (=roba de' ggiovani collettivi de' creativi, zzzzz)

A vedere quello che è stato messo in piedi, è un attimo che ti scatta il saccente pensiero "Tsè, potevo farlo anch'io". Che sia generalmente vero è secondario: uè, qua si parla di imprenditoria, ricerca, professionisti emergenti, artisti che hanno fatto dell'innovazione creativa una leva per il successo! Partnership di prestigio: Qoob, Fuoribiennale, Fuorisalone, Fuoridalicojoni, ecc. Non si scherza ragazzi.

Oltre venti venues da visitare, tutte in centro e raggiugibili a piedi: ti danno una mappa e ti dicono Andate, che la creatività sia con voi, prrrooott. Bene.
Nel chiostro del museo civico ospitavano delle valigie, valigie creative ovviamente. In una giaceva una creazione simil-cattelaniana, perchè cioèèè provocazioni, trasversalizzare, contaminazioni, mash-up...

Adunata del contemporaneo - Bassano del Grappa

Varia oggettistica geometrica (creativa) qua e là per il centro. Una parete che proietta un filmato creativo. Altri lavori creativi avvicinabili all'evitabile/inutile. Molti incontri e discussioni creative.
Alla fine il top sono stati i murales/graffiti di Infart (vabbè, giocano in casa e comunque era un evento di street art a parte!) nell'arena Ferrari e un po' ovunque in città, obiettivamente un lavoro ben fatto. Sì, il murales sono il meglio del cucuzzaro, street art batte design, ho detto tutto.

Bassano del Grappa - Infart street art


Sarà la generale nausea di queste stronzate di design & street art sempre più in voga, sarà un problema di confini labili (cosa è veramente design? Chi è designer? Quando lo è e quando è un emerito pirla?), sarà la voglia di cagare in bocca a tutti/e quelli/e che ogni tanto se ne escono con "cioè faccio l'artista", "cioè ora mi occupo di design" e infine scopri "faccio collane" (fate subito un sondaggio fra le vostre amiche, vediamo se non ne salta fuori una!), sarà che finchè dal design non si torna all'estetica, saranno le mezze stagioni, ma l'evento suscita un interesse poco acceso. Salvo i graffiti appunto che, ripeto, facevano parte di un evento complementare di street art.
Ottima organizzazione con unico neo l'orario (concentrare il tutto nelle prime ore serali e staccare la baracca a mezzanotte è geniale...), contenuti deboli. Per carità, tutto gratis eh.

Dov'è che l'Adunata Del Contemporaneo dava il meglio
Ovviamente dove tutti quelli che gironzolavano per le vie del centro a caccia delle venues & amenities non potevano accedere: al party su invito dell'Innovation Valley, al castello degli Ezzelini. Mecca di tutti i sedicenti eccentrici desain-ass, imprenditori, artis - atchiuuuu... scusate, avete un fazzoletto? - e via dicendo. Insomma, la crème dei 50mila di cui sopra. Com'era? 'Na figata guarda.

Poco importa comunque: Bassano vive!
L'evento assolve pienamente al proprio compito: da il design agli amanti del design, da la street art agli amanti della street art e da la pheega ai butei. Ci vuole infatti una chiave di lettura: l'Adunata del Contemporaneo è un'occasione, ormai pluriennale, per aggregare ggente, ggiovani, pheeghe.

E' di questo che sto parlando: avete idea di quanti ggiovani ci fossero a Bassano del Grappa quella sera? Le vie del centro erano intasate di sprizzatori pazzi e sbevazzoni dell'ultima ora. Rappresentati tutti i modelli sociali, dal desfado al fashionista, dalla indie rocker alla indie rocker (oh, quelli sono i modelli di pheeghe che girano), con occasionali pheeghe rasate scappate da qualche celebre vetrina.

Dice: vabbè, ma era l'evento, cioèè. Laddove la quantità degli avventori poteva essere frutto dell'evento catalizzatore - ma alcuni erano pronti a smentire e a rivelare che il weekend a Bassano è generalmente molto frequentato - è la quantità di locali e localllini che lascia basiti. Sbaglio se dico che ce n'è uno in ogni via? Cifre simili.
Decine e decine di bar e non ne ho visto uno - ma uno! - deserto. Macchè, tutti obesi di umanità. Io e il Fruttone quasi ci vergognavamo e abbiamo presto imparato il terribile dialetto locale (gli abitanti di Bassano sono i nostri austriaci, poco ma sicuro) per non destare sospetti.

