29 novembre 2007

Recensione dei Digitalism live al Club to Club 2007 Torino

Seconda parte della recensione del Club to Club di Torino
Sentenziosi, in visita sponsorizzata a Torino, recensisce tre locali e approda al concerto dei Digitalism + vari sketch d'inframezzo + "Defezioni dei butei" + simpatici spot by Vodka Ruskova + altri piccoli capolavori della minchiata umanata. Rock'n'roll ragazzi (senza pheeghe)
[Clicca qui per la prima parte]

digitalism live


Archiviate le pratiche della prima grande notte tarrinese è presto tempo della seconda grande abbuffata.

Nel menù abbiamo
Aperitivo con rapida comparsata di Sentenziosi al Bar camp allestito alla drogheria dall'organizzazione di club to club. Tema: blog e musica
elettronica organizzato e promosso da Banana Yoshimoto (ah non si chiama così?), a seguire ricca cena alcolica in simpatici bar tarrinesi, infine dessert misto di club e dj internazionali di livello.
Champagne.

I Love trenItaly
Dopo una lunga gloriosa giornata solitaria B2s attende i suoi soci della buteiscrew, meglio noti come Sentenziosi, alla stazione di Tarrino Porta Nuova. Il treno è stranamente in ritardo, le ferrovie sono stranamente in sciopero e questa eterna operazione simpatia per non deludere le aspettative del turista straniero che viene in Italia e ci vuole trovare così, in ritardo, approssimativi e guasconi inizia a starmi vagamente sul cazzo. Comunque, se non si può più nemmeno contare sul ritardi Trenitalia, dove andremo a finire?

Poco male B2s approfitta per rilasciare nuovi autografi e destreggiarsi nelle interviste.Da segnalare con particolare insistenza i tentativi di approccio di Mr Checcegliduecentsimichedvprendiltreno. Mobbbasta eh.
Ben presto (solo un'ora e trenta minuti più tardi) le Sentenziosi truppen sbarcano a Torino.

Sono ormai le Otto e l'aperitivo è saltato. Solo B2s riesce a fare un veloce blitz
(immaginiamolo così ore 19.20 - regia facci partire sottofondo musicale di Benni Hill e avanzamento veloce FF X4 prego - entra alla drogheria- saluto al barista- aperitivo- chiacchiere con l' organizzazione- misunderstanding- ritiro accrediti- saluti-colpetti con le nocche sulla pelata di un avventore- uscita ore 19.22) per poi tornare rapidamente in stazione al dipanarsi nel cielo di Torino del Butsegnale.

A Sentenziosi production. Starring in idiotical order:
Scaricati li bagagli e apportate le dovute modifiche al masterplan, la butei squad (starring: Butel2squared as Himself - Butel1 as Rossella Brescia and Butel3 as The Priest) è pronta, sono le ore 23 (il salto temporale è offerto da Sentenziosi.com stiamo cazzeggiando per voi!).

Partiti. Anzi no B2s apporta le ultime modifiche al proprio look. Ora è veramente pronto.

club to club torino recensione
Partiti
Grazie ai preziosi consigli del più frocio dei receptionist italiani apprendiamo che a Tarrino, la sera, in zona Porta Susa, è meglio non muoversi a piedi. C'è l'uomo nero. Attenzione non The Boogeyman ma l'uomo nero quello vero quello che quando l'uomo del monte ha detto si, lui gli ha spaccato la faccia e ficcato la banana nel culo. Ragion per cui si abbandona il sententandem e si passa al Taxi.

Taxi!!!
La prima meta dell'amabile trio è un ritorno in pompa magna alla Drogheria.

La Drogheria
Piazza Vittorio Veneto 18

Locale molto trendy consacrato al rito dell'aperitivo, con stuzzichini a volontà (compresa la bagna caoda). Ogni sera vi si raduna una gran folla. A volte musica con dj offerta da Xplosiva (che qui ricordiamo in partnership coi Vostri: Xsntziva)

bar la drogheria torino

Un'amabile spazio situato a ridosso dei murazzi, i navigli torinesi, esattamente in piazza Vittorio Veneto, è elegantemente arredato e caldamente illuminato,e in questo venerdì di club to club è fottutamente pieno. La sensazione che si percepisce entrando alla Drogheria, e credo non sia affatto casuale, è di entrare in un salotto privato con tanto di divani tavolini e poltrone, grossi armadi di legno che sembrano librerie, ricorda uno di quei salotti letterari niuorchesi in cui c'è sempre un cazzo di fallito che discute il suo ultimo libro.

la drogheria torino

Passiamo ora agli aspetti negativi. Si registri, a tal fine, che i nostri dopo aver fatto lo scontrino rimarranno in attesa di notizie circa i loro drinks per qualche settimana. Ebbene si, la servitù di questo locale è particolarmente lenta. Soprattutto quando inizia l'operazione simpatia e uno dei tre simpatici (simpaticissimi, proprio come una sonda anale) barman si appende alla corda situata dietro il bancone compiendo delle evoluzioni. Bello. E il mio drink scusa? B2s si sente, al fine di aumentare l'efficienza nonchè la gradevolezza del posto di assumere servitù Indiana. Cortese, simpatica, laboriosa e ottimo inglese.
Chiusa la parentesi alla drogheria, la sentens crew si dirige al poco distante Jam Club.

JAM CLUB
Murazzi del Po, Torino
Djs: Rills, Seph, Onur Ozer, Undo, Akufen (chiaramente noi abbiamo sentito solo il primo).
Due parole due sul jam club: Bello, molto.
Due parole due sulla gggente: Tarra, molto.
Due parole due sul sound: Elettro, tropp.




Come si evince dall'ultra sintesi di B2s, il Jam Club è proprio un bel club, post industriale, completamente in muratura con arcate che ridimensionano amabilmente gli spaziper cui non risultaeccessivamente dispersivo. Il problema è l'avventore medio. Ma anche quello non medio. Freschi di colazioni belle cariche ,a base di latte più ed ecstasy flakes, smascellavano che era un piacere e la loro zombie dance era decisamente uno spettacolo.
Le pheeeghe.. Quali pheeghe? Si prende nota di alcuni esemplari curiosi, reduci dalla nona edizione di Miss Itarra, con smutandata elegantemente in vista modello cardioperizoma.
Il dj set decisamente un pò troppo pesante per le nostre frocie orecchie, tantochè ci intratteniamo giusto il tempo per dire:" Io c'ero baby!" e ce ne andiamo lesti. Direzione? L'infinito ed oltre (Hiroshima mon Amour - Digitalism).

Va ora in onda lo speciale defezioni dei butei
B1:"Che ore sono amisci?" Spot!! L'effetto voce felpata è offerto da vodka ruskova.
B2s:" L'una."
B1:"SialodatoilSignore, è molto tardi miei giovani commilitoni!"
B3:"A che ora passa l'autobus, D*******?"
B2s:"Il prossimo alle 2. A che ora sono i Dgtlsm?" Spot!! Questo mese risparmia sulle vocali!! Sponsor by vodka ruskova
B3:" Eccellente. Taxiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii..."
Fine

Ringraziamo ancora Butel1 per i suoi adorabili sketches feat the taxidriver
Un piccolo best of:
B1:" Senta posso cantare qui?" Afferrando la ricetrasmittente del CB del taxi.
Tassista Kalabrese:" Ma lei è ubriac?"
B1:" Un pò hihihihihiihihihihihihihihiiii (regia partire con l'effetto shining grazie).

Hiroshma Mon Amour
Via bossoli 83, Torino.
Come da programma entriamo all'Hiroshima proprio mentre i Digitalism stanno iniziando la loro performance. Nella hall della disco si sentono le note di Pogo.

jam club torino

I Butei si accodano al guardaroba. Butel1 non ce la fa si spoglia di ogni effetto personale salvo la sua macchina da presa e ci saluta cosi: "Ciao amisci parto pe 'a guera, se non ci vediamo più dite a mio padre che domani sera non mangio a casa". E scompare tra le gomitate della folla che per Pogo non intende un semplice titolo ma uno status permanente di vivere i concerti. Ciao Butel1 ciao.
Questi i frutti del suo sacrificio.



Nel frattempo ciò che rimande del team sventolando vip pass, manco fossimo la croce rossa internazionale, guadagna le prime file. Piacevolmente sorpresi notiamo un B1 sotto il palco, in versione fotoreporter, che si atteggia a Fabrizio Ferri dei poveri mentre urla:"Bravi Ragazzi ora un pò di profilo, si bravi così ora un pò più rock.. molto bene ora immaginatevi di essere nel deserto.. cosi! Bravissimi" Tutto molto bello.

digitalism hiroshima mon amour club to club torino

digitalism club to club

Un pò meno quando B1 in completo delirio di onnipotenza sale sul palco per scattare una polaroid ravvicinata. Addio Butel1, addio Polaroid (nel frattempo sentenziosi, in vista della data Milanese dei Digitalism, si sta organizzando per andare a riprendersi quello scatto d'autore. E' un Butel1 mica... eh).

Ispirato ad una storia vera: cosa accadde a Butel1?
Ore 2.02.01: B1 sale sul palco
Ore 2.02.02: B1 scatta la polaroid al ciccio bomba cannoniere dei due, quello moro insomma
Ore 2.02.03: dopo un'adunanza composta da manager e buttafuori mongoloide + qualche "Fuck off man!", Butel1 - senza indossa il costume di Superman - vola presto in mezzo alla folla, e lo scatto viene trattenuto quale prova.
Ore 2.20: terminato il concerto, per B1 è il momento del secondo round. Fa un salto in backstage (backstage? Fuori dal locale, in cortile pardon nel campo nomadi) e inizia amabilmente a chiacchierare con gli amburghesi Jens Moelle e Isi Tuefekci. Si parla del più e del meno: il loro concerto (B1: "Ottimo lavoro guys" "Ah ja ja"), il loro tour in Italia ("Ah Idalia, molto molto bellen" B1: "Crazie"), si parla di Verona ("Ah Ferona, molto molto bellen" B1: "Mh"), ovviamente si parla di pheegha (se vabbè molto molto bellen, te pareva) e insomma si scopre che i due sono ragazzoni a modo e piuttosto simpatici, è subito simpatia e nasce Sentenzialism, un nuovo progetto musicale dove ci sono due che suonano dance-rock e altri due (B1 e B2s) che insultano tutti. Qvesta è avte. La conversazione continua e avrebbe potuto continuare ulterioromente e "Sì sì ragazzi c'è un moooondo di cose di cui potremmo parlare" quando sul punto di "Hey ok guys see you soo..." B1 viene coercitivamente allontanato dal solito buttafuori (ma allora è proprio cretino!) che passa alla camicia da forza e si compiace del tutto, sotto gli occhi esterrefatti dei Digitalism ai quali sfugge ogni cosa e pensano di essere su candid camera.

