Mostre a Verona - Selezione di mostre a Verona, in corso
Nuove mostre a Verona con la Giornata del Contemporaneo
"Senta, Nitsch, ci spieghi perchè ha mollato la
filosofia superomistica per l'arte contemporanea..."
Butel1
filosofia superomistica per l'arte contemporanea..."
Butel1
In questo post Verona sfoggia inattese tinte contemporanee e Sentenziosi intervista un artista contemporaneo quotatissimo. C'è poi un filmato truculento, non adatto a tutti.
La Terza Giornata del Contemporaneo
Quando il Fruttone mi sottopose un inusuale itinerario artistico per sabato 6 ottobre con destinazione varie gallerie d'arte a Verona città, ammetto un primo lievissimo sussulto di sorpresa. Oltre, il nostro mi spiegherà che a Verona capita quindi questa giornata dedicata all'arte contemporanea, appunto la Giornata del Contemporaneo. Ammetto un altro sussulto, questa volta meno lieve. Già, ci sono delle mostre a Verona, nuove, fresche. Frut1 ormai sa come prendermi per la gola, tant'è che si riserva il piatto forte sul finire: tutto ciò, è coordinato da Maurizio Cattelan, mica cazzi. I sussulti ormai sono diventati vere doglie. Specifica inoltre che il progetto vede collaborare diverse gallerie della città che presentano alcuni protagonisti recenti e meno recenti dell'arte contemporanea. Il Fruttone prosegue nel suo serrato racconto, la sua passione sembra sincera e accorata, di lessema in lessema sento di potergli donare tutto il mio corp... ehm tutta la mia fiducia. Non si ferma più. Massì, prendimi Fruttone, fammi tuo a suon di Cattelan.
Vola la fantasia perchè tutto ciò, lo ricordo, sta per capitare a Verona, dove - non fosse per Palazzo Forti e tre-gallerie-tre del centro - a momenti l'arte contemporanea rischia di fermarsi a sputi d'autore quali quelli visti ad ARTsenale (risparmiatemi il sequel, pietà!).
Collettivismo, va un casino in questo periodo
A questo punto sono le ore 15 di sabato 6 ottobre e sinora so - tramite la mediazione del compare - che la Giornata del Contemporaneo è un altro esempio di quella voga recente del collettivismo artistico, inteso o come produzione artistica di gruppo o, ed è questo il caso, come mostre e opening collettivi con l'intento massimo di valorizzare un'idea centrale intorno alla quale enucleare tutto il progetto. Per la Giornata del Contemporaneo organizzata da Amaci il tema è evidentemente l'arte contemporanea più recente, sdoganandola al pubblico magari tramite un open day: cioé le gallerie di arte contemporanea fanno sistema e presentano il medesimo giorno ognuna un artista e invitano chiunque a visitarle, un'offerta al pubblico, l'accesso è libero.
L'accesso è libero
Dice: "il che è un bene, no?" Certo. Peccato non serva praticamente a un cazzo. Se le statistiche ci raccontano di una libreria (e ho detto libreria, il tal posto dove puoi acquistare o sfogliare dei libri, non Fiera di Campionario della Saggistica Modernista Inglese dal 1910-30) vissuta dal cittadino medio quale luogo di cultura elitaria, figuriamoci le gallerie d'arte. Specie d'arte contemporanea. Guarda, quasi quasi rido un attimo. Haha. L'ho fatto.
La fonte
Ancora vivo il mio personalissimo shock anafilattico. Mi sento in colpa come una colf che rompe un vaso in casa dei propri "padroni" quando questi sono fuori casa e mimetizza tutto, forse sono stato prematuro nel mio giudizio in toto negativo su questa città, sui suoi usi e costumi. Insomma, se Cattelan s'immola per la pearà, qualcosa sta cambiando, ci siamo, sì, prossimi ad un'epocale svolta sociale. Parte il countdown. 5-4-3... hey, chi è che rompe?
Frut1: "Tieni, ho letto tutto qui".
E mi porse L'Arena. 0,1 secondi dopo, il sordo tonfo delle mie membra che impattano a peso morto contro la pavimentazione si amplificano per l'ambiente circostante.
