Wah Wah Club Festival Venezia
Wah Wah? Na na, Kap Bambino!
Delle due giornate di questo Wah Wah Club a Mestre - VE, Forte Marghera per la precisione, ci spariamo la seconda, quella più nu-rave, più danzereccia, più gggiovane insomma. Un festival nel complesso, diciamolo subito, non malissimo: ci si può fare un salto, date una scorsa al programma, soppesate, quindi scegliete quando venire. Prezzo né oneroso né generoso, abbordabile, quindici euro a serata e bevande a prezzi competitivi. Ad ogni modo, per venire subito al punto, per noi questo Wah Wah 2007 è sinonimo di Kap Bambino. Vi invito a visionare il terzo video: apprezzandoli (è ardua, ci rendiamo conto) o meno (molto probabile) capirete comunque perchè un'esibizione del genere ti resti impressa.
Il tutto inizia nel tardo pomeriggio. Quando arriviamo noi - ehm, tardi... - i gruppi (che restano) da visionare sono quattro: Midas, Man Like Me e i due osservati speciali Sentenziosi, i Kap Bambino e These New Puritans.
La Location
Il Wah Wah Club si tiene a Forte Marghera, vecchia fortificazione d'impianto austriaco o simile, location azzeccata per un festival: è spaziosa, è "bella", è isolata sicchè il casino potrebbe andare avanti fino all'alba. Siamo a metà settembre, la temperatura permette di restare persino in t-shirt, meglio magari in camicia come noi. Il palco prende posto nel cortile, mentre il bar più una zona lounge, la pista e il dj set sono al coperto sotto l'ampia tettoia della "caserma" in mattoni che si sviluppa in verticale. In attesa del freddo, alcuni veli colorati trasparenti schermano l'accesso.
Gggiovani da festival
'Sti festival di musica indie - etichetta che a ottobre 2007 vuole dire tutto o niente - solitamente sono i campi da battaglia del Fruttone, personalmente preferisco passare mano. Mi trovo infatti combattuto: da un lato detesto la logica dozzinale da festival, un calderone di gruppi che si gettano in esibizioni striminzite di trenta minuti scambiandosi il palco a raffica, saluti cinque-sei canzoni saluti; dall'altro gli avventori da festival, stimolano il mio senso del disgusto, a metà tra l'alternativo trasandato unto sporco puzzo pure un po' sicuramente indosso un pigiama (e lo indosso davvero, credimi) e l'alternativo creativo fuseaux o robe scollacciate o abbinamenti multicolore il tutto portato con probabilità senza troppa classe. Insomma, solitamente non c'è eleganza, stop. Se poi, come sottolineò il Fruttone, teniamo presente che "l'alternativo" di Venezia già si salva... la mente per un attimo vola a quell'ex baraccone della nostrana Chimica: rabbrividiamo. Ad ogni modo, non si può non tener conto che in del resto si tratta di concerti:
-en plain air
-de ballà (a volte purtroppo pure de pogà)
-de sudà
-de sacrificà i propri spazi vitali
Ma tal'è, Sentenziosi si adatta ad ogni coordinata, è giusto provare un po' tutto, figurati. Poi però puoi sputare, eh!
La pheega
La prima impressione che si ha qui è: punto a favore per la location, punto piuttosto a sfavore per la pheega, pochissimi esemplari degni di nota. Due per l'esattezza, ovviamente accompagnate da relativi boy friend. Ti restano i cessi, se proprio ti senti Rambo questa sera. Un Rambo magari un po' ubriaco, ok?
Troppa gente
Piccolo appunto: qualche giorno prima dell'inizio, gli organizzatori caldamente segnalano sul loro myspace la necessità di preacquistare i biglietti, a quanto pare c'è troppa richiesta. Domanda: perchè? Hey guys, non fate i furbi, dove avete nascosto tutta quella gente, eh? Gente ce n'era, d'accordo, poche centinaia non migliaia: il Wah Wah Club Festival non è ancora Woodstok. Spazio ce n'è, ce n'è. E per fare numero non vale buttare quegli inutili buttafuori in versione servizio di stato lì davanti al palco, in mezzo alla folla: sinceramente ridicoli, dai!
