Art (Cafè) non metterlo da part
C'avevamo provato. A risollevare le sorti, dico.
Ci riproveremo. Con ste sorti, dico.
Intanto una squisita (e spominosissima) recensione del' Art Cafè - via Trezza 43 - Verona. Dice lui. [ndIncommensurabile Butel 0: ma i miei nuovi guys stanno imparando, pian piano]
Art Cafè. Che è? Dov'è? Si va o no?
Sottotitolo: che non è Il cafè des arts nè l'Art (Club) di Desenzano, ocio!
Ore 23 di un venerdì sera qualunque. Il divertente bighellonare davanti al monitor si è esaurito e decido quindi di fare un salto in quel di Veronetta. Premetto che la meta è ancora sconosciuta, quando butel m (ndSentenziosi: ma è quello che conosciamo anche noi?) propone di andare a sgargarozzare qualcosa all’ Art Cafè, con rispettive consorti.
L’idea non è male. Varcata la sogli(ol)a , noto che il locale è suddiviso in due stanze: una con il bancone per gli avventori in piedi, l’altra con fashion - anche no - divani in marmo (carini ma freddi) in share con altri clienti. Il tutto condito da svariati cuscini in pieno stile Averroè cafè di Marrakesh. (2 considerazioni by Sentenziosi: 1-il cafè di Marrakesh è servito "rapina inclusa"? 2-Divani in marmo: devono essere comodi)
Il singolo del gruppo che non trova spazio per il proprio deretano, deve ripiegare su simpatici sgabelli di finto marmo (che sembra vero). Alzandoli, agli occhi di chi non conosce questo barbatrucco, ci si può fregiare del titolo di “Uomo da sei milioni di dollari” (uno degli esseri più forti al mondo) (ndSentenziosi: ma non più ricco, precisiamolo). E’ presente anche un camino che, come riferitomi dall’habituè butel m, in periodo di castagne viene acceso. Il focolare in questione, fa molto “ stanza ospiti del Marchese”. Pollice up! (ndSentenziosi: buuuuu buuuu - più sangue più sangue: ispanico, ispanico).
Belle le luci incastonate nei sopraccitati sofà. Superato l’impatto iniziale, dovuto alla notevole vicinanza degli altri frequentatori, l’Art Cafè è un locale dove ci si può tranquillamente rilassare sorseggiando uno o più tra i molteplici cocktails presenti su listino. I cocktails. Buoni e saporiti, ma blandamente alcolici, come anche i chupiti. Nota questa positiva per le pheeghe, ma non per i butei spirit(o)amente navigati. Pollice down!
La musica, al volume giusto, era a base di house-ambient primi 2000, misconosciuta, salvo i soliti 3-4 pezzi del "ah questo l'ho già sentito". Indifferente.
L’angolo del tabagista, all’Art, è uno dei più inconsueti mai visti. Non è all’entrata principale di fianco ai boletus posacenere, dove di solito si trova, ma sul retro. Un piccolo anfratto all’aperto con un paio di tavolini e sedie d’alluminio, circondato da un muro in pietra. Con stupore di butel m, consorte e mia consorte, mi sono messo a cercare il tesoro nascosto dei pirati, convinto che fosse quello il riparo di antichi predoni del Mar dei Caraibi. Originale.
I prezzi sono circa cinquanta centesimi più alti rispetto allo standard 1 coca havana-5 euro. Il solito mentore, butel m, mi parla anche delle mirabolanti prove di coktellaggio acrobatico che ogni tanto si verificano dietro il bancone, da me non viste (ndSentenziosi: queste sono SEMPRE leggende, noi abbiamo PRETESO simile prove in tre bar di "sedicenti acrobati": 2 hanno spaccato la bottiglia, 1 ha tirato fuori un havana cola da un negroni: Copperfield!). Da citare un piccolo qui pro quo capitatomi quella sera. Ordinato un Singapore Sling (Gin, Cherry Brandy, succo di limone e Soda Water) mi arriva un altro cocktail a base di succo di pompelmo e non so cosa. Non me ne accorgo (saranno le 16-18 Davidoff quotidiane?). Dopo circa cinque minuti la barista, rivelatomi l’errore, si scusa assicurandosi del mio gradimento verso l’errato cocktail. Passa ancora qualche minuto e, offerto dalla casa, arriva il mio Singapore d’origine, ribattezzato dal sottoscritto “cocktail del popolo” e fatto girare tra di noi (ndSentenziosi: roba da butei, senza dubbio, e parte subito quella certa musichetta di Morricone...). Seguono altri giri di chupiti, compreso il fantomatico penultimo elargito anche questo dalla casa. Pollice up!
