Schermi d'Amore: convegno Femme Fatale all'italiana
La rassegna degli Schermi D'Amore a Verona termina oggi, proprio in queste ore si sta tenendo la proiezione del film vincitore, il peruviano La probuera. Ovviamente i festeggiamenti saranno sommessi e intimistici.
Ma sono altri gli eventi interessanti collegati al festival, a mio avviso: i convegni o tavole rotonde alla Gran Guardia. Due su tutti hanno catalizzato la mia attenzione:
-"Il Male e la Grazia", tavola Rotonda con Bruno Dumont, sabato 28 aprile 2007
-"Peccato che sia una canaglia: 60 anni di femme fatale all’italiana", convegno a cura di Piera De Tassis, venerdì 4 maggio 2007
Mi sono recato ad entrambi e intanto vi parlerò del secondo, che ha DECISAMENTE incontrato i miei favori. Sì ragazzi, Sentenziosi cala le braghe e si complimenta: se i film in concorso sono stati alquanto contradditori (alcuni erano delle VERE CIOFECHE), questo convegno (ma anche quello su Dumont) è stata una gran cosa, facendomi scoprire lati nuovi del nostro cinema, o meglio nuovi punti su di vista su parte di esso.
Breaking news: annunciate domani le mie dimissioni C.D.A. Sentenzioso. Prima del definitivo addio, vi presenterò in breve il convegno concentrandomi su quelli che si possono definire i punti salienti, meglio accompagnando il tutto con un video reportage esclusivo: nel senso che questo materiale non lo trovate in giro. Sti cazzi, vuoi vedere che il blog si fa professionale? La risposta è: no. In compenso godiamo dell'approvazione del "buon" Fabrizio Corona, sicchè questo reportage è roba da...
Ma sono altri gli eventi interessanti collegati al festival, a mio avviso: i convegni o tavole rotonde alla Gran Guardia. Due su tutti hanno catalizzato la mia attenzione:
-"Il Male e la Grazia", tavola Rotonda con Bruno Dumont, sabato 28 aprile 2007
-"Peccato che sia una canaglia: 60 anni di femme fatale all’italiana", convegno a cura di Piera De Tassis, venerdì 4 maggio 2007
Mi sono recato ad entrambi e intanto vi parlerò del secondo, che ha DECISAMENTE incontrato i miei favori. Sì ragazzi, Sentenziosi cala le braghe e si complimenta: se i film in concorso sono stati alquanto contradditori (alcuni erano delle VERE CIOFECHE), questo convegno (ma anche quello su Dumont) è stata una gran cosa, facendomi scoprire lati nuovi del nostro cinema, o meglio nuovi punti su di vista su parte di esso.
Breaking news: annunciate domani le mie dimissioni C.D.A. Sentenzioso. Prima del definitivo addio, vi presenterò in breve il convegno concentrandomi su quelli che si possono definire i punti salienti, meglio accompagnando il tutto con un video reportage esclusivo: nel senso che questo materiale non lo trovate in giro. Sti cazzi, vuoi vedere che il blog si fa professionale? La risposta è: no. In compenso godiamo dell'approvazione del "buon" Fabrizio Corona, sicchè questo reportage è roba da...
Convegno Schermi d'Amore Verona 2007: "Femme fatale, femministe all'italiana", Gran Guardia
Sì perchè il titolo originale del convegno, giunto quest'anno alla seconda edizione, "...canaglia... bla bla" è stato in extremis cassato, causa ragioni le quali non ci è dato di conoscere. Ribattezzerei il tutto: "Cielodurismo Femminile, al cinema la danno, nella vita un po' meno". Lo organizza (e lo modera) la direttrice del mensile Ciak Piera De Tassis, insieme al giornalista Marco Giovannini. Diversi i critici famosi del nostro panorama cinematrografico: Maurizio Porro del Corriere, Valerio Caprara, due critici della mitica rivista Nocturno e altri. Ad ognuno sono concessi 10-15 minuti durante i qual apportano la propria linfa al percorso disciplinare sulle femme fatale del nostro cinema/tv/musica dal 1947 (anno del primo Miss Italia) ad oggi. Non proprio oggi, in effetti, ma piuttosto vicino: l'ultima clip ci mostra una Giorgia - sì la cantante Giorgia - con quel video in cui indossa le vesti di una sedicente Catwoman; da inserire nel filone fatal-kitsch, diciamo.