Le band
Procediamo all'analisi sensoriale, in un serrato quanto tautologico tete-a-tete Frut1 vs. Butel1. Che resti fra noi, ma Frut1 secondo me non ha fatto i compiti a casa e ha abusato del copia-incolla.
Midas
Frut1: "N.d.", preferisce non eprimersi, non vale la pena.
Butel1: "Questi bamboccioni, per dirla con Padoa Schioppa, saranno mica i figli dei figli della cultura grunge? E invece pare di sì. Un suono attuale come un computer con chip 386. Una canzone sarei pronto a etichettarla come plagio di "Brakeout" dei Foo Fighters. Prima termina l'esibizione, meglio è"
La Location
Il Wah Wah Club si tiene a Forte Marghera, vecchia fortificazione d'impianto austriaco o simile, location azzeccata per un festival: è spaziosa, è "bella", è isolata sicchè il casino potrebbe andare avanti fino all'alba. Siamo a metà settembre, la temperatura permette di restare persino in t-shirt, meglio magari in camicia come noi. Il palco prende posto nel cortile, mentre il bar più una zona lounge, la pista e il dj set sono al coperto sotto l'ampia tettoia della "caserma" in mattoni che si sviluppa in verticale. In attesa del freddo, alcuni veli colorati trasparenti schermano l'accesso.
Gggiovani da festival
'Sti festival di musica indie - etichetta che a ottobre 2007 vuole dire tutto o niente - solitamente sono i campi da battaglia del Fruttone, personalmente preferisco passare mano. Mi trovo infatti combattuto: da un lato detesto la logica dozzinale da festival, un calderone di gruppi che si gettano in esibizioni striminzite di trenta minuti scambiandosi il palco a raffica, saluti cinque-sei canzoni saluti; dall'altro gli avventori da festival, stimolano il mio senso del disgusto, a metà tra l'alternativo trasandato unto sporco puzzo pure un po' sicuramente indosso un pigiama (e lo indosso davvero, credimi) e l'alternativo creativo fuseaux o robe scollacciate o abbinamenti multicolore il tutto portato con probabilità senza troppa classe. Insomma, solitamente non c'è eleganza, stop. Se poi, come sottolineò il Fruttone, teniamo presente che "l'alternativo" di Venezia già si salva... la mente per un attimo vola a quell'ex baraccone della nostrana Chimica: rabbrividiamo. Ad ogni modo, non si può non tener conto che in del resto si tratta di concerti:
-en plain air
-de ballà (a volte purtroppo pure de pogà)
-de sudà
-de sacrificà i propri spazi vitali
Ma tal'è, Sentenziosi si adatta ad ogni coordinata, è giusto provare un po' tutto, figurati. Poi però puoi sputare, eh!
La pheega
La prima impressione che si ha qui è: punto a favore per la location, punto piuttosto a sfavore per la pheega, pochissimi esemplari degni di nota. Due per l'esattezza, ovviamente accompagnate da relativi boy friend. Ti restano i cessi, se proprio ti senti Rambo questa sera. Un Rambo magari un po' ubriaco, ok?
Troppa gente
Piccolo appunto: qualche giorno prima dell'inizio, gli organizzatori caldamente segnalano sul loro myspace la necessità di preacquistare i biglietti, a quanto pare c'è troppa richiesta. Domanda: perchè? Hey guys, non fate i furbi, dove avete nascosto tutta quella gente, eh? Gente ce n'era, d'accordo, poche centinaia non migliaia: il Wah Wah Club Festival non è ancora Woodstok. Spazio ce n'è, ce n'è. E per fare numero non vale buttare quegli inutili buttafuori in versione servizio di stato lì davanti al palco, in mezzo alla folla: sinceramente ridicoli, dai!
Le band
Procediamo all'analisi sensoriale, in un serrato quanto tautologico tete-a-tete Frut1 vs. Butel1. Che resti fra noi, ma Frut1 secondo me non ha fatto i compiti a casa e ha abusato del copia-incolla.
