19 luglio 2007

Artsenale Verona

ARTsenale: due parole due

Sbrigiamocela in fretta, dubito che qualcuno si sia accorto che poche sere fa è terminato ARTsenale. Artsenale = arte + arsenale. Prendiamo un arsenale e mettiamoci un po' di arte, visto mai che funziona. Sulla carta: bella idea. Nella resa plastica: 'na straccionata, evento appunto ribatezzato da Sentenziosi " 'sta cosa per straccioni-modaioli all'ex arsenale austriaco di Verona", dal 7 al 15 luglio 2007. Che presunzione! Che stronzi! Che cafoni! E come vi permettete, Sentenziosi?

Artsenale: per noi andò più o meno così
Giungiamo venerdì 13, intorno alle 22.45. Poche, pochissime attese (puntualmente rispettate), del resto gli eventi pseudo-artistici dell'arsenale cui presenziai l'anno scorso sfiorarono l'apoteosi del kitsch. Troviamo circa un centiaio di persone. All'esterno dell'edificio, in cortile. Sedute. Sull'erba. Praticamente l'80% dei convenuti raggomitolati in cerchio. Ed è tutto un clichè, tra un sandalo tedesco, un tiro di canna, barbe incolte, cani a seguito, l'olezzo di ascel... ehm l'eau de toilette. Ecc. Hey chi ha detto straccioni-modaioli?
Il decoro la fa da padrone. Come la classe operaia nella Russia stalinista.

Entriamo. Si ode dell'huntz-huntz, tipo acid o drum'n'bass, non distinguiamo ancora bene. C'è:
-un dj set con installazione video alle spalle. Zero persone oltre al dj. No, eccone una. Era pagata. Musica più o meno godibile (i soliti del Roots, a volte ritornano anzi a volte sono ovunque).
-corda da pacchi tesa tra le due colonne centrali. Appesa, come si stendono mutande e canottiere della biancheria appena lavata, una serie di foto. Ottima idea. Son le foto che fanno pena.
-un caldo che definire estremo è un omaggio all'imprecisione: stavamo grondando di olio da cucina. Se mi buttavi una scaloppina impanata addosso, te la ritiravo fritta.
-opere qua e la. Arte, arte, tanta arte contomporanea. Ad esempio: un frigorifero aperto il cui interno è piastrellato da una serie di ometti lego (?) o simili. Alcuni uomini cablati. Aggiungiamo poi una strana tenda coi colori pastello dai lati circolari (sì, le descrizioni sono imprecise, ma tal'è la cosa). O ancora: un televisore dei tempi che furono (rivestimento esterno in legno, per intenderci) lasciato lì per terra a proiettare neve. Da qualche parte ci sarà stato un booklet delle opere. Per il televisore immagino queste intenzioni dell'artista: "La mia opera è un catalizzatore dei sensi di vacuità, indefinitezza, incomunicabilità del reale filtrati attraverso l'occhio del soggetto moderno frantumato, ambiguo, non più in grado di cogliere un significante preciso, nè di associarvi un significato unico nè di comunicarlo a terzi". Zzzz, qualcuno mi svegli. Oppure avrebbe anche potuto pensare (e a questo punto l'ha pensato): "A mia nonna s'è rotto il televisore. Vintage vecchio! Aspetta che ci faccio un po' d'arte"
-come c'ebbe a dire Alberto Fezzi: "birra e solo birra e ancora birra, pance da birra". Non solo quella, ma l'avv. ha reso benissimo l'idea.
-Upstream. Era lì. Da un po'. Lapidario il suo saluto: "Qua non decolla". Arguto come sempre, specie alla terza palla di fieno rotolante sospinta dal sudore.
-l'immancabile moda straccion-alternative.
-la convinzione è che TUTTI possiamo essere artisti, da un giorno all'altro. Da uno starnuto all'altro. Dalla quiete al peto.