Ad un certo punto muovevamo verso la venue n° 24: il Garage Nardini, dove tra le varie si sarebbe tenuto un dj set. Erano appena le 23.50 ma troviamo chiuso, nonostante nella ricca Bassano a mezzanotte la carrozza si trasformi in Suv. Il Garage Nardini è appena fuori dal centro e troviamo un bar che vende tabacchi, o viceversa (il sig. Tabacchi che vende il bar). Un posto al quale solo i fumatori in sosta si potrebbero rivolgere? Mai: pieno di sbevazzoni/e.
Per chi verso tardi voleva fare due salti, l'ultima venue convenzionata con l'Adunata era Le Roi Club, sempre in centro. Si preferiva però sostare come geki nel vicoletto, contro il muro nel bar proprio lì, i cui infissi erano ormai mete irraggiungibili.

Conclusione
L'Adunata del Contemporaneo è un evento di per sè superfluo, tuttavia non trasucarabile nelle conseguenze: riempie Bassano Del Grappa di ggiovani e pheeghe fino a tardi. Così si fa.
Hail to Bassano, hail to l'Adunata del Contemporaneo.

13 settembre 2008

"Blog Fest 2008: ci sarai?"

No, grazie, vai tu.

Aggiornamento

Oh là, allegria!


[fine aggiornamento]


Vi prego, non fatemi parlare degli eventi autocelebrativi dei blogger, della blogosfera, dell'elite iusa genereitid content, del web dueppuntozzero, delle discussioni sulla stato della rete, il web partecipativo, i cittadini della rete, altrimenti dicono che siamo ipocriti e invidiosi.
Va bene, lo siamo, tagliata la testa al toro.

Blog Fest - Riva del Garda

Incappai in questa cosa circa due-tre anni fa in trasferta sul Lago, anche se sono sicuro avesse un altro nome ma la criù, già dueppuntozzero, era la medesima. Zero fighe.

Sour Mazzanti

L'amaretto sour del Mazzanti è qualcosa di serio e importante. E poi io una nera con la r moscia non l'avevo beccata mai, la barista. Cocktail da consumaarsi rigorosamente appoggiati ad oltranza (diciamo per sempre?) al proprio spazio vitale da poseur: una parte del bancone tutta ad uso e consumo dell'ipertrofico ego poseur. Io ho scelto questa parte.

mazzanti bar Verona piazza erbe


E' mia. L'ho marchiata. Avvisati foste!
Ora devono solo spiegarmi perchè c'era il sound minimal Berlino chiama Vienna: perchè farsi del male?

12 settembre 2008

Mostra di Andy Warhol a Malcesine

Dice, una mostra di Andy Warhol a Malcesine?
Beh, piano dieci serigrafie della serie Ladies and gentlemen.

Andy Warhol in mostra a Malcesine

Cioè, meglio di niente e ci accontentiamo.
Però, se scopro che sono stampe timbrate m'incazzo come lo zio Palmiro!

Castello Scaligero di Malcesine. Fino al 30 settembre 2008.

10 settembre 2008

Malemi - Desenzano

Come dicevo, poi sono andato al (voce sensuale e vocali allungate) Malemi di Desenzano.

discoteca Malemi - Desenzano del Garda
"Ingresso al Malemi"
Butel1, olio su tela, Desenzano, 2008



La discoteca italiana definitiva. Praticamente un clichè.