[Piaccola parentesi sul buttafuori
Sul mestiere del buttafuori, in generale (ma siete liberi di passare dal generale al particolare quando e quanto volete). Insomma, chiediamocelo un attimo: ma che cazzo di mestiere è il mestiere del buttafuori? A cosa serve? A chi piace? Chi lo fa (domanda retorica: qualche palestrato mongoloide e pochi altri)? Scherzi a parte, negli anni siamo sempre più convinti che la rilevanza sociale del buttafuori sia pari a 0 tendente a meno infinito. Il buttafuori è socialmente inetto, inutile, irrivelante. Più inutile dello spazzino. Anzi, non scherziamo, lo spazzino è una delle figure FONDAMENTALI della catena sociale. Stop]

Minchiate a parte, i Digitalism suonano un'oretta di buon suond elettronico, ripercorrono in maniera abbastanza personale le tracce del nuovo album (nuovo...) senza stupire esageratamente seppur con dei mix di ottimo livello.
Particolarmente riuscite e seguite dal pubblico le power hits Pogo, Zdarlight e Fire in Cairo (col celebre prestito targato Cure). Niente male nemmeno lo spettacolo di luci, chiaramente tutti laser sul verde.
Curiosità: la voce da scemo nelle canzoni dei Digitalism e proprio di quello biondino magrolino. L'altro, l'orsetto, mixa e intrattiene il pubblico con frasi da vero entertainer come: "This is the biggest party ever in Turin..", e andiamo...

Per chi volesse aprezzare il duo tedesco, nuove date sono previste questa settimana: giovedì 29 all' Alcatraz di Milano, venerdì 30 al vox di Modena.

Va bè

I Digitalism finiscono nel frattempo Butel1 torna stremato dal Backstage dove ha subito un pesante interrogatorio della Stasi (Chi siete? Dove andate? Cosa portate? Quattro fiorini). C'è tempo per apprezzare una mezz'oretta del dj set dei D-I-R-T-Y Sound System featuring Pilooski.
dirty sound system live
Niente male la selezione (abbastanza classica: Lcd Soundsystem, Justice, Soulwax, ecc.) mentre sui mix sembravano alquanto skazzati(yeah).



Atteggiamento del tutto plausibile del resto
Fatto assurdo, va denotato come mentre questo curioso duo-terzetto cercava di animare de densflor popolato da animali come questo

digitalism live hiroshima mon amour club to club

il gentilissimo staf dell'hiroshima\club2club\proprietari delle strutture (cazzo ne so di chi fossero), smontava palco e luci dell'esibizione precedente, provocando ulteriori malfunzionamenti all'impianto audio che aveva già dato segnali di cedimento durante l'esibizione dei digitalism e che infatti cede ripetutamente. Grazie a tutti eh... Si raggiunge l'apice - vedere video - con i due che mixano e un uomo con una scala che passa dietro, manco Stanlio e Ollio. Dai cazzo non si può, trattati proprio a pesci in faccia questi parigini!

Va ora in onda: "La postilla finale by B2s"
Ciao, l'Hiroshima fa cagare. I tarrinesi confermano che salvo in queste circostanze particolari, festival e quantaltro, è popolato da giovani brufolosi vogliosi di ascoltare Roy paci, los fastidios e quantaltro. A noi non ci piace l'Hiroshima, Nooooooooo, nooooo. I Digitalism invece sì, bravi.
Abbandoniamo la scena si torna a casa cercando di seminare le insidie.
E'una vita intensa.
hiroshima mon amour torino

B2s

Nokia Trends Lab - Milano

Nokia Trends Lab - Alcatraz Milano


nokia trends lab

Ne avrete sentito parlare, vi piazziamo lì un reminder. Si terrà questa sera all'Alcatraz, apertura cancelli dalle ore 20 - non vorranno mica iniziare a quell'ora, mi auguro - uno degli eventi più "cazzo che evento!" della stagione milanese. Anzi, anzi, sbadato io: "L'evento più cool del 2007" (chi lo dice? Ovviamente gli organizzatori del sedicente evento cool).

Qui il sito ufficiale. Mi raccomando, bestie, tutti a far la coda stasera e no, non sia mai, acquistare i biglietti del Nokia Trens Lab direttamente online (tra l'altro risparmiereste pure: 10 euro anzichè 15, onestissimi).

Musicisti
Se l'edizione dell'anno scorso alla ex stazione Leopolda del Nokia Trends Lab a Milano - a mio modo di vedere - è stato un mezzo flop o meglio ha avuto un target da fichette rasate e alquanto low profile, volemmosse bbene, mettemo 'a musica che piasce a tutti li ggiovani e soprattutto alle pheeghe (suonarono Gotan Project, Tiga, Timo Maas), questa edizione 2007 del Nokia Trends Lab - dopo che l'evento si è fatto un po' le ossa in giro per l'Europa - ha una lineup decisamente più electro-rock e più, come dire, bulla:
-Digitalism, ottimi dance rockers che abbiamo visto a Torino - recensione in sospeso - e che vi consigliamo.
-Soulwax (che dovrebbero suonare le night versions) che di recente abbiamo visto al Maffia - recensione in arrivo - è che sono DECISAMENTE la nostra scelta. Ragazzi, i Soulwax, ammesso che siano in serata, sono dei belgi iper dada


nokia trends lab milano


che spaccano culi poderosi, altro che! Tengono alla grande il palco e presentano spesso look di una sobria ed impeccabile eleganza.
-2ManyDjs, sì, pensa un po', ci sarà pure a seguire il dj set dei dj più famosi del mondo - a suo tempo - i due fratelli Dewaele, che poi guarda caso sono i leader dei Soulwax e che matematicamente/sistematicamente/automaticamente vi beccate come una pigna nel culo a chiusura di ogni concerto dei Soulwax, per forza di cose. Consigliati pure loro.

Last but not least
Oltre a quelle delle star, esibizioni dei vincitori del contest Nokia Trends Lab vero e proprio tenutosi nelle settimane scorse, più altri nomi più o meno conosciuti quali I ragazzi della prateria, Alex Infascelli, dj Shablo, Hexstatic, PIPS:lab + AARDVARCK (ok, chi cazzo sono questi?) e altra roba qua e la.

Domanda
Un recente restyling ha trasformato l'Alcatraz in un'astronave che comprime la materia? Mi sfuggono le coordinate spazio-temporale, dove-come-quando mettano in scena tutta 'sta roba insomma. Mh, iniziano davvero alle 21 o giù di lì?

Sentenziosi al Nokia Trends Lab?
Niente presenze annunciate, tuttavia (eventuali) ambasciatori già arruolati, qualcuno dovrebbe passare, ma non tutti, anzi pochi o nessuno infine. I live principali li abbiamo già visti e a dirla tutta l'evento ha goduto di un marketing push talmente tentacolare che rischia di segnare nuove coordinate sul piano tamarriano, siamo a Milano, per via di avventori coinvolti. Tuttavia, pur vero, siamo proprio a Milano = una buona vasca di pheegha ready to spank non mancherà.

28 novembre 2007

Black Friday - H&M - Roberto Cavalli

Parliamo un po' del "black friday" (e con che tempismo).

Il venerdì nero è il giorno seguente il thanksgiving day (quarta settimana di novembre). Durante il black friday i maggiori department store (ma non solo) americani praticano massicci sconti (fino al 70%) su pressochè qualsivoglia prodotto.
Letto in altri termini è il giorno dell'assalto ai forni da parte di una massa informe e rabbiosa di clienti, animati dalla malsana logica: The more you spend the more you save.

roberto cavalli per H & MCercavo la classica foto del Ringraziamento in famiglia ma poi ho trovato questa.
Titolo: Al Qaida-trained turkey


Testimonianza very: L'anno scorso durante il black friday mi trovavo da Macy's (che per l'occasione apriva alle 6 a.m), a San Francisco. Spettatore non pagante della messa in scena dello stato di natura preconizzato da Hobbes: bellum omnium contra omnes.

Io e gli altri impavidamente abbiamo cercato di prendere parte a questa epifania di isterismo collettivo, ma è stata una mossa avventata. Eravamo carne da cannone alla mercé di intere falangi di shopping addicted. Occorre tattica, piglio bellico, odio ancestrale. Ne siamo usciti solo grazie all'interposizione di una forza cuscinetto delle Nazioni Unite, l' UNIKYASOB (United Nations I'll kick your -fucking- Ass, son of a bitch!).

Ho notato che una volta compiuto il primo acquisto interviene la metamorfosi: in pochi secondi diventi lo zombie centometrista di Boyle, occhio sbarrato iniettato di sangue e mascella grondante brandelli di scatolame e carne umana (rivali caduti in battaglia).
Esperienza da ripetere comunque. Possibilmente in tenuta antisommossa.

Ultimo black friday in italia:

Milano, giovedì 8 novembre, lancio della nuova collezione H&M by roberto cavalli. Mi hanno raccontato di un discreto macello, pari (se non superiore) a quello per la collezione di madonna.
Io sono arrivato solo a razzia ultimata, in tempo per scorgere le carcasse rantolanti delle commesse travolte dalla fiumana impazzita.

Un black friday all'amatriciana ça va sans dire.

Momento spocchia-da-bar anticipato da un assolo di rutti in do minore: l'animalier mi fa sanguinare gli occhi.

Diciamo basta allo zoo safari urbano, basta all'equazione abito maculato = donna aggressiva con la vagina infuocata che non deve chiedere mai.

Sì invece (con qualche riserva) alla sterzata floreale al sapore di provenza dell'ultima collezione.

Nonostante ciò, anche la sentenziosi corp. che fa della coerenza il suo migliore biglietto da visita, ha ceduto alle lusinghe del rinomato stilista fiorentino con una linea per l'uomo.

Target: scimmie rude boys dal vello folto e dall'espressione bovina con un fetish importante per l'iconografia religiosa (=butel1).

