02 settembre 2007

Vintage Cafe Desenzano

Vintage Cafè Desenzano

Vintage: tutto come ai vecchi tempi. Come nell'800.
Riprende dal post precedente.

Vi è un'espressione certa, scientificamente comprovata per descrivere in essenza il Vintage Cafè nel centro di Desenzano del Garda: oro che fiocca a fondo perduto. Che poi è sinonimo di inutilità, mi pare.

Sin dalle prime battute il Vintage non nasconde la propria missione: esclusivismo autoprofilante. Per la propria posizione, (in centro, ma appena dimesso dalle strade principale, si trova precisamente in via Nazario Sauro 10, una traversa della strada principale del centro a due piazza Matteotti, ma se non sai dove si trova, non ci arriveresti mai), per i propri avventori protagonisti (si può dire "Brescia bene" senza cadere nel ridicolo?), nei gregari di tali avventori (l'amico dell'uomo dalla fortuna estrazione sociale), nel pubblico misto dei wannabes che cerca (inutilmente) di confondersi fra i primi per mano dei secondi - che però son furbi, e non si faranno far le scarpe tanto facilmente - per respirare anche loro, almeno stasera, almeno una volta nella vita, finalmente, aria di high society.

"Somewhere there's a sound of distant living, welcome in high society
It seems so artificial, why should I care?"
(Japan)

Arrivi da piazza Matteotti, svolti l'angolo e approdi verso una promenade nè troppo rigogliosa, nè troppo poco. Il giusto. La misura. Segnatevelo, l'unico momento di misura.
Chè presto si esagera, l'iconografia del posto parla visivamente chiaro: allorchè arriviamo, di fronte al locale sostano una Ferrari, una Porsche, uno Z4 e a salire altre auto sportive (oltre agli immancabili suv, non sia mai), prese in leasing da solito dio Status di cui al post precedente.

L'arredo interno del locale, col tono dominante del bianco purissimo, si sposa al tutto: elegante, minimale, con qualche dettaglio retrò. Vintage, si diceva. E' davvero carino, il locale.

"Uè, barboni, fora da le balle, capito?"
Qui non si scherza, questi ci stanno bene coi soldi, direbbe il Ranzani. Se vi può interessare, qui troverete tutti i suoi fratelli.

Esclusa la faraonica "Brescia bene" e la propria inimitabile compiaciuta claque, vi è una nutrita schiera di clienti medi nel senso di wannabes che oggettivano in locali quali il Vintage le loro più recondite ambizioni, che sperano realizzate nel giro di poche occhiate di bovina fattura:
-convinti di cuccare
-convinti di piacere
-convinti di ricevere in dono da ogni femmina lì presente i classici pompini con carisma
E con una simile dose di foia pazzesca mista a speranza, è davvero un peccato che appena giunti, già non capiscano più niente perchè anzitutto convinti si tratti del paradiso. Ahi lasso, che cosa è, la bbella vita...
Per loro la serata si risolve e col solito drink in mano e in piedi a rimuginare tra di loro ("beccati quella lì" e "vacca boia che rrroobba!" e "da urlo" "da stupro" "ah ma prima o poi io..." - tu cosa? cosa, pezzo di cretino, dimmi cosa?), quindi se ne andranno amareggiati e delusi. Ma mai abbastanza da non ritornare, diciamo già dopo un paio di settimane. La mente umana tende a rimuovere in fretta le brutte esperienze. Tanto, qui nessuno noterà la loro assenza o presenza.
Fra quest'ultimi e i primi direi che il Trofeo Inutilità lo vincono i wannabes del Vintage di Desenzano, senz'altro.

I butei
A noi sembra tutto piuttosto stereotipato. Stereotipo, che raggiunge il culmine osservando e ascoltando i Vintage men, fregio e bandiera (nonchè cassa) del locale: privi anche dell'ultimo briciolo di buon gusto, vestiti in maniera imbarazzante come nella miglior tradizionale calciofila nelle sue numerose (due) declinazioni stilistiche, con le loro belle scarpe a punta e il jeans griffato bianco o azzurro senza trascuare d'inverno il berrettino, abbronzati come appena di ritorno da una traversata del Sahara (col Cayenne a tetto scoperto), fanno del "cioè divertiiirsi, ho trent'anni mica..." "cioè lavorare" "cioè soldi" il perno di ogni discussione, che raggiunge vette acculturatissima quando fanno il loro trionfante ingresso le attese dame. Manca solo il red carpet, ma questa è un po' una croisette del climax: prima arrivano le auto, poi gli imprenditori o figli di o amici di, quindi i wannabes con occhi luccicanti, quindi le fighe. A quel punto fuochi d'artificio e champagne per tutti.

Le pheeghe
Prendiamo per buono quanto già detto in precedenza al Circus Cafè: delle tope della madonna, sulle quali usar ripetutamente violenza (figurativamente, ma anche no). Vige la legge universale-desenzanese del post precedente: sono come dei cani, cercano una cosa precisa e la fiutano benissimo. Quella cosa non è il carisma.

Esclusivo
Mai termine fu più abusato in tema di eventi e locali, sicuramente qui è più di un semplice refuso, bensì una realtà: arriviamo, e nel giro di 5 secondi capiamo che rischieremmo di entrare nel cluster "wannabes". Peggio che al cospetto degli adepti di una setta massonica: se qui non conosci, non esisti. La realtà ontologica è figlia della comunicazione.
Se proprio non ti senti un wannabe, allora nulla ti vieta di stare in disparte e farti i cazzacci tua. Ma a quel punto, piuttosto che stare in piedi fuori da un locale tutta la vita con un cocktail costoso ma di qualità discutibile, fra la gente figa, nei posti fighi, con le fighe e le auto fighe, beh stavo pure seduto in un bar più comodo a sparlare la gente senza averla a due cm.
Noi non si conosce nessuno, noi si resta cinque minuti, 4.55 minuti oltre il necessario.