09 settembre 2008

Pheega a Venezia, evvai. Un Giorno perfetto, Frut1 vs Ferzan Ozpetek

Pheega e cinema italiano al Festival del Cinema di Venezia
Frut1 al Cinema di Venezia. Prima del post, una sana e gratuita dose di pheega. Mica uno arriva a Venezia per inseguire chissà quale alta arte cinematografica…Quanto è bona la Riccobono? Siamo ai massimi livelli della topa: top della topa.

festival del cinema di VeneziaEva Riccobonogiorno perfettogiorno perfetto Ferzan Ozpetek
stefania sandrellifestival cinema veneziabiennale cinema venezia



Eva Riccobono e le altre
Breve intervista personale tra l’ego di Frut1 e Frut1:
F1: ”Visto pheega?”
EgoF1: ”Pien, me le farei tutte!”
F1: ”Che ne dici della Riccobono?”
EgoF1: “Assurda, vecchio. Ma che dire di queste 30 maschere???”
F1+EgoF1: “Un solo imperativo categorico: "sborrare” e scusate il mio francese…

Ricordo che quest’anno al Festival del cinema di Venezia tra molte polemiche erano presenti in concorso ben quattro film italiani. Immediate riflessioni di Frut1: ”Che cazzo è il cinema italiano? E quante sale ha? Ha i gelati o solo il pop-corn?”.
a) Muller vorrà rilanciare il cinema italiano? Forse.
b) il cinema straniero è caduto così in basso da venir surclassato dai film italiani? No.
c) Possiamo ritenerla forse un’operazione di italian movie marketing mafia? .

Per sicurezza (eh uno ‘ste cose le deve sapere…), Frut1 si è recato a Venezia a controllare. Preso possesso dei suoi super vip pass (la tessera del Blockbuster), ha deciso di spendere la modica cifra di quaranta euro per guardare l’atteso film italiano di Ferzan Ozpetek: Un giorno perfetto. Che se spendi quaranta euro, il titolo è già una presa per il culo.

Ferzan Ozpetek un giorno perfetto



Vestito da surfista del Lido, l’alito da panino alla salsiccia e peperoni e lo sguardo perso nel vuoto della figa (i buchi neri, sempre per citare alto cinema), Frut1 è entrato in sala per ultimo facendo sfilare davanti a se tutto il jet-set italiano in abito da sera e molto glam (il gel-set).

Inutile ribadire che le ultime due decadi hanno visto il cinema italiano in declino e bla bla, rimangono i soliti senatori da film di serie B, qualche nonno che però ha perso brillantezza e una nuova generazione di registi che “ogni tanto” se ne esce con qualche film appena appena generazionale, storie di padri figli difficoltà pianti precariato. Le perle? Ci sono, sono rare com’è giusto che siano anzi rarissime ma non se le fila manco il ricercatore di perle. Qualche tempo fa Tarantino stava passeggiando da queste parti e prese per il culo tutta la nostra industria, vecchia, stanca, noiosa, solo film generazionali, che fine ha fatto la patria del cinema, ecc. Il sistema s’incazzò e reagì. Nella persona di Verdone, mh.

Eh si, vergognati Quentin, restiamo noi gli indiscussi maestri de’a commedia trash, co attori che parlano er romanaccio-coatto e che la gavetta l’hanno fatta nelle soap-opera. Generi peraltro esportabilissimi nell’Est Europa e in Sud America.


Sala Grande ore 19
Tra erezioni incontrollate, il film ha inizio. Finisce pure, grazie a dio.
Ai titolo di coda come non pensare che forse quaranta euro potevano rimanere nel moleskine ed essere spesi in alcol per sbronzare Butel1? Osservare il gggiovane B1 in azione sotto l’effetto di una balla biblica e delirante, mentre inveisce sul mondo, sulla pheega e su Frut1, è uno spettacolo imperdibile e ricco di colpi di scena che questa sceneggiatura si sogna.


Un giorno perfetto



Una coppia, sposata con prole e – sentite questa – separata. Da non credere eh? Il trauma della separazione ed il ricordo delle tette della moglie (Isabella Ferrari, mica..). Ma attenti – sentite questa – c’è una tragedia in agguato! Uuhh. Bang bang he shot me down, bang bang you hit the ground. Primi piani e ancora primi piani ed i butei insorgono perchè vogliono vedere più zinne (sia lodato il piano medio. L’america che grande nazione: Coca Cola e zoomate sulle tette, grazie Porter). Introspezione, ancora introspezione, misteri ed inquietudine. Nove personaggi e la loro vita in ventiquattro ore in cui i loro destini si incrociano, dove l’ex-coppia rimane il fulcro della storia in una Roma meno frenetica di Cavaion Veronese, fatta di vita reale e spesso raccapricciante. Soliti stereotipi italiani fatti di matrimoni falliti, tradimenti, violenza e teghe, teghe ed ancora tante teghe.