La collezione si chiama less is more. Dobbiamo lavorare ancora un po' sugli accessori a mio avviso, ma per il resto ci siamo.
Una preview, direttamente dal catalogo spring/summer 08.

collezione h&M roverto cavalli
slip in poliuretano espanso rigido (effetto pacco duro e teso),
rivestito con patchwork di pelle di zebra non trattata
(un caro saluto agli amici della lav in ascolto)

27 novembre 2007

Toni and Guy Party - Milano

Aggiornamento
Rettifica e precisazione
Aggiungiamo un paio di cose, va'.
In primis che qui l'ironia, la satira e soprattutto l'autoironia (il payoff del blog parla chiaro, "prendere per il culo ma soprattutto prendersi per il culo") la fanno da padroni. Sempre.
In seconda battuta la crew sentenziosa per accattivare i pochi lettori (19?) che la seguono - nonchè racattarne altri 2-3 all'anno - tende spesso a calcare la mano enfatizzando luoghi, persone e fatti. E questo lo hanno notato anche i criceti (è così, l'abbiamo sperimentato in laboratorio. Mi rivolgo allo staff Toni&Guy: spesso se si dice X o Y su un tale blog di satira e humour, non per forza è X o Y. Perchè? Perchè qui si tende evidentemente a porre mano al registro della fantasia. Succede poi talvolta che si calca la mano enfatizzando,
la satira e l'ironia spesso trascendono le intenzioni degli autori, e allora se qualcuno si offende si può chiedere scusa.
Ma non è questo il caso.


Milano vive! Party esclusivissimo per Sentenziosi dove Frut1 diventa ‘ntennesciunà (mica…) e incontra una tipa e il resto è già leggenda (=presa per il culo pachidermica!) nella Maison.

"La vita senza imprevisti, sarebbe come
scopare SEMPRE senza profilattico"

Frut1




Giovedì 22 novembre, tra una pioggiarellina battente e bastarda e quella foschia che contraddistingue la pianura padana dal resto del mondo nel periodo atunnvernale, Milano si risveglia dal torpore post-chiusura del salone della moda. Che vuoi fa’, questa città ha abitudini singolari. Milano vive, Milano vive e non può che promuovere nella stessa serata di giovedì 22 ben 6 incredibili eventi super-vacca-boia-dell’anno-vecchio. Fucking clubbing-animals al rapporto! Ah, non c’è nessuno? Vanno bene anche i ciabattari. Ah stanno a casa? Città di merda…Il Frut è solo. Amante degli aventi mondani e fichetti non poteva farsi sfuggire l’occasione. Memore di incredibili imprese passate (ah non ci sono?), tentare di presenziare a tutti quanti i gigs può essere un gioco duro e giochiamolo.

Protocollo multi-fashion events
Gli obiettivi sono: entrare, non pagare, sbonzarsi a spese altrui e fare molte foto alle fichette, consapevole che quel trabicolo ultratecnologico gli avrebbe dato adito di vantarsi come “un reporter che conta e sa il fatto suo” e che puntualmente esce perdente dalla gara “chi ha la nerchi… ehm l’obiettivo più lungo?”

Gli eventi che proponeva la milanodabere erano:
1) per il popolo indie-rocker: The Wombats al Rocket
2) per il popolo indie-nu-rave-electro alternativo: serata al Bitte con Crystel Castels [magari anche Crystal Castles se proprio vuoi...] and Crookers
3) per gli animali della club&disco: Dj Cassius all’Alcatraz
4) per gli amanti dell’electro-minimal: Shit Robot and Todd Terje al Plastic
5) per i futuri stilisti: Prima festa dell’anno accademico 07-08 dell’istituto di moda Marangoni
6) per quelli che vogliono fare parte della Milano che conta: Festa dei 10 anni di Toni&Guy Italia

Briefing preliminare
Ci sediamo al tavolo delle riunioni straordinarie che già presenta l’ampia documentazione. Siamo in tantissimi. Oltre a me, il mio super-ego. Entrambi isoliamo subito i primi difetti, il piano d’attacco presenta INSORMONTABILI lacune per un precario italiano medio: è il momento di “Frut1 ‘ntennesciunal sponsored by…”. Dopo un paio di telefonate cum leccata di culo e mazzette sotto banco sponsored by The Chief Executive of My Life (il padre, insomma), Frut1 ha la conoscenza. E la grana, voglio dire. Imminente presenzialista e ready to go. A proposito, Frut1? Una volta forse. Ora sono ‘ntennesciunàFrut e vado a pigliare un po’ per il culo quattro arricchiti del cazzo (che saluto con affetto, ciao vagazzi!)

Tappa1. ‘Zzi nostri
a) Velocizzare i preparativi di vestizione di Milanes1 da classica fica capricciosa che della moda sa tutto lei e bla bla. Ma va in cul, maledette pheeghe!
b) Recuperare gli inviti a casa di un amico. Recuperare anche l’amico medesimo. Ma prima gli inviti.
c) Causa tempo uggioso e gradi di umidità da fichette bagnate, bere almeno tre birre per riscaldare le proprie frattaglie.

Tappa2. Il momento delle decisioni irrrrrevocabili.
Bocciare l’abbinata birra-indierock al Rocket, abbandonando con sommo dispiacere il concerto degli astri nascenti della scena indie inglese: The Wombats appunto. Barbarella [ndSentenziosi: residente del Rocket], limoneremo la prossima volta. Get ready, baby! I’ll come back.

Tappa3. Andiamo qua va’
Capatina alla festa di Toni&Guy. Successivamente all’Alcatraz per poi concludere la serata al Plastic. O viceversa.
L’importante è ascoltare sia dj Cassius che Shit Robot. Comunque sento aria di facile flessibilità: forte di alcuni infiltrati in entrambe le serate avrei potuto modificare il masterplan in tempo reale.

Tappa4. VIB, very important butei
Super orgia in loft di lusso, tanta pheega e alcol a fiumi.

Continua a sognare, butty
La vita senza imprevisti, sarebbe come scopare SEMPRE senza profilattico. Frut1 tiene sempre pronto un piano di riserva perché quasi certamente sarà quest’ultimo ad essere seguito alla lettera, purtroppo. E’ un canovaccio che si ripete sistematicamente, nel quale vediamo rispettare le prime tappe stabilite con maestria ed impeccabile precisione, per poi d’un tratto ratatatan non si sa come far scattare il piano b.

The b-plan
Il piano b di questa è: only Toni&Guy, okay baby? Come andare a puttane con 100 € perché, insomma, sei un puttaniere alquanto stallone e ti vuoi far servire una prestazione di livello, ma per strada fai benzina, trovi il kebabbaro, l’elemosina ai semafori e soprattutto un secondo troione che alla fine, eh, arrivi lì con 30 e rotti euro e sì vabbè ti fa un pompino ma insomma non è la stessa (no no beh comunque va benissimo eh, non scherziamo). Ah, sono andato fuori dal seminato? Tu-tu-tu-tu-tuuuuuu.

Festa di Toni&Guy


toni&guy milano


(prometto che mi risparmierò la solita battutina che a Toni&Guy sono tutti gay)La butmobile sfreccia per la city agile, veloce e giunge in loco con estrema eleganza (danni da ipoteca sulla casa) alla festa di Toni&Guy in via Privata Scalarini 10 all’interno dell’ Area Kitchen, uno stabile molto ben allestito per l’occasione.



party di Toni e Guy a Milano



Party molto esclusivo e solo su inviti per festeggiare i dieci anni di Toni&Guy Italia insieme ad uno stuolo di amici che contano (nel senso che fanno i cassieri), lo staff dell’azienda Toni&Guy al completo, la Milano bene (persone che alla domanda “Tutto bene?” rispondono sempre “Bene grazie”) e scrocconi come il sottoscritto che alla notizia di open bar si sono sentiti in dovere di non mancare. Già, l’open bar. Un diritto e un dovere, sia mai che avanzino prosecco e birra, no perché c’è gente che muore di sete, non mi sembra il caso di sprecare tutti quegli ettolitri di alcol, ok? Se non ci penso io guarda…

How to disguise and access exclusive party
Varie teniche da protocollo per infilarsi a queste feste vip, qualcuna funziona sempre. Partiamo con la mia preferita: Frut1 si spaccia per reporter. E come sempre – ma cristo io non so, la gente è mica normale – sa che ci può riuscire, sicchè inizia il suo show preparatorio, una fregnaccia da eterno cazzone: qualche ammiccamento, qualche combo pacca&saluto a gente immaginaria e… niente la security non ci casca, troppo prevedibile e spaccone. Ok ritiro tutto, la gente è normale, è il Frut che...
Ci riprova, questa volta gioca la carta del giornalista (ovviamente con tesserino a casa, capita no?), inviato per scrivere un articolo sull’evento ed inventa qualche nome di liste inesistenti. Madornale errore Frut1, shame on you!, così facendo non ha altro che aumentato i sospetti dei pinguini alla porta che ora sanno con certezza che Frut1 è uno di quei furbetti che si vogliono infiltrare alle feste per fare bisboccia e tirarsela. F-1? Colpito ed affondato!
Infatti gli addetti stampa avevano già finito il loro lavoro dopo la conferenza delle 20, seguita da interviste e da un buffet con la creme della creme di Toni&Guy (nel senso di parrucchiere che applicano pure le creme, oltre allo shampo).

Sì, centrale? Qui Frut1, abbiamo un fottuto problema, mandate dei fottuti rinforzi”Frut1 è una mezza sega e ha toppato alla grande. Arriva L’Amico con l’invito. Contestualmente il Fruttone si gira e vis-a-vis fissa il buttafuori con l’aria da “Lei non sa chi sono io…” e “Ora vediamo chi resta fuori e… “. E, e, e. Tanti e rimasti lì in sospeso perché il buttafuori no, non sa né saprà mai chi sono io laddove invece sa benissimo chi resta fuori al momento (sempre io): L’Amico avevo ceduto L’Invito al Fratello (mio nuovo arcinemico 2007).

Centrale? Ancora Frut1, avevo detto rinforzi, non checche incompetenti! Muoversi muoversi
Milanes1 nel frattanto ha finito di prepararsi. Solo 2 ore questa volta, hey bambola sto notando progressi. La prossima volta puoi passare a… 1 ora e 58 magari.


Frut1: ”Come siamo coi pass?
Milanes1: ”Ahah
Frut1: “Mh
Alla porta si presenta un butel che abbraccia, bacia, palpa e poi saluta Milanes1, quindi fa un lieve accenno (il dito medio) alla security e Frut1 è inside.

Dentro. Resetto il cervello. Passiamo alle domande:

a) chi cazzo sono Toni&Guy? I giardinieri di Dolce&Gabbana?
b) ho fatto due metri ed ho già visto 20 pheeghe, tra cui una thai da coltelli. Eviratemi subito e avrete salva vita, forse.
c) most important: dov’è il bar?