Midas
Frut1: "N.d.", preferisce non eprimersi, non vale la pena.
Butel1: "Questi bamboccioni, per dirla con Padoa Schioppa, saranno mica i figli dei figli della cultura grunge? E invece pare di sì. Un suono attuale come un computer con chip 386. Una canzone sarei pronto a etichettarla come plagio di "Brakeout" dei Foo Fighters. Prima termina l'esibizione, meglio è"
Man Like Me
Frut1: "Sono quattro ragazzi londinesi sui quali non avrei scommesso neanche una lira (figurarsi un euro), invece hanno saputo stupirmi con uno show frenetico e molto divertente alternando rap ed elettronica con un pizzico di sound caraibico, tutto reso ancora più esilarante dal frontman Johnny Langer & company che hanno dato spettacolo sul palco con i loro abiti “da scena” e quell’esuberanza che non guasta. I brani sono semplice ma efficaci. Hanno visto proposto per ben due volte il brano “Oh My Gosh!” che ha fatto scatenare il pubblico in un convulse danze. Infine bravi anche se il genere non è tra i miei preferiti."
Butel1: "Sound caraibico? Ma che cazzo stai dicendo? Ah ho capito, sei un sommelier della musica, presto l'orecchio verso le casse ed esprimi un giudizio: "Sì... un sound frizzante, ggiovane... sento le incidenze del battere di noci caraibiche, di salti sulle spiagge hawaiane... da abbinare con un dessert a base di elettronica francese, magari bollicine". Sarà.
Istrionici musicisti, uomini di gran performance scenica. In studio probabilmente lavorano tutt'e quattro. Sul palco no. C'è: un batterista senza bacchette che non suona ma muove unicamente mani e braccia a ritmo, tra una canna e l'altra (al termine verrà salutato all'unanimità come "Sei inutile!"); un cantante rapper ballerino, anima della scena, magro e nerd, vestito da niggaz anni '80; una seconda voce, vestito con un abito anche questo anni '80 e l'occhiale altrettanto, gioca con un foulard da donna che occasionalmente e inspiegabilmente usa per coprirsi il capo; l'unico musicista è il dj che smanetta la "macchina dei suoni". Canzoni dalle basi elementari, beat semplici semplici, occhiatacce al finire degli anni '80 (ridaje) ma soprattutto energia, passi di danza coordinati, un one man show del cantante che canta quasi rappa, incita, coinvolge, ma non è solo un assolo, anche l'altro fa la sua parte. Le coreografie poi sono pure spiritose, passi al limite della cretinaggine. Questo gruppo nelle prove live gioca l'arma della performance dada, sono dei giocherelloni. Tutti hanno ballato. Buoni, da vedere. Anche se dubito che sarei riuscito a sopportarli oltre la mezz'ora, 'sto genere power-pop, così definiscono, una sorta di incrocio electro-pop-raggae, dopo un po' non ha proprio tanto da dire ecco."
Kap Bambino
Frut1: "Tutto ed il contrario di tutto, il NON dei clichés delle wannabe-stars, elettronica o death-metal: questi sono i Kap Bambino. Il duo francese composto da Caroline Marial aka Khima France e Orion Bouvier, abbraccia il panorama della dance contemporanea per poi prenderlo a calci a suon di punk e pogo violento. Considerato un duo di terroristi musicali fatto da un “agit-electro” che è un mix tra pazzia con disordine musicale e pura elettronica, questo li fa uscire dagli schemi dell’elettronica indipendente francese diventando un duo di anti-eroi che ribaltano il concetto di French Touch in French Fist… il risulto è un mash up assurdo, e quando dico assurdo, dico “Assurdo vecchio!”, fisicamente energetico, una bomba da dance floor senza uguali. I Kap Bambino danno vita ad un party-showcase sconvolgente basato su ritmi incisivi, riff indiavolati, liriche dislessiche che portano la gente fuori da ogni controllo (e Butel1 era uno dei tanti butei fuori controllo). La performance é stata una sfida di resistenza tra Caroline ed il pubblico a chi saltava e ballava di più, la pura follia si trasmetteva tra i gggiovani sotto il palco tra delirio nichilista, vigoroso ed aggressivo. Da parte mia erano molto attesi e la loro performance è stata incredibile e coinvolgente soprattutto quando Caroline è scesa da palco ed ha iniziato a cantare con furia in mezzo ad un pubblico scatenato. Super!"