La critica
Fischiato dagli intenditori ma applaudito in Sala Grande poiché alla presenza del cast ed del regista le persone che presenziano alla proiezione sono per il 70% ignoranti, il 20% ospiti di parte e solamente il 9% intenditori (il restante 1%, cioè Frut1 ed il suo vicino, due surfisti smarriti e fuori posto che pensano al piano migliore per scoparsi più maschere possibili ovvero 0).
Dopo una sessione di applausi durata ben 10 minuti, tempo limite di resistenza dopo il quale raggiungere il punto di autoaccensione delle mani, il pubblico sembra aver apprezzato il film.
Il film proiettato il giorno precedente per la critica e gli accreditati, presso le restanti Sale del festival, ha provocato gelo tra gli esperti, pure alcuni fischi. La critica boccia, il pubblico no. E ci volevano due proiezioni? Non sarebbe bastata, chessò, una puntata di Cinematografo di Marzullo, con quelle intelligenti interviste agli spettatori imbecilli dei cinema di Roma?


La critica del Fruttone

  • L’è un film de merda.
  • Dove sono le tette? Ridatece la Fenech e Sabrina Salerno davanti alla cinepresa.
  • Basta co l’accento de Roma. Non se ne può più.
  • I film di Ozpetek non mi sono mai piaciuti, ma Un giorno perfetto è sicuramente il peggiore lavoro finora realizzato dal regista.
    Voto: 4

Conclusione
Il Festival è un evento che vale di brutto, roba interessante, pheeghe di gran livello, occasionali incontri singolari con qualche artistoide meno culatone del solito, eventi collaterali niente male (es. Circuito Off).Prima e dopo la proiezione un iter standard: sfilata sul tappeto rosso, presentazione del film e degli ospiti in sala, visione del film ed il finale che vuole molti, troppi ed ancora mooolti applausi. Quest’anno purtroppo lo spettacolo non ha trasmesso piacevoli sensazioni al Fruttone, anzi un’incredibile delusione. L’anno scorso la proiezione di Brian De Palma gli ha procurato un’ustione del terzo grado su entrambi i palmi delle mani, quest’anno al massimo ha ammazzato un paio di zanzare.

06 settembre 2008

Cassius live - Verona

Chi di Cassius ferisce di (voce sensuale) Malemi perisce: ad un certo punto lo show dei Cassius mi aveva talmente annoiato che sono andato in missione trash al (voce sensuale) Malemi di Desenzano. Spero anzitutto vi rendiate conto della cosa, poi ne possiamo parlare.

Cassius "Dex'n'fx" - Verona
Come anticipato, della scenografia di quel carrozzone luminoso-decibellante che è il nuovo show dei Cassius (ma si può chiamare "show" un dj set del genere?) esistono varianti. C'è ad esempio quella con equalizzatore grafico e poi c'è la variante senza. Dietro lo studio di questa variante, forse introdotta per l'occasinoe a Verona, si nascondono ben 9 autori. Si rimedia inondando il palco degli ultimi ritrovati tecnologici: il laser della Valle dei Templi di Gardaland con il doppio compito di intrattenere con simpatici giochi di luce il pubblico e far perdere la vista ad almeno 10 persone al minuto; il proiettore con filmati random montati secondo giustapposizione automatizzata surrealista (il concett è: "Mettici questo, magari ci sta bene" "Oh sì mi pare una figata, eh eh eh"). Insomma, lo standard dello standard, non senza una certa apparenza low cost (vabbè, ma vista la location...).