Un valido dj-set anima la serata, ma molto di più lo fa il bar che con la formula TuttoGradddisssAmisciVeniteL’Arrrotino, viene preso d’assalto da una folla assetata che si ammassa davanti ad un infinito bancone che sciabola bottiglie di spumante alla faccia di quelli che non si possono permettere neanche l’acqua.
C’è chi parla, chi balla e chi si sbronza all’interno dello stabile mentre chi vuole prendere un po’ d’aria e bersi lo spumante fumandosi la “siga” lo può fare in una zona adiacente esterna (ma coperta) dove la musica è decisamente meno pressante e parassitaria.

Io di Tony&Guy me ne Frego&Fotto, ok

Frut1 entrato nel mondo dei balocchi inizia ad atteggiarsi da quell’invitato che è lì per lavoro intervistando e fotografando chiunque. Dopo una mezz’ora incontra anche V. una stylist di Toni&Guy, una giovane fanciulla di periferia che giunta nella metropoli lumbarda ha iniziato a lavorare con lo staff di questi due fratelli a me sconosciuti fino a quella sera. Con molta confidenza, pure troppa, inizia a spiegarmi chi sono Toni&Guy e che ruolo ha lei nella piramide aziendale della compagnia. Incredula che Frut1 non sappia nulla circa la premiata T&G mi chiede che ci faccio lì ed allora the show must go on, altra mega serie di cazzate in uscita dalla bocca di frut1 che vergognandosi di se stesso si meraviglia pure che V. creda a tutto quello che le viene raccontato. Ma tutto tutto. “Sai una volta abitavo sulla luna e… “ “Ma dai? E’ meraviglioso Frut1, devi essere molto fortunato” “Mh, tu invece devi essere molto……… in gamba”.

Vengo a scoprire che i fratelli Toni and Guy sono dei parrucchieri, Toni vive a Londra mentre Guy che è presente alla festa, è in Italia, entrambi hanno creato una nuova filosofia di taglio di capelli (hairstyling) che li ha resi famosi ed ora si danno alla cosmesi e al mondo della moda.
Mentre V., che completamente ubriaca tenta di mettermi la lingua in bocca [voce della coscienza: seeee! Ti sarebbe piaciuto eh?], mi spiega con parole sue il ruolo che ha nell’azienda. Beh, Frut1 non ha capito un cazzo, okay? Biaschica, ripete sempre le stesse parole gesticolando un po’ troppo, la sua bocca è ad un centimetro da quella del fruttone [ma smettila!] e per finire il dj ha messo un super pezzo che pompa alla grande, quindi cosa credete abbia capito/creduto/fatto Frut1?
Suspence…
...
...
un cazzo ovviamente. Ma zioskan! Anche perchè, in verità, V. non mi si fila mezzo secondo...

Ad ogni modo, ora Frut1 sa e si sente un invitato doc, un caro amico di Toni and Guy, uno che li stima, li apprezza ed ogni tanto cambia il suo look con un bel taglio di capelli in uno dei loro centri facendo un affare hairstyling da 150 euro. Cioè, soldi spesi bene.

Il party è convincente, la location semplice molto minimal e poco lounge, la ggente di età compresa tra i 20 e 40 anni beve, balla e si diverte a ritmo di un sound che va dall’electro tanto di moda ora fino ai dischi messi in consolle da Dorian, l’amato dj del Plastic nelle serate London Loves.

toni & guy Milano
Durante i numerosi giri nel salone, Frut1 fa molti incontri interessanti e immortala con la macchinetta modelli, supermodelli, tope, supertope e qualche fattone di turno, persone che, pensando di avere a che fare con un reporter di qualche rivista di moda, non fanno storie ad essere fotografati e anzi chiedono loro di essere fotografati atteggiandosi e mettendosi in posa. Roba da scompisciarsi ragazzi.

milano toni and guy festa di toni e guy


Sciao rragazzi, so’ amigo de tuddi quaddentro
All’improvviso Frut1 si scontra con un giovane che tiene tra le sue mani una fotocamera digitale e guardando il Frut si avvicina e dopo due pacche sulla spalla gli sorride dicendo:”ciao amico, buon lavoro”. Voce fuori campo:”Allora è vero, sembro proprio un vero fotoreporter!”. Non l’avesse mai pensato perchè il nostro Frut1, dopo questo incontro, pompa il suo ego ai massimi livelli e grazie anche a 5 birre nello stomaco, la timidezza ed il timore di essere invadente svaniscono, tanto che avvicinandosi al top model Michael Kenta, lo chiama, lo saluta e con arroganza: ”Michael fammi una Blue Steel”, il supermodello guarda Frut1, sorride e si mette in una posa degna di Derek Zoolander, respect!

festa di Toni e Guy a Milano



La serata è ottima e coinvolgente ma verso l’1.20 Frut1 abbandona l’Area Kitchen verso altre avventure.

24 novembre 2007

Vox Club Modena - concerto Crystal Castles

Crystal Castles Live al Vox Club di Modena

"Entro al Vox Club, mi guardo intorno mentre all'orecchio giungono le sonorità dei Crystal Castles e mi piacque tutto subito. Ed ero ancora sobrio! Non è meraviglioso? Ero ancora sobrio, e già apprezzavo la situazzzione. Roba da matti" Butel1

Sentenziosi indossa il costume da idraulico e i baffi neri per andare a fare quattro salti a 8bit tra i tubi di Super Mario Bros e le corse in Metroid, magari assestando qualche hadouken alla Street Fighter: i Crystal Castles stasera suonano al Vox Club di Modena e nella nostra ricerca della bellezza decadente - che putroppo a volte si rivela un po' trash, po' unta e un po' fatta - capitiamo in una serata indie-nu-rave-rockers un po' meno "del cazzo" del solito. Forse perchè MTV non c'è ancora (per il momento) arrivata. Ma anche sì: la scaletta prevede quindi il dj degli Shitdisco, sui quali MTV ha diverse stock options, da mo'.

vox club modena





Crystal cazze?
Il Fruttone me ne aveva parlato e riparlato e voleva scendere dalle valli di Udine appositamente per loro: Crystal Castles, una delle band epitome del nu rave trash (a ridaje). Genere che, ovviamente, non significa un cazzo e che per descrivere definiremmo come "quei suoni dei video games 8bit delle vecchie consolle Atari e Nintendo anni '80 + una botta di punk delle origini + quasi new rave tipo Klaxons e Shitdisco + ma tutto un po' più sporco e aggressivo e ballabilissimo".

Ma prima: Modena by night
Nome in codice della spedizione Sentenziosi: Operation T.A.R.A.N.T.O.L.A., il Vox Club infatti si trova esattamente a Nonantola, a dieci minuti dal centro di Modena. Due parole sulla Modena di notte, la Modena gggiovane dei ggiovani: il buco del culo del mondo, di sera in giro non c'è un'anima. Manco una. E' così. Se vai in auto ai 120 all'ora per le vie del centro, non preoccuparti di investire qualcuno, non potrà mai succedere, non c'è nessuno. Desolata tristezza che specularmente trasforma Verona nella Londra italiana. Ci rendiamo conto della gravità di tale status quo? I modenesi no, immagino.
"Dove sono i modenesi di sera, anzi di venerdì sera (figurarsi gli altri giorni)?". E' presto scoperto, il 95enne cui chiediamo info subito ci redarguisce sull'accaduto: "Ooooormai non c'è più nessuno, tutti vanno in quel posto lì in fondo a sinistra poi a destra e di nuovo a sinistra... Quel locale ha rubato l'aaaanima e..." "Se vabbè, sciaooo e buona vita". Quando poi scopriremo come funziona qui, ci sentiamo orgogliosi della nostra Piazza Erbe (del cazzo).
Tutti in un locale? Certo certo, come no. Dove siamo, in una corte del '500?
. Sono tutti in in locale. Il locale si chiama Caffè Concerto, è in pieno centro, per l'esattezza nell'originale Piazza Grande, e il venerdì - dio perchè, perchè? - è gestito dal Club Pineta di Milano Marittima, locale per eccellenza per VIPb (Very Important Persons di serie b). Ovviamente, stando al solito 2Night le cose non stavano così, eppure, caro 2Night, il Pacfico non c'entra un cazzo: Pineta, ok? Pineta. A saperlo prima...

vox club
'tacci loro!


Pineta appunto, fuori e dentro gli spazi son cesellati di sfigati di dimensioni ipertrofiche, il cattivo gusto impera sovrano e le casse di risonanza restituiscono le peggio cose italiane musicate dagli anni '80 ad oggi. Mica è abbastanza. "Hey ragazzi, serve l'invito per la cena del venerdì". A svelarci il segreto di questo "esclusivissimo" club-bar-risto-dinner-minchia del venerdì sera modenese è il buttafuori che ovviamente doveva essere un surrogato di mongoloide. Esclusivissimo appunto: tanto, che se chiami anche cinque minuti prima annunciando un fantomatico tavolo - come ci spiegano alcuni primati del luogo - l'ingresso è tuo. Bene.
Ecchissenefrega? Il locale dopo 0,1 secondi che ne studi le dinamiche ti parla per osmosi: "Ciao, sono il Caffè Concerto di Modena. Guardami. Riguardami, a me gli occhi, quando lo dico io: ti immagini che mega trenini di capodanno qui?" Bbbrrrrrr...
Sloggiamo, andiamo nel bar più marcio di Modena. Il bar più marcio di Modena si trova a circa 15 metri dal Caffè Concerto, sempre in Piazza Grande. Sicchè si spiega la presenza dei poseurs più deboli mai osservati, fuori dal Concerto col bicchiere del bar a fianco. Cose già viste, ovviamente (vedi fenomeno Anselbloom o, perchè no, OsteriaAnselmi).

Ah, quanta bellezza, i modenesi di sera. Va più o meno così: "Stasera usciamo?" "Ok". Si tirano a lucido. Escono in branco. Proporzione 1 cesso : 10 butei con faccia da schiaffi. Giungono in fronte al Concerto. L'osservano ammirati e ossequiosi. Ai più emotivi (ovvero coloro che rimembrano i "fasti" del Pineta - qualcuno li elimini fisicamente, grazie) parte una lacrima. Quindi fanno per entrare, sapendo benissimo che non entreranno perchè non hanno prenotato la "cena liquida tredicesima". Il buttafuori mongoloide li arresta poco prima di assaporare la bbbella vita, ah, lì, ad uno iato di grandeur(?). Si arrendono, senza perseverare, sanno che la vita non ha ancora strizzato loro l'occhio (ma prima o poi...... cosa?). Vanno a casa. Fine della serata modenese tipo. Cristo santo.