Femme fatale italiane?
Questa era un po' la domanda che mi sono posto appena letta la presentazione: ci sono femme fatale nel nostro cinema? Un cinema praticamente privato del genere noir (pochi, pochissimi esempi) e con altrettanto poche "donne cattive".
A mia insaputa, qualcosa c'era, evidentemente: si spiega anzitutto che il genere noir o nero, in un'Italia post fascista, era decisamente "bandito", probabilmente non solo da un punto di vista cromatico. Inoltre non dobbiamo farci abbindolare dall'etichetta femme fatale in congiunzione al noir: si è femme fatale anche in altre vesti, le sensuali "cattive" sanno camuffarsi e reincarnarsi in generi diversi (si pensi alla commedia sexy italiana, e a Edwige Fenech appunto). L'altro paletto iniziale che va posto è la quasi totale non corrispondenza tra la femme fatale del cinema italiano e il diretto riferimento alla letteratura decadenista di fine '800. Al meglio faranno chiarezza i numerosi clip proposti nel corso di una carellata video di circa tre ore, sempre lucida, sempre precisa, ma altrettanto informale e ironica. Merito direi dei vari relatori, ognuno preparato e positivo a suo modo.
Inizia Valerio Caprara. Se all'1.30 di una domenica sera qualsiasi frequentate il Cinematrografo di Gigi [capelli unti] Marzullo su RaiUno, lo conoscerete già. Napoletanissimo e in qualche modo spontaneamente specializzato in cinema napoletano, se ho capito bene. In effetti le femme fatale in un primo momento non sono noir nel cinema italiano. Il primo cinema ad offrire tali esempi di donne cattive è quello napoletano. Paradossalmente. Perchè, come dice lo stesso critico al termine di questo filmato, il cinema napoletano dovrebbe essere altro nel nostro immaginario, e cioè:
Sì perchè il titolo originale del convegno, giunto quest'anno alla seconda edizione, "...canaglia... bla bla" è stato in extremis cassato, causa ragioni le quali non ci è dato di conoscere. Ribattezzerei il tutto: "Cielodurismo Femminile, al cinema la danno, nella vita un po' meno". Lo organizza (e lo modera) la direttrice del mensile Ciak Piera De Tassis, insieme al giornalista Marco Giovannini. Diversi i critici famosi del nostro panorama cinematrografico: Maurizio Porro del Corriere, Valerio Caprara, due critici della mitica rivista Nocturno e altri. Ad ognuno sono concessi 10-15 minuti durante i qual apportano la propria linfa al percorso disciplinare sulle femme fatale del nostro cinema/tv/musica dal 1947 (anno del primo Miss Italia) ad oggi. Non proprio oggi, in effetti, ma piuttosto vicino: l'ultima clip ci mostra una Giorgia - sì la cantante Giorgia - con quel video in cui indossa le vesti di una sedicente Catwoman; da inserire nel filone fatal-kitsch, diciamo.
Femme fatale italiane?
Questa era un po' la domanda che mi sono posto appena letta la presentazione: ci sono femme fatale nel nostro cinema? Un cinema praticamente privato del genere noir (pochi, pochissimi esempi) e con altrettanto poche "donne cattive".
A mia insaputa, qualcosa c'era, evidentemente: si spiega anzitutto che il genere noir o nero, in un'Italia post fascista, era decisamente "bandito", probabilmente non solo da un punto di vista cromatico. Inoltre non dobbiamo farci abbindolare dall'etichetta femme fatale in congiunzione al noir: si è femme fatale anche in altre vesti, le sensuali "cattive" sanno camuffarsi e reincarnarsi in generi diversi (si pensi alla commedia sexy italiana, e a Edwige Fenech appunto). L'altro paletto iniziale che va posto è la quasi totale non corrispondenza tra la femme fatale del cinema italiano e il diretto riferimento alla letteratura decadenista di fine '800. Al meglio faranno chiarezza i numerosi clip proposti nel corso di una carellata video di circa tre ore, sempre lucida, sempre precisa, ma altrettanto informale e ironica. Merito direi dei vari relatori, ognuno preparato e positivo a suo modo.