L'Arena
Che senso può ricoprire questa testata nell'arco di un'esistenza intelligente? E ci tengo a sottolineare che maturai tale giudizio dopo averla sfogliata ben due volte, ovvero una più del necessario. Bacchettiamo il Fruttone, eh eh, che "nobili" letture son quelle? Non prestai attenzione a quell'articolo strappato, strapazzato e ripiegato scientificamente con l'ausilio di credo MacGyver, quindi ora non so davvero SE L'Arena spacciò la cosa come fenomeno circoscritto a Verona o SE il Fruttone la interpretò così o SE io sia uno di quegli inetti sveviani che amano costruirsi castelli per aria. Faccio finta di niente e serbo intatto il mio entusiasmo. Anzi va', gioco d'astuzia e sicurezza: per raddoppiarne le scorte, mi faccio un Jack Daniel's (Tennessee Whiskey aaaalright), comunque vada sarà una grande giornata di arte contemporanea.
Dopo una veloce chiamata col Sentencephone in quel di Torino, dove una vecchia conoscenza di arte vive e lavora, tutto torna alle dimensioni che ci si addicono: inutile dire che l'evento si dispiega su base nazionale e che per questa edizione si è deciso di coinvolgere anche i piccoli centri. Il trashometro inizia a picchettare. Cameriere, bis! Eppure le premesse per una certa qualità ci sono (ed ex post, confermo che c'erano, ottima iniziativa).
L'itinerario dei Butei
In effetti erano diverse le gallerie che avevano aderito all'open day, con mostre a Verona e fuori città. Ergo, o ci dedichi svariate ore di una giornata oppure due al massimo, soppesando a dovere gli artisti. Certo, se a quel punto gli artisti li conosci magari... Allora piuttosto soppesi le gallerie. Ah non ti dicono niente pure quelle? No problem, vai a caso, tanto l'arte contemporanea rivaluta massimamente il ruolo attivo dello spettatore, sei autorizzato a fare un po' come cazzo ti pare, vai senza remora, sei tutti noi, campioni del mondo, campioni del mondo.
E' ovviamente la classica "fregatura" dell'arte recente: chi saranno mai, gli autori di queste opere? Sentenziosi non sa, non dice: se non sono inseriti in alcun canone, se non fanno notizia, evidentemente un Hado Luna non è che vi possa dire molto (e ora naturalmente salta fuori che è il n°1 del movimento tal dei tali).
Manco fossimo al Mc Drive, noi prendiamo:
-un Hermann Nitsch alla Boxart in via dei Mutilati, col ketchup magari, tanto a questo piace il sangue;
-una personale di Pierluigi Rampinelli alla galleria Scala Arte in via Cantarane
-una gita a Palazzo Forti per spulciare tra la permamente L'Infinito oltre lo sguardo, "originalissimo" titolo che rivisita un tema vecchio come il cucco (per fare un paio di paragoni giornalistici, l'articolo dal titolo "X? No grazie" o la sempre celebre infrazione al codice poetico "Ed è subito X")
-e, senta, aggiunga pure una Out of true alla Byblos Art Gallery (che magari l'ha pure spacciata per novità ma ha in cantiere quella mostra da un po', appena dopo la debolissima mostra sulla Street art curata da Alessandro Riva)
Hermann Nitsch - Boxart
Uomo oltre la provocazione, tra i tanti l'austriaco di Vienna classe '38 era l'artista maggiormente quotato, e la galleria ha un'ottima tradizione. Hermann Nitsch in mostra a Verona, comunque sia, non è una cosa che si vede tutti i giorni. Anzi, è un evento piuttosto raro, molto raro, visto il calibro del personaggio, massimo esponente dell'azionismo austriaco. I dettagli a seguire.
Opera con due-tre variazioni stilistiche, anche se ovviamente il filone "provocatorio" è quello che maggiormente salta all'occhio e rischia di essere l'unico che s'imprime nella memoria, sicché se un giorno qualcuno ti dovesse chiedere "Conosci l'artista Hermann Nitsch?" con molta probabilità gli risponderai "Chi, quello che sgozza/trucida/dipinge col sangue?".
Vabbè, lo sviluppo plausibile della discussione, siamo pure sempre a Verona, sarebbe il solito ovvero "Sì sì quello" "No guarda, non me lo ricordo. Comunque darei due colpi a quella pheega lì" "Anch'io vecchio" "Grrande vecchio, spritz?" ecc. ma ora non importa.
Chi è Hermann Nitsch?