Vox club - Nonantola, Modena
Un club davvero ok, architettonicamente/esteticamente, il Vox è Sentenziosi Approved. Grossa pecca esterna è il sito, non tanto perchè spartano (e lo è) ma perchè porco zio è possibile che il sito di un locale non fornisca indirizzi e indicazioni stradali? Ma dai!
Ubicato al primo piano di un edificio piuttosto grande, arredo e architetture semplici, nude insomma "underground" quanto basta e quanto richiesto per ospitare concerti live, il miglior club dell'Emilia insieme al Covo di Bologna e al Maffia di Reggio, di dimensioni medie, può ospitare comodamente circa 350-450 persone e forse più. Il palco è ridotto ai minimi termini, di fronte ad esso si stende una pista piuttosto ampia ma sempre nello stesso stile "naif", seguita da una serie di divanetti che compongono un mini lounge con appositi tavoli (che si possono prenotare ad hoc), alle cui spalle capeggia una parete sulla quale fronte e retro trovano spazio le solite proiezioni video,

vox club modena nonantola


qui in verde - che è, il Vox è gestito dai Visitors? - per la verità particolarmente idiote o meglio inutili: una lunga serie di interviste/spot su questo e quel musicista che ti viene il sospetto che è lì lì per suonare al Vox Club nei prossimi giorni (per definire il livello: come se Daniele Bossarsi sbronzo intervistasse liberamente Vasco Rossi fatto di coca una settimana prima del Festivalbar, da lui stesso presentato) [ndr: Come? Ah ok, mi informano dalla regia che tutto ciò è già successo]

Una volta mi sbronsavox
Un bar verso il fondo del locale, con prezzi popolari. Un altro si trova nell'anfratto a sinistra del palco. A destra del palco c'è la zona dj. In particolare, ragazzi, i cocktail a 5 € sono onestissimi, specie il cuba libre, drink leggermente addondante rum, ma appena appena: praticamente una granata che t'implode nello stomaco. Al Vox Club, parola mia, è sbronza garantita! (partono fischi, spari di cowboy, sgommate da negri).

Fuori li soldi!
15 € tutto incluso, con consumazione. E forse qui suona il primo campanello d'allarme: appena 10 € l'ingresso per un concerto live e un dj set? In Italia? Ok, non hai la consumazione, ma i cocktails vengono 5 €. Insomma, con 15 € - giusto per fare dei paragoni discotecari - stasera ti viene l'ingresso, il concerto dei Crystal Castles, il dj set indie del Wah Wah Club e infine quello degli Shitdisco. Ah però, mica male!

Si parte. Puntuali.
Il tutto sarebbe dovuto iniziare alle 24. Crime Wave dei Crystal Castles è una canzone da compilation, un vero banger da sentire e risentire (poi vabbè, dopo una settimana ha pure rotto i maroni, ma all'inizio è la tipica canzone che ti gasa). Crime Wave è una ballata easy ma nella sua semplicità quasi sofisticata (e dopo quella famosa settimana, manco te la ricordi più). Crime Wave, che bbella canzò. Anche se sei in coda, fuori dal Vox Club. Arriviamo alle 24.10 e ci becchiamo la coda. Infatti i Crystal Castles hanno iniziato da appena 10 minuti. Hey, ma dico, che fine hanno fatto gli arcinoti ritardi riempi locale? E che cazzo! Sta a vedere tra un po' manco più dei ritardi Trenitalia ci si può fidare, dove andremo a finire?

La coda comunque è finta, ma hai voglia a capirlo! Le quaranta e passa persone in coda prima di noi NON si dicono disposte ad entrare per il concerto, ammettono di aspettare che il concerto termini per poter entrare a... 8 €, ovvero due euro in meno. Cos'è, siamo scemi? 8 anzichè 10, avete tutti il triplo mutuo? La cosa sinceramente ci sfugge. Ad ogni modo, scalciamo i neo-miser e dopo un colloquio coi boss entriamo. Sentenziosi non assisterà mai alla performance di Crime Wave. Si passa direttamente al pezzo successivo. Fanculo!

Crystal Castles live
Ottima la performance, curioso e adorabile questo duo flashatissimo che propina musica per flashati e Sentenziosi che smarrirono se stessi; se piace il genere. Genere, come detto sopra, di nicchia: un'elettronica misto punk un po' estrema ad essere onesti, all'ascoltatore meno avezzo saprebbe di ballaminchia tunz tunz, ma c'è invece una logica sottostante di spessore (ok, e dopo questa, mi mando a fare in culo da solo). Sul loro MySpace i Crystal Castle si etichettarono come trash trash trash, tempo addietro ancora lessi di "coltelli e forbici", per darvi un'idea.
Gruppo, che sarebbe così composto:
lei,

modena vox club



sarebbe pure una gran figa, ma è una canadese del cazzo con l'inclinazione verso le mode dei neo-alternativi-globali, ergo si deve conciare come una stracciona e truccare come una vampira riesumata da una tumulazione, non te la faresti manco fossi Frut1 (ok bugia!), è la cantante del gruppo ma ci si chiede quanto servano e quanto siano apprezzati i suoi interventi canori da "hey" "wow" "yeah" "ahi ahi" e altre coppie improbabili o banali di sostantivo + aggettivo. Come detto sopra, il fatto che lei presti la voce al gruppo, non significa che sia una cantante. Però è bravissima a lavare e stirare eh!
lui,

crystal castles live al vox club di modena

esteticamente visto e rivisto con le sneakers, il jeans skinny, la felpa con cappuccio e la giacca in pelle. Ha una tastiera collegata ad una sorta di mixer Atari anzi ad una cassetta degli attrezzi, che oltre a lanciare le basi e i campionamenti 8bit direttamente dai vari Super Mario &co. lancia pure missili tomahawk e cruiser;
lui/2,
vox club con i crystal castles

il batterista. Chi è? Da dove salta fuori? I Crystal Castles non erano in due? Mh, l'avranno recuperato ad hoc per il live. Me li vedo, arrivano a Modena, fermano uno per strada: "Tu stronzo, sai muovere delle bacchette?" "Mh, direi di sì io..." "Ok" e due ore dopo c'era un tizio seduto alla batteria a battere battere battere sdeng sdeng sdeng.

Crystal Castles in pratica
Le basi sono campionate ultra-campionate, si aggiungono suoni della batteria, note di tastiera, occasioniali effetti e distorsioni, la voce della cantante che in effetti caratterizza il genere con i suoi urlati. L'estensione canora della tizia è quasi inesistente: ma sarebbe comunque inutile, non serve sia una brava cantante, questo non è certo un esempio di arte canora.
Il tutto è si gggiovane ma è anche piuttosto bullo, anzi sbilanciamoci e diciamo che è molto bullo e che siamo subito "presi duri" e, sì, questo sound saprebbe far ballare un cadavere. Se quel cadavere è cadavere perchè morto di coma etilico, certo sarebbe agevolato.

Let's dance
[un giorno la smetterò con questi titoletti del cazzo] Allora, siamo entrati un po' in ritardo, d'accordo, ma ci siamo persi solo i primi dieci minuti. Fiu, meno male, evvai col resto. Dieci minuti, che saranno mai?
Parte il primo pezzo per noi. Hunz hunz hunz
Parte il secondo. Tonz tonz tonz yeah yeah yeah
Parte il terzo. Ahi oh ahi oh
Parte il quarto e sospetto che partano anche le parolacce nei testi, cosa che alla cantante deve indurre un certo piacere, sempre più a proprio agio nei panni dell'urlatrice pazza. Il livello della performance è sempre molto buono - parliamo di performance anche da un punto di vista extra-musicale perchè, insomma, mica sono i Pink Floyd questi. Lei tra l'altro è davvero una maestrina di scena e segue tutto il canovaccio del caso: si dimena, urla, salta, si getta in terra, si rigira in terra, si fa fotografare in terra da Butel1

crystal castles al vox club


e fa una serie di smorfie da gran maialona, monta sopra le casse, ecc. Eccentrica e calata nella parte, brava. Se ora si struccasse e si mettesse un bell'abito griffato, ci darei due colpi pure io. Magari quattro (nel dubbio). Indiscussa protagonista della scena, gli altri due sono strumenti, non persone, sono funzionali, nessuno li ricorderà. Oddio, per un rapido confronto, cose già viste e, per quanto brava, non ai livelli dell'eccentricissima e pazzissima Cathrine dei Kap Bambino (genere molto simile, forse meno "hardcore" dei Kap) che già sentimmo. Ma procediamo.
Parte il quinto pezzo. Sdinch sdinch sdinch.
Ecco il sesto. Convincente pure questo

E' il momento di...
Caricarsi d'alcol. Certo, stavamo apprezzando il tutto pure senza i fondamentali liquidi, ma perchè correre rischi? Sentenziosi sa, sa bene che ad un certo punto queste serate richiedono quanto meno un accenno di sbronza perchè... perchè sì, oh!
Mi giro e do indicazioni al Fruttone per il mio cocktail d'ordinanza. Mi rigiro e la band non c'è più. SCOMPARSI. Cos'è, ci prendono per il culo? Letteralmente volatilizzati!
Se escludiamo che questi canadesi possano lavorare per gli alieni, ecco spiegati i 10 €: i Crystal Castles, senza album all'attivo, con un EP di poche canzoni e qualche remix di gruppi di un certo calibro che di certo non portano in giro per il live, suonano per circa mezz'ora. Poi mollano. Quindi senza farsi pregare, smontano tutto e sloggiano in men che non si dica e chi s'è visto s'è visto. Quando il rapporto col pubblico è tutto...

Ad ogni modo, e non saprei perchè - meglio che vada a farmi vedere dall'analista guarda... - non siamo irritati. Come se la breve, brevissima performance ci avesse soddisfatto appieno (sì!) e molto probabilmente avessimo realizzato che mezz'ora di Crystal Castles al Vox Club (nel nostro caso 20 minuti scarsi) è meglio e più godibile di un'ora di Crystal Castles, forse alla lunga ridondante e difficilmente somatizzabile.
In definitiva tra i mille gruppi indie-minchia e new rave che sbucano come funghi a cavallo tra Inghilterra e USA, i Crystal Castles hanno un sound che - poco da fare - è loro, caratteristicamente loro. Anche loro sono Sentenziosi approved!