Una riga in croce sulla clientela: prevalentemente universitari, gruppi di over trenta e qualche
coppia. In conclusione: se volete un locale originale e accogliente, fatevi un giro all’Art Cafè di via Trezza (zona Piazza Isolo, Veronetta).
Butel Saval
Ci riproveremo. Con ste sorti, dico.
Intanto una squisita (e spominosissima) recensione del' Art Cafè - via Trezza 43 - Verona. Dice lui. [ndIncommensurabile Butel 0: ma i miei nuovi guys stanno imparando, pian piano]
Art Cafè. Che è? Dov'è? Si va o no?
Sottotitolo: che non è Il cafè des arts nè l'Art (Club) di Desenzano, ocio!
Ore 23 di un venerdì sera qualunque. Il divertente bighellonare davanti al monitor si è esaurito e decido quindi di fare un salto in quel di Veronetta. Premetto che la meta è ancora sconosciuta, quando butel m (ndSentenziosi: ma è quello che conosciamo anche noi?) propone di andare a sgargarozzare qualcosa all’ Art Cafè, con rispettive consorti.
L’idea non è male. Varcata la sogli(ol)a , noto che il locale è suddiviso in due stanze: una con il bancone per gli avventori in piedi, l’altra con fashion - anche no - divani in marmo (carini ma freddi) in share con altri clienti. Il tutto condito da svariati cuscini in pieno stile Averroè cafè di Marrakesh. (2 considerazioni by Sentenziosi: 1-il cafè di Marrakesh è servito "rapina inclusa"? 2-Divani in marmo: devono essere comodi)
Il singolo del gruppo che non trova spazio per il proprio deretano, deve ripiegare su simpatici sgabelli di finto marmo (che sembra vero). Alzandoli, agli occhi di chi non conosce questo barbatrucco, ci si può fregiare del titolo di “Uomo da sei milioni di dollari” (uno degli esseri più forti al mondo) (ndSentenziosi: ma non più ricco, precisiamolo). E’ presente anche un camino che, come riferitomi dall’habituè butel m, in periodo di castagne viene acceso. Il focolare in questione, fa molto “ stanza ospiti del Marchese”. Pollice up! (ndSentenziosi: buuuuu buuuu - più sangue più sangue: ispanico, ispanico).
Belle le luci incastonate nei sopraccitati sofà. Superato l’impatto iniziale, dovuto alla notevole vicinanza degli altri frequentatori, l’Art Cafè è un locale dove ci si può tranquillamente rilassare sorseggiando uno o più tra i molteplici cocktails presenti su listino. I cocktails. Buoni e saporiti, ma blandamente alcolici, come anche i chupiti. Nota questa positiva per le pheeghe, ma non per i butei spirit(o)amente navigati. Pollice down!
La musica, al volume giusto, era a base di house-ambient primi 2000, misconosciuta, salvo i soliti 3-4 pezzi del "ah questo l'ho già sentito". Indifferente.
L’angolo del tabagista, all’Art, è uno dei più inconsueti mai visti. Non è all’entrata principale di fianco ai boletus posacenere, dove di solito si trova, ma sul retro. Un piccolo anfratto all’aperto con un paio di tavolini e sedie d’alluminio, circondato da un muro in pietra. Con stupore di butel m, consorte e mia consorte, mi sono messo a cercare il tesoro nascosto dei pirati, convinto che fosse quello il riparo di antichi predoni del Mar dei Caraibi. Originale.
I prezzi sono circa cinquanta centesimi più alti rispetto allo standard 1 coca havana-5 euro. Il solito mentore, butel m, mi parla anche delle mirabolanti prove di coktellaggio acrobatico che ogni tanto si verificano dietro il bancone, da me non viste (ndSentenziosi: queste sono SEMPRE leggende, noi abbiamo PRETESO simile prove in tre bar di "sedicenti acrobati": 2 hanno spaccato la bottiglia, 1 ha tirato fuori un havana cola da un negroni: Copperfield!). Da citare un piccolo qui pro quo capitatomi quella sera. Ordinato un Singapore Sling (Gin, Cherry Brandy, succo di limone e Soda Water) mi arriva un altro cocktail a base di succo di pompelmo e non so cosa. Non me ne accorgo (saranno le 16-18 Davidoff quotidiane?). Dopo circa cinque minuti la barista, rivelatomi l’errore, si scusa assicurandosi del mio gradimento verso l’errato cocktail. Passa ancora qualche minuto e, offerto dalla casa, arriva il mio Singapore d’origine, ribattezzato dal sottoscritto “cocktail del popolo” e fatto girare tra di noi (ndSentenziosi: roba da butei, senza dubbio, e parte subito quella certa musichetta di Morricone...). Seguono altri giri di chupiti, compreso il fantomatico penultimo elargito anche questo dalla casa. Pollice up!