Che poi io devo davvero capire da dove, se accantoniamo un attimo il ragionamento capitalistico, nasca la pretesa superiotà estetica di posti come il Vintage Cafè: ogni logica qui è di una prevedibilità disarmante, gli avventori sono buzzurri oltre misura, senza dimenticare l'offerta in sè, piuttosto blanda, senza dimenticare il dj, a cui tagliare le mani primao poi, che se raggiunge ancora la valigetta coi dischi so' cazzi. L'estetica è generalmente anestetica. E non succede mai un cazzo a parte pianificare il resto della serata o della propria vita (le due istanze coincidono qui), nulla, persino le palle di fieno trovano di meglio da fare altrove.

Remember remember
Esattamente un anno prima, mi ero recato al Vintage Cafè accompagnato da una bella pheega la quale, toh, era attesa in loco da un suo caro amico culatacchione. Questi, toh, conosceva un mare di gente. Nel giro di, diciamo toh, dieci minuti, un quarto d'ora al massimo, ero entrato nelle grazie del 60% del locale. Il 60% "buono", cioèèè...
Altri dieci minuti e venti chiacchiere con venti persone piuttosto improponibili da un punto di vista intellettivo dopo - delle quali quattro fighelle assolutamente affrancate anche dalla pur minima preoccupazione intellettuale - ero già in lista in tre "super" discoteche di Desenzano. "Dai cioè devi troppo venire!" "No dai, un super giusto come te" e bla bla. Poveri noi.

Però questi sanno il fatto loro, sanno farmi ridere oltre misura: ad un certo punto deve funzionare così, che si dividono in gruppi e ad ogni gruppo viene assegnata una discoteca con tavolo prenotato dal 2001, più svariate gnocche a seguito cui certo non si vorrà negare un ingresso omaggio più il pacchetto "passaggio col macchinon e open bar". In questo modo, vuoi mettere?, hanno la possibilità il giorno successivo di raccontarsi (e inventarsi cazzate su) le rispettive "super serata vecchio!".
In fondo sono teneri e innocenti.

Conclusione
Come ai vecchi tempi, come nell'800, dicevo: uomini influenti, donne in cerca di tutorato, claque, popolino sognante. Con un solo, enorme paradosso: se un tempo il buon gusto (ma pensiamo anche ai fenomeni artistici) era appannaggio esclusivo di una ristretta cerchia, qui quella (sedicente) ristretta cerchia mi pare decisamente carente, le loro velleità si fermano al design delle auto e di un locale di grido. Stop.

7 commenti:

Butel Info ha detto...

Desenzano fa male. Alla vista, al cuore, e al portafogli. "Fuggite, sciocchi!"

BUTEL08 ha detto...

SIETE RIUSCITI A FUGGIRE DALLA PIAZZA E VI SIETE INFOGNATI NEI LOCALI DI DESENZANO....è COME PASSARE DALL'OSPEDALE PSICHIATRICO DI MARZANA A SAN VITTORE.....LA FACCENDA SI FA ARDUA!

Anonimo ha detto...

Ascoltate se mi demolite anche il mito di Desenzano, non mi resta altro che chiudermi in casa e passare tutta la serata su redtube.com! Un po' di rispetto, che diamine!.. Ora dove vado il fine settimana?..

Anonimo ha detto...

Non mi sembra giusto giudicare le persone dagli ambienti che queste frequentano.
Se voglio bere un vino da 14 euro a bicchiere non posso certo andare ad una sagra paesana ma questo non implica che quando mi siedo ad un tavolo devo parlare solo di scarpe e borse, posso discutere anche degli indici di maasstricht che secondo la mia visione da economista andrebbero rivisti.
E' un blog molto molto interessante comunque...

Anonimo ha detto...

Butel Info: e io infatti non sono più Butel1 il grigio... sono butel1 il bianco. Cos'è cambiato? Sono bianco, non di mantello: mi hanno dissanguato le pheeghe bresciane.

Butel8: o anche come passare da Marzana a... Marzana. Ci fai un giro intorno.

Alfie: la dipartita più saggia che tu possa emulare a questo punto è quella solitamente riservata ai mostri di Sailon Moon, all'urlo idiota di "Ahhh, peeer meee è finitaaa!"

Anonimo: hey hey calibriamo le parole, è che diamine: questo non è un blog interessante. Decisamente più azzeccata invece la tua prima descrizione: qui si sparlano le persone in maniera gratuita, infame e per giunta sfruttanto appieno la generalità del metodo induttivo (celebre marchio di fabbrica della maison).
Sentenziosi non propone un modello sociale vincente; tanto meno un modello di analisi-sociale vincente.

Anonimo ha detto...

con blog interessante volevo dire che come prima mia visita mi ha fatto divertire, purtroppo non so essere aggressiva e feroce quando scrivo. ma ora ho capito che aria tira da queste parti e nei prossimi commenti sarò meno socialmente utile, meno "mammina"....

Anonimo ha detto...

Non volevo immischiarmi nel vostro blog, ma poi mi son detto, se una pheega tira l'altra un motivo ci sarà. Ci tenevo a segnalarvi un gran bel locale di Brescia, fateci un giro ma sappiate che il week end non vale il giovedì (tanto all'una un quarto potete già andare a casa con ampia soddisfazione). Il locale è il "Seconda classe". Arrivate per le 22 30 se no dovete fare la coda per entrare. Pheeghe di qualità, mischiate a qualche tardona che non guasta mai. Ottima musica. Bacini a tutti