Inizia Valerio Caprara. Se all'1.30 di una domenica sera qualsiasi frequentate il Cinematrografo di Gigi [capelli unti] Marzullo su RaiUno, lo conoscerete già. Napoletanissimo e in qualche modo spontaneamente specializzato in cinema napoletano, se ho capito bene. In effetti le femme fatale in un primo momento non sono noir nel cinema italiano. Il primo cinema ad offrire tali esempi di donne cattive è quello napoletano. Paradossalmente. Perchè, come dice lo stesso critico al termine di questo filmato, il cinema napoletano dovrebbe essere altro nel nostro immaginario, e cioè:
Che poi, provate a chiedervi: ma chi cazzo l'ha mai visto sto mandolino? Chi? Attendo segnalazioni.
Comunque è nel successivo genere del poliziottesco di matrice partenopea che compaiono donne rigide, dure, spietate. C'entra anche il cinema di Mario Merola, ci mancherebbe.
Tocca a Maurizio Porro, Corriere della Sera. Ottima e puntuale anche la sua ricerca, ma qui siamo fuori dai miei gusti: affronta il tema delle attrici da palcoscenico, le cantanti-vallette. Le veline d'un tempo. Una su tutte, Wanda Osiris. La sua è una femminilità anzitutto ambigua (la vedo un po' come la prima bisessuale sdoganata al cinema), ma sufficiente a costituire un tipo: un'artista esibizionista, regina della scena, che ama mostrarsi ma non mostrare, fasciata com'è da più e più strati di abiti. In una parola: una regina kitsch. Ci sarebbe da chiedersi: ma se Wanda quaranti fa era kitsch, oggi Moira Orfei cos'è? Spiritosa la clip di una celebre pellicola girata con Sordi (ah, non chiedetemi titoli, anni, attori: non ho preso appunti, ergo...), questa scena è esemplare dell'aura snob della quale voleva circondarsi la star:
Prima del prossimo cambio d'ospite, la De Tassis ci regala un momento di alta poesia cinematografica. Raccogliamoci amici e godiamo tutti insieme di questa clip storica e alquanto rappresentativa di un momento storico, la cui fortuna ha superato già una generazione e sopravviverà a molte ancora, tutta concentrata in quest'unica affermazione ermetica: "Per me, la corazzata Potemkin è..."
In verità ancora mi sfugge il perchè. Forse un momento autoreferenziale, tutto qui. O forse un tentativo di arruffianarsi il pubblico. O forse si cercava di gettare uno sguardo sulla Sig.na Silvani, o sulla Pina (donna "fatalissima"!). Ad ogni modo l'audience apprezza con adesioni di massa: anche per noi 92 minuti di applausi. Tautologia pura.
Intervengono a questo punto due critici del Nocturno che, nel caso non foste frequentatori, è una delle più nobili letture di critica cinematografica del nostro paese. Intervento d'autore nonché il più spiritoso di tutti. Questi due (nomi? eh...) ne sanno, ne sanno. Mea culpa. Le carrellate che offrono sono diverse e, se proprio dovessi riassumerle in due parole, mi affiderei in un primo momento alla dicotomia "santa-puttana". Bello vedere come certe cose non siano cambiate.
Oltre, presentano figure femminili del cinema horror italiano: portati esempi a più riprese dei paradigmi argentiani, fulciani, baviani. Ovviamente anche in questo cinema le femme possono essere fatali. Cattive. E sensuali. Molto. Questo assaggio, se non sbaglio proprio di Lucio Fulci, è un piccolo regalo di sensualità lesbo-chic ai nostri lettori più esigenti:
Intervengono a questo punto due critici del Nocturno che, nel caso non foste frequentatori, è una delle più nobili letture di critica cinematografica del nostro paese. Intervento d'autore nonché il più spiritoso di tutti. Questi due (nomi? eh...) ne sanno, ne sanno. Mea culpa. Le carrellate che offrono sono diverse e, se proprio dovessi riassumerle in due parole, mi affiderei in un primo momento alla dicotomia "santa-puttana". Bello vedere come certe cose non siano cambiate.