Di cose da dire sull'opera del viennese, ce ne sono un bel po':
-il passaggio a Verona è si raro ma non così casuale, in passato s'instaurò una sinergia col veneto Francesco Canz e l'artista ha pure una residenza dalle parti
-dominano la mostra gli Schüttbilder ovvero le tele versate, di dimensioni variabili ma in genere piuttosto grandi, con tinte del rosso sangue e diversi collage di tessuti (ad esempio t-shirt), tele che trasmettono anzitutto molto nervosismo, inquietudine, "violenza e sacralità"
-ai piedi delle opere ci sono delle tuniche. Boh, che ci fanno lì? E qui veniamo alla sua declinazione dell'azionismo: azioni sono le sue performance artistiche (sono presenti video e foto che documentano il tutto) una sorta di sabba rituale di tortura (tutto è finto, ovviamente - o così ci auguriamo) durante il quale l'artista e i suoi collaboratori con indosso delle tuniche bianche si dilettano a fare i boia macellando/tagliuzzando/infilzando gli animali, ma abbandonandosi pur al massacro sugli uomini magari crocifissi per l'occasione che al termine gronderanno di sangue e saranno figurativamente morti. Il tutto al ritmo di un orchestra ai lati. Quando queste azioni prendono forma in musei e gallerie, ovviamente intorno l'audience passa e ammira, ed è in genere un evento di "classe", nel senso che girano abiti da sera, a due passi dalle pozzanghere di sangue. Decisamente singolare, sarete d'accordo.
Difficile da capire, se non lo vedi
Attenzione: ASTENERSI ANIMALISTI E IMPRESSIONIABILI DI OGNI SORTA. Va invece benissimo per chirurghi, satanisti e fan di Marilyn Manson:
-le sue Aktionen durano anche 24 ore, e sono numerate progressivamente, nel 2002 la 111 a Napoli è durata dal pomeriggio all'alba. Lo spettacolo completo e più lungo - una sorta di peregrinazione cristiano-messianica che sfocia nel dionisiaco - è durato 6 giorni!
-evidentemente questi artisti passano oltre l'action painting perchè richiamano a sè l'assoluta importanza di una performance eloquente
-anche se poi c'è una serie di opere più "pulite", "vecchia maniera", che questa volta sì strizzano l'occhio all'action painting, più che mai direi
-presente anche una delle sue opere più famose, una sorta di rivisitazione dello studio vitruviano di Leonardo in chiave replicativa [ndSentenziosi: B1 esci da quel corpo, esci da quel corpo!]
L'artista viennese - che usualmente dimora in un castello in Austria, era presente in galleria anche al nostro arrivo nel tardo pomeriggio, vecchio, sboldro e barbone.
Poteva fare tre cose nella vita: l'artista, il barbone, il vecchio porc... ehm il filosofo. Resta un dubbio sulla prima. Scherzi a parte, lui è lì alla Galleria Boxart di Verona che borbotta con gli "esperti" (dialoghi peraltro da registrare: mai capito con quale titolo e merito saltino fuori sedicente esperti d'arte, mah) ma infine trova cinque minuti per concederci una rapida intervista.
Sentenziosi intervista Hermann Nitsch
Che roba, eh? Partiamo per una mostra a Verona e ti finiamo con intervistare la star della giornata. Ottima cosa; sulla carta. L'intervista termina dopo 40 secondi.
B1: "Senta Nitsch, cosa l'ha spinta ad abbandonare la filosofia di fine ottocento per la pittura?"
Nitsch: "TU KOSA DIGE?"
B1: "... voglio dire, lei un giorno di poco oltre cento anni fa annuncia che Dio è morto e allora siamo tutti liberi di costruirci nuove scale morali ogni giorno, il tempo in fondo è un eterno ritorno del medesimo e l'uomo è la sorgente di tutti i valori e delle virtù della volontà di potenza e c'è la possibilità di fare domani tutti quanti gli oltreuomini, sputa in faccia prima a Socrate e Platone, a Schopenhauer e Wagner poi... certo... ma ad un certo punt0 lei molla tutto e si mette a fare dell'azionismo, cosa ci può dire a riguardo?"
Nitsch: "TU VA FAKULO!"
B1: "Grazie mille per il suo prezioso tempo e occhio ai cavalli. Vabbè che lei li sgozza"
-Il paragone Nitsch-Nietzsche, comunque, non è nemmeno tanto campato in aria e va oltre l'assonanza, penso soprattutto all'ebbrezza dello spirito dionisiaco perchè "Nelle descrizioni sul progetto del Teatro di Nitsch, infatti, c’è [anche] un elogio alla bellezza delle vigne e al loro accompagnare i bevitori all’ebbrezza della sbornia". Secondo Nitsch tali performance teatrali “orientate psicanaliticamente permettono al dionisiaco di irrompere all’esterno del nostro inconscio, aree soppresse di impulsi interiori sono rese visibili. Queste azioni con carne, sangue e animali macellati scandagliano il nostro inconscio collettivo”.