Questa la nostra esperienza. Non si vuole mortificare nessuno, ma sempre più facciamo caso che quando ci si spreca a realizzare questi eventi contenitori multi-artistici tipo "installazioni video, djset, art, visual art, ecc." c'è sempre qualcosa che non va, dalle nostre parti. E qualcuno che dice "Bello". A prescindere.
E il quid è, peraltro, QUESTA NON E' PER FORZA ARTE, ok? (e mi riferisco all'arte non musicale, c'erano infatti anche delle band, tipo gli Home, non malissimo) L'arte sì, si può (e deve) autolegittimare, ma nei luoghi adibiti, non è questo il contesto. Lo stesso discorso che abbiamo già tentato di fare per Italian Renaissance alla Teca, due-tre settimane fa e che, a questo punto, riprenderemo in un prossimo post per spiegarci meglio.



Uomo, piedi scalzi, testa di piovra.
Gratis per tutti un rapido attacco di cagotto.

Avanti con la polemica spiccia e grossolona
Maroni rotolanti per Sentenziosi, ormai l'arte è un'intenzione:
"Hey facciamo arte vecchio!"
"Ok vecchio"
"Beccati 'ste quattro foto"
"E tu attorciglia 'sti cavi"
E arte fu.

Ovviamente sul loro blog (artsenale.wordpress.com) è tutto in tripudio. E a vedere dalle foto di gente ce n'era, gli eventi sono stati frequentati. Insomma, la nostra mezz'ora è stata un mosca bianca? Quindi cosa succede, tutto si gioca tra le 20 e le 22? In caso cerchiamo di smetterla di fare l'arte all'ora di cena, eh.

Ora, voi di ARTsenale mi direte che no, non posso permettermi di essere così sommario (e invece eccomi qua) e che sarebbe davvero sconsiderato giudicare male l'evento senza aver assistito a una delle annunciate serate clou, ovvero:
"Un’interessante aperitivo vedrà duellare un affermato chitarrista (Cappuccio) vs dj Church (Alterego, Holliwood di Milano e tanti altri…) a seguire, sempre all’aperto, ancora dj set con tastiera jazz..."
Eppure, vi giuro che posso ben sopportare d'aver rinunciato anche a questo nella mia vita. Coi soliti peti. D'artista, naturalmente.

15 commenti:

Anonimo ha detto...

io ci sono andato per vedere gli my awesome mixtape: bel concerto, bel gruppo, caldo boia

Anonimo ha detto...

idea mia:
pro:
1_gli home e i my awesome mixtape
2_l'allestimento interno (al di la delle "opere") secondo me era azzeccato. vario ma coerente. e poi dai, i trampolini da piscina sono fantastici...
3_a me fotte un cazzo dell'idea dell'artista quando mette una tv accesa che fa neve. però mi piace, come mi piaceva il crt sfondato tinto di rosso da b-fly qualche anno fa.
4_il posto è splendido...l'arsenale dovrebbe essere veramente riqualificato e speriamo che chipperfield non faccia minchiate

contro:
1_musica troppo alta. si faceva veramente fatica a stare dentro e forse per quello c'era molta più gente fuori. ma forse anche per il punto 2.
2_che schifezza. sulla gente che c'era sottoscrivo in pieno quello che avete detto, e aggiungo che questo falso alternativo mi da quasi più sui nervi del butel belstaff-jeckerson-gucci. la maggior parte delle persone secondo me non erano ad artsenale in quanto artsenale ma in quanto appunto luogo di ritrovo fake-alternative universalmente riconosciuto (e per questo antitetico a se stesso)

in conclusione...mi è sembrata un'iniziativa valida (contando che si era alla prima edizione) soprattutto dal punto di vista musicale (e sorvolando su quello artistico perchè ne capisco na sega), che purtroppo non è stata vissuta nel modo giusto da gente abituata ad altro. ma da qualche parte bisognerà pur iniziare no?

Anonimo ha detto...

unico pro i mam sabato e l'allestimento interno
tutto il resto
è noiaaaa
( e anche schifo visto uno in carrozzella che pisciava nel pappagallo dietro a un albero di 10cm di diametro...)

Anonimo ha detto...

e la birra faceva schifo

Anonimo ha detto...

Yoshi: come detto, NON si può non pensare che la gente abbia caldo, questa è disorganizzazione allo stato sviluppato.