Oltre, presentano figure femminili del cinema horror italiano: portati esempi a più riprese dei paradigmi argentiani, fulciani, baviani. Ovviamente anche in questo cinema le femme possono essere fatali. Cattive. E sensuali. Molto. Questo assaggio, se non sbaglio proprio di Lucio Fulci, è un piccolo regalo di sensualità lesbo-chic ai nostri lettori più esigenti:
Segue la trattazione delle femme fatale nella musica. Il critico qui interpellato (eh sti nomi che sfuggono sono proprio 'na cosa guarda...) precisa che in effetti esse non esistono; ma se ci fosse qualcosa che vi si avvicina, esemplari di donne carismatiche, "leader" e/o addirittura aggressive, tra esse troveremmo sicuramente tra le altre: Patty Pravo, Loredana Bertè, Alice e ovviamente Donatella Rettore nella sua celebre interpretazione cobrata:
Assolutamente un must l'entrata in scena tirando giù una zip in pelle di serpente. Mitica.
A questo punto occorre sottolineare una cosa: la fatalità di queste donne è da un lato legata al loro corredo estetico esteriore (il look estremamente femminile, magari aggressivo addirittura) e dall'altro alla loro "scomparsa" dalle scene. La stessa Wanda Osiris è avvolta quasi nella leggenda, di lei ci restano film e altre registrazioni ma, appena la società italiana ha avuto bisogno di un nuovo genere di bellezza femminile da osannare, una bellezza più svestita come sarà quella proposta dalle commedie sexy, Wanda è letteralmente calata fino a scomparire dalle scene. C'è cioè anche un certo mistero intorno a queste donne che c'erano e poi non c'erano più. Lo stesso discorso è stato proposto per Mina: appena abbandonate le scene, la sua figura ha iniziato ad esercitare una misteriosa fascinazione sull'audience italiana. A chiudere, il videoclip di Giorgia come detto. Meglio non pensare che un giorno potrebbe diventare un'icona della fatalità.
A questo punto si è pronti a dare il benvenuto alla star e vincitrice del premio: Edwige Fenech. E per meglio calarci nelle restanti battute, sarebbe d'uopo leggere il tutto con quella sensualissima erre moscia frrranscese, che ha sempre un suo perchè. C'è gente che ha dei veri feticci a riguardo. A riprova potrei citare quella volta che un mio amico OBBLIGO' la propria amante tedesca, la quale aveva appena studiato francese, a trombare parlando esclusivamente francese. E scusate se ho detto parlando.
Dicevo, è il momento di Edwige Fenech a Schermi d'Amore 2007. La scopro peraltro essere seduta davanti a me. Complimenti: una donna di 50 e passa tenuta come dio comanda. Secondo me non è una bellezza (perchè secondo me non lo è mai stata - de gustibus) ma non le si può negare un certo primato d'eleganza ed educazione. Tra i complimenti rivoltile: femminista (lei conferma), emancipata e a sua volta emancipatrice (lei conferma), dolcissima (arrossisce). La sig.ra Fenech è in effetti deliziosa: risponde in maniera schietta e analitica a tutte le domande, non negando certe chicche. Ad esempio giura di non aver mai visto alcuni dei suoi film. Fu necessaria una recensione revival di un noto critici e circa vent'anni prima ch'ella visionasse "Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda". Film che il Mereghetti avrebbe definito una cagata pazzesca, ovviamente. E invece qui ti scopro che il severissimo curatore dell'omonimo dizionario del cinema, ha concesso ad un altro film della stregua (solito problema coi titoli...), sempre con Edwige, lo stesso punteggio di merito attribuito a Il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman, un capolavoro assoluto. Cascherebbe il palchetto e, su tale onda di ottimismo, qualcuno ha tentato (e vi è evidentemente riuscito, basti dare uno sguardo alle vendite dei dvd) di rilanciare nel corso degli ultimi 6-7 anni il cinema trash e le sexy commedie all'italiana. Secondo me un titolo di qualità non fa genere e quei film restano sostanzialmente delle totali ciofeche. Divertenti sì, ma ciofeche. Estetica di serie B, insomma.