La ggente

Ovviamente due note sugli avventori del locale, che è un po' il motivo perchè siamo sempre qui (no beh in verità io sono da solo e dall'altra parte non c'è più nessuno da mesi). Anzitutto distribuzione pheeghe: direi 40%, buonissima proporzione, di livello medio-basso, con alcune ececellenze e due belle poseurs che sono state tutto il tempo in piedi dietro alla calca, poco prima dei divani, che ho invidiato. Volevo starci io là, stronze.
Che vuoi, scena nu rave indie rock, pubblico nu rave indie rock. Insomma, la recente MTV generation. In soldoni: fighe coi fuseaux, anche e specie se grasse (blah!), ragazzotti con felpe cappucciate, magari giacche in pelle, qualche occasionale bretella, infinite t-shirt con scritte e design "alternativi", i soliti col waistcoat/gilet/panciotto (no ma quello con waistcoat, jeans slavato chiaro e camicia bianca stretta-stretta-Nara-camicie non si poteva proprio vedere cazzo).
Confermata anche al Vox club la presenza del solito vecchio sporcaccione molesto maniaco depresso ricchione. Come da protocollo, confermato inoltre l'interesse di quest'ultimo alle carni di Butel1, col riso isterico del Fruttone, B4 e B5. Sempre sfuggito il perchè dell'esistenza di questi sstrani soggetti buffi, dev'essere un club, un sindacato di falliti. Certo che questo aveva dei numeri da non sottovalutare, ad esempio divertentissima la sua interpretazione dell'uomo d'affari, che si raccomanda di andare di corsa da una parte all'altra del locale a sbrigare questo e quest'altro urgentissimo affare - praticamente Speedy Gonzales arrapato - ovviamente nel dettaglio non aveva un cazzo da fare e un cazzo di nessuno con cui parlare, ché ti veniva a dire una cosa e dopo due secondi "scusa scusa..." e se ne andava. Dove? Diciamo ovunque, a parlare col muro se necessario. Immancabile macchietta, promosso pure lui!

In tema di trends:
-occasionali Uberalternativi ovvero coraggiosi, che si mettono un po' tutto ma con carattere. Il carattere del loooser. Vorrei segnalare alla stampa di settore quello con waistcoat nero, camicia rosso merda a pois giganti sputati e cravattone nero italiano, uomo unto di 90 chili alto 1.70.
-la recente moda delle pheeghe del settore invece vuole la gonna ascellare da balla ballerina e i guanti lunghi neri, tante principesse sissi.
-ma soprattutto è il momento di smetterla con quei mediocri omologati del cazzo con t-shirt bianca, cardigan nero o grigio, capello lungo "perchè i Beatles me piascevane tante..." con mezzo ciuffo in faccia, aria sbattuta e vissutissima "Ho visto cose... (e non so descriverle)", insomma il look alla Carlo Pastore di MTV (a proposito).

A seguire

Il programma prevede il dj set del Wah Wah Club direttamente da Mestre, quindi quello più o meno atteso degli Shitdisco. I dj del Wah Wah fanno la loro parte, ma per chi frequenta la scena indie si tratta di un canovaccio che ormai si ripete da un paio d'anni: alcuni pezzi electro-indie di un certo livello (non tantissimi) che vanno sempre beni, mescolati a estratti rock e meno rock che tutti conosciamo.



Pure i nostri nonni. Quindi oltre ai soliti Soulwax, Shitdisco, Klaxons e compagnia cantante, Kaisers Chiefs e altre cose similmente tamarre, arrivano i ritornelli "Be my baby, be my baby tonight" e amici vari dei Beach Boys. Alla lunga di queste selezioni non se ne può più, siamo alla saturazione del movimento indie-rock secondo me, io e il Fruttone iniziammo a manifestare i primi disappunti quanto sentimmo sonorità di tale foggia a Verona (perchè è a quel punto che sai che devi rinnovare le tue preferenze).
Intendiamoci: è tutto ok eh, va bene così, ma le playlist ormai sono universali e il dj posso farlo anch'io ok? Le hit scalda fig... ehm scalda pista comunque non mancano e sono saggiamente distribuite. Il Vox Club si va pian piano riempendo - come detto, dopo il concerto entrano quelli del dopo concerto, che immane e inutile stronzata! - e tutti stanno ballando. Il Vox a questo punto della notte è un vero locale per clubbing. Si tratta di una serata - novità... - London Loves, ecc. Sicuramente da sola la cosa non giustifica un'ora e passa di tragitto Verona-Modena.

Siamo alle solite
Da segnalare la solita cagnara con "Chelsea dagger" dei Fratellis, quando TUTTI i cinghi... ehm tutti gli avventori sguiatamente cantano all'unisono il ritornello "La la la la la la, lalalalalalalalalalalalala...". Brividi fin dentro la mutanda, cose viste solo in quel tamarrificio milanese chiamato Plastic, sala London Loves appunto. Fatemi uscire. Anzi no, restiamo: "La la la la la la... " e stiamo cantando anche noi. Ci sentiamo tamarri, mooolto tamarri, mhmhmh.

Shitdisco dj set
Non pervenuto. Chi li ha visti? Alle 2.10 dopo quasi un'ora stavano ancora suonando i vecchiardi di Wah Wah Club e sinceramente ci eravamo seccati. E poi i Shitdisco li abbiamo visti live al Transilvania noi, mica... un semplice dj set (che ovviamente avrebbe fatto da eco alle canzoni del dj set precedente!). Ci piace ricordarli così: . [se non li hai visti, come vuoi ricordarli?]

Conclusione

Tutto sommato soddisfatti: ottimo club, buona serata, poche sbavature. Bravi.

21 novembre 2007

L'Arena - Il Giornale di Verona

Aggiornamento
Ribadisco totalmente il mea culpa: questo articolo andava semplicemente pubblicato e commentato riga per riga, stronsada per stronsada, esattamente come si fa ad una prima lettura. Come non farsi provocare da lievi momenti di tenera ilarità leggendo di:
-"E' il momento dei blog". Nel 2007. Il top della gamma. Entrano comunque in chart:
-"RITI E MITI DI INTERNET". Ovvero? Quali, chi? P-prontooo??
-non posso credere che ci abbia spiegato "«Sito mona?», gioco di parola dal sul doppio significato di «sito»"
-"i fili della ragnatela elettronica globale", cioè la internet, sulla quale navighi con la tua zattera in silicio-plastica
-"questi diari in pubblico che sono i blog" ah sì è vero, e poi ci fu nel 2003-04 il momento in cui tutti definirono il blog il diario personale
-fermo restando (by Upstream) che la sparata de IlVeronese da "Lei non sa chi sono io" (Eh no che non lo so, chi cazzo siete, che ve conosce?) è subito vincitrice ex aequo: "...lei Beltrame non si rende conto...". E tutti a slacciarsi le cinte e mollare pertiche di 7,2 cm con sicura eiaculatio praecox
[fine]

L'Arena scopre ed elenca alcuni blog veronesi in un pezzo piuttosto tragi-comico. Ma si dimentica di sfotterli e finisce per sfottersi. Perchè, come hanno detto al Beltrame, c'è sempre il sospetto che il blogger sia un segaiolo (cit. da VeronaBlog "Non vorrei dar ragione a quel mio amico che sostiene che troppi blogger sono dei frustrati esibizionisti e segaioli"). Certo che lo è, almeno quanto il giornalista.
Tra tentivi di pubblicazione e autocensura, Sentenziosi propone una fino a questo punto inedita analisi sulla discussione, analisi che sì è caustica ma rischia di essere quasi seria e poco burlesca. Sottolineo quasi e non poco. E vi espone un paio di punti di vista divenendo piuttosto sbruffona. Poi comunque da in pubblicazione il pezzo originale e allora la butta in vacca come sempre.


l'arena il giornale di verona


Polemica sì, polemica no: contropolemica!
Salve. In origine avevo dato genesi alle righe presenti di seguito un paio di sere fa per noi farci (il pronome inclusivo vuole richiamare attenzione sul sottoscritto, sui co-editori, nonché sui 7 lettori rimanenti) una risata lievissima e gratuita su un altro nobile esempio di giornalismo locale che marginalmente - molto marginalmente a onor del vero - chiama in causa il sito degli editori che qui poggiano il proprio deretano.
0,1 secondi dopo, già fiutavo aria di mediocritate in arrivo, il trashometro ovvero Scala Butelli certe cose come sempre le prevede: l'innocente pezzullo sui blog veronesi ("La febbre dei blog contagia l'Afric... ehm Verona") di Giancarlo Beltrame sull'Arena, Il Giornale di Verona - ah, che giornale... - di un paio di giorni fa, ha prontamente e "insospettabilmente" dato il via al nuovo sport locale "Daje al Beltrame daje".

Abbiamo preferito arrestarci. Non c'è gusto a fare la coda, se la polemica non è underground e non ci arrivi per primo o pseudo-primo, lascia stare, il tuo egotismo ci guadagna. Ok, ok, il Beltrame ha tutte le proprie colpe speculative ed è giusto che espii con doppia pubblicazione giornaliera su l'Arena (brrr), ma si è chiuso facilmente l'occhio su altri dati di fatto quali ad esempio la disinteressata sottovalutazione della galassia/filosofia blog che getterebbe sulla stessa una luce un po' sdegnosa. E va bene, si aggiunga.

A questo punto il mio intervento meritava una correzione: aggiustare il tiro, superare la mancata polemica, lanciarsi nell'inutile contropolemica. Quasi riuscito.
Infine pubblico a mo' di contranalisi e retrospettiva - prassi già cara allo stesso Beltrame che certamente comprenderà e mi stringerà la mano in segno del celebre (eh?) onor di cronaca in differita - introducendo tre ulteriori precisazioni, nuova anima di un vecchio post.