Mostra promossa, se l'arte non sa più essere provocatoria che gusto c'è?
Come inizio, questa Giornata del Contemporaneo può dirsi ok. Questo di Nitsch non è il nostro gusto, ma l'evento ripeto è piuttosto raro, lodevole. Vediamo che ci riservano queste altre mostre a Verona.
Riguardo all'arista. Nitsch è un grande e "vero" arista? O un grande provocatore? Oppure un malato di mente, perchè uno che si mette a giocare gioiosamente col sangue mica è normale, no? C'è poi l'opzione quattro: un venerando rincoglionito che abita in un castello e che scambia la passata per vernice e che ama la carne cruda perchè per questioni di diabete non può cucinare e si da il caso che gli stiano pure un po' sul culo le persone, tutte.
Ricordo altre due cose:
a) la quantità dei libri e compendi critici vari dedicati all'opera dell'artista, molti e con indagini tematiche disparate, non avrei mai detto che 'sto barbone - questo è, tu lo vedi e pensi che faccia il barbone - godesse di tanta attenzione internazionale, invece il Frut mi conferma che Hermann Nitsch espone in gallerie di tutto il mondo.
b) la biondissima gran pheega sui 20 figlia della moglie del gallerista/dipendente/amico insomma la figlia di una che era inserita lì e allora tutti si conoscono e un tripudio di presentazioni e... niente, se il Frut la becca in giro da sola quella - dopo il rischio bava già consumatosi in loco - è a forte rischio "ciò che resta, dopo la bava", garantito. Quando compie i 25, tocca a me. [Bwuahhaaahaah] Ok, ricomponiamoci, merci.
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La Terza Giornata del Contemporaneo
Quando il Fruttone mi sottopose un inusuale itinerario artistico per sabato 6 ottobre con destinazione varie gallerie d'arte a Verona città, ammetto un primo lievissimo sussulto di sorpresa. Oltre, il nostro mi spiegherà che a Verona capita quindi questa giornata dedicata all'arte contemporanea, appunto la Giornata del Contemporaneo. Ammetto un altro sussulto, questa volta meno lieve. Già, ci sono delle mostre a Verona, nuove, fresche. Frut1 ormai sa come prendermi per la gola, tant'è che si riserva il piatto forte sul finire: tutto ciò, è coordinato da Maurizio Cattelan, mica cazzi. I sussulti ormai sono diventati vere doglie. Specifica inoltre che il progetto vede collaborare diverse gallerie della città che presentano alcuni protagonisti recenti e meno recenti dell'arte contemporanea. Il Fruttone prosegue nel suo serrato racconto, la sua passione sembra sincera e accorata, di lessema in lessema sento di potergli donare tutto il mio corp... ehm tutta la mia fiducia. Non si ferma più. Massì, prendimi Fruttone, fammi tuo a suon di Cattelan.
Vola la fantasia perchè tutto ciò, lo ricordo, sta per capitare a Verona, dove - non fosse per Palazzo Forti e tre-gallerie-tre del centro - a momenti l'arte contemporanea rischia di fermarsi a sputi d'autore quali quelli visti ad ARTsenale (risparmiatemi il sequel, pietà!).
Collettivismo, va un casino in questo periodo
A questo punto sono le ore 15 di sabato 6 ottobre e sinora so - tramite la mediazione del compare - che la Giornata del Contemporaneo è un altro esempio di quella voga recente del collettivismo artistico, inteso o come produzione artistica di gruppo o, ed è questo il caso, come mostre e opening collettivi con l'intento massimo di valorizzare un'idea centrale intorno alla quale enucleare tutto il progetto. Per la Giornata del Contemporaneo organizzata da Amaci il tema è evidentemente l'arte contemporanea più recente, sdoganandola al pubblico magari tramite un open day: cioé le gallerie di arte contemporanea fanno sistema e presentano il medesimo giorno ognuna un artista e invitano chiunque a visitarle, un'offerta al pubblico, l'accesso è libero.