Uonabì: i gruppi appunto non saprei, mai sentiti. Se per "allestimento interno coerente" intendi in linea con la tendenza generale dell'evento, sono d'accordo.
Quello sulla tv accesa era ovviamente un divertissment.
[shhh: lo fece anche Sentenziosi due anni fa in occasione di un private party... sshhhh!]
Sì il posto se lo riadattano (certo che ci vogliono cosiddetti lavori di "Riqualificazione"), non è male. Ma da uno che si chiama Chipperfield cosa aspettarsi, se non una cippa?

Silvia: ma no Silvia, ebbasta criticare, ma che è tutta quest'aura di negatività, solo perchè uno piscia in un parco pubblico? Visto che tutti ci si siedono in cerchio memori di una woodstock mai vissuta, perchè non possono anche pisciarci? Dove credi di essere, su Sentenziosi?
Ah mi dicono dalla reagia che siamo su Sentenziosi. Hai il mio placet.

Son mi: le cose stanno così.

Anonimo ha detto...

da quando marcel ha messo il pisciatoio nella mostra d'arte, da allora tutti sono (siamo) artisti. ;-)
Apollinaire disse di lui che ha conciliato l'arte al popolo.

Lui chiaramente, rise per anni

duchamp

Anonimo ha detto...

Duchamp (tu, non quello vero), sai che sono massimamente d'accordo, nel senso che a quanto pare nel Novecente l'arte non "è" più bensì si autoleggittima come tale negli appositi spazi. Una merda opportunamente decontestualizzata e ricontestualizzata in galleria, è arte, o così hanno/abbiamo voluto. Discorso che tiene piede da Duchamp sino oltre Warhol e ai giorni nostri, passando per quel simpaticone di Manzoni appunto.
Se le opere qui esposte mi vanno anche bene (tanto ormai che importanza hanno di per sè?), non mi va bene il contesto di 'sta cosa: un ex arsenale con temperature da forno nasce per altro, non l'ha stabilito nessuno che quello ORA è un museo. Questo è un tentativo di happening, mi pare di capire.

Anonimo ha detto...

Sono andato domenica,ad ascoltare gli home,e "perchè?" riassume tutta quella serata..

Anonimo ha detto...

Organizzato da volontari per raccogliere fondi a favore della missione in Ecuador di Don Pio Baschirotto.
Ai Sentenziosi le loro sentenze e al Dadaismo un grazie sincero.

Anonimo ha detto...

beh adesso...io ho già dato la mia valutazione positiva sull'evento quindi non sono di parte, ma il fatto che fosse per beneficenza non è che cambi le impressioni artistico-sociali, direi. e mi pare giusto così. altrimenti se tutto quello che si fa per beneficenza è bello, siamo a posto... casomai si aggiunge "fatto tutto cagare, almeno è per una buona causa. comunque fatto tutto cagare" ecco. no?

Anonimo ha detto...

Matteo Zamboni: ciao Matteo.
"Organizzato da volontari per raccogliere fondi a favore della missione in Ecuador di Don Pio Baschirotto"
E chissenefrega lo sta pensando qualcun altro?
Aggiungiamo pure: "Ashes to ashesm funk to funky" (D.Bowie), che c'entra altrettanto 'na fava

Uonabì: mi accodo. Senza durello, tranquillo.

Anonimo ha detto...

No no, ho solo voluto aggiungere un'informazione che mancava nel post, di certo non una giustificazione. Poi sui gusti ognuno dica la sua...
ma rendere onore al tentativo di raccogliere fondi in beneficienza facendo 9 serate di musica, DANDO SPAZIO ad artisti vari (suscettibili di opinioni diverse), valorizzando una struttura normalmente abbandonata ad ingresso completamente libero, coinvolgendo altre realtà che lavorano attivamente nel sociale... mi sembra il minimo, ma fortunatamente la maggior parte della gente l' ha già fatto.
Mi sono già dilungato troppo.
Al prossimo spritz in piazza.

P.S.Sui giudizi e le sentenze vedo un roseo futuro da sindacalisti/clericali per i "butei".

Anonimo ha detto...

Matteo Zamboni: il tui punto è chiaro.
In effetti la faccenda della beneficenza sta già subendo un grado di focalizzazione che essa non merita. Quindi smettiamola, grazie.