Butel1: "Hey furbetto questa chi te l'ha detta? T.V.B. Incredibili può andare bene. Definire il loro genere non ha senso: sul myspace si dichiarano death-metal e dub e new-wave. Per farvi un'idea, pensate all'hardcore e alleggeritelo, buttateci dentro più elettronica, più scratch e distorsioni, definite meglio ogni battito ma, mi raccomando, non interrompetelo mai, aggiungeteci una voce femminile straziata manco avesse ingoiata il microfono e gracchiasse. Bene, ora avete una vaga idea del sound dei Kap Bambino. Da qualche parte chiamano questa cosa anche trash, somigliano un po' ai Crystal Castle (ospiti dell'ultima Kitsune Maison). Ma non sapete ancora nulla della loro performance. Qui vi volevo. All'inizio del post dissi: Wah Wah Club Festival per me è Kap Bambino. E' così.
I Kap Bambino sono Lui e Lei. Lui è un cazzo di dj smanettone che per tutta la durata del concerto sta in piedi nei suoi due cm quadrati di spazio a mettere canzoni dalla sua consolle pompando il sound - tutto è preregistrato ovviamente - mentre fa headbanging come un osesso. Lei è francese come Lei, si fa chiamare Khima France - è anche solista, come Lui - in verità si chiama Catherine o Cathrine o Cathrine che ne so, mi ha detto il nome dopo il concerto quando abbiamo scambiato quattro battute stronzissime in francese, giusto per tagliare il Fruttone fuori dalla conversazione.
Lei - forse omaggiando Madonna in uno dei suoi recenti look - indossa collant contenitivi viola ultra strech e body altrettanto viola, è leggermente manza tant'è che tette cosce e culo sono compressi in 'sta veste che dovrebbe donare un effetto Momix, finendo invece per confezionare un effetto omino Michelin. Forse quello a Madonna è davvero un omaggio, tant'è che porta appeso al collo una cornetta telefonica (Hang up?). Lui intanto lasciamolo perdere, chissenefrega.
Lei ad inizio concerto da le spalle al pubblico, la vediamo lì:
caschetto rosso fuoco, alta un metro e una scorreggia, stivale nero con super tacco, tuta viola e culo scolpito nel burro. Non è la più desiderabile delle visioni, ma ha un suo perchè, si mimetizza al genere. Diciamo che dopo sei-sette cocktail, te la puoi pure scopare, se è questa la domanda [ndSentenziosi: mh, no, non crediamo fosse questa la domanda dei lettori].
Lui attacca. Tunz-tunz-tunz-tunz e già tutto ballano come ossessi. Minchia, ma che succede? Le mie gambe si muovono! Da sole! O no, pure le mie braccia. Cristo santo, pure il resto del corpo. Qualcuno lo fermi: quel sound è il diavolo! Mi ruberà l'animaaa! Ecco, la cosa va avanti per i quaranti minuti del concerto. Ma...
... non è solo il sound a coinvolgerti. Anzi, ad un certo punto non è più il sound. E' Lei. Il termine energia, il termine entusiasmo, i termini vitalismo, voglia di divertirsi, di concedersi... non significano niente. L'espressione corretta è crisi epilettica. Lo vedrete nel video a partire da... subito, sino alla fine. Quella donna è dannata, chiamate l'esorcista, ci sta stregando tutti con il suo ballo e il suo incitare la folla. Rispondiamo con l'Inquisizione, presto: si dimena incontrollata come una trottola senza guida, di qua, di là, sbatte la testa contro le casse, usa il telefono come un lasso, si inginocchia, quasi si getta, scalcia, canta e urla. Che spettacolo, anzi che show, una performance estrema, una grande esibizionista! Spiritata la cantante dei Kap Bambino, spiritati tutti noi, non uno che si sia fermato un singolo secondo a respirare. E' un tour de force della danza scordinata, la maratona del saltello.