L'accesso è libero
Dice: "il che è un bene, no?" Certo. Peccato non serva praticamente a un cazzo. Se le statistiche ci raccontano di una libreria (e ho detto libreria, il tal posto dove puoi acquistare o sfogliare dei libri, non Fiera di Campionario della Saggistica Modernista Inglese dal 1910-30) vissuta dal cittadino medio quale luogo di cultura elitaria, figuriamoci le gallerie d'arte. Specie d'arte contemporanea. Guarda, quasi quasi rido un attimo. Haha. L'ho fatto.
La fonte
Ancora vivo il mio personalissimo shock anafilattico. Mi sento in colpa come una colf che rompe un vaso in casa dei propri "padroni" quando questi sono fuori casa e mimetizza tutto, forse sono stato prematuro nel mio giudizio in toto negativo su questa città, sui suoi usi e costumi. Insomma, se Cattelan s'immola per la pearà, qualcosa sta cambiando, ci siamo, sì, prossimi ad un'epocale svolta sociale. Parte il countdown. 5-4-3... hey, chi è che rompe?
Frut1: "Tieni, ho letto tutto qui".
E mi porse L'Arena. 0,1 secondi dopo, il sordo tonfo delle mie membra che impattano a peso morto contro la pavimentazione si amplificano per l'ambiente circostante.
L'Arena
Che senso può ricoprire questa testata nell'arco di un'esistenza intelligente? E ci tengo a sottolineare che maturai tale giudizio dopo averla sfogliata ben due volte, ovvero una più del necessario. Bacchettiamo il Fruttone, eh eh, che "nobili" letture son quelle? Non prestai attenzione a quell'articolo strappato, strapazzato e ripiegato scientificamente con l'ausilio di credo MacGyver, quindi ora non so davvero SE L'Arena spacciò la cosa come fenomeno circoscritto a Verona o SE il Fruttone la interpretò così o SE io sia uno di quegli inetti sveviani che amano costruirsi castelli per aria. Faccio finta di niente e serbo intatto il mio entusiasmo. Anzi va', gioco d'astuzia e sicurezza: per raddoppiarne le scorte, mi faccio un Jack Daniel's (Tennessee Whiskey aaaalright), comunque vada sarà una grande giornata di arte contemporanea.
Dopo una veloce chiamata col Sentencephone in quel di Torino, dove una vecchia conoscenza di arte vive e lavora, tutto torna alle dimensioni che ci si addicono: inutile dire che l'evento si dispiega su base nazionale e che per questa edizione si è deciso di coinvolgere anche i piccoli centri. Il trashometro inizia a picchettare. Cameriere, bis! Eppure le premesse per una certa qualità ci sono (ed ex post, confermo che c'erano, ottima iniziativa).
L'itinerario dei Butei
In effetti erano diverse le gallerie che avevano aderito all'open day, con mostre a Verona e fuori città. Ergo, o ci dedichi svariate ore di una giornata oppure due al massimo, soppesando a dovere gli artisti. Certo, se a quel punto gli artisti li conosci magari... Allora piuttosto soppesi le gallerie. Ah non ti dicono niente pure quelle? No problem, vai a caso, tanto l'arte contemporanea rivaluta massimamente il ruolo attivo dello spettatore, sei autorizzato a fare un po' come cazzo ti pare, vai senza remora, sei tutti noi, campioni del mondo, campioni del mondo.
E' ovviamente la classica "fregatura" dell'arte recente: chi saranno mai, gli autori di queste opere? Sentenziosi non sa, non dice: se non sono inseriti in alcun canone, se non fanno notizia, evidentemente un Hado Luna non è che vi possa dire molto (e ora naturalmente salta fuori che è il n°1 del movimento tal dei tali).
Manco fossimo al Mc Drive, noi prendiamo:
-un Hermann Nitsch alla Boxart in via dei Mutilati, col ketchup magari, tanto a questo piace il sangue;
-una personale di Pierluigi Rampinelli alla galleria Scala Arte in via Cantarane
-una gita a Palazzo Forti per spulciare tra la permamente L'Infinito oltre lo sguardo, "originalissimo" titolo che rivisita un tema vecchio come il cucco (per fare un paio di paragoni giornalistici, l'articolo dal titolo "X? No grazie" o la sempre celebre infrazione al codice poetico "Ed è subito X")
-e, senta, aggiunga pure una Out of true alla Byblos Art Gallery (che magari l'ha pure spacciata per novità ma ha in cantiere quella mostra da un po', appena dopo la debolissima mostra sulla Street art curata da Alessandro Riva)
Hermann Nitsch - Boxart
Uomo oltre la provocazione, tra i tanti l'austriaco di Vienna classe '38 era l'artista maggiormente quotato, e la galleria ha un'ottima tradizione. Hermann Nitsch in mostra a Verona, comunque sia, non è una cosa che si vede tutti i giorni. Anzi, è un evento piuttosto raro, molto raro, visto il calibro del personaggio, massimo esponente dell'azionismo austriaco. I dettagli a seguire.