La location
Promossa solo in parte. Giù giù nei bastioni, addentrandoci nella Rift Valley scaligera, ci si rivelano le viscere della terra. Nel senso di sabbia, polvere. E' il girone dantesco dei fantini invisibili al trotto. I cavalli non li vedi, però c'è la sabbia. E se osservi bene certe facce, vedi pure i cavalli: scusate eh, ma certe pheeghe rischiano di farmi scoppiare dal ridere ogni volta, che faccia sveglia hanno? Sembra si siano svegliate dopo 96 ore di dormita mista a selvaggi cazzi in culo e non vedano l'ora di tornare tra le braccia di Morfeo, il servo negro. C'è insomma quest'enorme campo nomadi - il che poi spiegherà la presenza di un certo sindaco - con i stand de la birra e un palco sul fondo.
Molta gente ggiovane de ballà e saltà con spensieratezza. Età media 16-25, con occasioniali incursioni agè di veri intenditori di musica dance (maperfavore!).
Comunque non male il tutto, ci fai casino e se salti non rompi niente. E poi dobbiamo pure dare un nuovo parco giochi a 'sti ggiovani indiroghess!

Il live
Grande show? Non direi. Uno show onesto. Cosa vuol dire? Che non è un grande show. A malapena è uno show: è una normale performance (dj set) di due dj/produttori molto rodati e celebri, con tecnica quasi brevettata. Insomma sono i Cassius, quelli del french touch, alcuni mix buoni li sanno proprio arrangiare.
Playlist variegata, i loro pezzi e molte citazioni dei nuovi protagonisti della scena elettronica. Alcune persino scontate: D.A.N.C.E.? E O sole mio lo lasciamo fuori così? Ho vinto la scommessa (tzè, che discorsi). Ma poi, si può partire con un incipit già brevettato da altri? Forse ce l'hanno piccolo.
Altre cadute qua e là, come quelle transizioni infinite di pezzi di una staticità allarmante, ora più house classica, ora più techno, ora più minimal. Veramente cioè due palle guarda.
Personalmente mi ha ricordato molto uno show di dj Mammarella, che appunto non era male.
Comunque promossi. Piacerebbe sentirli in un ambiente più underground e meno festivaliero (o da sagra, in questo caso): me li prenoto per la prossima festa in cantina.

I grandi perchè
1) Chi diamine erano ovvero cosa ci facevano tutte quelle persone sul palco?
Cos'erano, i ragazzi immagine? Gli electro papa boys? C'erano sti pirla che ballavano alle spalle dei Cassius, e ogni tanto si davano il cambio. Ma era voluta la cosa? Non potevano metterci due culi e un paio di belle troie? Le disco trash italiane non ci hanno insegnato nemmeno questo? Dio santo, quante superseretevecchio buttate all'aria... Non riuscivo a sufficientarmi di spiegazioni, all'apparenza si trattava di un'italianissima papponata (sdogonabile ormai solo all'est): gli organizzatori troppo ggiusti che fanno salire sul palco i loro amici, che figata. Come quei personaggi inspiegabili che in disco stanno appoggiati al fianco della consolle, al fianco del vocalist, al fianco del fonico. Pecchè, pecchè? Ma sono sicuro non fosse così e che fosse tutto preparato a tavolino per far fare un po' di word of mouth a gente come me.
2) Perchè, tra i suddetti pirla, ad un certo punto sbuca Flavio Tosi?
Ciò conferma la suddetta teoria sul campo nomadi. Inoltre due che si chiamano Zdar e Blanc-Francart certo non avrebbero potuto evitarsi una perquisizione pubblica, su. Almeno non si è portato l'esercito, oggi è già qualcosa.

Conclusione
Promossi l'avevo già detto? Certo. Ma, ecco, diciamo che non ho pensato un attimo che la cosa fosse imperdibile sicchè ad un certo punto ho preferito perdermela. E mi aggiungo ad una trashissima (voce sensuale) Malemi Expedition.


Segue una vicenda triste. Molto triste.

05 settembre 2008

Cassius a Verona con Dex'n'Fx

Aggiornamento: qui la ecensione dei Cassius a Verona.

Venerdì 5 settembre 2008.
Cassius con lo show Dex'n'Fx.
Vallo Città di Nimes, il bastione tra stazione e grattacielo Simoni.

Praticamente, dentro un fosso: la Rift Valley scaligera, negli ultimi mesi location irrinunciabile per eventi rinunciabili (Verona Rock?Crookers? Ecc.).