Negli ultimi dieci minuti Catherine scende tra la folla, e li che fa?
Ovviamente le stesse cose che faceva sul palco: si dimena come 'na pazza e tutti intorno a fare l'effetto sandwich. Inutile dire che tra i coglioni, dopo le prime aristocratiche titubanze, giungo anch'io. Wow che bello, sono parte della festa. Col cazzo: dopo 6 secondi Catherine mi assesta il pestone dell'anno, un tacco che t'infilza il piede. Un dolore lancinante e due minuti di profonda crisi. Per il dolore? Macchè, evano puv sempve le mio Diov nuove!
Ad ogni modo sono promossi alla grande. Bravi, bravi, bravi i Kap Bambino. Brava Catherine. Al posto dell'altro, poteva starci anche Fantozzi. O Filini.
Al termine del concerto, come spesso capita con artisti dalla forte personalità "di ruolo", quella legata alla performance, conosciamo Catherine. Tanto è indiavolata sul palco, tanto è un angelo indifeso nel privato: timida, dolcissima, disponibile, appare pure un po' sorpresa. E con la marcatissima "r" tipica delle femme francesi, sei pure disposto a togliere un paio di cocktail a quei sei-sette necessari per fartela. Quattro battute (lei è très enchanté ecc. ecc.), quindi un paio di foto con entrambi. In questa Catherine mima quello che mi andavano promettendo con quell'ecc.ecc."
Ad ogni modo sono promossi alla grande. Bravi, bravi, bravi i Kap Bambino. Brava Catherine. Al posto dell'altro, poteva starci anche Fantozzi. O Filini.
Al termine del concerto, come spesso capita con artisti dalla forte personalità "di ruolo", quella legata alla performance, conosciamo Catherine. Tanto è indiavolata sul palco, tanto è un angelo indifeso nel privato: timida, dolcissima, disponibile, appare pure un po' sorpresa. E con la marcatissima "r" tipica delle femme francesi, sei pure disposto a togliere un paio di cocktail a quei sei-sette necessari per fartela. Quattro battute (lei è très enchanté ecc. ecc.), quindi un paio di foto con entrambi. In questa Catherine mima quello che mi andavano promettendo con quell'ecc.ecc."
Questo è il video di parte della loro performance, da visionare.
Frut1: "These New Puritans è una delle band più interessanti del panorama inglese della nuova scena electro-indie britannica. A metà strada fra shoegaze, new wave e atmosfere psichedeliche, questa band fa della sperimentazione e dell’esoterismo il suo marchio di fabbrica distinguendosi dalle numerose band indie e nu-rave che agitano la scena musicale londinese. I These New Puritans si esprimono attraverso un suono che è orientato verso l’IDM (Intelligent Dance Music) quanto verso lo spigoloso post-punk che risente del contesto industriale e suburbano di una cittadina come Southend. I quattro giovani ragazzi potranno avere un futuro radioso perché le potenzialità ci sono. Al Wah Wah erano molto attesi e tutti si aspettavano una grande esibizione live ma le attese sono state tradite con una performance alquanto sottotono e deludente. I brani in scalettare se pur ottimi pezzi sono stati pochi e suonati senza energia e convinzione. Normalmente da una band così giovane e alle prime esperienze live ci si aspetta che salgano sul palco pronti a dare tutto e convincere chi gli ascolta; invece, senza alcuna verve, sembravano una di quelle band affermate che non aveva da dimostrare nulla a nessuno, vedendo la loro performance una merce di guadagno che viene prima del piacere di suonare al loro pubblico. Peccato.