Opera con due-tre variazioni stilistiche, anche se ovviamente il filone "provocatorio" è quello che maggiormente salta all'occhio e rischia di essere l'unico che s'imprime nella memoria, sicché se un giorno qualcuno ti dovesse chiedere "Conosci l'artista Hermann Nitsch?" con molta probabilità gli risponderai "Chi, quello che sgozza/trucida/dipinge col sangue?".
Vabbè, lo sviluppo plausibile della discussione, siamo pure sempre a Verona, sarebbe il solito ovvero "Sì sì quello" "No guarda, non me lo ricordo. Comunque darei due colpi a quella pheega lì" "Anch'io vecchio" "Grrande vecchio, spritz?" ecc. ma ora non importa.
Chi è Hermann Nitsch?
Di cose da dire sull'opera del viennese, ce ne sono un bel po':
-Hermann Nitsch insieme ad altri è il fondatore del cosiddetto azionismo viennese o Wiener Aktionismus che chiama al centro il coinvolgimento completo del corpo (azione in questo senso) e che, come rivela l'espressione, paga anzitutto un debito nei confronti del movimento d'azione più celebre della recente storia dell'arte nonchè della storia dell'arte in generale: l'action painting, movimento statunitense che si esaurisce prematuramente intorno al '58-'59 alla scomparsa della star principale Pollock (ovviamente suicida, per questi arte=vita, gente leggermente "complessa"), nonostante l'attività proficua pure di De Kooning e altri. Succede così che negli anni '60-'70 nasca l'asse INSOSPETTABILE - chi MAI c'avrebbe scommesso una lira? - New York-Vienna, che ovviamente è più che altro un asse virtuale ma di fatto c'è un trasporto di idee da una sponda all'altra e Nitsch e compagnia si mettono d'impegno a lavorare sul loro orientamente, poco culturale e molto pragmatico.
-le sue azioni si fondono naturalmente con la sua tecnica, ma di più le sue azioni sono al contempo forma e contenuto
-a proposito di azioni e tecniche, Hermann Nitsch è definito esperto del truculento: soggetti/attori trafitti, tele insanguinate, interiora di animali, animali sgozzati, pomodori, frutti spappolati, "ed altri liquidi organici sui quali è meglio non indagare", che talvolta - meno male non è questo il caso, avevo l'Armani nuovo zioskan - vengono spalmati o gettati addosso ad alcuni dei partecipanti all'interno di quel suo Teatro delle Orge e dei Misteri. Ovviamente il tutto va visto in chiave e simbolica e provocatoria, di liberazione e "catarsi"(?), tutto si collega poi al tema del mistico, del sacrale.
-le sue azioni si fondono naturalmente con la sua tecnica, ma di più le sue azioni sono al contempo forma e contenuto
-a proposito di azioni e tecniche, Hermann Nitsch è definito esperto del truculento: soggetti/attori trafitti, tele insanguinate, interiora di animali, animali sgozzati, pomodori, frutti spappolati, "ed altri liquidi organici sui quali è meglio non indagare", che talvolta - meno male non è questo il caso, avevo l'Armani nuovo zioskan - vengono spalmati o gettati addosso ad alcuni dei partecipanti all'interno di quel suo Teatro delle Orge e dei Misteri. Ovviamente il tutto va visto in chiave e simbolica e provocatoria, di liberazione e "catarsi"(?), tutto si collega poi al tema del mistico, del sacrale.