Per il resto, mi va bene l'impegno, mi vanno bene i 9 giorni free, mi va bene il lancio (magari una tantum) di nuovi artisti... ma a quale pro e perchè sarebbe infine doveroso rendere omaggio alla collaborazione con le realtà che lavorano nel sociale? C'è una sorta di timore reverenziale nei confronti degli impiegati del "sociale", quasi dovessimo ringraziare iddio ogni giorno per la loro esistenza.

Io, invece, ho addirittura sospettato che un giudizio estetico (parzialissimo) sull'evento potesse permettersi di esulare anche da simili premesse di valorizzazione delle realtà attive nel sociale, pensa un po'.

Anonimo ha detto...

Ottimo, abbiamo trovato un punto d' incontro!
è proprio per questo motivo che al fattore benefico è stato destinato uno spazio minimo nella comunicazione (c' è un uomo con un polpo in faccia, pensa te!). Ed è proprio per questo motivo che s' è voluto evitare il classico format "pesca di beneficienza in parrocchia".
Ma dal momento in cui si fanno giudizi e si sparano sentenze, non si può non tener in considerazione che di budget non ce n'erano, di lucro nemmeno, organizzatori professionisti idem e che ogni euro risparmiato veniva mandato in Ecuador... altrimenti con 10.000 € si chiamava Anthony Lister ( www.anthonylister.com ) chiedendogli un'installazione ad hoc; e si sarebbe pagato Creative Souls per fare ruote panoramiche in stuzzicadenti; lo stesso per Mungivera, Crinelli, Bronzato, Arragon,Dorigatti, Davarda, Degianpietro e tutti gli altri... e così sì che avresti visto cose nuove anche nella tua Verona!
Per fortuna di critici d' arte e Gillo Dorfless a VR ci sei solo tu.

Per quanto riguarda il sociale, potresti anche vederla da un punto di vista egocentrico: un domani potrebbe tornarti(-ci) utile aver qualcuno che ti(ci) tira fuori dall' Hotel Lux con il fegato spappolato, magari "a gratis" (nulla di personale, ma il futuro chi lo conosce?)

Anonimo ha detto...

Matteo Zamboni: Premesso che credo che Anthony Lister potrebbe permettersi di incassare anche qualcosa di meno, benchè il mercato abbia deciso di remunerarlo assai e senza offesa per il suo straordinario talento, aggiungo solo un ennesimo appunto per la serie "di cui sopra" a questa frase:
"Ma dal momento in cui si fanno giudizi e si sparano sentenze, non si può non tener in considerazione che di budget non ce n'erano, di lucro nemmeno, organizzatori professionisti idem e che ogni euro risparmiato veniva mandato in Ecuador"

Ribadisco: non dubito che le cose stiano così, che le intenzioni erano nobili e sincere, è tutta brava gggente, bla bla. Ma no Matteo, non ci siamo capiti poi tanto: a chi passa a vedere 'sta cosa (come qualsiasi "cosa" d'arte) e decide (ovviamente è lecito) di formulare un giudizio, è altrettanto consentito fregarsene dei perchè a monte. La fruizione dell'opera d'arte richiede tempi spesso troppo brevi (vedi le mostre, brutalmente detto: quanto dedichi al singolo quadro? Senza dimentica che all'utente non interessano i perchè dietro al fenomeno del quadro appeso lì, oggi, così, per questi motivi). Fino a prova contraria, non c'è nessun patto tra fruitore e organizzatore del tipo "Eh però cazzo devi sapere di cosa si tratta e come è stata organizzata, se no il tuo giudizio non vale una cippa!"**.
Sono cose che sapete voi, non devono saperle tutti. Informarsi è lecito, non obbligatorio. Eppure, nella realtà dei fatti, il giudizio dei secondi ha altrettanto peso.
Così la vedo io. E chiuderei qui, se non hai altro da aggiungere.
Saluti.

**precisato che sono il primo che s'inalbera quando arrivano i coglioni al concerto e non sono estimatori nè minimamente conoscitori dell'artista. Odiosi. E che facciamo, li lasciamo fuori? Possono essere esclusi dal novero dei critici? No, non è consentito. E' diabolico ma così stanno le cose.