[a chi servisse anzitutto prendere visione dell'articolo dell'Arena, l'integrale si trova in fondo]

Tre ulteriori premesse, la seconda sull'articolo, la prima no, la terza insomma
1) Fissatevi questa percentuale del 99, grazie. Sentenziosi sposa quel corpus di tesi che generalmente vedono essere il blogger "quello con le occhiaie" e, sostanzialmente, il 99% della blogosfera come un concentrato di onanizzatori incalliti, intimamente convinti di produrre e diffondere contenuti di mi sfugge quale rilievo attraverso mi sfugge quale forma di scrittura creativa di qualità. L'altro attacco generale che sovente è rivolto al blogger è quello di sostanziale inettitudine, quasi fossero tutti i blogger dei novelli Zeno Cosini in erba: la serietà con la quale il blogger medio s'imbarca nella sua religiosa professione (quale?) non sarebbe controbilanciata da un'adeguata redditività (appunto!). Del resto se ciò che fai nel mondo e nel tempo che hai a disposizione ti qualifica e magari ti da da vivere (magari), come giudicare l'utente di blog, l'utente di un modello economico nel 99% dei casi (ridaje) non vincente? E come dimenticare che il blog (=non tanto weblog, ma sinonimo di "sito semplice") è geneticamente il mezzo dell'utente internettiano inesperto. Per blindarci da ripercussioni e percosse su questo punto - punto che non si discute a mio avviso - ci tiriamo immediatamente dentro il fenomeno e ci masturbiamo con tutti voialtri (da qui l'odio per noi stessi, bla bla bla), così la fate già finita e passate oltre.

L'altra parola d'ordine - almeno qua in Europa, specie in Italia in questo momento, perchè negli states l'ossessione è molto inferiore - è 2.0. Tutto dev'essere dueppunttozzzero, il blog è tra le modalità al centro della rivoluzione dueppunttozzzero. Sostanzialmente trattasi di una presunta e sedicente rivoluzione copernicana di internet che rivaluta completamente l'utente mettendolo al centro di ogni logica, di ogni attenzione, dandogli tutto lo spazio che merita e facendogli fare quel cazzo che vuole, l'importante è ascoltarlo e fargli creare i suoi fottuti contenuti (dei quali ovviamente non frega un cazzo a nessuno esclusa la propria solita cerchia di conoscenza, ridotta dell'xx% ovvero di quelli che in rete non ci vanno) , perchè hey sì cioè è bello così.
Sentenziosi, sicuramente nella mia butelissima persona, trova ancora forti simpatie per il modello di comunicazione 1.0, in particolare per l'immortale logica vecchio stile (tradizionale millenaria, mica cazzi) del "Io sono la star di questo show, Io sono dio, Io creo i contenuti, tu li ciucci, se ti piacciono mi adori pure, ad ogni modo non hai diritto di replica, stronzo! (ma puoi sempre evitarmi, fatti furbo)"

2) Se pur si può criticare l'innocente speculazione(?) beltramiana, non vedo perchè concentrarsi su obiettivi ("Scrivere per i propri lettori") e risultati ("I propri lettori sono potenziali rincoglioniti") dell'articolo del Beltrame.
Ma cristo santo, a tutti sfugge che quell'articolo è dannatamente divertente, comico anzi tragicomico? Noi abbiamo riso ogni tre righe, forse ogni due, ok ogni riga. Questo è il fatto: l'articolo di Beltrame fa ridere. Involontariamente ridere, s'intende. Stop.

3) Siccome lo zoppo va col cieco o come cazzo era quel detto, IlVeronese.it entra a gamba tesa nella discussione sempre su VeronaBlog

l'arena di verona contro il veronese

forte dell'art.101 della legge/codice ad minchiam e comunque nel segno non tanto di facili moralismi (nooo) ma di un buon giornalismo (quale? Il loro? Che è, hanno bevuto?), richiama l'attenzione del Beltrame sull'articolo a fianco - sì, è assurdo, tutto parte da un articolo e si sposta su un altro, prossimo non per tematicità ma per... misure! - in cui una grande, magnifica intervista al grande, magnifico Gioba da' adito ad un grande, magnifico copia-incolla. Mh, se è vero, qualcuno (=il Nostro, sempre Beltrame ovviamente) ha frainteso Weinberger, uno dei maggiori guru in materia: "Honor the conversation" (onora la conversazione) e non "Copy&paste the conversation, in particular way those stupid conversations from the IlVeronese.it" (copia e incolla la conversione, in particolare le stipidate del Veronese - oh dice cisì, non è una coincidenza meravigliosa?). Scherzi a parte. Poveri tutti.

Questo è quanto.

DI SEGUITO IL POST ORIGINALE


"Beltrà, te che ce sai de internette, c'o scrivi te er pezzo su li blogghe?" [un evergreen targato Macchianera, già GnuEconomy, giusto per non piasciare fuori dal blog-vaso]
sottotitolo: combo-divertissment del giornalismo scaligero

ovvero "Gianca, ti che si bon de usar l'internet, saressito mia anca bon de scrivar qualcosa de sti blog, dio bono?". No, non siamo all'Osteria ai Preti e no, non siamo sbronzi.
Si tratta di una delle possibili consegne rivolte dal capoccia del peggior giornale locale in circolazione - che dite, L'Arena? Sì, L'Arena (hey, ma come avete fatto a indovinare mi chiedo...) - al buon Giancarlo "voia de lavorà saltame addosso" Beltrame, in evidente e inedita(?) crisi depressivo-culturale.

Fatto
L'Arena, nella penna di Giancarlo Beltrame, indaga labilmente la galass... pardon quell'agglomerato di sputi culturali costituito dai blog veronesi, tra i quali il nostro real giallone sentenzioso. Il pezzo trasuda riga per riga lo sbigottimento e lo stupore palesatesi media res dell'acuto giornalista, emozioni paragonabili a quelle provate da un dodicenne che scopre da solo "certe" cose, e non gli sono state spiegate dai propri genitori:
a) il Beltrame si avvede dell'esistenza di una serie di blog a Verona: ci sono dei blog a Verona, ed esistono pure delle premiazioni di categoria, "che bravi, che belli 'sti blog!"
b) "Blog?", conseguentemente scopre su Wikipedia (trafiletto a fianco) cosa è un blog. Non capendo ad ogni modo una fava, opta per un agile copia-incolla dell'intera voce d'enciclopedia.
Ci si stuzzica il riso.

Sentenziosi prende mano allo scrigno degli inenarrabili segreti di stato e vi rivela le altre consegne in lizza di plausibilità per la creazione dell'articolo del Beltrame

-"Beltrà, li ragazzi der delitto de Peruggia e quer tifoso d'a Lazio c'hanno er blogghe, perchè non ce scrivi che mo' vanno de moda li blogghe?", sicché Giancarlo "l'internet è robba mia" Beltrame non perde l'occasione per passare dal particolare all'universale non senza una certa imperizia: se persino chi ha ucciso Meredith ha un blog e persino chi tifa Lazio ed è stato ammazzato ha un blog, dannazione allora sì che i blog sono un fenomeno che contagia, ora sì che i blog sono di moda. Ecco l'incipt che ci vuole: SE recenti fatti di cronaca nera --> ALLORA "la febbre dei blog contagio anche Verona". Non fa una grinza, mh...

-"Beltrà, che ce l'hai scritto er pezzo de cultura? A' consegna sta tra cinque minuti Giancà", cui Giancarlo "mamma mì se sto annoiato" Beltrame, colto in flagrante mentre giocava a solitario col proprio Windows 95, rimedia digitando nella barra indirizzi del proprio browser (quella roba, per andare su internet insomma) le lettere che compongono il dominio Veronablog.com, studia velocemente il contenuto ("Verona + blog... mh... un blog di Verona, tah! Quello che mi serve, evvai di pacchia!") quindi scrive il pezzo divulgando la non-notizia.
"Tanto che nei mesi scorsi sono stati creati persino i Verona Blog Awards, gli Oscar delle pagine personali scaligere". Appunto, nei mesi scorsi, normale analizzarli oggi. Puntuale come il regionale Trenitalia. Particolarmente risibili i toni da velata scoperta dell'acqua calda. Come se a novembre uno si concede un reportage degli scorsi Oscar di febbraio, ma per favore.

-"Beltrà, c'a famo mica a infilaje n'artro pezzo de finta cultura n'a cronaca?", cui Giancarlo "chiamatemi Beltra, James Beltra" Beltrame risponde, non senza ampi cenni di ammiccante compiacimento come di chi ha la pronta risposta alla più ovvia domanda, con un pezzo ad occhio preparato settimane prima, ovvero in occasione dei VeronaBlog Awards - perchè è di questo che si sta parlando - e mai utilizzato, magari letto proprio sulla concorrenza (Il Verona pubblicò un articolo di foggia molto, molto simile)

-"Beltrà, vedi de non fa' er furrbo, leggili 'sti blogghe, me raccomanno!", cui Giancarlo "tra cinque minuti stacco" Beltrame risponde con gli ennesimi pregevoli, comodi, non impegnati e non impegnativi copia-incolla. L'articolo s'arrotola su se stesso e prende una piega da Pagine Gialle. Sospettiamo (e con sospettiamo intendiamo abbiamo la certezza) che Sentenziosi, tra i blog citati, non sia nemmeno stato visitato - e si tratta di una scelta azzeccata, siamo d'accordo in primis e ci stringiamo italianamente al Beltrame nella sua scelta di sostanza - perchè, non scherziamo, se la citazione si riduce a:
"Per la provocazione sui temi cittadini, come fanno i «Sentenziosi» su http://sentenziosi.blogspot.com, che si autodefinisce «Un blog intento a prendere per il culo locali, discoteche ed eventi a Verona (e non solo) ma anzitutto se stesso», all’insegna della parola d’ordine «non aver nulla da dire ma sentenziare su ogni cosa»,
allora mentre copia-incollava la descrizione del nostro header, gli sfuggiva il menù a destra, le altre dieci città. Per il resto, Sentenziosi tratta Verona solo quando ha qualcuno da sputt... ehm nobili argomenti scaligeri di cui disquisire all'insegna di una sana stima reciproca (ooohh). Tipo... questo articolo de L'Arena?
Ad ogni modo ce l'hanno chiamato un po' in tutti i modi 'sto sito, ma tale e quale alla descrizione della prima riga mai. Almeno mettici un sempreverde "Video choc!", dico io!