-il passaggio a Verona è si raro ma non così casuale, in passato s'instaurò una sinergia col veneto Francesco Canz e l'artista ha pure una residenza dalle parti
-dominano la mostra gli Schüttbilder ovvero le tele versate, di dimensioni variabili ma in genere piuttosto grandi, con tinte del rosso sangue e diversi collage di tessuti (ad esempio t-shirt), tele che trasmettono anzitutto molto nervosismo, inquietudine, "violenza e sacralità"
-ai piedi delle opere ci sono delle tuniche. Boh, che ci fanno lì? E qui veniamo alla sua declinazione dell'azionismo: azioni sono le sue performance artistiche (sono presenti video e foto che documentano il tutto) una sorta di sabba rituale di tortura (tutto è finto, ovviamente - o così ci auguriamo) durante il quale l'artista e i suoi collaboratori con indosso delle tuniche bianche si dilettano a fare i boia macellando/tagliuzzando/infilzando gli animali, ma abbandonandosi pur al massacro sugli uomini magari crocifissi per l'occasione che al termine gronderanno di sangue e saranno figurativamente morti. Il tutto al ritmo di un orchestra ai lati. Quando queste azioni prendono forma in musei e gallerie, ovviamente intorno l'audience passa e ammira, ed è in genere un evento di "classe", nel senso che girano abiti da sera, a due passi dalle pozzanghere di sangue. Decisamente singolare, sarete d'accordo.
Difficile da capire, se non lo vedi
Attenzione: ASTENERSI ANIMALISTI E IMPRESSIONIABILI DI OGNI SORTA. Va invece benissimo per chirurghi, satanisti e fan di Marilyn Manson:
-le sue Aktionen durano anche 24 ore, e sono numerate progressivamente, nel 2002 la 111 a Napoli è durata dal pomeriggio all'alba. Lo spettacolo completo e più lungo - una sorta di peregrinazione cristiano-messianica che sfocia nel dionisiaco - è durato 6 giorni!
-evidentemente questi artisti passano oltre l'action painting perchè richiamano a sè l'assoluta importanza di una performance eloquente
-anche se poi c'è una serie di opere più "pulite", "vecchia maniera", che questa volta sì strizzano l'occhio all'action painting, più che mai direi
-presente anche una delle sue opere più famose, una sorta di rivisitazione dello studio vitruviano di Leonardo in chiave replicativa [ndSentenziosi: B1 esci da quel corpo, esci da quel corpo!]
L'artista viennese - che usualmente dimora in un castello in Austria, era presente in galleria anche al nostro arrivo nel tardo pomeriggio, vecchio, sboldro e barbone.
Poteva fare tre cose nella vita: l'artista, il barbone, il vecchio porc... ehm il filosofo. Resta un dubbio sulla prima. Scherzi a parte, lui è lì alla Galleria Boxart di Verona che borbotta con gli "esperti" (dialoghi peraltro da registrare: mai capito con quale titolo e merito saltino fuori sedicente esperti d'arte, mah) ma infine trova cinque minuti per concederci una rapida intervista.
Sentenziosi intervista Hermann Nitsch
Che roba, eh? Partiamo per una mostra a Verona e ti finiamo con intervistare la star della giornata. Ottima cosa; sulla carta. L'intervista termina dopo 40 secondi.
B1: "Senta Nitsch, cosa l'ha spinta ad abbandonare la filosofia di fine ottocento per la pittura?"
Nitsch: "TU KOSA DIGE?"
B1: "... voglio dire, lei un giorno di poco oltre cento anni fa annuncia che Dio è morto e allora siamo tutti liberi di costruirci nuove scale morali ogni giorno, il tempo in fondo è un eterno ritorno del medesimo e l'uomo è la sorgente di tutti i valori e delle virtù della volontà di potenza e c'è la possibilità di fare domani tutti quanti gli oltreuomini, sputa in faccia prima a Socrate e Platone, a Schopenhauer e Wagner poi... certo... ma ad un certo punt0 lei molla tutto e si mette a fare dell'azionismo, cosa ci può dire a riguardo?"
Nitsch: "TU VA FAKULO!"
B1: "Grazie mille per il suo prezioso tempo e occhio ai cavalli. Vabbè che lei li sgozza"
-Il paragone Nitsch-Nietzsche, comunque, non è nemmeno tanto campato in aria e va oltre l'assonanza, penso soprattutto all'ebbrezza dello spirito dionisiaco perchè "Nelle descrizioni sul progetto del Teatro di Nitsch, infatti, c’è [anche] un elogio alla bellezza delle vigne e al loro accompagnare i bevitori all’ebbrezza della sbornia". Secondo Nitsch tali performance teatrali “orientate psicanaliticamente permettono al dionisiaco di irrompere all’esterno del nostro inconscio, aree soppresse di impulsi interiori sono rese visibili. Queste azioni con carne, sangue e animali macellati scandagliano il nostro inconscio collettivo”.