Eccellente per il carrozzone milleluci dei Cassius che porta a Verona l'invasione degli ultrabassi e la gioia del salto libero (Made in Indiroghess).
Nelle intenzioni, Degsen Effecs (nuovo smacchiatore norvegese per coprire tracce di sperma sulla gonna nera della vostra amante) viene venduto come una sorta di Best Of da inizio carriera ad oggi del duo francese. Da quanto visionato sul tubo, è una cosa tamarra (quindi vontamentale per das pubbliko zentenziozo) in cui mixano sì i loro pezzi ma anche roba di altri, forse di brutto brutto brutto neh.
Domanda da 1 milione di calci: riusciranno a smettere i Justice?


Il palco potrebbe non essere questo, esistono varianti

04 settembre 2008

Come mancare?

Mi dicono dalla regia che nel weekend si terrà "la più grande concentrazione di creativi italiani in una sola notte".

Vado un attimo a scompisciarmi.

01 settembre 2008

Unwound Padova - Liars live

In un primo momento dopo questo concerto mi sono sentito più perdente di quei protagonisti delle pubblicità per i Corsi di Lingua DeAgostini, dove all'inizio dello spot il tizio incappa in una gaffe d'ignoranza clamorosa e poi, dopo aver visionato addirittura il dvd della prima uscita (uscite successive in comode ipoteche sulla casa), dimostra di cavarsela egregiamente: "What's your name?" "No denks, go rait, uats ghen ap, baibai".
In un secondo momento ho pensato che comunque ero troppo sbronzo per ricordarmi di essere stato tanto perdente, e quindi il problema non sussiste.


"Ciao, sono il figlio magro di Roberto Cavalli e urlo"


Chi sono i Liars è una domanda che meriterebbe tre tipi di risposte per tre tipi di persone: quelli che leggono le riviste musicali e credono ciecamente in ciò che vi è scritto si dovranno bere la storia che questi Liars rappresentano una sorta di speranza, una band ai tempi indie che cerca di uscire (senza farsi la doccia) dai dogmi indie per trovare una nuova strada, un nuovo sound (noise?), una catarsi; a chi le riviste musicali le usa anche e soprattutto per pulirsi deretano e zebedei, basti sapere che questa è un'altra cazzo di rock band amereggana rumorosa come non se ne sentiva da un po', una band da oratorio che fa il proprio show e si diverte molto e fa divertire; a chi giustamente non frega nè delle riviste nè dei live di musica alternativa, consiglio di ripassare le istruzioni di volo sugli aerei.

Padova - Arci Unwound
"Barista? Tutta la parete, grazie"


A Frut1 (leggi dopo) sono piaciuti molto, mentre B1 e B3 non ne hanno il minimo ricordo: perchè erano sbronzi e perchè 'sta roba - che non è male, a posteriori - la fanno volentieri ascoltare al cane per aizzarlo contro la suocera. E funziona!

Unwound Club - Padova
Che tipo di locale è l'Unwound di Padova? "Il circolo Arci Unwound nasce nel settembre 2006 dal recupero di uno spazio industriale degli anni '60 del quale sono state mantenute le caratteristiche originarie". Dove per caratteristiche originarie s'intende l'originale composizione dell'aria, l'esatta sporcizia, probabilmente il giro di sostanze particolari, come dimostra la siringa vuota abbandonata con candore all'ingresso.
Non so voi, ma era dagli anni '90 che non vedevo una siringa e immaginavo che i junkie fossero tutti estinti (mi dicono invece dalla regia che l'eroina, ad esempio, è tornata a circolare). L'Unwound non ci risparmia questo curioso fenomeno antropologico, del resto la fama di "posto per tossici" ce l'aveva pure: ma perchè credere alla ggente?

Unwound di Padova
"E' inutile che stacchi le luci, non mi frega sa?
Tutti gli alcolici su quella parete ho detto!"


Tecnicamente possiamo liquidare questo circolo Arci come un club musicale il cui fascino sembrerebbe basarsi sulla propria decadenza underground mentre il fascino del pubblico non sembrerebbe basarsi: la solita umanità bburina indiroghesse, disfatta, appena unta. Ah, i giovani di successo. Idem le fighe: ce n'è per caso qualcuna con la mona che non puzzi? No così, nel dubbio...

ggente da Unwound de Padova

In un momento di estrema delusione sentiremo uno dei nostri chiedere:
"Te l'hanno mai detto che sei brutta come la fame?"
"Hehehe, simpatico, bel modo di scherzare, piacer..."
"MA CHI CAZZO STA SCHERZANDO?"