Chicche:a) sono stati scelti da Hedi Slimane come artefici della colonna sonora dello show A/I 2007-08 di Dior Homme e uno dei componenti, George Barnett, ha sfilato nello stesso show.
b) Il loro primo album, dal titolo “Beat Pyramid”, verrà pubblicato il cinque novembre e sarà il primo frutto di un collaborazione fra Angular e Domino Records [Angular Records = l’etichetta che li ha scoperti e che ha già dato battesimo a nomi illustri come Bloc Party, The Long Blondes e Klaxons]"
Butel1: "Sì sì... "shoegaze, new wave e atmosfere psichedeliche", 3kg e lasc'? La band che il Fruttone mi ha sbandierato per giorni. Toccarsi le palle. Le prime due canzoni sono suonate con l'energia di un operaio che getta carbone nel forno a carbone di un treno: una band da oratorio. Il pubblico intuisce e al quinto minuti c'è SOLO UNA PERSONA a muoversi - peraltro come un'ossessa sotto anfetamine: ovviamente è Catherine, la cantante dei Kap Bambino, e chi se no? Suonano poco e poche canzoni. Sono magri e brutti, vestono abiti a guisa dei loro 60 kg (Dior?). Curiosa la tastierista(?), algida bionda indossa un total look nero in pelle o addirittura in latex manco avesse scelto la pillola rossa e suonasse in Matrix, non a Forte Marghera. Si riscattano in effetti nel finale, azzeccandoci con quelle che sembrerebbero le loro hit. Ma è inutile, ormai si sono giocati il pubblico e ogni giudizio di merito. Dice: fai altre due hit e evita lo strazio iniziale!"
Dj set
Tra un concerto e l'altro, per quei venti-trenta minuti necessari a preparare gli strumenti - per chi li usa ancora, gli strumenti - i dj guidano le danze. Il Wah Wah Club Festival diventa discoteca proprio al termine dell'esibizione dei These New Puritans. La pista si riempie in fretta, i giovani ballano.
Conclusione
Dal par nostro, quello che volevamo vedere, abbiamo visto. E questi dj set electro-indie bla bla bla stanno cominciando a rompere i coglioni, siamo abituè di lunga data. E' il momento di cambiare, di rinnovarsi o morire. Sentenziosi è "ovviamente" all'avanguardia (a posto...) e decide di telare, che ballino gli altri sempre la stessa musica. Che è peraltro buona, che discorsi.
7 commenti:
questo e' davvero un bel post. i gruppi magari non fanno per me ma la lettura mi e' piaciuta molto.
Dopo anni di Rumore e Blow Up ho memorizzato qualche frase ad effetto.Nessun copia incolla,se mai ho preso alcuni spunti da qualche recensione(anche se di altre band...).
Ora mai una recensione di una band indie inglese è valida per tutte le altre band d'oltremanica.
ahah ma hai fatto copia incolla da me :)
no dai,qualcosa è stato cambiato.
elle/wahwahclub
ottimo, butei con la descrizione dell'indiavolata vi siete superati. tra l'altro, ho cominciato pure io a muovere un piede guardando il video. bravi, ma direi anch'io hard core con spunti metal, di quelle cose che balli dalle 2 in poi quando ormai sei presissimo dal ritmo. Look: viola, non male dai, alla fine ha una bella silhouette, un bel punto vita e fianchi proporzionati. Peccato per il davanti, ma con un push up si rimedia. un po' di cellulite sotto al sedere, un po' di pancetta ma ci sta dai. uff, che delicati! gli altri li vedo un po' anonimi, ma dopo il video dei kap bambino tutto il resto è noia.
Secondo me quella dei Kap bambino non è altro che una tirata fuori a forza dall'Alter, durante durante una de "le grandi notti"..
i these new puritans pessimi, manco avessero un respiratore che li tiene in vita a fatica.mia nonna ha più entusiasmo a fare la spesa.
i kap bambino uoa!anche se in effetti la tipa mi sa (ma anche è direi) una fattona di quelle potenti
come dice quello sopra di me, da grandi notti all'alter..
ci volevano questi al festival del wah wah club
www.myspace.com/brilliantsmusik
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