19 dicembre 2006

La Scala 2 - La riscossa

Sentenziosi da un seconda possibilità a tutti, all'urlo di "La coerenza, è la virtù dei deficienti".
Vi ricordate La Scala, quel bel locale in via Provolo 24? Ne avevamo parlato la settimana scorsa, non troppo bene secondo alcuni. Venerdì c'era aria di rivalutation:
Butel1 viene a sapere che "cioè vecchio quello che ogni tanto organizza delle feste allo Square vecchio, cioè vecchio ne organizza una super stasera alla Scala vecchio, non possiamo mancare vecchio"
Frut1: "Non sa, non dice. Sono scettico. Ma che festa sarebbe?"
Butel1: "Piena di fighe vecchio" (ndr. Butel1 spara palle a manetta in questi casi, lui "il tipo dello Square che organizza le feste vecchio" non sa manco chi è)
Frut1: "Resto scettico, temo di sapere come andrà a finire".
Butel1: "No vecchio fidati vecchio: e stasera, no dico stasera, aprono LA Scala, con super-musica-house-vecchio" (ndr. le markette di Butel1 diventano serissime)
Frut1: "Ti voglio dare fiducia vecchio, e Scala sia".

Ore 24.10: insomma siamo a questa Scala. Sì è vero, c'è un dj, musica house, un pò trance, un pò elettroclash. Intanto, qualcosa non mi torna... Mah, comunque, non male l'arredo di questo locale penso. Certo che nel giro di una settimana è cambiato un bel pò eh: ora è minimal chic, giocato tutto sul bianco, la scala ora porta verso l'alto. Eppure la gente mi pare la solita, forse mi sto preoccupando per un nulla. Tra l'altro mai visto tante brutte scarpe in vita mia (butel1, di venerdì sempre più frivolo, arriverà a sintetizzare: "Credo che il gusto di un gruppo di persone, anzi di una comunità no anzi di una società, possa essere dedotto dalle scarpe che indossa"), non parliamo dei giubotti: onnipresenti in fila indiana Woolrich-chiodo nero-Belstaff-Blauer.
L'omologazione la fa da padrona. L'atmosfera è da caserma: in percentuale, il 90 sono butei, i quali scortano il restante 10 di butele.
Comunque qualcosa ancora non mi torna... sarà, ma io me la ricordavo diversa sta Scala. E poi cazzo: l'altra volta c'avevo messo molto meno ad arrivare, e non avevo fatto la statale per Villafranca. Noto gli stessi dubbi stampati anche sul volto di Butel1.
Frut1: "Stai pensando quello che sto pensando io?"
Butel1: "Immagino di sì" (dal cervello di butel1 parte un fumetto circa le differenze/somiglianze tra questo locale e la Scala della settimana precedente).
Frut1: "Mamma quanto siamo in sintonia" (dal cervello di Frut1 si levano quattro ballerine di lap dance che sulla chiappa recano la scritta "Frut1 facci tue con tutte le tue forze inginuali, yeah!")
Bene. Anzi, male. Dopo "appena" 30 minuti, scopriamo che questo è Lo Scalo di Villafranca, non già La Scala di via Provolo, Verona. Lo Scalo tra l'altro si chiama così perchè è un ex scalo merci nei pressi della stazione ferroviaria di Villafranca. Ne deduciamo che i butei li presenti sono dipendenti del dopolavoro ferrovario. Il ragionamento regge.
Comunque sia, Lo Scalo di Villafranca è questo:


Ore 00.50: in seguito alla comoda deviazione villafranchese, decidiamo di tornare in centro, questa volta sì alla Scala.
Ore 01.10: tre respiri forti, apnea, si entra. N.b. seguiranno rapide impressioni quali chiusa di questo post. Giacché c'è poco da dire.
1-pienone: manco più posti per depositare le giacche;
2-certamente è una gran comodità portare il cappotto, del resto ci sono solo 50°;
3-pian terreno: ci risiamo, e un-due-tre ripartono subito "Balla balla" e "The Final Countdown"; sorge un dubbio: ma ce le mettono su apposta ogni volta? In caso, grazie, ma meglio qualche pezzo di elettroclash tirolese;
4-sì, questa volta la "famosa" Scala è aperta: peccato non poter scendere, si crea la coda su di essa; dopo appena dieci minuti siamo quasi arrivati: rapida sguardo, cogliamo una bolgia di gente incapace di accennare a un che sia movimento, ma soprattuto, LA DOMANDA: "Cos'è questa sbobba? Dov'è la house?". Forse è sfiga, siamo arrivati nel mentre di remix anni '90 dei Jackson Five. Ma a seguire un melodico remix di Madonna conferma che il fato è altra cosa.
5-riconfermata la barista. Idem la tettata regalata, che fa molto anni 80; e noi, cattivi-cattivi, chiediamo il solito drink analcolico della casa, ovvero la shakerata definitiva: le sue suche che shakerano quella roba non hanno prezzo, per il resto c'è MasterCard. Grazie baby!
6-l'atmosfera da festa delle medie non mi impedì di pronunciare a più riprese: "Vecio che fighe", ma un deluso e ipercritico Butel1 mi riportano sempre coi piedi per terra: "Vecio che slandre!";
7-"quel tipo che organizza le feste allo Square": l'ho visto, l'ho vissuto. Breve descrizione: la gellata definitiva, praticamente una leccata di vacca a forma di scodella, abito nero, camicia nera, sbottonata, almeno 3 bottoni se non 4, petto non villoso in mostra, catenaccia da raper (Butel1 mi sussurra: "mamma quanto è seconda linea di Dolce questo"), orologio luccicosissimo (impossibile vedere l'ora), cintura con mega S cromata (Supergellone?). Non pago di ciò, decide di essere il butel totale: arriva un suo lontano conoscente, fa finta di non riconoscerlo, massì ci ripensa, lo conosce, lo conosce, da "una vita che non ti vedo vecchio". Segue un iter standard di ogni buon pr: saluto-pacca sulle spalle-vecchio-vieni che ti offro da bere-barista prepara qua sono ilcapo ecc. A quel punto, ammetto, meritavo di prenderle, penso di avergli letteralmente riso in faccia. Butel1 intanto non ne può più e mi chiede quanto manca. Mancavano ancora quattro minuti. A cosa?
6-Campioni del mondo: questa volta duriamo 9,30 minuti.

Vorrei anch'io dire: "Mai più". Ma tal'è che butel1, ormai più informato di un Pr, mi ha appena comunicato che mercoledì ci sarà la festa universitaria. Sempre li. Alla Scala.
Caro Butel1, tiè, sto giro te lo pigli nel culo da solo: io me ne sto nel mio Friuli. E cazzo, andiamo!
Intanto, ce ne torniamo a casa come due pirla.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Ah ah ah....Me gusta il post, complimenti!
Comunque non mi ricordo proprio della barista dei vostri sogni....sarà perchè avevamo occhi solo per il bartista del piano di sotto....ahhhhhhhhhh che omaccione!
Buona giornata.

Anonimo ha detto...

alcune postille offerte da butel2

Lo scalo a differenza della scala è dal punto di vista architettonico molto bello. Anche solo concettualmente, un ex scalo merci, una ex area industriale rielaborata e riadattata a locale (come è già stato fatto per il precursore di successo milanese l'atm) è un tipo di intervento che generalmente manda in sovraeccitazione l'apparato sensoriale di butel2.
Detto questo esponiamo uno dei grandi problemi di questa città: la discrepanza generalizzata tra contenuto e contenitore. Ad un locale di gran classe, un potenziale spazio d'eccelenza corrisponde una clientela di assurdi beoti amanti del sintetico (dio quanto odio le fibre sintetiche). In soldoni, a Verona che tu vada nel locale più innovativo del mondo e nel barasso di provincia troverai sempre gli stessi ebeti che sprizzano e ripetono a turno le solite 4 frasi del cazzo.

Anonimo ha detto...

E come lei ben sa, in merito il Caffè Porta Nuova le batte tutte.

A riguardo, si riesce mica a recuperare quella frase su VeronaVip dell'inaugurazione, anzi no, com'era... la domenica sera, quali erano gli attributi per essere veramente eleganti? Beh, non ricordo, ma era il massimo.

Upstream ha detto...

Ero bello, disinvolto, elegante e accattivante.

Pronto, assieme alla mia lady, a seguire il Piacere (follow the pleasure, domenica sera, caffe porta nuova).

Troviamo posto a sedere. Bene pensavo, consumare il tuo drink preferito senza il pericolo di gomitate letali nei reni o di tackle assassini in quell'angusto corridoio è già un ottimo risultato.

Aggancio la versione oversize di Mini Me. Sorride, sorrido. Ammicca, ammicco. Ammicco anche alla mia lady. "Scemo".

Un margarita e un moscow mule, grazie.
"Moscow Mule? Non lo vedo nel listino"
"Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare".

Nel mentre alzo lo sguardo verso i colleghi avventori e vengo subitaneamente colto da un senso di profondo sconforto.

Eccomi catapultato nell'età della selce...

(meglio mi fermi qui)

Anonimo ha detto...

Up, capiti a fagiuolo.
Il tuo è un sincero racconto di melanconia notturna in uno dei loculi nostrani.
Sai che qui troverai sempre qualcuno ben disposto a sentire simili accadimenti.

Invito altri a sottoporci le loro storie di ordinario ostranenie, seguendo l'esempio del buon UpStream. A lui va tutta la nostra comprensione.

Anonimo ha detto...

Certo che siete recidivi... Occhio che ho saputo, da fonte certa, che i frati hanno le vostre foto segnaletiche...


;o)


BenSG