Liars live
Vediamo com'era la prova dei Liars.
"Butel1, com'era il live dei Liars?"
"Chi?"
Boh, mai sentiti.
I butei non erano in un club, erano in un teen movie dove ad un certo punto c'è il momento del college party con una band sullo sfondo che suona ma nessuno ascolta perchè tutti sono troppo assuefatti dall'alcol e da altro.
Ricordo solo che il cantante dei Liars indossava un tappeto di Roberto Cavalli collezione donna '04 mentre i bulbi producevano delizioso olio da frittura

Liars live - Padova

Praticamente una versione indie-rock di Moira Orfei.
Per fortuna la lagna-noise-che-ti-stordisce (intervallata da un paio di pezzi davvero orecchiabili, come piaciono a noi checche isteriche) pare durare poco e a fine concerto i butei salgono sul palco a mo' di freeclimbing a chiedere un'intervista. Così. Facevano forse sul serio? No. Davvero, erano soltanto sboroni affogati nell'alcol (che altro fare? Un concerto con momenti musicali di una noia inenarrabile). Infatti se ne vanno senza aspettare risposta. Il tipo interpellato a quel punto vorrebbe comunicarci il responso, ma i butei s'erano appunto dati alla macchia (s'era capito?). Segue una piccola perla della sceneggiata napoletana (con la pummarola'n coppa): che ti fa questo? Insegue B1 che non ci vuole parlare ("chi sei?" "Quello dell'intervista ai Liars" "Quale intervista dannazione?") per spiegargli che l'intervista con i Liars (chi?) non la facciamo (e chi vuole farla?) perchè non l'abbiamo prenotata (ah sì, i Rolling Liars, ora ricordo...) e comunque fare finta di non riconoscerlo è da maleducati (ancora? Ma l'hai capito o no che sono sbronzo come tua madre nel '68?) e di smetterla di parare verso l'uscita (no no ma resto volentieri eh... aspettami qua allora). Da lontano i butei odono gli ultimi commenti ma sono già fuori, a (quasi) pestare una bella siringa. Oh là, evvai.

Conclusione
Alcuni concerti all'Unwound valgono la pena.
Il posto e il pubblico di tali concerti non valgono necessariamente la pena.
Dove sono le fighe? Ditemelo subito!


I Liars secondo Frut1
The Liars sono una delle band più significative e originali del panorama noise americano. Il loro sound, un mix tra un post-rock figlio dei Sonic Youth in Confusion is Sex ed il noise newyorkese dei Lighting Bolt e dei cugini gipponesi Melt Banana, produce vibrazioni forti e decibel che stordiscono.
Il loro gigantesco frontman Angus Andrew, dal look discutibile che lascerebbe sbigottito qualsiasi stilista e fashionista che si rispetti, trascina il pubblico ipnotizzandolo con sguardi raccrapiccinti ed agitandosi come un pazzo sul piccolo palco dell'Unwound. Testi incomprensibili alle mie orecchie a causa di vagiti e latrati da lupo mannaro ferito, si mescolano al sound graffiante fatto di sonorità che spaziano dal no-wave al noise attraversando la Berlino dell'elettro-industrial per tornare nella New York alternativa e sperimentale fatta di sound spichedelico tribale (un pò voodoo) [ndB1: un'ambulanza, grazie] e puro rock stile Velvet Underground.

Il concerto è pura follia, dove la band divertita suona con precisione e volume al massimo. Posseduto dal diavolo Angus si rovesca per terra, urla, sputa e suda come solo Frut1 sa fare ma sa tenere il palco in maniera impeccabile tra piccoli e divertenti siparietti.

Conclusione
Prima di dare giudizi fuorvianti vi posso dire al primo ascolto i Liars possono fare veramente caccare ma la preformance live ed un ascolto più approfondito possono sicuramente far [ndB1: caccare?] apprezzare una band capace di rinnovarsi in ogni album senza rimanere confinati ed etichettati con un genere musicale preciso. Ottima band dalla gran carica, un carisma che pochi possiedono. Voto 8