Mostra promossa, se l'arte non sa più essere provocatoria che gusto c'è?
Come inizio, questa Giornata del Contemporaneo può dirsi ok. Questo di Nitsch non è il nostro gusto, ma l'evento ripeto è piuttosto raro, lodevole. Vediamo che ci riservano queste altre mostre a Verona.
Riguardo all'arista. Nitsch è un grande e "vero" arista? O un grande provocatore? Oppure un malato di mente, perchè uno che si mette a giocare gioiosamente col sangue mica è normale, no? C'è poi l'opzione quattro: un venerando rincoglionito che abita in un castello e che scambia la passata per vernice e che ama la carne cruda perchè per questioni di diabete non può cucinare e si da il caso che gli stiano pure un po' sul culo le persone, tutte.
Ricordo altre due cose:
a) la quantità dei libri e compendi critici vari dedicati all'opera dell'artista, molti e con indagini tematiche disparate, non avrei mai detto che 'sto barbone - questo è, tu lo vedi e pensi che faccia il barbone - godesse di tanta attenzione internazionale, invece il Frut mi conferma che Hermann Nitsch espone in gallerie di tutto il mondo.
b) la biondissima gran pheega sui 20 figlia della moglie del gallerista/dipendente/amico insomma la figlia di una che era inserita lì e allora tutti si conoscono e un tripudio di presentazioni e... niente, se il Frut la becca in giro da sola quella - dopo il rischio bava già consumatosi in loco - è a forte rischio "ciò che resta, dopo la bava", garantito. Quando compie i 25, tocca a me. [Bwuahhaaahaah] Ok, ricomponiamoci, merci.
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16 commenti:
mah... sarà... se lo dici tu. a me non gusta molto eh!
troppo facile e banale usare sti mezzi per "provocare" (provocare che poi? nausea?) di certo non mi fa interrogare su nulla (come possono fare le foto provenienti da zone critiche e/o guerra, che almeno a qualcosa servono).
lodevole l'iniziativa.
Buona giornata buteis!
ok la gran pheega
ma sto vecchio è un traviato..
Butel1:no amico,a 25 anni i giochi sono fatti:cellulite,cedimento della pelle,insomma quello che una volta era robba soda ora non lo è più!
Per cui ci si deve buttare sulla freschezza giovanile:18-20 anni.
Wonder: l'interesse che può suscitarmi una foto di guerra (per non parlare di un reportage), nell'anno 2007, su una scala d'interesse da 1 a 5, tenendo conto del mio generale menefreghismo, considerando.................. chissenefrega insomma
Anonimo: certo, è un traviato, senza dubbio
Frut1: tu sogni ragazzi, ci sono 35 col culo granitico anche post gravidanza.
Butel1:se se.Una su trenta(forse) e sono di manica larga.Mentre sulle 18enni,non si sbaglia amico,non si sbaglia.
ma in sostanza che differenza c'è tra quello di una 30enne prima e dopo la gravidanza?
che quello di una trentenne post gravidanza si allarga
spesso di molto.
da 18enne , meglio il mio culetto di quello di una trentenne.
Madame Bovary:respect!Il tuo culo sodo è già nei miei pensieri(perversi).
Credo di desiderarti...
quale onore...
pervert frut !!!
Dopo questa serata sono frastornato,non solo per quanta birra ho ingerito,ma soprattutto per le trentenni alternative udinesi che ho conosciuto allo Zoo club.Tutto molto sodo ed avvenente,ma cara Madame Bovary credo ancora di desiderare...voi giovani 18enni.
Butel1...addio
e a noi 18enni ce piacciono gli uomini maturi.
(ho detto maturi, non vecchi eh)
anche al tatto (questo intendevo con "sostanza") ma pensa te.
@ madame:concordo in toto, diciamo fino ai 32 possono andare. il top per me è sempre a 28, giusto compromesso tra esperienza e prestanza ;)
saggia wonder, molto saggia!
Okay,sono out!
Troppo vecchio tra i giovani e troppo giovane tra chi è nel giusto compromesso tra esperienza e prestanza.Immaturo e forse anche...vecchio dentro.
Forse sono anche gay...
Queste son sfighe.
Addio fresche 18enni.
Addio avvenenti 30enni con ancora "il tutto" molto sodo.
frut ti tengo un posticino per farmi da amico gay!
non disperare frut, c'è speranza per tutti.
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