Questa è una clip di Edwige Fenech agli albori, presenta alla perfezione il clima scanzonato del genere commedia sexy; confermato anche il cliché del vojeur, in questo caso un giovane Diego Abatantuono che origlia con un compare:
A questo punto occorre sottolineare una cosa: la fatalità di queste donne è da un lato legata al loro corredo estetico esteriore (il look estremamente femminile, magari aggressivo addirittura) e dall'altro alla loro "scomparsa" dalle scene. La stessa Wanda Osiris è avvolta quasi nella leggenda, di lei ci restano film e altre registrazioni ma, appena la società italiana ha avuto bisogno di un nuovo genere di bellezza femminile da osannare, una bellezza più svestita come sarà quella proposta dalle commedie sexy, Wanda è letteralmente calata fino a scomparire dalle scene. C'è cioè anche un certo mistero intorno a queste donne che c'erano e poi non c'erano più. Lo stesso discorso è stato proposto per Mina: appena abbandonate le scene, la sua figura ha iniziato ad esercitare una misteriosa fascinazione sull'audience italiana. A chiudere, il videoclip di Giorgia come detto. Meglio non pensare che un giorno potrebbe diventare un'icona della fatalità.
A questo punto si è pronti a dare il benvenuto alla star e vincitrice del premio: Edwige Fenech. E per meglio calarci nelle restanti battute, sarebbe d'uopo leggere il tutto con quella sensualissima erre moscia frrranscese, che ha sempre un suo perchè. C'è gente che ha dei veri feticci a riguardo. A riprova potrei citare quella volta che un mio amico OBBLIGO' la propria amante tedesca, la quale aveva appena studiato francese, a trombare parlando esclusivamente francese. E scusate se ho detto parlando.
Dicevo, è il momento di Edwige Fenech a Schermi d'Amore 2007. La scopro peraltro essere seduta davanti a me. Complimenti: una donna di 50 e passa tenuta come dio comanda. Secondo me non è una bellezza (perchè secondo me non lo è mai stata - de gustibus) ma non le si può negare un certo primato d'eleganza ed educazione. Tra i complimenti rivoltile: femminista (lei conferma), emancipata e a sua volta emancipatrice (lei conferma), dolcissima (arrossisce). La sig.ra Fenech è in effetti deliziosa: risponde in maniera schietta e analitica a tutte le domande, non negando certe chicche. Ad esempio giura di non aver mai visto alcuni dei suoi film. Fu necessaria una recensione revival di un noto critici e circa vent'anni prima ch'ella visionasse "Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda". Film che il Mereghetti avrebbe definito una cagata pazzesca, ovviamente. E invece qui ti scopro che il severissimo curatore dell'omonimo dizionario del cinema, ha concesso ad un altro film della stregua (solito problema coi titoli...), sempre con Edwige, lo stesso punteggio di merito attribuito a Il Settimo Sigillo di Ingmar Bergman, un capolavoro assoluto. Cascherebbe il palchetto e, su tale onda di ottimismo, qualcuno ha tentato (e vi è evidentemente riuscito, basti dare uno sguardo alle vendite dei dvd) di rilanciare nel corso degli ultimi 6-7 anni il cinema trash e le sexy commedie all'italiana. Secondo me un titolo di qualità non fa genere e quei film restano sostanzialmente delle totali ciofeche. Divertenti sì, ma ciofeche. Estetica di serie B, insomma.
Questa è una clip di Edwige Fenech agli albori, presenta alla perfezione il clima scanzonato del genere commedia sexy; confermato anche il cliché del vojeur, in questo caso un giovane Diego Abatantuono che origlia con un compare:
Ma, si dice, erano fatalmente protagoniste anche le varie Edwige Fenech, un po' giocherellone ma manipolatrici del desiderio sessuale. Così dicono. Io lascerei aperto un ventaglio di dubbi a riguardo.
Surprise! Dal nulla interviene il regista Giovanni Veronesi, presidente di giuria di Schermi D'Amore e per l'occasione presente tra il pubblico. Tiene a precisare anzitutto che non si è mai fatto una pippa pensando a Edwige, anche se è stato seriamente messo in difficoltà da almeno uno suo film, quindi pone questa domanda:
Surprise! Dal nulla interviene il regista Giovanni Veronesi, presidente di giuria di Schermi D'Amore e per l'occasione presente tra il pubblico. Tiene a precisare anzitutto che non si è mai fatto una pippa pensando a Edwige, anche se è stato seriamente messo in difficoltà da almeno uno suo film, quindi pone questa domanda:
La sig.ra Fenech risponde appunto che la sua arma in più è sempre stata la disinvoltura, la spontaneità e, sì, la simpatia. Avrete certamente colto anche voi questi aspetti delle sue figure di complicata umanità, tra una serratura, un durello e l'altro.