-"No Beltrà, leggili vabbuò, ma non è che adesso te ddevi sforzà de imparà tutt'a storia di 'sti ragazzì cor li brufoli, mettisce un titolo fascile pe tutti!" e Giancarlo "mica mo faccio dì du volte" Beltrame è lì lì pronto che non aspetta altro, sicchè l'iniziale sinossi del tutto che questi propone è semplicemente:
"La febbre dei blog contagia Verona. RITI E MITI DI INTERNET. Portati alla ribalta da recenti vicende di cronache, sono sempre più diffusi anche da noi, tanto che i migliori sono stati addirittura premiati"
Titolo nemmeno malvagio, ammetto infatti che mi ha spiazzato il mancato varo del titolo "La febbre dei blog del sabato sera", solitamente ottimo incipit per descrivere il fenomeno blog come quello (e al 99% si tratta del verosimile) di giovani sfigatissimi geeek/nerd del sabato sera i quali dalle 20 sino alle 06 stanno sul loro blog a conteggiare commenti che puntualmente non arriveranno, titolo che probabilmente fino all'ultimo ha spalleggiato con "Blog? Sì grazie!" e "Ed è subito blog..." e magari "Verona blogissima" (brrr)

-"Ah, stamme a sentì, Beltrà, rricorddate che abbiamo a che fa' cor publico che sa n'cazzo de compiuder, de internette, fa 'na cosa semplisce, magari fa 'na rassegna velosce e via" e figurati se Giancarlo "lista della spesa in the house" Beltrame non aveva già la lista della spesa in the house. Eccolì là, i migliori (e pensa gli altri) blog di Verona in elenco, ripescati in overtime direttamente dai Blog Awards con url e breve descrizione (in genere farina del proprio sacco) di uno-due righe. Ora il pubblico è certamente edotto riguardo alla materia e domani al bar il lettore medio de L'Arena saprà infilarsi a gamba tesa in ogni discussione e argomentare di gran gusto che
"Seto che a Verona ghe i blog?"
"Cioè?"
"Niente. Sa bevem?".


Buona la prima? Certo
Plausibile reazione di un direttore, di un caporedattore qualsiasi, della donna delle pulizie: "Ah Giancà, ma vavang... va'!" [Oh, loro direbbero così, con tutto il rispetto per Beltrame e per i bambini eh]
Reazione negli uffici L'Arena: "Ottimo Gianca".

Torniamo seri
-Chi si sorprende? Per quale motivo? Da anni leggiamo su quotidiani e altri media italiani, di giornalisti che - con esiti piuttosto tragicomici - scoprono e presentano il web e le nuove declinazioni di contenuti personali che la rete sa produrre o meglio distribuire, amplificare. Ovviamente approcciano il fenomeno da neofiti, inesperti, spesso incompetenti. Il che in fondo trova pure un fondamento generalizzato, si tratta di un comportamento ancora diffuso nel nostro paese, il web cresce soprattutto (com'è normale, quando si parla di tecnologie) nella nicchia gggiovane. Sotto sotto alberga sempre il sospetto che 'sta internet sia una cazzata, mezza o intera (e, ripeto, spesso lo è, vedi il 99% dei blog). Sì d'accordo, si manda qualche mail, si visita ogni tanto qualche sito interessante, stop. Inutile dire che le materie IT e web richiedono specifiche competenze (come in ogni campo e soprattutto nei campi dell'informazione, mai visto un vaticanista che scrive di mercati azionari statunitensi), perlomeno se si sceglie - e probabilmente dovrebbe essere questa la linea editoriale di una testata - la strada della qualità. Ooopps!

-grazie a dio, Beltrame non ha scoperto l'etichetta 2.0, altrimenti ora staremmo a spiegargli che "No, non si tratta del blog della Biennale".

-solo noi ci siamo accorti del generale alone anni '90 dell'articolo? Nei primi anni '90, diciamo fino alla diffusione su larga scala della connettività e dell'ottimizzazione dei primi veri e seri motori di ricerca, accadeva che fossero i giornali a segnalare i siti web da visitare, secondo un normalissimo metodo word of mouth

-volete ridere? Meraviglie delle meraviglie (certo, non c'è mai fine al peggio, che vi pensavate?), in tema di lotte giornalistico-intestine ovvero carta&straccia, IlVeronese.it lancia il proprio personalissimo J'Accuse (se vabbè, in verità è più un peto, forse un belato di pecora) al Beltrame perchè l'articolo in fianco, su tale Gioba, sarebbe integralmente ricavato/mutuato da contenuti originali del loro quotidiano online. Sì, avete capito bene:
a) all'Arena avrebbero (avrebbero? L'imputato è proprio il Beltrame) mutuato contenuti dal Veronese. Ma si può? DAL VERONESE? Sulla Voce di Molfetta non aveva trovato niente?
b) (forse) copia, e viene colto con le mani nella marmellata praticamente subito. Ma si può? Le operazioni di copia-incolla, come Frut1 insegna ("Dio salvi il copia-incolla!"), se si fanno, si fanno di livello, eh!

Per il resto il discorso dei contenuti mutuati/copiati/clonati dal web è vecchio come il cucco (Mike Buongiorno), a tutti i livelli, in tutti i settori di business, è una diatriba di metà anni '90 alla quale ora certamente non sapremmo aggiungere tasselli mancanti. Si dica solo che siamo di fronte alla colma misura, al doppio livello di disperazione, ad una coppia di disperati: se L'Arena per sopravvivere avrebbe mutuato IlVeronese.it meritandosi de iure e de facto il rilievo in fronte della "L" di "Loooosers" (eppure sospetto sappia fare di peggio), i toni seriosi di questa


l'arena di verona
[Veronablog.com]


fregnaccia de IlVeronese.it sono da incorniciare nella bacheca "Anch'io vorrei stare coi looooosers! (e ci sto riuscendo alla grande)"

-notare l'impiego di un linguaggio da novellista di inizio, forse metà Novecento
"lungo i fili della ragnatela elettronica globale"
Novellista ubriaco, del Novecento.

-giacchè Beltrame forse si è voluto inserire nella fessura del giornalismo di servizio, voleva offrire insomma una serie di indicazioni di utilità e interesse, vorrei far presente che nè domenica nè lunedì le visite al nostro sito di coloro che vanno a digitare direttamente sentenziosi.blogspot.com sono rimasti invariati. Praticamente l'articolo non ha sortito - almeno per noi - alcun effetto. Molto bene.

Alleghiamo l'articolo originale pubblicato su L'Arena

La febbre dei blog contagia Verona
di Giancarlo Beltrame

domenica 18 novembre 2007 cronaca pag. 20
RITI E MITI DI INTERNET. Portati alla ribalta da recenti vicende di cronache, sono sempre più diffusi anche da noi, tanto che i migliori sono stati addirittura premiati

È il momento dei blog. I più clamorosi dei recenti fatti di cronaca - dall’omicidio di Meredith a Perugia alla morte del tifoso laziale nell’area di servizio sull’Autosole - sono stati ampiamente illustrati su tutti i media dalle fotografie e dalle parole dei blog dei protagonisti, come nel caso dei presunti assassini Amanda Knox e Raffaele Sollecito, o delle vittime, come per Gabriele Sandri. E i blog sono sempre più usati anche dai e dalle veronesi. Tanto che nei mesi scorsi sono stati creati persino i Verona Blog Awards, gli Oscar delle pagine personali scaligere. E ci sono stati fior di vincitori, rigorosamente divisi, per rendere effettive e non solo virtuali le pari opportunità, tra maschi e femmine.
La miglior blogger dell’anno, che si aggiudicata il titolo di Giulietta del Verona Blog (http://www.veronablog.com), la rete che raggruppa i blogger scaligeri e ha organizzato l’evento, è la realizzatrice del Gazebo di zia Petunia (http://ilgazebodiziapetunia.splinder.com), che nel profilo di presentazione dice solo di essere nata il 31 agosto (di quale anno non si sa) e di essere «Una pazza ;)», con il classico simbolo del linguaggio web per il sorriso con la strizzatina d’occhio. Il miglior blogger dell’anno, cioè il Romeo, è l’autore di «Tutto è contingente - Il mondo secondo Lemi» (http://www.contingente.blogspot.com), che col titolo «Ci ghe dirli» si definisce «Pseudomusicista negli Stand nel mondo del rock e, in acustico, come Eddie Rhodes. Filosofo senza portafoglio e strampalato teorizzatore di mille idee quasi mai realizzate. Come si confà ai filosofi». Il premio Shakespeare della critica è stato invece consegnato al blogger «Coniglione» (http://coniglione.iobloggo.com) con una motivazione che lo descrive come «affabulatore avvincente e documentato», la cui «produzione ha sempre espresso un tema attuale e ricorrente: l’inquietudine del cuore umano sospeso tra figaggine e non figaggine».
Miglior blog umoristico e Mercuzio dell’anno è «diarioacido» (http://www.gianfalco.it), che quotidianamente commenta il fatto del giorno in maniera ironica, alternando vignette e testi satirici, e si aggiudicato pure il Tebaldo per miglior blog artistico. Mentre quello culturale, con il relativo titolo di Padre Lorenzo, è andato a «RosadeiVenti» (http://rosadeiventi.iobloggo.com), dietro cui c’è un gruppo di amici residenti in un paese nella provincia, che ha scelto quale motto una frase di Albert Camus: «La libertà non è che una possibilità di essere migliori, mentre la schiavitù è certezza di essere peggiori». La Balia, per il miglior blog di servizio, è «El pesegato moro» (http://www.elpesegatomoro.com), versione locale e ben documentata della guida del Gambero rosso. La migliore grafica, che assegnava il titolo di Paride, è stata giudicata quella di «Alebino», «the king of the trash» (http://www.alebino.it/blog), nominato pure Principe di Verona per il miglior «post», ossia il miglior messaggio, intitolato «Secondo me le Majorettes sono incazzate col mondo», dedicato all’ultima edizione del Bacanal del Gnoco.
Ma in questi diari in pubblico che sono i blog c’è spazio per tutto. Per la politica, come in quello di Stefania Bozzi, nato per la campagna elettorale alle comunali di maggio e diventato punto di riferimento per il dibattito sulla nascita del partito democratico. «Concretezza, Cuore, Cultura» è il suo slogan e lo si trova all’indirizzo http://www.stefaniabozzi.com. Per la provocazione sui temi cittadini, come fanno i «Sentenziosi» su http://sentenziosi.blogspot.com, che si autodefinisce «Un blog intento a prendere per il culo locali, discoteche ed eventi a Verona (e non solo) ma anzitutto se stesso», all’insegna della parola d’ordine «non aver nulla da dire ma sentenziare su ogni cosa». Per la filosofia spicciola in chiave ironica, come in «Sito mona?», gioco di parola dal sul doppio significato di «sito», che si dedica ad «Acute osservazioni sul genere umano».
Insomma, lungo i fili della ragnatela elettronica globale, sempre più veronesi si stanno ritagliando il loro angolino tra pubblico e privato, mettendo in rete parole, immagini, filmati, musiche e quant’altro la fantasia suggerisce e la tecnica concede di realizzare