Una riga in croce sulla clientela: prevalentemente universitari, gruppi di over trenta e qualche
coppia. In conclusione: se volete un locale originale e accogliente, fatevi un giro all’Art Cafè di via Trezza (zona Piazza Isolo, Veronetta).
Butel Saval
21 commenti:
Bella recensione butel savaloto, a parte la definizione data alle vostre ragazze
Ma domando e dico: in tempo di dico, ci si dà per coniugati senza esserlo?
Giovanilismi, suppongo
Il bar è carino in effetti, anche se preferivo come era tempo fa;
comunque è bello e frequentato bene, senza troppi infanti molesti, solo un pò freddino, specie per chi non va in coppia
Ma mi sovviene una cosa, non farà il vostro post la fine del mio?
Qua paga la sentenza agra, ragazzo mio non la fellatio
Minimo vi accuseranno di essere o parenti del barista o un utente di livepoint
Ben pensandoci, uno del saval c'era, si mormora, sul sito e pure quello non piaceva a duchamp!
Sei lui, lo sento
Grazie frugulla del tuo nulla osta!
Comunque, per dovere di cronaca va detto che era la mia prima volta (emozione) che varcavo la sogli(ol)a dell'Art Cafè.Il posto non è male, quindi perchè parlarne male? Comunque
apprezzo il tuo consiglio,ma me ne frego in completa allegria delle accuse che potrebbero piovere.
Saluti!
Bravi, bravi. Bravi tutti.
Con questi due post's, il sottoscritto inaugura il:
"mese della gentilezza"
ocio a chi sgarra, zio booea !
Frugulla:live point? chi è costui?
Nego di essere iscritto a tal forum..
Sarò contento di gettare feci su locali da me non graditi(ne avrei già un paio in canna).
"Bbboni, stattte bbbooni"
Ah siete già tutti buoni? A posto.
L'Art non è roba mia, comunque sia.
butel-costanzo-1, noi siamo sempre bboni..!
baristi freestyle? Flairhouse di villafranca...
Quasi quasi stasera faccio un salto all'Art Cafè con una mia amica..Butei, se ci sarete, battete un colpo!
Butel info, se non avessi il cineforum a casa mia verrei volentieri. Fammi sapere se la recensione rispecchia la realtà.Saluti e buona pastur..ehm serata.
Butel Info: facciamo ordine e parliamoci chiaro (schiettezza da butei): se tromba? Ce l'amica sua/tua/vostra per me?
Butel Saval: facciamo ordine e parliamoci chiaro (schiettezza da butei): se tromba?
Anonimo: pure li? Allunga info, vecchio.
Bel posto! ci sono andato ieri con i butei a seguito e devo dire davvero niente male.. anche se a mio giudizio è molto da coppiette.
Flairhouse su 2night
http://www.2night.it/v2/verona/locali/membri/9811.html
Grazie ragazzo. Confermo, pare sia tutto vero. Leggere la grottesca promo-descrizione:
"Tra un lancio di bottiglie e un ballo sui tavoli, le serate al Flairhouse sono dedicate al divertimento puro, senza paranoie, senza freni. Lo show parte da dietro il bancone e si trasferisce alla consolle, dove i dj selezionano le colonne sonore delle varie serate. Dal rock americano alle musiche di film e telefilm storici"
Ce lo segniamo in agenda alla voce "locali da visitare".
ragazza, grazie...
Ops, sorry. Hey perchè non sceglierti un nick, cherie?
si... cosa ne dici "giovane giulietta invaghita del suo romeo virtuale (butel1)"...
Se andate al Flair house, non andateci verso le tre, io ci sono andato sabato scorso e mi sembrava di essere nel cortile di Regina Coeli... Al punto che Butel Matteo mi dice: Tu guarda di lì, io guardo di là, urla se vedi volare qualche bicchiere!!
Cliente tipo di quella sera..
"Si è vero ho 17 anni ma so a memoria tutte le canzoni di 50cent e sono pronto alla rissa"..
Alfie: hey bro', quelli non scherzano, stai lesto frà e occhio alle spallate, consiglio dress code canottiera e bboy pant oversized.
Anonimo: Sì. Intanto "nessuno" sente odor di presa per il culo
io no di certo...
Posta un commento