A questo punto ciò che è detto è detto e il convegno, dopo oltre due ore e mezza, s'approssima a chiusura. La De Tassis delega la chiusura a Tinto Brass, il Maestro del cinema. Del culo, naturalmente. Arriva durante l'intervista a Edwige e l'impressione prima che si ha su di lui può solo essere una: il vecchio sporcaccione, con quell'aria trascurata, vecchio e poco curato. Ad ogni modo si rivelerà simpatico. Chi mai ha visionato qualche sua intervista, sa che dietro alla maschera (confermata) del porco e culomane, si nasconde un certo intellettualismo degno di nota.
Tinto Brass propone una breve sintesi di chiusura del convegno, durante la quale non dimentica di tirar dentro la femme fatale per eccellenza del cinema mondiale, Marlene Dietrich. Per il resto, segnalo le perle su Margaret Thatcher e quella sul dubbio rapporto femmine e femminismo nel corso del convegno (come a dire: ma che c'azzeccano tette e culi col femminismo?).
A questo punto ciò che è detto è detto e il convegno, dopo oltre due ore e mezza, s'approssima a chiusura. La De Tassis delega la chiusura a Tinto Brass, il Maestro del cinema. Del culo, naturalmente. Arriva durante l'intervista a Edwige e l'impressione prima che si ha su di lui può solo essere una: il vecchio sporcaccione, con quell'aria trascurata, vecchio e poco curato. Ad ogni modo si rivelerà simpatico. Chi mai ha visionato qualche sua intervista, sa che dietro alla maschera (confermata) del porco e culomane, si nasconde un certo intellettualismo degno di nota.
Tinto Brass propone una breve sintesi di chiusura del convegno, durante la quale non dimentica di tirar dentro la femme fatale per eccellenza del cinema mondiale, Marlene Dietrich. Per il resto, segnalo le perle su Margaret Thatcher e quella sul dubbio rapporto femmine e femminismo nel corso del convegno (come a dire: ma che c'azzeccano tette e culi col femminismo?).
Tutto è bene ciò che finisce bene, c'è tempo per un'ultimo paio di foto da Butei's, ovvero:
Edwige Fenech mentre firma autografi ai non giovani,
memori dei pipponi malinconici dei tempi che furono
Tinto Brass mentre si prepara a scappellare
il celebre sigaro che sempre l'accompagna
Conclusione
-ben organizzato e ben recitato
-ottima la rosa dei convenuti e assolutamente azzeccate le sinergie elucubrazioni-videoclip
-l'obiettivo prefisso era decisamente audace: affrontare sessant'anni di cinema italiano in tre ore è tecnicamente impossibile, ma non è mancata la capacità illustrativa di sintesi
-bravi tutti davvero e all'anno prossimo
6 commenti:
La massima autorità in questo campo è stata la marchesa luisa casati. Grandissima ed inarrivabile femme fatale fin de siecle!
Per leggere ed approfondire il tema femme fartale, consgilio la lettura della bella ricerca di Massimilano Mocchia di Coggiola:
http://www.noveporte.it/dandy/documenti/femmefatale.htm
Hey ma questa Luisa Casati da dove salta fuori?
Comunque anche Amanda Lear ha avuto la sua strada, se proprio.
http://www.noveporte.it/dandy/marchesa.htm
Ottimo lavoro butel1.
In effetti hai ragione: Giorgia come femme fatale (catwoman) non è credibile.... cazzarola è magra impicà! La femme fatale è formosa, come Edvige, appunto.
Però io ho il sospetto che la Edvige si passata recentemente sotto i ferri del chirurgo. Troppo tesa la sua pelle per una donna della sua età! Tu l'hai vista da vicino? Cosa ne pensi?
a che me veniua sfinission ad arrivar in fondo a sto postt...te credo che lè pooco commentà... conosso dù che iè ancora al primo video...gliarriverà doman!!
Anonimo: conosco anch'io giusto giusto due idioti che ancora sono al primo video.
Richie: beh, la questione è LAPALISSIANA. Tuttavia ti dirò che, benchè in forma, non è magra come può sembrare. Prima che si mettere il cappotto e la sciarpa, aveva la stessa circonferenza. Però è estremamente elegante, niente da fare.
E poi ha sta voce da... da... vorrei dire PORCA FRANCESE CHE ISPIRA SESSO ma ovviamente lo tengo per me. Con tutto il rispetto per la sig.ra Fenech
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